Sull’importanza della Messa feriale

di Chiara Bertoglio

Non è la prima volta che mi trovo a scrivere su questi argomenti, che mi stanno terribilmente a cuore e sui quali mi sembra che sia necessario, da donna, da laica e da teologa, dire alcune parole.

Sto notando, infatti, in diversi sacerdoti con cui parlo (e dei quali ho peraltro grande stima, come uomini e come preti) un pesante calo di motivazione riguardo alla celebrazione delle S. Messe feriali. Le giustificazioni che vengono addotte sono, per esempio che “la” Messa per antonomasia è quella domenicale, che quelle feriali sarebbero delle “devozioni”, che nei giorni feriali non si può radunare tutta la comunità eccetera.

Mi permetto di provare a rispondere a queste osservazioni, conscia di non avere la verità in tasca e senza voler insegnare nulla a nessuno; ma, nello stesso tempo, provando un profondissimo struggimento nel cuore davanti a questa situazione e sperando di poter aiutare i nostri carissimi sacerdoti a ritrovare il gusto e il desiderio di celebrare quotidianamente.

È chiaro che la S. Messa è un evento “pasquale”, è, anzi, la S. Pasqua: è la presenza attuale, viva e vivificante della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù, il Logos incarnato, l’Eterno Sacerdote che offre se stesso al Padre nel canto d’amore dello Spirito nella Trinità. E, per questo, l’Eucaristia è prima di tutto la celebrazione della Pasqua annuale, e poi della Pasqua settimanale, che è la domenica, ottavo giorno, e giorno della Risurrezione. Su questo credo che nessun cristiano ben formato possa avere dei dubbi, e che nessuna Messa feriale possa sostituire quella festiva.

Quello che però non mi sembra che ne consegua è che la celebrazione feriale svuoti della sua specificità e unicità quella festiva. Faccio un esempio: l’anniversario di matrimonio è il momento in cui una coppia di sposi rinnova il giorno delle proprie nozze, festeggia “un po’ come quel giorno”, e celebra la bellezza del proprio amore. Ora, quale coppia festeggerà meglio il proprio anniversario: quella che non perde occasione per manifestarsi il proprio amore con piccoli gesti quotidiani di festa e di affetto, oppure quella che non si parla mai? Quale sportivo correrà meglio la maratona della domenica, quello che ha corso tutta la settimana oppure quello che corre una volta alla settimana?

Non si tratta, beninteso, di stabilire che ci siano cristiani “di serie A” (quelli della Messa feriale) e “di serie B” (quelli della Messa festiva). Ci possono essere mille situazioni nella vita per cui una persona vicinissima a Dio può essere impedita a partecipare all’Eucaristia feriale (e talora anche a quella festiva!), e c’è chi magari va più per abitudine che altro. La Grazia del Signore non è limitata dai sacramenti o dalle celebrazioni, ma attraverso essi si manifesta e si dona. Ci sono stati cristiani santi (per esempio in Giappone) che non hanno mai partecipato alla S. Messa in vita loro, e cristiani tiepidi nelle loro consuetudini poco vissute. Ma questi casi limite non devono offuscare il fatto che la S. Messa sia il luogo privilegiato della manifestazione dell’amore di Dio per noi.

