Dentro al mondo con capacità di giudizio

di Costanza Miriano

Nei giorni in cui Papa Benedetto moriva, nei giorni del fiume di gente venuta a salutarlo, e nel giorno del suo funerale, stavo leggendo “La crisi dell’Occidente”, del monaco benedettino Santiago Cantera Montenegro (Cantagalli). L’ho trovata una felice coincidenza. Il libro è una storia del pensiero mondiale, dalla filosofia greca al pensiero contemporaneo, passando per il medioevo, il rinascimento, l’illuminismo: una carrellata, necessariamente semplificata, ma che permette uno sguardo di insieme molto utile soprattutto per i non specialisti (come me che a filosofia ero una pippa, e rimango tenacemente fedele a questo titolo accademico faticosamente conseguito).

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Quella proposta pazza e irragionevole per il mondo

di Costanza Miriano

Mi chiedo da un po’ che senso abbiano le spallate che la Pontificia Accademia per la Vita sta dando sul tema della contraccezione a Humanæ Vitæ con il volume Etica teologica della vita, pubblicato dall’Accademia ma contestato da diversi suoi membri. Recentemente con delle affermazioni pubbliche Monsignor Paglia ha adombrato la possibilità di un nuovo documento che potrebbe attenuare il divieto della Chiesa sulla contraccezione artificiale. Mi chiedo che senso abbia tutto ciò, dicevo, dal momento che la questione è purtroppo ampiamente superata nella prassi della stragrande maggioranza dei cattolici, con l’avallo di un gran numero di pastori.

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Chiediamo che finisca l’epidemia dell’odio

di Costanza Miriano

Qualche giorno fa ho fatto un’intervista al parroco di Santa Maria in Portico in Campitelli, e ho scoperto un’altra delle meraviglie sconosciute di Roma. Mea culpa. Ci passo spesso davanti correndo quando faccio “il giro del centro”, ma sono sempre impresentabile, sudata, ben che vada (spesso in pantaloncini e canottiera) e poi non ci si ferma mai correndo, se non in caso di decesso, proprio o altrui (una volta ho rialzato una vecchietta caduta, una volta un motociclista, ma appena arrivato qualcun altro mi sono volatilizzata).

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Tornare consapevoli dell’essenzialità di Cristo

Girolamo Muziano, Ascensione di Cristo, Chiesa di Santa Maria in Vallicella

di Costanza Miriano

Più vado avanti più mi convinco che l’unica risposta alla crisi della Chiesa è che un popolo – non importa quanto grande – anche un piccolo popolo di persone che pregano abbia un rapporto vero, vivo, viscerale con Cristo. Persone che dipendono da lui, in ogni respiro, che lo fanno regnare sul loro cuore, sui sentimenti, le idee, le scelte concrete. A partire da questi cuori consegnati si potrà incendiare il mondo.

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SI SALVI CHI VUOLE – Manuale di imperfezione spirituale.

SI SALVI CHI VUOLE – Manuale di imperfezione spirituale

Avete letto di tutto, dalle regole giapponesi al metodo danese, avete ascoltato guru improbabili, dal Grande Cocomero ai maestri orientali. Perché non provare allora a riscoprire una tradizione che, almeno, ha duemila anni di storia e miliardi di clienti molto soddisfatti e indubbiamente rimborsati? Recintare uno spazio per l’incontro con Dio, il totalmente Altro, e cercare di difenderlo a ogni costo è decisivo per la nostra felicità, eppure molti di noi procedono improvvisando, a tratti, con le energie residue, quando si ricordano. Ma come si fa a organizzare una vita spirituale nelle nostre giornate troppo connesse, compresse, piene di urgenze che altri hanno deciso per noi? Costanza Miriano – moglie carente, madre limitata, lavoratrice in ritardo – prova a proporre una regola di vita fondata su cinque pilastri:

preghiera, parola di Dio, confessione, Eucaristia, digiuno.

Tante persone questa regola già cercano di viverla, in modo rigorosamente imperfetto, alcuni per conto proprio, altri formando una piccola compagnia, una sorta di monastero wi-fi, a cui ci si vota con dedizione – si può avere un cuore da monaco salendo in metro o cucinando, facendo la spesa o correndo – e in cui ci si fa compagnia, anche da lontano, come confratelli. Una comunità wi-fi, dunque, una fedeltà senza fili, che unisce un piccolo esercito di mendicanti, scalcagnati, fragili, incoerenti, innamorati di Dio.

