di Maria Elena Rosati trenatamenouno
Potrebbe essere un massacro, lo so. Un post potrebbe mandare a gambe all’aria tutto questo bellissimo spazio di racconti e confronti. Le idee sono poche e confuse, l’argomento è molto più grande di me, Papa Benedetto stesso ci ha scritto su un’intera enciclica, e ciascuno di voi potrebbe citare passaggi di opere che io non conosco, rendendo ancora più fragile ogni mia argomentazione. Ma rischio.
Mi sono messa in testa di parlare della verità. Avrei potuto scrivere del Natale, del fatto che siamo al 12 dicembre e io ho già fatto il presepio, o ancora, se sia meglio il pandoro o il panettone. E invece questa idea di parlare della verità mi gira nella testa già da qualche giorno. Argomento spinosissimo, su cui io come sempre non ho le parole giuste. Parto quindi da tutto quello che ho chiaro in testa, un concetto semplice ma efficace: esiste la verità e esistono le menzogne. Fin qui credo che ci siamo… o no? Cosa mi ha fatto arrivare a questo pensiero risolutivo?
Sarà perché durante questo ponte dell’Immacolata ho avuto tempo per pensare, e la visione del cortometraggio “il Circo della Farfalla” ha scosso i sensi e l’attenzione, o forse perché sono stata a contatto con un bambino di tre anni, che non ha alcuna difficoltà a farti notare quando dici la verità e quando una bugia. Sarà che ho risentito una vecchia canzone di Biagio Antonacci, prima che diventasse melenso, intitolata “Liberatemi” che inneggia proprio all’importanza di dire la verità. O forse sarà che da piccola ho letto Pinocchio, e ho visto pure il film, e ricordo abbastanza chiaramente che gli si allungava il naso tutte le volte che diceva una bugia, e nessuno, nemmeno la Fata Turchina in persona, si prendeva il tempo per valutare le condizioni in cui era stata detta e perché, e trovare delle attenuanti.
Da tutto questo, torno al punto di partenza: una bugia è una bugia, la verità è la verità, non ci vuole molto a comprenderlo. Eppure tutto questo sembra non essere più così evidente, e oggi facciamo così fatica a riconoscere la verità, che ne abbiamo create tante, così siamo sicuri di non sbagliare. Sì, perché nel mondo esistono tante verità, e ognuna sembra avere il diritto di cittadinanza: l’amore è eterno finchè dura, volere è potere, un figlio è un diritto, il corpo è mio, la vita è mia, decido io come vivere e come morire, la preghiera è superstizione, ma è sempre meglio tenere un porta fortuna in casa, perché non si sa mai, ognuno deve essere libero di vivere come vuole, io la penso così, ognuno ha la sua opinione, la mia libertà inizia dove finisce la tua, eccetera eccetera. L’idea che esista una Verità maiuscola, radicata nel profondo di ogni cuore, è una leggenda metropolitana. Ognuno sceglie la sua verità, secondo il proprio gusto, e le varianti consentite, parlare di una verità assoluta ed evidente per tutti è quasi scandaloso, un attentato alla libertà di pensiero e di azione degli altri. Un po’ come la Settimana Enigmistica, quindi, la Verità vanta innumerevoli tentativi di imitazione, molti dei quali riusciti. Quelli che non sono riusciti,e non passano come verità, vengono targati come “dubbi”, in attesa di giudizio. Siamo pieni di dubbi, e di incertezze, e di verità relative: in un mondo così Pinocchio avrebbe avuto un naso normale, e sarebbe rimasto burattino per sempre.
“ Che cos’è la verità?” chiede Ponzio Pilato a Gesù. Bella domanda, che ogni uomo si è posto nel cuore almeno una volta, e su cui fior di sapienti si sono scervellati nei secoli. E, aggiungo io, esiste la verità? Secondo il vocabolario della lingua italiana sì, e ha almeno sei significati diversi tra cui- cito testualmente – “ ciò che è vero in senso assoluto”, e riporta esempi tratti quasi tutti dal Vangelo. Esiste quindi la verità in senso assoluto, e a quanto pare riguarda il Vangelo. Ma come è fatta, che sapore ha, che colore?
