La tovaglia a quadretti

di Jane

Sapevo che questo momento sarebbe arrivato prima o poi, ma non credevo sarebbe stato così duro affrontarlo. Facciamo una premessa: il lunedì, in generale, dicono sia il giorno più difficile della settimana. Il lunedì segna l’inizio di un periodo di impegno e dovere prima della quiete (il week end), è un giorno che viene vissuto il più possibile senza pensare che ne dovranno passare ben 4 prima di potersi riposare. Addirittura la domenica viene vissuta in un modo non proprio sereno, perché si pensa che il giorno successivo sarà il temibile, odiosissimo, pesantissimo ed interminabile lunedì.

Ma fino ad una settimana fa, questo Giorno con la G maiuscola veniva in qualche modo alleggerito dall’attesa di qualcosa, un articolo breve, uno specchietto, che da venticinque anni compariva in basso a sinistra nella prima pagina del Corriere della Sera: il fondo di Alberoni. Sembra esagerato a dirsi, ma per me il suo articolo del lunedì era una boccata d’aria fresca nell’inquinamento del mondo delle notizie d’attualità. Non dico questo solo perché Alberoni è un mio concittadino (Piacenza vanta i natali anche di altri illustri personaggi tipo Armani e i fratelli Inzaghi…), lo dico perché trovare il suo articolo sul giornale il lunedì era rassicurante, come ha scritto Annalena Benini, «come la tovaglia a quadretti in cucina».

Ad Alberoni io mi ci ero affezionata. I suoi articoli erano più che altro consigli, suggerimenti dell’amico saggio che le aveva viste tutte, provate tutte, e ti offriva il suo occhio per vedere oltre le prime impressioni. E’ un sociologo, ma non ha quella spocchia di chi ritiene di aver capito tutto ergendosi al di sopra della massa e puntando il dito verso virtuosi e viziosi. Alberoni ci regalava saggezza, senza imporla, ma donandoci degli spunti di riflessione riguardo a temi che interessano tutti.

Parlava agli amanti, senza mai stancarsi di ricordare la grande distinzione tra innamoramento e amore, tra sesso e amore (tutti dovrebbero tenere un manuale di Alberoni sul comodino a mo’ di vangelo e leggerne un paragrafo la sera prima di dormire così si imprime bene nella mente). Alberoni parlava a tutti, delle debolezze della gente, dei punti di forza, delle qualità, dei difetti, dei vizi e delle virtù.

In ogni suo articolo non si poteva non riconoscere almeno una caratteristica che ci appartenesse. La pigrizia, la competizione, l’orgoglio, l’egoismo, sia nel pubblico che nel privato. Parlava alla classe dirigente così come al padre di famiglia. Perché le responsabilità cambiano a seconda che si debba guidare un paese o una famiglia, ma le debolezze umane sono sempre le stesse per tutti e in tutte le circostanze.

Bellissimo un suo fondo intitolato Perché tante separazioni? Non riconosciamo l’amore. Con semplicità e profondità ti spiegava che due persone il più delle volte si lasciano perché il problema è a monte: avevano confuso un’infatuazione momentanea dall’amore. Due persone devono innamorarsi e poi costruire le basi dell’amore attraverso la conoscenza quotidiana, il corteggiamento continuo, la condivisione, le discussioni costruttive, il miglioramento reciproco nel rispetto della libertà dell’altro. Poi viene il matrimonio. Così si creano le basi per un matrimonio solido e per la creazione di una famiglia.

Alberoni ha il pregio della semplicità. Scrive in un modo accessibile a tutti ma mai banale. Scrive di argomenti di buon senso, di quel buon senso comune che fa bene a ricordarci sempre. Si potrebbe dire che le sue sono esegesi dei modi di dire della gente. Ma i luoghi comuni sono immortali, ed è importante che qualcuno ce li ricordi sempre e li riadatti con maestria ai tempi e alle circostanze.

Insomma, mi dispiace non ritrovarlo più il lunedì sul Corriere con la stessa sicurezza con cui si trova il burro in frigo (in un frigo normale s’intende, il che esclude il mio). Leggere Alberoni era un po’ come chiacchierare con un’amica più saggia di te. Anzi era quasi come andare dallo psicologo. Con due vantaggi però: non si faceva i fatti tuoi e costava solo 1.20€. Ora dovremo abituarci a leggerlo sul Giornale. Sarà dura, ma per lui, questo e altro.

