Educare sì, ma alla grandezza

di Costanza Miriano
Secondo me chi propone corsi scolastici di educazione all’affettività come risposta e rimedio all’uccisione di donne e ragazze, non conosce tanto bene i ragazzi. Le prediche “sui valori” che ricevono a scuola li lasciano totalmente indifferenti, quando non infastiditi, e desiderosi di avere reazioni opposte e contrarie a causa del bisogno adolescenziale di ribellione I ragazzi andrebbero appassionati alla bellezza, alla grandezza. Serve molto più a questo scopo uno stupendo prof di inglese che spiega Milton accalorandosi come a un derby (ce l’ho), una prof di italiano (ce l’ho) che porta i ragazzi con timore e tremore nella selva oscura di Dante. Così insegnano che il cuore umano è un mistero, e insieme, invitandoli alla fatica dello studio, educano, perché l’educazione è appunto accogliere il prezzo delle cose, accettare il limite.

Se per educazione all’affettività si intende un corso in cui si dice di rispettare il corpo delle donne, ma insieme si insegna a trarne piacere da giovanissimi (e giovanissime, la cosa è reciproca), senza essere pronti alle conseguenze, se si insegna la contraccezione e l’aborto chimico liberissimo senza ricetta anche alle minorenni (da questo governo almeno un segnale in questa direzione me lo sarei aspettato, sinceramente, almeno che i genitori siano informati del fatto che viene ucciso un nipotino), non capisco di che educazione stiamo parlando. La sessualità insegnata come una educata ginnastica senza pericoli non è vera. La sessualità non è educata, perché il rapporto sessuale scatena il senso di possesso, che va incanalato in relazioni durature e stabili, non è sufficiente dire che “non si fa”. La sessualità è un territorio misterioso come il cuore dell’uomo e irto di pericoli, e va trattata con cautela.
D’altra parte i dati lo confermano: in Italia la regione con più violenze è la civilissima e modernissima Emilia Romagna, il fanalino di coda – in positivo, stavolta – la Calabria. Il paese in cui i ragazzi sono più violenti in Europa è l’algida Svezia, cinque sparatorie contro una da noi. Le uccisioni di donne sono molto più frequenti nei paesi del nord, tipo la Germania, dove nelle scuole l’educazione è ben più ferma della nostra: più è ricco e avanzato il paese, più gli uomini violentano e uccidono donne. Forse vale la pena di farsi due domande.

32 pensieri su “Educare sì, ma alla grandezza

  1. Concordo su tutto. E soprattutto basta generalizzare, parlare di femminicidio, aizzare le donne contro gli uomini, come se fossero tutti mostri. Nessun uomo deve chiedere scusa per qualcosa che non ha fatto, è assurdo. Ogni coppia è un universo a sè, come lo è ogni donna e ogni uomo.

    1. Fabio

      Grazie per le parole scritte … io sono un uomo, e non mi sento colpevole di un bel niente … sono stato educato a rispettare le persone, in special modo le donne, che meritano (e spesso le ho sentite dire) affetto e protezione.
      Grazie Costanza, perché sapevo di venire qui sul blog, e leggere parole di buon senso, in opposizione al solito mainstream.

    2. Roberto

      Avete lette l’articolo di oggi su Avvenire da parte della teologa Simona Segoloni? Se Avvenire fosse ancora un giornale cattolico metterebbe questo intervento di Costanza invece della riflessione politicamente corretta proposta.

  2. Baback Falamaki

    Carissima Costanza, se posso suggerirti di scrivere “ne ho fatto esperienza”, che poi equivale a dire “celo” per il quale hai usato un più immediato “ce l’ho” forse farebbe venire al prossimo l’idea che l’esperienza potrebbe averla fatta anch’egli.
    Per il resto esatto, l’esperienza sessuale lega nel profondo, antropologicamente, perché associata al desiderio di eternità.
    Post magistrale!

