Che fine hanno fatto le indignate?

di Raffaella Frullone     La Bussola Quotidiana

La Signora Moralità è tornata a regnare sovrana in Italia. Noi non ce ne eravamo accorti, ma deve essere certamente così. Da un po’ di tempo a questa parte la dignità delle donne ha riconquistato la cittadinanza italiana, la meritocrazia è tornata dall’esilio e le pari opportunità sono obbligatorie quanto pagare il canone Rai. Contemporaneamente il bunga bunga è stato bandito insieme alla mercificazione e alla strumentalizzazione del corpo della donna, ai quali è stato consegnato un decreto d’espulsione coatto dal nostro paese.

Non ce ne eravamo accorti, ma deve essere certamente così, altrimenti le indignate scenderebbero di nuovi in piazza, e ad un anno da quello che era stato presentato come uno spartiacque per le donne nel nostro paese, tornerebbero a dire “Basta”. Invece oggi non sono in piazza. Non che non siano attive, sabato e domenica si sono date appuntamento a Bologna per parlare di lavoro, welfare e rappresentanza politica mentre il 3 e il 4 marzo si riuniranno a Milano per discutere di rapporti coi partiti. Secondo Marina Terragni (rif. ultimo numero di Io Donna) è il segno che il movimento ha avuto successo, che «sta passando all’incasso», qualche malizioso potrebbe invece pensare che, cambiato il Governo, non ci sono motivi per protestare così a gran voce.

Il 13 febbraio era  un anno fa. In quasi tutte le città italiane moltissime donne, un milione secondo gli organizzatori, hanno voluto far sentire la propria voce. Professioniste, precarie, disoccupate, mamme, figlie, nonne, single, conviventi, accoppiate hanno voluto rimarcare l’importanza del proprio ruolo sul poso di lavoro, nella professione, nella politica e in tutti gli ambiti della società aderendo ad un appello lanciato in rete:

“Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile.

Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici. Questa mentalità e i comportamenti che ne derivano stanno inquinando la convivenza sociale e l’immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione.

Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza.

Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni.

Chi vuole continuare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante responsabilità, anche di fronte alla comunità internazionale.

Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uomini: se non ora, quando?”

Regista dell’evento è stata Cristina Comencini che dal palco di Roma ha affermato con forza: «Vogliamo dire che la rappresentazione delle donne italiane che ci viene ossessivamente proposta in televisione e sui giornali nella cronaca politica è un’offesa per le donne. Riportare le donne al centro della nostra società è una battaglia politica di tutti». Una battaglia cui ha aderito Susanna Camusso, leader della Cgil: «La misura è colma», e molte donne attive in politica, dall’avvocato Giulia Bongiorno, Fli, secondo cui «il festino hard non può essere la selezione della classe dirigente», fino a Rosi Bindi, Livia Turco, Giovanna Melandri, e poi le attrici Isabella Ragonese e Lunetta Savino, e la Sofia Sabatino, rappresentante degli studenti che ha letto una lettera indirizzata a Ruby, «Tu hai la nostra età ma sembra che tu stia dall’altra parte della barricata».

Ruby, all’anagrafe Karima El Marhoug, la giovane e avvenente marocchina diventata simbolo della condotta deprecabile del premier nonché della decadenza e dello squallore della classe politica italiana, è stata per le indignate la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Baluardo delle Olgettine che vendono il proprio corpo per soldi e potere. “Vergogna”, gridava la piazza, ma ora la piazza dove è? Va tutto bene, ora? Soltanto perché Silvio Berlusconi non è più presidente del Consiglio? Perché alla fine, gira e rigira, lì si arriva. Lo hanno ammesso, o quasi, le stesse indignate, a dicembre, quando il comitato Se non ora quando ha provato a proporre un 13 febbraio bis, in data 11 dicembre, invitando le donne a scendere nuovamente in piazza con questo proclama: “il 13 febbraio abbiamo riaffermato la dignità delle donne, calpestata dal sessismo berlusconista. L’11 dicembre ci proponiamo come forza politica, per guidare questo Paese fuori dall’agonia. Insieme agli uomini, certo. Ma questo vuol dire: 50% noi e 50% loro. Altro che quote rosa! Il grido era: Se non ora quando? Oggi è: Se non le donne chi?”.

Ma a questo giro la piazza si è rivelata poco popolata, tiepida, un sostanziale flop. A questo punto i casi sono due, o la manifestazione dello scorso anno aveva come unico scopo quello di fare in modo che Berlusconi lasciasse quanto prima la scena politica, oppure chi manifestava ritiene che oggi non ne sussistano più i motivi. Ritiene che oggi non occorra parlare di dignità della donna, difenderne l’immagine per preservarne il ruolo della società.

Eppure gli spot e i cartelloni continuano a venderci corpi semi nudi come carne da macello, il mondo del lavoro continua a non essere a misura di mamma e da nessuna parte c’è l’auspicato 50% e 50%. Nemmeno nel Governo attuale, rigorosamente tecnico, come non mancano di sottolineare, non è abbastanza a misura di donna quando si tratta di distribuire cariche e ministeri, tantomeno a misura di pari opportunità se chi sottolinea «il posto fisso è un’ illusione» è saldamente sistemato, insieme alla prole.

Se le donne non sono in piazza oggi è perché probabilmente sanno che una radicale trasformazione degli stili di vita non passare da una prostesta, per pur partecipata che sia. Come ha scritto Antonio Polito sul Corriere della Sera un anno fa la cultura progressista «avrebbe dovuto riconoscere che c’erano aspetti della tradizione che sarebbe stato meglio conservare, avrebbe dovuto sforzarsi di comprendere la morale sessuale della Chiesa, avrebbe dovuto ammettere la necessità di un’etica privata, dopo essere diventata paladina dell’etica pubblica, perché, come di diceva un tempo, il privato è pubblico. Non pretendo che un novello Berlinguer indichi alle nostre figlie il modello di Santa Maria Goretti, ma francamente non si può fare una battaglia sulla morale dopo aver esaltato l’indifferentismo morale di chi ripete che “ognuno sotto le lenzuola fa quello che vuole”».

Bisogna tornare indietro allora, per guardare avanti? Bisogna rassegnarsi a non cambiare le cose? Rinunciare alla rivoluzione? Forse no. Forse basta saperla riconoscere. Rivoluzionario oggi è sentire una modella di intimo super pagata, sex symbol del marchio di lingerie più famoso d’America dichiarare che smetterà di posare in intimo perché: «il mio corpo appartiene solo a mio marito». Kylie Bisutti, 21 anni, dopo due anni di passerelle ed aver raggiunto l’agognato traguardo di posare per Victoria’s Secret ha infatti sorpreso tutti quando ha detto “basta”. «Il mio corpo è sacro, quando ho cominciato a capirlo ho iniziato a sentirmi in imbarazzo, quelli con cui sfilavo non erano vestiti, ma biancheria intima. Non significa che smetterò del tutto di fare la modella, ma certamente non mi spoglierò più. E poi sono sposata, in America il tasso di divorzi è molto alto, io voglio che il mio matrimonio sia speciale, perché è sacro».

Anche qui si parla di corpo della donna e di dignità, ma in una prospettiva più credibile perché parte dalla scomoda prima persona singolare. Se non così, come?

fonte: La Bussola Quotidiana

146 pensieri su “Che fine hanno fatto le indignate?

  1. Adriano

    “Che fine hanno fatto le indignate?”

    Forse hanno cambiato strategia, passando a progetti più pratici, come “pari e dispare” di cui questa stessa autrice ha scritto pochissimi giorni fa; la stessa pare però essersene completamente dimenticata, a giudicare dai tanti quesiti e dai dubbi che (si) pone…

  2. Forse perché, caro il nostro femministaiolo miltante, se avessi fatto più attenzione avresti notato che l’articolo postato stasera è stato pubblicato sulla Bussola quotidiana in data 13/02 mentre il post sulle “pari e dispare” è apparso in data 15/02. Complimenti. Ora aspetto la consueta arrampicata sugli specchi. Nel frattempo vado a dormire,prima che mi faccia addormentare la tua risposta.