80 pensieri su “La tovaglia a quadretti

  1. e certo, che dramma Ora che si fa, si compra il Giornale per ritagliare il fondo di alberoni e lo si appiccica alla prima pagina del corriere? Oppure si rinuncia a tutto il corriere e ci si converte al giornale? Sono davvero combattuta! Dovrei chiedere consiglio allo psicologo. Ma non me lo posso permettere. Vabbè, un prete penso possa andare lo stesso. Magari un prete va bene pure per curare l’acidità di stomaco che mi prende ogni tanto quando passo troppo tempo sul web.
    Mi sa che questa settimana leggerò Geppo, il diavolo buono. Certo non è come Milano finanza, ma almeno mi farà tornare bambina!
    Intanto è morto Steve Jobs.
    Non mi cambia la vita il fatto che sia morto. Però mi costringe a pensare. Quante parole inutili, quante stronzate, quante perdite di tempo.
    Poi alla fine si muore. Tutti si muore, prima o poi. Cosa rimarrà a quel punto?
    L’unica cosa che porteremo in dote è quanto abbiamo amato. Tutto il resto saranno solo dettagli.
    E allora vi saluto ragà, stavolta mi sa che sto via per un po’. Qua dentro mi sono resa conto che non riesco a voler molto bene. Mi viene meglio voler bene quando la mattina vado al bar, e la signora di sempre, tutte le mattine, col sole e con la pioggia, alle 7, 45 (lei è là da almeno un’ora) mi sorride e mi chiede “per lei signorina (eh sì, ancora li frego tutti) il solito caffè?”. Ieri gliel’ho detto “che bello che sorride tutte le mattine, la giornata si raddrizza e il caffè è anche più buono”.
    Buona giornata a tutti! E grazie, tante, a qualcuno. Anzi no, grazie a tutti.

    1. Brava Fefral, mi piace il tuo commento.
      Lo trovo molto concreto e ragionevole, senza nulla togliere alla tecnologia che impera e con cui dobbiamo fare i conti. Proprio ieri si parlava in famiglia con mia moglie e la figlia maggiore di Facebook e delle sue insidie e della sua ‘utilità’ (io preferisco altri modi per chattare, meno visibilità e più intimità… ma sarà perché ho passato gli anta, da un po’…).
      Per Steve Jobs, sono molto dispiaciuto, mi piaceva (avete mai ascoltato il suo discorso ai neolaureati all’Università di Stanford?, eccovi il link: http://www.youtube.com/watch?v=oObxNDYyZPs , poi mi direte). Non mi vergogno nel dirti che questa mattina ho pregato per lui…

      Spero di incontrarti ancora o qui o nel tuo blog in cui ogni tanto vai a ‘dormire’ (mai sei certa?).
      Grazie!

    2. Erika

      Nooo Fefral, non stare via a lungo!!
      I tuoi commenti sono sempre intelligenti e interessanti. E poi ci sono tanti modi di voler bene.

  2. Alberoni? Un ammazzapensieri. Camomilla a colazione. State tranquilli va tutto bene basta essere un po’ più bravi, non ci vuole tanto. L’importante è non cambiare (davvero) mai.

  3. .”..il miglioramento reciproco nel rispetto della libertà dell’altro” (non vuole dire nulla).
    E poi quando avrebbe fine il periodo di prova? Quando e come i due fidanzatini capirebbero di essere pronti? Il tirocinio dovrebbe prevedere anche prove di convivenza, di letti disfatti, e da rifare, la mattina, l’accesso al coito prematrimoniale, delle prove di resistenza chiusi in casa con dei bambini propedeutici da tenere forniti dalla parrocchia per fare esperienza?

    1. Velenia

      @Alvì oggi sei un mito,”bambini propedeutici”,eppure in Inghilterra c’è un reality proprio così,forniscono bambini a giovani coppie e li rinchiudono tutti insieme in quelle orribili casette inglesi,dicono che è per scoraggiare le gravidanze adolescenziali,l’avessero fatto con me adolescente mi avrebbero scoraggiato a vivere.

  4. nonpuoiessereserio

    Posso comprendere ma ora mi chiedo: “Come sarebbe stata la mia vita se avessi letto sempre Alberoni? Sarei un altra persona?” – Il vangelo ti cambia o dovrebbe farlo, forse lo fa anche Alberoni?

  5. FEFRAAAAAAL!!!!!
    “Poi alla fine si muore. Tutti si muore, prima o poi. Cosa rimarrà a quel punto?
    L’unica cosa che porteremo in dote è quanto abbiamo amato. Tutto il resto saranno solo dettagli.”
    …e anche i nostri ricordi, i posti, le sensazioni, specialmente quelle dell’infanzia, poi non esiste più sensazioni degne di questo nome, e la soddisfazione, forse, di non essere stati delle merde (almeno non del tutto) (cosa intendo per merda non lo so nemeno io, lo intuisco, a volte me ne dimentico)

    1. nonpuoiessereserio

      Alla fine si viveeeee, muore la nostra miseria, muoiono i nostri limiti, le nostre croste, i nostri sudori, le nostre ambizioni e anche i nostri ricordi, le nostre sensazioni, tutto rimarrà sepolto e andrà ad arricchire i ricordi e le illusioni di chi ancora rimane per un po’, finalmente saremo liberi di vivere insieme a chi ci ha voluti, creati ed amati.