    1. La bellezza salverà il mondo

      Speriamo che i corsi di educazione all’affettività non vengano veramente attivati nelle scuole. Rischierebbero di essere inutili o addirittura controproducenti. Come i corsi contro il bullismo. Si inizia alla primaria per poi continuare nelle scuole di ogni ordine e grado con attività trasversali tra le varie materie e incontri anche per i genitori. Ma il problema è in continuo aumento, con i corsi non hanno risolto niente.

  3. Luisa

    Grazie Costanza come sempre hai evidenziato on modo chiarissimo il problema. Diffondero’ questo articolo negli ambiti educativi dove sono presente

  4. Boback Falamaki

    Ciao, Costanza!
    grazie per il meraviglioso e profondo articolo!
    infatti l’esperienza sessuale incide nel profondo dell’essere umano, è legata all’amore, al desisderio di eternità.
    Se invece di “ce l’ho” mettessi “ne ho fatto esperienza”, “l’abbiamo incontrata, nevvero?” il prossimo potrebbe esser coinvolto, non è a te che deve chiedere (io chiederei sempre, ma io ti son amico per la pelle) ma lo pretende dalla società.
    Mille volte grazie!
    Bob

  5. Nat

    Assolutamente vero. Basta vedere un’aula al termine delle lezioni dopo anni di corsi progetti e quant’altro sulla educazione ambientale.
    Dite che è una osservazione riduttiva e finanche banale? Ok, ma intanto siamo davanti ad un fatto e non ad una delle tante interpretazioni. Che come si sa, ormai servono solo a cancellare la realtà.

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  7. nike

    Posso garantire che in Brasile, dove i cristiani sono oltre il 90 percento, gli atei praticamente non esistono, gli stupri sono all’ordine del giorno soprattutto tra le classi più povere. Il nesso tra ricchezza e violenza è profondamente sbagliato. Anzi, dove c’è benessere solitamente c’è più cultura e consapevolezza.

    1. Ago86

      Faccio notare che in Brasile – come in tutto il Sudamerica, ma non solo – la violenza è endemica. Non si tratta solo di stupri verso le donne, ma anche di sparatorie tra bande di malviventi o tra gang di qualche tipo; realtà all’ordine del giorno ormai anche a Chicago, tanto che non fanno notizia. E le vittime principali sono uomini, ma questo non interessa nessuno.

      E non è questione di “cultura” o “consapevolezza”. Non ci vuole un addestramento scolastico per capire che ammazzare e picchiare sono cose malvagie; anzi le peggiori ideologie disumane basate sul vittimismo e sulla divisione in categorie sociologiche hanno presa solo su gente “colta” ed “istruita”, che ha sviluppato la “consapevolezza” che deve risolvere i problemi degli altri – ossia le vittime delle loro politiche culturali che hanno distrutto tutti i legami sociali e tutte le identità umane, instillando il vittimismo per cui se qualcosa va male è colpa di qualcun altro e sono legittimato alla “rivoluzione” etc.

  8. Federico

    Purtroppo la violenza esiste da sempre!
    Provocata da invidia frustrazione e ignoranza !

    Se parliamo di giovani come immagino tutti ci riferiamo anche dagli ultimi fatti accaduti purtroppo viviamo in una società dove forse tutti uomini donne giovani e BAMBINI SONO ATTRATTI da
    Mezzi di comunicazione , film, serie TV, giochi violentissimi di guerra di mafia di razzismo, per non parlare della pornografia donna uomo ,uomo uomo,
    Donna donna, e pornopedofilia,e giochi violentissimi pornografici.
    Questo per dire come scrive Costanza
    la scuola non insegna più valori umani come passare del tempo importante a studiare anche con i compagni senza competizione ma con amore per la cultura l’arte la comunicazione tra persone ( esseri umani) no numeri!!
    C’è da dire anche che
    La famiglia è sempre più in difficoltà
    Sempre meno tempo per stare con i figli per fargli vedere e gustare che la vita è anche armonia pace e sensibilità verso il prossimo !
    Giovanni Paolo secondo diceva in Polonia : Cari fratelli amici giovani ma soprattutto genitori e nonni se volete migliorare il Mondo
    Bisogna prima servire umilmente con amore la propria famiglia.