Giovanni Paolo II, il papa beato amato da tutti, ha scritto nel messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù del 1989: “La verità è l’esigenza più profonda dello spirito umano. Soprattutto i giovani sono affamati della verità intorno a Dio e all’uomo, alla vita ed al mondo. Nella mia prima enciclica «Redemptor Hominis» ho scritto: «L’uomo che vuole comprendere se stesso fino in fondo, – non soltanto secondo immediati, parziali, spesso superficiali e perfino apparenti criteri e misure del proprio essere – deve, con la sua inquietudine e incertezza ed anche con la sua debolezza e peccaminosità, con la sua vita e morte, avvicinarsi a Cristo» («Redemptor Hominis, 10). Cristo è la parola di verità, pronunciata da Dio stesso, come risposta a tutti gli interrogativi del cuore umano. E’ colui che ci svela pienamente il mistero dell’uomo e del mondo.”. E ancora Benedetto XVI all’inizio della “Caritas in Veritate”: “Senza verità si cade in una visione empiristica e scettica della vita, incapace di elevarsi sulla prassi, perché non interessata a cogliere i valori — talora nemmeno i significati — con cui giudicarla e orientarla. La fedeltà all’uomo esige la fedeltà alla verità che, sola, è garanzia di libertà (cfr Gv 8,32) e della possibilità di uno sviluppo umano integrale”.
Eccoci al punto: la Verità maiuscola parla al cuore dell’uomo, e gli svela il mistero della sua vita, il senso profondo dell’esistenza, dell’amore, dell’amicizia, della felicità. E’ la Verità che non si limita a parlare alla pancia, e che quindi si fa considerare vera per emozione e sentimento, ma è quella pura, chiara, scritta nel cuore, e che proprio al cuore parla e da lì arriva alla testa e infine alla pancia. E’ quella che grida, spesso senza essere ascoltata, quando viene tradita da pallide imitazioni o, bugie, o inganni, o trappole, e per alcuni continua a gridare in una parte nascosta dell’anima per tutta la vita, se invano o no, questo solo Dio lo sa.
Questa Verità, dice Giovanni Paolo II – e anche il discepolo lo sa – ha il nome di Gesù Cristo, e non perché è particolarmente simpatico, e perché tra poco è il suo compleanno, ma perché Lui stesso ha detto “Io sono la Via, Verità, e Vita”(Gv.14, 6). Se lo dice lui, che è Maestro, io mi fiderei. Come si sono fidati i santi, che hanno creduto, e che sono oggi per noi questi maestri di Verità e prove viventi che, solo seguendo la Verità e combattendo per essa, l’uomo trova il senso della sua vita, e la sua vera libertà. Biagio Antonacci di cui sopra canta “bisogna dire la verità, nessuno dice la verità, ho una gran voglia di vivere, desiderare, decidere….mi hanno rubato la libertà”, io sento queste parole e mi viene in mente quel passaggio del Vangelo in cui Gesù dice ai suoi discepoli: “Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli: conoscerete al verità, e la verità vi farà liberi”(GV.8,32). La Verità maiuscola è nella conoscenza di Cristo e nel suo Vangelo, il suo sapore è quello della libertà: è la verità che ti libera dalle catene della schiavitù, dal pensiero indotto, dalle menzogne dell’apparenza e del “dovrebbe essere”. Una volta che la conosci e la vedi con evidenza, ti accorgi di come tutte la altre sono pallide imitazioni, e , se lo vuoi, ti viene dato lo Spirito per comprendere quando la tua vita viaggia nella Verità, o in una delle verità alternative, e ti libera dal peso di doverle sopportare. Allora sì che puoi vivere, desiderare e decidere della tua vita, quando ti sei tuffato nel senso profondo di questa Verità e non ne puoi più fare a meno, tanto da desiderare di continuare a cercarla, sempre e comunque.
Diciamolo a tutti, anche a Biagio Antonacci. E diciamogli pure che non sarebbe male se tornasse a fare canzoni così.
fonte: trentamenouno
Prima!
QUID EST VERITAS?
VIR QUI ADEST!
E mi sono giocata il mio scarso latino,perchè a parte il Memorare e le prime tre versioni di “Familia Romana” non so altro.
Bellissimo post,grazie trentamenouno.