  6. FRATE LEONE

    “tutti dovrebbero tenere un manuale di Alberoni sul comodino a mo’ di vangelo e leggerne un paragrafo la sera prima di dormire così si imprime bene nella mente). ”
    Mah………..Secondo me un credente dovrebbe tenere ben altro che Alberoni (e le sue pseudo ovvietà) sul comodino….

  7. MARIO G:
    GRAZIE PER IL DISCORSO DI STEVE che hai messo sopra!!!!!!!!
    Vi consiglio tutti di guardarlo, di ascoltarlo, anche FEFRAAAAL!!!!
    Un uomo vero, intelligente, senza spocchia, senza prosopopea, guardatelo, ascoltatelo, le parole, il tono della voce, altro che Alberoni, altro che Socci, Cazzullo, Langone, Miriano, Eco, e tutti i nostri intellettuali(sic!)e scrittori dal primo all’ultimo !!!!
    Un uomo serio, sincero, puro!!!!

  8. Erika

    Ogni tanto do un’occhiata a Il Giornale su Internet e devo dire che non sono mai stata tentata di comprarlo. Temo che il “nuovo acquisto” Alberoni non mi indurrà a cambiare abitudini. In fin dei conti mi è sempre sembrato che, a parte un paio di intuizioni iniziali, non sia una lettura così imprescindibile…
    Mi spiace ma concordo con Alvise: “camomilla a colazione”.

  9. Erika

    Il discorso di Steve Jobs ai neolaureati di Stanford è MERAVIGLIOSO.
    Spero con tutto il cuore che ora stia chiacchierando con gli angeli.

  10. Il mio Alberoni si chiama Kahlil:
    Me lo ricordo ancora quando lo poggiavo sul comodino ateo di mio padre.
    Papà serviva sul mio, alla sera, Shakespeare – avevo 13 anni quando mi diede da mangiare “la bisbetica domata”. Poi i vecchi sgarrupati comodini di entrambi erano diventati come davanzali di piccioni viaggiatori, ci lasciavamo libri ovunque, in gran segreto, gioielli di carta velata tra le pieghe delle lenzuola perchè fin sotto la nuca: alla notte ti tormentavi nel letto girandoti dall’altra parte e smussando le pieghe del cuscino scoprivi un nuovo libro lasciato dalle mie mani alle sue/dalle sue grandi mani alle mie, lì sotto il cuscino, una specie di ciocciolatino della dolce notte da sciogliersi nel viola del sonno inevitabilmente inquietato da rigide copertine alla base dei pensieri.
    Lui mi diceva ‘stanotte scopri perchè sei Rossana’, e Rostand tutto d’un fiato fino all’alba. Io gli davo da bere Baricco, e ci lasciavamo bigliettini d’amore ovunque, giusto il tempo di imparare a scrivere e io avevo 23 anni all’ultima letterina della festa del papà nascosta tra il primo e il secondo piatto a tavola, piegatissima piccina piccina, spettatrice annuale del rito idillico del più grande amore: io e papà.

    Il mio Alberoni non si chiamava Alberoni, era il Kahlil Gibran tutto mio e di papà mio.
    Facevamo anche sfuriate da tintinnare la dentiera sul comodino della vecchietta dall’altra parte della strada, ma ai concerti di musica classica l’abbassarsi all’unisono delle nostre palpebre era l’unico frastuono percettibile
    – insieme, da soli, io e lui, a occhi chiusi, avevo cinque anni al mio primo concerto di Chopin, sino allo schiocco esausto dell’ultima nota dell’ultimo dei violoncellisti. Poi tornavamo a casa, l’ultima sigaretta della sera insieme, in cucina, e guardarci fissi negli occhi sostandoli altrove ma solo per leggere all’altro, stanco, ma felice, dolcissimamente felice, la riga soave e struggente della buona notte:

    “L’amore non vuole che compiersi.
    Ma se amate e se è inevitabile che abbiate desideri, i vostri desideri hanno da essere questi:
    Dissolversi e imitare lo scorrere del ruscello che canta la sua melodia nella notte.
    Conoscere la pena di troppa tenerezza.
    Essere trafitti dalla vostra stessa comprensione d’amore,
    E sanguinare condiscendenti e gioiosi.
    Destarsi all’alba con cuore alato e rendere grazie per un altro giorno d’amore;
    Riposare nell’ora del meriggio e meditare sull’estasi d’amore;
    Grati, rincasare la sera;
    E addormentarsi con una preghiera in cuore per l’amato e un canto di lode sulle labbra.”

