di Costanza Miriano
Nei giorni in cui Papa Benedetto moriva, nei giorni del fiume di gente venuta a salutarlo, e nel giorno del suo funerale, stavo leggendo “La crisi dell’Occidente”, del monaco benedettino Santiago Cantera Montenegro (Cantagalli). L’ho trovata una felice coincidenza. Il libro è una storia del pensiero mondiale, dalla filosofia greca al pensiero contemporaneo, passando per il medioevo, il rinascimento, l’illuminismo: una carrellata, necessariamente semplificata, ma che permette uno sguardo di insieme molto utile soprattutto per i non specialisti (come me che a filosofia ero una pippa, e rimango tenacemente fedele a questo titolo accademico faticosamente conseguito).
Al centro dell’opera il bisogno di evidenziare il contributo dato dal cristianesimo al pensiero, all’edificazione del mondo in tutti i suoi ambiti “Tutto ciò che mancava nella concezione classica greco-romana dell’uomo, è stato fornito, completato e perfezionato dal cristianesimo. Esso ebbe – per esempio – un ruolo fondamentale nella progressiva riduzione della schiavitù durante il passaggio dal mondo tardoantico a quello medievale e nell’adozione di misure volte ad umanizzare ulteriormente la legislazione romana”. Il cristianesimo ha inciso in modo profondissimo e indelebile nella civiltà e cultura mondiale, e questo libro prezioso contribuisce a evidenziarlo, con una rassegna della storia del pensiero. Senza il cristianesimo non si può comprendere l’Europa, e senza l’odio al cristianesimo non se ne può comprendere la crisi. Consigliatissimo, dunque, il libro anche per questa analisi dell’attacco al cristianesimo, oltre che per quella che evidenzia il contributo del pensiero originato dalla riflessione su Cristo. Il pensiero che ha eliminato Dio dall’orizzonte e che ha cercato di arrivare a una visione del mondo che togliesse completamente il trascendente dalla vista dell’uomo ha prodotto varie aberrazioni, come il transumanesimo, analizzato qui molto bene.
Forse mi convince di meno la parte sul futuro, che però è davvero minima rispetto al resto, che rimane una preziosa analisi da tenere a portata di mano come manuale di aiuto in caso di discussioni: bisogna essere preparati bene, informati e capaci di argomentare (e in caso di mala parata si può sempre direttamente tirare il libro in faccia all’interlocutore). Dicevo che non mi convince tanto la proposta di investire la tradizione cristiana di una mediazione tra culture e tradizioni diverse. Penso che si debba tornare alle radici, ma personalmente più che a livello culturale. Con una nuova serietà. Il che non significa che l’impegno pubblico non sia più necessario. Dove sarà possibile andrà fatto, tutto quello che si potrà dire andrà detto (come ha fatto un intero popolo per esempio nei giorni del Family day).
Però noi sappiamo di essere davvero un piccolo resto. Benedetto XVI ce lo ha lasciato scritto: la Chiesa è sempre più piccola e povera. Siamo sempre meno, siamo vecchi e pochi. Eppure anche per i primi cristiani era così. Imperdibile dunque anche lo stupendo Vivere da cristiani in un mondo non cristiano, L’esempio dei primi secoli, di Leonardo Lugaresi.
I cristiani delle origini hanno realizzato due condizioni, e rimanendo fedeli fino all’eroismo a quelle hanno cambiato la faccia della terra. Innanzitutto sono stati DENTRO al mondo, per essere sale e lievito, che sono parte della pasta, si perdono dentro la pasta e la cambiano. E poi, seconda condizione, hanno conservato sempre una lucida capacità di GIUDIZIO. Questo è chiesto anche a noi. E questo può avvenire solo se stiamo attaccati come cozze al Signore, alla roccia. Davanti a ogni cosa guardare con lo sguardo di Dio. Ogni evento del mondo ma anche ogni nostro pensiero ed emozione.
La parola fede ha la stessa radice di roccia in ebraico. Suona come “roccità”. I primi cristiani si comportavano come se Gesù fosse una persona viva in mezzo a loro. Il fatto è che noi ci crediamo realmente. Non è questione di valori o tradizione. O meglio la tradizione ci conferma, e grazie al deposito ricevuto noi possiamo dire che la Chiesa ci permette l’accesso all’inaccessibile, cioè a Dio, attraverso i sacramenti e attraverso la mediazione dei sacerdoti: quello che ci permette, però, e non dobbiamo mai dimenticarlo, è l’incontro con una persona viva e vera, che parla a me oggi, nella mia vita.
