di Maria Elena Rosati trentamenouno
Cercare la parola “pettegolezzo” su internet, è come cercare un lecca – lecca in un negozio di dolci: ne trovi di tutti i gusti. Blog dedicati, riviste online che elencano le otto regole d’oro per difendersi dalla chiacchiera selvaggia, oltre a decine, forse centinaia di siti dedicati alle vite delle star.
Senza andare troppo lontano, e senza puntare troppo in alto, il pettegolezzo è intorno a noi, a portata di mano e di orecchio: dal parrucchiere al bar, dal cortile di casa all’ufficio, sappiamo vita, morte e miracoli di gente che, magari, non abbiamo mai avuto il piacere di conoscere di persona.
Il gossip, però, non è tutto uguale, e si può distinguere tra quello cattivo, e quello buono. Lo dice una ricerca effettuata dall’Università di Berkeley, e pubblicato il mese scorso dal Journal of Personality and Social Psychology. Secondo Robb Willer, lo psicologo che insieme a Matthew Feinberg ha condotto la ricerca, esiste un pettegolezzo positivo, che fa bene al cuore e allenta la morsa dello stress: viene chiamato “prosocial gossip”, e consiste nel parlare con altri dei comportamenti sbagliati di persone a noi vicine, ma sconosciute al resto del mondo. Nei test effettuati un gruppo di volontari doveva osservare un video in cui un partner tradiva l’altro. Dal monitoraggio cardiaco si è notato che i battiti salivano vertiginosamente, quando i volontari notavano il tradimento, salvo poi riabbassarsi e tornare alla normalità non appena avevano l’opportunità di passare l’informazione sul tradimento ad altri, per metterli in guardia. “Diffondere le informazioni su persone che abbiamo visto comportarsi male – dice Willer – tende a far stare meglio le persone, perché elimina la frustrazione che guida il pettegolezzo”. Per questo, sottolinea Feinberg “non dobbiamo sentirci in colpa per il gossip se questo può servire a aiutare gli altri a non essere ingannati”. Più terapeutico che parlare a lungo delle vite dei vips, il gossip “pro sociale” sarebbe così sarebbe anche un atto di coscienza civile, di solidarietà.
Non discuto il risultato della ricerca, che a suo modo è interessante, e sintetizza una situazione reale; è il concetto di pettegolezzo che fa bene alla salute a lasciarmi perplessa. In tutta sincerità, lo trovo pericoloso.
Si rischia infatti di pensare che sia un bene per la salute mia e degli altri raccontare alla mia collega di stanza che ho visto il tipo dell’ufficio accanto fare l’occhiolino alla tizia delle pulizie, o fare le pulci all’ex fidanzato della mia amica, o sparare a zero commenti e ironie su una persona che proprio non sopporto.
Si rischia di far diventare il pianerottolo di casa, il salotto, il bar dell’ufficio, o il ristorante dove si pranza con le amiche, importanti luoghi terapeutici, e il taglia e cuci una pratica di alto valore morale. Se fosse così, come dovremmo considerare gli editori dei giornali di gossip, ma anche chi al pettegolezzo, e ai segreti degli altri, ha dedicato una vita, e magari ci ha appena scritto un libro?
Prendiamo il caso del signor Scotty Bowers. E’ un ex marine, che per anni ha svolto un’attività molto particolare: provvedere a soddisfare i desideri e le voglie più pruriginose delle star di Hollywood, attraverso un giro di prostitute e gigolò. Alla veneranda età di 88 anni, il signor Bowers ha deciso che non ce la faceva più a tenersi questo mare di ricordi nel cuore , e ha scritto un libro – Full Service: My Adventures in Hollywood and the Secret Sex Lives of the Stars, uscito il14 febbraio- in cui racconta tutti i particolari più intimi , gli scenari più squallidi, le fantasie più perverse e le richieste più assurde delle star della Hollywood anni ‘50. Una specie di vaso di Pandora scoperchiato dopo anni di silenzio; il motivo di così lunga attesa, dice Bowers, è che tutte le star di cui racconta i segreti ormai sono morte, e non possono più soffrire per la verità che lui racconta. Già, ma non possono neanche più reagire o rispondere, se non attraverso gli eredi che possono limitarsi a ribattere. Quella di Scott Bowers è tutta fatica sprecata, e già che c’era poteva restare ancora zitto…..o possiamo considerare anche il suo un pettegolezzo buono per la salute, fatto a fin di bene?
Io, che non sono una scienziata, provo ad avanzare una mia teoria, azzardata, certo, e che forse molti non condivideranno: il pettegolezzo non fa bene. Non rinnego interminabili chiacchierate con le amiche, in cui si parla di compagni di scuola rivisti dopo anni, o di ex divenuti irriconoscibili; dico solo che il confine tra l’aggiornamento di stato, e il commento cattivo, la supposizione maliziosa, la descrizione malevola, è labile e sottile, il terreno scivoloso e infido, e la punta di forcone del Nemico, in questi casi, è particolarmente appuntita e, quando può, lavora finemente, con conseguenze drammatiche.
Il pettegolezzo fa passare in secondo piano la verità, non solo perché nella maggior parte dei casi si basa sul sentito dire, preso come certezza assoluta, senza confronto diretto con la realtà, ma ancora prima, perché normalmente avviene di nascosto, sottovoce, alle spalle. E non aiuta nessuno, ma anzi crea un pregiudizio che sarà poi difficile sradicare. Un po’ come l’acqua cheta che distrugge i ponti, anche il pettegolezzo può far crollare amicizie, storie d’amore, famiglie intere, oltre a rovinare la vita delle persone. Lo scintillante mondo dello spettacolo ci racconta di personaggi celebri messi da parte per la fama di iettatori, che sono stati riabilitati solo dopo anni, o magari, post mortem.
