Tra i commenti del post di ieri ne è spuntato uno di un nuovo commentatore, trentamenouno; incuriosito sono andato a sbirciare nel suo blog e ho scoperto il diario di una ragazza, Elena, di 29 anni (anzi trentamenouno) con dentro tante belle cose e tante cose in comune con lo stile del nostro blog. Spero non si arrabbi se oggi come post proponiamo una pagina di questo suo diario.
di Maria Elena Rosati (trentamenouno)
Il momento è arrivato. Si parla di lavoro. Nel percorso di un trentamenouno che si rispetti c’è anche la precarietà e l’affannosa ricerca di occupazione. Quando ho cominciato a scrivere su questo blog, ormai 3 mesi fa, ero nel mezzo di una rivoluzione, mitigata dolcemente da un contratto troppo buono per parlarne male. Il mio contratto di lavoro è scaduto, e non è stato rinnovato. Sono quindi rientrata nel profilo base dei miei coetanei: laureati, specializzati e inesorabilmente precari. Eppure, nonostante tutto non riesco ad essere in crisi. Sarò troppo superficiale, o troppo ottimista, oppure semplicemente ancora non ho assimilato bene l’idea, eppure sono convinta che ci sia un bene anche in questa situazione. Non solo perché ora ho la possibilità di andare oltre, di guardare l’esperienza che ho accumulato in questi mesi con fiducia, ma anche perché la fine di questo contratto mi ha fatto scoprire tante cose troppo belle per essere dimenticate.
Ho toccato con mano la riconoscenza di tante persone, anche di chi per mesi non mi ha mai rivolto la parola; ho sentito l’affetto di tanti che mi hanno salutato, oltre alla sorpresa di un saluto particolare, pieno di affetto paterno da parte di uno dei capi. Io sono grata di tutto questo.
E’ vero, mi sono lamentata spesso e volentieri di questo lavoro, l’ho odiato in molti momenti, soprattutto il sabato e nei festivi, ma gli sguardi i sorrisi e le parole di certe persone in questi giorni mi hanno segnato. Sono i grazie ricevuti a restare nel cuore, più che gli scontri e i confronti, e il riconoscimento del bene realizzato con il tuo lavoro, che va ben oltre l’immaginabile.
…Mmmm, qui c’è qualcosa che non quadra, qui è passato qualcosa che va ben oltre quello che io ho saputo fare da sola, con la mia bella faccetta e con la frangetta sempre spettinata: vuoi vedere che un po’ di quella Luce che avevo chiesto di portare ogni giorno, nella fatica del lavoro, è passata? Il buon Dio mi ha dotata di un visino gradevole, di due occhi grandi e scuri, di un sorriso aperto che, unito alla capacità di ridere, rende più facile illuminare il viso – certo, dieci centimetri in più di altezza sarebbero stati ancora più graditi, ma tutto sommato va bene così -, ma tutto rimane sempre limitato all’umore del giorno, e al livello di entusiasmo e gioia di vivere del momento, troppo labili per farci affidamento. Mi spiego meglio: se la mattina splende il sole, il mio motorino non fa storie e l’ipod sceglie per me i migliori pezzi degli ultimi 30 anni di musica, trovo tutti semafori verdi e arrivo dove devo arrivare in 15 minuti netti, se poi le scarpe non mi fanno male, il trucco non cola e i capelli sono a posto, io sono la donna più sicura di me, sorrido a tutto e a tutti e lascio trasparire immediatamente un senso di pace e di gioia. La magia è destinata però a durare poco: basta un temporale mentre sono in motorino, che mi costringe a trasformarmi in un pescatore di trote canadesi, con poncho e stivaloni altezza ginocchio, uno dei miei malditesta del lunedì mattina, un paio di jeans scomodi e le scarpe troppo alte per correre, o semplicemente il 28° giorno del mese, ed ecco che divento “Miss Schifezza Party”.
