Emergenze teologiche

di Costanza Miriano

A una mamma capita di affrontare emergenze teologiche affettando la carne o infliggendo minestroni. L’altra sera, appunto, una delle mie bambine, cinque anni, mi ha chiesto a bruciapelo: “mamma, chi non crede in Gesù bambino ma solo in babbo Natale va all’inferno?” Poiché sono stata io, non posso negarlo, a raccontarle che Gesù ha detto “chi crede in me avrà la vita eterna”,  mi sono trovata costretta a rispondere l’unica cosa che non mettesse in discussione la mia coerenza. “Be’, sì, se lo rifiuta fino alla fine sì”. “Oddio! Quindi anche la mia amichetta?” Di nuovo, in nome della coerenza ho dovuto dire che sì, è così, anche se l’amichetta ha quattro anni, ed è ancora in tempo per cambiare idea.

D’altra parte è scritto nel Vangelo, e non voglio essere io ad avere la responsabilità di averlo addomesticato. “Anzi, tu devi essere così buona con lei da convincerla a venire dalla tua parte”. Mia figlia è una minuscola donna di parola, è la stessa bambina che va nel panico se qualche volta mi sfugge l’espressione “lo giuro”, che, come è detto sempre nel Vangelo, non si deve usare mai (il vostro sì sia sì…).

So bene che una simile affermazione, quella sull’amichetta e babbo Natale, è ormai considerata gravemente lesiva della libertà, della tolleranza, del rispetto delle differenze. So bene che scandalizzerei praticamente tutte le mamme dell’asilo, se mi sentissero. Per contro credo di trasmettere ai miei figli l’idea dell’importanza e della serietà della loro vita.

Tranquilli, non sono turbati: dormono come ghiri, hanno un sacco di amici, conoscono la tecnologia e sono molto allegri, anche troppo. Perché i ragazzi, tutti, sanno che la vita è una cosa seria, e non serve a niente fingere il contrario. Anzi, le certezze salde come roccia li rassicurano molto. Un giorno potranno abbattere, forse, queste colonne, ma le hanno avute, almeno. E’ il contrario che non fa dormire sonni tranquilli, l’idea di navigare alla cieca, senza punti cardinali che non cambino mai.

Ecco, io non so se riuscirò a trasmettere la fede, né so assolutamente che tipo di genitori siamo, io e mio marito. Ho visto ragazzi meravigliosi venire su da famiglie difficili, e ragazzi così così nonostante i genitori a me sembrassero ottime persone. Non so se dovrò ingerire a brandelli tutte le pagine che ho scritto in merito, quando i miei figli combineranno qualcosa di brutto. Spero di no ma non posso metterci la mano sul fuoco, perché educare è prendere su di sé il rischio della libertà dei propri figli.

E non mi piace accusare gli altri genitori – mi riferisco alla ragazza che si è inventata lo stupro, al ragazzo che ha ucciso l’amico con un pugno – perché nessun genitore davvero è esente da errori, nessuno sa cosa farà suo figlio tra dieci anni, che persona sarà diventato.

Non mi piace neanche arrivare a conclusioni generali da episodi singoli, sebbene tra noi giornalisti vada di moda, e ci permetta di versare fiumi di inchiostro senza troppa fatica, senza indagini, ricerche, verifiche sul campo.

Prescindendo dunque dai due ultimi agghiaccianti episodi mi sento però abbastanza libera di dire che l’idea della serietà della vita, delle conseguenze pesanti delle proprie azioni è davvero pochissimo diffusa tra i ragazzi ma anche tra gli adulti. Il male si è sempre commesso, anzi, ci sono stati periodi del passato molto ma molto meno sicuri del nostro, senza alcun dubbio. Ma si chiamava male. Aveva un nome e un volto precisi. Si poteva scegliere di commetterlo, ci si poteva cadere trascinati dalle passioni. Ma era il male. Punto e basta.

Io credo invece che la temperie culturale nella quale viviamo tenda a farci vivere tutti come ragazzini, senza responsabilità. Sulle cause ci sarebbe molto da dire – sistema economico, possibilità, tecnologia – ma a ben vedere la causa ultima è una sola. Avere abbattuto le cattedrali, avere rifiutato quel Dio al quale ogni bene rimanda, non avere più l’idea delle conseguenze eterne di ogni nostra più piccola azione. Non c’è più Qualcuno che ci guarda, crediamo. E questo, invece che liberarci, ci rende fragili e ondivaghi come barchette nella tempesta.

fonte: avvenire.it

173 pensieri su “Emergenze teologiche

  1. ” perché educare è prendere su di sé il rischio della libertà dei propri figli.”
    non si ama davvero se non si ama l’altro con la sua libertà. Cacchio se è difficile a volte!
    Buonanotte

  2. Questa canzone mi piaceva tanto quando ero ragazzina, speriamo di dare le basi per nostro figlio, le armi per affrontare la sua vita. Ma la sua vita non è la nostra. La costruzione della libertà/responsabilità di una persona non è un percorso facile… accompagnare la crescita dando gli strumenti per decidere… fidarsi.
    La salvezza/dannazione poi sono sempre personali,… che compito allora insegnare a scegliere lasciando liberi di farlo!

    Pais e Filhos
    Legião Urbana

    Estátuas e cofres e paredes pintadas
    (SATUE CASSAFORTI E PARTI DIPINTE)
    Ninguém sabe o que aconteceu.
    (NESSUNO SA QUEL CHE E’ SUCCESSO)
    Ela se jogou da janela do quinto andar
    (LEI SI E’ BUTTATA DALLA FINESTRA DEL QUINTO PIANO)
    Nada é fácil de entender.
    (NULLA E’ FACILE DA CAPIRE)
    Dorme agora,
    (DORME ADESSO)
    é só o vento lá fora.
    (E’ SOLAMENTE IL VENTO LA’ FUORI)
    Quero colo! Vou fugir de casa!
    (VOGLIO COCCOLE, SCAPPERO’ DA CASA!)
    Posso dormir aqui com vocês?)
    (POSSO DORMIRE QUI CON VOI?)
    Estou com medo, tive um pesadelo
    (HO PAURA, HO AVUTO UN INCUBO)
    Só vou voltar depois das três.
    (TORNERO’ DOPO LE TRE)
    Meu filho vai ter nome de santo
    (MIO FIGLIO AVRA’ IL NOME DI UN SANTO)
    Quero o nome mais bonito.
    (VOGLIO IL NOME PIU’ BELLO)
    É preciso amar as pessoas
    (BISOGNA AMARE LE PERSONE)
    Como se não houvesse amanhã
    (COME SE NON CI FOSSE DOMANI)
    Porque se você parar pra pensar
    (PERCHE’ SE CI FERMI A PENSARE)
    Na verdade não há.
    (IN REALTA’ NON C’E’)
    Me diz, por que que o céu é azul?
    (SPIEGAMI PERCHE’ IL CIELO E’ BLU)
    Explica a grande fúria do mundo
    (SPIEGAMI LA GRANDE FURIA DEL MONDO)
    São meus filhos
    (SONO I MIEI FIGLI)
    Que tomam conta de mim.
    (CHE PRENDONO CURA DI ME)
    Eu moro com a minha mãe
    (ABITO CON MIA MADRE)
    Mas meu pai vem me visitar
    (MA MIO PADRE VIENE A TROVARMI)
    Eu moro na rua, não tenho ninguém
    (IO ABITO LE STRADE)
    Eu moro em qualquer lugar.
    (ABITO IN QUALUNQUE POSTO)
    Já morei em tanta casa
    (HO GIA’ VISSUTO IN TANTE CASE)
    Que nem me lembro mais
    (CHE NON RICORDO NEMMENO)
    Eu moro com os meus pais.
    (ABITO CON I MIEI)
    É preciso amar as pessoas
    Como se não houvesse amanhã
    Porque se você parar pra pensar
    Na verdade não há.
    Sou uma gota d’água,
    (SONO UNA GOCCIA D’ACQUA)
    sou um grão de areia
    (UN GRANELLO DI SABBIA)
    Você me diz que seus pais não te entendem,
    (TU MI DICI CHE I TUOI NON TI CAPISCONO)
    Mas você não entende seus pais.
    (MA TU NON CAPISCI I TUOI)
    Você culpa seus pais por tudo, isso é absurdo
    (TU LI INCOLPI DI TUTTO, QUESTO E’ ASSURDO)
    São crianças como você
    (SONO BAMBINI COME LO SEI TU)
    O que você vai ser,
    (CHE COSA SARAI)
    Quando você crescer?
    (QUANDO CRESCERAI?)

  3. Babbo Natale è un San Nicola ad uso (e consumo) degli americani, per così dire la versione cocacolizzata del santo barese. A miei figli spiegherò che la Coca-Cola è buona, ma che i suoi produttori sono dei gran furboni.

  4. Rossella

    Da noi arriva Babbo Natale, ma è cattolicissimo e porta i regali per festeggiare con tutti i bimbi la nascita del Re dei Re.
    Condivido tutto, grazie Costanza!

  5. Buon giorno ragazzi! Ok lo ammetto non invidio coloro i quali hanno figli perché so dai miei che per crescere un figlio ci vuole ben più che fatica, anche tutto l’amore che esiste.
    I nostri genitori hanno 3 figli diversissimi per età e carattere, ma a tutti e tre hanno insegnato il valore dell’essere responsabili delle proprie azioni, il valore del ” SI ” in un mondo nel quale sembri più ” figo ” ( passatemi il termine ) se dici sempre no, se fai l’anticonformista per forza e se pensi al tuo futuro anche se questo comporta passare su quello altrui come un carro armato.
    Anche mio fratello il più piccolo non ha mai creduto a Babbo Natale, ma in compenso crede che ogni sua azione, per quanto piccola non modifica solo la sua vita, ma anche quella degli altri, che un SI pronunciato oggi, anche se non ne capisce il senso può dare i suoi frutti domani.
    Devo dire che questa oggi sono orgogliosa di mio fratello Daniele, gli avevano chiesto di giurare su di una persona cara che non c’è più, e lui ha detto la verità anziché scegliere di dire una bugia che avrebbe coperto un suo errore. Oggi so che sta crescendo.

  6. Non c’è alcun dubbio che una buona semina, a suo tempo, porterà almeno un discreto raccolto…

    Se i miei ci sono riusciti con me, dandomi l’esempio, quando il grosso era fatto, credo che le famiglie che “tirano su” bene un figlio, alla lunga, non dovrebbero disperare.

    E se proprio questo non ci sente, se hanno in mente cosa è importante nella vita, stiamo a pregare almeno 20 anni come Santa Monica 🙂

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  8. Erika

    Perplessita’ teologica: ma se una persona non nasce in una famiglia religiosa avra’ minori possibilita’ di diventare credente. Come si spiega questo?Difficilmente una bambina di quattro anni credera’ in Dio se i suoi genitori non ci credono, quindi se dovesse morire andrebbe all’ inferno?

    1. Sara

      Mi è stato spiegato (correggetemi quindi se dico fesserie) che ognuno di noi dovrà passare tramite due tipi di giudizi davanti a Dio: quello universale e quello individuale. Nel secondo Dio quindi terrà conto di queste “variabili” che citi, come il tipo di cultura e famiglia in cui si è cresciuti, e ovviamente i requisiti per entrare in Paradiso saranno molto diversi. Altrimenti non si spiegherebbe come mai nel Concilio Vaticano II è stato affermato che la salvezza esiste anche fuori dalla Chiesa, seppur quest’ultima rappresenti sempre “l’autostrada” per raggiungere il Signore.

      1. S. Agostino (non ho tempo di cercare la citazione esatta, passatemela per buona 😉 ) dice che tutti saremo salvati da Cristo.
        Alcuni saranno salvati dal Cristo che hanno conosciuto e siamo noi cristiani, altri dal Cristo che hanno atteso e sono gli Ebrei altri dal Crsto che hanno desiderato anche senza conoscerlo e sono gli uomini di buona volontà.
        Capisci la bellezza? E’ sufficiente averlo desiderato con tutto il cuore, anche senza conoscerlo, per essere contati da Gesù tra i suoi.

        Ricordo un bellissimo racconto di Kafka, “il messaggio dell’imperatore” che dice qualcosa di simile: http://www.atuttascuola.it/materiale/lingua_straniera/tedesco/messaggio_imperatore.htm

    2. Il Signore è Dio, Erika: se il nostro tarlatissimo senso di giustizia è capace d’individuare il concetto di “attenuante”, non saprà farlo tanto più il solo Giudice veramente giusto, che non ha bisogno di essere persuaso da avvocati e che conosce tutta la verità di ogni pensiero, parola, opera e omissione umani?
      Gesù insegnava che il servo che avrà fatto cose meritevoli di bastonate, senza conoscere la volontà del padrone, non ne riceverà quante ne meriterebbe…

  9. Sara S

    Condivido in toto, Costanza! Insegnare ai figli che sono responsabili delle loro azioni e mostrare che c’è una grado di gravità nelle marachelle che combinano, anche attraverso i gradi di punizione conseguenti, è cosa che cerchiamo di fare fin da ora che sono piccolissimi. Ancora più importante è che ci sia sempre l’abbraccio finale, un sorriso quando i conti sono stati fatti e basta, è chiusa lì, la parola finale deve essere quella dell’accoglienza del bambino, con tutti i suoi errori, perchè gli si vuole bene.
    Ma i due atteggiamenti non si contraddicono. Quello scapaccione è santo, se dato al momento giusto e con giusta intenzione ( e non per un cedimento dei nervi!), e se ne segue un asciugare le lacrime di pentimento o di scoraggiamento. Un bambino che sa qual è il bene e qual è il male e che si sente amato nonostante il male che compie, diventerà un uomo con tutti gli attributi, capace di vivere.
    Detto ciò, vengono i brividi a pensare a quanto incidono i nostri, di errori, nella loro crescita. Invece è pacificante il pensiero che se io in prima persona vivo questa posizione di responsabilità, di sapienza nel saper distinguere il bene dal male e di perdono vissuto (innanzitutto tra me e mio marito), sarà questo che passerà ai miei figli, nonostante i mille errori che faccio con loro.Poi ne facciano quello che vogliono, dell’eredità ricevuta: sono liberi.

