Dentro al mondo con capacità di giudizio

di Costanza Miriano

Nei giorni in cui Papa Benedetto moriva, nei giorni del fiume di gente venuta a salutarlo, e nel giorno del suo funerale, stavo leggendo “La crisi dell’Occidente”, del monaco benedettino Santiago Cantera Montenegro (Cantagalli). L’ho trovata una felice coincidenza. Il libro è una storia del pensiero mondiale, dalla filosofia greca al pensiero contemporaneo, passando per il medioevo, il rinascimento, l’illuminismo: una carrellata, necessariamente semplificata, ma che permette uno sguardo di insieme molto utile soprattutto per i non specialisti (come me che a filosofia ero una pippa, e rimango tenacemente fedele a questo titolo accademico faticosamente conseguito).

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“Rimanete saldi nella fede”, il testamento di Benedetto XVI

29 agosto 2006

Il mio testamento spirituale

Se in quest’ora tarda della mia vita guardo indietro ai decenni che ho percorso, per prima cosa vedo quante ragioni abbia per ringraziare. Ringrazio prima di ogni altro Dio stesso, il dispensatore di ogni buon dono, che mi ha donato la vita e mi ha guidato attraverso vari momenti di confusione; rialzandomi sempre ogni volta che incominciavo a scivolare e donandomi sempre di nuovo la luce del suo volto. Retrospettivamente vedo e capisco che anche i tratti bui e faticosi di questo cammino sono stati per la mia salvezza e che proprio in essi Egli mi ha guidato bene.

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Petrus apostolus

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di Benedetto XVI

Roma , 8 febbraio 2013  . Cappella del Seminario

Abbiamo ascoltato tre versetti dalla Prima Lettera di San Pietro (cfr 1,3-5). Prima di entrare in questo testo, mi sembra importante proprio essere attenti al fatto che è Pietro che parla. Le prime due parole della Lettera sono “Petrus apostolus” (cfr v. 1): lui parla, e parla alle Chiese in Asia e chiama i fedeli “eletti e stranieri dispersi” (ibidem). Riflettiamo un po’ su questo. Pietro parla, e parla – come si sente alla fine della Lettera – da Roma, che ha chiamato “Babilonia” (cfr 5,13). Pietro parla: quasi una prima enciclica, con la quale il primo apostolo, vicario di Cristo, parla alla Chiesa di tutti i tempi. Continua a leggere “Petrus apostolus”

Rimettere al centro Dio

di Costanza Miriano

Il problema della pedofilia nella Chiesa è dovuto al fatto che abbiamo smesso di parlare di Dio – ha scritto Ratzinger nel suo memoriale in occasione del vertice sugli abusi. Leggevo le sue parole alla ricerca della ricetta, del colpo contro l’ideologia omosessualista, degli effetti speciali, e invece è arrivato a ricordarci questo. Senza fronzoli. Dio è, questa è la buona notizia. Rimetti al centro Dio, cioè dove deve stare, e tutto prende il suo posto. Non ci sono ricette sociologiche, psicologiche, economiche che possano minimamente avvicinarsi a questa. È solo la presenza vera e viva di Dio a mettere a posto tutti i tasselli della nostra vita.

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“L’eutanasia è una falsa soluzione al dramma della sofferenza”

Gesù soffre e muore in croce per amore. In questo modo, a ben vedere, ha dato senso alla nostra sofferenza, un senso che molti uomini e donne di ogni epoca hanno capito e fatto proprio, sperimentando serenità profonda anche nell’amarezza di dure prove fisiche e morali. E proprio “la forza della vita nella sofferenza” è il tema che i Vescovi italiani hanno scelto per il consueto Messaggio in occasione dell’odierna Giornata per la Vita.