    1. lidia

      in questo blog vedo che la carità cristiana è riservata a chi mi sta simpatico. caspita. poi dicono che non siamo credibili. infatti. scusate ma quando è troppo è troppo.

      1. Cara LIdia, forse non è da tanto che segui il blog altrimenti sapresti che questo signore sistematicamente rilascia commenti provocatori e punzecchiature come quella soprastante, indirizzate per lo più sempre a un’autrice. Un conto è dissentire dai giudizi altrui, un conto è tentare minare la credibilità, la serietà e la competenza professionale altrui. E a questo, mi spiace, io non ci sto. Poi sei liberissima di pensarla come vuoi e anche di giudicarmi.

          1. lidia

            OK, io ho generalizzato, e anche questo è male.
            Stavo giusto per riscrivere chiedendo scusa della mia “esplosione”. Sicuramente da questo blog io ho ricevuto in termini di affetto, amicizia e comprensione molto più di quanto non abbia dato, e sicuramente molto più i quanto non fosse normale aspettarsi da persone che non mi conoscono neanche .
            Ciononostante – a parte il caso specifico della tua risposta ad Adriano, ok,ho capito, in fondo anche io sono stata sgradevole adesso con te – penso che a volte ci sia un atteggiamento del genere, in alcuni commenti.
            Per quanto riguarda Adriano, a me i suoi commenti sono sempre sembrati intelligenti (ma non ne ho letto l’opera omnia commentorum) e quando gli ho risposto dicendogli che ero in totale disaccordo con lui la risposta è stata gentile e positiva…
            allora Adriano mi rivolgo a te: scusa, ma se ce l’hai con Raffaella, diglielo direttamente, ma non punzecchiarla qui, si può essere in disaccordo con quantos crive, ma non dire che non è una brava giornalista…

            1. Certamente, sono il primo a riconoscere di non essere certamente un modello di carità cristiana nelle risposte, per quanto mi sforzi davvero di trattenermi.
              Ma nel caso specifico il commento disinformato e prevenuto di Adriano dimostra che il suo consueto refrain (“pongo domande scomode e nessuno mi risponde”) è unicamente una posa. Poi lui si schermirà come al solito, ma non è una novità.
              Sulla qualità dei suoi interventi mi sono già espresso in passato in termini non proprio lusinghieri – e non sono stato l’unico – ma certamente nulla toglie che tu possa tenere un giudizio differente dal mio, ci mancherebbe. In ogni caso ti ringrazio per esserti sforzata di comprendere le mie ragioni.

              1. Adriano

                Andreas,

                prendo atto che la successione temporale della stesura di questi due testi, forse, non è la stessa che ritroviamo qui.

                Detto questo, d’ora in poi proverò a rispondere solo alle tue repliche sui contenuti e mi asterrò dal farlo ai tuoi attacchi personali verso di me… Ti prego di non perdere l’appetito per questo (benché la cosa possa aiutare in periodo di Quaresima… ;-))
                Stammi bene.

                1. In realtà dovresti solo prendere atto di essere giusto un poco prevenuto, ma tant’è…
                  Stai tranquillo che non perderò certo tempo a confrontarmi col tuo campionario di paralogismi. Al limite, come dicevo sopra, le tue arrampicate sugli specchi potranno indurmi sonnolenza, non certo levarmi l’appetito.

            2. Adriano

              lidia

              Francamente (a differenza dell’atteggiamento che ho notato in alcuni in questo blog) non ce l’ho con nessuno: non ne ho il tempo e poi per principio cerco di non attaccare le persone, ma al massimo di discutere quello che dicono (mi spiace poi se qualcuno confonde le due cose, ma non posso farci niente).

              Detto questo, ho solo fatto notare una contraddizione tra due post della stessa autrice. Non è la prima volta che mi sembra che qui venga raccontata, a sostego di una tesi, solo una parte di qualche cosa di più variegato e complesso (interessante in tal senso il commento di don fabio qui sotto) e, quando cerco di farlo notare, a volte le risposte (sui contenuti) che ricevo mi hanno fatto fare marcia indietro; altre volte, invece, le repliche (o la mancanza delle stesse) hanno confermato le mie impressioni.
              Per questo ringrazio chi condivide il proprio pensiero e le proprie esperienze sui contenuti e mi spiace che altri non lo facciano.

              Sul caso in particolare, sono anche dispiaciuto di poter aver dato l’impressione nel mio commento (coinciso causa mancanza tempo) di avercela con l’autrice, cosa non vera.

              Infine un piccolo appunto. Tu definisci l’autrice giornalista: se non erro, però, la stessa era stata ‘giustificata’ col fatto di non essere giornalista in un post altamente contestato e poi cancellato qualche settimana fa. La questione, però, è ininfluente sul post attuale.

              Buona giornata!

              1. Hai ragione, Adriano, vieni spesso trattato “di merda” senza che vi siano giustificazioni per questo fatto,
                basta andare indietro a vedere i tuoi commenti e le repliche ai tuoi commenti e si vede da una parte il semplice tentativo di critica senza mai, bisogna dirlo, malevolenza o astio, da parte tua, dall’altra, subito, il contrario (insofferenza sarcasmo presa per il culo eccetra)

                1. Velenia

                  Senti Alvise e secondo te perchè Adriano viene trattato di merda (come dici tu e ammesso che sia vero) e invece tu, che sei pure sempre in disaccordo con quello che si scrive qua,sei vezzeggiato,simpaticamente schernito,sostanzialmente considerato un amico?

                    1. fefral

                      Alvì, a me adriano pare più vecchio di te, almeno nel modo di scrivere, Non dire stronzate per favore.
                      Secondo me nel blog succede quello che capita normalmente nella vita: con alcune persone c’è un’empatia istintiva e con altre invece non ci si sopporta. E questo non credo dipenda dalle idee o dai principi. Mi pare che Adriano non sia simpatico a qualcuno, come tu Alvise non lo sei a qualcun altro. E so per certo che qualcuno non sopporti me così come anche io ho istintive antipatie che non riesco a controllare.
                      A volte succede che si superano i confini della buona educazione e in questo penso che possiamo tutti fare uno sforzo. Io penso che però anche le passioni abbiano qualcosa da dirci, e così quando provo una profonda antipatia nei confronti di qualcuno mi interrogo a fondo per capire da cosa nasca. Parecchie volte scopro cose interessanti su di me e magari la persona antipatica comincia anche a diventarmi simpatica. In qualche caso però non c’è speranza

                2. Alessandro

                  Non è così.
                  Per quanto mi riguarda, pur ritenendo (e già gliel’ho detto) che di rado Adriano ponga domande veramente interessanti e faccia osservazioni veramente penetranti e stimolanti, gli rispondo e controrispondo da mesi, talvolta intrecciando con lui interlocuzioni che si protraggono per decine di commenti, cercando (spesso a fatica) di occuparmi del contenuto dei suoi rilievi (e ovviamente faccio ciò senza un fasullo fair play: quando mi sembra che si stia arrampicando sugli specchi glielo dico chiaro e tondo, pure questa è carità a mio avviso).

                  1. nonpuoiessereserio

                    Alvise, forse Adriano viene trattato male perché non apprezza un buon bicchiere di Chianti come fai tu.
                    „Da, Wo man singt, da laß’ dich ruhig nieder, böse Menschen haben keine Lieder.“

                    Io mesi fa avevo provato a tenere il ritmo del buon Adriano ma non ce l’ho fatta, io chiedevo A o B e lui rispondeva C, nessun problema, ognun va par la so strada, adulto, vaccinato, intelligente, bon par lu.

