Omofobi per legge? Colpevoli per non aver commesso il fatto

fonte: provitaefamiglia.it

Non è affatto sicuro che il ddl Zan-Scalfarotto possa avere i numeri necessari per passare sia alla Camera che al Senato. Inoltre, la genericità della sua formulazione – che, com’è noto, rischia di tradursi nell’arbitrarietà applicativa da parte dei magistrati – non riguarda tanto i concetti di “discriminazione” e di “odio”, quanto quelli di “orientamento sessuale” e di “identità di genere”. Ultimo ma non ultimo: lo strumento legislativo degli emendamenti, nel caso specifico, non sembra troppo utile a ridurre i danni del ddl, quindi occorrerà convincere più parlamentari possibili a non votarlo. Così si è espresso Alfredo Mantovano, vicepresidente del Centro Studi Rosario Livatino, intervistato da Pro Vita & Famiglia.

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Quarantena e consigli di manutenzione del matrimonio

di Costanza Miriano

Cara Costanza in carne ed ossa, (grosse, ho le ossa grosse, non è che mi sia appesantita in quarantena), sono la Costanza Miriano dei libri che ti scrive, quella donna saggia, accogliente, silenziosa e sapiente che se ne va (andava) in giro a fondare truppe delle mogli di Gudbrando il montanaro in tutta Italia. Ti volevo dire che mi sa che ti serve un ripassino, ti ho visto un tantinello isterica negli ultimi giorni. Adesso, non è che pretendo che tu rilegga i libri che abbiamo scritto insieme, la vera tu ed io, cioè la tua versione letteraria sottomessa. Però ti faccio un veloce pro-memoria.

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Orgoglio di cosa?

di Costanza Miriano

Adesso, a prescindere dal tipo di inclinazione sessuale – solo per un momento, facciamo finta che esista qualcosa di diverso dal sesso, maschio e femmina – a me pare che organizzare delle parate per celebrare l’orgoglio della propria inclinazione sia davvero surreale. Uno è orgoglioso perché ha fatto qualcosa di grande, qualcosa che non tutti fanno, o almeno non automaticamente.

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Come questo pontificato mi avvicina più a Cristo?

Carissima,

se dovesse trovare il tempo di aiutarmi a dissipare un mio dubbio, riceverei il dono prezioso di essere aiutato da una persona che seguo come luminoso punto di riferimento. Altrimenti capirò la sua mancanza di tempo. Il mio dubbio è in effetti una sensazione di disorientamento di fronte alle questioni di cui dibattono i cattolici fedeli al Papa e quelli che addirittura lo considerano un eretico, in un confronto che mina lentamente l’unità della Chiesa.

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Fumo negli occhi su una vicenda chiarissima

di Costanza Miriano

Siccome Avvenire sabato scorso ha pubblicato un articolo dal titolo “ecco la verità sul ritiro per gli omosessuali” di Torino, tornerei brevemente sull’argomento perché l’articolo non fa verità, anzi, getta fumo negli occhi su una vicenda chiarissima. A cominciare dal titolo: “ecco la verità”. Non è che il corso fosse un progetto di pastorale, fatto nell’ombra, con discrezione e umiltà, che qualcuno fissato con gli omosessuali è andato a scovare e ha poi raccontato in modo tendenzioso. E’ invece uscito un articolo sulla Stampa (io altrimenti non ne avrei saputo niente), non seguito da smentite, correzioni di tiro, precisazioni della Curia: l’articolo parlava di “fedeltà per coppie gay” (cit). Sono passati giorni e nessuno si è sentito in dovere di smentire. Quindi il senso del corso era esattamente quello. Non, come scrive Avvenire,  quello di insegnare la fedeltà all’amore di Dio, la fedeltà tout court.

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Che vuol dire benedire una coppia di persone dello stesso sesso?

di Costanza Miriano

Dopo il membro – di fresca nomina – della Pontificia Accademia per la Vita che in un’aula della Gregoriana invita all’uso della contraccezione (don Maurizio Chiodi), arriva il vicepresidente della Conferenza episcopale tedesca, monsignor Franz-Josef Bode, a chiedere di benedire le unioni tra persone dello stesso sesso, dal momento che “ormai sono un fatto: visto che c’è molto di positivo, buono e corretto in questo, perché non considerare non una messa, ma almeno una benedizione?”.