Sì, mi sento abbastanza coraggiosa per gettare fango anche sul mito del pettegolezzo sui vip: non è un toccasana, né la ciliegina sulla torta di un momento di relax. E’ un modo alternativo di guardare dal buco della serratura realtà che non conosciamo nemmeno. E poi nasconde trappole insidiose: si va dalla sindrome “Anche i ricchi piangono” – cioè quel sottile, impalpabile compiacimento nel pensare che anche i famosi, belli e fortunati, pieni di soldi, ogni tanto vengono puniti dalla vita, e soffrono – allo “Spirito di emulazione”, per cui se sui giornali rimbalza la notizia del divorzio dell’ ennesima coppia perfetta – che pochi mesi prima era stata protagonista del matrimonio perfetto, quello da sogno- per motivi insanabili, conditi da dichiarazioni tipo” è finito l’amore, la scintilla non c’è più”, rischiamo di pensare anche noi che il matrimonio sia tutto un fuoco d’artificio. Se quelli perfetti non ce l’hanno fatta, perché dovrebbe riuscirci Tizia, che è sposata con Pinuccio e vive a Roccacannuccia scalo in un bilocale? Perché convincerla a combattere, se “la scintilla finisce”? Più che di amore, sembra di parlare della bombola del gas….
E poi si cade nella ricerca del dettaglio pruriginoso, dell’aneddoto morboso, crogiolandosi quasi nelle disgrazie e nelle meschinità altrui, lasciando da parte quel senso sottile di disagio che si prova a leggere del tira e molla della velina e il calciatore, di Schettino e Domnica, del bunga bunga, fino alla storia dell’ennesima coppia che si è sciolta, magari dopo aver messo al mondo – o aver adottato – un paio di figli. Parliamo e sparliamo di persone, che magari stanno inanellando una serie di errori colossali e non hanno nessuno accanto che glielo fa notare, e bambini che perdono qualunque cosa possa lontanamente assomigliare ad un punto di riferimento…..oppure no?
Non mi convince questa storia del pettegolezzo, questo strisciare delle notizie mi ricorda il modo di agire del Nemico. E siccome per combattere contro il Nemico bisogna avere buone armi, meglio rispolverare la lettera di Giacomo, che dice senza troppi giri di parole: “la lingua è un male ribelle, è piena di veleno mortale. Con essa benediciamo il Signore e malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio!” (3, 8-12). Oppure si può tornare alla penitenza che il buon San Filippo diede alla donna pettegola: spennare una gallina in strada, e dopo, andare a raccogliere una ad una le piume che il vento aveva portato ovunque. Come canta Don Basilio nel Barbiere di Siviglia: “La calunnia è un venticello, un’auretta assai gentile, che insensibile e sottile incomincia a sussurrar……”.ù
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QUI c’è il blog di Maria Elena
Il mio vecchio parroco ci diceva sempre: “Se devi parlare di qualcuno, o parlane bene o stai zitto”… efficace…
Bella questa!
Stefano, smack! Anche al to vecchio parroco! 😀
61Angeloextralarge, sei un distributore vivente di autostima! 🙂 Ricambio! (Anche da parte del parroco) 🙂
Stefano, mi hanno definita in tanti modi ma questo è molto origggggggginale! Mi hai fatto sganassare dal ridere! 😀
Il mio buon vecchio Santo Francesco di Sales non lo chiamava gossip ma MALDICENZA…
http://riflettiamoinsiemenellavigna.blogspot.com/2011/03/la-maldicenza-secondo-san-francesco-di.html
E il gossip ecclesiale? Lo detesto con tutte le mie forze. Hai saputo che don X non insegna più in Seminario, perché è arrivato don Y che è più gradito a Mons. Z?
Per me i membri del clero devono essere come Gandalf il bianco: dare direttive spirituali, amministrare i sacramenti, e poi sparire. Invece sembra che ad alcuni laici piaccia giocare ai topi di sacrestia, e molti sacerdoti amano circondarsene.
Quanto hai ragione! Per non parlare poi di chi è interessato alla vita privata del sacerdote più che della propria!!! “Che scarpe porta, con chi si intrattiene, cosa mangia, dove è stato ieri sera l’ho visto passare con la macchina…” e chi più ne ha più ne metta!
Si fosse interessati di Gesù alla stessa maniera!
Fra Filippo Maria:
Se il prete una volta parla dieci minuti più a lungo: è un parolaio.
Se durante una predica parla forte: allora urla.
Se non predica forte: non si capisce niente.
Se possiede un’auto personale: è capitalista, è mondano.
Se non ha un’auto personale: non è capace di adattarsi ai tempi.
Se visita i suoi fedeli fuori parrocchia: allora gironzola dappertutto.
Se frequenta le famiglie: non è mai in casa.
Se rimane in casa: non visita le famiglie.
Se parla di offerte e chiede qualcosa: non pensa ad altro che a far soldi.
Se non organizza feste, gite, incontri: nella parrocchia non c’è vita.
Se in confessionale si concede tempo: è interminabile.
Se fa in fretta: non è capace di ascoltare.