  10. “i ragazzi, tutti, sanno che la vita è una cosa seria, e non serve a niente fingere il contrario. Anzi, le certezze salde come roccia li rassicurano molto. Un giorno potranno abbattere, forse, queste colonne, ma le hanno avute, almeno. E’ il contrario che non fa dormire sonni tranquilli, l’idea di navigare alla cieca, senza punti cardinali che non cambino mai.”

    Quando avevo letto l’articolo su Avvenire mi era sfuggita questa rase, grazie Coky, è bellissima

      1. Why Not? E’ facile sentirsi intimi con Costanza e quindi anche il diminuitivo ci può stare… in cambio lei può chiamarmi “a Fa'” oppure “orso gentile” che è il mio nome-caccia di quando ero scout

        1. admin

          e poi per un periodo Costanza andava a messa tutte le mattine alle 9 da don Fabio anche se lui forse non ricorda…

  11. lidiafederica

    Cari tutti,
    Volevo ringrazio tantissimo per tutte le belle cose che mi avete dato in questi giorni in cui ho commentato e letto i vostri commenti, avete cambiato sicuramnete in meglio tanto. Sono diventata più disponibile a capire le opinioni altrui, a capire anche che spesso opinioni che a me sembravano impossibili da sostenere in realtà provenivano da cuori buoni, che cercano e vogliono vivere la verità.
    Grazie.
    Io cercherò adesso di commentare un po’ meno perché è un periodo difficile per me, tanto lavoro e tante difficoltà, e le discussioni mi prendono troppo emotivamente (e mi prendono tempo,non sono brava a gestirlo…), ma ci sarò ancora (caso mai a qualcuno interessasse…)!
    Devo però dire anche che non ce la faccio a leggere un post in cui si dice “sì, quella persona andrà all’Inferno”, cosa che, di per sé, è un’eresia, visto che, è ben noto, la Chiesa proclama i Santi ma mai i dannati.
    E siccome capisco bene perché Costanza lo ha scritto, e CONDIVIDO il resto del post, penso che sia inutile commentare ancora.
    Mi rimane una domanda, però: a che pro stiamo qui tutti i giorni a dirci fra noi quanto fa schifo il mondo, e quanto fanno schifo le ore di religione a scuola, e quanto fanno schifo le librerie cattoliche, e quanto fanno schifo i frati che ballano…
    Ripeto, io penso anche che ci siano tante cose, all’interno della Chiesa, e sicuramente nel mondo di fuori, che non vanno. La prima sono io – anche se vado a Messa tutti i giorni, mi formo teologicamente nell’ortodossia più rigorosa e mi confesso tutte le settimane. del resto sono d’accordo – anche io penso che certi atteggiamenti -liturgici, dottrinal, etc. nella vita della Chiesa italiana vadano profondamente cambiati. E neanche a me piacciono “a pelle” i frati che ballano, anche se penso che, finché lo fanno con spirito di lode a Dio e non per se stessi, Dio dal Cielo li guarda e sorride.
    Ciononostante – benché spesso sia d’accordo- ogni volta che apro questo blog penso “no, qui c’è qualcosa che non va, non è possibile vivere di “cattopride”‘, di critica continua, di lode solo a chi la pensa come te, di “crociate contro l’infedele” (che spesso è molto migliore di noi “fedeli”)…
    Ripeto però che a forza di leggervi tante cose le ho imparate, e mi sono spesso fermata ammirata davanti a bellissime testimonianze di fede, di coraggio, di amore – ancora una volta grazie. In particolare, grazie Fefral, grazie Paolo, grazie Alessandro e grazie Cyrano. Ho imparato tanto da voi 🙂
    Cmq, i toni sono melensi, ma solo perché ho ancora 200 pag di tesi di dottorato dariempire, e un animo più disposto alla malinconia che ad altro, visto che ho solo poco tempo ancora per riempirle.
    Cmq, a presto!

    1. Cara lidiafederica,
      quel che dici non è banale, tu evidenzi un rischio, quello di fare quadrato, di fare come il fariseo (o il club dei farisei) che si compiace di sé stesso, mentre siamo tutti pubblicani. Devo dirti che anch’io mi sono posta la questione e non ho risposte definitive.
      Posso soltanto evidenziarti il lato umano, per cui in fondo molte persone che partecipano a questo blog mi sembrano sollevate dall’aver scoperto che non sono sole e che, anche se nella vita quotidiana fanno spesso la figura dei matti (o tacciono, per non essere fraintese), forse così matte non sono.
      Insomma, che ci siano ampie forze contrarie a chi vuole seguire Nostro Signore (fuori, ma anche dentro la Chiesa) a me sembra un dato evidente. Tutta la società è organizzata perché una vita santa e buona sia particolarmente difficile. Non impossibile: la santità è sempre possibile, fosse anche nel martirio, ma dalla forma data a una società dipende la salvezza di molte anime.
      La prima barricata si combatte nelle vite quotidiane, in famiglia, sul lavoro: proprio per questo il libro di Costanza è così prezioso. Se non tentassimo prima di tutto di incarnare quello in cui crediamo, saremmo perfettamente inutili.
      Poi però c’è anche il piano del discorso pubblico: introdurre concetti come vero e falso o giusto e sbagliato in un’opinione pubblica anestetizzata e indotta a credere che “ognuno la pensa come vuole” è un’opera di apostolato. In questo dobbiamo essere onesti, senza spocchia – e di nuovo lo stile di Costanza è davvero vincente, perché è leggero e umile quanto basta da non allontanare, pur essendo schietto il giusto da non risultare annacquato – però, insomma, dobbiamo essere testimoni di Cristo e combattere la buona battaglia. Combattere, talora, significa anche fare la faccia feroce, il punto vero è se lo facciamo per amore delle anime o per amor nostro. L’amore delle anime, di ciascuna anima, anche quelle dei nostri nemici, impone di trovare il giusto equilibrio tra carità e verità. La sola carità, senza verità, porta all’abisso, la sola verità, senza carità, rimane inascoltata.

      1. Certo, D., però mi pare che Lidiafederica abbia già messo tutte queste cose in bella mostra sul tavolo della discussione: a questo punto, dato che evidentemente non ha nulla della deragliante criticona insoddisfatta, le sue critiche acquistano un intenso valore positivo, cui (a mio parere) non c’è che da consentire.
        Voglio dire, certe volte degli amici mi portano a sentire delle catechesi tutte fatte di lagne, di critiche tanto ostinate quanto superficiali, e uno se ne va impoverito e non arricchito, inaridito e isterilito.
        «Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio – è stato scritto prima per “noi” che per “gli altri” – perché vi esalti a tempo opportuno».

        1. ” Combattere, talora, significa anche fare la faccia feroce, il punto vero è se lo facciamo per amore delle anime o per amor nostro. L’amore delle anime, di ciascuna anima, anche quelle dei nostri nemici, impone di trovare il giusto equilibrio tra carità e verità. La sola carità, senza verità, porta all’abisso, la sola verità, senza carità, rimane inascoltata.”

          grazie Daniela

    2. grazie a te, Lidiafederica… non ti sorprenderà sapere che condivido ogni sillaba di quello che hai scritto (incluse le nette autocritiche).
      Buon lavoro: quando hai trovato una formula ottimale per la gestione del tempo, contattami e spiegala anche a me! 😉
      A presto.

    3. Alessandro

      Grazie a te, di cuore, Lidiafederica (e… bando a malinconia 🙂 )
      A rileggerci, prestissimo

    4. grazie anche da me Lidia.
      Condivido anche io tutto il tuo commento qua sopra. Avrei tanto da scrivere ma oggi è una giornata impossibile, e domani parto per due giorni (Alvi’ verso le 10 alza la testa)
      Mi ha fatto proprio piacere conoscerti, buon lavoro per la tesi, torna anche solo per un caffè 🙂

  12. Costanza.
    il discorso sull’amichetta che andrebbe all’Inferno mi sembra ab-ominevole.
    A meno che tu non dica: “Si, infatti, noi Siamo ab-ominevoli, perchè siamo già in un’altra dimensione, extra-umana, con Gesù, il libriccino delle istruzioni e via di seguito”.
    Per me invece è ab-ominevole in sesno negativo.
    Per quanto riguarda l’educazioni dei figli ognuno, credo, in buona fede, cerca di fare il megli possibile, e anche più, e questo divrebbe bastare a non caricarsi poi un giorno addosso sensi di colpa di responsabilità e cose del genere. Certo è che per i figlioli si sta sempre male e sempre bene e comunque dovranno loro un giorno, si spera, lasciare il nido e volare da soli, come anche hanno fatto i nostri padri e i padri dei nostri padri, Abramo, Isacco, Giacobbe, Gesù, Dante,Leonardo, Michelangelo, Galileo, e tutti, perché no, i preti e frati che hanno lasciato tutto e sono andati proprio via, per sempre….

    1. No. Non tutti fanno il meglio che possono che i figli. Molti semplicemente si scocciano, non ci sono, si annoiano, lasciano fare: perché, diciamolo, mettere limiti, controllare, instradare, è una fatica pazzesca e pure poco divertente. Molti ragionano in questo modo: io lascio vivere loro e loro lasciano vivere me. Non è necessario pensarlo esplicitamente, basta farlo.
      Un conto è fare una scelta e cercare di dare il meglio, altro è dare quel che capita, così, per disinteresse.
      Nel caso, ipotetico, di un genitore che ci ragioni su e che decida che, soggettivamente, Babbo Natale gli sembra il meglio, secondo me c’è ancora una speranza: se e quando sarà messo di fronte a qualcosa di maggior valore, sarà pronto ad accoglierlo. E’ la speranza di conversione di cui parla la stessa Costanza nell’articolo. Nel caso del genitore che fa il minimo sindacale, il giorno in cui trova un’alternativa migliore ma scomoda, cambia strada.

  13. Mi pajono fuori luogo, e de parecchio, le critiche all’ortodossia delle affermazioni del Genio cosmico, imperciocché il Catechismo della Chiesa Cattolica dice le stesse cose:
    n. 816, « L’unica Chiesa di Cristo… » è quella « che il Salvatore nostro, dopo la sua risurrezione, diede da pascere a Pietro, affidandone a lui e agli altri Apostoli la diffusione e la guida […]. Questa Chiesa, in questo mondo costituita e organizzata come una società, sussiste [“subsistit in”] nella Chiesa cattolica, governata dal Successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui ».
    Il decreto sull’ecumenismo del Concilio Vaticano II esplicita: « Solo per mezzo della cattolica Chiesa di Cristo, che è lo strumento generale della salvezza, si può ottenere tutta la pienezza dei mezzi di salvezza. In realtà al solo collegio apostolico con a capo Pietro crediamo che il Signore ha affidato tutti i beni della Nuova Alleanza, per costituire l’unico corpo di Cristo sulla terra, al quale bisogna che siano pienamente incorporati tutti quelli che già in qualche modo appartengono al popolo di Dio ».
    n. 819: Inoltre, « parecchi elementi di santificazione e di verità » [MA NON TUTTI] « si trovano fuori dei confini visibili della Chiesa cattolica, come la Parola di Dio scritta, la vita della grazia, la fede, la speranza e la carità, e altri doni interiori dello Spirito Santo ed elementi visibili ». Lo Spirito di Cristo si serve di queste Chiese e comunità ecclesiali come di strumenti di salvezza, la cui forza deriva dalla pienezza di grazia e di verità che Cristo ha dato alla Chiesa cattolica. Tutti questi beni provengono da Cristo e a lui conducono e « spingono verso l’unità cattolica ».
    n. 846 ‘Extra Ecclesiam nulla salus’: Come bisogna intendere questa affermazione spesso ripetuta dai Padri della Chiesa? Formulata in modo positivo, significa che ogni salvezza viene da Cristo-Capo per mezzo della Chiesa che è il suo corpo:
    Il santo Concilio « insegna, appoggiandosi sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione, che questa Chiesa pellegrinante è necessaria alla salvezza. Infatti solo Cristo, presente per noi nel suo corpo, che è la Chiesa, è il Mediatore e la Via della salvezza; ora egli, inculcando espressamente la necessità della fede e del Battesimo, ha insieme confermato la necessità della Chiesa, nella quale gli uomini entrano mediante il Battesimo come per la porta. Perciò non potrebbero salvarsi quegli uomini, i quali, non ignorando che la Chiesa cattolica è stata da Dio per mezzo di Gesù Cristo fondata come necessaria, non avessero tuttavia voluto entrare in essa o in essa perseverare ».
    n. 847 Questa affermazione non si riferisce a coloro che, senza loro colpa, ignorano Cristo e la Chiesa: « Infatti, quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, e tuttavia cercano sinceramente Dio, e sotto l’influsso della grazia si sforzano di compiere con le opere la volontà di Dio, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna ».
    Ora scappo, sennò il reoplano partirà senza di me, e sarebbe scocciante assai

    1. paulbratter

      ma che scherzi? Scriteriato mi stupisco di te, dovresti sapere che esistono due Catechismi: il CCC che però è subordinato al CCO (Catechismo della Chiesa di Ognuno) che, OVVIAMENTE, prevale sempre…

    2. scriteriato, volevo dire le stesse cose, ma come sempre tu le dici meglio.
      La questione, riassunta, è questa: anche chi non crede, se si salva, lo fa comunque perché in qualche modo, tramite la rettitudine dei suoi comportamenti, si unisce alla Chiesa di Cristo e tramite questa è salvato.
      Non è che sia uno di quei punti del catechismo su cui tutti insistono, non è che piaccia da matti ai non cattolici, ma tant’è.