Nella Messa c’è tutto. C’è la liturgia eterna d’amore della Santissima Trinità: Il Figlio, eterno Sì, che accoglie la vita del Padre e a Lui si offre nell’unione dolcissima dello Spirito Santo. C’è l’Incarnazione, perché il Logos che ha preso carne per salvarci si rende presente, visibile nel Pane consacrato. C’è la rivelazione, perché la Parola incarnata si dona a noi nelle letture bibliche e nella meditazione che esse ci offrono. C’è la risposta dell’uomo, nella preghiera e nell’offerta di sé, unita al sacrificio unico e perfetto di Cristo. C’è il memoriale della redenzione, con l’Agnello immolato che si offre al Padre per noi, e si offre a noi perché assaporiamo – letteralmente – l’amore e il perdono del Padre. C’è l’unione nuziale dell’anima e della comunità che celebra con il suo Signore: la Comunione (dono immenso, ma che trova la pienezza di senso nel contesto della S. Messa) è il momento in cui si attua la nostra incorporazione a Cristo, il nostro ricevere la divinità che il Padre ci dona e di cui ci riveste, il nostro offrire tutto di noi al Padre come risposta d’amore. C’è tutta la Chiesa: il fatto che possano essere presenti solo “quattro vecchiette” (e attenzione a disprezzare le “quattro vecchiette”… cosa ne pensa il Signore è evidente nell’episodio della profetessa Anna e della vedova dei due spiccioli) è solo l’apparenza visibile.

La realtà è che quando diciamo “Per Cristo, con Cristo e in Cristo”, diciamo anche “per la Chiesa, con la Chiesa e nella Chiesa”. Il Cristo è Capo e Sposo della Chiesa: nel suo offrirsi al Padre per le mani del sacerdote c’è anche la pienezza dell’umanità a Lui unita indissolubilmente nell’Incarnazione. La pienezza del corpus christianum, di tutti i battezzati; ma anche la pienezza dell’umanità che Egli ha assunto su di sé, con tutti gli uomini e le donne di tutti i tempi. Ogni volta che viene celebrata la Santa Messa è tutto l’umano che viene portato nel cuore di Dio, e tutto di Dio che si dona all’uomo.

Perché, mi si dice, tutti i giorni? Non è uno svilire il mistero? Io credo che il mistero si svilisca se lo lasciamo svilire – dipende da noi. Dio non si stanca della ripetizione: lo dice Chesterton, che paragona stupendamente Dio a un bambino che ogni giorno batte le mani di gioia vedendo il sole sorgere: “fallo ancora”, gli dice, come i bambini che si incantano davanti a una cosa ripetuta. Sempre Chesterton diceva che se non siamo capaci di incantarci davanti a ogni filo d’erba la colpa non è dell’erba, ma nostra. Se non siamo capaci di incantarci, di fremere, di meravigliarci e di tremare di gioia e di emozione davanti al Signore che si offre a noi, è perché noi siamo stanchi o svogliati, non perché il Mistero si appiattisca nella ripetizione.

E basta vedere il messaggio dei santi per capire che è così. La finalità di un ministero sacerdotale, secondo me, non è “sopravvivere alle attività parrocchiali”, bensì coadiuvare al massimo possibile la santificazione del popolo che al pastore è affidato. E la santificazione passa anche, e in modo privilegiato, dalla Grazia dei sacramenti, soprattutto di quelli che solo il sacerdote può celebrare. Qui mi permetto una piccola nota polemica, da donna: è vero che siamo soprattutto noi donne a partecipare alla S. Messa feriale, ma se davvero crediamo che l’apporto femminile alla Chiesa non sia disprezzabile, io, da donna, supplico i sacerdoti che hanno la grazia di poterlo essere anche in virtù del loro essere uomini, di non “affamarci” togliendoci la Grazia dell’Eucaristia feriale. Noi non possiamo celebrare la Messa, abbiamo bisogno di voi: siamo felici che siano gli uomini a essere sacerdoti perché così ha voluto il Nostro Signore e ha fatto bene, ma vi preghiamo di non imporci un’astinenza che molte di noi non desiderano.

Se vediamo i santi e beati proclamati di recente, e le figure che brillano per luminosità in Cristo, sono tutte persone appassionate dell’Eucaristia feriale. Carlo Acutis è il primo fra questi: un quindicenne che amava l’Eucaristia chiamandola la sua “autostrada per il Paradiso”, e infatti è arrivato in Cielo sorpassando tantissimi fra noi ben meno “brucianti” di lui. Chiara Corbella era innamorata dell’Eucaristia; Chiara Luce Badano desiderava l’Eucaristia quotidiana e la ricercava. Padre Jacques Hamel, uno dei recenti martiri europei, è stato assassinato mentre celebrava la Santa Messa feriale, con le solite “quattro vecchiette”. Cosa ci dicono questi santi? Che, certo, non è obbligatorio andare a Messa tutti i giorni per essere santi; ma che, caspita, aiuta, certo che aiuta!