A SEGUIRE UN ESTRATTO DEL LIBRO

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Tenete l’antica strada e fate vita nuova

di Luca Del Pozzo

Ci sono libri che si leggono per svago, altri per interesse culturale o per lavoro, altri ancora perchè fanno bene all’anima. E perchè ciò che raccontano è tanto vero e bello da trascendere l’esperienza personale di chi li scrive per assumere un significato universale. Questo è il caso di Tornare al centro. “Tenete l’antica strada e fate vita nuova”, ultima fatica letteraria di Rosanna Brichetti Messori (Ares edizioni). Il titolo non inganni: quel “tornare al centro” non ha nulla a che vedere con qualvoglia discorso attorno ad un “centro” di tipo politico. Esso indica piuttosto di fronte alla crisi in atto nel cattolicesimo la “cura”, ciò che davvero conta per la vita dell’Autrice in primis e, partendo dalla sua esperienza, per questo tempo travagliato che la Chiesa (e non solo) sta attraversando.

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Marcia per la Vita 2021

di Costanza Miriano
Quando ancora non avevo scritto niente, ed ero una semplice parrocchiana modello base e per di più di provincia, non sapevo niente dei movimenti, delle correnti, delle divisioni all’interno della Chiesa. Pensavo che ci fosse chi credeva in Gesù, e chi non ci credeva. Punto.

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Quaresima e monastero WiFi

di Costanza Miriano

Quale direzione dare alla nostra quaresima, cioè al cammino verso la conversione che tutti supplichiamo di fare a Pasqua? Ognuno sa a che punto del cammino si trova, e quale sia la sua strada per arrivare alla meta, quello che è certo è che l’obiettivo – mi è sempre più chiaro – un rapporto personale e vivo con Dio, nella persona di Gesù, da vivere “in” questo particolarissimo momento storico, e non “nonostante” questo. Perché questo, precisamente, e solo questo è il tempo che ci è dato per l’incontro.

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Giuseppina Bakita, figlia del creatore dell’Universo

Estratto dal libro  Niente di ciò che soffri andrà perduto.

di Costanza Miriano

Bakhita, che poi non si chiamava così, era una bambina nera che viveva in un villaggio africano e che a sei anni venne rapita dai mercanti di schiavi, e portata al mercato. Strappata dalle braccia della mamma e separata dai fratelli e dalle sorelle (aveva anche una gemellina), incatenata e frustata a sangue, è talmente impaurita che dimentica tutto, persino il suo nome e quello della sua mamma.

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Con la forza dello Spirito Santo affrontiamo ogni cosa con coraggio, fiducia e saggezza

Omelia di inizo anno 2021 di don Alessio Geretti

Ancora una volta, fratelli e sorelle amatissimi, volgiamo gli occhi ad un nuovo anno.
Noi giustamente lo iniziamo cantando al Dio Altissimo, invocando la sua luce e la sua forza con il Veni Creator Spiritus. E con quell’inno antico, che intreccia a una melodia elegante parole di raffinata sapienza, noi cristiani educhiamo il nostro sguardo a vedere anzitutto il lato spirituale della realtà.

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Quello che è più nostro della nostra stessa vita

di Costanza Miriano

Domenica scorsa volevo andare a due messe: una di sera a Chiesa Nuova, per incontrare gli amici, una nella mia amata parrocchia, dove sarebbe andato mio marito, di turno al lavoro la sera. Siccome era la messa “di scorta”, per stare con mio marito, sono arrivata più in ritardo del solito (sì lo so sono una brutta persona), e non mi hanno fatta entrare. Vuol dire che i pochi posti disponibili rispettando le distanze erano stati presi, e mentre deploravo la mia sciatteria, gioivo perché erano mesi che non vedevo raggiunto il terzo della capienza.

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Nessuno è immune alla sofferenza

di Costanza Miriano

Se il momento botola (quell’istante in cui vorrei sparire sotto il pavimento perchè mi fanno complimenti che trovo esagerati o fuori luogo, cioè tutti tranne quelli sulla tonicità muscolare, sempre graditi anche se falsi) caratterizza ogni incontro che faccio in pubblico, in questo momento, dopo l’uscita del mio ultimo libro – Niente di ciò che soffri andrà perduto – ogni volta che mi trovo a parlarne è tutto un interminabile momento botola.

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Quando hai Dio il mondo è tuo

di Costanza Miriano

È un’estate un po’ diversa dal solito, fatta più di amici che di luoghi – quindi l’ideale per me, che non amo viaggiare: per me non cambia molto essere a New York o a Termini Imerese, quello che conta sono le persone con cui sei. È stata comunque un impacco di famiglia, che ci vuole comunque, anche dopo un lockdown in cui si è stati sempre insieme, perché è un tempo diverso, un tempo senza troppe regole e con qualche vuoto (sempre troppo pochi nella percezione della parte maschile della famiglia, troppi per l’ala femminile, settore iperattive). Detto questo, non è facile rispettare i tempi di preghiera, bisogna essere un po’ creativi, e creare eremi improvvisati stendendo panni o tagliando pomodori. E il Signore è più creativo di noi, cerca lui i modi di venirci a trovare.