    1. paulbratter

      Chi non è contro di noi è PER noi.
      Un preposizione cambia tutto. Se tu vedi una cosa utile, che ti servirebbe dici: “quella cosa fa PER me”, non dici “quella cosa è CON me” perchè tu ancora non ce l’hai, la devi prima comprare; è giusta PER te ma non è ancora CON te.

  14. Miriam

    Grazie Costanza.
    non ho letto gli altri commenti perché vado di corsa e nemmeno ho tempo per soffermarmi con una mia riflessione che prenda spunto dalle tue parole. E ce ne sarebbe!
    Ma sottoscrivo ogni virgola di quel che hai scritto e sento di dirti GRAZIE ancora una volta!

  15. Erika

    Non posso purtroppo parlare da madre, ma posso parlare da figlia.
    I miei genitori, entrambi persone splendide, mi hanno insegnato tantissime cose, però quando ero bambina erano ancora concentrati a cercare il loro percorso (tra l’altro, quando l’hanno trovato, si sono lasciati…).
    Li adoro e non faccio loro critiche, non so se avrei agito meglio al loro posto.
    Però posso affermare, con una certa cognizione di causa, che la mia infanzia e adoloscenza sono state segnate da fortissimi turbamenti esistenziali, che solo in parte ho risolto, e un costante senso di insicurezza, pericolo, impotenza.
    Per questo sono d’accordo con Costanza: i bambini non devono vivere lacerati dai dubbi, i genitori devono mostrare di conoscere la strada, persino fingendo talvolta.
    Prendere uno svincolo quando si viaggia su una bella strada asfaltata è una decisione consapevole che si potrà prendere quando si sarà imparato a guidare, ma doversi fare strada nella giungla a colpi di machete è annichilente e di certo non è cosa adatta ai bambini.

  16. Sono d’accordo con la parte dove dice che ci vorrebbe una maggiore responsabilità e sulla mancanza di consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni.

    Personalmente non ritengo che sia per la mancanza di un Dio ma la mia e’ una considerazione di un laico ignorante…..

    Sul discorso dell’amichetta che và all’inferno perche crede a Babbo Natale condivido il discorso di Alvise.

        1. Ecco, questa è una stupidaggine.
          Posso capire che non si creda nell’Inferno (anche se è un buon modo per andarci a finire…), ma non riesco a concepire questa boutade ricorrente, sull’Inferno divertente e il Paradiso noioso.
          Inferno è un patire senza fine, senza requie, senza speranza. Non siamo in grado di sopportare il mal di denti per due ore e facciamo i gradassi sull’Inferno…
          Paradiso vuole dire la pienezza della gioia, della realizzazione, la risposta sovrabbondante a tutti i nostri sogni di felicità: che sciocchezza è dire “mi annoierei”? Se ti annoi, non è il Paradiso.

          1. Era una battuta 🙂 ..mi sembra che lo diceva anche un grande scrittore come Mark Twain (” Scelgo il paradiso per il clima e l’inferno per la compagnia”).

        2. Sara S

          una volta un prete disse:” pensate alla cosa che desiderate fare di più: ecco, il Paradiso è il continuo desiderio continuamente realizzato!”
          insomma, niente di meno noioso! 🙂 che dici, varrà la pena vedere com’è?

  17. 61Angeloextralarge

    Carissima Costanza, grazie per questo post: concordo su tutto.

    “Tranquilli, non sono turbati: dormono come ghiri, hanno un sacco di amici, conoscono la tecnologia e sono molto allegri, anche troppo”: ho avuto la fortuna di vedere questi figli e sono veramente “belli”! Sono vivi, allegri, hanno un’aria sveglia ed intelligente! Quindi? Quindi COMPLITENTI, carissimi Costanza e Guido!

    “nessun genitore davvero è esente da errori, nessuno sa cosa farà suo figlio tra dieci anni, che persona sarà diventato”: ci vuole coraggio ad essere padri, madri! E tanta fede e speranza, tanta preghiera.

    “Io credo invece che la temperie culturale nella quale viviamo tenda a farci vivere tutti come ragazzini, senza responsabilità”: hai ragione! E ti ringrazio perché questo blog è una piccola goccia nel mare immenso della nostra società, e senza questa goccia le mie giornate non sarebbero le stesse (credo e spero che questo non valga solo per me).

  18. Alberto Conti

    Aggiungo anche una citazione di Pasolini ripresa nella mostra sui “150 anni di Sussidiarietà” che si allinea molto con la conclusione del post:

    “«A cosa è dovuta tale omologazione? Evidentemente a un nuovo Potere. Alcune caratteristiche di questo nuovo Potere ancora senza volto: la sua decisione di abbandonare la Chiesa, la sua determinazione di trasformare contadini e sottoproletari in piccoli borghesi, e soprattutto la sua smania di attuare fino in fondo lo “Sviluppo”: produrre e consumare»

    http://www.sussidiarieta.net/node/880

  19. Secondo me il tema dell’educazione alla religione per i bambini è molto delicata. Attualmente sono agnostica tendente all’ateo, ma spesso mi chiedo se la mia infanzia senza la religione sarebbe stata uguale. La risposta è di certo negativa.
    Credo sia facile a dirsi, ma se un giorno dovessi avere dei figli vorrei che fossero educati alla libertà di culto sin dall’inizio. Perché è vero che la religione possa aiutare i bambini a condividere il senso del rispetto verso il prossimo, ma probabilmente non è necessario che tale senso debba essere mascherato e soprattutto forzato per la paura di una “Punizione Divina”.
    Non so se educare sin da subito i bambini alla libertà di culto e alla libertà di espressione possa creare in loro dei dubbi che creano loro delle difficoltà da superare, ma in buona sostanza sono contro l’educazione dogmatica sia riguardo la religione che gli altri aspetti della vita.
    Fortunatamente sono ancora giovane, e ho ancora molto tempo per pensare a come comportarmi.

    Un saluto
    NalaSc@rlet

    1. perfetto, e non vorresti lasciarli liberi di decidere se mangiare bio o no?
      Non nutrirli, in fondo verso i tre anni dovrebbero già poter dire “sì” o “no”…
      …a proposito: in quale lingua? Non vorrai mica insegnar loro la tua, vero? Quanti condizionamenti comporta una lingua, Nala… perché un bambino dovrebbe essere obbligato a parlare con una qualsivoglia lingua indoeuropea piuttosto che semitica o afro?

      Forse ci sarebbe da capire cosa vuol dire “dogma” e “dogmatico”… perché si tratta di cose ragionevolissime e sanissime, né più né meno di “non mettere la mano nell’acqua bollente”. O in nome della libertà bisogna permetterlo, ai bambini?

      Rimetto la lama nel fodero: il fatto è che un credente non può fingere di non sapere che il mondo dello spirito è perfino più reale di quello della materia, tanto più che un cristiano sa che nella materia lo spirito «ha posto la sua tenda».

      1. Non è un caso ch’io abbia detto che di certo non sarebbe facile educare dei bambini senza dogmi.
        Alla fine, in un modo o nell’altro ogni genitore tende ad educare i propri figli in base ai propri modi di pensare e ai propri modi di essere. D’altronde, potrebbe essere il mio stesso agnosticismo a spingerli verso una libertà di culto, nonostante io stessa abbia affermato che la mia infanzia sarebbe stata senza dubbio diversa senza la religione.
        Ci sono cose che non sappiamo neanche noi e che proprio per questo non possiamo far scegliere ai nostri figli in che lingua parlare se noi possiamo solo insegnare loro quella che conosciamo. E che fino a quando loro non avranno la capacità di discernere un alimento bio da uno non bio, non si può fare altro che prendersi cura di loro nel modo che si ritiene migliore. Fino a quando loro non ti diranno, per convinzione e non per capriccio, quale sia veramente per loro il modo migliore.
        È proprio questo il mio dilemma: quanto un bambino può sapere quanto credere in Dio? Quando si acquista la maturità per comprendere se si crede o meno?
        Mettere la mano nell’acqua calda, invece, è una cosa ben diversa dallo scegliere una religione da seguire: dall’esperienza sai che il bambino si farebbe male scottandosi, ma l’esperienza non ti dice di certo che seguire o non seguire una religione possa farti del male. D’altronde, ogni genitore vorrebbe che il proprio figlio non soffrisse mai, ma questa cosa è talmente impossibile che a volte devi lasciargli mettere la mano nell’acqua calda per fargli capire che scotta davvero.

        Un saluto.

        1. su questo hai ragione, ma in parte ti hanno già risposto: credere è corrispondere all’innato sentimento religioso accogliendo liberamente la forma di una rivelazione positiva. Insomma, la fede non è come un vestito, che è stato fatto apposta per il tuo corpo ma di cui il tuo corpo non avrebbe bisogno; la fede non è stata fatta dagli uomini, ma corrisponde intimamente a ciò di cui gli uomini hanno bisogno. Il senso religioso parte dallo stupore, dalla gratitudine, da dimensioni primordiali che sarebbe disonesto (e ideologico) ridurre a fenomeni meramente mondani.
          Chiaro che la legge e la morale (che sono “dogmatiche”, nel senso che abbiamo detto) non ti tolgono la libertà di infrangerle, ma ti spiegano cos’è quella cosa che dentro di te senti esserci e che tuttavia non riusciresti mai a trovare (proprio perché non è opera umana) senza insegnamento.

          1. Laura

            @Nala
            Siccome come hai detto tu “Alla fine, in un modo o nell’altro ogni genitore tende ad educare i propri figli in base ai propri modi di pensare e ai propri modi di essere” e’ logico dedurre che dire di lasciarli liberi sin da subito nelle loro scelte (in questo caso religiose) non solo e’ un contraddirsi ma semplicemente e’ una cosa che non avviene. Il bambino cui non viene trasmessa in modo esplicito la posizione religiosa del genitore cresce nell’incertezza. Punto. Salvo che invece la posizione religiosa del genitore sia proprio l’incertezza. In quel caso il figlio cresce ovviamente nell’incertezza. Punto. Non mi sembra desiderabile.
            Piu’ in la’ quel figlio diventa adulto e sara’ la sua liberta’ che entrera’ in gioco. Tu, genitore, lo lasci libero di attuarla (altra difficolta’ del genitore!).
            Seconda questione. “Quando si acquista la maturità per comprendere se si crede o meno? Mettere la mano nell’acqua calda, invece, è una cosa ben diversa dallo scegliere una religione da seguire: dall’esperienza sai che il bambino si farebbe male scottandosi, ma l’esperienza non ti dice di certo che seguire o non seguire una religione possa farti del male.” Ti auguro che tu possa presto scoprire sulla tua pelle che la fede viene confermata proprio con e nell’esperienza. E’ solo se vivi con fede (=con fedelta’ e costanza verso te stessa) la Fede (=la promessa di felicita’ di cui hai visto balenare un inizio in un certo momento personalissimo della tua vita) che l’esperienza (=tutta la realta’ che entra in rapporto con te) ti conferma nella tua strada. E’ un cammino, bisogna buttarcisi. E ri-buttarcisi.

            1. «La libertà di un individuo finisce dove inizia quella degli altri»
              Questo è il concetto di libertà. E quando dico “Alla fine, in un modo o nell’altro ogni genitore tende ad educare i propri figli in base ai propri modi di pensare e ai propri modi di essere”, intendo proprio che io vorrei educare i miei eventuali figli secondo il concetto della libertà come sopra descritta. Insegnando loro il rispetto della libertà degli altri. Per lasciarli ‘liberi’ è evidente che devi ‘educarli alla libertà’. Quella giusta, non quella “faccio come mi pare e chissenefrega degli altri”.
              Io non so cosa significhi essere madre, e come ho già detto ci vorrà molto tempo prima che io possa o voglia diventarlo. Probabilmente un giorno mi accorgerò che è come dici, e non si può lasciare un figlio nell’incertezza. Anzi, ti dirò di più:
              «Non so se educare sin da subito i bambini alla libertà di culto e alla libertà di espressione possa creare in loro dei dubbi che creano loro delle difficoltà da superare, ma in buona sostanza sono contro l’educazione dogmatica sia riguardo la religione che gli altri aspetti della vita.»
              Ho già il dubbio che ciò non sia possibile, ma nel tempo che mi resta prima di diventare eventualmente madre voglio assicurarmi che l’impossibilità sia vera prima di spingermi a imporre una fede a un bambino. Magari, perché no, troverò il modo per insegnargli la libertà di culto da subito. Se non lo trovo lo educo alla religione SOLO per non farlo crescere nelle incertezze ma non perché voglio trasmettergliela.

              Per quanto riguarda il ‘secondo punto’, se è così bello come descrivi che dirti… magari un giorno mi ci butterò, ma adesso non ne sento proprio la necessità e non ho la fede per farlo.

              Un saluto.

    2. Ele86

      Sai qual’è il problema che il cristiano nn crede in una religione ma in un fatto in un uomo, gesù cristo. Per cui il problema non è insegnarli il rispetto per gli altri che forse sta in piedi anche senza religione ma il senso della vita. I bambini non lo conoscono il senso della vita ma colgono che la vita è grande e seria. Crescendo la nostra parte biologica non diventiamo capaci di fare scelte lo diventiamo se un adulto ci indica come si fa. Un foglio bianco non lascia più libertà di un foglio a quadretti. I bimbi fogli bianche generalmente finisce che sono spaventati da tutto. La mancanza di certezze a un bambino terrorizza.