Il punto è che non si può vivere sull’ottovolante tutti i giorni della vita, e questo continuo andare e venire è faticoso, oltre ad avere poco senso. Ho imparato che c’è qualcosa, o meglio qualcuno, che prende su di sé tutto quello che sei, nel bene e nel male, e che sa – solo Lui sa – dove va la tua vita. Se ti lasci prendere per mano e accetti di fidarti di Lui, allora può fare cose grandi. Ce lo insegna una donna, Maria, che in certo momento, messa di fronte ad una scelta ha risposto “eccomi” per poi continuare a dire, appena poco tempo dopo: “grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente, ha guardato l’umiltà della sua serva”. E se, al minimo politico, avesse fatto lo stesso come me? Nel corso di questi mesi ho cercato giorno dopo giorno la Sua presenza in quello che vedevo intorno a me, e con fatica ho cercato di offrire gioie e dolori del lavoro, e non perché fosse piacevole o facile farlo, ma semplicemente perché non sapendo come affrontare cose più grandi di me, né dove mettere le mani o la parola in certi momenti e nei rapporti con alcune persone, diventava necessario chiederGli aiuto. Questa ondata di riconoscenza, questo mare di affetto che ho sentito su di me sono il risultato.
Posso ripartire da qui. I miei limiti li conosco bene, e so perfettamente che rischio di di lasciarmi cullare dall’accidia e da quel torpore che ti fa sembrare il divano di casa come il posto più bello e comodo del mondo, ma so anche che la mia vita può essere usata per grandi cose, se la affido a Lui; questo pensiero insieme all’esperienza accumulata, mi da’ maggiore speranza nella ricerca. Quindi maniche rimboccate, occhi e orecchi aperti alla ricerca del Bene più grande e all’ascolto anche di tutti i campanelli umani che sanno avvertirmi dei pericoli: lo Scuotitore di cui ho già parlato in questo blog, è uno di questi e già ha avuto modo di svegliarmi, di nuovo. Anche per questo posso dire grazie
fonte http://trentamenouno.wordpress.com/
leggi anche Io sono emozione
Io qui trovo anche una scrittrice. Caspita. Ma perché non ci provi?
grazie per lo stimolo a non perdere mai la speranza: omnia in bonum
in bocca al lupo 30-1! Dici che non si può vivere sull’ottovolante tutti i giorni della propria vita? Io, a 40-1 ancora non sono riuscita a fermarmi, ma nutro la speranza di riuscirci prima o poi. Senza questa speranza non ce la si può fare. Ma tu hai trovato il trucco, e l’hai trovato anche abbastanza presto 🙂
Ascolta Paolo… quell’omnia in bonum questa estate me stato condito in tutte le salse… effettivamente manca però un pezzo:
per chi fa la volontà di Dio… (non riesco a scriverlo in latino 🙁 )
già, e che cosa vuol dire? Che Dio è così vendicativo che chi non fa la sua volontà invece… omnia in malum? Abbiamo un Dio che fa vendette?
Io lo interpreto così: se capisci cosa ti succede con la visione di Dio allora scoprirai che tutto davvero concorre al bene, anche quello che ti sembra adesso male. Se invece ti ostini a voler vedere con la tua vista, eritis sicut dei…., allora non coglierai il bene che c’è e non ne trarrai frutto.
Devo dire che a posteriori ho sempre riscontrato la verità di questa affermazione.
Vederla al momento giusto però che fatica….
Che bellezza. Hai visto Signore che quaggiù in Italia abbiamo ancora delle belle persone? E che sono anche giovani? Qui ti facciamo vedere solo quelle laureate ma ce ne sono anche altre, te lo assicuro.
Grazie Costanza per dare ospitalità, per lasciare la finestra aperta e far entrare tanta luce.
Caro Luigi,
mi hai letto nel pensiero.
E’ proprio questo percepire quanta gente meravigliosa che c’è in ogni angolo di questo bel paese, sia nelle grandi città che nelle province sperdute, che mi fa amare questo salottino di Costanza. Percepire che ognuno ha un percorso di fede completamente diverso e che anche quelli che non hanno fede ma qui si confrontano con lo spirito giusto di conoscere il “diverso da sé, poi ci si trovano qui e ci si capisce al volo. Percepire che non siamo soli e che c’è da avere speranza perché esiste questa massa di gente nascosta che fa la sua parte.
Grazie a tutti voi e complimenti 30-1
Anch’io oggi ho attinto Grazia attraverso una bellissima persona, che ha aperto il suo cuore e ha condiviso questo momento della sua vita, fecondo nonostante la precarietà.