E proprio pensando a padre Hamel vorrei aggiungere ancora due ultime considerazioni.

La prima è questa: abbiamo pochi sacerdoti, non ce la fanno a “dire tante Messe”. Per carità, nemmeno io vorrei dei sacerdoti “distributori di sacramenti” o che celebrino a cottimo. Ci mancherebbe. Ma io credo che potrebbero esserci più vocazioni al sacerdozio se i preti fossero convinti e innamorati di ciò che solo i preti possono fare. Se un ragazzo vede un prete che celebra con tutto il cuore, incurante che ci siano due o duemila persone alla Messa, ma convinto e sicuro che ci sia Colui a cui ha donato la propria vita perché Egli ha donato la sua vita per primo, ecco quel ragazzo può forse innamorarsi del sacerdozio. Se il prete non crede nell’unicità e specificità del mistero eucaristico, e si limita a celebrarlo la domenica o poche altre volte, di cosa si innamoreranno i potenziali futuri sacerdoti?

La seconda cosa che penso ricordando il martirio di padre Hamel è questa. La Messa è quanto di più alieno allo “spirito del mondo”. La meditazione la fanno anche i buddisti; la lettura del testo sacro è tipica di tutte le “religioni del libro”. (Ovviamente non intendo né denigrare lectio e meditazione, né il Buddismo, l’Islam o l’Ebraismo: quello che sto cercando di dire è che si tratta di attività non specificamente cristiane, e che “il mondo” può capire relativamente bene, tant’è vero che si può fare meditazione senza credere in nulla [mindfulness] e nutrirsi di buone letture anche da atei o agnostici).

La S. Messa è il celebrare il mistero di un Dio che si fa carne, che muore e risorge per noi, e che si dona da mangiare sotto l’aspetto di un disco bianco di pane. Se la mettiamo così, davvero noi cattolici siamo “pazzi”. Come facciamo a credere queste cose? Ma è qui che si gioca la nostra fede, e di conseguenza, la nostra testimonianza. Il mondo di oggi spesso non crede che esista un Dio, e se c’è sicuramente non è personale, e se anche è personale sicuramente non gli passa nemmeno per la testa di incarnarsi. Men che meno di morire in croce: la croce rimane “scandalo e stoltezza”, e lo diviene ogni giorno di più, nella misura in cui la sofferenza è sistematicamente esclusa e tacitata nella nostra società (che pure soffre tantissimo). La risurrezione è poi accolta in modo ancor più scettico di quanto accadde a Paolo all’Areopago, tant’è vero che purtroppo anche molti cristiani non credono più nella risurrezione della carne. E la presenza reale? Chi può crederci?

Allora, io penso che sia anche una profonda testimonianza di fede quella di cercare di ritagliare tempo per la Santa Messa feriale, fra tutti i mille impegni che tutti abbiamo, e magari facendo un po’ fatica nella fedeltà. Ma dire, dire con la vita più che con le parole, che noi crediamo che nella Santa Messa, ogni giorno, il Signore si faccia presente in mezzo a noi, per noi e con noi, donandosi a noi nella pienezza del suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità, e che val la pena di vivere e di morire per questo mistero… ecco, io credo che il mondo abbia molto bisogno di questa “stoltezza”, di questa “follia”. E Chi ce ne dà la forza è proprio Colui nel nome del quale celebriamo questo mistero.