              2. angelina

                Caro Adriano, ricordi male.

                admin
                11 gennaio 2012 alle 11:33
                Vorrei ricordati, visto che continui a parlare di “articoli” e “giornalismo”, che un blog NON E’ UNA TESTATA GIORNALISTICA, non ha un direttore responsabile, ne un editore, e non è registrato presso nessuna cancelleria di Tribunale come è obbligatorio per qualsiasi testata. Laura e Cyrano non sono giornalisti, Costanza e Raffaella sì, ma non svolgono qui la loro attività professionale.

                1. angelina

                  P. S. scusate, difficile inserire una replica diretta…Intendevo dire ad Adriano (18 febbraio 2012 alle 09:37) che ha confuso Raffaella con Laura

  3. “A questo punto i casi sono due” in realtà son molti di più.
    Ciò che è accaduto, semplicemente, è che la manifestazione dello scorso anno verteva su un tema minimale su cui era pressocché impossibile non essere d’accordo (come non condividere l’appello lanciato in rete che tu stessa citi?). Però quel tema non è “politica”, o meglio, lo è ma non nel senso della gestione del potere, della lotta tra partiti, delle bizantinerie di palazzo. Ciò che è accaduto, semplicemente, è che quando qualcuno ha cercato di cooptare un movimento spontaneo, imbarcandolo in qualche carrozzone di partito, il movimento, giustamente, se l’è data a gambe.
    A me era parso molto sano e giusto il movimento dello scorso anno e mi sembra ancor più sano e giusto questo defilarsi attuale. Segno indubbio di sincerità nelle intenzioni (da parte di chi si defila, appunto per non farsi etichettare da nessuno)
    Il che porta senza dubbio a condividere quanto dici alla fine dell’articolo sulla necessità del pre-politico, cioè del passare attraverso l’educazione in buona sostanza e la cultura, perché certo non si possono imporre mutandoni di ghisa per legge, né del resto servirebbe a molto, essendo la morale, per definizione atto libero.
    Bello il caso di Kyle Bisutti, è esattamente ciò di cui abbiam bisogno, gente che mostri nei fatti la bellezza del pudore.

  4. nonpuoiessereserio

    Tutti questi movimenti mi lasciano indifferente, sono fatti appunto per durare una stagione. Non hanno fondamenta solide. Il pretesto in questo caso era armare l’ ennesimo battaglione contro Silvio. Nulla di nuovo. La nostra è una società viziata e noiosa.

  5. Ma se le stessino (direbbero qui) maremmadiavola a casa* le donne,, invece che di andare in giro a bociare con il culo e poppe fori!!!!
    *…, e cioè a occuparsi del marito (non del “convivente”)e dei figlioli (e che siano parecchì)

  6. Ora che c’è “la rete” (ormai bisogna parlare così) siamo tutti giornalisti, i giornalisti, quelli veri, che per anni e anni si erano fatti forti dell’appartenenza all’Ordine con annessi e connessi, in deroga, secondo me, ma anche secondo Arturo Carlo Jemolo, (ma non solo)un grande studioso di legge (e “scriteriato” ve lo potrà confermare, se vorrà) in deroga all’aricolo della costituzione dove è detto che la stampa è libera, i giornalisti “veri”, dicevo, non hanno più modo di esistere e i non-giornalisti nemmeno. Giornalisti tutti e nessuno. Bene, male? Certo peggio di prima no di certo che si vedeva che per scrivere su un foglio qualsiasi bisognava prima passare alla Pretura alla Questura al Tribunale all’Ordine, a leccare il culo a qualche direttore di giornale e poi finalmente forse….Ora tutto questo(in teoria)(forse)finito!!!

              1. 61Angeloextralarge

                Va beh! Quelle un paio ad Alvise le ho già rifilate, ma erano linguacce scherzose. ceeertooo che le pernacchie-scherzose sarebbero carine! 😀

                1. 61Angeloextralarge

                  Scusaaaaaa! Stavo parlndo con lui. Mai dimenticare le maestre originarie! Le sai fare quelle con le pernacchie? Smack! 😀

                    1. 61Angeloextralarge

                      Mi rimetto all’obbedienza dello stile del blog…che mi piace un sacco! 😉
                      E mo’? Ho messo il video sulla pernacchia! Admin, mi perdoni anche stavolta? Smack! 😀

  7. 61Angeloextralarge

    “il bunga bunga è stato bandito insieme alla mercificazione e alla strumentalizzazione del corpo della donna, ai quali è stato consegnato un decreto d’espulsione coatto dal nostro paese” da dietro i miei occhiali tinti di rosa… ho seri dubbi in proposito.

  8. Alessandro

    A mio parere SNOQ è un movimento le cui ideatrici sono ideologicamente collocate stabilmente nel femminismo di sinistra, quello pesantemente ipotecato dal radicalismo pannelliano. Finché si tratta di radunare persone intorno a a un tema che fa scattare facilmente l’indignazione come la condotta sessuale del premier, il movimento può portare in piazza anche chi non si riconosce in quella matrice ideologica. Ma quando il premier diventa ex, SNOQ inizia a scontare il suo peccato di origine, e rischia di essere risucchiato nei partiti della sinistra o in quello radicale, perché appunto ne condivide l’impianto culturale e non ha proposte veramente alternative da proporre.
    Interessante al riguardo può risultare questo scambio epistolare:

    http://www.senonoraquando.eu/?p=6841

    dal quale desumo questo estratto:

    “A un anno dal 13, Senonoraquando è ormai una realtà nazionale ampia e diffusa. Nessuna di noi lo aveva potuto prevedere. Questa realtà non è nata né come una forza politica tradizionale, né come un contenitore privo di identità. E’ un progetto politico nuovo per il quale occorre trovare nuove forme e nuove regole. Come Comitato promotore, riteniamo questa sia ora una priorità. Sentiamo la responsabilità di avviare un processo di organizzazione che consenta a senonoraquando di pesare sulla scena politica del paese.”

    Ci vedo molta vaghezza, poca concretezza, e anche l’onesto sospetto che sarà difficile pesare sulla scena politica del paese. Da dove a mio sommesso avviso nasce questa difficoltà ho detto sopra

  9. 61Angeloextralarge

    Adriano e Alvise: credo di essere stata corretta nei vostir confronti e se questo non è successo vi chiedo perdono. Mi viene da pensare questo: Ad Alvise viene riservato “attualmente” un trattamento migliore di quello di Adriano? I miei occhiali rosa non mi hanno trasmesso questo! Mi sembra che anche Alvise a volte sia abbastanza strapazzatello…
    Quello che è passato attraverso i miei occhiali rosa è però questo: ADRIANO DA L’IMPRESSIONE DI NON VOLER ASCOLTARE NE’ ACCOGLIERE I COMENTI IN RISPOSTA AI DUOI, e da questo si arriva all’ARRAMPICARSI SUGLI SPECCHI. Alvise, invece, a volte torna sui suoi passi, accoglie molto meglio le risposte ai suoi commenti: questo cambia molto le cose. Correggetemi se sbaglio! 😉

    1. Adriano

      61

      mi spiace di dare (solo a qualcuno, però) l’impressione di non ascoltare. In realtà lo faccio, ma non sempre ciò che leggo, anche se a qualcuno potrebbe sembrare “ovvio”, mi convince. E allora alle volte ribadisco il mio punto di vista…

      Tutto qui.

      Buona giornata!