  9. Francesco Paolo Vatti

    Sicuramente vero quanto scritto. Sicuramente vero che un messaggio contraddittorio come quello di usare il sesso come fonte di piacere e di rispettare gli altri (la persona prima ancora del suo corpo) non possono portare da nessuna parte. Inoltre, condivido anche che un corso del genere possa essere vissuto con ribellione. Ricordo come, da ragazzi, deridessimo le campagne contro il fumo e i risultati sono cominciati ad arrivare quando le campagne sono diminuite…
    Credo, però, che ci sia anche altro. Vedo sempre più spesso genitori che difendono i propri figli a prescindere, che non dicono mai di no. Questi ragazzi crescono, così, convinti che ogni desiderio sia legittimo e sacrosanto. Quando, poi, non lo vedono esaudito, hanno la reazione violenta di un bimbo, con la forza di un adulto….

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  11. Agnese Migliore

    Grazie Costanza
    per il contributo sincero e perciò prezioso, come sempre.
    Nella riflessione che proponi, che condivido pienamente, manca però a mio parere un punto fondamentale: la necessità di chiedere ai nostri governanti italiani, europei, mondiali, di intervenire a vietare sul web, nei videogiochi, nella musica ogni contenuto violento e pornografico o volgare; non basta: occorre chiedere che venga limitato l’uso a tempi precisi ( un’ora al giorno per gli adolescenti? per esempio) ovviamente vanno coinvolti nelle loro responsabilità i gestori di tutti questi contenuti.
    Mi spiego meglio; tra i molti commenti letti in questi giorni, una psicologa scriveva: l’assassino non è cresciuto in un ambiente violento.
    Il fatto è che i nostri ragazzi, anche nel caso in cui crescano in una famiglia in cui tutto ciò che è bello, nobile e vero viene ricercato in ogni modo, e magari frequentino una scuola che funziona abbastanza, e pratichino pure i giusti sport, sono comunque immersi quelle 7-8 ore in media nel web, nei videogiochi, nella musica, che finiscono con l’avere un’incidenza educativa, spesso diseducativa, molto più forte dei contesti reali; e purtroppo, checché ne dicano tutti coloro che non vivono in casa con adolescenti o circaventenni ( per usare una delle tue simpatiche espressioni) i genitori, anche nel caso siano in grado di metterci ogni impegno, possono farci veramente pochissimo; possono dialogare con i figli, ragionare, condividere molto, ma la forza dopaminica del web e della musica ha, su molti di loro, la meglio e può disgregarli, svilirli, condurli dove non sappiamo.
    Io credo che sia davvero come ai tempi del fumo ovunque: ci volle molto lavoro per far ammettere ai produttori di tabacco che faceva male e per limitarne drasticamente l’uso.
    È passata parecchio in sordina la buona notizia di fine ottobre che 41 Stati americani han fatto causa a Meta per i danni causati agli adolescenti; penso che anche il nostro Stato, gli Stati europei dovrebbero fare ora la stessa cosa: non possiamo permettere che i nostri ragazzi crescano in un ambiente virtuale così devastante.
    Riterrei molto importante una tua opinione e una tua iniziativa su questo.
    Grazie per l’attenzione,
    Agnese

  12. Luigi

    Temo che non venga colta appieno la gravità della situazione.

    Prima di tutto, traducendo dalla neolingua woke, per “corsi di educazione affettiva” si deve intendere correttamente “corsi di odio e di discriminazione del maschile”.
    In seconda battuta: i corsi ufficialmente non sono ancora partiti ma in realtà, per iniziativa di molte “insegnanti”, si è già iniziato – e non da oggi – a trattare ragazzini di 11/12 anni come mostri in pectore, per il solo fatto di essere maschietti.

    Vengono presi “a parte” e colpevolizzati di fronte al resto della classe, di “razza eletta” perché invece nata femmina.
    Ora si provi a immaginare cosa significhi, in questa delicatissima età, una simile tortura. Si immagini quale potranno esserne le conseguenze dopo qualche anno e si deducano da ciò quali siano i reali, inconfessati motivi per cui tali iniziative vengono ufficiosamente promosse.