    Mio padre aveva un vecchio comodino ateo. Fino a 5 anni prima della sua conversione e della sua trasferta in cielo. Poi la sera che lui partì verso Casa io trovai sul suo comodino un ultimo libro; lo trasferii sul mio iniziando a leggere da dove aveva lasciato lui.
    Anche io prima di allora in cameretta mia avevo un comodino ateo.

    “E addormentarsi con una preghiera in cuore per l’amato e un canto di lode sulle labbra.”

    In Cielo ricominceremo da qui. Insieme, al solito.
    Io ho messo un segnalibro proprio qui, tu lo sai, papà.

      1. ..eh…grazie a voi…

        (Ora proporrei un cappottone/gavettone a Paul Bratter e Frate Leone: li rinchiudiamo INSIEME nella Torre – io me ne vo intanto a fare un giro turistico nelle Terre di Aragon – , a Frate ficchiamo un supersantos in bocca per una settimana e senza Bibbia, e a Paul lo schiaffiamo davanti alla TV fino al giorno DOPO che gioca la Roma – tivvu spenta tutto il tempo, LEGATO E SENZA TELECOMANDO). Direi che è perfetto, sisi.

  11. FRATE LEONE

    Scusate, ma l’ esaltazione di Jobs non la condivido . Grandissimo professionista,
    anzi genio, senza dubbio. Ma genio non vuol dire automaticamente profeta di qualcosa.
    Ognuno di noi cerca di trasmettere qualcosa, tenta anche qui, attraverso il blog, di trasmettere quello che sente, che pensa , crede sia giusto, proficuo, per vivere bene o meglio rispetto ad uno standard che andrebbe visto per ognuno quale sia.
    Ma dire “Dovete credere in qualcosa – il vostro ombelico, il destino, la vita, il karma, qualsiasi cosa. Questo tipo di approccio non mi ha mai lasciato a piedi e invece ha sempre fatto la differenza nella mia vita”, beh mi pare eccessivo.
    Se qualsiasi cosa va bene allora… di cosa stiamo discutendo qui ? Se basta credere nel mio ombelico per fare la differenza, cosa sto a perdere tempo nello scrivere qui ?
    Se lo faccio è perché credo che non basta credere nel mio ombelico o in qualsiasi cosa per fare la differenza.
    La differenza secondo me la fa l’oggetto di quello che trasmetti o cerchi di trasmettere, specialmente se è qualcosa che non è tuo, che non ti appartiene, non l’hai fatto tu, ma che allo stesso tempo è capace di trasformare in modo sostanziale la vita delle persone.
    E’ quello che fanno gli ebrei, che la notte di Pasqua trasmettono la fede ai figli.
    Shemà Israel, ascolta Israele ! Il Signore il nostro Dio, il Signore è Uno ! Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la mente, con tutte le forze ! Amerai il prossimo tuo come te stesso !
    E poi raccontano la loro storia ai figli partendo dalla liberazione dall’Egitto, dalla schiavitù del faraone, dove Dio è intervenuto unilateralmente ascoltando il grido degli oppressi, liberandoli attraverso un uomo particolarmente inetto quale era in quel momento Mosè. Quella liberazione può avvenire anche per voi, dicono loro, come accadde tanti anni fa al popolo, come è accaduta per noi singolarmente.
    E noi ? Noi cosa trasmettiamo ai nostri figli ? Credi in qualcosa basta che credi ?
    Amore è buttarsi a capofitto nel lavoro ?. Bellissimo ma poi cosa rimane ? Noi siamo esseri umani non macchine, fatti di carne, sensazioni, emozioni, e anche razionalità, ma la razionalità da sola porta alla pazzia o alla solitudine.
    Quasi a nessuno capita di fare il lavoro che veramente gli piace, non tutti hanno la possibilità di cercare senza accontentarsi, anche perché gli anni passano e tante cose belle magari le si è posticipate perché non hai trovato il lavoro che volevi, che ti gratificava, o non l’hai trovato per niente ; e magari le cose belle che hai posticipato se ne sono andate. Il segreto allora è accettare di fare quello che fai in quanto quella è la tua storia e non necessariamente si è felici realizzandosi nel lavoro, ma si è felici semplicemente accettando la storia che Dio traccia per noi, seguendo le sue orme.
    Quello che Jobs dice sulla morte è profondamente vero, forte. “Questo significa prepararsi a dire ai tuoi figli in pochi mesi tutto quello che pensavi avresti avuto ancora dieci anni di tempo per dirglielo.” Di nuovo, cosa dire ai figli ?
    “Nessuno vuole morire. Anche le persone che vogliono andare in paradiso non vogliono morire per andarci. E anche che la morte è la destinazione ultima che tutti abbiamo in comune. Nessuno gli è mai sfuggito. Ed è così come deve essere, perché la Morte è con tutta probabilità la più grande invenzione della Vita. E’ l’agente di cambiamento della Vita. Spazza via il vecchio per far posto al nuovo. Adesso il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo lontano diventerete gradualmente il vecchio e sarete spazzati via…
    Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro.”
    “Non fatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno che cosa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario.” “Siate affamati, siate folli”.
    Credo che ai figli avrà poi detto queste ultime parole. Ma cosa rimane a questi figli adesso oltre ad un rincorrere disperatamente o ad un rincorrersi tentando di essere altrettanti Stewe Jobs vincenti e straricchi ? E se ciò poi non accadrà cosa succederà ?
    Cosa trasmettere allora ai figli ? Raccontare loro l’opera di Dio nella nostra vita senza vergogna . E poi : imparate ad amare, perché ad amare si impara e non è mai scontato.
    E non sarà mai troppo tardi per ricominciare, semplicemente , umilmente, e per continuare, nei piccoli gesti di tutti i giorni , nell’esperienza della completa incapacità di essere per l’altro e dall’altra parte sperimentare di poterla ricevere questa capacità e poter arrivare a fine giornata dicendo “Grazie, per oggi credo di aver capito”. Ed essere invece ancora liberi domani di ricominciare sbagliando o umilmente proseguendo.
    “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la mente, con tutte le forze ! Amerai il prossimo tuo come te stesso !”
    E Cristo ha aggiunto : “Amatevi come io vi ho amati”. E come ci ha amati ? Dando la sua vita per noi e quando gli eravamo nemici. Questo salva, questa è la discriminante !
    La morte è ‘na livella, diceva Jobs parafrasando Totò. E’ così, ma abbiamo la speranza della vita eterna.. se oggi, nell’oggi di questa piccola vita, avremo amato.
    Siate affamati di Cristo, siate folli d’amore, e infiammerete il mondo.