      1. 61Angeloextralarge

        Adriano: oviamente anche io ho detto il mio punto di vista, che sarò dispostissima a cambiare se l’imput che mi arriverà sarà positivo. Quello che mi chiedo è questo: considerato che ad altri sembra “ovvio” e a te no, hai mai provato ad interrogarti sul perché? Questo si dovrebbe fare tutti, quando ci si confronta su qualche cosa. Se affrontiamo tematiche sapendo già di averne la conoscenza perfetta ed assoluta è chiaro che qualunque messaggio arriva dall’altra parte, non mi sposta di una virgola. Sto parlando in generale. Vedi tu, da solo se è anche il tuo caso: non ti conosco e purtroppo come disse nel post di domenica il (per me) “mitico” Paolo, non sempre ci si capisce attraverso queste metodologie “aeree” (parole mie e non del mitico). Il ribadire il proprio punto di vista può servire? Non so. in fondo è stato già detto. Però il farlo lascia passare il messaggio della ostinazione. Il mio commento era un tentativo di apertura nei tuoi confronti ed in quelli di Alvise. Tra l’altro proprio con Alvise sono una di quelle che lascia passare poche cose, quando vuol fare il “toscanaccio” e non il “toshanaccio”. Tutto qui. Buona giornata anche a te, anzi a tutti. Smack! 😀

        1. 61Angeloextralarge

          Riparto da qui: “Se affrontiamo tematiche sapendo già di averne la conoscenza perfetta ed assoluta”… a che serve affrontarle? Siamo già a posto! Manco a perderci tempoooo! 😉

        2. Adriano

          61

          mi chiedo (e chiedo) i motivi per cui delle cose “ovvie” per altri non lo sono per me… Alle volte mi pare siano “ovvie” per partito preso, altre volte perché ci sono premesse che non ho considerato… Altre ancora rimangono senza spiegazioni, e così rimane il dubbio…

          1. 61Angeloextralarge

            Magari è una tua sensazione che siano ovvie per partito preso: non ho notato questo stile tra i commentatori del blog! Va bene che ho gli occhiali rosa, ma! Magari per partito preso ci può essere una certa prevenzione… che so? Da parte mia nei tuoi confronti non c’è e quello che ti ho detto lo penso rivalutando anche i vecchi post. Poi, le cantonate le prendiamo tutti! Però se uno mette il muro per partito preso e l’altro risponde con un altro muro, sempre per partito preso, non si costruisce nulla, no? Non è più bello se rimaniamo “aperti” anche a quelli che non la pensano come moi o che a volte ci danno picche? Nella vita si evolve tutto, a partire dal corpo, dai gusti, dai desideri e anche dalle idee: questo è molto bello perché significa che cresciamo non solo nell’età ma anche come persone. Se lo dico io che ero l’opposto di quello che sono ora, penso che sia vero, non credi?

  10. Erika

    Come facente parte del movimento citato, mi sento chiamata in causa. Vorrei solo dire che l’indignazione non era riferita alla condotta sessuale dell’ex premier, ma al fatto che venissero riservate cariche pubbliche alle signore e signorine coinvolte, sulla base di meccanismi di selezione a mio parere opinabili. Non mi pare si possa dire lo stesso dell’attuale governo, in cui ministeri chiave( lavoro, giustizia) sono affidati a donne che hanno, diciamo, qualche competenza oltre all’avvenenza fisica. Detto ciò , cara Laura, anche se non scendiamo in piazza, ci siamo ancora. Proprio ieri ho partecipato a un seminari sull’economia, organizzato dal comitato SNOQ della mia città …

  11. Forse perchè le donne, quelle vere, che si conquistano il posto nel mondo senza compromessi o dubbia moralità non vanno in piazza. Combattono la loro battaglia silenziosa e dignitosa lavorando, badando alla famiglia e dimostrando ogni singolo giorno la propria moralità. le piazzate non cambiano le cose, hanno solo lo scopo di ostentare, la vera rivoluzione la fa chi ha il coraggio di affrontare con onestà la propria esistenza

    1. lidia

      mi dispiace, ma siccome conosco delle donne di SNOQ il commento”le donne quelle vere” mi sembra profondamente offensivo. Ribadisco, fossimo un blog di calcio nulla quaestio, Ma siccome in questo blog scrivono persone (che stimo e a cui voglio bene, e per cui prego) che fanno dell’essere cristiani una bandiera, commenti offensivi come questo sono inaccettabili, secondo me.
      A me non piace il movimento SNOQ, né come metdi né come bandiere politiche, ma riconosco che in Italia la donna è molto svantaggiata (per esempio, sul posto di lavoro). E non solo. Io in piazza a protestare contro quest schifoso Sanremo in cui la donna è trattata da prostituta (anche se ce ne mette del suo) ci andrei all’istante.

      1. 61Angeloextralarge

        Lidia: Ho meso uno smack al commento che tu trovi offensivo. L’unica cosa che non mi piace del commento è proprio “quelle vere”, ma mi piace molto quello che viene dopo, cioé il “conquistare il posto nel mondo senza compromessi etc” e qui ci rientra anche un certo lato di San Remo che nemmeno a me piace (senza bigottismi né moralismi di sorta).
        Per quel che riguarda le manifestazioni di piazza: sono capitata nel mezzo di quella di un anno fa e sinceramente, parlo da donna, non mi è piaciuta. Certi atteggiamenti che ho visto erano prettamente maschili. Mi dispiace dirlo ma è quanto ho visto e udito. Se poi, da un’altra parte della stessa manifestazione le cose erano più femminili, anzi più da DONNE, non lo so, perché me ne sono allontanata alla svelta, anche abbastanza disgustata (cosa che mi capita di rado).
        Già che ci sono, rosenuovomendo: “dimostrando ogni giorno”? Non penso che si debba dimostrare agli altri quello che si è, correndo il rischio di non esserlo più. Amo la spontaneità: o si è in un modo o non lo si è. Mi spieghi meglio? Grazie.

      2. uhhhh offensivi….. invece a me sembra che questo ergersi a unici difensori di tutto solo perchè si è cristiani non sia… cristiano.
        Sono cattolica, credente e praticante, se questo vuol dire qualcosa per voi.Ma non credo. Così come sono sicura di non aver detto niente di offensivo . In questo blog il problema è che non si può dire nulla di diverso da quelloche le persone che scrivono proclamano senza essere lapidati. Non penso sia questo lo scopo del blog… Un blog cristiano accoglie, discute, parla, si confronta. Comunque ok. Non sono bene accetta. Non tornerò. E anche questo non mi pare molto cristiano ma se i miei commenti, solo perchè diversi sono “inccettabili” come dice Lidia, li terrò per me. Arrivederci a tutti

        1. admin

          @rosenuovomondo:

          “In questo blog il problema è che non si può dire nulla di diverso da quello che le persone che scrivono proclamano senza essere lapidati”

          1) questo blog non è Lidia, non è Corsianumerosei, non è JoeTurner, non è Fefral etc etc se hai qualcosa da dire a qualche commentatore rispondi a lui/lei , se hai qualcosa da dire su un post commenta il post e senza vittimismo per favore

          2) frasi come queste mi fanno uscire letteralmente dai gangheri

          3) arrivederci (o forse anche no)

    2. fefral

      io penso che le donne, quelle vere, possano scegliere di combattere in molti modi. In piazza o nel silenzio della loro cucina. In ufficio o in un blog.
      Attenzione a giudicare chi sceglie strade diverse dalla nostra!

        1. lidiafederica

          A causa della piazza alcuni miei amici hanno passato mesi in carcere in Bielorussia.
          Fatto sta che la situazione sta cambiando.