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Magnificat (ma non troppo)

di Costanza Miriano

L’anima mia non magnifica tanto il Signore, perché è molto impegnata a lamentarsi, eppure dovrebbe ricordarsi più spesso di farlo, e il mio spirito dovrebbe esultare a ogni respiro, perché Dio mi ha salvata e mi ha tenuto una mano sulla testa molte e molte volte, impedendomi di fare disastri nonostante io ce l’abbia messa tutta.

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Dmitry non vuole morire

di Emanuele Fant per Credere

Dmitry Itskov è un miliardario russo che ha il sogno di diventare immortale. Uomo di successo, danaroso, belloccio, un giorno ha pensato che tutte le sue fortune potevano essere messe in crisi da una eventualità piuttosto comune: la morte. Così ha deciso di investire in ricerca, sicuro che la tecnologia sarà presto in grado di risolvere alcuni problemi accidentali come la calvizie, le rughe o i tumori. Secondo Dmitry, nel 2045 potremo salvare su chiavetta il nostro cervello, e servirci di un ologramma come corpo; insomma, saremo degli highlander digitali. La previsione è suggestiva, ma io intuisco dei problemi. Il primo è che se io salvassi il mio cervello su chiavetta, poi dovrei sempre chiedere a mia moglie se recentemente l’ha vista in giro. Il secondo è che mia sorella che fa il medico dovrebbe buttare in spazzatura i suoi anni di sacrifici universitari, perché non avrebbe più vecchine coi dolori da rassicurare. Il terzo è che se davvero nessuno più morisse, in pochi decenni saremmo così tanti da non sapere più dove accidenti proiettare la nostra incorruttibile rappresentazione 3d.

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Addio pesci

di Emanuele Fant per Credere

“I pesci rossi dimenticano tutto ogni trenta secondi. Quindi odieranno la nostra famiglia giusto il tempo che ci servirà per gettarli nella fontana vicino al cimitero. Poi amici come prima”. I miei figli mi guardano perplessi. Fino all’ultimo hanno provato a escogitare soluzioni per portare con noi al mare Snoopy, Bianchino e Clown. Io ho calcato un po’ la mano. Ho spiegato che le vibrazioni dell’automobile avrebbero gonfiato le vesciche natatorie fino a trasformare i loro amici in palloncini. Che non è vero che liberandoli nel mare si sarebbero trovati bene, perché il sale li avrebbe sciolti come biscottini Plasmon nel thè caldo. Poi l’idea della fontana. “Vi prometto che ogni domenica li andremo a trovare. Ad ogni compleanno porteremo chili di mangime”. Mi osservano di traverso, per capire se si possono fidare. Poi annuiscono: “Va bene”. Continua a leggere “Addio pesci”

La tecno-nonna

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

di Emanuele Fant per Credere

I nonni maschi non sono un problema. Loro, se gli regali un cellulare, lo dimenticano nel vano portaoggetti della macchina, in attesa di una emergenza che, a loro dire, difficilmente si potrà verificare.

L’esemplare su cui la scienza concentra oggi i suoi interrogativi è quello femminile, la “tecno-nonna”, detta pure “anziana che ha scoperto il computer e il cellulare”.

Non è nativa-digitale, è l’unica a utilizzare con tenace ostinazione la funzione “Serve aiuto?” del computer.  Continua a leggere “La tecno-nonna”

Servi inutili. Volontarie pro life sull’orlo di una crisi di nervi

Nigel Biggar e Peter Singer

di Anonimo

Ore 7.40, agenzia delle entrate. Fuori dall’edificio, tu e una palla di spine che rotola. Dentro, la fila. Però ce l’hai fatta, hai stirato le divise alle 5, hai evitato di litigare con tuo marito occasionalmente reincarnato in un bradipo, hai  portato i bambini a scuola prima che sorga il sole e arrivi la bidella, e sei li prima che apra, tu e solo altre 40 persone prima di te.

Devi registrare il contratto di comodato d’uso  per la sede del Cav. All’attivo, la settimana precedente, 2 ore nette di coda per sentirsi dire infine che manca un allegato e va tutto rifatto. Era la terza volta che si rinnovava quel contratto: quel cedolino non era mai stato richiesto. Ora sei li, di nuovo, in anticipo: hai tutto, delega, modulo, timbro, certificazioni, fotocopia e originale dei documenti, cedolino inutile, tutto. Non sei tranquilla però. E infatti stavolta non ti vogliono nemmeno dare il numeretto al desk dell’accoglienza: perché non hai pagato i 200 euro canonici.