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L’elogio del silenzio di Benedetto XVI

Dalla Prefazione scritta dal Papa emerito all’ultimo libro del cardinale Robert Sarah, prefetto della congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti, “La forza del silenzio. Contro la dittatura del rumore”, nelle librerie italiane dal 29 giugno. Il testo è stato anticipato dal sito americano First Things.

di Benedetto XVI

Da quando, negli anni Cinquanta, lessi per la prima volta le Lettere di sant’Ignazio di Antiochia, mi è rimasto particolarmente impresso un passo della sua Lettera agli Efesini: “E’ meglio rimanere in silenzio ed essere, che dire e non essere. E’ bello insegnare se si fa ciò che si dice. Uno solo è il Maestro che ha detto e ha fatto, e ciò che ha fatto rimanendo in silenzio è degno del Padre. Chi possiede veramente la parola di Gesù può percepire anche il suo silenzio, così da essere perfetto, così da operare tramite la sua parola ed essere conosciuto per mezzo del suo rimanere in silenzio” (15, 1s.). Che significa percepire il silenzio di Gesù e riconoscerlo per mezzo del suo rimanere in silenzio?

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Benedetto XVI nel 65esimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale

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Discorso di Benedetto XVI nel 65esimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, martedì 28 giugno 2016

Santo Padre, cari fratelli, 65 anni fa, un fratello ordinato con me ha deciso di scrivere sulla immaginetta di ricordo della prima Messa soltanto, eccetto il nome e le date, una parola, in greco: “Eucharistómen” ( Ευχαριστούμεν ), convinto che con questa parola, nelle sue tante dimensioni, è già detto tutto quanto si possa dire in questo momento. “Eucharistómen” dice un grazie umano, grazie a tutti. Grazie soprattutto a Lei, Santo Padre! La Sua bontà, dal primo momento dell’elezione, in ogni momento della mia vita qui, mi colpisce, mi porta realmente, interiormente. Più che nei Giardini Vaticani, con la loro bellezza, la Sua bontà è il luogo dove abito: mi sento protetto. Grazie anche della parola di ringraziamento, di tutto. E speriamo che Lei potrà andare avanti con noi tutti su questa via della Misericordia Divina, mostrando la strada di Gesù, verso Gesù, verso Dio. Continua a leggere “Benedetto XVI nel 65esimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale”

Esiste anche un’ecologia dell’uomo

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dal DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI al Reichstag di Berlino
Giovedì, 22 settembre 2011

[…]Come si riconosce ciò che è giusto? Nella storia, gli ordinamenti giuridici sono stati quasi sempre motivati in modo religioso: sulla base di un riferimento alla Divinità si decide ciò che tra gli uomini è giusto. Contrariamente ad altre grandi religioni, il cristianesimo non ha mai imposto allo Stato e alla società un diritto rivelato, mai un ordinamento giuridico derivante da una rivelazione. Ha invece rimandato alla natura e alla ragione quali vere fonti del diritto – ha rimandato all’armonia tra ragione oggettiva e soggettiva, un’armonia che però presuppone l’essere ambedue le sfere fondate nella Ragione creatrice di Dio. […]

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Francesco, Europa, Islam

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di Aldo Maria Valli    aldomariavalli.it

Nell’intervista che papa Francesco ha concesso al giornale francese La Croix, e che l’Osservatore romano ha riportato integralmente, ci sono alcuni passaggi altamente problematici.

Partiamo dalle affermazioni di Bergoglio circa le radici cristiane dell’Europa. «Bisogna parlare – sostiene Francesco – di radici al plurale, perché ce ne sono tante. In tal senso, quando sento parlare delle radici cristiane d’Europa a volte temo il tono, che può essere trionfalista e vendicativo. Allora diventa colonialismo. Giovanni Paolo II ne parlava con tono tranquillo».

Ora, che le radici dell’Europa siano tante è fuori discussione. Ma nessuno può negare che, fra le tante, ci sia una radice più decisiva e profonda: è quella giudaico-cristiana. Dopo di che, riconosciuto che il tono di qualcuno, nel rivendicare il ruolo di tale radice, possa essere a volte trionfalista o vendicativo, si può davvero dire che san Giovanni Paolo II ne parlasse con «tono tranquillo»?