Grazie a chi ha scoperto la ‘perla’ e l’ha condivisa con noi 🙂
Trenatamenouno ha scritto un bellissimo post, pieno di levità e di grazia.
Ma non riesco a non pensare a chi (e ce ne sono sempre di più) quella levità e quella grazia le ha perse perse insieme all’ultimo contratto di lavoro, come il mio amico P., che è spesso di pessimo umore perché il suo lavoro precario non gli permette di prendersi cura del padre malato come vorrebbe, o mio zio W., che è in cassa integrazione e ha dovuto dire a sua figlia che non potrà permettersi di mantenerla all’Università.
Ora, sono convinta che la fede sia un aiuto potente per affrontare ogni genere di difficoltà, vorrei solo dire che ci sono tante persone meravigliose che non sorridono, non più, e io non ce la faccio a dirgli che dovrebbero farlo.
Quello che ho pensato anche io leggendo il post, putroppo. Forse perche’ (anche se io di mio sono super fortunata) mi sono rovinata la mattinata, leggendo il giornale in pausa caffe’ (http://www.corriere.it/cronache/11_ottobre_05/barletta-crollo-14orealgiorno-piccolillo_3819478c-ef18-11e0-a7cb-38398ded3a54.shtml)
Guai a me se non annunziassi il Vangelo !
Se vediamo la nostra vita come un progetto misericordioso di Dio, ogni istante, anche un’istante di assoluta inerzia, o di dolore, assume significato. Un significato in grado di farci superare tutti quegli alti e bassi di cui parla Elena e farci sentire salvati comunque davanti a qualsiasi situazione.
Proprio oggi avevo bisogno di un articolo così! tutti noi abbiamo necessità di sentirci motivati a sorridere, a sentire quel senso profondo in noi per continuare la nostra ricerca verso ciò che Dio ogni momento ci promette e ci garantisce, se decidiamo di seguirLo.
“Il punto è che non si può vivere sull’ottovolante tutti i giorni della vita”
Proprio quello che ho scelto di fare.
auguri. usa qualche antiemetico 🙂
Meglio un antiemetico che la noia! 😉
io non vado sull’ottovolante ma non mi annoio certo, magari qualcuno (non dico te) ha bisogno di riempire il vuoto con “emozioni forti”.
Isaia 21,6
Poiché così mi ha detto il Signore:
«Va’, metti una sentinella
che annunzi quanto vede.
Essere monaco nel terzo millennio «È certamente qualcosa di folle nel senso dei «folli di Dio». È anche qualcosa di anacronistico – e cioè al di fuori del tempo – nel senso che i monaci cristiani hanno sempre cercato. Essi infatti, anche nel Medioevo, volevano vivere un «altro tempo» rispetto a quello dei mercanti, delle università e dei castelli. Ma questa ricerca di un tempo alternativo li fa – paradossalmente – giusti ospiti e potenziali amici di ogni stagione storica e dunque anche di questo secolo. Sempre a tempo – potremmo dire parafrasando San Paolo nella Seconda Lettera a Timoteo (2Tm 4,2) – perché sempre fuori del tempo. Questo nostro nativo anacronismo ha una motivazione ecclesiale ed evangelica. I monaci infatti attualizzano la dimensione escatologica della Chiesa: sono la Chiesa che anticipa il Regno definitivo, la Chiesa in ascensione verso il Padre, la Chiesa rivolta a un altro mondo. A un altro mondo e dunque a un altro tempo».
da MARIA ELENA abbiamo ricevuto questa mail:
sono tornata a casa tardi, ho acceso il computer per l’ultima navigata su internet prima di andare a dormire e ho visto le belle sorprese: un mio articolo sul blog di Costanza Miriano, il nome “trentamenouno” nel blogroll, le visite al blog schizzate nel giro di 24 ore….troppa grazia, San Francesco!
Scherzi a parte, sono onorata di essere stata “pubblicata” nel blog di Costanza, che seguo con affetto da qualche mese, e non nascondo di essere anche un po’ emozionata, e molto, molto contenta.