29 pensieri su “Sull’importanza della Messa feriale

  1. cristina

    Condivido il messaggio! Certo…da madre lavoratrice sarebbe più facile riuscire a frequentare la S.Messa feriale (cosa cui aspiro) se ci fossero orari consoni alla vita in una grande città e con celebrazioni che permettano poi di recarsi al lavoro in tempo utile…A Milano la maggior parte delle chiese celebra la messa feriale dopo le 8.30 della mattina o alle 18.00 alla sera, orario in cui a casa iniziano le attività frenetiche della cena (nel mio quartiere poi tutte le chiese celebrano allo stesso orario) e spesso le celebrazioni feriali a causa di omelie infinite (ma è necessaria l’omelia ??) durano anche 45-60 minuti…
    Così devo dire che è facile che le Chiese siano vuote perchè è inevitabile che ci vadano “quattro vecchiette”.

    1. Boback

      Ciao! Milanese anch’io, ti do ragione sugli orari specie quelli mattutini, incompatibili col lavoro.
      Però, e lo dirò anche indipendentemente, nulla della Messa può esser buttato via, neanche l’omelia perché aiuta alla “digestione” della Parola: infatti andrebbe aiutato il cattolico medio (in medio NON SEMPRE stat virtus sed MEDIOCRITAS) a capire ed amare la Scrittura, magari prima che ce la cambino o censurino. La Scrittura, vecchio e nuovo Testamento, fa TUTTA parte del Depositum Fidei, e un’adeguata omelia potrebbe aiutare a conoscerla ed amarla.
      La Santa Messa non dev’essere breve, deve semplicemente essere momento in cui lasciamo che Dio si prenda cura di noi, invitandoci a Tavola…

      1. Lucia Frigerio

        Per i milanesi, segnalo la parrocchia di Sant’Agostino di via M.Gioia dei Salesiani, che al mattino fa diverse Messe, anche intorno alle 7. Quando lavoravo lì vicino(ora prepensionata), venivo da un paese a 15 km da Binasco, certo facevo dei sacrifici(mi alzavo alle 5.15) ma non volevo per nulla al mondo perdere l’incontro con Gesù, che mi ha cercato insistentemente e ha dato la vita per me…e io non ho capito nulla per tanto tanto tempo. Certo, se si abita dall’altra parte della città magari è un tantino problematico, ma ho voluto comunque indicare una Chiesa a Milano che offre svariate possibilità per poter assistere alla Santa Messa. Un abbraccio a tutti!

    2. Tiziana

      Se in città gli orari delle S.Messe feriali non sono idonei alla vita lavorativa e genitoriale, mi sento di dire che non lo sono neppure nei borghi provinciali!!!
      Abito in provincia di Vicenza in un territorio collinare/montuoso con circa 26.000 anime.
      Da me, considerando 2 Unità Pastorali che comprendono in tutto 9 parrocchie, tutte le messe del mattino sono alle 8.30 o 9 e la sera alle 18.30.
      Quando lavori e hai famiglia, come fai?

  2. Giorgio Bruno

    ottimo
    anche mia moglie ed io frequentiamo oltre all‘eucaristia festiva come possiamo quotidianamente la messa feriale.

    Perché… vorrei rispondere con san Francesco di Sales: “Se qualcuno del mondo ti chiederà perché ti comunichi così spesso, dirai loro che è per imparare ad amare Dio, e per purificarti delle tue imperfezioni, per liberarti delle tue miserie e trovare conforto nelle tribolazioni e nelle tue debolezze”.

  3. Marco Cavagnaro

    Leggo questo articolo dopo aver celebrato la messa per quattro donne (non tutte vecchiette, una aveva 21 anni) è un signore anziano vedovo. Dietro a ognuno di loro una croce. Con due delle Signore ci siamo intrattenuti un ora bevendo caffè e mangiando formaggio (siamo in Olanda!) e abbiamo parlato di fede e della loro vita! Che bella la chiesa!

    1. Elena Spironello

      Che bella, la Chiesa! Che gioia, un Sacerdote come te. Puoi aggiungere la mia croce, alla S. Messa di domani? Grazie, padre!!!!!!!!