    1. FRATE LEONE

      Luca 12,22-34
      22 Poi disse ai discepoli: «Per questo io vi dico: Non datevi pensiero per la vostra vita, di quello che mangerete; né per il vostro corpo, come lo vestirete. 23 La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito. 24 Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno ripostiglio né granaio, e Dio li nutre. Quanto più degli uccelli voi valete! 25 Chi di voi, per quanto si affanni, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? 26 Se dunque non avete potere neanche per la più piccola cosa, perché vi affannate del resto? 27 Guardate i gigli, come crescono: non filano, non tessono: eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 28 Se dunque Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, quanto più voi, gente di poca fede? 29 Non cercate perciò che cosa mangerete e berrete, e non state con l’animo in ansia: 30 di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. 31 Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta.
      32 Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno.
      33 Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. 34 Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.

            1. paulbratter

              Vedi caro Frate il problema è la tua aria schifata, il tuo sopracciglio alzato. Ma più ci penso e più credo che siano i tuoi interminabili sermoni copia/incolla della Bibbia ad essere fuori luogo qui, un posto dove la stessa padrona di casa mischia fondotinta e san Paolo, Chanel e santa Teresina, Totti e sant’Antonio, giornalismo e Geremia. Costanza Miriano non ha portato nessun messaggio nuovo solo quello della Chiesa, ma un linguaggio nuovo forse sì. Per questo non ci trovo niente di strano a parlare anche di Roma e Steve Jobs, riponi quindi la tua bacchetta, se puoi, e rilassati.

        1. giuliana z.

          Lo ammetto: non sono tifosa della Roma, ma preferisco la coppia Totti-Ilary alla coppia vivisezionata al microscopio sociologico del dott.Alberoni.

          1. FRATE LEONE

            L’aria schifata non mi pare di averla mai avuta, semmai sottolineare che uno dica credete al vostro ombelico ma credete in qualcosa mi sembrava decisamente eccessivo.
            Non ho criticato nessuno, ho sempre parlato di cose concrete, e Jobs non mi pare un esempio di cristianità. Mi rendo conto come Fefral che cercare di andare un pò oltre dia fastidio.
            Allora meglio smezzare con un pò di Totti e altro…
            Ti saluto, vado ad un ritiro spirituale.
            Io ne ho bisogno, tu mi pare possa fare da solo…

  12. Erika

    @FRATE LEONE:Jobs non era un profeta, ma non è necessario essere un profeta per dire, o scrivere, delle cose belle e interessanti. Quando esorta a credere in qualsiai cosa intende di non fare le cose a metà, di non lasciarsi vivere, ma chiedersi in cosa si crede e poi andare fino in fondo. Almeno io l’ho sempre intesa così.
    Per quanto riguarda il “vincenti e straricchi”: non mi sembra che Steve Jobs abbia mai incarnato l’ideale di vincente, almeno quello comunemente inteso. Straricco lo era di certo, ma c’è stato un momento, negli anni ’80, in cui è uscito dalla società che aveva fondato perché aveva preso una direzione diversa da quella che lui avrebbe voluto: questa decisione, che all’epoca gli costò molti milioni di dollari, non credo possa essere scaturita da una persona avida (solo) di denaro.