Se saremo attaccati a Dio, dentro la Chiesa – nonostante le sue povertà evidentissime – se saremo innamorati davvero di questa persona viva e vera, allora non avremo bisogno di convincere nessuno. Anzi a me a volte viene da essere un po’ gelosa di Gesù. Non lo vorrei presentare proprio a tutti per timore che non lo apprezzino (ma su questo lui non è d’accordo, lo so). Saranno gli altri a inseguirci, a chiederci quale sia il nostro pusher.
Cara Costanza, concordo con questo tuo scritto. Il primo libro non l’ho ancora letto (e lo farò in fretta), ma il secondo l’ho letteralmente divorato e consigliato a tanti! Ne ho ricevuto una grande serenità. Nel mondo ma non del mondo: vivevano veramente così i cristiani delle origini e così, senza paura e senza compromessi, dovremmo tornare a fare anche noi, esercitando quel giudizio critico cui troppe volte rinunciamo per un errato senso di rispetto. In questo, Benedetto XVI ci è stato maestro, di mitezza nella fermezza. Sarà bello se non disperderemo questo insegnamento prezioso.
Cristina Fiorini
Concordo in pieno sia con Costanza che con il pensiero di Cristina. Grazie e torniamo alle origini!
Grazie, Costanza, del tuo bellissimo commento ai due libri da te citati. Condivido in pieno la tua analisi della situazione attuale della cristianità. Desidero anche sottolineare che “nei primi tempi del cristianesimo ….. era vivissimo il ruolo dei laici e decisivo per la stessa diffusione dell’annuncio evangelico. …. Con l’attuale processo sinodale mondiale (l’annuncio evangelico) è entrato in una nuova tappa che non abolisce il ruolo dell’autorità. Sinodalità e ministero episcopale appartengono ugualmente alla natura della Chiesa …” (Hubertus Blaumeiser, rivista Ekklesia 2022/4).
Poveri noi
Grazie mille per queste interessanti indicazioni di lettura!
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A completamento del mio precedente contributo desidero citare anche la prima lettera di San Pietro: 1Pt 2, 9-10 “Ma voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce”.
Apprezzo gli articoli di Costanza. Lo stile leggero e ironico aiuta. Complimenti.
Ma non lascio un commento solo per fare gli elogi: troppo facile.
Mi permetto di riprendere questo passaggio: “Innanzitutto sono stati DENTRO al mondo, per essere sale e lievito, che sono parte della pasta, si perdono dentro la pasta e la cambiano.”
Credo che il maggior difetto della chiesa e dei cristiani, oggi, sia proprio questo: non sono dentro al mondo! La fede che viene proposta, e forse per questo molti si disaffezionano (dico forse), è vissuta in una vita parallela, non qui sulla Terra ed in mezzo alla gente.
Troppo poco si medita, si prega, si ragiona, si contempla la profonda connessione tra Parola di Dio e vita. L’una illumina l’altra e l’una interroga l’altra. Altrimenti si rischia di vivere una fede da salotto, davanti ad una tazza di the o, meglio, una pinta di birra!
grazie ancora per le riflessioni che proponi
Dario
https://youtu.be/6ioASAxIak0
STUPENDO FUSARO.
da ascoltare fino in fondo. Gli aiuti intelligenti le analisi di laici sinceri. Questo è il dialogo che apprezzo… “scambio di doni”.
In omaggio al nostro Benedetto. Con gratitudine
Dall analisi della crisi del cristianesimo alla materia alla modernità….
SIAMO I GUERRA CONTRO UN POPOLO CHE NON CI HA MAI MINACCIATO E CONTRO MANDIAMO ARMI CHE HANNO UCCISO SOLDATI RUSSI. DOBBIAMO PROTESTARE ENERGICAMENTE.SENZA MAI FERMARCI FINCHE DIO’ FERMI QUESTA GUERRA ,PERCHE’ NOI ORMAI SIAMO INCAPACI.
E la cosa più grave è che se, qualcuno dubita della giustezza dell’invio delle armi all’Ucraina, paventando un eventuale escalation del conflitto con armi nucleari, viene immediatamente tacciato di essere filo-putiniano.
Basta un semplice dubbio, quand’anche uno dichiari esplicitamente di non essere filo-russo!
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PS: credo che il mio post precedente non sia stato approvato perchè, sbagliando, ho indicato l’altro mio indirizzo mail. Scusate la distrazione.