Se comincia la Messa puntualmente: il suo orologio è avanti.
Se ha un piccolo ritardo: fa perdere tempo a un sacco di gente.
Se abbellisce la Chiesa: getta via i soldi inutilmente.
Se non lo fa: lascia andare tutto alla malora.
Se parla da solo con una donna: c’è sotto qualcosa.
Se parla da solo con un uomo: eh!
Se prega in Chiesa: non è un uomo d’azione.
Se si vede poco in Chiesa: non è un uomo di Dio.
Se si interessa agli altri: è un impiccione.
Se non si interessa: è un egoista.
Se parla di giustizia sociale: fa della politica.
Se cerca di essere prudente: è di destra.
Se ha un po’ di coraggio: è di sinistra.
Se è giovane: non ha esperienza.
Se è vecchio: non si adatta ai tempi.
Ma se muore: non c’è nessuno che lo sostituisce!
(C’è sempre qualcosa da dire sui preti
Fra Filippo Maria! E’ carina anche questa, anche se è purtroppo vera… 😀
Se parla con i ricchi è un capitalista.
Se sta con i poveri è un comunista.
Se ha un volto gioviale è un gaudente.
Se è pensoso e un eterno insoddisfatto.
Se è bello: “Perché non si è sposato?”.
Se è brutto: “Nessuno l’ha voluto!”.
Se va all’osteria è un beone.
Se sta in casa è un fannullone.
Se va in clergyman è un uomo di mondo.
Se veste la tonaca è un conservatore.
Se è grasso non si lascia mancare niente.
Se è magro è un avaro sicuramente.
Se predica più di dieci minuti: Non finisce più.
Se è breve: Non sa proprio dire niente.
Se ha i capelli lunghi è un contestatore.
Se ha i capelli corti è un sorpassato.
Se battezza e sposa tutti: strapazza i Sacramenti.
Se è piuttosto esigente allontana la gente.
Se sta in Chiesa: non si interessa mai di nessuno.
Se fa visita ai parrocchiani: non è mai in casa.
Se non organizza feste, non si fa mai nulla.
Se fa dei lavori in Parrocchia: butta via i soldi.
Se parla di contemplazione di Dio: è un astratto.
Se parla di problemi pratici è un materialista.
Se ha il Consiglio Pastorale: si lascia menare per il naso.
Se non ce l’ha è un prete autoritario e clericale.
Se cita il Concilio è un prete troppo moderno.
Se parla di Catechismo è un prete “tridentino”.
Se è giovane non ha esperienza;
Se è anziano farebbe bene ad andare in pensione.
Se saluta tutti: Chi è? Che vuole? Che cerca?
Se non saluta: S’è fatto anche prete!!!
Se confessa in poco tempo: Se non ha pazienza perché va a confessare?
Se aiuta il penitente: Quanto è lungo!
E se è una donna: Quanto tempo se la tiene!
Se la sua Messa è corta: Ma dove deve andare?
Se la sua Messa è lunga: Non finisce più!
Ricorda che la Messa è una questione d’Amore e se la trovi troppo lunga è solo perché il Tuo Amore è troppo corto!
«…e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori.»
Vero! Ci sono poche cose al mondo che mi rendano più insofferente del chiacchiericcio ecclesiale. Quando disgraziatamente mi capita di finire in mezzo a simili conversazioni tendo ad eclissarmi se proprio non posso abbandonare il luogo gossiparo…
Concordo Daniela… mi sembra che a volte il problema sia analogo per la Chiesa su larga scala… quanto ci gode certa stampa al gossip Vaticano, per esempio… in questi giorni poi vanno a nozze, con le fughe di notizie che ben conoscete… Mi spiace dirlo, ma credo che anche qualche vaticanista dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza, vedi ad esempio il toto-vescovo di Milano prima della nomina di Angelo Scola, che è stato veramente di cattivo gusto, soprattutto nei confronti di Scola stesso… non sempre si identifica bene il confine tra l’informare e lo spettegolare…
E i toto-parroco da parte dei parrocchiani? E quando il nuovo parroco è già arrivato? “Ah, ma quello di prima era ora che lo mandavano via!”. “Ah, ma questo che è arrivato è un ragazzino: ci manda all’aria la parrocchia!”… “Hai visto? Quell’altro è appena andato via e questo ha già cambiato tutto! Perché? Non andava bene cone faceva l’altro?”… “Quanto è antipatico questo nuovo! Mica mi ascolta! E pensare che sono 20 anni che vado in parrocchia tutti i giorni! Chi ne saprà di più, lui o io?”…etc., etc., etc.
http://www.artivisive.sns.it/fototeca/scheda.php?id=15978
Ottimo, Maria Elena. Si dice che il pettegolezzo sia femmina (come la curiosità): oltre a non essere vero, tu come donna, con questo articolo, “riscatti” la categoria! Avanti in Domino.
Niente paura ragazzi, se esce anche post così insignificanti (come sopra)questo non vuol dire che non possiamo fare di meglio. Coraggio!!!!
😛
alvì, eppure il tema non è per niente insignificante. MI spiace non aver avuto tempo ieri per partecipare alla discussione. Sul pettegolezzo, e ancora di più sull’indiscrezione, non c’è da andarci leggeri.
non lo trovo insignificante … anzi lo trovo molto appropriato: in un’era piena di chiacchiere e id protagonismo, mi sembra giusto ricordare il peso e le coseguenze che hanno le parole.