      1. Probabilmente proprio perché sono agnostica non sento il bisogno di trasmettere il mio credo a chi viene dopo. Ma allo stesso tempo ho il forte bisogno di educare verso il rispetto del prossimo.
        Io credo che la religione sia troppo severa. Da bambini ci insegnano che se non fai la preghiera la sera o se non vai a messa vai all’inferno, altrimenti in paradiso. Questo non condivido. Perché alla fine un bambino pregherà perché ha paura delle conseguenze ma non perché ha fede.
        E poi, non è un caso ch’io abbia scritto: «Non so se educare sin da subito i bambini alla libertà di culto e alla libertà di espressione possa creare in loro dei dubbi che creano loro delle difficoltà da superare», proprio perché mi rendo conto di quanto un’assenza di certezze possa creare timore e anche confusione in un bambino. Ed è proprio questo che mi mette dubbi su come comportarmi.

        Un saluto.

        1. “Io credo che la religione sia troppo severa. Da bambini ci insegnano che se non fai la preghiera la sera o se non vai a messa vai all’inferno, altrimenti in paradiso. Questo non condivido. Perché alla fine un bambino pregherà perché ha paura delle conseguenze ma non perché ha fede.”

          Cara Sc@rlet, prova a vederla così: se il Paradiso esiste veramente, non vorresti che tuo figlio ci vada? Non vorresti andarci anche tu?
          Se qualcuno doveva trasmetterti la fede e invece ha commesso – magari in ottima fede – degli errori, sei sicura che il tuo rifiuto non riguardi questi errori? Molte persone dicono di non credere più in Cristo, ma spesso si scopre che non l’hanno mai conosciuto veramente. Non affermo che sia il tuo caso, te lo domando.

          1. E se esistesse il paradiso buddhista? O quello induista? O quello mussulmano? Non vorresti che se fossero quelli i paradisi realmente esistenti i tuoi figli ci andassero?
            È questo il punto, è una questione di credere (come tu stesso hai detto) se esiste o meno. Potrei non credere e avere io ragione, come potrei sbagliarmi tu andrai in paradiso e io no. Come potrebbe esistere un paradiso di un’altra religione per la quale né io né tu abbiamo professato e finiremo entrambi in quell’inferno.
            Se uno volesse assicurarsi che i figli vadano in paradiso, allora dovrebbe educarli verso i paradisi di tutte le religioni. Se uno crede nell’esistenza di un paradiso terrestre, allora se vuole può educarli a credere in quella religione specifica o meno.
            Io personalmente non credo, ma questo non vuol dire che vieterei ai miei eventuali figli di crederci. Ciò che voglio è che lo facciano per la convinzione che sia giusto farlo e non perché abbiano paura di non andare in paradiso.
            La fede, se esiste, dev’essere fede. Non paura di non andare in paradiso.

            1. ma D. (che è una donna) ha parlato di desiderio di un bene, non di paura di un male…
              qui sta un punto nodale: solo per chi non le conosce veramente le religioni sono tutte uguali…
              c’è una “grammatica dell’assenso” che guida illativamente la ragione umana attraverso i condizionamenti verso un’oggettività.
              Qual è la religione che lascia più spazio alla libertà dell’uomo e alla sua dignità? …
              Non è a caso: il Dio di Gesù Cristo è il Dio che consacra tutto ciò che l’uomo è, «spirito, anima e corpo», e così facendo «rivela l’uomo all’uomo mentre gli rivela Se stesso».
              Le religioni non sono tutte uguali, e non si crede credendo e basta: provare per credere. 😉

    3. Sai, credo che la difficoltà nasca dal vedere la religione come una cosa separata dalla vita, come se uno, accanto a tutte le cose che deve insegnare ai figli per essere un buon genitore, dovesse insegnargli anche la religione… a quel punto è chiaro che ci si chiede se sia una cosa superflua e che ruolo abbia nell’educazione eccetera.

      Il fatto è che per noi cristiani la fede (fatico pure a definire il cristianesimo una religione) non è una cosa a parte, è la vita stessa, tutta la vita. Essere cristiani riguarda il modo con cui ti relazioni con le persone, il modo con cui guardi un film o leggi un libro, il modo con cui fai sport o vai a ballare…
      Non puoi semplicemente non trasmetterlo ai tuoi figli insieme con ogni parola che dici, ogni sguardo che dai, ogni più piccolo gesto.
      Allora a quel punto non farlo anche a parole è insensato perché diventa, quella sì, una forzatura.

      Pensaci così Nala, come uomini e donne innamorati, che lasciano vedere il loro amore in tutto ciò che fanno, e come potrebbe essere diverso?

      1. Trovo il tuo commento il più bello e sensato fra tutti quelli che ho avuto come risposta.
        Allora, voglio che sia chiara una cosa. Io non nego la fede, né accuso chi crede. Anzi, nonostante il mio pensiero agnostico proteggo chi ha fede e accuso (anche pesantemente) chi offende i credenti con la blasfemia. Proprio perché io credo profondamente in una libertà di culto, rispetto chi crede e chi non crede e pretendo che questi ultimi rispettino i credenti.
        Il post dal quale è partita questa serie di commenti mi ha dato l’idea (poi forse mi sbaglio) che chi l’ha scritto non intende la religione come tu la descrivi. Altrimenti, se fosse stata convinta che credere in Babbo Natale e non in Gesù sia una cosa sbagliata non avrebbe avuto la difficoltà che ha descritto nel rispondere come ha risposto.
        Forse il problema, come un po’ faceva notare d. – perfectioconversationis: non è la religione, ma come viene imposta più che trasmessa. Probabilmente, insegnata in modo diverso potrebbe essere anche costruttiva.
        Per quanto mi riguarda, non conosco una religione non dogmatica e inoltre costruttiva. Per questo, se dovessi imporre una religione trasmettendo un senso di paura più che di fede preferisco non farlo.
        E d’altronde, siccome non credo non mi preoccupo nemmeno di comprendere se davvero possa essere costruttiva o meno, perché per quanto mi riguarda il problema non si pone affatto. Quando e se un mio eventuale figlio dovesse ritenerla tale, allora ben venga il suo cammino di fede.

        Saluti.

        1. paulbratter

          Non è paura. Nella religione cattolica c’è questo: il giusto e lo sbagliato, la salvezza e la perdizione, l’inferno, il purgatorio e il paradiso. Si dovrebbero tacere queste cose ai bambini per non turbarli? l’autrice ha scritto che i suoi bambini sono allegri e felici non nonostante questo ma anche grazie a questo.

          1. Io non concepisco l’educazione di estremi, ne preferisco una di sfumature che attribuisca giusti pesi e giuste misure ad ogni azione. Poi può essere che c’è chi crede tanto nella religione che riesca a metterla su di un piano diverso di quello giusto/sbagliato, salvezza/perdizione, inferno/purgatorio/paradiso.
            Anche io da piccola sono stata educata alla religione. Ho avuto il battesimo, la comunione, e sono stata anche a scuola dalle suore. E posso dire che anche io sono stata felice non nonostante questo e non anche grazie a questo.
            Ma non dico che queste cose dovrebbero tacersi ai bambini per non turbarli, ma semplicemente non farglieli vivere come “se non credi in Gesù andrai all’inferno”. Ecco.

        2. Dunque, con ordine:
          Cosa è il dogma?

          Nel corso della sua bimillenaria storia i cristiani si sono posti un’infinità di domande su Gesù e sulla fede e han cercato di rispondere a queste domande come potevano.

          Alcune di queste risposte erano più fondate sulla Scrittura, più in armonia con il sentire del complesso della comunità cristiana universale (leggi Chiesa… lo so che la parola da fastidio, ma è quella, non ce n’è un’altra), in una parola più convincenti e sono diventate Tradizione (con la T maiuscola, che è cosa assai diversa dalle tradizioni), altre si è visto che non portavano in nessun posto, sentieri interrotti li chiamerebbe Heidegger, oppure portavano a conclusioni contradittorie con la Scrittura (che rimane ovviamente il primo riferimento) e con il resto della Tradizione.

          Si sono così codificati i dogmi che sono per così dire dei segnali stradali, ci avvertono di quali sono le strade praticabili e quelle che invece ci porterebbero fuori.

          Sono sicuro che tu non senti la tua libertà coartata da un semaforo, vero? 😉

          Nello stesso modo i dogmi non limitano, ma orientano, tracciano un percorso dentro al quale in realtà c’è ampio spazio di manovra e se tu ti avvicinassi un pochino alla Chiesa (lo so ancora quella parolaccia, scusa mi è scappata) ti accorgeresti che nel suo seno c’è un dibatito vivacissimo e una enorme varietà di opinioni.

          Non credo che esistano molte organizzazioni umane in cui c’è la stessa libertà di opinione che c’è nella Chiesa sai? E sai perché possiamo essere così vari nelle nostre idee? Proprio grazie al dogma, che ci fa convergere in unum sulle cose davvero necessarie. Così ilparadosso è che anziché limitarci il dogma ci libera e rende possibile una comunione e una comunicazione altrimenti impensabile. Senza un dogma, uno qualunque, come potremmo andare oltre il “io la penso così, tu la pensi cosà” che è poi la morte del dialogo e della comunicazione?
          In realtà a ben guardare senza un dogma di che parleremmo? Come potremmo dirci qualcosa se non fossimo d’accordo su un insieme minimale di cose?

          Sul fatto poi che a volte la sapienza teologica non vada di pari passo con quella pedagogica (per usare un eufemismo) sono del tutto d’accordo, so bene che la mia amata Chiesa a volte ha imposto il dogma con la forza e questo (è la stessa Chiesa a dirtelo però) è del tutto inaccettabile.

          Sono altrettanto certo però che non è questo il caso di Costanza, proprio non riesco a vederla nel ruolo di una che terrorizza i bambini con immagini grandguignolesche dell’inferno…

          1. La parola “Dogma” ha un significato ben diverso che non collima con la libertà.
            Ti cito il sito http://www.riflessioni.it/dizionario_filosofico/dogma.htm

            «Dogma, dal greco dogmatos (“parere”). Il dogma è la verità non dimostrata che viene imposta arbitrariamente agli uomini senza possibilità di essere criticata.
            Nella religione cattolica il dogma è il contenuto della Rivelazione divina, ovvero di quelle verità che sono state donate all’uomo direttamente da Dio attraverso la sua parola (la Bibbia); per questo motivo i fedeli non possono porre obiezioni a tali verità poiché se lo facessero peccherebbero di presunzione in rapporto all’infinita sapienza divina.»
            Quindi, nonostante l’etimologia della parola il suo significato è ben diverso da un semplice parere.

            Ciò premesso, il motivo per il quale non passerei con un semaforo rosso non è perché sono coartata da esso ma perché saprei che quel segnale mi avverte che nell’altra direzione potrebbe provenire un’altra autovettura con la quale potrei scontrarmi. Il semaforo rosso non mi impone di fermarmi, al contrario me lo impone il mio istinto di sopravvivenza e la mia volontà di non fare del male a chi viene nell’altra direzione.
            Il dogma, per il significato di cui sopra, non ti dà una dimostrazione di ciò che potrebbe succedere se tu non lo seguissi. È una mera imposizione alla quale “i fedeli non possono porre obiezioni”.
            Ed è proprio questo che annulla il dialogo: l’impossibilità di obiezioni. Perché lasciar parlare una persona e poi dire “sì ma tanto è un dogma non puoi opporti” è come averne azzerato il pensiero.

            Per quanto riguarda il post, ne sono sicura anch’io che l’autrice non volesse terrorizzare i bambini, ma in esso traspare appunto la paura di farlo, o la paura di accusare altri genitori.
            Io ho la convinzione che bisogna educare i propri figli per il rispetto verso il prossimo. Se un mio figlio dovesse dirmi “mamma, lo sai che un mio amichetto non rispetta il prossimo? Sbaglia?” gli risponderei di sì senza farmi i problemi che si è fatta Costanza. È questo che voglio dire, non che lei abbia intenzione di terrorizzare i bambini, ma che probabilmente non ha avuto convinzione nel rispondere come ha fatto.

            1. Con il dovuto rispetto, l’opinione di un dizionario filosofico, quale che sia… non è certo un dogma! 😉

              Quello che ti ho raccontato è in breve la storia di come si sono formati i dogmi, che ti spiega la loro sostanziale ragionevolezza. Certamente il presupposto è l’autorevolezza della Scrittura, che peraltro è il presupposto stesso della fede, senza Rivelazione non c’è Cristianesimo, per questo prima scrivevo che è una fede più che una Religione, perché al centro c’è l’adesione a qualcosa che ci è stato rivelato e che quindi non è nella nostra disponibilità.

              Negare questo non significa semplicemente rifiutare un dogma, ma proprio rifiutare la fede, il che dal punto di vista di un non credente è ovvio che è perfettamente legittimo, ma è altrettanto evidente che sposta del tutto il contenuto dell’affermazione, che così passa dall’essere un discorso-su-Dio (teologia) all’essere un discorso-sull’io (ovvero sull’opinione).

              Se ci si vuole dire Cristiani è necessario consentire su una serie di punti (suppergiù il credo Niceno-Costantinopolitano, quello che si recita a Messa) che non sono arbitrari, ma riflettono appunto la sostanza stessa della fede.

              Detto questo ripeto che nessuna convesazione è possibile se non ci si accorda su alcuni concetti di base
              condivisi, cioè dei “dogmi” che la microcomunità che costituiamo io e te dialoganti riconosce come validi.

              L’esempio del semaforo infine è perfettamente calzante. Proprio perché l’esperienza di tutti quelli che mi hanno preceduto me lo dice io so che se passo col rosso vado a sbattere e nello stesso modo so che se contraddico una delle verità fondamentali della fede finisco con il perdere il cuore del Cristianesimo stesso.