  13. —-> Frate Leone, non si tratta di pallone tout court.
    Come saprebbe chi avesse letto con attenzione il libro ed i post dei mesi scorsi qui sul blog, infatti, Totti riveste, nell’epica e nell’epopea mirianica, un ruolo particolare, dato che il Genio Cosmico l’intervistò guadagnando un’aura supereroica agli occhi di molti esponenti di primissimo piano del suo entourage, tutti di provata fede giallorossa.
    Fra costoro, in particolare, troviamo S.E. l’Admin, infaticabile motore immobile del blog.
    I link video e testo che parlino della Roma e/o di Totti, dunque, vogliono essere (almeno per quelli che posto io) un simpatico omaggio, un ‘pat pat’ d’incoraggiamento (per chi conosca i libri della Gasperini), il gatorade al maratoneta stanco.

    1. vale

      cmq,a riskio di inimicarmi(com’era la cosa, molti nemici,molto onore…)qlcuno del blog, a me , i vodafone( come furono appellati in una spiaggia dalle parti di Roma,così a pelle, mi stanno un po’……
      vale

      1. vale

        m’era sfuggito…..volete dire che l’admin è romanistaaaaa?????
        ach so!( spero non anke il geniocosmico…)
        vale

    2. FRATE LEONE

      Ho letto il libro, ma ahime’ quando si parla di calcio non mi pare che noi maschietti facciamo una gran bella figura…

  14. Steve Jobs era buddista? Il che, forse, starrebbe a dimostrare che anche i “budini” (come li chiama LUIGI) sono esseri che potrebbero essere degni di stima? E non parlo per i soldi.
    Uno potrebbe dire tante grazie era ricco si poteva permettere anche di essere ateo (o “budino” che è lo stesso in questo caso) sono invece i poveri, soprattutto, che hanno bisogno di Dio, Non si rivolse Cristo principalemente ai poveri?Che i ricchi pensino a essere ricchi e non stiano a rompere le palle ai poveracci ai precari eccetra con discorsi sulla morte o consimili!!!

    1. vale

      non c’era nessun intento critico di qualsivoglia tipo. gli era ke qlcuno ha detto che non era un esempio di cristianità. et pour cause!
      vale

    2. vale

      @lacorsianumerosei
      veramente non si rivolse “principalmente” ai poveri ma a tutti. i poveri in spirito sono altra cosa…
      (bella,però,quella dei “budini”.me l’ero persa…)
      vale

  15. (Ora proporrei un cappottone/gavettone a Paul Bratter e Frate Leone: li rinchiudiamo INSIEME nella Torre – io me ne vo intanto a fare un giro turistico nelle Terre di Aragon – , a Frate ficchiamo un supersantos in bocca per una settimana e senza Bibbia, e a Paul lo schiaffiamo davanti alla TV fino al giorno DOPO che gioca la Roma – tivvu spenta tutto il tempo, LEGATO E SENZA TELECOMANDO). Direi che è perfetto, sisi.

  16. vale

    …non sospettavo questa vena burlona in cotal gentil pulzella….(che tanto gentil e tanto onesta pare)
    ma si può fare.
    ki tiene le scommesse su ki cede prima???
    vale

    1. vale

      era una risposta al commento della daniyosh che vedo scomparso…
      gremlins all’opera?

    2. Eh. Tanto gentile e tanto onesta pare e il principe mai appare.
      E iamma a vrè.

      ( Nossignore, no che non l’abbasso la mira. Io dalla Torre non sceeeeeeeeeendooooooooo, oh. O impara a salire lui o io qua sto.
      O il mio principe sa volare alto or nothing. Ecco. E basta. Ecco, ecco, ecco. Gambe e fiato corti? E allora io basso da sola. Tiè)

  17. (MADO’, mi stavo rileggendo: ma com’è che sono così un genio? (L’idea del gavettone, mi pacchetto la spalla da sola, oh sssi)
    Santo cielo quanto mi hanno fatto bene tutte le cadute dal seggiolone.
    E ora dalla torre a 34 anni – e mezzissimo – , cado dalla Torre e i risultati sono press’a poco gli stessi. Ma che mi frega, io principessa nella torre, prima o poi avrò il mio supeeeeeeeeerrrrrrrrrrrrrrr —>

