Lo spirito di contraddizione

45 duccio - guarigione del cieco

di Ernest Hello

Ora tu dimmi come può sperare un uomo che
ha in mano tutto, ma non ha il perdono… 
(Claudio Chieffo)

 

È da quando sono al mondo che vedo gli uomini disputarsi, e ciò vale anche per voi, senza dubbio.
Il fatto universale è una universale contraddizione. Ho visto la contraddizione e l’ingiustizia nella città, dice la Scrittura. L’accostamento di queste due parole contiene un insegnamento profondo. L’ingiustizia è figlia della contraddizione. La divisione ricopre la terra. Non sono i nemici ad essere più profondamente divisi. Sono gli amici. Là dove sembra esistere l’unione, esiste la divisione più radicale e più intima.
Non mi soffermo su questo fatto. Lo constato senza discuterlo. Lo stato intellettuale del genere umano è il capolavoro della divisione.
Forse questo significa che nessuno si intende con nessuno su nessun tema?
No, non è così.
Gli uomini, se li considero in se stessi, nel profondo della loro anima, sono così profondamente divisi solo nella loro vita esteriore e nei loro discorsi. Se potessi considerarli nel profondo di loro stessi, solitari e raccolti, non li troverei tanto distanti gli uni dagli altri, tanto separati, tanto divisi quanto appaiono, quando li considero secondo l’impasto della vita.
Perché si fanno più nemici di quel che sono realmente? Essi sono fatti per l’unione, e la divisione è la loro disgrazia.
La questione è di una importanza enorme, di una importanza universale: è che esiste nel mondo un mostro che si chiama lo Spirito di contraddizione.
Se considero tutte le persone o tutte le cose di questo mondo, posso considerarle sotto diversi aspetti, e anche voi.
Paolo vede una cosa da un certo lato; la vede bianca.
Pietro vede la stessa cosa da un altro lato; la vede nera.
Entrambi hanno ragione, entrambi hanno torto, poiché la cosa è bianca da un lato e nera dall’altro.
È bianca! grida Paolo.
È nera! grida Pietro.
Ed ecco due nemici.
Paolo e Pietro, invece di aiutarsi reciprocamente e completare lo sguardo dell’uno con lo sguardo dell’altro, si impegnano l’uno e l’altro a negare quel che ciascuno dei due non vede.
È lo spirito di contraddizione che chiude gli occhi e inasprisce il cuore, che acceca e separa le anime.
Più Paolo vede la cosa bianca, più Pietro la vede nera.
Pietro la vede orribilmente nera perché Paolo la vede eccessivamente bianca.
I loro sguardi, invece di prestarsi soccorso, si irritano gli uni contro gli altri.
Erano due uomini intelligenti, fatti per intendersi.
Adesso sono due nemici, stupidamente testardi, stupidamente ciechi, perché il serpente della contraddizione ha sollevato la sua testa in mezzo a loro.
La cosa è tanto semplice che la sua semplicità dissimula la propria importanza.
Affinché Pietro possa utilmente mostrare a Paolo la faccia nera che vede, occorre anzitutto che egli veda perfettamente quanto Paolo la faccia bianca che Paolo ha visto e che gli indica.
Se non glielo dice, ognuno si isolerà irrimediabilmente nel suo punto di vista separato.
È per questo che la bontà del cuore avrebbe un ruolo immenso nella riconciliazione degli spiriti.
Se vi irritate contro il vostro nemico, che è forse il vostro amico, non lo convincerete mai.
Non dimentichiamo mai le lezioni profonde contenute nella lingua umana, nella scienza delle parole.
Invidia - Giotto - Cappella degli ScrovegniOdiare, in latino, si dice invidere, «in-videre»: non vedere.
Non c’è forse una sola verità la cui applicazione sia più universale di questa verità così semplice.
Se volete mostrare a un uomo quel che non vede, cominciate a vedere quel che egli vede, e diteglielo.
Tuttavia accade il contrario.
Si comincia a dirsi di no, gli uni agli altri, e si giunge a questa spaventosa confusione delle intelligenze.
Il male che constato è un male terribile e universale del quale l’umanità intera soffre orribilmente.
Pietro si figura che, accordando a Paolo tutto ciò che gli può accordare senza mentire, Paolo spenderebbe contro di lui una tale concessione.
È il contrario assoluto della verità.
Paolo vedrà ciò che vede Pietro quando Pietro avrà visto ciò che vede Paolo e l’avrà proclamato.
Ero ancora fanciullo quando l’occasione mi fu data di sbagliarmi molto, perché ero molto contraddetto.
E, da allora, ho visto che lo spirito di contraddizione era Satana in persona, padre di tutte le menzogne.
Il padre Faber, oratoriano, dice che non si convincerà mai un uomo se non gli si prova innanzitutto di aver perfettamente compreso le sue obiezioni, e se non si è entrati profondamente nell’intelligenza del suo stato.