Certo, formalmente papa Wojtyła non era mai sopra le righe, ma i contenuti erano forti, eccome! Continua a leggere “Francesco, Europa, Islam”

Chi colma il cuore della donna

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di Costanza Miriano

Quando lessi la prima volta la Mulieris Dignitatem credo proprio che non ne capii praticamente nulla, nella sostanza: avevo diciassette anni, e idee tutte strampalate su come dovessero essere maschi e femmine, sul matrimonio, su una malintesa parità tra i sessi. Mi sembravano belle parole, ma destinate a rimanere su carta.

Dieci anni dopo l’enciclica mi sono sposata, e i successivi anni li ho passati praticamente a cercare di comprenderla. Piano piano, con il tempo, le parole del Santo Padre si stanno traducendo in carne, si sono incarnate nella storia della nostra coppia, hanno dato un nome a ciò che vivevo e anche in parte soffrivo.

Credo che in amore si soffra quando si dimentica che “C’è un paradosso nell’esperienza dell’amore: due bisogni infiniti di essere amati si incontrano con due fragili e limitate capacità di amare”. (R.M:Rilke) “Solo nell’orizzonte di un amore più grande è possibile non consumarsi nella pretesa reciproca e non rassegnarsi, ma camminare insieme verso un Destino di cui l’altro è segno”. (C:S:Lewis) Continua a leggere “Chi colma il cuore della donna”

La questione sociale è diventata questione antropologica

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Benedetto XVICaritas in veritate

[…] oggi occorre affermare che la questione sociale è diventata radicalmente questione antropologica, nel senso che essa implica il modo stesso non solo di concepire, ma anche di manipolare la vita, sempre più posta dalle biotecnologie nelle mani dell’uomo.

La fecondazione in vitro, la ricerca sugli embrioni, la possibilità della clonazione e dell’ibridazione umana nascono e sono promosse nell’attuale cultura del disincanto totale, che crede di aver svelato ogni mistero, perché si è ormai arrivati alla radice della vita. Qui l’assolutismo della tecnica trova la sua massima espressione. In tale tipo di cultura la coscienza è solo chiamata a prendere atto di una mera possibilità tecnica.

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Lo spirito di contraddizione

45 duccio - guarigione del cieco

di Ernest Hello

Ora tu dimmi come può sperare un uomo che
ha in mano tutto, ma non ha il perdono… 
(Claudio Chieffo)

 

È da quando sono al mondo che vedo gli uomini disputarsi, e ciò vale anche per voi, senza dubbio.
Il fatto universale è una universale contraddizione. Ho visto la contraddizione e l’ingiustizia nella città, dice la Scrittura. L’accostamento di queste due parole contiene un insegnamento profondo. L’ingiustizia è figlia della contraddizione. La divisione ricopre la terra. Non sono i nemici ad essere più profondamente divisi. Sono gli amici. Là dove sembra esistere l’unione, esiste la divisione più radicale e più intima. Continua a leggere “Lo spirito di contraddizione”

La via della pace

Benedetto XVI

di Benedetto XVI

[…] Via di realizzazione del bene comune e della pace è anzitutto il rispetto per la vita umana, considerata nella molteplicità dei suoi aspetti, a cominciare dal suo concepimento, nel suo svilupparsi, e sino alla sua fine naturale. Veri operatori di pace sono, allora, coloro che amano, difendono e promuovono la vita umana in tutte le sue dimensioni: personale, comunitaria e trascendente. La vita in pienezza è il vertice della pace. Chi vuole la pace non può tollerare attentati e delitti contro la vita. Continua a leggere “La via della pace”

Vatileaks, le responsabilità di cui nessuno parla

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di Ettore Gotti Tedeschi

Avendo avuto personalmente una esperienza, molto sofferta, nel 2012 su temi assimilabili (Vatileaks 1) e molto simili nello svolgimento a quelli di Vatileaks 2, desidero fare un paio di osservazioni per i lettori, al fine di contribuire alla comprensione di questi fatti senza far vacillare il nostro amore per la Chiesa.