    Tutto ciò viene ammesso anche da qualche isterica propagandista, che si meraviglia (!!!) del fatto che tra gli studenti più d’uno reagisce adeguatamente a questo tentativo di essere demonizzato solo perché maschio… con la conseguenza che la dose di veleno viene aumentata (molto logico, effettivamente).

    Se maltrattate un cane da cucciolo, questo cresce aggressivo e cattivo – e nello stesso tempo vile e pauroso – nei confronti di tutto.
    Figurarsi i cuccioli d’uomo.

    1. Ago86

      Le varie femministe che dicono che occorre “educare i maschi” non si rendono conto che il corpo docente è praticamente un gineceo da diversi decenni, e che quindi i maschi sono “educati” praticamente solo da donne fino al liceo?

      1. Luigi

        Buongiorno Ago,

        penso che la coerenza ed il rispetto del principio di non contraddizione non siano da tempo in cima alla lista dei requisiti previsti per l’insegnamento.

        Quanto al “gineceo”, ormai tutto è un “gineceo”; impiegando tale termine al posto di un altro, un poco più volgare ma certo più adeguato.
        Si pensi solo all’informazione televisiva, da cui praticamente sono scomparsi gli uomini; motivo per cui anche una guerra o un terremoto sono ridotti ad un estenuato, infinito, morboso cicaleccio (privo di notizie ed informazioni ma ricco di emozioni svenevoli).

        Il motivo dell’odio forsennato contro il maschio bianco eterosessuale – nessuno ha osato impiegare il termine “femminicidio” per l’assassinio di Saman Abbas – è stato spiegato compiutamente da Tommaso Scandroglio sulla “Bussola”; ne riporto un breve passo:

        “… da sempre, la lotta contro il padre è ribellione contro le regole perché è il padre che in famiglia dovrebbe darle: è soprattutto lui che indica la norma, che fa usare la ragione per discernere il bene dal male e quindi è soprattutto lui che sanziona o premia. Ma è sempre lui che fornisce gli strumenti per rispettare la norma: la fortezza, la responsabilità, il coraggio, il dominio prima di tutto di sé stessi, etc.

        Si attacca oggi il maschio perché è naturaliter padre; e il padre, storicamente, ha fornito le regole per non scannarci gli uni con gli altri. Se allora sopprimi il padre, non solo uccidi il maschio, ma anche il legislatore e il giudice, abbandonando così la società nelle fauci della barbarie anarchica, la stessa che ha ammazzato – guarda caso con sanguinaria ferocia – la giovane Giulia.

  13. guglielmo

    Se l’Avvenire, giornale ex cattolico, chiedesse a Costanza di scrivere qualche articolo, invece di quello che è apparso ieri a firma della teologa Simona Segoloni (www.avvenire.it/opinioni/pagine/un-mondo-a-misura-di-maschio-cambiamolo-per-non-dare-alibi), non sarebbe meglio?

  14. Bisogna prendere coscienza che tra i giovani e giovanissimi si è ormai infiltrata un subcultura che possiamo certo definire demoniaca (per chi ne sa cogliere l’esistenza) che sta formando una malata mentalità condivisa.

    Per condivisa intendo in una parte dei giovani, indipendentemente dal “genere”.

    Basterebbe ascoltare (ahimè) alcuni passaggi di testo di quella che purtroppo viene definita musica. Brani “trap” che hanno una propria diffusione non così marginale.
    Vi riporto qualche passaggio mi perdonerete, ma forse non tutti ne siamo consci:

    «Per le “bitch” che ho fot**to dovrei ricevere un nobel… Non è mai sazia, vuole altri “cock” quello mio e della mia squadra»
    14.7 mln di ascolti

    «Se la tipa non vuole farlo, se la sc****ano i mie, gli va male perché dopo se la sc***ano in sei»
    29.8 mln di ascolti

    Se pensiamo che gli ascolti siano solo maschili, siamo degli illusi.

