Adolescenti Inafferrabili

di Costanza Miriano

Tante volte mi hanno invitato a parlare ai ragazzi, ma io difficilmente mi sono cimentata nella più difficile delle imprese: agganciare questi misteriosi ordigni, questi meravigliosi scrigni di uomini e donne che si stanno aprendo alla vita, infliggere loro le mie parole, la mia presenza. Mi incutono timore, ho paura di scocciarli, non mi sembra di avere il diritto di parlare loro prescindendo da un rapporto personale. A un adolescente puoi parlare solo se lo ami, se gli vuoi bene sinceramente, e se ti metti al suo fianco, con rispetto, non su una pedana a fargli la predica. Gli adolescenti hanno un radar raffinatissimo, se ti metti su un piano di superiorità, di quello che ha le risposte e gliele vuole dare senza neppure ascoltare le domande, se ne accorgono dopo tre secondi che parli, e chiudono le orecchie.

Mi pare che il libro di don Andrea Lonardo e padre Maurizio Botta, Adolescenti inafferrabili, sia invece su un altro piano. È scritto da chi prende seriamente, molto seriamente i ragazzi e le loro sofferenze, le loro domande. È frutto di una lunga, faticosa ricerca, di una raccolta sterminata di materiale, è frutto di preghiera, meditazione, intercessione, ma soprattutto è frutto di passione per i ragazzi e la loro fatica.

Ne è venuta fuori una miniera d’oro di materiali, suggerimenti, indicazioni, spunti, non per i ragazzi stessi ma per i genitori e gli educatori, per i catechisti, per chiunque abbia a cuore un adolescente; è per chi sa come si fa e magari vuole solo qualche spunto in più, ma è anche per chi non sa che pesci pigliare.

Consiglio una lettura spezzettata e graduale, perché i suggerimenti sono davvero tanti. C’è un capitolo introduttivo, diciamo di carattere metodologico, che si pone il problema di come passare dal catechismo per la cresima a un nuovo percorso, un cammino per giovani adulti, e che quindi si ponga prima di tutto la grande domanda che è una tale anche per noi adulti, anzi “la” domanda per antonomasia: il problema del male. Poi il libro affronta sei ambiti che interessano i ragazzi in modo vero, che riguardano la loro vita reale: la paura di essere soli; un corpo che non piace; la scuola; la famiglia; il tempo libero; l’impegno civile, la società, la politica; infine la parrocchia.

Oltre a uno sguardo veramente originale su ogni argomento, il pluriennale lavoro di padre Maurizio e don Andrea ha permesso loro di offrirci, alla fine di ogni volume, una serie di frecce preziosissime con le quali dare forza alle affermazioni, favorire discussioni, permettere scambi con i ragazzi, stimolarli: film, libri, video, canzoni, brani di libri, articoli, spettacoli, una messe ricchissima di materiale già visto o letto, e di facile reperimento, che fanno di questo libro uno strumento destinato a essere usato e riusato, aperto e consultato oltre che letto.

Ovviamente il primo capitolo che sono andata a leggere è “Un corpo che non piace” perché è un tema sempre sensibile anche per noi donne la cui adolescenza si perde in ere geologiche lontane (che poi, a ben vedere tutti i temi del libro sono interessanti – fate le dovute variazioni – anche per gli adulti), ed è stato interessante ritornare al percorso fatto: è sempre bene andare a ripassare i fondamentali, anche ora che ho fatto pace col mio corpo da tanto (grazie alla maternità, ma questa è un’altra storia).

Sicuramente nel corso degli anni verrà prodotto altro materiale utile ad “afferrare” gli adolescenti, ma questo libro sicuramente lascia un metodo che rimane, uno stile; poi le frecce potranno essere progressivamente aggiornate o integrate. Quello che rimane è l’avere imparato a trattare con rispetto e lealtà i ragazzi, come chi ha, sì, una Verità salda a cui indirizzarli, ma che guarda con rispetto al cammino che faranno per trovarla per conto loro. Serve amicizia, serve comprensione per la loro fatica e a volte il loro dolore, serve la serietà di chi sa che ogni ragazzo ha un desiderio forte e prezioso per la bellezza, la verità, la grandezza, e che per noi adulti è un privilegio poter essere al loro fianco – un pezzettino, dalla giusta distanza, per quanto ce lo consentiranno – nel viaggio per realizzarlo.

