Cristiada e “il bisogno che qualcosa accada”

Oltre a rilanciare gli assaggi de La Croce, oggi vogliamo segnalare a chi non lo sapesse che Cristiada, di Dean Wright, viene distribuito in questi mesi in Italia, e a Roma a partire dal 12 dicembre. L’elenco delle sale in cui attualmente il film è in programma si trova su www.cristiada.it, mentre le prenotazioni per le sale di Roma possono essere fatte online qui.


fusilado

di Giovanni Marcotullio (per La Croce – Quotidiano)

In Messico tra il 1926 e il 1929 sono stati uccisi 85.000 cattolici e voi non lo sapete. Nessuno lo sa. Un presidente anticlericale e massone mise fuorilegge la Chiesa, ne confiscò i beni, fece uccidere preti, donne e bambini cristiani. I cristiani combatterono in nome di Cristo Re e vinsero. La libertà di culto venne ristabilita. Questa storia è diventata un film di Hollywood ma la massoneria internazionale Continua a leggere “Cristiada e “il bisogno che qualcosa accada””

Grazie Walt

di Jane

L’Huffington Post ieri ha pubblicato una bellissima intervista a Diane Disney Miller, la figlia di Walt Disney. L’intervista è stata rilasciata in occasione dell’uscita della versione restaurata in DVD di “The Lady and the Tramp” (tradotto in Italia con “Lilly e il vagabondo”) e in occasione del 57° anniversario dell’apertura di Disneyland. Continua a leggere “Grazie Walt”

Loro due

 

Qualche giorno fa Maria Elena (trentamenouno)  ha mandato a Costanza la trascrizione del dialogo della scena finale di un film.  Questo mi ha fatto venire in mente due cose: intanto che c’è qualcosa di importante da imparare anche da un filmino sentimentale, e poi che pur avendo visto il film questa scena mi era rimasta pochissimo in mente, a dimostrazione  dei danni che può fare un pessimo  doppiaggio (per questo in fondo al post ho linkato la scena in versione originale ma se volete farvi un’ idea c’è anche la versione italiana).

P.S. by Costanza – Il cinefilo ritiene che sia un problema di doppiaggio. La sua consorte ritiene invece che dipenda dal fatto che i dialoghi pieni di sentimento, nei quali non vengono conferite informazioni stringate, operative e utili lui li dimentica nel tragitto che compie dalla tv alla cucina. Quando sente che sta per arrivare un “ti amo” o cambia canale o va a prendere del succo d’arancia. Continua a leggere “Loro due”

Ho fame

di Andrea Gagliarducci      korazym.org

Cosa succederebbe se a un certo punto tutti decidessero che la tua vita è solo quella di un vegetale, e che è meglio che smettano di darti da mangiare, così almeno non vivi più quella che tutti definiscono una non vita? Benjamin Lorenzo, un giovane regista spagnolo di 30 anni, se lo è chiesto quando ha pensato alla storia di Eluana Englaro.

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Lettere al tempo dell’Ipad

di Maria Elena Rosati   trenatamenouno

Cinque anni fa veniva presentato il principe degli smartphone, quello con la mela per intenderci. Molto più di un telefono: uno strumento che ha spalancato le frontiere della comunicazione, semplificato l’approccio alla telefonia, rivoluzionato il modo di ascoltare la musica, di vivere lo spazio e il tempo e, sospetto, anche il modo di versare il ketchup sulle patatine.

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L’ultimo capodanno?

di Massimo Introvigne     CESNUR  Centro Studi sulle Nuove Religioni

Libri, trasmissioni televisive e film ci spiegano che il mondo finirà il 21 dicembre 2012. Lo assicura, dicono, una profezia degli antichi Maya. Che cosa c’è di vero?

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La Rosa Purpurea

di Jane

Cos’hanno in comune Fitzwilliam Darcy, Frederick Wentworth e Edward Rochester? Sono tutti e tre uomini perfetti. Ho letto recentemente un articolo intitolato “Il segreto di Mr. Darcy”, in cui si elencavano i numerosi pregi del personaggio maschile più famoso della letteratura romantica, dotato di qualità tali da consentire di definirlo senza ritegno come l’uomo ideale.

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Un giorno, per sempre

di Jane

Un ragazzo e una ragazza si incontrano, un giorno. Appena laureati, ubriachi, dopo aver festeggiato come di dovere uno dei giorni più belli della vita, si ritrovano seduti sullo stesso letto a chiacchierare in attesa di smaltire la sbornia, attratti l’uno dall’altra da qualcosa di indefinito. Si trovano a guardarsi negli occhi e a dirsi “Proviamo a restare amici”. continua a leggere

La forza degli altri

di Costanza Miriano

Se potessi mangiare, per dire, cartoncino bristol, potrei fare la spesa una volta ogni due mesi, cucinare sempre meno e con gli avanzi fare i lavoretti di Natale. Purtroppo, infatti, ho la sensibilità gastronomica di una ruspa e il cibo per me è principalmente una massa da ingerire rapidamente per generare calorie con cui fare le cose e soprattutto curarmi delle persone che mi stanno a cuore. Questo a parte alcuni miracoli della natura come il salame, i canestrelli biellesi e il cheese cake della mia tata, che consumo a metri cubi, a camion direi. Lo so, sono una persona ignobile, tanto più che sono una madre di famiglia, e della mia inettitudine risentono i miei cari. continua a leggere

I ♥ NYC Marathon

Oggi a New York si celebra, ehm si corre la maratona. In un’altra vita ( 1998) Costanza e il marito fecero uno speciale per RAI International (andato in onda anche su rai tre). Per chi volesse dare un’occhiata, questo è il link. Dura 46 minuti, ma basta vedere qualche secondo e fingere di avere apprezzato…

commenti

Che Bella!