“appropriato” …
Ricordiamo il peso e le conseguenze etc……
Anche io sono d’accordo con Corie: non è affatto insignificante questo post. Invece è motlo stimolante, fa riflettere sulla perdita del pudore a mio avviso. Il pudore è il discreto protettore dell’intimità, dell’interiorità, del mistero che si cela in ognuno di noi. E tutto questo chiacchiericcio imperversante è una sorta di “polvere sottile” che poco alla volta disgrega quest’aura.
Il peso e le conseguenze, sì: le parole sono pietre. Con le pietre si possono fare cose buone (costruire una casa) e cattive (come lapidare qualcuno) e se ne butti una in una cristalliera puoi causare un disastro. La mentalità dominante oggi è dominata da gente che apre bocca e lascia andare su qualsiasi tema e in qualsiasi situazione. Come scriveva la padrona di casa qualche giorno fa «… sono giornalista, dovrei sapere qualcosa della mia categoria, e non farmi più condizionare dai giornali, dal veleno che spargono a piene mani sul nostro paese, su questa generazione di uomini…»
Non mi pare per niente un argomento insignificante.
Un conto è il gossip(cosiddetto)un altro “gente che apre bocca e lascia andare su qualsiasi tema e in qualsiasi situazione” (che siamo noi)
Accontentare tutti è fatica1 A me però non interessa. 😀
n.b.: Mi dissocio con silvano Agosti quando, alla fine di questo video dice: “la natura ha fatto”… Io, ovviamente correggo in “Dio ha fatto”. 😀
Mi ha colpito la definizione di “prosocial gossip” che “consiste nel parlare con altri dei comportamenti sbagliati di persone a noi vicine, ma sconosciute al resto del mondo”. C’è quindi da una parte il fatto che questi commenti vengano fatti insieme a persone esterne al “fattaccio”, lontane da quel contesto, dall’altra che i comportamenti oggetto della questione siano stati realmente visti e non solo presunti. Mi chiedo: è sempre malsano parlarne? Inteso in questi termini non credo si possa proprio parlare di gossip, perchè a volte possiamo assistere a comportamenti o situazioni che ci turbano e avere bisogno di confrontarci con qualcuno per ridefinirli meglio, capirne cause e conseguenze, magari anche per prenderne le distanza. A volte mi capita di parlare (ahimè forse troppo insistemente?) di comportamenti o modi di fare di altri che non mi piacciono e di farlo in una cerchia ristretta di amici, ma lo scopo non è il pettegolezzo fine a se stesso quanto il cercare di “analizzare” ciò che di controproducente quel comportamemento provoca e capire come uscirne fuori per proteggere me stessa e gli altri.
Condivido però pienamente quando Maria Elena dice “il confine tra l’aggiornamento di stato, e il commento cattivo, la supposizione maliziosa, la descrizione malevola, è labile e sottile, il terreno scivoloso e infido, e la punta di forcone del Nemico, in questi casi, è particolarmente appuntita e, quando può, lavora finemente, con conseguenze drammatiche”.
Il punto (e la difficoltà con cui personalmente mi scontro) è proprio la definizione di questo confine… Quando questo confronto è davvero funzionale ed efficace? E quando invece mi/ci sfugge di mano e diventa solo una modalità subdola per “esaltare” noi stessi svalutando gli altri o, peggio, generare un circolo vizioso per cui si alimenta risentimento e malumore e, forse senza saperlo, si semina zizzania..?
Il cosiddetto “giornalismo” è tutto e solo fatto di pettegolezzo o politico o sociale o culturale travestiti da analisi da
valutazioni ponderate da articoli di fondo di qualche articolista di fondo autorizzato (da chi?) a esserlo.
Noi, qui, nel nostro microcosmo giornalistico, siamo un paradigmatico(sic!) esempio di questo gossip ininterrotto su tutto e su tutti (a fine educativo, edificante, esegetico?)con una Salve Regina in fondo, come nella poesia del Belli.
Guardatelo fino in fondooo!
Questo prete doveva aver letto la vita di S. Filippo Neri, perché fu lui a giocare questo “scherzetto” ad una penitente…
W San Filippo Neri! 😀
La lingua non ha ossa ma rompe le ossa.
un motto degno di Velenia! 🙂
Veleniaaaa! Smacl! 😀
Secondo me parlare delle persone che conosciamo per “analizzare” quello che fanno o dicono è sintomo di sana curiosità e interesse verso il mondo, senza contare che quando parliamo della vita degli altri lo facciamo solitamente riferendoci a noi stessi, in una sorta di autoanalisi.
Quello che si deve a tutti i costi evitare è:
– riferire qualcosa che ci è stato chiesto espressamente di non riferire
– riferire qualcosa di falso
– indugiare su particolari morbosi
ottima sintesi. E non aggiungeremmo anche “riferire cose inutili che, seppure non morbose, non giovano a noi e a chi parla con noi, bensì trasformano la curiosità da sana in sterile, ovvero dannosa”?
Certo, Cyrano 🙂
Si, senza scordare, come dice Maria Elena, che comunque il confine è labile…nel parlare di altri, espressioni di facile ironia, di malizia, di superbia e di compiacimento di sè sono tentazioni immediate…. almeno per me! Io poi facilmente maschero il pettegolezzo con una patina di finta compassione….e mentre lo faccio, me ne rendo conto, ma la lingua si muove sempre prima del cuore e del cervello!
