Le radici profonde non gelano mai

di Paolo Pugni

E poi scopri che quell’essere orfano ti pesa più di quando pensassi. Ti guardi dietro, e vedi il vuoto. Scopri che la radice è stata recisa, appena sotto di te e che ormai sei tu che tieni il peso, che reggi l’albero. Sei radice.

Radice di che?

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Il grande vuoto

di Costanza Miriano

Conosco molte meravigliose teorie sul fatto che la lettura deve essere un piacere, e come ogni piacere deve essere libero e scelto. Le conosco ma mi guardo bene dall’applicarle. Io personalmente con i miei figli adotto piuttosto subdole forme di persuasione occulta, e posso anche arrivare a vigliacche minacce terroristiche (“se non provi a leggere due capitoli, alla xbox stanotte potrebbe anche capitare un incidente, per dire…”), convinta come sono che il piacere della lettura non è immediato come quello che viene dai videogiochi, ma alla fine attraente lo stesso o di più anche per un ragazzino. continua a leggere

Lo chiamavano priorità

di Jane 

Visto che siamo a Natale, e Natale vuol dire “nascita”, e “nascita” vuol dire nuova vita che si affaccia alla bellezza e alla complessità del mondo, non si può non pensare anche alla famiglia. In essa la nuova vita trova accoglienza, riparo, certezza, fiducia, sicurezza, radici. Se si pensa ad una nuova vita, si pensa all’amore di una madre e di un padre, che guardano al frutto della loro unione con stupore, meraviglia, gioia. Una nuova nascita significa anche l’emergere di uno spontaneo senso di responsabilità da parte del padre, di una naturale predisposizione alla cura e all’accoglienza da parte della madre.

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Mio padre si chiama donatore

di Raffaella Frullone   La Bussola Quotidiana
 «Ho passato anni della mia infanzia a fantasticare su di lui. Costruivo castelli sulle poche cose che sapevo: capelli biondi, occhi azzurri, laureato. Giorni frenetici e notti insonni passate a immaginare il suo carattere, le sue passioni. “Forse era un musicista, come me”, mi dicevo, “forse era un’artista squattrinato, per questo l’ha fatto,  aveva bisogno di soldi”. Poi ho scoperto che il donatore numero 81 era un professionista affermato, un medico che si definisce credente. Il mio padre biologico».

Emergenze teologiche

di Costanza Miriano

A una mamma capita di affrontare emergenze teologiche affettando la carne o infliggendo minestroni. L’altra sera, appunto, una delle mie bambine, cinque anni, mi ha chiesto a bruciapelo: “mamma, chi non crede in Gesù bambino ma solo in babbo Natale va all’inferno?” Poiché sono stata io, non posso negarlo, a raccontarle che Gesù ha detto “chi crede in me avrà la vita eterna”,  mi sono trovata costretta a rispondere l’unica cosa che non mettesse in discussione la mia coerenza. “Be’, sì, se lo rifiuta fino alla fine sì”. “Oddio! Quindi anche la mia amichetta?” Di nuovo, in nome della coerenza ho dovuto dire che sì, è così, anche se l’amichetta ha quattro anni, ed è ancora in tempo per cambiare idea.

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Fuoco al mondo!

di Daniela Bovolenta        Perfectio Conversationis

Fiunt non nascuntur, Christiani

(Tertulliano)

Per abitudine, evito le librerie cattoliche come la peste, sono diffidente verso l’ora di religione cattolica nelle scuole, guardinga nei confronti dei corsi di catechismo parrocchiali.