Buonanotte a tutti,amici miei.
ach, battuto sul tempo!!!!
vedi che andare a letto presto fa male… ti perdi le battute migliori.
ciao
“Siamo pieni di dubbi, e di incertezze, e di verità relative: in un mondo così Pinocchio avrebbe avuto un naso normale, e sarebbe rimasto burattino per sempre.”Stupendo passaggio di un bellissimo post.
A proposito di “nuove verità”, fino a qualche anno fa certe cose erano considerate così paradossali che solo i Monty Python potevano usarle per riderci su nel loro cinema dell’assurdo: siamo veramente alla “battaglia contro la realtà”
geniale! (e con largo anticipo…)
“La gioventù non necessita di pietà, ma di verità. Esistono molti giovani che chiedono aiuto là dove non ha aiuto possibile, perché nessuno può vivere la loro vita al loro posto, risalire alle sorgenti dell’essere. Perché la poesia è la perpetua ricerca di queste acque. Quando non è così, è un’inutile cantilena con la quale si dondolano le ore, con la quale alcuni spiriti superficiali illudono la vita. In un tempo degradato come il nostro, tutte le sorgenti sono occultate. Il compito del poeta è svelarle. Tutto quel che uscirà della nostre mani senza questo sapore originale saranno sono parole a mascherare la parola, miseria che impedisce pure di sentire la magnifica e alta musica del silenzio.”
Eugênio de Andrade
Smack!
(c’è un prologo molto lungo, saltatelo fino all’inizio della conferenza)
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Buon giorno ragazzi e ancora GRAZIE per ieri. Un bacio per chi spera sempre.
La Verità è la cosa più difficile da dire ma anche da ascoltare. Spesso quando la dici……….diciamo che dopo ad alcuni non stai particolarmente simpatica, ma io persevero con questo ” brutto vizio”, quindi o mi prendono così o nulla.
Con le persone che conosciamo bene è abbastanza facile capire quanto grossa è la balla.
Spesso mi dicono che ci sono ” bugie dette a fin di bene “, io personalmente preferisco sapere la verità anche se dopo non ci chiudo occhio per settimane e devo capire cosa farne. In questo senso sono un tantino petulante.
L’equivoco maggiore riguardo alla verità è che sia cosa che riguarda innanzitutto l’intelletto, il pensiero… invece la verità è una roba che si mangia e si beve, che si tocca e di cui ci si inebria… e di più non dico che oggi ho una giornata affollatissima
bye bye people
Mha, veramente la Fede è proprio virtù teologale dell’intelletto: essa illumina e orienta la ragione per potere operare attraverso la volontà. A me pare perciò che la Verità riguardi innanzi tutto l’intelletto, capace così di orientare la propria ragione e buona volontà. E’ la Carità, amore che non può che sussistere nella Verità, a radicarsi nella realtà attraverso le opere. O no?
Nihil est in intellectu quid prius non fuerit in sensu
Sì, Roberto, la Verità riguarda propriamente (non esclusivamente) l’intelletto. Si conosce intellettivamente e fa lume sulla volontà per orientarla alle opere buone, che sono tali se compiute secondo Carità.
Si consideri però che, poiché la Verità di fede non gode di evidenza incontrovertibile, essa per essere accolta e confessata richiede una libera adesione della volontà (come diceva Tommaso: credere voluntatis est). Ecco dunque che nel Credere dell’intelletto è già esigito un atto della volontà
La dinamica Verità/Fede- Carità è efficacemente compendiata nel Catechismo:
“1814La FEDE è la virtù teologale per la quale noi CREDIAMO in Dio e a tutto ciò che egli ci ha detto e rivelato, e che la Chiesa ci propone da credere, perché egli è la stessa VERITA’. Con la fede « l’uomo si abbandona tutto a Dio liberamente » [questo abbandonarsi liberamente non implica una adesione della volontà, appunto?]. Per questo il credente cerca di CONOSCERE e di fare la volontà di Dio. « Il giusto vivrà mediante la fede » (Rm 1,17). La FEDE viva « opera per mezzo della carità » (Gal 5,6). [ecco il nesso FEDE- CARITA’]
… 1815 Ma « la fede senza le opere è morta » (Gc 2,26). Se non si accompagna alla speranza e all’AMORE [Carità], la fede non unisce pienamente il fedele a Cristo e non ne fa un membro vivo del suo corpo.[ecco ancora il nesso FEDE- CARITA’]
ALVISEEEEE
Sto per passare!!!!
