Siamo donne. Oltre la differenziata c’è di più

di Andreas Hofer

Dopo il successo di Osservazioni di una mamma qualunque, ritorna in libreria un’autrice che non ha bisogno di presentazioni per i lettori di questo blog: la regina Paola Belletti con Siamo donne. Oltre la differenziata c’è di più (ancora nella collana “UOMOVIVO – umorismo, vita di coppia, Dio” di Berica Editrice). Anche questo secondo libro, arricchito dalla brillante prefazione di Annalisa Sereni, non è tanto un saggio quanto un insieme di prose filosofiche, poetiche, narrative, giornalistiche attraverso cui Paola, col suo inconfondibile stile, propone una lettura in chiave femminile di quella ecologia integrale a cui papa Francesco ha consacrato una intera enciclica. Continua a leggere “Siamo donne. Oltre la differenziata c’è di più”

Le nuove lettere di Berlicche

copertina
di Andreas Hofer

Un caro amico vicentino — Giuseppe Signorin, che assieme alla moglie Anita ha fondato la wedding band Mienmiuaif, con tanto di canale youtube e di blog di supporto — a luglio dell’anno scorso mi ha coinvolto in un nuovo progetto editoriale.
Si pensava a una nuova collana che avesse come temi principali l’umorismo, la vita di coppia, Dio. Il primo libro pubblicato, Osservazioni di una mamma qualunque della bravissima Paola Belletti, è uscito a novembre.
Ora tocca a me con Le nuove lettere di Berlicche, dove ho in parte ripreso due post ospitati su questo blog (vedi qui e qui). Continua a leggere “Le nuove lettere di Berlicche”

Io so che tu sai che io so

di Maria Elena Rosati     trentamenouno

Cercare la parola “pettegolezzo” su internet, è come cercare un lecca – lecca in un negozio di dolci: ne trovi di tutti i gusti. Blog dedicati, riviste online che elencano le otto regole d’oro per difendersi dalla chiacchiera selvaggia, oltre a decine, forse centinaia di siti dedicati alle vite delle star.

Continua a leggere “Io so che tu sai che io so”

Salvare il seme

di Giovanni  Guareschi

“Don Camillo, perché tanto pessimismo? Al­lora il mio sacrificio sarebbe stato inutile? La mia missione fra gli uomini sarebbe dunque fallita perché la malvagità degli uomini è più forte della bontà di Dio?”. Continua a leggere “Salvare il seme”

Il mio bivio

Qualche giorno fa  una nostra lettrice, Sara S,  ha postato come commento questa interessante testimonianza.

Ultimo anno di liceo classico. In filosofia affrontiamo Nietzsche, poetico e affascinante filosofo, perfetto per le vanitose e sceniche orazioni della mia prof.

Apro una parentesi: i miei prof, purtroppo, erano spesso frustrati, superficiali e ignoranti, sebbene insegnassero in un rinomato liceo milanese, e con un ‘umanità a dir poco squallida. Ho imparato molte cose sui loro appuntamenti erotici veri o presunti e in compenso nulla su Tommaso d’Aquino e compagnia. Dante era un “fascistello” e Leopardi era meglio non leggerlo a dei diciottenni, perchè troppo “tristanzuolo”. Le virgolette sono citazioni. E mi fermo qui. continua a leggere

Il grande vuoto

di Costanza Miriano

Conosco molte meravigliose teorie sul fatto che la lettura deve essere un piacere, e come ogni piacere deve essere libero e scelto. Le conosco ma mi guardo bene dall’applicarle. Io personalmente con i miei figli adotto piuttosto subdole forme di persuasione occulta, e posso anche arrivare a vigliacche minacce terroristiche (“se non provi a leggere due capitoli, alla xbox stanotte potrebbe anche capitare un incidente, per dire…”), convinta come sono che il piacere della lettura non è immediato come quello che viene dai videogiochi, ma alla fine attraente lo stesso o di più anche per un ragazzino. continua a leggere

Lo chiamavano priorità

di Jane 

Visto che siamo a Natale, e Natale vuol dire “nascita”, e “nascita” vuol dire nuova vita che si affaccia alla bellezza e alla complessità del mondo, non si può non pensare anche alla famiglia. In essa la nuova vita trova accoglienza, riparo, certezza, fiducia, sicurezza, radici. Se si pensa ad una nuova vita, si pensa all’amore di una madre e di un padre, che guardano al frutto della loro unione con stupore, meraviglia, gioia. Una nuova nascita significa anche l’emergere di uno spontaneo senso di responsabilità da parte del padre, di una naturale predisposizione alla cura e all’accoglienza da parte della madre.

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L’eretico

di Cyrano

Allora, che effetto vi fa?

Il titolo, intendo. È che avrei bisogno di capire che corde pizzichi oggidì una parola del genere per esercitare il fascino che evidentemente esercita. Me lo chiedevo pochi giorni fa in una libreria del centro continua a leggere

L’Eco lontano

di Silvia Guidi       L’Osservatore Romano

Troppo difficile e raffinato, inaccessibile alla massa, a quel volgo profano che, da Orazio in poi, ogni intellettuale d’élite che si rispetti si vanta di odiare e tenere accuratamente a distanza? No, solo troppo noioso. Irrimediabilmente noioso. Talmente noioso da risultare illeggibile, Il cimitero di Praga. Raramente, però, compaiono sulla stampa italiana aggettivi così semplici e diretti come «noioso» e «illeggibile» quando un romanzo porta la firma di Umberto Eco; per trovarli bisogna sfogliare le rassegne stampa internazionali. continua a leggere

Manuali d’amore

Qualche giorno fa ho ricevuto questo messaggio su feisbùk. Lo so, ci sono un po’ troppi complimenti a me, e non è bello diffonderli. Però credo che contenga anche qualche utile spunto di riflessione e di commento. Per questo, autorizzata gentilmente dalla sua autrice, ve lo sottopongo. 

Ho letto il tuo libro dopo che mi era stato consigliato da una mia amica. Bene, ora sono io a consigliarlo a tutte le mie amiche! Sai una cosa? Io ho 30 anni, passati più o meno sempre da single, ho letto tutti i “manuali” che cercano di convincere le donne a non piegarsi, “la dignità prima di tutto!”, “al primo segnale di crisi, molla tutto e cercatene un altro!”. continua a leggere

Il comodino ateo

Qualche giorno fa a commento di un post di Laura che parlava di Alberoni la nostra Daniela Yeshua (detta Turris) è intervenuta per condividere un’esperienza, un ricordo. Molti di voi l’avranno letto quel commento  ma per chi se lo fosse perso lo riproponiamo come post.

di Daniela Yeshua

Il mio Alberoni si chiama Kahlil:

Me lo ricordo ancora quando lo poggiavo sul comodino ateo di mio padre.

Papà serviva sul mio, alla sera, Shakespeare – avevo 13 anni quando mi diede da mangiare “la bisbetica domata”. Poi i vecchi sgarrupati comodini di entrambi erano diventati come davanzali di piccioni viaggiatori, ci lasciavamo libri ovunque, in gran segreto, gioielli di carta velata tra le pieghe delle lenzuola perchè fin sotto la nuca: alla notte ti tormentavi nel letto girandoti dall’altra parte e smussando le pieghe del cuscino scoprivi un nuovo libro lasciato dalle mie mani alle sue/dalle sue grandi mani alle mie, lì sotto il cuscino, una specie di ciocciolatino della dolce notte da sciogliersi nel viola del sonno inevitabilmente inquietato da rigide copertine alla base dei pensieri. continua a leggere