  4. msilvia2

    Grazie a chi ha scritto sul senso della S.Messa feriale.
    Condivido tutto. Per me, anziana ,invalida…resta un desiderio costante. Mi è difficile anche partecipare alla S. Messa festiva. La S. Messa festiva è detto che è un ” Precetto”, cioè un..obbligo. Io direi che è un diritto, non un dovere. La S. Messa feriale è un dono prezioso, per il Prete è il suo essere Prete, per i fedeli è un partecipare al mistero di Cristo che ci fa essere vita nella Trinità.
    Nell’Eucaristia, è vivere in Dio. Mi resta la nostalgia del Comunione con Pane e Vino che talvolta in passato, quando ero più giovane e attiva, mi era stato possibile .
    E nell’Eucaristia, non dimentichiamo Maria: il Corpo e il Sangue di Gesù, non c’è senza Maria.
    Maria é una Eucaristia viva…

    1. Maria Rita Marinetti

      Ho scoperto la messa feriale dopo aver trovato il tempo di andare a messa durante il mese di maggio e quest’ anno anche di giugno. Sto continuando con il corrente mese dedicato al Preziosissimo sangue di Gesù. Mi piacerebbe trovarne una alle 7:30 del mattino o alle 22.

  5. Paolo Stefano Neri

    Grazie. Mio padre (Giorgio Neri, 1933-2008), Ingegnere, padre di 5 figli, è andato a Messa tutti i giorni per 55 anni, fino al giorno del decesso)

  6. Lucia Frigerio

    Ho “scoperto” la Messa feriale quattro anni fa, poco prima della pandemia, alla “venerabile” età di 52 anni, dopo aver fatto, sì può dire, da scaldapanche alla Messa domenicale, da sempre. Il Signore mi ha fatto la Grazia(che fa comunque a tutti, a noi risponderGli) di tornare a Lui. A causa di malattie in famiglia, ho cominciato a recitare il Rosario, ed è proprio vero che Maria ti cambia piano piano, senza quasi che te ne accorgi, la prospettiva. E con essa, anche la vita. Da lì è nato il bisogno di frequentare la Santa Messa quotidianamente, un desiderio del cuore di andare ogni giorno da Gesù, per ascoltare la Sua Parola, per assistere al Suo Sacrificio che offre al Padre per il perdono dei miei peccati e per la mia salvezza. È diventato prestissimo un incontro d’Amore, indispensabile, il più bello in assoluto. E credo fermamente che ciascuno abbia bisogno di nutrirsi sempre di Lui per poter amare, per avere la forza di vivere, per avere la Sua Pace e la Sua Gioia nel cuore, per avere la VITA, ed averla in abbondanza. La vita di Grazia è la vita dell’anima, necessaria per essere originali, straordinariamente vivi e liberi in Cristo, non succubi e condizionati dalla mentalità mortifera di questo mondo, che cerca di conquistare le menti di più persone possibili. Oggi la battaglia a mio avviso è ancora più forte ed evidente, e gli strumenti che abbiamo per rimanere saldi e perseveranti nella Fede sono il Santo Rosario, la Santa Eucarestia, la Sacra Scrittura, la Confessione, e il digiuno. Consiglio a tutti, spassionatamente, di diventare frequentatori “seriali” della Messa quotidiana: come il corpo ha bisogno di nutrimento, così anche lo spirito. Provare per credere!!!

    1. Ester Buzzoni

      Considero l’Eucarestia il dono più grande che Signore ci abbia fatto e faccio in modo di andare a Messa ogni giorno. Come diceva P. Pio : Se la gente sapesse cosa è la Messa, dinanzi alle chiese occorrerebbero i carabinieri per governare le folle.” E diceva ancora: “È più facile che il mondo si regga senza il sole, piuttosto che senza la Messa.”