    C’è anche una grave responsabilità adulta, ad esempio difronte a istituzioni che magari ti chiedono conto di aver proclamato San Paolo, ma nulla fanno contro la diffusione di simili “canzoni”.
    Come la responsabilità di chi le promuove e diffonde ovviamente a scopo di lucro.

    Poi al di là dello scandalizzarsi, bisognerebbe approfondire i motivi dell’esistenza e del successo di simili fenomeni (vogliamo parlare anche di alcune serie TV?), della risonanza e delle responsabilità dei cosiddetti “social” – inarrestabile mezzo di diffusione.
    Arrivare alle ragioni profonde di questo malessere e/o della scelta violenta distruttiva e talvolta auto-distruttiva, di fronte al rifiuto, alla sconfitta, all’abbandono, da parte di giovani come di adulti, che può apparire come problema “altro”, ma ha le stesse radici, che affondano nello stesso “buco nero” spirituale.

  15. Prov

    Giusti e condivisibili ragionamenti. Se non fosse che sono del tutto inutili.

    Inutili nel senso che tutto ciò presupporrebbe che avessimo a che fare con persone dotate di buone e rette intenzioni. Invece abbiamo a che fare con un sistema ontologicamente perverso e con persone che quando va bene sono schiave inconsapevoli dei personaggi che ragionano per loro ma forse più spesso con agenti malvagi peggiori del loro padrone.

    Molti dei mali che ci affliggono sarebbero certo evitabili con un po’ di buona volontà e onestà ma non è possibile evitare il male (quello malefico che sgorga direttamente dall’inferno e avvelena i potenti della terra e i governi e si riverbera – oggi più che mai – in ogni aspetto della vita).

    Almeno è impossibile con le armi della ragionevolezza o del buon senso (figuriamoci con i valori cristiani che erano snobbati e derisi anche quando i tempi erano migliori) o continuando a discutere come se dall’altra parte avessimo dei poveri sprovveduti in cerca di illuminazione e/o redenzione.

    No, non sono “compagni che sbagliano” (per dire), sono diavoli che fanno il loro (sporco) lavoro con la volontà luciferina, l’abnegazione, la determinazione e l’odio inestinguibile che il padrone li ha posseduti e inviati per per le strade del mondo da par suo.

    Non vinceranno per sempre. Ma ora stanno vincendo alla grande. Dappertutto.

    E hanno appena cominciato.

  16. Obbligare le scuole a tenere dei corsi sull’educazione affettiva significa addossare ai professori un compito che spetterebbe alla famiglia. E questo lo si fa perché molte famiglie non sono più tali, dato che si sono sfasciate quando il bambino era ancora piccolissimo. E qua ci dovremmo fare qualche domanda, perché se fino a poco tempo prima una coppia era così unita e affiatata da progettare di costruire una famiglia insieme e poi nel giro di pochissimo arriva alla decisione drastica di distruggerla, allora vuol dire che forse questa decisione drastica è stata presa troppo a cuor leggero, senza che ci sia stata la necessaria determinazione nel voler evitare a tutti i costi un finale così tragico. Tragico non tanto per i genitori, quanto piuttosto per il bambino: io che lavoro con i minorenni da molti anni posso assicurare che per la felicità e l’equilibrio di un bambino è semplicemente fondamentale che i genitori stiano insieme.
    So che c’è una corrente di pensiero per cui “Il bambino soffre di più con due genitori uniti e infelici che separati e felici”: tuttavia ho sempre pensato che questa fosse una frase falsa e autoassolutoria, inventata da genitori che non sapevano gestire il proprio senso di colpa, e quindi sono arrivati a partorire la frase paradossale per cui a separarsi hanno fatto addirittura un favore ai loro figli. Ma mi faccia il piacere, come diceva Totò.

    1. Sono assolutamente d’accordo !

      Guardatevi intorno : ma dove sono tutte ‘ste “famiglie cattoliche” ? Sono molte, molte di meno di quante immaginate o pensate di vedere.
      Solo perchè battezzano i figli e li mandano a Catechismo, pensate che siano davvero “cattoliche” ?

