A che servono i mariti?

di Paolo Pugni 

“A che cosa serve un marito? Me lo sono chiesta tante volte”: comincia così il 2012 di mia moglie. Abbiamo da poco recuperato la nostra lucidità in questa stanza-camper in muratura, neanche13 metri quadratiin questo momento per lo più ricoperti dal letto(-divano) aperto dal quale appunto con una squisita tenerezza mi guarda, mentre io preparo il caffè. continua a leggere

Le radici profonde non gelano mai

di Paolo Pugni

E poi scopri che quell’essere orfano ti pesa più di quando pensassi. Ti guardi dietro, e vedi il vuoto. Scopri che la radice è stata recisa, appena sotto di te e che ormai sei tu che tieni il peso, che reggi l’albero. Sei radice.

Radice di che?

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Delirio d’onnipotenza

di Raffaella Frullone
Quando mi prende mi parte l’embolo. E siccome mi prende con una
frequenza pari a 5-6 volte al minuto, mi sto convincendo che sia
preoccupante. Solo che è più forte di me, chiamatela natura, istinto,
non lo so, ma credo che la mia patologia sia ormai in stato avanzato e
soprattutto irreversibile.

Imperfetto, voce del verbo essere

di Costanza Miriano

E’ segreta come la formula della Cherry Coke. Come la ricetta della Eight Hour di Elizabeth Arden. Non renderò nota per nessun motivo al mondo la mia lista dei buoni propositi per l’anno 2012 – che credo prenda il nome dal tacco 12 al quale è intitolato, per ricordare a tutte le donne dell’assoluta necessità di indossare scarpe che ne siano dotate, almeno quattro ore e un quarto ogni settimana – perché già so che riuscirò a realizzarne circa la quindicesima parte, ma solo a patto che elimini quel fastidioso problemuccio di dover ogni tanto appoggiare la testa su una qualsivoglia superficie, e chiudere gli occhi per due ore. continua a leggere

La sera del dì di Natale

di Paolo Pugni

La sera del Natale mi rende triste, ma di una mestizia sana, pacata, lieve.

(Per inciso: che bella parola è lieve, così trascurata e derisa, forse proprio per quella leggerezza pastello che la rende inavvertita a chi non sa che farsene delle sfumature, della voce della brezza morbida e prudente.

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Tre metri sopra ponte Milvio

di Claudia Mancini   –  LaPorzione.it

«È spuntato per noi un giorno di festa, una ricorrenza annuale; oggi è il Natale del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo: la Verità è sorta dalla terra (Sal 85 [84], 12), il giorno da giorno è nato nel nostro giorno». (Sant’Agostino, Sermone 184/A)

Questo Natale – che celebreremo in un momento decisivo per il nostro Paese – è vicino, ma noi tutti siamo già nel «nostro giorno». Il mondo ha ancora bisogna del Natale? E quale speranza ci può dare? continua a leggere

Beato chi non funziona

di Costanza Miriano

A casa mia, quella d’origine dico, il “tocco Costanza” è convenzionalmente, da decenni, ben noto come quella presenza invariabile di qualcosa che non arriva perfettamente all’obiettivo: una scarpa slacciata, un tacco dodici orlato di fango, un filo che pende sempre dal golfino, anche quando è di angora, una macchiolina (se vi prendete qualche minuto ne trovate una su qualsiasi mio capo di abbigliamento, nessuno escluso). Qualcosa di non abbinato o di mancante. Oppure qualcosa di eccessivo. Mi sento sempre la protagonista di una vignetta di indovina  l’errore, della Settimana enigmistica. Il fatto è che generalmente faccio qualcos’altro mentre faccio qualsiasi cosa, e, come si dice a Roma, mi manca sempre un pezzo. continua a leggere

Lo chiamavano priorità

di Jane 

Visto che siamo a Natale, e Natale vuol dire “nascita”, e “nascita” vuol dire nuova vita che si affaccia alla bellezza e alla complessità del mondo, non si può non pensare anche alla famiglia. In essa la nuova vita trova accoglienza, riparo, certezza, fiducia, sicurezza, radici. Se si pensa ad una nuova vita, si pensa all’amore di una madre e di un padre, che guardano al frutto della loro unione con stupore, meraviglia, gioia. Una nuova nascita significa anche l’emergere di uno spontaneo senso di responsabilità da parte del padre, di una naturale predisposizione alla cura e all’accoglienza da parte della madre.

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Fuoco al mondo!

di Daniela Bovolenta        Perfectio Conversationis

Fiunt non nascuntur, Christiani

(Tertulliano)

Per abitudine, evito le librerie cattoliche come la peste, sono diffidente verso l’ora di religione cattolica nelle scuole, guardinga nei confronti dei corsi di catechismo parrocchiali.