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Com’è triste il poliamore, le ridicole profezie di Attali

attaliRiproponiamo questo articolo del 2014 su Jacques Attali, il mentore del neo presidente Emmanuel Macron

 di Costanza Miriano

Perché? Perché – mi chiedo –nessun direttore mi ha mai mandato a liberare la pernacchia che è in me, cioè dico a intervistare Jacques Attali? E perché quando una, come Leonetta Bentivoglio, ha queste fortune, le spreca interloquendo seriosamente con lui come se quest’uomo non stesse delirando, in spregio a qualsiasi senso della realtà? Il perché in fondo lo so: l’uomo è tutt’altro che scemo e ininfluente, ed è perfettamente funzionale al disegno culturale del giornale che ne ospita l’intervista. Banchiere, economista, consigliere di Mitterand e Sarkozy, ha una mano o anche due in tutte le istituzioni finanziarie europee che contano e che, senza scomodare immagini di nuovi ordini mondiali, hanno oggettivamente dichiarato guerra alla ragionevolezza della famiglia. Continua a leggere “Com’è triste il poliamore, le ridicole profezie di Attali”

La vita, la fede e il GRA

PEDAGGI: GRA; VELTRONI, IPOTESI INACCETTABILE

di Costanza Miriano

La fede nel quotidiano la vivo incastrando pezzi di messa tra un asilo e un’intervista, recitando il rosario mentre mi trucco al semaforo, con due dita sul grano di legno e tre sul volante (spero che nessun vigile stia leggendo), dicendo l’ufficio delle letture a tardissima notte, nella vaga speranza di essere in sintonia almeno con qualche fedele, che ne so, a Tegucigalpa, perché probabilmente quelli più vicino a me si stanno già preparando a dire le lodi del giorno dopo, ma com’è che sono sempre in ritardo?
Così cerco di alimentare un rapporto vivo e personale con Gesù Cristo, punto d’Archimede della storia, unico ponte verso la presenza santa e inaccessibile di Dio. Per arrivare prima passo per Maria, che siccome è la mia mamma è molto comprensiva nei confronti della mia preghiera stanca incompleta distratta. Io lo so perché sono una mamma anche io.

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No, non sei nato finto

di Giacomo Bertoni

“I was born this way” scrive orgoglioso Vinny Ohh sotto una foto che ritrae la sua trasformazione in alieno. Evidentemente, Lady Gaga si è scordata di spiegare che non si nasce con silicone, botox e tiranti nel viso. Vinny, ragazzo americano di soli 22 anni, ha già speso oltre 50mila dollari (110 interventi di chirurgia estetica) per assomigliare all’idea di alieno che i film fantascientifici hanno più volte proposto negli anni. Pelle bianchissima, pupille grandi e nere, artigli, assenza di peli. Non va dimenticato che gli alieni sono genderless, quindi sta progettando future operazioni per raggiungere anche questo “obiettivo”. Continua a leggere “No, non sei nato finto”

Fake news su Amoris laetitia

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Lo so, sono giornalista anche io e so come funziona. Dire che la dottrina non è cambiata non fa vendere copie, cliccare pagine, discutere. Però bisognerebbe andarci piano coi titoli a effetto, con le polemiche e le divisioni.

Il Cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, ha pubblicato un libricino, una trentina di pagine, dal titolo “Il Capitolo ottavo della esortazione apostolica post sinodale Amoris Laetitia”, Libreria Editrice Vaticana, dall’8 febbraio in libreria. Questo libro dà una lettura di Amoris Laetitia sulla base di esegesi e della lettura delle note. Subito scatta la macchina dell’informazione, d’altra parte di qualcosa bisogna discutere, e arrivano i titoli: “il Papa risponde ai dubia dei quattro Cardinali”. Continua a leggere “Fake news su Amoris laetitia”

Appunti sull’Amoris Laetitia

Appunti di Costanza Miriano per l’intervento al IV Incontro dei guardiani e parroci CIFIS dal titolo Collaboratori della gioia alla luce dell’Amoris Laetitia”, san Giovanni Rotondo 8 novembre 2016

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di Costanza Miriano

Io vengo qui solo per raccontare una storia, anzi, molte storie. Dei fatti. Cioè, vengo qui a dire quello che ho vissuto, e le tante storie che ho intrecciato con la mia, in questi ultimi cinque anni in cui sono andata in giro a parlare di matrimonio, in tutta Italia, e anche all’estero.