La prima osservazione riguarda i fatti che sono stati considerati “scandalosi” (l’uscita e pubblicazione dei documenti). Qui ci sono quattro attori che hanno differenti responsabilità, ma solo i primi due attori sono imputati e oggetto di attenzione. Continua a leggere “Vatileaks, le responsabilità di cui nessuno parla”

Il discorso di Ratisbona

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Discorso di Sua Santità Benedetto XVI , Aula Magna dell’Università di Regensburg, martedì, 12 settembre 2006

È per me un momento emozionante trovarmi ancora una volta nell’università e una volta ancora poter tenere una lezione. I miei pensieri, contemporaneamente, ritornano a quegli anni in cui, dopo un bel periodo presso l’Istituto superiore di Freising, iniziai la mia attività di insegnante accademico all’università di Bonn. Era – nel 1959 – ancora il tempo della vecchia università dei professori ordinari. Per le singole cattedre non esistevano né assistenti né dattilografi, ma in compenso c’era un contatto molto diretto con gli studenti e soprattutto anche tra i professori. Ci si incontrava prima e dopo la lezione nelle stanze dei docenti. I contatti con gli storici, i filosofi, i filologi e naturalmente anche tra le due facoltà teologiche erano molto stretti. Una volta in ogni semestre c’era un cosiddetto dies academicus, in cui professori di tutte le facoltà si presentavano davanti agli studenti dell’intera università, rendendo così possibile un’esperienza di universitas – una cosa a cui anche Lei, Magnifico Rettore, ha accennato poco fa – l’esperienza, cioè del fatto che noi, nonostante tutte le specializzazioni, che a volte ci rendono incapaci di comunicare tra di noi, formiamo un tutto e lavoriamo nel tutto dell’unica ragione con le sue varie dimensioni, stando così insieme anche nella comune responsabilità per il retto uso della ragione – questo fatto diventava esperienza viva.

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La voce dei media non è quella della fede

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dal discorso del Santo Padre BENEDETTO XVI  Aula Paolo VI   –  Giovedì, 14 febbraio 2013

[…]  c’era il Concilio dei Padri – il vero Concilio –, ma c’era anche il Concilio dei media. Era quasi un Concilio a sé, e il mondo ha percepito il Concilio tramite questi, tramite i media. Quindi il Concilio immediatamente efficiente arrivato al popolo, è stato quello dei media, non quello dei Padri. E mentre il Concilio dei Padri si realizzava all’interno della fede, era un Concilio della fede che cerca l’intellectus, che cerca di comprendersi e cerca di comprendere i segni di Dio in quel momento, che cerca di rispondere alla sfida di Dio in quel momento e di trovare nella Parola di Dio la parola per oggi e domani, mentre tutto il Concilio – come ho detto – si muoveva all’interno della fede, come fides quaerens intellectum, il Concilio dei giornalisti non si è realizzato, naturalmente, all’interno della fede, ma all’interno delle categorie dei media di oggi, cioè fuori dalla fede, con un’ermeneutica diversa. Era un’ermeneutica politica: per i media, il Concilio era una lotta politica, una lotta di potere tra diverse correnti nella Chiesa.

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Dio è diventato un’ipotesi superflua

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Estratto del libro “Dio o niente”, del cardinal Robert Sarah*

Nel mondo postmoderno, Dio è diventato un’ipotesi superflua, sempre più allontanata dalle diverse sfere della vita. Penso che gli uomini che vogliono conservare la presenza di Dio nella loro esistenza debbano essere coscienti delle sottigliezze che possono tanto facilmente condurre verso l’ateismo pratico e lo svuotamento della fede; essi potrebbero diventare, come i pagani di un tempo, quegli uomini “senza speranza e senza Dio nel mondo”, descritti da san Paolo ai cristiani di Efeso (Ef 2, 12). Oggi, non possiamo non essere coscienti del modo in cui Dio è sistematicamente respinto nell’oscurità; anestetizzati, gli uomini salgono su una barca che li conduce sempre più lontani dal Cielo. (…)

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