Erika: Sana curiosità? Ma esiste o è una scusa per farsi i fatti degli altri, soprattutto senza che i diretti interessati lo sappiano? O seri dubbi in proposito. 😉
sì ma: “di ogni parola vana che gli uomini diranno, dovranno rendere conto nel giorno del giudizio” (Mt. 12,26)
Ahi!!!! 🙁
C’è una cosa che mi incuriosisce e che domando soprattutto ai maschietti: come fate a essere così poco curiosi di chi vi circonda?
Mio marito ad esempio, ogni volta che porto una conversazione da un argomento globale (politica economica, arte, letteratura) a uno più “locale”… (il nuovo fidanzato di un’amica o i mobili da giardino dei vicini di casa), mi guarda come se fossi un’aliena e il più delle volte non ha idea di chi io stia parlando.
A me sembra una colpevole forma di disinteresse nei confronti del prossimo…
In questo periodo ad esempio sto cercando di appassionarlo alla qualità del corso preparto della mia migliore amica.
Ma lui non sta attento, sicché ogni volta devo riprendere il discorso dall’inizio…
😉
le nostre menti volano verso i primi princìpi e i massimi sistemi… 🙂
…le scaramucce di condominio le affrontiamo con un sospiro, quando arrivano e se proprio non si possono aggirare in alcun modo. 😉
Homer Simpson scopre internet, come Mister X apre un sito in cui raduna i pettegolezzi più succosi intercettati tra le chiacchiere dei compaesani, sulla base di queste informazioni si svelano e vengono castigati alcuni misfatti, tanto che…
scoperto che Homer è Mr X, tutti evitano spettegolare alle sue orecchie. Ben presto Homer rimane a corto di notizie-rumors, sicché, per tenere aggiornato il sito, s’inventa di sana pianta delle news. Ma… viene rapito, segregato in un’isola misteriosa e rimpiazzato con un sosia: una “notizia” che s’è inventato (i vaccini antiinfluenzali servono solo a incentivare l’impulso agli acquisti natalizi) è vera, e quindi va messo a tacere…
http://www.youtube.com/watch?v=YfWfQ60CZok
Maria Elena, questo post è molto vero!
Dovremmo innanzi tutto cominciare ad esaminarci uno ad uno, cosa che invece tendiamo a fare a rovescio, cioè tendiamo ad esaminare QUANTO CHIACCHIERANO GLI ALTRI E QUANTE MALDICENZE FANNO. Eh, sì, noi non siamo mai nel problema, perché è sempre un problema degli altri. 🙁
Poi, dopo avere esaminato il nostro chiacchierare, che ovviamente è sempre benevolo perché noi parliamo sempre e soltanto PER IL BENE DEGLI ALTRI, dovremmo esaminare il nostro modo di vedere: i nostri occhi purtroppo vedono attorno a noi quello che invece è DENTRO DI NOI. Se sono malizioso vedo la malizia in ogni gesto altrui, se sono permaloso penso sempre che l’altro si sia offeso per un nulla… etc., etc., etc.
Mi piace molto questa storia:
“C’era una volta un uomo seduto vicino a un’oasi all’entrata d’una città del Medio Oriente. Un giovane gli si avvicinò e gli chiese: “Io non sono mai venuto qui. Come sono le persone che vivono in questa città?”. Il vecchio gli rispose con una domanda: “Come erano le persone nella città da cui tu vieni?”. “Egoiste e cattive. È d’altronde la ragione per cui ero ben contento di partire”. “Tu troverai le stesse qui”, gli rispose il vecchio. Un po’ più tardi si avvicinò un altro giovane e gli fece la stessa domanda: “Io sono arrivato da poco in questa regione. Come sono le persone che vivono in questa città?”. Il vecchio gli rispose allo stesso modo: “Dimmi, ragazzo mio, come erano le persone nella città da cui tu vieni?”. “Erano buone, benevole, accoglienti, oneste. Vi avevo numerosi amici e mi costa molto lasciarli”. “Tu troverai le stesse qui”, rispose il vecchio. Un mercante che faceva bere i cammelli, aveva sentito le due conversazioni. Appena il secondo giovane si allontanò, si rivolse al vecchio in tono di rimprovero. “Come puoi dare due risposte completamente diverse alla domanda fatta da due persone?”. “Figlio mio”, disse il vecchio, “ciascuno porta il suo universo nel suo cuore. Da qualsiasi parte venga, chi non ha trovato niente di buono nel passato non trova niente neanche qui. Invece chi aveva degli amici nell’altra città troverà anche qui amici leali e fedeli. Perché, vedi, le persone sono di fronte a noi ciò che noi troviamo in esse”.
Così il Papa due giorni fa:
“Certamente abbiamo bisogno di informazioni, di conoscenza delle realtà del mondo, ma può essere poi un potere dell’apparenza; alla fine, quanto è detto conta di più che la realtà stessa.
Un’apparenza si sovrappone alla realtà, diventa più importante, e l’uomo non segue più la verità del suo essere, ma vuole soprattutto apparire, essere conforme a queste realtà.
E anche contro questo c’è il non conformismo cristiano: non vogliamo sempre “essere conformati”, lodati, vogliamo non l’apparenza, ma la verità e questo ci dà libertà e la libertà vera cristiana: il liberarsi da questa necessità di piacere, di parlare come la massa pensa che dovrebbe essere, e avere la libertà della verità, e così ricreare il mondo in modo che non sia oppresso dall’opinione, dall’apparenza che non lascia più emergere la realtà stessa; il mondo virtuale diventa più vero, più forte e non si vede più il mondo reale della creazione di Dio.