      Il problema sta a monte : una società e un “governo” senza Dio (Dio che ci ha mostrato/indicato Cristo, ovvio), una società e una famiglia senza Dio e che ha messo Dio in disparte, o peggio, cacciato via, sicuro è una società morta e destinata a fallire e a creare mostri, anche il alto loco.
      Certo NON si può imporre Dio e la Fede, ma neanche fare finta che non ci sia una Legge Naturale e Morale. Partiamo da quì, dalla legge naturale e dalla morale (quella sana, non quella dei bacchettoni e/o puritani); la filosofia a scuola, in TUTTE le scuole superiori, potrebbe essere un aiuto, perchè la filosofia insegna a ragionare…ma neanche questo basta/basterebbe, bada.

      Dare la colpa ai cattolici o alla educazione cattolica è assurdo, perchè i cattolici veri sono/siamo rimasti davvero un “piccolo resto”, pochi siamo; date la colpa al perbenismo, anzi la POST-perbenismo.
      Due genitori che hanno incontrato veramente Cristo, TUTTI E DUE, non se lo sognano lontanamente di “lasciarsi” o di distruggere una famiglia : perchè, chi ha incontrato Cristo, NON SMETTE DI AMARE…come possono due cristiani smettere di amare ? O non hanno incontrato Cristo, o non sono cristiani/non hanno compreso il Vangelo.
      Prima di parlare, per favore, guardatevi intorno e leggete le statistiche della CEI.

      Che poi le chiese sono piene (anche) di praticanti non credenti, questa è un altra faccenda.

      Io sono un uomo e non mi sento affatto colpevole della “violenza sulle donne” : Domine Iddio ha dato a tutti l’intelligenza, la memoria e la volontà, a tutti, maschi e femmine. E’ semplicistico accusare la società/famiglia per la colpa/crimine/peccato di un singolo che opera da singolo…ovvio che il discorso va capito/dispiegato…..ma voglio dire, non esistono solo Hobbes e Rousseau, in mezzo, che dico, PRIMA, molto prima di questi due c’è Cristo e il Vangelo e ancora prima i Comandamenti che NON sono stati aboliti. E ancora prima c’è la legge naturale, che sarebbe l’ABC.
      Siamo all’ABC ??? Sì, chi non ha incontrato Cristo, sta all’ABC, datevi per vinti su sta cosa.

      A proposito : NON ci sto affatto al vento che tira “gli uomini sono mostri e violenti e le donne sono belle brave e buone”……non è affatto così : siamo TUTTI difettati, uomini e donne, sì, sì..anche le donne Tutti siamo stati feriti dalla colpa di origine, tutti.

      P.S. ho scritto per accodarmi a Wwayne, ma rispondo anche a Giuseppe.

      1. “Due genitori che hanno incontrato veramente Cristo, TUTTI E DUE, non se lo sognano lontanamente di “lasciarsi” o di distruggere una famiglia : perchè, chi ha incontrato Cristo, NON SMETTE DI AMARE…come possono due cristiani smettere di amare ? O non hanno incontrato Cristo, o non sono cristiani/non hanno compreso il Vangelo.” Quanta verità in queste parole. Grazie per la risposta! 🙂

      2. Ago86

        E questo è A MONTE della politica e dei rapporti di forza politica. Non è il “patto sociale” a inventare il diritto e la giustizia: le teorie di Hobbes e Rousseau sono appunto la negazione della realtà oggettiva e concreta del bene, del giusto e della natura umana – la quale sviluppa adeguatamente le proprie capacità secondo la realtà delle cose, non in base a quanto stabilito dal Leviatano o dal Contratto Sociale.

        La politica è basata su una finzione, su una menzogna inventata ab origine per evitare i disordini dovuti alla perdita della Fede cattolica e le conseguenze di “decido io cos’è bene e cosa no” (sia nella versione protestante che che in quella del “libero pensiero”). Si è voluto eliminare ogni riferimento alla Verità e siamo finiti nel negare ogni verità oggettiva, compresa quella che abbiamo nelle mutande.

