Parliamo con Marcella, la “Mamma Mongolfiera”

di Andreas Hofer

«La mongolfiera lascia che [i figli] se la cavino senza telefonino almeno fino ai 14 anni, non li seppellisce da piccoli sotto strati di vestiti e da grandi di raccomandazioni…» La sfida è trovare la giusta distanza da tenere con i figli per lasciare che trovino la propria strada nel mondo e spicchino il volo. Continua a leggere “Parliamo con Marcella, la “Mamma Mongolfiera””

Siamo donne. Oltre la differenziata c’è di più

di Andreas Hofer

Dopo il successo di Osservazioni di una mamma qualunque, ritorna in libreria un’autrice che non ha bisogno di presentazioni per i lettori di questo blog: la regina Paola Belletti con Siamo donne. Oltre la differenziata c’è di più (ancora nella collana “UOMOVIVO – umorismo, vita di coppia, Dio” di Berica Editrice). Anche questo secondo libro, arricchito dalla brillante prefazione di Annalisa Sereni, non è tanto un saggio quanto un insieme di prose filosofiche, poetiche, narrative, giornalistiche attraverso cui Paola, col suo inconfondibile stile, propone una lettura in chiave femminile di quella ecologia integrale a cui papa Francesco ha consacrato una intera enciclica. Continua a leggere “Siamo donne. Oltre la differenziata c’è di più”

Non di soli sgravi vive la famiglia

famiglia

di Andreas Hofer

«Credere ai fatti, non alle parole». Come se i fatti non potessero essere tanto menzogneri quanto le parole! Esigono più sforzi, non contengono necessariamente più verità…
(Gustave Thibon)

Il nuovo anno è stato salutato dai cattolici italiani con un dibattito tutto loro sulle priorità della loro azione politica. È parso allora per un attimo che si contrapponessero l’equità fiscale e la protezione valoriale, mentre una lettura più attenta suggerisce che l’una non possa darsi senza l’altra. Continua a leggere “Non di soli sgravi vive la famiglia”

La natalità come salvaguardia della libertà

G.K.-Chesterton-and-Child

di Andreas Hofer

Ogni bambino è di per sé simbolo e sacramento della libertà personale. È un nuovo libero arbitrio che si aggiunge ai liberi arbitri del mondo.

(G. K. Chesterton)

Distruggere la famiglia. È l’imperativo categorico che in ogni tempo ha animato le macchine totalitarie. (1)

Le ideologie sono vere e proprie agenzie di separazione familiare. Sempre, con ostinazione pari solo alla loro ferocia, hanno cercato di dare vita alla più assurda e innaturale delle astrazioni: il mito di un « individuo puro ». Nella realtà storica, infatti, non si dà un individuo assoluto: non esiste un essere emancipato da ogni legame, privo di relazione con qualche suo simile. Continua a leggere “La natalità come salvaguardia della libertà”

Il principio pazienza – parte 2

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di Andreas Hofer

Chi non ama la vita, non ha pazienza con essa.
(Romano Guardini)

La fatica per vivere

Si arreca un danno incommensurabile alle nuove generazioni evitando di scomodarle con la verità, nota fin dai tempi antichi, che la vita è anche certamen: lotta, contesa, perciò inscindibile dalle nozioni di sforzo e impegno. La fatica è necessaria, rammenta ancora una volta Ortega y Gasset. Continua a leggere “Il principio pazienza – parte 2”

Il principio pazienza – parte 1

ulisseachille

di Andreas Hofer

Da questo segno li riconoscerete,
dalla rovina e dal buio che portano;
da masse di uomini devoti al Nulla,
diventati schiavi senza un padrone.

(G.K. Chesterton)

Alcuni anni fa una nota soubrette confessò d’aver abortito. Il suo compagno, ricco rampollo di un magnate cinematografico, non aveva accolto con entusiasmo, diciamo così, la notizia della gravidanza. Tanto che il suo primo pensiero era stato: come avrebbero fatto ora, con un neonato in fasce, ad andare in barca? Il piacere balneare finì per avere la meglio sugli obblighi della paternità e così i due, di comune accordo, si decisero per l’aborto. Continua a leggere “Il principio pazienza – parte 1”

Le parole di frate asino

di Costanza Miriano    IL TIMONE gennaio 2012

Qualche giorno fa, lo ammetto, ho mormorato una parolaccia. Con una raffinata operazione di alta ingegneria ergonomica ero riuscita a far cadere, nell’ordine, il citofono sulla fronte, la tazza a terra, il caffè sulla gonna pulita – questo sì che è talento – salutando il figlio maggiore che usciva per andare a scuola. Gli altri tre dormivano. Credevo. Immediatamente da sotto una coperta arriva una vocina: «Mamma, ti ho sentita. Con questa ti sei giocata il buono per il 2012».  Continua a leggere “Le parole di frate asino”

Di padre in figlio

di Claudia Mancini           LaPorzione.it

Lo scorso 2 febbraio, su laRepubblica.it, è stato pubblicato un articolo dal titolo «Meri, Franci e il semino donato. Storie allegre di “famiglie possibili”».

In questo caso, più che mai, può valere la sintetica – quanto esaustiva – frase: “L’articolo si commenta da sé”.

La notizia – Due mamme omosessuali, madri di quattro figli, hanno fondato la casa editrice Stampatello, per raccontare ai ragazzi e ai loro genitori – «sotto forma di allegre favole» – tutte le «famiglie possibili» in alternativa alla «famiglia tradizionale».