Preparo la contraerea, te buttati!!!!
Chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente, perché comincia a credere a tutto.
G.K. Chesterton
Ieri sera su TV2000 prima puntata dei Racconti di Padre Brown con Rascel e Foà.
Col senno di oggi, chi scrisse quella sceneggiatura si era letto il suo Chesterton MOLTO bene.
a che ora li danno?
Ieri sera alle 21.25. Era il primo episodio, quello tratto da “La croce azzurra”, chissà se faranno tutta la serie.
La freddure inglesi sono insuperabili!!!
Non Angli sed Angeli…
Semplicemente la verità non esiste.
Esiste, forse, dire la verità, e cioè non dire (non dirsi) bugie, che è tutto un’altro discorso.
Per esempio, molto banale e anche, forse, ingenuo, prima di Copernico (senza bisogno ora di addentrarci nelle sottigliezze della storia della scienza filosofia eccetra) il sole era al centro e questo, almeno si dice, voleva dire tutta una concezione del reale (della verità)che è rimasta quella fino a Copernico Galileo eccetra…Lo stesso per Darwin, lo stesso per Einstein e via discorrendo…Ma intanto, voi direte, c’è sempre stata questa Verità che Dio esiste o che almeno, secondo voi, anche se non esiste esiste almeno l’idea (in tutti?) che Dio c’è e quindi…Quindi che?
La terra era al centro…
Mi pare che le freddure, nel senso proprio del termine siano le sue
http://www.dizionario.org/d/index.php?pageurl=freddura&searchfor=freddura&searching=true
Invece Chesterton (con Thackeray, Trollope e Thirkell) sono superlativi maestri nell’uso di due grandi tra le figure retoriche: IRONIA e PARADOSSO
NB: Ironia, non sarcasmo 🙂
Ma come, nell’immensità dell’universo sei meno di una cacchetta di mosca e ti ergi a dire “semplicemente la verità non esiste”? Il Cristianesimo obbliga ad un rovesciamento di prospettiva: tu, cacchetta di mosca, non sei mica al centro dell’universo. Infinitamente piccolo, disperatamente fragile, miserabile. Eppure, vertigine: la Verità, immensa, universale, squarcia questa distanza “perché tu sei prezioso ai miei occhi, e io ti amo” (Isaia) e si umilia e si fa uomo e condivide con te la tua fragilità fino alla sua morte, e poi risorge e traccia la strada e tiene aperto per te questo squarcio. Sta a te seguirlo e provare a conoscerla, questa Verità, o rimanere polvere.
Preferisco rimanere la cacchetta che sono, ma pur senza la pretesa di strane vertigini ….
Freddura: motto spiritoso o che tale vuol essere, consistente per lo più in un concettoso gioco di parole.
Appunto: “che tale vuole essere”. Non mi par di capire che lei trovi Chesterton spiritoso nel senso buono del termine. E se legge fino in fondo la voce del ‘Tommaseo’ di cui al link precedente, vedrà che il senso traslato originario del termine è anche meno positivo dell’accezione in cui lo usa lei.
A presto, ora devo guadagnarmi la brioche, per NON citare Maria Antonietta 🙂
ma tu guarda se non finisce che canto tutto il giorno Biagio Antonacci…. 😉
Io dico che questa ragazza (Maria Elena) farà molta strada… non so in quale direzione ma di sicuro dietro al Maestro (per carità c’è sempre il peccato originale in agguato… ma le premesse mi sembrano ottime)! C’è da ringraziare il Cielo per giovani così! E grazie anche a te Maria Elena, per la tua profonda semplicità… o se vuoi, per la tua semplice profondità!