    2. Pietro gibillini

      Bravissima mi riconosco in pieno di quello che scrivi il Signore si fa conoscere e innamorare di Lui e x questo si sente il bisogno di cercare di poter andare a Messa se possibile tutti i giorni, abbiamo estremo bisogno del Suo cibo x sfamare la ns sete di eternità nel quale veniamo proiettati sentendoci da Lui guidati e protetti, ringraziamo i ns pastori che donano x noi nel nome Suo, la loro vita sostenendoli con le ns preghiere ed il ns aiuto. Il vivere assieme la Santa Messa ci fa sentire comunità viva

  7. Cristina Fascetti in Fiorini

    Grazie per questo scritto, che dice con parole chiare e semplici quello che anch’io porto in cuore. Spero che possa fare del bene soprattutto ai sacerdoti, di cui ha colto il punto focale.
    Cristina Fiorini

  8. Poncina Paolo

    grazie condivido tutto quello che hai scritto anche noi andiamo a S Messa tutti i giorni e i nostri preti sono proprio come hai scritto tu ci piacerebbe trovare delle parole per poter aiutarli senza fare danni . Per noi io e mio marito LEucaristia e diventato il centro della nostra vita grazie ciao

  9. Valeria Maria Monica

    Che belle queste parole, e quanto sono VERE, grazie per averle scritte, cara sorella

    1. Roberto

      Condivido in pieno! È triste pensare la nostra fede e la nostra appartenenza ecclesiale per “sottrazione”, quasi che certe cose possano essere superflue. In questo modo ci si abitua sempre più a circoscrivere il nostro rispondere “Amen”, con il pericolo alla fine di ritenere l’essere cristiano ( cattolico) un di più che non incide nella nostra quotidianità. Io e mia moglie abbiamo iniziato a partecipare (per quanto possibile) anche durante la settimana, alcuni anni fa. È stato il risultato di un lungo processo di scoperta della necessità di avere un rapporto quotidiano con Chi ci dà l’Essere, di ascoltare la sua Parola, quella della Chiesa e di ricevere “il pane quotidiano” che dà forza e sostegno. Cari sacerdoti:aiutiamoci vicendevolmente.

  10. Francesca Cortese

    Trovo scandaloso che sacerdoti cattolici assumano queste posizioni. Una delle cause per cui i fedeli si allontanano progressivamente dal frequentare la Chiesa è la loro tiepidezza, se così si può definire. Cerco di andare a Messa ogni giorno, in posti diversi, ovunque mi trovi e spesso trovo celebrazioni frettolose, che mi lasciano sconcertata. Ma continuo ad andare, nonostante il celebrante, per incontrare Gesù e pregare il Santo del giorno. Ormai il clero è formato per dedicarsi alla cura dei corpi più che a quella delle anime…mi lasciano veramente sconcertata. Noi laici dobbiamo sostenere i sacerdoti santi se abbiamo la fortuna di incontrarli e pregare per tutti, affinché riscoprano la loro vocazione.

  11. avevo scritto tanto… ad un tratto è sparito …. non fa nulla… sintetizzo : importanza della messa feriale o festiva aggiungo… è come se si chiedesse ad un morto di fame di mangiare tutti i giorni o una volta alla settimana… e noi cristiani dovremmo essere tutti morti di fame e desiderosi di mangiare Gesù tutti i giorni…. dovremmo avere la voglia come un drogato la droga … i catechisti ed i sacerdoti dovrebbero far capire soprattutto ai giovani il significato di messa …. difficile però anche per i preti capire e aver voglia di gustare un qualcosa che non si è mai mangiato!

    1. Guasco Katia

      Grazie per questo articolo davvero chiaro,ricco di riflessioni dense di significato!
      Certamente la celebrazione della Messa feriale va difesa e va chiesta con forza si nostri sacerdoti.