Contravvenendo alle mie idiosincrasie, qualche mattina fa sono entrata in un libreria cattolica, complici il freddo, una mezz’ora d’attesa e una collocazione dietro l’angolo rispetto al luogo del mio appuntamento. Avrei dovuto conoscermi meglio, perché è subito iniziato il travaso di bile. continua a leggere

L’equilibrista

di Jane 

C’è una figura circense che riesce a mantenere in equilibrio una certa quantità di piatti, facendoli roteare con dei bastoncini, più o meno tutti allo stesso ritmo, senza farli mai cadere. Un’operazione di questo tipo, detta in inglese “spinning plates”, richiede davvero grande abilità, coordinazione, organizzazione, concentrazione. continua a leggere

Senza domande

di Paolo Pugni

Lo scrittore è un po’ profeta, nel senso che aiuta a discernere che cosa capiti, scruta nelle profondità della scrittura, non quella sacra, ma quella quotidiana, che si compone per le strade, nelle case, sui giornali. Nella vita.

Ora capisco che già definirmi scrittore è peccato che grida di presunzione, ma posso vantare l’attenuante di un po’ di chilometri di carta, vera e virtuale, imbrattata per arrogarmi questo ruolo di scrutatore dell’umanità, dalla quale emergere non con esiti della votazione sul bene e il male, ma con una consapevolezza più ricca e cruda e perciò da condividere, per portarne peso e dono. continua a leggere

La solitudine dei numeri pari

di Raffaella Frullone

Dicembre è un mese particolarmente caro alla mia memoria, ripenso a quando ero bambina. Non soltanto per la magia ed il calore del Natale, ma perché nella mia Bergamo, come in altre città italiane, si festeggia Santa Lucia.

Secondo la tradizione nella notte tra il 12 e il 13 dicembre la vergine siracusana dagli occhi splendenti illumina l’oscurità con la sua grazia e dona un regalo speciale a tutti i bimbi buoni. continua a leggere

Etere o non etere

di Raffaella Frullone

Tra qualche settimana, giorno più secondo me, giorno meno spererebbe sua madre, nascerà Giulia. Giulia al momento giace, o meglio scalcia, nel grembo di quella che per 5 anni è stata la mia compagna di banco al liceo e della quale non rivelo il nome poiché, da quando ha scoperto di aspettare un bambino, abbiamo convenuto che fosse il caso di ricostruire una reputazione dignitosa perduta, e che certi episodi che la, o meglio ci, vedono protagonista è bene non siano in alcun modo ricollegabili al suo nome.  continua a leggere

Questa bambina nascerà

Riproponiamo la testimonianza di Isabella, 19 anni, studentessa di Infermieristica, pubblicata il 26 novembre su LA BUSSOLA QUOTIDIANA. Isabella coraggiosamente ha deciso di raccontare la sua storia.

di Isabella, 19 anni, Perugia
 

Mi sembra ieri. Il giorno in cui ho scoperto di essere incinta. Il primo test, l’ansia crescente, il secondo test, positivo. Lo fissavo: positivo positivo. La sensazione di smarrimento totale mi pervade in un istante, il terrore si impadronisce di me e io impietrita, incapace di reagire. continua a leggere

Piovono preci

di Costanza Miriano

VV MR, PN D GRZ, L SGNR CN T. Come tutti ben sanno si tratta dell’Ave Maria mormorata tra i denti senza alterare la mimica facciale quando ci si mette la matita (per labbra, ma anche occhi: bisogna stare immobili, soprattutto se lo specchietto è piccolo e fuori mano, come quello retrovisore): è la giaculatoria dell’automobilista femmina in ritardo al lavoro. continua a leggere

La formula

di Jane

Riuscire a conciliare famiglia e lavoro rende più soddisfatti e, soprattutto, più produttivi sul lavoro. Sembra essere questa la formula vincente proposta dalla Regione Lombardia insieme ad Altis (Alta Scuola Impresa e Società) per risolvere l’eterno dilemma che coinvolge uomini e donne che lavorano, ma che riguarda in particolare le donne. Molti ne sono convinti, e ritengono che quella formula sia una soluzione realizzabile. O almeno, che sia un tentativo che aziende, società e altri luoghi professionali di un certo livello dovrebbero porsi tra le principali iniziative. continua a leggere

Capita

di Paolo Pugni

Capita.