Inoltre, totalmente Off Topic, vorrei fare una proposta:
Domani inizia la Novena di Natale: vi propongo di offrirla interamente per i Pastori della Chiesa, dal Papa in giù, fino ad arrivare al proprio vescovo, al proprio parroco a quel religioso che conosco, a quello che mi sta antipatico, a quello che non sopporto, a quello che ritengo stia sbagliando… Nel concreto proporrei di partecipare alla Messa tutti i giorni della novena, oppure di pregare il rosario o la liturgia delle ore o altre preghiere, chi può anche qualche forma di digiuno (in vista delle abbuffate natalizie non farebbe neanche tanto male!), insomma quello che ognuno riesce a fare “in più”, in questi nove giorni, a livello di preghiera e di sacrifici, interamente offerto per i Pastori della Chiesa.
Mi sento di fare questa proposta perché nei giorni scorsi si è messo giustamente in evidenza alcune derive riconducibili a scelte errate dei pastori (pastorali e personali), ecc…. ma qua, più che parlare, occorre pregare!!!
Va bene, diciamo pure che è una proposta interessata dal momento che sono sacerdote anche io!
“A sacerdote santo corrisponde un popolo fervente; a sacerdote fervente un popolo pio; a sacerdote pio un popolo onesto; a sacerdote onesto un popolo empio”
Abate Chautard
Mi accodoooo!
Mi accodo anch’io!
Non ci sono verità? io sono convinto del contrario, ma intanto vi lascio quello che ha affermato Lucio Rossi scienziato del CERN nell’ambito dei recenti studi sul Bosone detto anche la particella di Dio:
“Per quanto mi riguarda, però, la scoperta definitiva del “bosone di Higgs” confermerebbe la complessità del reale e renderebbe difficile affermare che tutto sia nato dal caso.”
http://www.tempi.it/rossi-cern-ecco-i-nuovi-risultati-sulla-particella-di-dio
non c’entra un tubo con il post( ma l’autrice magnificata da Filippo Maria quis est?) volevo solo sapere quale compagnia aerea aveva spiaccicato Babbo Natale sul muso.(e le renne che fine hanno fatto?).
così, qualora dovessi,ire in reoplano ,cercherò di evitare una compagnia che ha ipotizzato un babbonatalicido.
vale
…cidio…
questo film “Contact” parla della Verità, come esperienza innegabile. Il film è tutto da vedere, ma qui indico dal minuto 5 in poi.
precisazione: non è un film in cui si parla di Cristo, ma secondo me rende bene l’idea che la verità è un fatto oggettivo, tangibile, esperienziale, non un’opinione soggettiva. E’ sì una esperienza personale, ma talmente corrispondente al nostro io che è sperimentabile da tutti. E chi la incontra non può rinnegarla, ma solo testimoniarla.
“Coloro che per non mentire, si servono dell’equivoco, cioè di parole a doppio senso con le quali pretendono di “cavarsela senza dire la verità” e, in definitiva, “mentire in tranquillità di coscienza”… canonizzano la menzogna. Coloro che pensano di salvare la verità con questo arteficio, la uccidono, la soffocano doppiamente, perché niente offende tanto la verità e la semplicità, quanto la doppiezza. E c’è forse qualcosa di più doppio che un equivoco?” (dalle lettere di S. Francesco di Sales alla figlia spirituale S. Giovanna Francesca de Chantal)
“Io non conosco verità assolute, ma sono umile di fronte alla mia ignoranza: in ciò è il mio onore e la mia ricompensa” (Gibran Kahlil Gibran)
“L’uomo retto è in grado di esorcizzare la menzogna anche quando si chiama “luogo comune”. (Mohandas Karamchard Gandhi)
“La verità non si trova indietro.
È davanti a noi, o Signore.
Tutta la Bibbia
fa trapelare la Tua spiccata simpatia
per la “razza dei cercatori”.
Coloro che non si accontentano
delle verità parziali,
delle sistemazioni dottrinali,
degli accomodamenti intellettuali,
ma si ostinano a cercare ancora.
Chi cerca la verità,
cerca Te, o Dio.
Ma colui che ti ha trovato
non può smettere di cercarti”
(Jean Pierre de Caussade)
Tra gli errori contemporanei non c’è alcuno che non si risolva in una eresia; e tra le eresie contemporanee non ce n’è alcuna che non si risolva in un’altra, già condannata ab antiquo dalla Chiesa.