Se avete visitato “trentamenouno”, avrete visto che è un blog un po’ alla buona perchè ammetto di capirci molto poco. L’ ho aperto rispondendo all’istinto di scrivere, come sfogo ed esercizio, senza dirlo a nessuno, tanto che forse solo due o tre dei miei amici sanno della sua esistenza. Non l’ho sponsorizzato da subito perchè volevo vedere come funzionava, non essendo molto pratica della materia, ma soprattutto per timidezza, e anche perchè pensavo che, nel mare di proposte che ci sono, fosse poco interessante. Solo negli ultimissimi giorni ho iniziato a rifinirlo e a parlarne timidamente e avevo deciso di mettere il link sul mio profilo facebook. Evidentemente il Direttore Generale, conoscendo me e i miei tempi biblici, ha deciso di precedermi e fare Lui, che di Bibbia e di tempo se ne intende….
riflettevo sul fatto che quello che ci fa orrore.del crollo di Barletta (oltre la morte, oltre la tragedia ovviamente), è il fatto che questa gente lavorava per 4 euro l’ora 14 ore la giorno; il problema è che questo presto ci sembrerà anche quasi normale e non si chiamerà neanche più lavoro nero (era più o meno questo il senso della “irrituale” lettera della BCE al governo italiano pubblicata la settimana scorsa dal Corriere e che così poco scandalo ha suscitato)
No, non va bene, simpatia sì, una arruffata ragazzina sbarazzina e simpatica che…ha scoperto il lavoro, ha fatto la sua prima esperienza di lavoro e ci racconta che lì ha incontrato le altre persone e che che queste persone erano anche alla fine esseri umani come lei magari gentili e capaci di sorridere, e poi le solite peripezie della vita di tutti i giorni la pioggia il sereno il motorino che parte e non parte il ciclo (regolarissimo)raccontate in uno stile da diario Smemoranda o costanziano se preferite ovverossia le solite spiritosaggini
adolescenziali da lupo alberto che si accettano come si accetta la solita minestra riscaldata di tutti i giorni se non c’è altro di meglio. E poi alla fine chi sbuca fuori?
Lui, il datore di senso, colui che spiana l’ottovalante e lo fa diventare la via la verità e la vita, e tutti vissero (si diceva ieri) felici e contenti …
…e che voi fa’ questo è l’esercito della salvezza e questa è la minestra che passa, ma non è che i tuoi commenti siano poi da gran gourmet.
Sono un semplice commentatore precario.
🙂
tutti sono precari su questa terra
Quel che va bene a Lupo Alberto, non va bene a Lupo Alvise…
Che cosa ci vuoi fa’?
sì, certo.però il sindaco Maffei invita a “non criminalizzare chi,in momenti di crisi come questo,vìola la legge assicurando,comunque,lavoro..”..il punto è che le paghe per lavori a bassa specializzazione saranno sempre -oggi ed in futuro-inferiori a quelli previsti dai contratti”ufficiali”.almeno finché ci sarà manodopera disponibile…ed in giro per il mondo son tanti.
vale
Ma ci fa orrore il crollo perché c’era il lavoro nero o ci fa orrore il lavoro nero perchè c’è stato il crollo e invece senza crollo non ci fa orrore anche se lo sappiamo tutti che esiste
e lo abbiamo accettato e sfruttato TUTTI senza eccezioni?
rispondevo a paulbratter.
il lavoro nero, è nero solo per lo stato. non x ki cerca cmque di guadagnare qualcosa invece di rubare.
se leggi su bussolaquotidiana di oggi l’articolo su come in svezia han fatto emergere il lavoro nero (guardacaso anche lì ,x la maggior parte, nell’edilizia e nei piccoli laboratorii a domicilio)( quindi regolarizzare, quindi assistenza medica,quindi pensione,nuove assunzioni,ecc….) si capisce come basterebbe poco per migliorare la situazione.e ne guadagnerebbero anche le casse dello stato.
vale
A me, ancor piu’ del lavoro nero o del lavoro a 4 euro all’ora, fa orrore la mancanza di sicurezza sul lavoro e la consapevolezza che maggiori controlli avrebbero potuto salvare la vita di quelle ragazze (e di tutte le persone che sono vittime di incidenti sul lavoro, in Italia e all’estero, ogni anno).