    3. JoeTurner

      @rosenuovomondo:
      sono d’accordo

      ma ora però preparati a prendere un brutto voto da qualcuno in “carità cristiana”

      1. fefral

        joe, scusa, anche questo blog è una piazza, in cui c’è qualcuno che urla le sue ragioni, o le sussurra….E vale a partire da Costanza, che col suo libro sicuramente non è rimasta in silenzio tra le quattro pareti di casa sua a badare solo alla famiglia, e vale per ognuno di noi che si mette in gioco a modo suo.
        Mi pare che una volta siano scese in piazza le famiglie cattoliche per farsi sentire (io non ho partecipato: la piazza non è il mio modo di farmi sentire, ma non è stata disdegnata neppure dai cattolici). Le donne, quelle vere, sono in questo blog, in piazza, oppure a casa. Che ne sa roseecc… che quelle che scendono in piazza vogliono ostentare? Forse alcune sì. Ma che ne sappiamo allora se molte di quelle che scrivono qua dentro vogliono ostentare il loro (il nostro, mi ci metto anche io) essere buone, brave, cattoliche, sottomesse e donne vere?
        Attenzione a questi scivoloni. Non si tratta solo di carità cristiana ma di essere anche un po’ coerenti e non perdere in credibilità

        1. JoeTurner

          ma quando qualcuno scrive che scenderebbe in piazza (!!!!!) contro Sanremo rimango senza parole e mi domando questa gente in che mondo vive. Io vivo in un mondo che sta bruciando, sta bruciando tutto e sta bruciando in fretta e in piazza ho paura che dovrò andarci presto per difendere la mia vita e quella dei miei figli come i nostri fratelli greci.
          (ma qualcuno ha il problema delle mutande di belen…)

          1. 61Angeloextralarge

            Joe: Per me il problema non sono le mutande di Belen ma tutto quello che ne consegue se non le mette ad una manifestazione canora della portata di San Remo: nella mia infinita malizia ci vedo una scalata verso i picchi dell’ascolto, quindi un “uso” improprio delle cosidette mutande. Per quel che mi riguarda non scenderei in piazza né per le mutande né per altro. Preferisco altri modi ma ammetto e d acolgo anche gli altri, l’importante è che siano rispettosi e non degeneranti. 😉

          2. JoeTurner

            per me è una stronzata tanto “il se non ora quando” quanto il family day. In piazza ci si va per motivi seri e pronti a tutto.

            1. fefral

              io in piazza ci sono stata solo per motivi belli, come per la beatificazione di GPII. La guerra la faccio in trincea, in piazza ci vado a festeggiare. Ma è solo perchè io sono fatta così.

              1. JoeTurner

                stiamo parlando di cose differenti e se speri che le guerre si combattano ancora in trincea e dopo opportuna dichiarazione di guerra consegnata agli ambasciatori ti sbagli di grosso. I greci sono in guerra (non solo loro ma loro sono la prima linea), sono stati attaccati e la loro trincea si chiama piazza syntagma

                1. fefral

                  in guerra ci sono diversi ruoli, c’è chi combatte in prima linea e chi in trincea. E c’è chi si preoccupa di curare i feriti e seppellire i morti. L’unico modo in cui non si fa la guerra è girare le spalle e scappare

                  1. JoeTurner

                    ma chi scappa????? a cosa e a chi ti riferisci?????

                    intanto bisogna riconoscerla la guerra, il rischio e non combattere la propria guerra, quella per la sopravvivenza, e invece andare a combattere le inutili guerre degli altri

                    1. Miriam

                      Joe, non credo Fefral si riferisse a te.
                      Capisco cosa vuoi dire. I tempi sono terribili (non credo di esagerare).
                      Io ho sempre pensato che scendere in piazza è inutile, cercando di ritagliarmi il mio impegno (che, come dice Fefral, è diverso per tutti) negli ambiti in cui riesco a meglio coinvolgermi, attendibilmente perché coincidono col ‘posto’ che Qualcuno mi ha riservato nel mio ‘esserci’.
                      Però, ultimamente, considerazioni come la tua tenderebbero a trascinarmi. Forse perché è un modo per sentirmi meno impotente.
                      In momenti come questo, oltre alla preghiera, ci vorrebbe qualcosa di più; ma chi ha vedute diverse dal sistema perverso nel quale siamo invischiati purtroppo non ha voce. E soluzioni alternative, non facili, ma possibili, che richiederebbero impegno, passione competenza e volontà, sono convinta che ci sia chi potrebbe formularle. Ma, ripeto, non ha voce…
                      Questo “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole”, che non ha lo stesso soggetto attribuito da Dante, mi lascia davvero sgomenta.
                      Celentano, San Remo, la Grecia… un filo conduttore c’è sempre: diversi anelli della stessa catena.
                      Ognuno di noi si ferma dove resta più colpito…

                    2. fefral

                      confermo, non mi riferisco a te né a nessuno. Volevo solo confermare l’idea che ci sono molti modi di combattere. Basta non girarsi e scappare. Ma dal telefono oggi non riuscivo a scrivere

                    3. lidiafederica

                      Joe, proprio una volta ti ho scritto scusandomi con te di un commento che avevo fatto, e che era decisamente scorretto (quando avevo giudicato Maurizio Blondet male senza aver letto molti suoi articoli). Del resto guarda la risposta che ho dato sopra ad Andreas Hofer: anche con lui mi sono scusata, anche se il suo commento ad Adriano continua a non paicermi.
                      Grazie mille del dirme “qualcuno”…”qualcuno”…”questa gente”.
                      Il qualcuno sono io e se scendere in piazza per SanRemot i pare una cretinata, ok, non c’è problema. Ma magari puoi dirlo ame direttamente.
                      Io vivo nel mondo in cui alcuni dei miei migliori amici si sono fatti espellere dall’Università e hanno passato mesi in CARCERE perché protestavano a Minsk contro la dittatura. Vivo nello stesso mondo in cui vivi tu.
                      E se tu ritieni una cretinata il mio voler protestare in piazza per sanremo a me va benissimo e non mi sognerei mai di chiamarti “qualucno” o “questa gente”.
                      Mi arrabbio solo quando leggo commenti come il tuo adesso (a ora però preparati a prendere un brutto voto da qualcuno in “carità cristiana”) o come “le donne quelle vere”.
                      prendo atto che mia zia non è una donna vera, che alcune mie carissime amiche non sono donen evre.
                      Grazie. Io non dò voti in carità cristiana, infatti non ho dato enssun voto a rosedalnuovo mondo, né ad A. Hofer ma ai loro commento.
                      penso di avere il diritto di chiamare commenti così inaccettabili. E ho il diritto di sentirmi scandalizzata da sentirli da cristiani. Se poi la mia opinione è sbagliata, ne parliamo, perfetto. Differentemente da te, però, ti scrivo direttamente e non ti chiamo “qualcuno”.

          3. fefral

            ma questa è un’altra cosa- Contestiamo i contenuti e allora ok. Ma rosedelmondo presume degli scopi e delle intenzioni senza sapere di cosa parla.
            Raffaella parla dei contenuti e discutiamo di quelli. Perchè affermare che chi scende in piazza è peggiore di chi scrive in un blog? Non è un’affermazione stupida?
            Su sanremo penso che quella di lidia fosse una provocazione, ma io non l’avevo neppure notato. Le mutande di belen sono state l’argomento di discussione principale in ufficio il giorno dopo il fattaccio: se la gente continua a parlare di calcio e di belen forse la puzza di bruciato ancora non si sente. Non credo che siamo come in grecia, i soldi qua ci sono, sono altri i problemi dell’italia. Ma forse siamo off topic!

        2. Miriam

          Anch’io non amo scendere in piazza, perché lo ritengo inutile: in genere ‘strumentale’ a chi promuove e organizza, anche se motivi di protesta o di indignazione ci sono sempre. Preferisco chi, oltre a protestare, spesso giustamente, poi è anche propositivo; il che non è sempre facile. Ma almeno, a provarci!
          Concordo con Fefral che ognuno sceglie il suo di coinvolgimento in base alle contingenze e a ciò che è più congeniale. E tutti sono da rispettare.
          Ora cambio discorso e mi chiedo perché in questa piazza ogni mio commento (a prescindere dagli ultimi tempi in cui non scrivo quasi più) viene sistematicamente bypassato? Non mi aspetto degli smack o delle pernacchie, che in genere sono indice di confidenza o di simpatia/antipatia istintive; ma mi piacerebbe capire se l’indifferenza è casuale per insignificanza o ovvietà di quel che dico oppure – e vorrei capirne il motivo – non sono riuscita a entrare nel circuito di confidenza e di affinità elettive che si colgono nei messaggi.