…
Negli errori passati, la Chiesa ha condannato gli errori presenti e quelli futuri. …., e dall’altro che l’errore nasce e muore senza diritti,
…
sono arrivato a convincermi che ciò era più necessario nei tempi passati che nei presenti, essendoci tra gli uni e gli altri, se si guarda bene, questa notevole differenza : che nel passato gli errori stavano solo nei libri, cosicché, non cercandoli in essi, non potevano incontrarsi in nessuna altra parte, mentre ai giorni nostri l’errore non sta solo nei libri, (ma anche fuori di essi: sta nei libri, nelle istituzioni, nelle leggi, nei giornali, nei discorsi, nelle conversazioni, nelle aule, nei circoli, nei focolari, nel foro, in ciò che si dice ed in ciò che si tace.
…
Ci sono altri che; persuasi, da una parte, della necessità dell’aiuto della nostra santa religione e della nostra santa Chiesa, ma timorosi, dall’altra, di sottomettersi al suo giogo – il quale se è soave per l’umiltà è pesantissimo per l’orgoglio umano – perché il mondo non perisca vorrebbero una transazione, accettando dalla religione e dalla Chiesa alcune cose e respingendo altre che ritengono esagerate. Costoro sono tanto più pericolosi in quanto assumono un certo sembiante d’imparzialità, proprio per ingannare e sedurre le genti; con ciò si fanno giudici del campo, obbligano a comparire davanti a loro l’errore e la verità, e con falsa moderazione cercano tra i due non so quale impossibile mezzo termine. La verità, questo è certo, è solita trovarsi e si trova in mezzo agli errori; ma tra la verità e l’errore non c’è nessuna via di mezzo, tra questi due poli opposti, non c’è nulla se non un immenso vuoto. Colui che si pone in questo vuoto è tanto lontano dalla verità quanto colui che è nell’errore: nella verità si trova solo colui che si abbraccia alla religione.
…
C’è ancora, sebbene sembri impossibile, un errore che, non essendo nemmeno tanto detestabile considerato in sé, è tuttavia più grave degli altri per le sue conseguenze: cioè credere, come molti fanno, che questi errori non nascano necessariamente ed inevitabilmente dagli altri. Se la società non si libera rapidamente da questi errori, e non condanna gli uni come conseguenza, e gli altri come premesse, con una condanna radicale e sovrana, la società, umanamente parlando, è perduta.
Chi leggerà l’imperfettissimo elenco che ho fatto di questi errori atroci, osserverà che alcuni di essi conducono a una assoluta confusione e anarchia, mentre altri per la loro realizzazione rendono necessario un dispotismo di proporzioni inaudite e gigantesche. Corrispondono alla prima categoria quegli errori che si riferiscono all’esaltazione della libertà individuale ed alla violentissima distruzione di tutte le istituzioni; corrispondono alla seconda quegli altri che suppongono una ambizione organizzatrice.
“Sugli errori del nostro tempo”, lettera del Marchese di Valdegamas, Juan Donoso Cortés, al Cardinale Fornari ,1852
* Il Cardinal Fornari richiese questa “lettera” in preparazione del Sillabo
Mi permetto di prendere spunto da quello che ha scritto donFabio,
l’unica verità è la vita, più in là di quella impossibile andare (stando in vita).
“Nel Sillabo sono condannati il liberalismo, le vecchie eresie riproposte nelle idee del tempo, l’ateismo, il comunismo, il socialismo, l’indifferentismo ed altre proposizioni relative alla Chiesa ed alla società civile.”
e allora?
Allora nulla!!!
Giorgio Gaber cantava: “un’idea, un concetto, un’idea/ finché resta un’idea è soltanto un’astrazione/ se potessi mangiarmi un’idea/ avrei fatto la mia rivoluzione”.
Il senso della mia provocazione (un po’ criptica lo ammetto, ma mi sorprende vedere che nessuno l’ha colta) era che io faccio la mia rivoluzione (in senso gaberiano) ogni mattina dalle 9 alle 9.30 quando mangio la Verità nell’Eucaristia.
Se volete la frase era una doppia citazione ( un po’ criptica lo ammetto) della prima lettera di Giovanni “ciò che abiamo visto e udito, che le nostre mani hanno toccato…” e del Grande Divorzio di C.S. Lewis, dove c’è uno splendido dialogo sulla verità che raccomando a tutti.