Contravvenendo alle mie idiosincrasie, qualche mattina fa sono entrata in un libreria cattolica, complici il freddo, una mezz’ora d’attesa e una collocazione dietro l’angolo rispetto al luogo del mio appuntamento. Avrei dovuto conoscermi meglio, perché è subito iniziato il travaso di bile. continua a leggere

Il Navigatore

di Costanza Miriano

C’è stato un periodo in cui, con rigorosa e millimetrica precisione mio marito in corrispondenza di emergenze pediatriche, spettacolini scolastici e miei inderogabili impegni di lavoro veniva mandato in trasferta. Il chilometraggio di distanza era ovviamente commisurato ai gradi di febbre, e sopra i 38 e 7 veniva spedito in Nicaragua, in Brasile, in Malesia; in fantasiose località delle quali, quando andrò in pensione e avrò finalmente tempo di aprire un atlante, scoprirò l’esatta ubicazione sul globo terracqueo.

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Il medico salva, non uccide

Non può esistere un diritto a morire, perché la morte non è un valore. La vita, invece, è un valore che tutti non possono che riconoscere come primario e indisponibile. Perché il valore della vita è condizione necessaria per tutti gli altri valori.
Ho proposto a Costanza di pubblicare questo articolo di Marco Travaglio su una delle questioni di dibattito di questi giorni: il suicidio, e, in particolare, quello medicalmente assistito, scelto da Lucio Magri per porre fine alla sua vita. Putroppo, l’enfasi del dibattito mediatico, l’accavallarsi delle tante opinioni espresse in merito alla drammatica notizia, ha creato, come spesso succede, una gran confusione e un contorsionismo di argomentazioni. Ciò ha portato alla solita distinzione e contrapposizione tra laici e cattolici, tra chi è per la vita e chi per la libertà, come se le due cose fossero in contrapposizione tra loro. Ebbene, questo articolo di Travaglio, a mio parere, si discosta dalla confusione. E’ limpido, chiaro, razionale, argomentato e onesto. 

Laura Gotti Tedeschi

 

di Marco Travaglio      Il Fatto Quotidiano

Io non voglio parlare di Lucio Magri, che non ho conosciuto e non mi sognerei mai di giudicare: non so come mi comporterei se cadessi nella cupa depressione in cui l’avevano precipitato la vecchiaia, il fallimento politico e la morte della moglie. continua a leggere

Un’idea di vita, un’idea di morte

di Mario Palmaro   da La Bussola Quotidiana 30 novembre 2011

Di fronte al caso di Lucio Magri, che è andato a morire in Svizzera con un suicidio assistito, vorremmo dire tre cose.

Innanzitutto, questa è una tristissima vicenda umana, che suscita sentimenti di pietà. Attenzione: pietà per un uomo che dice di non voler più vivere e che purtroppo trova persone disposte ad aiutarlo nel suo proposito. Non certo pietà per la “categoria”, cioè per quelli che si vogliono togliere la vita e ci riescono; perché, altrimenti, bisognerebbe “per motivi pietosi” modificare tutti i protocolli di soccorso e di emergenza pacificamente accettati dalla nostra società. continua a leggere

Etere o non etere

di Raffaella Frullone

Tra qualche settimana, giorno più secondo me, giorno meno spererebbe sua madre, nascerà Giulia. Giulia al momento giace, o meglio scalcia, nel grembo di quella che per 5 anni è stata la mia compagna di banco al liceo e della quale non rivelo il nome poiché, da quando ha scoperto di aspettare un bambino, abbiamo convenuto che fosse il caso di ricostruire una reputazione dignitosa perduta, e che certi episodi che la, o meglio ci, vedono protagonista è bene non siano in alcun modo ricollegabili al suo nome.  continua a leggere

Questa bambina nascerà

Riproponiamo la testimonianza di Isabella, 19 anni, studentessa di Infermieristica, pubblicata il 26 novembre su LA BUSSOLA QUOTIDIANA. Isabella coraggiosamente ha deciso di raccontare la sua storia.

di Isabella, 19 anni, Perugia
 

Mi sembra ieri. Il giorno in cui ho scoperto di essere incinta. Il primo test, l’ansia crescente, il secondo test, positivo. Lo fissavo: positivo positivo. La sensazione di smarrimento totale mi pervade in un istante, il terrore si impadronisce di me e io impietrita, incapace di reagire. continua a leggere

Un giorno, per sempre

di Jane

Un ragazzo e una ragazza si incontrano, un giorno. Appena laureati, ubriachi, dopo aver festeggiato come di dovere uno dei giorni più belli della vita, si ritrovano seduti sullo stesso letto a chiacchierare in attesa di smaltire la sbornia, attratti l’uno dall’altra da qualcosa di indefinito. Si trovano a guardarsi negli occhi e a dirsi “Proviamo a restare amici”. continua a leggere

La forza degli altri

di Costanza Miriano

Se potessi mangiare, per dire, cartoncino bristol, potrei fare la spesa una volta ogni due mesi, cucinare sempre meno e con gli avanzi fare i lavoretti di Natale. Purtroppo, infatti, ho la sensibilità gastronomica di una ruspa e il cibo per me è principalmente una massa da ingerire rapidamente per generare calorie con cui fare le cose e soprattutto curarmi delle persone che mi stanno a cuore. Questo a parte alcuni miracoli della natura come il salame, i canestrelli biellesi e il cheese cake della mia tata, che consumo a metri cubi, a camion direi. Lo so, sono una persona ignobile, tanto più che sono una madre di famiglia, e della mia inettitudine risentono i miei cari. continua a leggere