          1. 61Angeloextralarge

            Ciao Miriam! Rispondo alla tua domanda e faccio un “mea culpa”, nel senso che non ho mai risposto ad un tuo commento! Perché? Non lo so! Eppure sono tra quelle che, tra smack, faccine a copia-incolla, lasciano più commenti. Che dire oltre che mi dispiace se ti ho in qualche modo “esclusa”? Non sono una esclude qualcuno volutamente e non credo (per quel che ho visto fino ad ora) che in questo blog lo facciano altri. Che c’entra! Se si deve cozzare con qualcuno, come avrei voluto fare con un commento lasciato proprio in questo post, lascio perdere! A che serve iniziare una polemica, anche se la ritengo giusta? A che serve rispondere ad una provocazione quando è chiaro che dall’altra parte non c’è la minima intenzione di interagire? Fiato sprecato e tempo perso: facciamo altro che è meglio! Ignorare a volte è la migliore risposta! non ho mai creduto al “chi tace acconsente”… A volte si tace per carità, a volte per sapienza, altre volte per non eccedere, etc., etc., etc. Ma sono sicura che questo non è rivolto a te. 🙂
            Secondo me hai ragione nel dire che c’è un “circuito di confidenza e di affinità elettive”: questo è bello! Soprattutto perché non è una forzatura. Le affinità o ci sono o non ci sono: non si costruiscono a tavolino. Personalmente verso qualcuno ho più slancio e verso altri meno e, mi dispiace dirlo, ma con te non ce n’è proprio. Vogliamo provarci? Io ci sono! 😉
            Ti ringrazio perché hai fatto questa domanda e mi hai dato modo di accorgermi di questo! Ma è un problema? Sì, se me lo faccio! E se non accolgo questa cosa come un dato di fatto! Se non provo (come sto cercando di fare adesso con te) a “sintonizzarmi” anche con quelli con i quali non sono “sintonizzata”.
            Consiglio disinteressato: insisti con i commenti! Smack! 😀

            1. Miriam

              Ti ringrazio per questa risposta. Anch’io trovo belle e ovviamente positive le ‘affinità elettive’ che si sviluppano anche in questo contesto.
              Mi viene spontanea una riflessione, che forse è anche un po’ la spiegazione di questo senso di ‘estraneità’, che ho notato. Di solito prendo tutto molto sul serio e parto d’impeto con ciò che immediatamente l’articolo o un intervento in particolare mi suscitano. Mi riesce difficile inserire gli “smack” e le “pernacchie”, che a volte o alleggeriscono o anche simpaticamente ritmano l’andamento della discussione. Qualche battuta a volte “mi scappa”. Ma mi manca – e non capisco perché – quella ‘confidenza’ che invece avverto negli altri.
              Mi sono chiesta in precedenza se non possa dipendere dal fatto che il mio parlare è più riflessivo che pratico. Però ho constatato che, anche quando ho esternato cose del mio vissuto pertinenti con l’argomento, sono cadute nell’indifferenza più totale. Forse erano banali, forse non so…
              Non credo che questo voglia dire che ho la velleità di attirare l’attenzione, quanto piuttosto il desiderio di essere in qualche modo ‘riconosciuta’. E, se questo non accade, mi chiedo da che dipende.
              Mi dico tuttavia da sola che forse, se accade, anche questo è grazia e consolazione e non dobbiamo sempre aspettarcelo. Andiamo avanti, insieme, perché insieme siamo nel ‘sentire comune’, ma soprattutto in chi ce lo tiene desto, che condivido con molti, in fondo con tutti, perché anche le critiche aiutano ad andare oltre il proprio orticello e a riaggiustare qualche parametro troppo rigido.
              Anche a me alcune differenze intrigano, altre a volte urtano; ma il tutto si ricompone nel succo che si riesce ad estrarre da ogni discussione, che comunque sia, è sempre un percorso all’interno di noi stessi, partendo e passando dagli orizzonti nei quali ci introducono gli interlocutori.
              E con questo, buona domenica a tutti 🙂

                1. Alessandro

                  Ciao Miriam, son d’accordo con Fefral: “sei pacata e non hai dei modi che ti fanno apparire in primo piano come invece avviene per qualcun altro. Già altre volte hai comunicato il tuo disagio, mi dispiace. Ma continua a scrivere e a lasciarti conoscere. Vedrai che è questione di tempo.”
                  Pure a te buona domenica!

              1. fefral

                ciao Miriam. Non so perché succede quello che dici. Ti posso dire solo, da parte mia, che i tuoi interventi non mi risiultano indifferenti.
                Ma sei pacata e non hai dei modi che ti fanno apparire in primo piano come invece avviene per qualcun altro. Già altre volte hai comunicato il tuo disagio, mi dispiace. Ma continua a scrivere e a lasciarti conoscere. Vedrai che è questione di tempo.
                Buona domenica a te! Ciao!

                1. Miriam

                  Ciao Fefral,
                  sono già felice di non aver meritato una delle tue puntute ma azzeccate battute 😉
                  Sì, andiamo avanti e grazie. L’importante è ‘esserci’ e anche ascoltare.

    1. 61Angeloextralarge

      Questo video mi fa pensare che comunque noi italiani siamo un popolo incredibilmente fantasioso che riesce a trovare sempre un modo per “agitarsi” e “ballare”. 😀

  12. Ieri sera mi è capitao di assistere a un dibattito condotto dalla labbratumescente Lilly Gruber tra Lupi (pdl) e Penati (pd)
    Lupi difendeva ( ma nessuno l’aveva mai attaccato) il matrimonio in quanto la Costituzione parla di famiglia, l’altro diceva che la famiglia poteva ormai essere anche quella che si sta osservando diffondersi come convivenza o che altro.
    Ecco io non vedo come riconoscendo una si dsconosca l’altra, senonché, uno potrebbe dire 1) è una questione di obbedienza formale rigida (comunque da discutere) alla Costituzione 2) potrebbe risultare un aggravio economico
    per lo Stato (ma questa dell’aggravio economico mi senbra una ragione valida e non valida al tempo stesso. Valida in senso economico (forse) non valida nel senso che non vedo come riconoscere diritti anche a altri sia una cosa negativa9
    Indipendentemente da tutto questo, Lupi mi è sembrato una persona meschina (come minimo, o massimo).

  13. Non capisco: una determinata corrente di pensiero vede nella “pornografia” (= tutto ciò che non è accostabile da una comunicanda) il male supremo, nel sesso l’obbrobrio ecc. ecc. (aneddoti sull’assassino psicotico di Maria Goretti che avrebbe letto “giornali pornografici” mentre s’era limitato ad appendere copertine della Tribuna Illustrata sul letto, rivelazioni della Madonnina di Fatima sui “peccati della carne”, esaltazioni di bambine scannate perché “hanno difeso la verginità”) e crede che la liberazione femminile (quella che ha fatto abolire il delitto d’onore e lo ius corrigendi, il licenziamento per matrimonio e ha dato alla donna sposata parità giuridica senza più essere una minus habens sotto tutela maritale) abbia “sdoganato” pratiche fondamentalmente umilianti come l’esibizione di pudenda e poppe per diventare veline e ministre – curioso cursus honorum dei tempi moderni!!!

    Le “femministe” o se preferite le “donne libere”, le “donne indignate”, le donne e basta senza aggettivazione in senso buono o cattivo erano quelle che disprezzavano – negli anni Settanta come oggi 18 febbraio 2012 – queste pratiche. Non perché “Dio non vuole, va’ all’Inferno” o perché il catechismo dice che. Ma perché ridurre un essere umano pensante, intelligente, ricco di potenzialità (che spesso vanno oltre la corretta preparazione della crostata alla Nutella) ad un soprammobile, ad una bambola “graziosa e stupidina, lui mi vuole così” è crudele, stupido, umiliante e mistificatorio.