Non ho nessuna autorevolezza, nessun titolo accademico, se non la vagonata di affetto con cui vengo ricoperta ogni volta, le torte, i profumi, i ricami, gli orecchini, i regali anche molto importanti, fin le vacanze offerte, oppure piccoli gesti, che mi dicono che quello che vado a raccontare, che non è mio, ma, spero, della Chiesa, risponde a un bisogno, corrisponde a molti cuori. Posso vantare, come titolo accademico, qualche piccola Costanza in giro per l’Italia, e qualche altro bambino che è nato anche un po’ perché la rete di famiglie che si è formata si è fatta coraggio a vicenda, poiché tutti abbiamo bisogno di una compagnia. Ho anche scatole piene di partecipazioni di matrimonio, richieste di fare da testimone, sono madrina di un figlio che mi è carissimo, per quanto voglio bene alla sua mamma, con cui siamo diventate amiche in questa rete di bene che si è messa in moto. Questi sono i fatti che porto, e i fatti, come dice un cardinale a me caro citando Hume, sono testardi. C’è una rete di cui io sono stata magari in qualche modo uno dei fattori scatenanti, ma solo come un enzima che innesca reazioni, che poi procedono per conto loro, indipendentemente da me. E così posso testimoniare di famiglie che si prestano case, che si aiutano anche economicamente, che portano i pesi le une delle altre. Continua a leggere “Appunti sull’Amoris Laetitia”

Carità bastarda

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di Francesco Natale

Penso fosse il 1994, poiché all’epoca avevo poco più di 18 anni: avevo appena finito il Liceo e iniziato a frequentare il primo anno di Giurisprudenza.

Il weekend capitava spesso che prendessi un treno per recarmi a Milano: buona parte del mio “entourage” liceale si era iscritto alla Cattolica o alla Statale e a quel tempo Internet, chat e social network erano qualcosa di neppure immaginabile. I primi telefoni cellulari, oggetti costosissimi di dimensioni equiparabili ad un accumulatore da centrale termica, erano, al massimo, appannaggio esclusivo di qualche altissimo dirigente pubblico. Continua a leggere “Carità bastarda”

Perché la CEI alla marcia dei radicali?

17-04-012

di Costanza Miriano

Non è rabbia, non è delusione. È un dolore lancinante, quello che provo, nel leggere che la CEI dà la sua convinta adesione alla marcia per l’Amnistia, la Giustizia, la Libertà intitolata a Marco Pannella e Papa Francesco organizzata per il 6 novembre a Roma dal Partito Radicale Transnazionale Nonviolento e Transpartito in occasione del Giubileo dei carcerati. È un dolore perché amo di un amore filiale la Chiesa, sposa di Cristo, la amo come la mia vera famiglia, le sono riconoscente e le devo tutto, cioè il battesimo, i sacramenti che solo attraverso le sue mani ricevo, il catechismo, cioè la verità su me stessa. Ma che sta succedendo? I nostri pastori? I nostri padri nella fede? Quelli che hanno il dovere di confermarci? Quelli che hanno il compito altissimo di annunciare Gesù Cristo crocifisso e risorto agli uomini? Perché marciano con il partito che più di tutti ha contribuito con le sue battaglie di morte a cambiare la mentalità profonda dell’uomo contemporaneo, sempre più lontano da Dio? Il compito della Chiesa è prima di tutto annunciare, con amore, all’uomo la verità su se stesso, non difendere i diritti umani: se non partono da Dio i diritti umani sono opinabili, relativi. Perché un carcerato, che sia colpevole o innocente, va difeso (e io dico che va difeso!) e un bambino, sicuramente innocente, nella pancia della mamma, no? Lo sanno, i radicali, che il Giubileo annuncia la remissione delle colpe per la salvezza eterna, e non il miglioramento della qualità della vita nelle carceri? Che c’entrano con il Giubileo persone, rispettabilissime, che non credono però nella vita eterna? Continua a leggere “Perché la CEI alla marcia dei radicali?”