 

3 pensieri su “Adolescenti Inafferrabili

  1. Come dice Costanza, gli adolescenti sono assetati di Verità, per cui non si può annunciar loro il Vangelo dicendo (perdonate l’ovvietà) che Maria ha dubitato ai piedi della Croce. Provare per credere.
    Non ho letto il libro ma sono certo che è scritto bene e gli auguro un grandissimo successo.
    Vorrei citare un esempio editoriale meno fortunato: “Cristiano Nuovo” di Don Pierre Babin che, nel 1978, spiegava ai confratelli come evangelizzare le giovani generazioni. Allora c’erano i fumetti e la TV e Don Babin pensava che l’evangelizzazione dovesse partire esaminando i media del tempo. I risultati li conosciamo.
    Particolarmente degno di nota è il commento di un giovane sulla Messa, ovviamente celebrata con la nuova liturgia cui Don Babin credeva tantissimo:

    Nella festa di Tutti i Santi, ho invitato questo gruppo di battezzati a celebrare l’Eucaristia con me; e non certo nella chiesa parrocchiale. Sono venuti in 3 o 4. Gli altri (6-7) sono rimasti fuori. Fu una messa dolorosa, miserevole, soltanto con quel “piccolo resto”. Abbiamo ritrovato gli altri dopo l’Eucaristia, e C. mi disse: «Cosa vuole, non so nemmeno io, non capisco. Ho il mentale sordo» (sic).
    «Le vogliamo bene, restiamo con lei, ci rendiamo conto che ci crede quando prega, ma per noi sarebbe da disonesti fare altrettanto… Tutto questo non significa nulla, non ci tocca!…».

    Cosa sia stato di quei giovani non è dato sapere. Domenica scorsa in chiesa (la principale di una città di 250000 anime) c’erano soltanto vecchi, la metà dei posti erano vuoti.
    Grazie per aver ospitato questo commento

  2. Roberto di Francia

    Il problema della Chiesa è un problema di credibilità. Nel senso stretto del termine.

    Questi ragazzi escono da scuole nelle quali sono stati formattati a pensare che il mondo sia venuto fuori “dal caso”. Un grosso scoppio, le molecole che cozzano le une contro le altre, dài e dài è venuto fuori l’universo, gli animali, e, uno tra tanti, l’uomo. Questo, spacciato come il “non plus ultra” del pensiero scientifico è il vero e unico dogma che la scuola occidentale deve fare entrare con le buone o con le cattive nella testa del giovane. Perché una volta che avrà integrato l’idea che è un animale come tutti gli altri, potrà trangugiare tutto il rimanente liquame ideologico: aborto, sesso libero, politiche “green”, depopolazione.

    E la Chiesa si è accodata, per quel complesso di inferiorità culturale che un certo establishment scientifico è riuscito a inculcarle da un centinaio d’anni a questa parte. A forza di “allegorizzare”, ormai Genesi è presentato come uno dei tanti miti cosmogonici dell’antichità. Uno tra i tanti. E quindi il Peccato Originale. E quindi il bisogno di un Redentore. E chi lo fa fare ad un adolescente a scommettere la propria vita su vecchi miti “smentiti dalla scienza”?

    Si ricominci ad insegnare Genesi, senza sconti e senza timidezze. No, gli uomini non sono scimmie evolute. No, l’evoluzione non esiste: non c’è uno straccio di spiegazione scientifica di come dal disordine emerga l’ordine “da solo”. Chiedetelo a Carnot e al suo 2o principio della termodinamica, chiedetelo alla legge dell’entropia. Sfidate la (falsa) scienza sulle sue traballanti basi, e vi troverete adolescenti motivati, fieri della propria fede e pronti a difenderla contro le mode del mondo.

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