Niente di più vero.
Il padre Faber dice ancora che esiste una sola cosa sulla terra che non può mai, in nessun caso, fare del bene.
Quest’unica cosa è l’ironia. (*)
Avete un antagonista: fatevi scherno del suo punto di vista. Non entrerà mai nel vostro. Mai. Ecco un uomo al quale chiudete le fonti della vita.
Il padre Faber dice ancora che se all’improvviso un uomo guardasse con amicizia gli altri uomini, esaminando la loro condotta attraverso l’interpretazione favorevole, quest’uomo cambierebbe completamente esistenza come se fosse improvvisamente trasportato su un nuovo pianeta.
Un simile uomo avrebbe, ad un tratto, una potenza di persuasione tale da stupire se stesso e gli altri, perché egli avrebbe lo spirito contrario allo spirito  di contraddizione.
Lo spirito di contraddizione può essere un istinto.
Può anche essere un sistema. In un caso come nell’altro, esso dà la morte.
Dite a un giovane uomo che una generosità mal indirizzata porterà a grandi pericoli. Scandalizzate questa generosità, feritela, trattatela con leggerezza.
Non ascolterà più nulla: avrete perduto la sua fiducia, vi tratterà ormai da nemico, e forse andrà a perdersi lontano da voi. Come voi vi sarete mostrati sprezzanti del suo punto di vista, egli disprezzerà il vostro. Voi avevate bisogno della sua fiducia, egli aveva bisogno della vostra esperienza.
Lo spirito di contraddizione vi ha perduti entrambi.
Se l’aveste ascoltato con bontà, egli vi avrebbe ascoltato con riconoscenza. Avreste tratto profitto dalla sua giovinezza, e lui della vostra saggezza.
Giacché ciascuno ha bisogno di tutti, e sarebbe forse sufficiente, per lucrare enormi soccorsi, essere generosi nel donare.
Nell’educazione, nella discussione, nella scienza, nella critica, nella vita pubblica, nella vita privata, ovunque, ovunque si nota la stessa legge: la terra è coperta di rovine, ed è lo spirito di contraddizione ad averle create.
È lo spirito di contraddizione ad armare il figlio contro il padre, l’amico contro l’amico.
Santa Maddalena de Pazzi aveva adottato questa regola di vita: non rifiutare mai nulla a nessuno, quando l’impossibilità di concedere non è una impossibilità assoluta.
Ecco lo spirito opposto allo spirito di contraddizione.
L’esperienza dei secoli insegna che l’uomo ha bisogno anzitutto di consolazione, e dopo di insegnamento, e anche che non comprende l’insegnamento se non quando ha ricevuto la consolazione. Lo spirito di contraddizione viola questa legge.
Esso vuole parlare anzitutto della cosa irritante, mette davanti anzitutto l’ostacolo. Debutta col rimprovero. Irrita, prima di placare. È per questo che il suo insegnamento è sterile e fatale, anche quando avesse cento volte ragione.
L’altro spirito, lo spirito di luce, insegna e consola. E come la consolazione ha aperto la porta, l’insegnamento passa. Passa, entra; è accettato. Non è la discussione che sta al principio dell’attività umana, è la carità.
Cominciate con la discussione, tutto sarà sterile.
Cominciate con la carità, tutto sarà fecondo.
Occorre fare l’unità, prima di approcciare i dettagli, così da ricondurre poi i dettagli nell’unità fatta, che li attende.
Tutto ciò che comincia con l’accordo finirà con l’accordo.
Tutto ciò che comincia con la divisione finirà con la divisione.
Lo spirito di contraddizione crea un immenso malinteso che si aggrava di giorno in giorno per via dell’effetto che produce.
La divisione, lasciata a se stessa, aveva mille possibilità di essere sanata.
Ma lo spirito di contraddizione ha tutto inasprito e, dopo un certo tempo, il soggetto stesso sul quale esso verte viene dimenticato.
Lo spirito di contraddizione sussiste anche quando le leggere e insignificanti occasioni a partire dalle quali si è prodotto non sussistono più.
Lo spirito di contraddizione risiede nell’anima, e dà un certo tono a colui che parla. Se il tono è importante nella parola, questo è perché il tono è lo spirito. Il tono è più importante della parola.
Satana significa l’avversario.
Supponete che l’ipotesi del padre Faber si realizzi.
Supponete che gli uomini adottino oggi, come principio di attività, la benevolenza.
Domani, in effetti, noi abiteremmo un altro pianeta.
Ma, direte voi, i dissensi intellettuali sussisteranno ancora.
Io non dico che spariranno tutti. Ma noi saremmo stupefatti vedendo un giorno in quale proporzione si saranno ridotti.
Se sparisse l’immenso malinteso creato dallo spirito di contraddizione, saremmo stupefatti di vedere in quale misura l’unione delle intelligenze seguirebbe all’unione dei cuori.
Amare è intuire; odiare è non vedere.