    Perché sapere che donzelle prive di titoli e capacità (salvo, presumibilmente, talune che magari nel curriculum arrossisci a scriverle) vengono pagate fior di quattrini per ballare ignude davanti al premier o recitare il siparietto della bimba dell’Esorcista col crocifisso (peraltro in costume da suora…), con promesse di posti in politica ecc., fa incavolare a fuoco, specie quando poi le suddette ostentato arie da santarelline col gli occhi volti al cielo (e magari hai letto intercettazioni tipo “oltre che per le p.. (i testicoli) bisogna prenderlo per il c. (il fallo)… più p… (passeggiatrici) siamo più bene ci vorrà“…
    Perché c’è pieno di ragazze come me che si sono fatte il… fondoschiena a quadretti studiando e lavorando e gli vien spiegato che o “la danno” o che vogliono.
    Perché c’è pieno di scemette (e non dico di peggio) che aprendo le gambe e chiudendo il cervello – e poi posando a sante – ottengono ciò che vogliono (spesso per poco, giustamente) e pretendono anche di tacciare di moralismo gli altri.

    Perché negli anni Settanta (gli anni ora vituperati della rivoluzione femminile) NON c’era alcuno “sdoganamento” di lascivia o smutandamento o incoraggiamento a offrire favori sessuali. Si rivendicava – certo – il diritto a non essere sante o p…, ma il diritto a poter gestire la propria sessualità non è il diritto a calar la mutanda in TV (e poi magari dichiararsi cristiane devote). Sono due cose ben diverse.

    Essere libera (anche di avere una vita sessuale) non è “essere libera di denudarsi per piacere a tutti”. Una donna-oggetto siliconata, bungante, spesso ignorante ed alla ricerca di “paparino” o altro che la sponsorizzi e la lanci (a sgambare in mutande e reggipetto alla tv con sorriso idiota e bocca chiusa… e dico sgambare perché veline ecc. generalmente sono digiune pure dei rudimenti della danza!!!) non è una donna libera e indipendente. E’ un oggetto di consumo. Non è libera, è schiava di tutti, dipende dallo share e dal produttore, dalla solidità del silicone e quant’altro.
    Non a caso le varie veline, letterine, letteronze ecc. sono quelle che il femminismo, la libertà, l’emancipazione – queste serie cose – le disprezzano profondamente. Vogliono il Principe Azzurro, e il Principe Azzurro ha scelto l’ottusa Cenerentola che lavava per terra zitta e buona senza manco provare a dire “ehi, non mi sta bene, io me la svigno”….

    1. 61Angeloextralarge

      Alessandro Serenelli era l’assassino di Santa Maria Goretti.

      “Sono vecchio di quasi ottant’anni, prossimo a chiudere la mia giornata. Dando uno sguardo al passato, riconosco che nella mia giovinezza infilai una strada falsa: la via del male, che mi condusse alla rovina. Vedevo, attraverso la stampa, gli spettacoli e i cattivi esempi che la maggior parte dei giovani seguiva quella via senza darsi pensiero ed io pure non me ne preoccupai. Persone credenti e praticanti le avevo vicine a me ma non ci badavo, accecato da una forza bruta, che mi spingeva per una strada cattiva. Consumai a vent’anni il delitto passionale, del quale oggi inorridisco al solo ricordo. Maria Goretti, ora santa, fu l’angelo buono che la Provvidenza aveva messo avanti ai miei passi. Ho impresse ancora nel cuore le sue parole di rimprovero e di perdono. Pregò per me, intercedette per me, suo uccisore. Seguirono trent’anni di prigione. Se non fossi stato minorenne, sarei stato condannato a vita. Accettai la sentenza meritata; rassegnato espiai la colpa. Maria fu veramente la mia luce, la mia protettrice. Col Suo aiuto mi diportai bene e cercai di vivere onestamente, quando la società mi riaccettò tra i suoi membri. I figli di San Francesco, i Minori Cappuccini delle Marche, con carità serafica mi hanno accolto fra loro non come servo, ma come fratello. Con loro convivo dal 1936 ed ora aspetto sereno il momento di essere ammesso alla visione di Dio, di riabbracciare i miei cari, di essere vicino al mio angelo protettore e alla sua cara mamma Assunta. Coloro che leggeranno questa mia lettera vogliano trarre il felice insegnamento di fuggire il male, di seguire il bene sempre, fin da fanciulli. Pensino che la religione con i suoi precetti non è una cosa di cui si può fare a meno, ma è il vero conforto, l’unica via sicura in tutte le circostanze, anche le più dolorose della vita.” (dal Testamento – 1961)

      1. 61Angeloextralarge

        Al processo penale, Alessandro Serenelli, l’uccisore di Santa Maria Goretti, fu condannato a trent’anni di reclusione. Quando, tempo dopo, un sacerdote andò a trovarlo, il Serenelli inveì scagliandosi contro di lui, ma il sacerdote gli disse: “Presto, Alessandro, sarai tu a cercarmi. Ci penserà Maria”. Il prigioniero contrariato gli gridò: “Mai, non voglio vederti mai più”. Ma nel quarto anno di reclusione ebbe una strana visione, che diede inizio alla sua conversione: “Idee sempre più violente di disperazione mi turbavano la mente, quando una notte faccio un sogno: mi vedo davanti a un giardino e in un riquadro, tutto di fiori bianchi e gigli, vedo scendere Marietta, bellissima, bianco vestita, la quale, man mano che coglie i gigli, me li presenta e mi dice: “Prendi” e mi sorride come un angelo. Io accetto quei gigli fino ad averne le braccia piene…”

      2. Premesso che la povera Maria Teresa Goretti fu Luigi, bimba undicenne vittima di un pedofilo psicotico (Serenelli discendeva da una famiglia dove alcolismo e pazzia erano tare ricorrenti e, purtroppo, in questi soggetti i poteri di inibizione e raziocinio sono ridotti) mi fa una pena immensa, come del resto tutte le vittime di questi bruti…. Se non vado errata, Serenelli al processo in Assise (imputato di tentata violenza carnale “con abuso di relazioni domestiche” ed omicidio “per solo impulso di brutale malvagità”) accusato di essersi “rovinato” con letture oscene ripeté più volte che, in effetti, le sole pagine stampate che aveva potuto reperire e che aveva appeso nella propria misera stanzetta erano due o tre copertine della Tribuna Illustrata raffiguranti una rivista militare, l’arresto di certi briganti e cose simili.
        Comunque, che l’uomo si sia pentito di quanto fatto (tentare di violentare una bambina e ucciderla a colpi di punteruolo, è roba da far rabbrividire) è sicuramente positivo ed auspicabile, posto che spesso, troppo spesso, i pedofili e i molestatori di bambini non riescono proprio a rendersi conto della crudeltà delle loro azioni. Confesso che mi sono spesso domandata dove mai il giovane Serenelli potesse reperire giornali o foto pornografici in un posto infernale come le paludi pontine. In quei luoghi oltretutto fatti di sangue tremendi erano quantomai frequenti, purtroppo.

        Dal mio umilissimo punto di vista, tuttavia, ritengo che spesso di questa orribile storia si sia fatta una lettura un po’ forzata. Ovvero: una bambina 11enne (e non una undicenne coccolata e viziata dei nostri giorni… La povera Maria, vissuta nelle paludi aveva già subito abbastanza torti dalla vita: fame, miseria, analfabetismo, malaria… La lettura del suo referto autoptico, che ce la descrive denutrita, alta appena 1,38 cm, con la milizia ingrossata e “spappolabile” per la malaria avanzata, i vestiti vecchi e stracciati… È agghiacciante), una bambina undicenne, dicevo, è stata assassinata da una persona comunque squilibrata. Ed alla pietà ed alla pena per lei (aveva una vita da vivere) si è spesso sostituito una sorta di… Come dire? Di “bene ha fatto a farsi uccidere” anziché “peccare”….. Che peccato poteva mai aver commesso una bambina di quell’età? Che peccato aveva commesso nell’essere aggredita da un disgraziato oltretutto armato? La mia risposta sarebbe: nessuno. Avev l’età di alcune vittime del mostro di Marcinelle e di tanti altri depravati le cui imprese ci fanno rabbrividire sui giornali: nessuno oserebbe dire che quelle poverine abbiano “peccato”. Essere aggredite da un bruto non è peccato. Stiamo parlando di una bambina.