Il non conformismo del cristiano ci redime, ci restituisce alla verità. Preghiamo il Signore perché ci aiuti ad essere uomini liberi in questo non conformismo che non è contro il mondo, ma è il vero amore del mondo.”
(Benedetto XVI, Lectio divina, Seminario Romano Maggiore, 15 febbraio 2012)
Contro le chiacchiere
Chi si fida con troppa facilità è di animo leggero,
chi pecca danneggia se stesso.
Chi si compiace del male sarà condannato;
chi odia la loquacità sfugge al male.
Non riferire mai una diceria
e non ne avrai alcun danno;
non parlarne né all’amico né al nemico,
e se puoi farlo senza colpa, non svelar nulla.
Altrimenti chi ti ascolta diffiderà di te
e all’occasione ti avrà in odio.
Hai udito una parola? Muoia con te!
Stá sicuro, non ti farà scoppiare.
Per una parola lo stolto ha i dolori,
come la partoriente per un bambino.
Una freccia confitta nella carne della coscia:
tale una parola in seno allo stolto.
Siracide 19, 4-12
Verificare le dicerie
Interroga l’amico: forse non ha fatto nulla,
e se qualcosa ha fatto, perché non continui più.
Interroga il prossimo: forse non ha detto nulla,
e se qualcosa ha detto, perché non lo ripeta.
Interroga l’amico, perché spesso si tratta di calunnia;
non credere a ogni parola.
C’è chi sdrucciola, ma non di proposito;
e chi non ha peccato con la sua lingua?
Siracide 19, 13-16
Sono devota di questo versetto:
“La carità tutto copre” (1 Corinzi 13, 7)
Il che non vuol dire non vedre e far finta di non vedere ma…. Mi sono spiegata? 😉
Bello Alessandro, grazie… Sì questo concetto di apparenza/realtà si riallaccia molto a quello che dicevo prima. L’analizzare in sè e per sè è sano, come diceva Erika.. del resto abbiamo bisogno di individuare i criteri per valutare e per scegliere… Poi però c’è tutto quel lavoro di condimento in più di cui parlava Maria Elena prima e sottolineato da Chiara poi (espressioni di facile ironia, di malizia, di superbia e di compiacimento di sè sono tentazioni immediate), che secondo me, se non contenuti, finiscono per alterare proprio questa realtà e rispondono più al principio dell’apparenza….
Non so, troppi confronti che non stanno attenti a prevervare quella sobrietà di cui parlava Cyrano rischiano davvero di farci sconfinare nel mantenimento di un’apparenza che è contro la verità…Sento che a volte, pur mossi dalle migliori intenzioni, c’è troppo rumore…
A proposito di indiscrezioni, mormorazioni, maldicenze, che dire di quell’incresciosa colluvie di lettere note appunti “riservati”, di provenienza curiale romana, inopinatamente riversatasi recentemente sui quotidiani, ammannendo loro la più ghiotta opportunità di sbizzarrirsi nell’esercizio del gossip sul Vaticano? Non c’è, in quelle carte “segrete”, un inverecondo impasto di invidia vanità millanteria gelosia carrierismo, che dovrebbe disdire ai Sacri Palazzi?
Sempre mercoledì 15 febbraio il Papa ha detto: “Anche oggi si parla molto della Chiesa di Roma, di tante cose, ma speriamo che si parli anche della nostra fede, della fede esemplare di questa Chiesa”.
E’ un pezzo della lectio divina che ha fatto ai seminaristi in occasione della festa della Madonna della Fiducia!
L’ho letto stanotte, in un attacco di insonnia…
E’ incredibile quanto sappia essere profonda, diretta e puntuale di ogni parola di BXVI
Io distinguerei Alessandro, quelle note non erano nate per essere rese pubbliche. Il delatore è colui che le ha rivelate
E’ vero che il delatore è colui che le ha rivelate, ma anche così come sono quelle note mi paiono infarcite di pettegolezzi penosi o risibili (il tale dice al talaltro di essere uno dei due cardinali più consultati dal Papa, il quale Ratzinger, oltre a essere in procinto di tornare alla casa del Padre – entro dodici mesi -, starebbe piazzando il suo uomo di fiducia nelle condizioni per succedergli ecc.).
Quanto a Viganò, le accuse che egli muove non saranno qualificabili come pettegolezzi e maldicenze. Fatto sta che quelle accuse sono state giudicate infondate al termine di un’inchiesta interna: ” sulle accuse di Viganò a Nicolini è stata svolta un’inchiesta interna, affidata a una commissione disciplinare, presieduta da un ex uditore della Rota Romana, monsignor Egidio Turnaturi. La commissione ha ascoltato i testimoni citati nelle drammatiche lettere del prelato. Per quanto riguarda gli articoli anonimi su «Il Giornale», si è concluso con l’«indimostrabilità» delle attribuzioni messe nero su bianco da Viganò, mentre dopo le indagini si sono rivelate non fondate altre accuse relative a monsignor Nicolini, anche se la commissione ha ritenuto riscontrati i rilievi riguardanti il suo carattere e ha suggerito di prendere provvedimenti.