              Per citare le tue parole il dogma non mi impone di fermarmi, “me lo impone il mio istinto di sopravvivenza”, cioè la mia volontà di rimanere cristiano.

            2. guido

              sono il marito di Costanza:
              a casa nostra diciamo ai bambini che i regali li porta Gesù Bambinio e non babbo natale perchè vogliamo che sia chiaro che il Natale è una festa cristiana (e non potrebbe essere altrimenti). Quindi se un bambino di 5 anni ti chiede se chi crede a babbo natale va all’inferno equivale a chiedere se sia necessario credere in Gesù per andare in paradiso, da qui la risposta obbligata di Costanza.
              Sono quasi sicuro che se questa domanda gliela avessi posta tu avrebbe risposto in maniera un po’ più articolata.

            3. @Don Fabio:
              Beh, non è un’opinione ma il significato che si attribuisce alla parola. Credo sia facile, quando si è visti alle strette, dire che non si tratti di un dogma solo per convenienza.

              Ma a parte questo, mi sembra che stiamo dicendo e ridicendo la stessa cosa in tutte le salse da due punti di vista diversi. E quel punto di vista diverso sia causato proprio dalla Fede in Dio che tu hai ed io no.
              Per questo motivo io non mi senta costretta da alcun senso cristiano a ritenere valido un dogma, mentre tu sì. Per questo tu vedi necessario tramandare la fede cristiana, mentre io no.

              Il discorso finalizzato al post al quale stiamo commentando si basa tutto, come ho già detto precedentemente, sulla convinzione con la quale una persona cerca di tramandare tale fede religiosa:
              – se ne sono convinta la tramando fino in fondo senza farmi problemi;
              – se non ne sono convinta non la tramando e lascio la libertà di culto agli altri.
              Tu sei nel primo gruppo di persone, io nel secondo. Chi ha scritto questo intervento si colloca nel mezzo perché anche se ci crede si è posta il problema di aver trasmesso alla figlia un’idea che poteva confonderla o comunque condizionarla. E proprio per il fatto che chi ha scritto questo post ritiene di rientrare nella “categoria dei credenti” ho esposto il mio pensiero a riguardo per chiarire che secondo me è meglio non condizionare i bambini con delle affermazioni come quella esposta ma lasciarli liberi di credere come preferiscono. Poi se Costanza riesce ad essere in grado di tramandare la religione ai propri figli senza incutere loro del timore, ma trasmettendo appieno il senso di fede, ben venga per i suoi figli.

    4. “Perché è vero che la religione possa aiutare i bambini a condividere il senso del rispetto verso il prossimo, ma probabilmente non è necessario che tale senso debba essere mascherato e soprattutto forzato per la paura di una “Punizione Divina”.
      Un pensiero che condivido molto.

      1. paulbratter

        questo per la fuorviante e diffusa idea che il cristianesimo sia un specie di codice etico

    1. vale

      …guai a cquelli ke morrano ne le peccata mortali, beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati,. ka la morte secunda no ‘l farrà male….
      S.Francesco- cantico delle creature

  20. Da quando sono mamma non passa giorno che non mi chieda se sto, se stiamo, io e mio marito, educando bene i nostri figli. Da come vengono al mondo ci impegnamo a farli crescere ben coperti, ben nutriti, possibilmente senza un raffreddore (sempre con soluzioni fisiologiche a portata di nasino, e aspiratori vari…), che la loro crescita motoria sia regolare, che la curva di peso e altezza siano sempre sul percentile desiderato, che lo sviluppo del linguaggio sia anche un tantino avanti per l’età…. Poi ci attrezziamo con vari manualetti per farli dormire, per insegnargli a giocare con le costruzioni, per sapere dove sbagliano e come correggerli, per sapere se lo scappellotto è giusto o rischia di minare la loro autostima. Quando arriva la scuola materna gli mettiamo su un bel grembiulino (foto di rito il primo giorno) e li raccomandiamo di fare i bravi, di ubbidire alla maestra, e via! Come varcano la porta della classe deleghiamo la loro educazione all’insegnante pretendendo che faccia quello che noi non sappiamo o ci scocciamo di fare: dire no, limitare, mettere un argine al fiume in piena che sono i bambini e i loro desideri. Siamo stati tutti più o meno in grado di cambiare pannoli, pulire nasi, anche fare la coda dal pediatra, e, sforzo massimo, fargli mangiare le verdure. Ma quando si parla di educare, tirar fuori…. se non abbiamo il manualetto siamo perduti. Questa generazione è quella delle istruzioni per l’uso. E devo dire che in effetti a qualcosa servono, almeno per districare una matassa ingarbugliata, la nostra. Perchè poi i bambini sono semplici, hanno solo bisogno della nostra presenza, delle nostre orecchie aperte. Siamo noi che ci impelaghiamo, che affoghiamo nei 5 centimetri d’acqua. “Oddio, ma se gli dico no quello strilla, soffre poverino”. Non vogliamo vedere che sono i piccoli a metterci alla prova, a saggiare quanto sappiamo volergli bene. E’ molto più facile (chi di noi non c’è caduto) accontentare per non farsi saltare addosso con richieste estenuanti. Se ci vedono cedere anche loro cedranno sotto il peso delle difficoltà che incontreranno, o avranno una terribile paura di vivere. Fare del nostro meglio non è stare a pensare come si fa, ma farlo. Sbaglieremo ovviamente, ma l’importante è provarci, muoversi nel tempo e nello spazio. Davanti ad una strada che si biforca siamo all’impasse, da che parte vado, o mi fermo? ma se so di dover raggiungere una meta una scelta la devo pur fare, star fermi non porta a niente. Ci preoccupiamo tantissimo per la salute dei figli, ma ci dimentichiamo magari di dirgli che c’è una strada da fare. Anche noi siamo in moto e non ci è sempre chiaro se stiamo andando sul sentiero giusto, ma abbiamo intravisto una luce, proprio lì in fondo, qualcosa di bello da raggiungere, che ci promette felicità e pienezza. Per un po’ il nostro compito è di prenderli per mano e accompagnarli. Poi arriva un’età in cui saranno loro a giudicare se quella strada è giusta, se li soddisfa. Ma noi non possiamo non dire cosa c’è laggiù, cosa ci affascina, cosa ci attrae. Se almeno una volta avranno assaporato la dolcezza che ha preso noi, magari si allontaneranno, potranno anche fare cose impensabili, ma non dimenticheranno quel gusto.
    Si gioca nella loro libertà il nostro amore per il loro Destino, ma sarebbe un delitto non farglielo intravvedere, anche attraverso le nostre offuscate pupille.

    1. Cari genitori di questo blog, non sono certo una mamma, ma posso parlare da figlia. Vi vediamo corre tutto il giorno a ritmi supersonici, fate tutto quello che avete elencato sopra e non vi accorgete………che spesso fate molto di più di quanto sembra. I miei quando a noi si sono uniti Andrea e Daniele ( i figli della sorella di mia madre morta giovanissima ), erano pieni di dubbi, io avevo già 19 anni, e per loro tutta una fase era risolta, erano più tranquilli e io più autonoma.
      Poi muore zia e abbiamo 2 bimbi di 3 e 10 anni da amare, di cui prenderci cura. Mia madre, in questo periodo di dolore mi guarda e chiede a una diciannovenne ” Ma secondo te ce la faccio ad essere una buona madre ?”.
      Io gli ho risposto che dovevano solo fare quello che già avevano fatto, che io non conoscevo un modo per essere genitori, loro lo facevano senza rendersene conto.

      1. questo mi rincuora, paperella! speriamo che anche i miei mocciosetti crescendo mi possano dire la stessa cosa. So di mancare in molte cose, ma più della salute, più dell’istruzione che raggiungeranno, più del successo o del prestigio, la cosa che mi sta più a cuore è che incontrino Cristo nella loro vita, come è stato per me!

        1. Giuliana, faccio il tifo per te!
          Cristo si può incontrare in molti modi e voi genitori siete la ” via ” migliore per farlo.
          Come ripeto ai miei nei giorni più frenetici, tranquillizzatevi e fate quello che Dio ha voluto farvi fare. Lui i suoi motivi li sa.

    1. bellissimo!
      ” vostri figli abitino la vostra casa con quel sano trovarsi bene che ti mette a tuo agio e ti incoraggia anche ad uscire di casa, perché ti mette dentro la fiducia in Dio e il gusto di vivere bene.”
      Ecco, qui vedo tanto quello che desidero fare nel mio quotidiano, come casalinga non disperata: no house, ma home!

  21. costanza

    Sì, è vero don Fabio! Per un periodo, nel mio peregrinare alla ricerca di messe incastrabili con gli altri impegni, lasciavo Bernardo alle 8,30 e cercavo di arrivare in tempo alla tua messa delle 9, con alterne fortune (dipende dal traffico, attraverso la città intera). Una volta mi hai anche avvicinata e mi hai chiesto chi fossi, chiedendomi ragione del trasporto con cui rimanevo inginocchiata dopo l’eucaristia. Ovviamente dormivo, o cercavo una scusa per non andare a lavorare.

    1. “Chiedendomi ragione”? Ma dai… messa così sembra che faccio il terzo grado ai miei parrocchiani… 😉
      Tra parentesi ora che mi hai citato l’episodio me lo sono anche ricordato e la cosa era molto più semplicemente che pensavo che avessi un qualche peso da condividere (più che raccolta sembravi piangente, ma forse era solo commozione).

      1. emilia

        Caro don Fabio, posso chiederti dove è la tua Parrocchia? Farò di tutto per venire alla tua Messa.
        (avrei un “peso da condividere” e stavo giusto chiedendo al Signore di farmi incontrare qualcuno a cui parlarne.)
        grazie.
        emilia

        1. sta, se non sbaglio, in un quartiere chic, in una via dal nome bellissimo, in una parrocchia intitolata al Santo ‘romantico’ per antonomasia

          1. emilia

            Scusa, io abito da 30 anni in Sardegna e ho un po’ di difficoltà con la geografia continentale….. mi sembra di poter indovinare la città: Torino? Se tu potessi essere più preciso te ne sarei grata.
            emilia

          2. La parrocchia è intitolata a S. Valentino quindi sì suppongo che lo si possa definire romantico…
            Ma il quartiere è tutto fuori che chic… è un enclave di borgata incuneato tra i Parioli e il Flaminio…
            Nome del quartiere Villaggio Olimpico.
            @Emilia se vuoi mandami una mail così in privato ti dò il telefono e comboiniamo un appuntamento

  22. Velenia

    Il giro delle case no,ma il giro dei computer l’hai già fatto,anch’io ti abbraccio paperella!!
    Non aggiungo nulla ai commenti,è stato già detto tutto,voglio solo dire che fare la mamma per me è l’avventura più grande,più faticosa e più appassionante che mi sia accaduta nella vita ed è il lavoro da cui non andrò mai in pensione anche quando il mio lavoro professionale e anche il lavoro educativo sarà finito da un pezzo per i miei figli io sarò sempre la mamma,così come i miei genitori sono,con tutti i loro limiti,ancora un punto di riferimento per me.
    Sulla trasmissione della Fede non ho molto da dire,penso che sia essenziale viverla,i bambini,per quanto piccoli siano ci guardano.Tuttavia,per chiunque di noi,la Fede nasce da un Incontro eccezionale ed affascinante,possiamo essere noi quest’Incontro per i nostri figli,ma non è detto.Io e mio marito non veniamo da famiglie particolarmente credenti ma tutti e due negli anni bellie travagliati dell’adolescenza abbiamo incontrato amici che era bello seguire e loro ci hanno portato a Cristo.Da un pò di tempo ho cominciato a pregare che i miei figli possano,anche loro,fare un Incontro così nella vita.

    1. Allora oggi potremmo pregare per tutti i genitori, Dio ha messo noi sulla vostra ” strada “, ma è vero anche il contrario: ci ha donato voi, pregi e difetti inclusi, proprio come voi ci amate per quello che siamo non per quello che avremmo potuto essere. Come dice mamma si ama senza ” ma e se”.

  23. Insomma chi non è d’accordo con Costanza e il suo blog non è cattolico.
    Chi lo dice?
    Il Papa attraverso la dottrina e le encicliche e le prediche alle quali il Costanzesimo
    si ispira fedelmente e integralmente.
    Tutti gli altri stanno fuori del cattolicesimo, mala o buona fede che sia.
    Così è che deve essere.
    E come deve essere? Come dice il Papa. Non so se mi spego….
    Ma un cristiano semplice (voglio dire non cattolico e anche persona semplice tranquilla mite)potrà mai salvarsi?
    Sì perche Iddio alla fine ci salva tutti? O no?

    1. «Il giudizio a Dio solo, a noi la vergogna sul volto».
      Se Costanza prendesse il ruolo di papessa o fosse installata su un qualsivoglia soglio pseudopontificio cercherei di essere il primo a suggerirle di chiudere il blog. Cercherei, dico, perché sono persuaso che mentre alzassi la cornetta lei l’avrebbe già chiuso.
      Detto questo, Alvise, come hai visto in diversi mesi di chiacchierate, nel Cattolicesimo c’è spazio. Molto spazio. La porta è stretta, sì, e la via è una sola, ma pure i cammelli – favente Deo ac adiuvante – passano per le crune, e sono molte «le dimore della casa di Dio».
      Ciò che abbiamo detto prima, Lidiafederica, D. e io, dovrebbe bastare a ricapitolarlo. O no?