    1. Maxwell

      @DanY
      Prima non sapevo se ucciderti o innamorarmi di te……
      Ora so quello che devo fare……. 8)

      1. Lo so che non sono credibile ma io proprio poco fa pensavo
        – che diamine di fine ha fatto Anguria?
        ( era prima di parlare al tel. con Costanza/prima di liquefarmi a causa sua di dolcezza/prima di liquefarmi da qualche parte e basta dalle risate, in vari punti del mio corpo che non credevo neppure di avere/)

  18. Ai poveri,principalmente, ho detto!!!
    E poi non vedo perchè un buddista non potebbe essere un esempio non dico di fede
    cattolica, in senso ortodosso, ma di principi di vita egualmente apprezzabili.
    Si, lo so, è vero, è molto anche americano il discorso di Jobs e anche buddista e addirittura cristiano (be foolish!)ma esprime un senso della vita in se stessa e in noi stessi che non mi sembra per nulla una cosa da sottostimare, anzi!!!

  19. Maxwell

    In topic
    Ho comprato poche volte il Corriere, l’ho letto spesso fino a quando proprio non ce la facevo più senza un brufen……..pensavo di essere ammalato…… , poi Padre Livio mi ha confortato quando sentivo che per sfogliarlo si doveva mettere i guanti………solo allora mi sono tranquillizzato!!!
    Resta il fatto che Alberoni mi piace.

    ……………..senza mai stancarsi di ricordare la grande distinzione tra innamoramento e amore, tra sesso e amore……………………..
    oppure
    …………….. Con semplicità e profondità ti spiegava che due persone il più delle volte si lasciano perché il problema è a monte: avevano confuso un’infatuazione momentanea dall’amore. ……………………………

    E’ come qua dentro quando sento di parlare di farfalle nello stomaco………..

    …………….Due persone devono innamorarsi e poi costruire le basi dell’amore attraverso la conoscenza quotidiana, il corteggiamento continuo, la condivisione, le discussioni costruttive, il miglioramento reciproco nel rispetto della libertà dell’altro. Poi viene il matrimonio. Così si creano le basi per un matrimonio solido e per la creazione di una famiglia…………..

    Poi per i cattolici c’è anche la PREGHIERA e l’AFFIDAMENTO A DIO……….
    Ma non si può ogni volta parlare con le persone solo con la Bibbia….. lo stesso Gesù si affidava ad esempi e parabole.

  20. Maxwell

    L’ultima botta che ho preso è stata potente…………
    preferisco stare fuori in silenzio che farmi compatire…….lo so sono un orgoglioso stronzo. ( più orgoglioso che stronzo, comunque)
    Domani vedrò Connie ma non so nemmeno se mi presenterò…….

    1. Maxwell

      @ Dany
      questa risposta era per te 3 posti sopra……non so che cavolo è successo….

      P.S. ti voglio bene

    1. Maxwell

      ………avevo giurato a me stesso di non risponderti più………….

      vabbè……..tu con la tua cagnolina non ci parli mai? mentre le parli non ti scappa un sorriso? non le dai mai una carezza? non la porti fuori almeno una volta al giorno?

      Se tratti così una cagnolina non tratterai meglio un mammifero di razza umana di sesso femminile?

      1. Mi dispiace che non mi parli più. io ti ho detto quello che mi sembrava giusto. Per te non era giusto?
        Corteggiare è un’altra cosa, vuole dire, credo, ricolmare di attenzioni e cercare di farsi credere meglio di come uno è nei riguardi di una persona non ancora caduta nelle tue (mie) grinfie
        per farcela cadere. Poi una volta caduta comincia il più difficile.
        Una strada è il corteggiamento a vita che è come tu dici io applicherei con la mia cagnolina (EMMA). Un altro è stare insieme rilassati con le carezze e i baci che venissero naturali normale spontanei via via. Ma io non sono la BIBBIA.

  21. E ti voglio dire un altra cosa Maxwell, qui di donne amorevoli e disponibili (anagraficamente) ce n’è stata una sola, la grande Turris della quale te giustamente ti sei invaghito, ma le altre?
    Raffaella Frullone e LGT volano alte sulle ali del giornalismo, le altre non dicono mai nulla a proposito di volere conoscere o te o Andreas o Alessandro o Cyrano, solo Turris, che non a caso si chiama Turris svettando su tutte. E’ colpa mia anche questo se le donne sono stronze, non si concedono, vorrebbero chissacchè, è colpa mia questo?

    1. Maxwell

      ………..la grande Turris della quale te giustamente ti sei invaghito………….

      come si fa a NON invaghirsi di lei?
      Io poi la “conosco” da almeno 5 anni sul suo meraviglioso sito…….