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In piazza per la libertà! #restiamoliberi

di Costanza Miriano

Non so perché sia stato scelto l’11 luglio, il giorno in cui nella maggior parte delle città la gente si alzerà in piedi per difendere la libertà di espressione (a Roma saremo in piazza il 16). Mi piace pensare che sia perché è il giorno di san Benedetto, l’uomo che, andato a Roma a studiare, di fronte alla disperazione e allo sfacelo di un impero che cadeva in rovina – ignoranza, miserie morali e materiali – decise non di buttare il napalm come a volte vorremmo fare noi, non di combattere in qualsiasi altro modo “del mondo”, ma di ritirarsi in una grotta, tra le rocce, in un servizio alla Parola di Dio. All’inizio lo fece in totale solitudine, perché il primo banco di prova per la nostra conversione siamo noi.

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La messa con il popolo, il popolo per la messa

di Costanza Miriano

I Vescovi lo devono sapere, non è che se scrivono un comunicato in cui assicurano la loro lealtà, apprezzamento, gratitudine al Governo, questo significa che la Chiesa, intesa come popolo, li segua e la pensi come loro. C’è un popolo che, come ha dimostrato riempiendo due volte le piazze italiane più grandi degli ultimi anni con i due Family day, non è affatto interessato alle logiche politiche, agli equilibri, ai rapporti buoni o cattivi con il Governo, di qualunque colore esso sia, ma solo alla Verità.

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Senza comunione

Ho ricevuto da una suora che stimo moltissimo, addolorata fino alle lacrime per la privazione della comunione, una riflessione su come vivere questo momento come un’occasione per riaccendere l’amore per l’Eucaristia, senza cedere alla disperazione ma neppure alla rivolta. Santa Teresa d’Avila esorta le sue sorelle ad obbedire tranquillamente ed umilmente al confessore che non desse il permesso di comunicarsi quand’anche esse lo desiderassero:

“Se si tratta di contentare Dio, [le suore] sanno bene che lo contentano meglio con l’obbedienza che con il sacrificio. E se facendo così si acquista maggior merito, perché turbarsi? […]. E se qualcuno decidesse allora di comunicarsi contro il parere del confessore, per quanto mi riguarda, io non vorrei avere parte al merito di quella comunione”.

A questo proposito mi ha segnalato un testo prezioso di Joseph Ratzinger, tratto da un testo del 2002, La comunione nella Chiesa, in cui, cambiati i riferimenti (qui si parla di altri casi, soprattutto di divorziati risposati), si possono trovare spunti per rendere fecondo anche questo momento.

C.M.

PS da ascoltare anche l’omelia di “arrivederci” alle messe prima della sospensione di padre Maurizio Botta.

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Sine Dominica non possumus

di Costanza Miriano

È cominciata la quaresima, tempo fecondo di incontro con il crocifisso. Per molti anni ho pensato che dovessi essere io a fare degli sforzi per meritarmi questo incontro speciale, fioretti, programmi ascetici e roba simile, che poi si infrangono puntualmente sulla mia pochezza. Come racconto a volte, da quando poi un sacerdote mi ha incautamente detto che liquida non frangunt, cioè che le cose liquide non rompono il digiuno, passo i miei tempi di fioretto a pensare come potrei frullare la salsiccia o il pane e salame, mentre quanto al Pocket Coffee basta non masticarlo, e lasciarlo sciogliere rimanendo con le mascelle immobili, magari Dio non vede, tipo quando a scuola mangiavi durante la lezione, e il segreto era guardare fisso il prof negli occhi rimanendo ferma con la torta al formaggio nel palato, e masticare freneticamente quando guardava da un’altra parte.

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Per l’Amazzonia, come altrove, occorre andare alla radice del problema

Lettera a Il Foglio di Luca Del Pozzo

Al direttore – E’ vero, il celibato sacerdotale non è un dogma di fede. Ed è altrettanto vero che da sempre tra gli uomini di Dio ha allignato la lussuria (uno piuttosto ferrato sull’argomento si chiamava Lutero). Per carità, nulla di cui scandalizzarsi. Per dire, un mio vecchio professore di Diritto canonico era solito ricordare una battuta molto in voga ai tempi in cui frequentava il seminario, che più o meno suonava così: “La castità sacerdotale è una virtù che si tramanda di padre in figlio”.

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