Questo tassello è importante per ricostruire la vicenda, perché altrimenti si potrebbe essere indotti a pensare che le segnalazioni di irregolarità o di reati rimangano senza seguito Oltretevere. «Ovviamente – spiega a Vatican Insider un’autorevole fonte vaticana – monsignor Viganò ha fatto il suo dovere denunciando riservatamente ai superiori ciò che riteneva necessario denunciare. Ma non si deve immaginare che le sue denunce siano state considerate carta straccia o prontamente archiviate».”
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/vaticano-bertone-vigano-12088/
“La potenza intellettiva mai si quieta, mai s’appaga in verità compresa, se non sempre oltre et oltre procede alla verità incomprensibile” (Giordano Bruno)
Non vorrei essere fraintesa.. non mi riferivo alla potenza intellettiva o alla spinta a comprendere e crescere… ma a quei momenti di intrattenimento tra persone in cui si sottolineano aspetti negativi o improdittivi o anche malsani di altri, prima mossi effettivamente dal bisogno di comprendere e conoscere ma finendo poi per ritornarci più e più volte con toni sarcastici, ironici ma soprattutto ridondanti… è questo che mi chiedo se sia rumoroso e se a lungo andare non rischi di intossicare in primis i protagonisti di questo tipo di passatempi…
@Claudia ,credimi a tacere non si sbaglia mai,ci sono a disposizione altri mezzi per imparare a distinguere il bene dal male che discutere degli sbagli,veri o presunti,del prossimo.Anni fa sono stata usata,naturalmente a mia insaputa, come cavia di uno questi esperimenti didattici di “vivisezione morale”.La delusione cocente di sapere che l’amica del cuore si era servita delle mie confidenze per animare sabati pomeriggio a casa di amici ,a distanza di tanto tempo brucia ancora.
Mi dispiace,vi sembrerò massimalista, ma concordo con Angelo XL ,la sana curiosità è tutt’altro,è quella che ti spinge verso lo studio,la ricerca,non verso il gossip.
…il vostro parlare sia: sì ,sì, no, no
@ Velenia e AngeloXL “la sana curiosità è tutt’altro,è quella che ti spinge verso lo studio,la ricerca…” meno male, cominciava a rimordermi la coscienza per una serie di pettegolezzi cinquecenteschi, barocchi e napoleonici 😉
I pettegolezzi cinquecenteschi, barocchi e napoleonici CI PIACCIONO. (Wikipedia? Non, merci)
Peccavi 🙂
Recentemente ho letto un romanzo di Ph.K. Dick, profetico e inquietante (come gli accade spesso). Titolo “redenzione immorale”. Immagina una società in cui il gossip è elevato a sistema politico per il controllo delle masse da parte di una sorta di impero parafascista postnucleare… affascinante. Se vi piace il genere ve lo straconsiglio
Grande Dick, tra gli altri ha anche scritto “Memorie di uno scrittore di merda” (proprio così!)
Ecco l’unico tipo di chiacchere che mi piacciono e dè anche il momento giusto per farle:www.buonissimo.org/ricette/814-chiacchere.asp
Velenia grazie… sì, c’è un altro genere di chiacchere decisamente più nutrienti.. 🙂
OT: consiglio anche http://www.cookaround.com dà dei consigli ottimi
Velenia: “sono a disposizione altri mezzi per imparare a distinguere il bene dal male che discutere degli sbagli,veri o presunti,del prossimo”: Smack! 😀
Tra l’altro sta cosa che si “studia per imparare” guardando gli sbagli del prossimo” mi fa inc… un bel po’. Ma vogliamo imparare a studiare guardando i NOSTRI? Ma chi siamo per poterci permettere addirittura di “studiare” gli altri? Che sapienza infusa dall’Alto! Tutto frutto dello Spirito Santo, ovviamente! Quale grande dono di conoscenza abbiamo ricevuto! ORGOGLIO E SUPERBIA! Altro che infuso dall’Alto! E’ tutta ZAVORRA DAL BASSO VERSO IL BASSO! 🙁
N.B.: Torno alla “sana curiosità”. Ma la “sana discrezione” non è contemplata? Maria “SERBAVA QUESTE COSE NEL SUO CUORE”: è bellissima questa immagine! Maria non era una che non “curiosava” (non in senso di “caccianasava” come si dice dalle mie parti). Ma? Ma non le sfuggiva nulla! Si è accorta per prima che mancava il vino a Cana. Che ha fatto? Non ha cominciato a dire al suo vicino di tavola: “E’ finito il vino. E adesso che si farà? Ma come mai non ne hanno preso di più?… etc., etc., etc.”. Noooo! E’ andata da suo Figlio, in silenzio, e si è rivolta a Quello che secondo Lei poteva risolvere il problema. Poi ha parlato ancora, è vero! Ma solo con i servi: “fate quello che Lui vi dirà”.
Non mi si venga a dire: “Maria era Maria!”, perché non ci sto! Maria ci ha dato l’esempio e non era Dio, né Angelo, come non lo è tuttora. Era una donna! E, mie care colleghe, noi donne abbiamo l’occhio lungo per “vedere” le cose, le necessità, le soluzioni. Il problema è che ci perdiamo in un bicchiere d’acqua (molto piacevole purtroppo) quando invece dell’occhio lungo usiamo la lingua lunga.
Miei cari non-colleghi uomini sapete usare la lingua lunga quanto noi..