(Ernest Hello, Les plateaux de la balance, Perrin, Paris 1923, pp. 303-310; traduzione redazionale)

(*) NdC: Hello impiega il termine ironia come sinonimo di sarcasmo. Con più precisione, è importante non confondere ironiasarcasmo e umorismo.
L’ironia è semplicemente una figura retorica con la quale si vuol dare a intendere (soprattutto attraverso il tono) un significato differente, spesso l’opposto, rispetto a quel che si è detto.
Pertanto vi può essere una ironia malevola (il sarcasmo) e una ironia benevola (l’umorismo).
Il sarcasmo è una ironia armata, che vuol ferire, fare male. È derivazione diretta dello spirito di contraddizione, è strumento di anticomunione. Uno spirito sarcastico è indice di astio, di disprezzo. Il sarcasmo, frutto dell’orgoglio e dell’invidia, appesantisce gli animi.
L’umorismo, viceversa, è una ironia bonaria. Tanto è vero che gioia, fede cristiana e umorismo sono profondamente legati, come ha fatto notare Benedetto XVI: «La gioia profonda del cuore è anche il vero presupposto dello “humour”; e così lo “humour”, sotto un certo aspetto, è un indice, un barometro della fede».
Per questo l’umorismo, al contrario del sarcasmo, non appesantisce bensì alleggerisce l’animo: «La fede rende l’uomo più leggero, lo si può vedere nei Padri della Chiesa, soprattutto nella teologia monastica: credere si­gnifica diventare come angeli, come dicono i Padri. Possiamo volare perche non siamo più un peso a noi stessi, perché non ci prendiamo così drammaticamente sul serio. Diventare credenti significa diventare leggeri, uscire da un baricentro che ci fa tendere in basso, e salire alla libertà e alla leggerezza della fede». (Joseph Ratzinger, Il sale della terra, San Paolo, Cinisiello Balsamo 1997, p. 32)

Per conoscere meglio Ernest Hello: http://www.santiebeati.it/dettaglio/96282

 

7 pensieri su “Lo spirito di contraddizione

  1. “Odiare, in latino, si dice invidere, «in-videre»: non vedere” (cita Hofer)
    (invece più correttamente in-videre vuole significare guardare storto, guardare male, guardare contro, da cui “invidia”)
    Ma ci sarebbero molte altre cose da dire a proposito dello “spirito” di contraddizione, o anche della semplice contraddizione a un discorso che (sinceramente) non condividiamo.

      1. …no, plurale pluraliorum, ipoteticum! (che sinceramente non condividessimo) (allora come potessimo fare?)
        (come facessimo a persuderci di quello di cui non fossimo persuasi?) ( e così anche gli altri)

  2. Fabrizio Giudici

    Nella lettura mi ha sollevato dubbi quel riferimento all’ “ironia”. Vedo che l’autore infatti ha sentito la necessità di un post scriptum per spiegare la cosa. Devo dire però che anche nel post-scriptum c’è qualcosa che non mi torna. Io non vedo tutta questa negatività nel sarcasmo; ma probabilmente il problema è che forse per sarcasmo intendo una cosa diversa dall’autore.

    Come voi vi sarete mostrati sprezzanti del suo punto di vista, egli disprezzerà il vostro. Voi avevate bisogno della sua fiducia, egli aveva bisogno della vostra esperienza. Lo spirito di contraddizione vi ha perduti entrambi.

    Anche qui non saprei. Nella mia vita ho sperimentato molti scambi con alto tasso di sarcasmo (sempre da intendersi sul significato)… sia attivi che passivi. In qualche caso ho convinto l’interlocutore; in qualche caso sono stato convinto io. Per questo dico che non lo trovo sempre inadatto: dipende dalla sensibilità dell’interlocutore.

  3. saras

    A. Hofer, grazie x questo scritto brillante e vero che fa pensare molto e x averci dato l’opportunità di conoscere questo autore davvero interessante (almeno io non sapevo manco chi fosse)

I commenti sono chiusi.