Sul fatto che i lavoratori specializzati siano condannati a guadagnare meno, non c’e’ ombra di dubbio. Il problema e’ meno QUANTO. Non so abbastanza di economia da pontificare troppo sulle strade praticabili per risanare la nostra dissestata economia (anche se si’, la manovra della sciura Sigurðardóttir e’ spettacolare, speriamo che per gli islandesi funzioni), posso solo osservare che nel mio paese d’origine il divario ricchi-poveri si sta aumentando incredibilmente e che in molti altri paesi cosi’ non e’. Ricordo ancora che, facendo lavoretti non specializzati mentre studiavo, anche a me e’ capitato di guadagnare 4 euro all’ora. Poi, decidendo un’estate di andare a perfezionare l’inglese in Irlanda (e dovendo coprire da sola i costi della mia permanenza) mi e’ capitato di fare la commessa part-time li’ – prendevo lo stipendio minimo legale, che erano 7 euro l’ora (oggi credo siano 8 ) e non pagavo tasse, pur essendo regolarmente inscritta al Tax office, perche sotto le 15000 non si era soggetti a imposte di nessun genere. Il costo della vita a Dublino e’ certo un po’ piu’ caro che in una citta’ italiana, ma non tanto da giustificare uno scarto del 50%.
Mi sono sempre chiesta perche’ diavolo, da noi, sgravi fiscali per i redditi bassi non ce ne fossero (si deve ricorrere al nero) e perche’ non esistesse una paga minima legale. Temo che sia anche una questione di mentalita’…
PS Ma davvero la Bussola ha lodato la proverbiale correttezza svedese? Ma allora, dopo i Verdi e i Musulmani riabilitiamo anche gli scandinavi? Niente piu’ “Porca Svezia”? Evvai 😀
Le 15000 invece erano 15000 euro l’anno, non all’ora ovviamente 😀
E gli incidenti stradali? Sono di lavoro o no?
Dipende, Alvise. Alcuni possono essere classificabili come incidenti di lavoro. In generale pero’ credo che siano due problematiche diverse che andrebbero limitati con provvedimenti differenti fra loro (non voglio dire che gli uni siano piu’ importanti degli altri, dicevo solo che tutelare la sicurezza dei lavoratori dovrebbe essere una delle priorita’ dei datori di lavoro e dello stato).
PS I lavoratori che sono pagati ovviamente meno sono quelli NON specializzati. Mi scuso per i continui refusi ma sono un po’ cotta in ‘sti giorni (e grazie all’admin per aver risistemato il mio discorso fra parentesi 😀 )
Alvi’ per quello che può valere la mia esperienza il “Datore di senso” non mi spiana l’ottovolante anzi!
Però spesso mi tiene la testa quando la nausea diventa vomito e poi dopo come si sta bene
MI PIACE! Concordo
30-1, il post è “bello”. Mi sembra impossibile che siamo ridotti così, che una donna che scrive così bene -lo dico anche dal punto di vista formale, con la punteggiatura a posto e senza sviste ortografiche-grammaticali-sintattiche- tutto quello che trova è un lavoro trimestrale, e dopo chissà. La vita però ha in serbo sorprese…
FEFRAL:
Vorresti dire che senza il datore di senso la vita sarebbe una vita di merda e invece una volta trovato il senso nel datore di senso diventa un ottovolante?
Allora la gente comune hanno tutti una vita di merda?
Sei sicura?
Non ho scritto questo, Alvi’.
A me l’ottovolante provoca la nausea. E ne farei volentieri a meno (della nausea)
Ma anche i miei figli mi hanno provocato la nausea, e ho vomitato l’anima per i primi tre mesi di ogni gravidanza. Il datore di senso non mi ha tolto la nausea. Ma l’ha resa feconda.
Che differenza c’è tra il vomito di una donna incinta e quello di una donna che si è appena presa una sbronza colossale? Sempre vomito è. Il primo è anche più schifoso, fidati!
Ma ti piace l’ottovolante o no?
Mi piace quando si arriva in alto in alto e ferma e da lassù il mondo è più bello. Per il resto no, non mi piace, mi fotto di paura
Come tutti….
Appunto
Scusate, una citazione colta: Flaubert: giornalisti? leccaculo dei lettori, sempre.
Matrigna di cenerentola: allora uno che sa la grammatica dovrebbe entrare p.es. subito
a Rai3? O a “La famiglia cristiana” ? Insomma un posto assicurato’ E tutti gli altri sgrammaticati?