La seconda citazione da S. Tommaso (un po’ criptica lo ammetto) era per dire che l’esperienza è l’inizio dell’intelligenza, o per dirla con linguaggio ciellino che la fede nasce da un incontro.
Ora che ho un po’ di tempo esplicito il mio pensiero:
1) Credo che la crisi di verità del nostro tempo sia dovuta più che a una crisi dell’intelligenza a una crisi dell’esperienza, nel senso che da Kant in poi e passando attraverso Heisenberg, non ci fidiamo più delle nostre percezioni. E’ il famoso metodo del dubbio sistematico. Insomma, prima che di fronte ad una crisi della Verità siamo di fronte ad una crisi della Realtà, come dimostra la polemica sull’ICI attualmente in atto.
2) Penso anche che fintantoche non ritorniamo a fidarci delle nostre percezioni non ci sarà possibile recuperare la Verità. Non ho tempo di cercare la citazione esatta (neanche posso, il libro è fuori in prestito), ma nel mirabile “la sfera e la croce” Chesterton parla di quei materialisti che pur di affermare la loro teoria finscono col negare l’evidenza dei fatti (e tanto peggio per la realtà, direbbe Hegel).
3) “Le ragioni del cuore che la ragione non sa comprendere” di cui parlava Pascal significano esattamente questo: esiste una evidenza prima irraggiungibile alla ragione ma percepibile esperienzialmente e solo su d essa si può basare qualsiasi discorso sulla verità. Kierkegaard con parole diverse da Pascal ripeteva lo stesso concetto (Timore e Trempre ad esempio, ma anche la Postilla…)
Per correggere Alvise quindi: non l’unica verità è la vita, ma non c’è alcuna verità senza vita, come peraltro non c’è alcuna vita nel rifiuto della verità.
Da tutto questo capisco che se non ho tempo forse è meglio tacere che lanciare criptiche provocazioni 😉
s^, donFabio, abbi pazienza, certo che è meglio tacere se uno deve tirare fuori una serie di nomi di autori sparsi per il suo comodo. E’ vero, avevo capito male, mai e poi mai avrei pensato né all’Eucarestia, né a Giovanni, né, tantomeno, a Lewis(che iddio ne salvi, insieme a Chesterton e a Tolkien etc,). Avevo capito mngiare e bere veri, come esempio di quello che si vive tutti in concreto e che si ha in comune con gli altri (si riesce a capirsi, almeno, alle volte, a meno che uno uno non voli trppo in alto nei cieli e allora non può essere più capito dai non volatili)(fermo restando il rispetto per passerotti, fringuelli, aquilotti etc:)
Ma non cercare contrapposizioni dove non ce ne sono Alvise, ho molto più rispetto per una posizione come la tua che per quella ideologica giustamente canzonata da Gaber. Paradossalmente sei molto più vicino tu a Giovanni, Lewis e Tommaso di quanto non lo siano certi cultori del nulla, avete in comune un sano realismo e il culto della vita appunto
Ciò che ancora ti manca è il comprendere che la vita non si esaurisce nella vita, che non basta a se stessa, che ogni cosa vive invoca un Oltre.
Del resto, se ho sete è un buon indizio che da qualche parte l’acqua ci sia, o no? (per i cultori della filosofia: questa è la versione edulcorata della prova ontologica di Anselmo)
P.S. Se leggessi la sfera e la croce scopriresti quanto somigli a uno dei due protagonisti
P.P.S.
La nuova Trinità: Chesterton, Lewis e Tolkien… molto carino
Grazie don Fabio!
A Pinocchio cresceva il naso! Anche a noi ma non lo si vede.
E’ questa la verità?
Avete provato a metterci la mano?
Don Fabio, è bellissima la citazione di Pascal.
Il Cuore ci fa fare tante cose che la ragione non comprende.
I
E spesso si rivelano le scelte migliori.
Giuliana:
ho guardato il pezzo di film “contact” che ci hai propinato, o come direbbe Costanza somministrato,riguardatelo bene anche te e pensaci bene, non è melllifluo, sciropposo, inguardabile,pieno di tutti i luoghi comuni possibili?