Continua a leggere “Di padre in figlio”

Grazie Walt

di Jane

L’Huffington Post ieri ha pubblicato una bellissima intervista a Diane Disney Miller, la figlia di Walt Disney. L’intervista è stata rilasciata in occasione dell’uscita della versione restaurata in DVD di “The Lady and the Tramp” (tradotto in Italia con “Lilly e il vagabondo”) e in occasione del 57° anniversario dell’apertura di Disneyland. Continua a leggere “Grazie Walt”

Casa comune

 

di Raffaella Frullone

Ma è davvero così?  Può succedere davvero di tutto? Anche  l’happy ending proposto da Trentamenouno presentandoci la scena finale di “Storia di noi due” in cui Michelle Pfeiffer e Bruce Willis, nei panni di Katie e Ben, a un passo dal rivelare ai propri figli che hanno deciso di separarsi dopo 15 anni di matrimonio, decidano di fare invece un passo l’uno verso l’altra e si dichiarano amore eterno? Mah, sarebbe un sogno, dicevo sabato, sarebbe veramente un sogno… Continua a leggere “Casa comune”

Loro due

 

Qualche giorno fa Maria Elena (trentamenouno)  ha mandato a Costanza la trascrizione del dialogo della scena finale di un film.  Questo mi ha fatto venire in mente due cose: intanto che c’è qualcosa di importante da imparare anche da un filmino sentimentale, e poi che pur avendo visto il film questa scena mi era rimasta pochissimo in mente, a dimostrazione  dei danni che può fare un pessimo  doppiaggio (per questo in fondo al post ho linkato la scena in versione originale ma se volete farvi un’ idea c’è anche la versione italiana).

P.S. by Costanza – Il cinefilo ritiene che sia un problema di doppiaggio. La sua consorte ritiene invece che dipenda dal fatto che i dialoghi pieni di sentimento, nei quali non vengono conferite informazioni stringate, operative e utili lui li dimentica nel tragitto che compie dalla tv alla cucina. Quando sente che sta per arrivare un “ti amo” o cambia canale o va a prendere del succo d’arancia. Continua a leggere “Loro due”

Offrire, soffrire

di Anonimo

Oggi è la festa della Presentazione di Gesù al tempio, la Candelora, ed io come da un po’ di anni a questa parte non ho nessuna voglia di andare alla Messa solenne. Mi sceglierò una Chiesetta nascosta, con una cerimonia semplice, dove nessuna donna in attesa o madre gioiosa voglia portare i propri pargoletti per la benedizione di rito. La mia carne si ribella a tanta festante umanità ed il Dio in cui credo che si è fatto carne, corpo e sangue, mi nutrirà nel nascondimento di una Messa di tutti i giorni. Continua a leggere “Offrire, soffrire”

Ancora vivi

di Costanza Miriano

Qualche sera fa guardavo la televisione. Seduta. Sul divano. Insieme a mio marito.

Già tali affermazioni racchiudono diverse notizie notevoli, e infatti credo che ci siano stati diversi lanci di agenzia su questo. L’evento ha del sensazionale, da breaking news della Cnn come minimo, se contate, poi, che non dormivo. E così durante un filmetto western (indovinate chi teneva il telecomando) mi sono imbattuta in una grafica inquietante, con un rullo a scorrimento: “Avete un figlio tra i due e i dieci anni e siete ancora vivi? Telefonate allo 02…” Continua a leggere “Ancora vivi”

«…e se non amate nulla…»

di Cyrano

«Pensavo che l’America fosse un Paese libero!»

Aridàje, eccone n’artra… Poi, però, uno le dà un’occhiata e pensa che Loni Bouchard, la ventenne che ha circuito e “violentato” (scusate, mi viene da ridere, un po’ come a Tenco…) un ragazzino quattordicenne affidatole, sia un po’ la summa dei sogni erotici degli adolescenti che uno può frequentare nelle nostre città. continua a leggere

Maschio, femmina e Lego

di Costanza Miriano

A casa nostra, per carità, di sacro c’è solo Dio.

Molto distanziati, diversi gradini sotto ma sempre in posizione ampiamente sopraelevata sulle cose ordinarie ci sono diversi pilastri della nostra esistenza. Uno è l’aesseRoma, come dicono i tifosi patologici di cui ho almeno due esemplari tra le mura domestiche. Un altro è la mensola delle creme cosmetiche. Uno è senz’altro la Lego. continua a leggere

Che Angelo

di LetteraE

Meno male che c’è l’angelo custode a proteggermi così posso sentirmi meno in colpa davanti ai giudizi di parenti, “amiche”, psicologi, esperti vari dell’educazione, pediatri, portinaie che hanno la ricetta giusta per essere perfetti genitori. Dico meno male che c’è l’angelo custode perchè so di non essere sola, so di aver il Capo (come Lo chiama Costanza) in contatto diretto se mi metto ad ascoltarLo. Soprattutto da quando mi ha travolto questa nuova “professione”: essere mamma.

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Le sante sorelle

di Raffaella Frullone   La Bussola Quotidiana

Nel 2011 è stata la Lalaloopsy, lolita con i bottoni al posto degli occhi, la minigonna e le ballerine ai piedi, la bambola più venduta. Anche se dal 1957 l’indiscussa regina dei desideri e dei giochi delle bambine è lei, la Barbie, 50 primavere alle spalle, occhi da cerbiatta, fisico mozzafiato, (oltre che del tutto inumano) 99-45-83, targa Mattel. Nel 2001 sono arrivate le Bratz, decisamente più grintose e ammiccanti, truccatissime e dall’alto del tacco 12, distribuite in Italia dalla Gig. Al povero Cicciobello non resta che rimanere solo triste sugli scaffali dei negozi, o al più nei cestoni dei giochi dimenticati, perché alle bambine piace sempre meno giocare alla “mamma” e sempre di più alla lolita, alla donne che vorrebbero diventare “da grande”. continua a leggere continua a leggere