  12. Valeria Maria Monica

    Orari delle messe: qualche anno fa nella mia città venne fatta l’esperienza, nei venerdi di Quaresima, di messe feriali in una chiesa del centro alle 13.30 in pausa pranzo.
    Poi il covid mise fine al tentativo, che avevo sperato fosse il preludio di una istituzione sistematica di una messa feriale in pausa pranzo. La frequenza non era neanche bassissima.
    Comunque dopo aver letto questi commenti ho deciso che andrò dal parroco della chiesa vicino al mio ufficio a chiedergli di anticipare la messa feriale alle 8 invece che alle 8.30, per permettere la frequenza agli impiegati del complesso.
    In fondo è inutile lamentarsi che le messe hanno orari incompatibili con gli orari lavorativi dei laici, se poi non facciamo presente ai pastori il nostro desiderio di partecipare il più spesso possibile all’Eucarestia.
    E poi teniamo presente che con l’aumento dell’età pensionabile in un futuro prossimo le “4 vecchiette” che partecipano tutti i giorni alla messa feriale non saranno ancora in pensione.

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  14. Mauro

    Senza Messa non possiamo vivere! È una responsabilità fuggire dalla Messa feriale…non stanchiamoci mai di .meditare sulla Messa….o perderemo la fede!

  15. Nonna Anna Maria

    Io partecipo e seguo la S. messa ogni giorno ed è un momento di Comunione con Dio e coi fratelli.
    ricordo che da giovane (ora ho 81anni) la messa feriale era senza omelia. non so se anche nel passato più remoto, fosse ancora così.
    L’omelia era la nostra riflessione quotidiana.

  16. Lucia

    Articolo bellissimo. Grazie.
    Sarebbe bello chieder ai sacerdoti – quindi bisognerebbe scrivere alla Cei o robe simili? – di celebrare una Messa mattutina per i lavoratori tipo alle 7. Sarebbe un sacrificio per il risveglio mattutino, ma aiuterebbe a partire con grinta. Ragioniamoci su. Ci sono mozioni ed incontri per ogni roba, magari questa può esser un’idea per aiutarci a vivere. Grazie Costanza per il tuo blog!

  17. Ernesto

    All’ età di 40 anni, dopo tanti successi nel mondo e fallimenti spirituali personali, il Signore mi si è fatto presente tramite la sua Chiesa con il suo “Resto di Popolo”. Ora a 62 anni dal 3 anni non riesco vivere senza la messa quotidiana. Ho ricercato e frequentato messe mattutine (prima d’iniziare il lavoro) in tutte le chiese che trovavo nel tragitto casa/lavoro. Le difficoltà non sono mancate: orari messe sul sito della diocesi sbagliati, orari non consoni per chi lavora, sacerdoti evidentemente poco graziati e coscienti del ruolo assegnato loro dal Padre. Ma Dio è fedele. Mi ha sostenuto con il suo Corpo e la sua Parola quotidianamente, nonostante la liturgia fosse svolta a volte in modo poco celestiale/soprannaturale e con un popolo terreno moltissimo terreno. Ho visto preti celebrare per due persone con fede grande…e mi è servito, ho visto preti celebrare per tante persone in modo svogliato …. e mi è servito. Così ho capito il senso della frase che diciamo nel confiteor all’inizio di ogni messa “Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle,…… e voi, fratelli,
di PREGARE per ME il Signore Dio nostro.” Io ho bisogno delle preghiere degli altri come anche il prete ha bisogno delle mie preghiere. Per quanto riguarda le 4 vecchiette, condivido l’ultima meraviglia che ho visto del Signore. Nella Z.a.i. di Verona c’è una chiesa (San Zeno in zai) che celebra alle 8 ed è frequentata quotidianamente (visto l’età) da lavoratori (sempre uguali 12/15 persone) e fatto altrettanto straordinario quasi esclusivamente da uomini. Ora sono quasi vicino alla pensione e ho l’azienda che chiude l’attività prima della mia pensione (13 mesi prima) ma mi permetto di dire ringraziando il Signore: meglio disoccupato che senza Eucaristia.

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