“allora uno che sa la grammatica dovrebbe entrare p.es. subito
a Rai3?”
veramente per entrare a Rai3 e diventare almeno vicedirettore è vivamente sconsigliato conoscere la grammatica
Era un modo di dire, ma se me lo dici tci credo, allora Rai 3 no,
Potrebbe, però, magari, scrivere su “La bussola” ma c’è già la Frullone o su Il Nuovo Giornale, ma c’è già la GottiTedeschi che a soli 24 anni ha bruciato le tappe…
e tu che ne sai delle tappe della Gotti Tedeschi?
Secondo me ha avuto un insider da grozzy
Ho fatto un solo confronto tra 30-1 non scrive e 24 scrive
già su un grosso giornale, ecco tutto.
Non sarai mica Grozino?
Il Nuovo Giornale è un piccolo giornale locale di Piacenza, non è il Giornale quello fondato da Montanelli.
Quanto a grozino ho un vago ricordo ma a te è proprio rimasto sullo stomaco eh…
Sì!!!
se intendi che a 23 anni è già laureata, beh sì ha bruciato le tappe. In gamba la ragazza eh?
scrivo qui perché non capisco dove finiscono i commenti.
@Alvise:
Come molte persone vecchie (datate?) penso che scrivere non sgrammaticato, ortograficamente e sintatticamente corretto non sia indispensabile, ma di sicuro è indizio di buon funzionamento del cervello, cioè di capacità di ragionare bene e di mettere in ordine i pensieri, e questo mi sembra un buon motivo per dare a una persona un lavoro.
Perché invece Turris Davidica non la conosce la sintassi?
Maria Elena: saresti perfetta per Handreas Hofer.
Turris è fuori catalogo! Anzi è fuori e basta 🙁
TURRIIIIIIS!!!!!!!!!
Turris è sottostimata, moooolto sottostimata!!!
non da me !!!
Bah, secondo me voi maschietti del blog state pendete tutti dalle sue trecce
(state è di troppo, ma per fortuna non faccio la giornalista e neppure la scrittrice ma solo la rompico…ops)
secondo me ti stai candidando a vicedirettore di rai3
non faccio la vice di nessuno io (quanto pagano?)
è già stato postato? ove lo fosse, chiedo venia.
Genio cosmico a Piacenza
No, grazie.
grazie
non l’avevamo linkato perchè alla fin fine ‘sta Miriano dice sempre le stesse cose e c’ha pure i denti storti
L’importante è che la lingua sia diritta……….
E dunque prima mi chiamate e poi mi devo pure legge’ le bischerate di ‘sto coso di Admin 😀
Che volete, ah?
Mi stavo appisolando con un bel libretto nuoviiiiissimo di zecca.
Preghierine quaaaaaasi fatte e mo, mo che volete?
Meno male che c’è Alvise che mi ama, va’.
Sono una donna dalle trecce invano. (Me tapina -super sigh)
Gentaglia sottomessa di mmmelma. Pussa via.
(Che tenerezza che sei, Costa’. Buoanotte pescetti, “Cent’anni di solitudine” m’attendono).
Cià cià 😀
D’accordissimo con Alvise, molto sottostimata Candy.
eccone un altro.
Questa viene, scrive due smelenseriemelense e subito tutti attorno a farle la corte
Vabbè ma è facile! Sei troppo dolce e carina, ci credo che se ti sottometti nessun uomo ti accoppa ma tutti si alzano dal divano per aiutarti.
Ma per chi nasce col muso ingrugnito e la risposta pronta meglio che non si sposa?
Ovviamente (!) è una domanda retorica 🙂
Però che dolce che è ‘sta donna!
Alcuni note disordinate.
E’ molto importante per un uomo che la moglie sappia far bene da mangiare oppure che lo faccia la suocera. Insomma, bisogna mangiare bene. Se lo sa fare anche il marito, meglio per la moglie.
Non sopporto le lunghe messe, domenica scorsa stavo per denunciare il prete per sequestro di persone: 67 minuti per una messa domenicale senza canti o particolarità festive.
Anche i riti del battesimo dovrebbero essere più sobri e senza troppi corsi ai genitori, specie se sono al quinto figlio e il prete si installa per la quinta volta in casa per leggerti un libretto di 30 pagine con spiegazioni. Ma Gesù non era stato battezzato nel Giordano senza tante cerimonie? Perché non si può fare così?