      1. Ma il punto è che nessuno di noi sarebbe autorizzato (e da chi?)a dire agli altri come “stanno” le cose, ognuno dice la sua, è vero, ma c’è sempre qualcuno, bloggis adiuvante uffucialitate, che a un certo punto pretende di metere le cose in chiaro coi riferimenti e i controriferimenti, con la scusa che la verità è una e una sola e dunque anche i riferimenti e la fonte dei riferimenti che sono le scritture sono interpretabili solo nel modo dei riferimenti costanziani (all’interno del blog di Costanza Miriano, o no?) et ergo papali, alla fine, e anche la spudoratezza, a riscontro, di citare quella serie di astrusità neo-tridentine che sono i mille e più articoli della “dottrina” per tappare la bocca a chi avesse voglia di ancora discutere!!!!!

        1. ma non te la tappa mi’a, la bocca, no? 🙂
          prova invece, se hai “ancora voglia di discutere”, a ideare armonizzazioni più ragionevoli e più calibrate di quelle tradizionali (in cui, ribadisco, c’è spazio per tutti), e io ti seguirò 🙂

    1. Mari anticipa però che la Curia di Bologna ha già provveduto a nominare una nuova maestra di religione che giovedì sarà in cattedra al posto di Vai. Se l’Arcidiocesi avesse ritenuto “la mia decisione un abuso d’ufficio penso che mi avrebbe stoppato. Invece, la Curia, con la quale la scuola ha avuto uno scambio di documentazione sulla vicenda, “considera quell’incarico un posto vacante”.

      L’avete letto? la curia e’ d’accordo.

    1. vale

      a me, comunque, risultava una gomena più che il tradizionale cammello, a passare per la cruna: d’altronde ,a dei pescatori, se gli devi fare un esempio in forma d’iperbole sarebbe più sensato.
      aggiungo,da un sito di etimologia:La parola greca per cammello è “kamelos”, mentre “kamilos” significa gomena, quindi la frase corretta sarebbe ” È più facile che una gomena entri per la cruna di un ago…”. Se ciò fosse vero, cercare di fare passare una grossa corda per la cruna di un ago avrebbe un significato, mentre tentare di fare passare un cammello per una cruna sembra davvero un inutile passatempo. La spiegazione dell’errore in fase di traduzione non è accettata unanimamente, e alcuni studiosi ritengono che la frase fosse stata pronunciata come è riportata nei vangeli.
      vale

      1. vale

        p.s.magari era un gioco di parole sull’assonanza dei termini.
        vorrebbe dire che nei Vangeli non manca neppure l’umorismo.
        vale

        1. Mi piace l’idea del gioco di parole voluto, non ci avevo mai pensato… ma in realtà la spiegazione più semplice è l’errore di un copista nei manoscritti…

            1. vale

              ci avevo pensato. in arabo -e turco che la prende in prestito dall’arabo ed aramaico-la parola camallo che si avvicina di più-e per assonanza-potrebbe essere cammello. è vero che le funi, fino alla scoperta del cotone in america, erano fatte anche di pelame animale incluso quello del cammello, capelli, lino, ma sembrerebbe che derivi da portatore o -per estensione-facchino. d’altronde il cammello,in tutto il medio oriente e nord africa ,è il mezzo”portatore” per eccellenza.che ,poi, i camalli ,fossero anche gli addetti all’attracco in banchina tramite l’assicurare le funi o gomene delle navi in porto può essere(infatti il kamilos-fune-greco da lì deriva…)
              vale

  24. Erika

    Riguardo al caso di Bologna (la maestra di religione esonerata perché avrebbe spaventato una bimba parlando dell’Apocalisse, sono un po’ perplessa.
    Da una parte, se uno è credente e manda suo figlio all’ora di religione, dovrebbe sapere che Inferno e Paradiso, angeli e diavoli per i cattolici sono una realtà, non una leggenda.
    E allora il provvedimento nei confronti della maestra mi sembra davvero eccessivo, d’altra parte bisognerebbe saper insegnare ai bambini queste cose in base alla loro età.
    Non dico di omettere o nascondere, ma certo se si presentano certe cose prima che altre siano ben assodate .
    In questo caso penso che sia meglio, con una bimba di sei anni, approfondire prima certe questioni fondamentali :se non si insiste prima sullo straordinario atto d’amore di Dio verso gli uomini, l’Apocalisse è effettivamente un po’ spaventevole… 😉

    1. E magari i genitori della bimba gli hanno fatto vedere il film 2012 (che e’ una forma di apocalisse). Povera bimba… che pessimismo che gli hanno inculcato ..

    2. l’Apocalisse è più difficile che spaventoso (personalmente, è uno dei miei libri preferiti), ma se t’interessa approfondire c’è sempre il blog di don Fabio… 🙂

  25. A proposito delle uccisioni di Firenze

    Sì,io sono nato a Firenze, sto di casa vicino a Firenze, sono addolorato e mi vergogno di me e di noi fiorentini, non siamo stati capaci, non si è voluto, alla fine, considerare queste persone che vengono da fuori come uguali (a parte che l’eguaglianza non esiste nemmeno tra noi)ma sempre li abbiamo tenuti alla larga, da parte, qualcuno ci parla, altri nemmeno, la nostra società è merda!!!
    Non siamo buoni di fare null’altro che arraffare quello che uno pole arraffare e poi via, in culo a tutti, senza faccia!!!

  26. admin

    @ GiulioL e vale:
    i vostri commenti sui fatti di Firenze sono assolutamente e pericolosamente Off Topics e sono stati rimossi.

      1. admin

        sì fuori tema, di solito non si va tanto per il sottile a meno che gli OT non ci portino verso una brutta discussione

  27. vale

    grazie all’admin per aver rimosso la cosa.soprattutto la mia.non aveva senso su questo blog.(è stato un attimo d’incavolatura)
    vale

  28. Erika

    Vale, provo a risponderti.
    L’amarezza quando vengono uccisi degli innocenti è identica.
    Però, se il crimine viene commesso da qualcuno vicino a te (amico, parente o semplice connazionale), all’amarezza si aggiunge il dubbio che forse siamo, in parte, responsabili di quello che è accaduto, come il papà di Erica De Nardo che si chiede dove ha sbagliato.

    1. vale

      @erika
      non entro nel merito.è stato meglio rimuovere il tutto. e che il tuo ragionamento lo posso capire.ed anche la buona fede.
      dell’altro non condivido neppure la punteggiatura.
      e non mi riferisco a filosofiazzero,ovviamente.
      vale

  29. “Non c’è più Qualcuno che ci guarda, crediamo. E questo, invece che liberarci, ci rende fragili e ondivaghi come barchette nella tempesta.”
    Un’altra affermazione buttata là. Crediamo, chi?Ondivago chi?
    Io non sono fragile e ondivago, o meglio,

    1. …o, meglio, lo sono come lo siamo tutti, qualche volta, e un’altra no, perché usare questo “noi”? Anche voi sareste ondivaghi e fragili?
      Non scherziamo!!!!

  30. Ragazzi eccomi di ritorno!
    Quello che non si vede ai colloqui di classe.
    Mia madre con molto aplomb ad un certo punto si è procurata una sedia e si è messa a fare la fila.

  31. Laura

    Cara Costanza,
    hai letto il “Rischio Educativo”? dice proprio lo stesso tuo concetto: “educare è prendere su di sé il rischio della libertà dei propri figli.”

  32. Ragazzi, lo so che sono qui da poco, ma posso chiedervi una preghiera?
    Un’amico dei miei genitori, papà di due ragazzi amici di Daniele ieri ha avuto un’ictus. Poco fa mamma ha chiamato per sapere come stava e gli hanno trovato una polmonite. Ora è in coma farmaceutico, ma i medici gli hanno dato solo 1% di possibilità di sopravvivere.
    Io guardo sempre la parte del bicchiere mezza piena e in quell’ 1% ci spero con tutto il cuore.

    1. Alessandro

      prova a pregare la Coroncina al Bambino Gesù (con intensa fede, e sempre ricordando la Venerabile Margherita del Santissimo Sacramento)

      http://www.piccolifiglidellaluce.it/coroncinabimbogesu.htm

      accompagnandola con questa preghiera

      “Preghiera a Gesù Bambino, nelle cause disperate

      Ricordati, o Santo Bambino Gesù,
      di quella promessa tanto cara che facesti alla tua tenera discepola,
      la Venerabile Margherita del Santissimo Sacramento,
      quando le rivolgesti le soavi parole che infondono
      un balsamo di celeste consolazione nell’animo affranto:
      ”Fa’ ricorso al mio Cuore,
      e ogni volta che vorrai ottenere una grazia,
      chiedila per i meriti della mia santa infanzia
      e Io non te la rifiuterò”.
      Pieno di fiducia nella tua promessa,
      eccomi ai tuoi piedi, o Divino Bambino,
      a esporti le mie necessità.
      Aiutami a condurre una vita santa,
      affinché possa giungere un giorno alla Patria celeste;
      e per i meriti della tua santa infanzia,
      per l’intercessione dell’amabilissima tua Madre
      e dei Santi Arcangeli Michele e Gabriele,
      degnati di concedermi la grazia che imploro.
      Te la chiedo con la più viva speranza
      perché sai quanto ne ho bisogno.
      O dolce Bambino, non deludere la mia speranza!
      Mi affido alla tenerezza ed alla Misericordia del tuo Cuore divino,
      sicuro che ascolterai la mia preghiera.
      Così sia”

    2. 61Angeloextralarge

      Fai bene a sperare con tutto il cuore! Ho chiesto preghiere a tanti per l’amico di tuo padre!

  33. Ragazzi, GRAZIE, grazie tante. Buona notte a tutti voi. Ora mi ritiro ma non vado a dormire, vado a parlare con Lui in tutti i modi che mi avete suggerito e in tutti quelli che conosco.
    Grazie perché vi sento vicini.

  34. Non insegnate ai bambini
    ma coltivate voi stessi il cuore e la mente
    stategli sempre vicini
    date fiducia all’amore il resto è niente

    quando mi chiedo se riuscirò a trasmettere ai miei figli la mia fede spesso mi vengono in mente queste parole di Gaber. Le trovo particolarmente vere e calzanti

    Vorrei scrivere un po’ di cose su come ho vissuto questo blog fino ad oggi. Il commento di lidiafederica mi rimbalza in mente da oggi. Penso che qualcuno degli autori potrebbe pensare a farne un post. Adesso però me ne vado a letto

  35. Un saluto a tutti e per prima a Costanza (che ho conosciuto su Radio Maria) e che ammiro moltissimo.
    Sono il babbo di due bimbi (8 e 5 anni) che il Signore mi ha affidato. Un dono in cui speravo sin da piccolo, ma che le inconoscibili vie del Cielo mi hanno dato “nei quaranta” anni. Cosimo e Augusto sono oggi il senso di questo mio passaggio terreno. Mi sento a mio agio con tutte le possibili responsabilità che ho, perché Lui, il Risorto, per il quale sento ad ogni istante di fare riferimento, si porta il peso ed a me lascia ben poco da sostenere (fosse il contrario sarebbe un dramma vivere). Ed allora mi limito a punire con calma (sculaccioni quando è necessario) ed a infodergli la fiamma inestinguibile dell’Amore che ho ricevuto. Il bene ed il male, l’Amore e l’odio, la Verità e la falsità, il Sacrificio e l’indifferenza, il giusto e l’errato mio figlio Cosimo che oggi ha 8 anni lo riassume da quando ne aveva 5-6 in una domanda : “babbo ma quel signore vuole bene a Gesù ?” Ed il mondo per lui è tanto chiaro e dai contorni precisi quanto è grande il suo bisogno di scoprirlo coi suoi occhi e di viverlo senza paura. Sa che morirò e che lo aspetterò esattamente come mio padre e madre mi aspettano. Ad ha fatto sue queste parole che mi son sempre ripetuto (delle quali ho perso la fonte, forse perchè troppo lontana nei miei primi anni?) : “Se non sarai grande da piccolo non potrai restare piccolo da grande”. Sa che la vita è eterna e la morte non deve far paura.
    Entrambi li tengo lontani dalla televisione che praticamente non hanno mai visto (tantomeno computer, play station o altri aggeggi succhiacervello), ma hanno visto tanto cinema (e cartoni animati) sin dalla nascita quando ancora non parlavano. Oggi hanno visto “Probito rubare” di Luigi Comencini anno 1948 (lo consiglio a tutti) ed hanno visto cosa significa essere figli senza padri e madri, figli della cattiveria umana quella per la quale è morto in croce Cristo. Ma hanno visto anche il segno tangibile della Sua presenza salvifica, hanno visto la Santa Chiesa degli uomini che si manifesta nella umana disperazione e nella certezza del Suo Intervenire. Io sono Tu o mio Dio che mi costruisci pezzo per pezzo dopo averti permesso (nel mio libero arbitrio) di smontare la mia arroganza, il mio Io di superbia. Non c’è pietà e perdono per i superbi perchè non invocano la Sua infinita Misercordia, è il peggiore dei peccati (quello di questo mondo nell’apostasia). Il peccato più mortale, quello della ribellione di Lucifero e di questo mondo umanistico ed illuminato (senza più riferimenti e nella peggiore delle nebbie mentali e spirituali). E questa battaglia si vince, mio figlio lo stà scoprendo, solo appoggiandosi a Lui, mai da soli. Ed allora io non chiedo a mia moglie quello che non può darmi ne lei lo chiede a me (come si fa comunemente oggi fino a spaccare ogni equilibrio ed ogni famiglia), ma lo cerchiamo assieme (con i nostri figli) seguendo i Suoi Segni quotidiani. Cristo è la Presenza che ti cambia e poi non ti riconosci più. Gli altri non ti riconoscono, si sorprendono, si stupiscono…come è possibile violare tanto la propria natura egoistica, egotistica,la propria intolleranza verso gli altri. Roba vecchia di duemila anni…solo e soltanto CONVERSIONE. Si perde la propria miseria a poco a poco per avere in cambio 100, 1000 volte il questa vita , la pace, la serenità. E i figli, piccole lucciole accese nella notte del mondo ci seguono, li seguiamo, in una danza d’Amore dove Lui suona la Melodia dell’Eterno. Lo Spirito si fa Materia, s’Incarna. Le due spirali che abbiamo davanti quella verso la Luce e quella verso le Tenebre, l’Inferno (già in questo mondo) si fanno chiare e visibili. L’ inferno di cui aver paura non è solo quello dell’al di là, senza tempo, ma questo della disperazione e dolore che ci circonda. La cronaca dei disvalori correnti ed accettati come norma conduce sempre in un posto solo, nella disperazione, nell’odio suicida di sè stessi od in quello omicida per gli altri, o tutt’al più nella fuga dei giorni ingannati nella futilità quotidiana (che spreco di vita !). Ed i figli fin da piccoli non si perdono ne una parola di questo film, ne una tessera di questo mosaico. Allora non c’è da porsi tanti problemi o domande…si va avanti come si è sempre fatto nella Tradizione di Santa Romana Chiesa (l’uomo non cambierà mai sino alla fine dei tempi, solo Cristo lo cambia, può combiarlo se lo permette, è il senso del Dio che si fa Uomo).
    Siamo nel mondo, ma non del mondo, se ci dimentichiamo di questo ci perdiamo e poi come possiamo sperare di educare alla Luce della Verità. Tutto il resto non conta ne merita i nostri interrogativi. Ed un’ ultima riflessione: Dio c’è comunque che lo crediamo o non lo crediamo, la Sua esistenza non dipende dai nostri pensieri e convinzioni, ed anche la nostra anima, il nostro spirito c’è comunque che lo riconosciamo oppure no. E quello che cerchiamo di occultare, di schiacciare, di negare, poi torna sempre fuori in un modo o nell’altro, come un musicista che negasse l’esistenza della musica. Passerà la vita a ingannarsi e soffrirà . La Realtà è indipendente da noi e dal nostro volere. E’ oltre noi stessi e noi possiamo solo accettarla, e prendere il nostro piccolo (immenso perchè attraversato dalla Sua Luce) posticino (nell’eternità). I miei piccolini hanno già preso il loro posticino e teneramente mi guardano pieni d’amore e riconoscenza (per il loro Gesù).