di Costanza Miriano

Mio marito sostiene che una persona che abbia nella sua vita acquisito un accettabile livello di dignità e riserbo dopo una certa età non festeggia più il compleanno come alle medie, col pranzo buono cucinato dalla mamma e i panini per gli amichetti e i regali e le candeline. Io devo essere totalmente priva di dignità e riserbo, perché se fosse per me festeggerei come alle medie, col divano spostato per ballare e le calze fine e le zie che telefonano. continua a leggere

La musica del Maestro

Maria Elena già la conoscete, il suo blog è sbocciato, a noi non resta che cogliere (leggi rubare) i suoi bellissimi post.  

di Maria Elena Rosati         trentamenouno

 
Lo sapevo che sarebbe finita così. Era chiaro fin dall’inizio.

Ho voluto rivedere la scena finale dal film “Il pianista” di Roman Polanski (Lo conoscete? È la storia vera dell’odissea di un pianista ebreo nella Varsavia occupata dai nazisti – se non lo conoscete lo consiglio caldamente). Il pianista, che per tutto il film è rimasto nascosto, e un generale nazista si incontrano faccia a faccia. continua a leggere

Donna e acrobata

di Raffaella Frullone (da La Bussola Quotidiana)

Le mamme lavoratrici, le donne multitasking, le amanti del cinema e le fan di Sara Jessica Parker sono in fibrillazione per l’arrivo, questa sera, nelle sale italiane di Ma come fa a far tutto?, lungometraggio che vede la protagonista di Sex and the City vestire i panni di una donna manager in bilico tra lavoro e carriera. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Allison Pearson, in Italia pubblicato dalla Mondadori, in cui la giornalista del Telgraph fornisce una sorta di manuale di sopravvivenza per mamme che lavorano.  continua a leggere

Diversamente giovani


di Jane
Alzi la mano chi guarderebbe mai un film in cui la protagonista più giovane ha 80 anni. Pochi, credo, forse solo quelli che hanno quell’età. E invece ho visto un film che vale mille di quelle commediole italiane di successo ingiustificato. Un film fatto con quattro soldi, che dimostra come si possa tenere incollati alla televisione per un’ora e venti facendosi tante, tantissime risate dall’inizio alla fine. Risate sane, di quelle che non si fanno molto spesso, risultato di dialoghi realistici e di situazioni comiche, in cui tanti potrebbero dire di essersi trovati. Sto parlando del film Pranzo di Ferragosto. continua a leggere

L’uomo senza

di Jane

Leggendo un libro di Erri De Luca sono incappata in una definizione che mi ha molto colpita: un uomo senza una donna è un uomo senza. E’ una definizione davvero strana perché incompleta, e l’intento credo sia proprio quello di esprimere l’incompletezza. Un uomo, infatti, senza l’affetto e l’amore di una donna, è come amputato, mozzato, privo di qualcosa, insomma, è un uomo senza. continua a leggere

Monna Lisa style

di Jane

Mi è capitato recentemente di rivedere Mona Lisa Smile. La prima volta che lo vidi ero ancora a scuola, e ricordo che non mi era piaciuto per niente: troppi luoghi comuni sulla condizione della donna (io aspiravo a diventare archeologa e, quindi, amante di Indiana Jones), troppo esplicito femminismo (se sto insieme a Indiana Jones ma chissenefrega dell’autodeterminazione), troppe donne nel film (va bene tutto ma in due ore di film vedere solo un paio di attori, uno vecchio e un altro insignificante, mi pare sproporzionato rispetto al prezzo del biglietto d’ingresso). Poi, dopo qualche anno, niente archeologia e nessun Professor Jones. In compenso, ho rivisto quel film e, come accade spesso, ho cambiato idea e l’ho apprezzato molto, attori maschi a parte. continua a leggere

Le mani vuote

di Jane

Se il mio amato Alberoni, massimo esperto dei processi sentimentali umani, leggesse quello che segue, probabilmente da domani inizierebbe a scrivere e a tenere convegni sul processo che porta dalla speranza alla disperazione, con una mia gigantografia alle spalle e i servizi segreti sulle mie tracce. Ma si sa, quando si parla d’amore, è difficile farlo senza metterci un po’ di se stessi. Io però, quando Alberoni scrive o parla, pendo dalle sue labbra, giuro, cercando di assorbire il più possibile il suo sapere sull’argomento, e cercando di apportare ulteriori chiarimenti nella mia testolina sulla macchinosissima e complicata e irrisolvibile questione eterna su che cosa l’amore sia. Poi però, se non capisco quello che vuole dire, che colpa ne ho?

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The Eyes of the Tiger

di Jane

Dopo cinque anni di filosofia, passati a discutere duemilacinquecento anni di fondamentali problemi esistenziali, epistemologici, ontologici, antropologici, etici, uno degli insegnamenti più illuminanti per la mia vita l’ho trovato nel film Una donna in carriera. E’ bene che lo sappiate subito: forse non scriverò un solo post che non abbia almeno un riferimento/citazione/consiglio di origine cinematografica. Questo non perché non vi siano fonti molto più autorevoli, cinque anni di Liceo Classico e altrettanti di Università si suppone che ti lascino qualcosa di un po’ più profondo, un segno di distinzione, una cultura più elevata rispetto alla media, almeno qualche vago ricordo di chi fosse Omero e dove si mettesse l’accento (insomma, giuro che non ho sempre copiato dalla mia compagna di banco Francesca, anche se ha avuto un ruolo salvifico in numerose occasioni).

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