Come si dice: nelle migliori famiglie. Alle ragazze perbene, quelle che dici “non succederà mai”. Quelle col faccino pulito, acqua e sapone, il curriculum di catechista, chierichetto, lettrice, educatrice, oratorio estivo, chealtrovuoi. Quelle che vorresti come figlia. O nuora. continua a leggere

La vita è difficile

di Costanza Miriano

Il giorno dei santi – ero in ritardissimo uscendo dal lavoro, dovevo dare il cambio coi bambini a mio marito (festa, niente scuola, niente tata) – mi sono fiondata carica delle mie solite otto borse (bene essere pronte in caso di rapimento alieno) al parcheggione della Rai. Tutta sudata l’ho percorso in lungo e in largo due o tre volte con le chiavi del catorcio in mano, centocinquantotto pulsazioni al minuto, chiedendomi affranta chi mai avesse potuto rubare la mia macchina da senza tetto, impresentabile e piena di avanzi, prima di ricordarmi che per un rarissimo colpo di fortuna avevo trovato invece posto nel parcheggio più vicino, quello davanti al cancello (credo che ci sia gente che ci dorme per non abbandonare la piazzola). continua a leggere

Figlia del tuo figlio

di Paolo Pugni

La sua estrema forza è la sua più grande debolezza, perché questo è l’amore di Dio per l’uomo: mettersi in suo potere (come ha fatto fin dall’inizio nella Sua vita terrena) e permettere che ognuna delle sue azioni e dei doni che ci fa possa essere inquinata dalla voce del maligno che sussurra: ma daì, non vedi che è costruito tutto ad arte per fregarti? Perché vuole incastrarti? Non fece forse così fin dall’inizio, da quando apparve per confondere AdamoedEva (tutto attaccato perché erano una cosa sola, maschio e femmina LO creò)? continua a leggere

Miss 7miliardi

di Costanza Miriano   –  Avvenire 1 novembre 2011

 Cara bambina numero sette miliardi, ti scrivo questa lettera per tranquillizzarti nel caso ti capitino sotto mano i giornali del ricco mondo occidentale, preoccupato per la tua nascita: dicono che siamo in troppi. A qualcuno potrebbero magari essere sfuggite parole poco accoglienti, e mi dispiace, anche se dubito che tu e soprattutto tua madre perdiate tempo con i nostri editoriali: tu non sai leggere, lei ha partorito ieri e credo che per qualche tempo potrà dedicarsi al massimo alla lettura delle istruzioni dell’additivo igienizzante per bucato, e, se le dovesse capitare di immergersi in qualcosa di più elaborato – tipo il foglietto del dentifricio – si assopirà senz’altro alla terza riga, spero (dimmi che sono normale, ti prego). continua a leggere

Ognissanti vs Halloween?

Cercavamo le parole per parlare di Hallowen ma non ci venivano; poi abbiamo scoperto perchè:le aveva prese tutte Claudia Mancini, compresi i punti, comprese le virgole. Quindi il minimo che potessimo fare è  riproporre il suo articolo pubblicato ieri su LAPORZIONE.it

di Claudia Mancini  LaPorzione.it

Noi cristiani, a volte, ci lasciamo scivolare addosso questioni fondamentali per la nostra fede, o restiamo indifferenti davanti a provvedimenti profondamente offensivi­ – vedi l’ultima sentenza della Corte di Cassazione che ha sdoganato la bestemmia in TV – per poi lasciarci letteralmente risucchiare da questioni, al confronto, assolutamente secondarie. Mi riferisco a quel pullulare su web e social network, in questi ultimi giorni, di link ed iniziative “Halloween sì-Halloween no”: una semplice querelle che – in pochi giorni – ha assunto proporzioni tali da sembrare una vera battaglia ideologica che, come tutte le altre, non è mai foriera di verità. continua a leggere