    Scusatemi mi son lasciato andare col cuore…
    a presto
    Umberto

  36. Rosa

    In riferimento alle sue “emergenze teologiche” ritengo che l’unica emergenza da considerare sia far conoscere l’unico volto di Dio che è Amore. Dall’affermazione “chi crede in me avrà la vita eterna” non consegue logicamente che chi non crede brucerà all’inferno, poiché l’unico fuoco che Dio conosce è il fuoco dell’Amore per i suoi figli e sarà il fuoco di quell’Amore a purificare tutto. Rassicuri sua figlia che la sua amica che all’età di quattro (!) anni non crede in Cristo non avendolo conosciuto (e auguriamoci che incontri dei degni testimoni) non sarà per questo dannata in eterno. Chi ha conosciuto Cristo ha il privilegio di poter partecipare già oggi di quella gioia di comunione che sarà piena alla Sua presenza. Dunque se anche l’amica di sua figlia non dovesse incontrare Cristo per tutta la sua vita (al pari di molti milioni di persone di continenti lontani) sarà comunque accolta dall’Amore di Cristo e solo allora si renderà conto di cosa si sarà persa per tutta la sua vita.
    Mi viene in mente, a proposito di serietà della vita, una barzelletta: un giorno un ebreo muore ed arriva alle porte del paradiso, con suo grande stupore viene accolto da Cristo che lo accoglie dicendogli “vieni figlio mio prediletto, questa è la tua casa”; l’ebreo stupito esclama “mio Signore! ora ho capito tutto”. Gesù lo accompagna nelle “dimore preparate” per tutti noi e l’ebreo si stupisce nel vedere musulmani, induisti, buddisti e atei e Gesù gli spiega come anche loro siano figli amati e prediletti, voluti sin da prima della creazione del mondo e che la salvezza è per tutti. Ad un tratto passano davanti bianca e chiusa al di là della quale si sentono schiamazzi festanti, l’ebreo chiede “Signore, chi c’è dietro quella porta?” e Gesù risponde “sono i cristiani, sono convinti di essere gli unici ad essersi ad essersi salvati”.

    Sta a noi, testimoni dell’Amore di Cristo, ad annunciarlo in maniera inclusiva e non esclusiva.

    Un saluto.

    1. Al di là delle barzellette di sapore anticristiano che oggi vanno di moda, è ovvio che vi siano persone nate in famiglie (ed in paesi) di induisti, buddisti, ebrei, musulmani (ed animisti etc.) che sono dei giusti, ad essi Dio si è rivelato comunque e questo è valso per il passato come per il presente. Costoro hanno di che ben sperare per un posto nei Cieli accanto al Creatore. Ben diversa è la posizione di tanti nell’occidente cristiano che dopo aver conosciuto Cristo e la Sua Rivelazione hanno fatto un libero atto di piena e cosciente APOSTASIA rifiutandolo , negando il senso della Sua Venuta e magari rifiutando e negando persino la stessa esistenza di Dio (come nel caso degli atei per scelta non quelli per formazione familiare la cui responsabilità ricadrà su chi insegnò l’ateismo). E la vita di chi si ribella a Dio di solito non è propriamente quella dei GIUSTI. Costoro peccano nel primo comandamento esattamente come colui che li ispira e che per primo lo commise: Lucifero. Questo è il tanto comune oggi e più grave peccato quello di sentirsi noi Dio, di aver preso nei fatti il Suo posto. Di non cercarlo, ne amarlo, anzi offenderlo in ogni modo. Per costoro invochiamo e preghiamo l’Infinita Misericordia Divina, ma avrei di che tremare se fossi nei loro panni. A costoro, eredi del comportamento di Lucifero non ci sarà perdono come non ci fu per il ladrone sulla croce accanto a Cristo che non si pentì. Oggi che siamo moderni e politicamente corretti fa specie parlar chiaro. Ma per fortuna Nostro Signore parlò chiaro, molto chiaro. Duole che si voglia forzare persino la Parola Divina ad uso e consumo dei tempi presenti dove tra giusti ed ingiusti pare svanire ogni differenza, dove sembra che qualsiasi cosa si faccia o non si faccia tanto siamo salvi lo stesso.
      Questo significa generare confusione e turbare i piccoli, cioè coloro che hanno una Fede Semplice e Chiara (“Guai a chi turba e confonde i miei piccoli !!”) . La Salvezza non è certa ne gratis, ce la dobbiamo meritare e conquistare “in questa valle di lacrime” dove da sempre e per sempre è il dolore che governa le cose. E’ l’esilio dal quale vogliamo fuggire per tornare in eterno tra le Sue Amorose Braccia. Dio è venuto a salvarci, ma dobbiamo ascoltarlo ed agire come ci chiede, altrimenti saremo noi nel nostro libero arbitrio a condannarci per l’eternità alla Geenna. E l’Inferno non è affatto vuoto, anzi….

      Un caro saluto in Xto Rege

      1. Ed aggiungo : il problema di chi pecca nel primo comandamento e si condanna da solo, sta proprio nel fatto che rispetto a tutti glialtri peccatori, persino in confronto ai più criminali omicidi, il superbo non chiede perdono, non si pente mai, non invoca Dio e quanti ce ne sono oggi di siffatta specie, così sicuri che il mondo li conforta e li approva….fratelli preghiamo per loro perchè lo Spirito Santo accechi la loro superbia e li salvi.

        in Xto Rege

        1. Rosa

          Riguardo la barzelletta lei rispondo che non ha alcun sapore anticristiano ,anzi è un monito alla faciloneria con cui si giudica spesso chi non si conosce, solo Dio conosce il cuore dell’uomo ed ogni uomo che giudica non diviene forse superbo ?
          Mi addolora sapere che abbia mal interpretato le mie parole e mi addolora ancor più vedere che nel suo mondo fatto di “valle di lacrime” “Spirito Santo che accechi” “Geenna” non vi sia posto per uno sguardo amorevole verso chi meno fortunato di noi resiste all’Amore di Cristo,no fa forse lei lo stesso quando non si china sulle loro difficoltà e sulle sue a comprendere che non vi è giudizio se non di salvezza?Più che “tremare ” provi a mettersi nei loro panni.Deve aver ricevuto una educazione repressiva e punitiva se in cuor suo è così acceso nei confronti di chi non ha conosciuto Cristo e certo che se lo avessero presentato a me come fa lei io sarei fuggita lontano chilometri . La salvezza non si merita sa perché? Perché Cristo crocifisso ci ha pagato a caro prezzo e noi non siamo più merce .In oltre le vorrei sottolineare che meritare ha una origine latina non molto carina ,meretricio è l’amore a pagamento e né Dio né suo Figlio fanno pagare nulla , poiché ogni cosa è già stata pagata alle tre del pomeriggio su quella croce vanto di noi cristiani,nulla è più da meritare ,mai più !Ma ci aspetta un compito ben più arduo ,aprire il nostro cuore ad una dolcezza infinita ad un amore che va al di là di ogni nostro tradimento ,rifiuto ,chiusura ,provi a farsi uno con quei fratelli che non hanno saputo cogliere Cristo e provi a immaginare come Dio li guarda e guarda lei ed ognuno di noi nelle inevitabili infedeltà. Quei fratelli fuori aspettano qualcuno che li ami prima ed al di là di ogni loro errore e che sia testimone anche silenzioso di un Amore più grande .
          Le auguro di trascorrere serenamente il Santo Natale.

          1. Lei rispondendomi con queste parole personalizza, crea la condizione di una disputa tra noi, che io, mi creda, non accetto. Ovunque in mancanza di argomenti (soprattutto nei blog o nei forum) si cerca di buttarla sul piano personale magari trincerati dietro un “anonimato” che come vede, io non ho. Io non ho problemi a dire chi sono e dove abito. Ma non accetto il suo modo di rispondere, io confuto le parole che ha scritto, non lei, che non la conosco e non so chi sia.

            Io non ho interpretato male quanto ha scritto, chiunque sa leggere può leggere.
            Io non giudico, Dio giudica ed a Lui soltanto spetta, io però non assolvo come usa fare oggi mettendosi al posto di Dio. E’ facile fare il “buono” a spese di Dio, mettendo tutti assieme indistintamente. Il mondo è sempre stato e sempre sarà una valle di lacrime, basta aprire gli occhi . Non c’è ovunque violenza da secoli ? e non ci sono ovunque innocenti colpiti, che appena possono alzarsi diventano a loro volta coloro che colpiscono ? e non ci sono milioni di esseri sofferenti la malattia, la miseria e la fame, ed oggi in occidente un’immane fame spirituale che miete vittime ovunque ? (figlia dell’Apostasia dell’Occidente). Non siamo in mezzo ad un deserto? Non siamo circondati dal dolore e dall’odio? Ma ovunque è arrivata la Parola di Cristo con tutta la Bellezza e Forza, l’orrore è cessato. Vi darò l’Eternità nella Luce e 100 volte in questo mondo. La Conversione è la sola cosa che conti in questo mondo, il resto è aria fritta. E la Conversione spezza il male che abbiamo dentro e ci dona felicità ed entusiasmo, gioia e bellezza. Ci cambia e cambia il mondo intorno a noi con la testimonianza che diamo. Ovunque ci sarà qualcuno nel Mio Nome io sarò tra loro, e se hanno fatto questo a Me, a voi non faranno di meno…il Cristiano è in guerra col male (perché Cristo è in guerra col male) ed il mondo ha nel demonio il suo signore. Satana da sempre lo domina e questo sarà sino alla Sua seconda venuta quando Cristo porrà fine al tempo di questo mondo.
            Queste cose non le dico io, si possono leggere sul Vangelo, basta non fare finta che non ci siano. Pregare lo Spirito di Dio perché accechi o distrugga la superbia che è in noi è una bella preghiera, mi sembra. O forse è bello essere superbi ? La Geenna o Inferno non è del mio mondo , non l’ho inventata io nella mia pochezza, è nelle parole scritte sul Santo Vangelo . Poi se si vuole si può dire che sono tutte sciocchezze. Vuol dire che Cristo secondo questo modo di pensare diceva sciocchezze. Non c’entra nulla la fortuna su quanto riguarda il dono del libero arbitrio. Non siamo predestinati al male, lo scegliamo. La fortuna va lasciata ai superstiziosi, non esiste, come non esiste la sfortuna. Ma dove è scritto che siamo tutti salvi? Questa si che è una invenzione pericolosa. Roba per la quale a milioni hanno abbandonato le Chiese, la Fede, l’abito talare, roba che ha disfatto il cristianesimo (ed il cattolicesimo), ma ha disfatto anche lo spirito di giustizia. Roba che fa inorridire i musulmani, gli ebrei, e tutti gli altri.. ed io sono con loro, sto con loro, mi sento come loro ed hanno perfettamente ragione. Questo è un inganno, il più bello che il demonio ha dato agli uomini negli ultimi anni, anche perché ha colpito la Chiesa Cattolica nel suo interno. E come sappiamo, Satana per primo obiettivo ha la distruzione della Navicella di San Pietro. Quanto alle educazioni repressive, ecco si scivola nuovamente sul piano personale per dare del “represso” al prossimo…bello, molto bello, cristiano e intonato col Santo Natale.
            Ovviamente non rispondo. E poi chi è che giudica ???

            Come ho scritto parlo di APOSTASIA , NON DI COLORO CHE NON HANNO CONOSCIUTO CRISTO, MA DI COLORO CHE DOPO AVERLO CONOSCIUTO LO HANNO RIFIUTATO.