Senza offesa per nessuno! Smack! 😉 😛
Caro angelo XL ti stringo e strizzo come un limone! 😀
Ok! Facciamoci una maxi-granita! Se mi spremi ben bene, ce n’è a sufficienza per tutti! 😀
Prima esiste il non-conformismo, anche, certamente, nel senso inteso dal Papa,
ma egualmente disponibile ai comuni umani, poi, magari, esisterà, anche, il non conformismo cristiano…
(come non esiste bravi sciatori, per esempio, cristiani, ma bravi sciatori e poi, anche, magari,
Cyrani, papi polacchi, e quant’altri)
…esiste il non-conformismo, cristiano o meno, ammettendo che esista!!!
…ammettendo (arrivo a dire, udite, udite!!!) che possa esistere.
Se vuoi nel mio blog c’è un “premio” che ti aspetta: http://madamelumiere.wordpress.com/2012/02/17/the-versatile-blogger/
Non ha più detto nulla il Santo Padre?
Chiacchiera anche meno di me, a Dio piacendo!!! (cosa non difficile chiacchierare meno che me, non fosse che le sue chiacchiere sono sempre rese pubbliche, a proposito di umiltà)
Devi sapere, caro Alvise, che oggi s’è tenuta la Giornata di riflessione e preghiera del Collegio cardinalizio in occasione del Concistoro.
Come notificano i servizi d’informazione vaticani, “verso le 19, il Santo Padre ha concluso la riflessione con un suo intervento, in cui ha ringraziato i relatori – definendo la relazione del cardinale designato Dolan “entusiasmante, gioiosa e profonda”, e la comunicazione di S.Ecc. Mons. Fisichella “un ricco contributo di idee e di iniziative” – e ha ringraziato pure tutti i partecipanti alla Giornata, affermando che gli interventi hanno rappresentato un “ampio mosaico di idee e di proposte”. Ha messo in rilievo l’importanza del Concilio Vaticano II per “riscoprire la contemporaneità di Gesù e della fede”. Ha rilevato la necessità di un vero rinnovamento della catechesi per mettere in risalto i suoi preziosi contenuti di verità, reagendo a quello che è stato definito “analfabetismo religioso”. Ha riaffermato fortemente la necessità della profonda convinzione della verità della rivelazione di Dio nel suo Figlio Gesù Cristo, poiché “se non c’è verità, non c’è bussola e non sappiamo dove andare”, e “solo se c’è verità la vita è ricca e bella”. Senza questa convinzione “non possiamo rievangelizzare l’umanità di oggi”.
Poiché Dio è amore, la verità si esprime nella carità e la carità a sua volta “dimostra la verità”. Il Papa ha concluso che il motto dell’Anno della fede potrebbe essere riassunto nelle parole: “Vivendo la verità nella carità”.”
Ecco, queste sono le più recenti parole pubbliche del Santo Padre.
«Quando nomino Giovani Paolo II i demoni schiumano rabbia. Altri tremano. Altri ancora urlano e supplicano di non nominarlo più. Così anche con Benedetto XVI. Ogni gesto di Joseph Ratzinger, le sue liturgie così composte e piane, sono un potente esorcismo contro la furia del demonio.»
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-dio-contro-satana-la-battaglia-finale-4549.htm
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Salve, ho trovato il suo blog molto interessante e vorrei invitarla nel nostro Art Social Network, si chiama Leonida: http://www.leonida.eu
E’ un social network interamente dedicato alle arti (musica, fotografia,videoart, scrittura, blogger). Saremmo lieti se aprisse una pagina ufficiale del suo blog nel nostro social network (ovviamente linkata al suo blog per consentire al nostro pubblco di giungere al vostro blog) un modo come un altro per sponsorizzarsi.
Abbiamo una sezione “Writers” con diversi blog. La pagina è completamente gratuita.
Un Saluto e grazie.
Marzia
Non avevo mai udito parole simili!!!
E allora dovresti ringraziarmi per le ineffabili estasi che ti procuro
Parole fresche fresche, di sabato 18:
http://magisterobenedettoxvi.blogspot.com/2012/02/il-papa-ai-cardinali-il-dono-totale-di.html
“La vostra missione nella Chiesa e nel mondo sia sempre e solo «in Cristo», risponda alla sua logica e non a quella del mondo, sia illuminata dalla fede e animata dalla carità che provengono a noi dalla Croce gloriosa del Signore.”
Ah, ah, ah! 😀 😛
La risata sopra è per Alessandro 18 febbraio alle 10,28 😀
Capita a fagiolo questa Lettera di San Giacomo Apostolo, ripresa dalla Prima Lettura di oggi:
“Fratelli miei, non vi fate maestri in molti, sapendo che noi riceveremo un giudizio più severo, poiché tutti quanti manchiamo in molte cose. Se uno non manca nel parlare, è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo. Quando mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano, possiamo dirigere anche tutto il loro corpo. Ecco, anche le navi, benché siano così grandi e vengano spinte da venti gagliardi, sono guidate da un piccolissimo timone dovunque vuole chi le manovra. 5 Così anche la lingua: è un piccolo membro e può vantarsi di grandi cose. Vedete un piccolo fuoco quale grande foresta può incendiare! 6 Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell’iniquità, vive inserita nelle nostre membra e contamina tutto il corpo e incendia il corso della vita, traendo la sua fiamma dalla Geenna. Infatti ogni sorta di bestie e di uccelli, di rettili e di esseri marini sono domati e sono stati domati dalla razza umana, ma la lingua nessun uomo la può domare: è un male ribelle, è piena di veleno mortale”. (Giacomo 3, 1-8)