Il finale poi, riguardatelo, il finale. ..Epppure sei una donna colta, intelligente, piena di carattere, battagliera, originale, ma come ti sei potuta fare incantare da una patacca a quel modo?
infatti Alvise… le cose sciroppose e melense non fanno per me, e in effetti è molto americano il discorso del film. Ma quello è solo un estratto della pellicola, che comunque a me è piaciuta molto. Parla di una donna di scienza convinta che solo l’evidenza empirica sia verità, ma si trova a vivere una esperienza e a sostenere che l’evidenza del vissuto è più forte delle teorie. Mi spiace che tu abbia visto solo il lato melassoso dello spezzone. Cercherò qualcosa di più ruvido e carnale la prossima volta!
(però mi piace che tu mi abbia fatto notare questa cosa)
“47 Non è da dimenticare, d’altra parte, che nella cultura moderna è venuto a cambiare il ruolo stesso della filosofia. Da saggezza e sapere universale, essa si è ridotta progressivamente a una delle tante province del sapere umano; per alcuni aspetti, anzi, è stata limitata a un ruolo del tutto marginale. Altre forme di razionalità si sono nel frattempo affermate con sempre maggior rilievo, ponendo in evidenza la marginalità del sapere filosofico. Invece che verso la contemplazione della verità e la ricerca del fine ultimo e del senso della vita, queste forme di razionalità sono orientate — o almeno orientabili — come « ragione strumentale » al servizio di fini utilitaristici, di fruizione o di potere.
[…]
Sulla scia di queste trasformazioni culturali, alcuni filosofi, abbandonando la ricerca della verità per se stessa, hanno assunto come loro unico scopo il raggiungimento della certezza soggettiva o dell’utilità pratica. Conseguenza di ciò è stato l’offuscamento della vera dignità della ragione, non più messa nella condizione di conoscere il vero e di ricercare l’assoluto.
“56 Si nota, insomma, una diffusa diffidenza verso gli asserti globali e assoluti, soprattutto da parte di chi ritiene che la verità sia il risultato del consenso e non dell’adeguamento dell’intelletto alla realtà oggettiva”
“82 Questo ruolo sapienziale non potrebbe, peraltro, essere svolto da una filosofia che non fosse essa stessa un sapere autentico e vero, cioè rivolto non soltanto ad aspetti particolari e relativi — siano essi funzionali, formali o utili — del reale, ma alla sua verità totale e definitiva, ossia all’essere stesso dell’oggetto di conoscenza. Ecco, dunque, una seconda esigenza: appurare la capacità dell’uomo di giungere alla conoscenza della verità; una conoscenza, peraltro, che attinga la verità oggettiva, mediante quella “adaequatio rei et intellectus” a cui si riferiscono i Dottori della Scolastica [Cfr, ad esempio, S. Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, I, 16,1; S. Bonaventura, Coll. in Hex., 3, 8, 1.]
[…]
Una filosofia radicalmente fenomenista o relativista risulterebbe inadeguata a recare questo aiuto nell’approfondimento della ricchezza contenuta nella parola di Dio. La Sacra Scrittura, infatti, presuppone sempre che l’uomo, anche se colpevole di doppiezza e di menzogna, sia capace di conoscere e di afferrare la verità limpida e semplice.”
(Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Fides et ratio, 1998)
“La verdad es a la inteligencia lo que es la dicha a la sensibilidad; la verdad es la dicha de la inteligencia – La verità è per l’intelligenza quel che la gioia è per la sensibilità; la verità è la gioia dell’intelligenza” (Nicolás Gómez Dávila, Notas, 259).
Buona notte ragazzi! E GRAZIE ancora per il vostro sostegno. Vi invio un bacio grande grande prima di crollare nel letto!
Non ci sarò molto nei prossimi giorni,buonanotte anche da parte mia
…Vi ringrazio per tutti questi spunti e citazioni che danno respiro ampio al pensiero. In fondo uno dei doni di questo blog è proprio questo scambio continuo di conoscenze, di esperienze, di idee….e di comunione.
Nella mia piccolezza, confesso che ho particolarmente apprezzato la citazione di Vacanze Romane, uno dei (miei) film cult. Buonanotte…e buon inizio di Novena, mi accodo anch’io alla proposta di Filippo Maria!!!!