            E che dire poi di presunti atteggiamenti “punitivi” nati da “educazione punitiva” ….
            Anche su questo non scendo a inutili provocazioni personali di botta e risposta che francamente mi fa male sempre leggere, è poi sono convinto che è sicuramente la penna del maligno che suggerisce sottili insinuazioni e più o meno velate “camice di forza” tra interlocutori (tese ad ingabbiare e chiudere), tanto per cercare il modo di squalificarli davanti a tutti, in un ipotetico plauso di lettori.
            Quello che sicuramente avviene ogni volta é che lasciano dello sporco in terra.
            E certamente non è una delle Vie del Signore.
            Non c’è, e non può esserci nessun accanimento (ne tantomeno odio) verso i fratelli rapiti dal male (semmai pena, profonda e infinita pena), e si deve come missione cristiana, portare loro il nostro esempio di vita (questo Cristo chiede con forza a ciascuno di noi). Portare loro le nostre preghiere ed attendere che lo Spirito Santo nei Suoi Inspiegabili ed Insondabili Misteri ci indichi cosa fare per aiutarli a sottrarsi a Satana, per riconciliarsi con Dio, col Cristo Redentore e Salvatore e con la Santa Chiesa Suo Corpo Mistico. E fino al loro ultimo respiro il loro sincero pentimento può nel Sacramento della Confessione salvarli. Questa è l’Assoluta Misericordia scolpita sulle Sue ferite di Croce e Passione.
            Ma non si deve sottacere allo scandalo che danno, se la tua mano ti è di scandalo tagliala, se il tuo piede ti da scandalo taglialo, perché e meglio entrare nel Regno Cieli senza mani e piedi che NON ENTRARCI AFFATTO. Compito primario della Chiesa insieme di tutti i seguaci di Cristo a Lui fedeli in ogni tempo, al di là del tempo, è quello di sorreggere i fratelli che sbagliano, aiutarli a combattere l’abominio che può albergare nei loro cuori, non compatire in un complice pietismo buonista. Questo certamente non aiuta. Non si aiuta il drogato con le belle parole, o il violentatore con la comprensione e tolleranza filo alla prossima violenza. Si aiuta scuotendolo dall’abominio, combattendo senza pietà i suoi peccati col massimo dell’intransigenza per salvare lui, creatura unica ed inimitabile di Dio. E fare questo può significare ed ammettere tutti i mezzi che la Dolce Follia di Dio ci pone tra le mani. Farsi strumento di Dio senza cercare le risposte in noi.
            Come peccatore ogni giorno combatto, ed ogni giorno, se vinco, è per la Sua Infinita Misericordia e Amore che mi cambia rivoltandomi come un calzino. A Lui debbo abbandonarmi senza se e senza ma.

            Mĕrĭto, mĕrĭtas, meritavi, meritatum, mĕrĭtāre vuol dire come verbo transitivo fruttare, produrre, rendere, guadagnare e come intransitivo prestare servizio militare – Etimologia: io militare, SIL. 10, 655
            [mereo + -ito] se poi ci vuol mettere per forza “il cosi detto mestiere più antico” perché oggi assai di moda ognuno ha diritto a dire quel che vuole (tanto le parole oggi non hanno più significato) , ma lasciamo fuori, per buona creanza e maniera, magari l’Incorruttibile, Perfettissimo e Altissimo Nostro Signore.

            Alle tre di quel pomeriggio l’Uomo Dio è morto per noi per donarci quella Salvezza che resta nelle nostre mani come nostra scelta, accettarlo come il ladrone perdonato o rifiutarlo e finire all’inferno . E lui è morto per me, per te, per lui, per loro, per voi, per ciascuno di noi, individualmente presi uno alla volta. Per darci quell’occasione di lasciarsi andare a lui. E ce la da, dal primo respiro all’ultimo, poi più.
            L’Amore è un fatto, non un sentimento romantico e vago cui lasciarsi in modo nebbioso andare.
            Il sentimentalismo è negazione della lucida e chiara visone che il Salvatore ci ha portato. E questa lucida, razionale, logica, ed esatta visione della Verità è il Dono che l’Incarnato porta nelle Sue Eterne Ferite. E’ nel Suo Corpo che si confonde alla nostra carne, mente e anima nel profondo del nostro cuore durante la Santa Eucarestia. Comunione attraverso la Luce di Dio. Liberazione attraverso la Luce di Dio. E Lui ti spezza e ti stravolge come tu fossi pomodoro spiaccicato sulla strada. E tu commosso piangi lacrime calde dell’anima tua e ti senti tanto felice quanto lacerato nei tuoi limiti che si aprono all’ illimitatezza di Dio.
            Il finito che si fa Infinito.
            Tutti aspettiamo, ma purtroppo pochi si aprono all’atteso. Tutti mendichiamo amore , aiuto, rispetto, ma poi ognuno trova le sue ragioni per negarlo al prossimo.
            Amando Cristo, abbandonandosi a Lui. Lui ogni giorno ci mette alla prova, prova la nostra Fede, la nostra Carità, la nostra Speranza . Ed allora sul lavoro, offesi ingiustamente chiniamo il capo e rinneghiamo noi stessi. Ed allora in famiglia rinunciamo alle nostre aspettative e guardiamo coi Suoi Occhi e rinneghiamo noi stessi.
            E quella vita che parrebbe un calvario diventa un felice atto di dono. Tutto ci pare logico perché non giudichiamo più con i nostri occhi. Anche quando siamo assaliti dalla rabbia, stiamo fermi immobili e attendiamo i Suoi Segni che arrivano SEMPRE.

            I nostri fratelli più persi e lontani da Dio cercano (consapevoli o inconsapevoli) quelli che si muovono a passo sicuro illuminati da Lui, i nostri Santi.
            San Pio da Pietralcina nella Sua Forza totalmente pervasa da Dio ha convertito milioni di uomini fulminati dall’Occhio di Dio che lo attraversava. Quello sguardo apparentemente duro, era la pietà di Dio Tenera e Misericordiosa. Chiacchere sull’amore fanno solo sorridere gente lo nega ad ogni istante.
            Le preghiere nella loro forza di infinita supplica al Padre, di tenera adesione alla Madre dei Cieli sono attraverso la Santa Messa il momento di arrivo e partenza tra il nostro essere e tutto il creato, in primis i nostri fratelli.
            La Conversione è un fatto di vita quotidiana attraverso il quale si spezzano i nostri limiti terreni, le nostre meschinità e tradimenti e ci eleva sulla Sua Strada. Tutti siamo chiamati alla Santità costi quel che costi. Se non vogliamo è perché rifiutiamo Cristo, rifiutiamo Dio. E le conseguenze sono solo per opera nostra, per nostra volontà che Dio rispetta .
            Lui è morto per tutti, ma tutti non accettarono e non lo accettano. Per costoro preghiamo, perché all’inferno di questa loro vita quotidiana senza Cristo, non si apra poi l’inferno dell’eternità.

            Pregherò molto per Lei in questo Santo Natale affinché lo Spirito Santo l’aiuti.

            1. Rosa

              ho avuto modo di riflettere e credo che meglio di me potranno chiarire le mie idee le parole di un padre che potrà trovare sul web alla pagina:http://padrelinopedron.blogspot.com/2010/02/59-il-dogma-dellinferno.html
              e che le riporto di seguito:
              “Sul dogma dell’inferno la Chiesa ha definito la sua fede:
              1 – L’inferno esiste, come situazione “preparata per il diavolo e i suoi angeli” e nella quale l’uomo può cadere.
              2 – L’ipotetico dannato vi cade subito dopo la morte.
              3 – L’inferno è eterno.
              Molti rifiutano Dio a causa dell’inferno e pongono un dilemma apparentemente insolubile: o un Dio-Amore che esclude l’inferno o un inferno che esclude Dio. E ancora: se Dio è amore, l’inferno è impensabile, assurdo. Che significato potrebbe avere, nel regno di un siffatto Dio, la permanenza eterna di una infelicità assoluta di uomini risorti? La chiave per la soluzione di questo problema, come di tutti i problemi della fede, è il dogma principale: “Dio è amore”. Esiste l’inferno solo in questa luce….

              I testi della Scrittura non possono contraddire l’affermazione dell’amore assoluto, universale e perpetuo di Dio per ogni uomo, senza mandare in pezzi il vangelo, Cristo e lo stesso Dio.
              Dio non vuole l’inferno. Ma Dio è talmente signore dell’amore che può dare agli angeli e agli uomini una vera libertà, anche quella di rifiutarlo. L’uomo può ostinarsi a non amare. L’idea dell’inferno mette in evidenza esattamente questa possibilità. “Il dogma dell’inferno significa che la vita dell’uomo è sotto la minaccia della possibilità reale d’un fallimento eterno, giacché l’uomo può disporre liberamente di sé e può quindi rifiutarsi in piena libertà a Dio. Questa possibilità per l’uomo si concretizza realmente e in quali proporzioni? Per rispondere a questi interrogativi, non possiamo appellarci alla rivelazione né alla decisione del magistero della Chiesa” (Karl Rahner).
              Da una parte, la realtà indiscutibile dell’amore di Dio e della libertà dell’uomo non ci permette di affermare che non ci sono dei dannati. Dall’altra, l’esistenza anche di un solo dannato ci appare come uno scandalo, e per Dio più ancora che per noi. In realtà, fra l’inferno possibile e quello effettivo, Dio s’interpone con tutta la potenza del suo amore, con la potenza della morte e della risurrezione di Cristo.
              Rileggiamo, più col cuore che con gli occhi, questi testi del Nuovo Testamento: “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui” (Gv 3,17); “Non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo” (Gv 12,47); “Non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori” (Mt 9,13); “Mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi” (Rm 5,6); “Dio dimostra il suo amore per noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rm 5,8).
              Dio ci comanda di perdonare “settanta volte sette” ossia all’infinito (Mt 18,22), di porgere l’altra guancia (Lc 6,29) perché egli per primo ha fatto così. Un uomo diventa ateo quando gli viene presentato un Dio meno buono di lui. E ne ha tutte le ragioni. Dio non cessa di essere Amore perché, per una inaudita aberrazione, alcune creature rifiutano che egli sia tale. Dio è amore che infinitamente si dona anche se l’uomo fa di lui l’amore rinnegato per sempre. Il rifiuto di essere amati non intacca in Dio il potere di amare; può minare l’amore nei suoi effetti, ma non nella sua sorgente.
              L’inferno, come rifiuto assoluto d’amare, esiste sempre da una sola parte: dalla parte di chi lo crea continuamente per se stesso. È divinamente impossibile che Dio possa minimamente cooperare a questa aberrazione. Se quindi ci può essere un contraccolpo in Dio dall’esistenza dell’inferno, tale contraccolpo può essere solo di dolore e di sofferenza infinita e non di compiacimento o di vendetta e di rivalsa per il suo amore rifiutato e tradito. Il dolore di Dio è qui insondabile quanto il suo amore.
              Il nostro dolore di fronte all’inferno, non è che un’eco del suo stesso dolore; il nostro scandalo non è che una pallidissima immagine del suo. L’inferno è in Dio l’inguaribile ferita che autentica per sempre l’amore infinito.”
              Credo ora si arrivato per me il momento di ritirarmi .
              un saluto.

  37. Rosa

    Ha ragione nel dire che sia inutile continuare a battibeccare ,non è costruttivo per nessuno ,io rimango dell’idea che lei come me sia in buona fede,ed il mio augurio di Natale era sincero ,forse ho sbagliato nel suggerirle di guardare dentro se stesso per questa rabbia che trasmettono le sue parole per chi coscientemente rifiuta Cristo ,mi creda non ho bisogno di guardare lontano per vedere la sofferenza e Dio solo sa di cosa sto parlando, dico solo che a volte per noi cristiani sommersi da ingiurie ed attacchi per le nostre scelte di vita spesso risulta incomprensibile che il dono di salvezza vada oltre ogni cosa ,rischiamo di esser come i salariati di Matteo 20, 1-16, vede io credo fermamente che quei “posti preparati ” siano davvero per tutti .
    Riguardo alle parole del Vangelo faccia attenzione a legger alla lettera ,Gesù parlava per parabole era quello il modo di esprimersi del tempo e come un amorevole padre insegna ai bambini piccoli le cose della vita ,così fece lui e chi dopo di lui redasse il Vangelo .Mi spiego per non rischiare di esser fraintesa ,porti pazienza,e non veda in alcun modo da parte mia il volerle insegnare qualcosa ,non ne sono degna ,sono solo una che al pari di lei ama Cristo , alcune volte le frasi forti servono solo a richiamare l’attenzione sulla gravità e profondità della questione è chiaro che non è un principio sempre valido ,facciamo un esempio : se Un marziano(non credo ai marziani !) venisse sulla terra e stando all’uscita della Messa sentisse due dire :” oggi c’erano quattro gatti a Messa ” se interpretasse alla lettera ciò che i due dicono dovrebbe dedurre che davvero in chiesa c’erano dei gatti.Ora perdoni l’esempio e con la dovuta abissale distanza tra la mia storiella ed il Santo Vangelo ,quando Cristo parla di Geenna prende come esempio una discarica di rifiuti di Gerusalemme un posto davvero brutto ,per far meglio visualizzare agli ascoltatori quale sia la sofferenza per chi rifiuta la Luce ,quale inferno peggiore di vivere senza la Luce di Cristo l’unico vero senso della nostra esistenza ? Quindi non un luogo con fiamme reali ma un non-luogo dove comprendere per molti purtroppo tardi in quale inganno abbiano vissuto per tutta la vita .
    Se in qualche modo le ho arrecato offesa mi perdoni ,mi creda no era mia intenzione farlo .La saluto.

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