        E no, non sarà un’elezione o un partito a cambiare le cose: occorre spazzare via tutto. E non dite che è impossibile, perché la storia contemporanea insegna che si può ribaltare qualsiasi cosa che prima era ritenuta “indiscutibile”. Ci si è riusciti con la violenza, prendendo il potere come in Francia o in Russia, e con la propaganda mediatica e il monopolio culturale (vedi l’omosessualismo).

        E come cristiani dovremmo essere avvantaggiati, perché mentre i mezzi precedenti sono fatti per imporre dall’alto un cambiamento che distrugge ciò che c’era prima, il cristianesimo converte il cuore dell’uomo e cambia la persona stessa – vedi commento di Pierpaolo – e non c’è nulla di più potente e conquistante dell’amore. Altro che partiti, elezioni e Stato! Questo ciarpame inventato non ha alcun valore.

  17. L’educazione non si può imporre (insegnare) per “Legge” o con una “Legge” : che facciamo ? facciamo una legge che recita “Quando si entra in un negozio si dice ‘Buongiorno’ ” oppure “Il portone dell’androne deve rimanere sempre chiuso”…che facciamo, facciamo una legge per queste cose ? E chi non dice “Buongiorno” e chi lascia il portone aperto paga una ammenda ?
    L’educazione ha a che fare con la sensibilità, con l’empatia e con il rispetto…..non con la cultura o il “progresso civile”.
    Prima occorre chiedersi : cosa è il rispetto ? Cosa è la sensibilità ?

    1. Francesco Paolo Vatti

      E’ proprio questo il problema: poco virile e non cresciuto…. Reagisce alle avversità come un bimbo piccolo, coi mezzi che la natura dà a un adulto….

  18. Giuseppe

    Non riuscirò mai a capire perché essere cattolico, per alcuni cattolici, implichi che ogni soluzione di problema debba passare da Dio. Il nostro Signore ci ha dato adeguato cervello per saper vedere le cose con razionalità, ed agire laddove possiamo, posto che dove non possiamo dobbiamo affidarci a lui. In questo senso il fenomeno della violenza contro le donne è sempre esistito ma ora diventa un punto emergente in una società dove alcuni uomini non sopportano in modo evidente le nuove consapevolezze delle donne riguardo ai propri diritti come persone. Possiamo agire in modo laico , oltre che in modo cattolico ? Evidentemente anche nelle famiglie c.d. cattoliche non si è riusciti in modo efficace a passare una educazione al rispetto della volontà dell’altro, sopratutto quando si intende la relazione come possesso. Una educazione affettiva scolastica certo non risolverà il problema ma può essere efficace a ridurlo , posto che è una intera società che è alle prese con una trasformazione antropologica. La paura che ai nostri giovani siano inculcati chissà quali principi anticattolici e’ ingiustificata , posto che oggi l’unica fonte che hanno 24h al giorno sono gli amici ed internet , l addice la famiglia (e sono molte ) non riesce a dare educazione in tal senso , a volte perché malata dello stesso problema Chi ha altre ricette , che non siano generiche ma pratiche ed applicabili nel breve medio periodo , le consigli . Se aspettiamo che siano le famiglie a fare quello che evidentemente non sanno più fare , rovineremo una parte delle generazioni. La scuola arriva ovunque e può qualche volta supplire. Ovviamente poi c’è la Chiesa , i catechismi , gli oratori , etc etc e quelli non mancheranno mai. Ma bisogna sottrarre i ragazzi, che non hanno famiglie adeguate alle spalle, alla predominanza di esempi sbagliati e di amicizie, social e siti internet .

  19. Non ho idea di quanto sia vero, ma gira voce che l’ex di Giulia Cecchettin dopo essere stato lasciato dormiva abbracciando un orsacchiotto che chiamava “Giulia”. Alla tenera età di 22 anni. Tipico frutto del Patriarcato (come urla la sorella della vittima)…

    Questa roba tipo “coperta di Linus” fa capire che non era per nulla un uomo. Altro che il tizio violento, barbaro, forzuto e macho che opprime una donna e se ne sbarazza dopo che non gli serve più: qui abbiamo a che fare con uno snowflake che piange perché gli hanno tolto la bambolina.

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