      ……….E’ colpa mia anche questo se le donne sono stronze, non si concedono, vorrebbero chissacchè, è colpa mia questo?………………

      La mia storia la conosci……….la mia ex si concedeva troppo…….era ( è)una grande stronza p…… e figlia di una stronza e p………… e voleva l’universo……
      Sicuramente sono stato sfortunato….ma non è che tutte le donne siano così. Per fortuna.

  22. Mario G.

    @ tutti.
    Dato che scrivete di tutto a tutti, senza un apparente senso logico (per me che mi sono avvicinato curioso a questo blog), mi permetto di offrirvi questa perla, l’ultima mail che ha inviato in Italia padre Aldo Trento, missionario in Paraguay da oltre 20 anni, con alle spalle una storia drammaticamente bella, che un giorno se vorrete vi racconterò…

    Ps: se volete scrivergli questa la sua mail: padretrento@rieder.net.py

    Ecco la mail:

    Cari amici,

    sono appena tornato dal confessarmi e finalmente dopo una settimana molto dura il cielo è tornato azzurro. Che grazia grande la confessione settimanale o anche più spesso. E guardate che la confessione non ha nulla a che fare con la direzione spirituale o con la ricerca di qualche consiglio. Il mio confessore è essenziale, ascolta i miei peccati, mi da la penitenza, mi fa dire l’Atto di dolore e poi l’assoluzione. Il tutto in tre minuti. Eppure che Avvenimento, che incontro con lo sguardo di Gesù che con i peccatori non ha mai perso più di qualche minuto. A Zaccheo ha detto: “scendi perché questa sera vengo a cenare con te”. A la adultera: “Donna chi ti ha condannato?” “Nessuno, Signore” “Neanch’io ti condanno. Va e non peccare più, cioè rimani sempre con me”. A Levi “seguimi” e lo seguì. Qualche minuto in più lo ha dedicato alla Samaritana, ma aveva le sue ragioni pedagogiche. Così è anche il mio confessore. L’essenzialità del Sacramento: riconoscere la Presenza, affidare il mio nulla e sentirmi abbracciato nella mia follia perché come ci ricorda Giussani nel suo libro: “Ciò che abbiamo di più caro” “chi commette peccato odia se stesso” e questa è la follia. Era stata una settimana dura in cui Gesù mi ha tenuto proprio vicino a Lui sulla croce ed in certi momenti l’avrei lasciato solo volentieri. È la tentazione a cui la mia libertà risponde con la confessione. Cioè con la pratica di ciò che Peguy e Giussani cita nell’ultimo libro, chiamano: VERITÀ IGIENICA, di cui la confessione è nella mia esperienza di 22 anni di missione, il cuore. Peguy parla di verità chirurgica che è quella più comoda: tagliare. E di verità igienica: “non cercate un miracolo ma un cammino”. Giussani mi ha educato molto bene a vivere questa speranza della verità igienica sia nel modo con cui mi ha educato a vivere la mia affettività e sia nel modo con cui vivere ogni particolare. Mentre noi saremmo sempre propensi per la verità chirurgica: tagliare. E così noi sperimenteremo la gioia di essere uomini, la gioia che nasce dal fatto che nulla di ciò che è umano ci sarà estraneo. È una grande sfida alla libertà perché la verità igienica ti chiama in gioco nella tua totalità ed esige un lavoro paziente come quello di un parto per ricordare il manifesto della Pasqua 1989, che riportava la famosa frase di Mounier. Questa settimana avrei voluto tagliare tante cose, tanti rapporti perché sentivo la fatica, ma l’obbedienza alla realtà mi ha fatto stare dentro quanto accadeva senza tagliare niente, senza censurare niente e alla fine, grazie alla compagnia sacramentale e alla confessione mi trovo più libero, più lieto. Lo pensavo ieri sera quando sono andato dal diabetologo il quale anche lui ha applicato noi miei confronti una terapia igienica non chirurgica. E questa terapia, la igienica si gioca tutta nella mia libertà, però alla fine salva tutto.

    Amici miei … anche un eventuale innamoramento imprevisto e da cui vorreste scappare o strappartelo di mezzo, come molti mi scrivono, ed invece devi fare i conti gridando e chiedendo aiuto. Vi auguro di leggere su “Ciò che abbiamo di più caro quanto dice Giussani” per cogliere la necessità di un lavoro, di un cammino, perché il vero miracolo è la verità igienica di cui la confessione frequente è il segno di una libertà davvero impegnata in un cammino di conversione. La settimana è stata dura, come ogni giorno perché qui vivo sempre nello stesso istante la morte e risurrezione di Gesù. Non ci sono intervalli!

    Un abbraccio,

    P. Aldo

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