        Forse sbaglierò io…

        1. Roberto

          Mi sa che hai letto troppi libri di Giordano Bruno Guerri… nessuno si è mai sognato di dire che Santa Maria Teresa Goretti avrebbe ‘peccato’ a farsi violentare e tu dovresti portare delle citazioni circostanziali di coloro che, a tuo dire, avrebbero sostenuto un’affermazione tanto delirante e offensiva.
          In realtà questa insinuazione ha lo scopo (e non è una novità), di cercare di fare indossare a noi cattolici la veste dei peggiori fanatici, perché solo un fanatico potrebbe sostenere quanto hai scritto. Anche il breve ritratto che hai fatto della vita di Santa Maria Teresa rientra nel solco di questa lettura ideologica, che vorrebbe spacciare la Santa bambina come poco più che una selvaggia, magari afflitta da demenza per denutrizione, incapace di capire e quindi di scegliere con consapevole volontà. E invece, se è pur vero che la famiglia di Santa Maria era povera, non era affatto immersa nella miseria più nera che tu descrivi.

          Per esempio cosa vorrebbe dire “alta appena 1,38 m”? E da quando in qua questa sarebbe un’altezza che indica un sottosviluppo fisico? Magari invece di copincollare a casaccio non so da dove, fermarsi un attimo a pensarci?
          Tho, se non ti fidi, va’ pure a vedere su wikipedia:

          http://it.wikipedia.org/wiki/Statura

          Santa Maria Teresa Goretti resistette con tutte le sue forze al suo violentatore per conservare la propria purezza, questo sì, e poi perdonò il suo assassino prima della morte.
          Qua si può leggere qualcosa di serio a riguardo:

          http://www.paginecattoliche.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1845

          1. Il fatto che abbia rappresentato le condizioni di questa povera bambina cos’ha di tanto scandaloso? Purtroppo, Maria Goretti viveva – certo non per propria volontà – in un contesto durissimo e accennare a ciò non è davvero per mancarle di rispetto… se poi vuoi vederla così. Di “demenza per denutrizione” non ho mai parlato, anzi, all’epoca proprio la mancanza di svaghi e la necessità di lavorare duramente spingevano bambini e ragazzi a maturare ben prima, dovendosi assumere la responsabilità di contribuire al mantenimento della famiglia (e questo in Italia è avvenuto fino a 40-50 anni fa). Ho detto che le sue condizioni di vita erano certo ben peggiori rispetto alla quotidianità dei bambini del nostro tempo e ciò, peraltro, suscita – in me e presumo in chiunque altro – solo pietà.

            La poverina resistette ad una bestia armata di punteruolo che voleva violentarla e finì uccisa. Lo sappiamo tutti. Solo che a pensarci mi sento male, malissimo. Stiamo parlando di una bimba di 11 anni, è roba che gela il sangue. So che Maria oppose disperatamente resistenza all’aggressore, al punto che questo arrivò a colpirla mortalmente.

            Non dico e non penso che una donna che subisce violenza sessuale commetta peccato. Peraltro, migliaia di donne di tutte le età (bambine, anziane, a volte persino disabili perché succede anche questo) vengono assalite da delle bestie e tentano disperatamente di resistere.
            Forse mi sono espressa male: c’è chi, sentendo dei soliti fattacci di “nera” a base di violenza sessuale tira fuori la storia – peraltro vecchia come il cucco – che la vittima “se l’era cercata” e bla bla bla. Come a dire: c’è chi crede – magari saranno anche in pochi, ma tutti prima o poi abbiamo sentito qualcuno fare queste affermazioni – che chi subisce violenza abbia in qualche modo provocato e indotto l’aggressore a commettere certi gesti… e ciò, se permetti, mi pare un po’ un’affermazione campata in aria.

            E poi, sì, ho letto il libro di GIordano Bruno Guerri. Che male c’è? Non prendo per oro colato ciò che scrive, ma quando fa menzione della dura vita dell’epoca, per dire, penso siano fatti palesi. Comunque, non sono – lo ammetto – ferrata in agiografia e sono anche digiuna di procedure di canonizzazione ecc.

            1. 61Angeloeztralarge

              Santa Maria Goretti viveva in un contesto durissimo come la stragrande maggioranza della gente in quel periodo.
              “Denutrita” come tantissimi mezzadri e poveri italiani in quell’epoca? Ma poi, quale grande condizionamento ha avuto la sua denutrizione ne suo omicidio? Boh!
              Alta 1,38 come erano alte le bambine di quell’età in quell’epoca?
              Marietta mi fa pensare che in quel periodo (che hai confrontato con quello che stiamo vivendo oggi) era normale sposarsi molto giovani, anzi a 20 anni una “donna” non ancora sposata era considerata zitella irrecuperabile: oggi se una “adolescente” si sposa a 20 anni è un’incosciente! Secondo me, gli 11 anni di Marietta non si possono paragonare agli 11 anni di una undicenne di oggi.
              Alessandro Serenelli ha raccontato più volte di aver fatto uso di giornali “sporchi”: a quel tempo, con la sua sultura, sapeva nemmeno il significato del termine “pornografico”? Se era già stato coniato! Sinceramente mi fido di più delle parole dette dal Serenelli, visto che lui era presente (purtroppo) al fatto! Ovviamente tu no poiché lo definisci “psicotico”?
              “discendeva da una famiglia dove alcolismo e pazzia erano tare ricorrenti e, purtroppo, in questi soggetti i poteri di inibizione e raziocinio sono ridotti”: STRANEZZA VOLLE CHE 30 ANNI DI CARCERE HANNO CANCELLATO SIA GLI EFFETTI DELLA DISCENDENZA DA UNA FAMIGLIA DOVE ALCOLISMO E PAZZIA ERANO RICORRENTI… ma ancora più strano che i POTERI DI INIBIZIONE E RAZIOCINIO da RIDOTTI che erano siano diventati NORMALI. Conosco personalmente, perché ancora vivi e vegeti ed in forma spirituale ed intellettuale ottima, qualcuno dei padri cappuccini marchigiani che ha vissuto con il Serenelli dopo che questi ha scontato i 30 anni di carcere: definiscono Alessandro come una persona “normalissima” e dedita alla preghiera ed al lavoro. Uno psicotico può “rinsavire” come ha fatto lui?
              A meno che non vogliamo far rientrare tra i POTERI DI INIBIZIONE E RAZIOCINIO RIDOTTI, anche il gesto molto bello compiuto dal Serenelli: cercare di parlare con Assunta, la Mamma di Marietta, per chiederle perdono! Cosa concretizzata e portata avanti fino alla morte di mamma Assunta.

  14. Erika

    @Rosenuovomondo: mi fa un po’ male quello che hai scritto. Perché, come dice Lidia, le donne( ma anche molti uomini) che ho visto in piazza con me l’anno scorso erano proprio “donne vere, che si conquistano il loro posto nel mondo senza atti di dubbia moralità ” . Non c’erano solo radicali abortiste, nossignore. C’erano mamme, nonne, cassaintegrate, donne che tiravano avanti la carretta perché il marito ha perso il lavoro. Ora, se dissenti da loro politicamente lo capisco e lo rispetto, ma non accetto che si dica che quelle non erano donne vere o che si metta in dubbio la loro moralità .

    1. 61Angeloextralarge

      Erika! Sono contenta per quello che dici sulla manifestazione dell’anno scorso. Come ho detto sopra, non ho avuto una grande impressione delle “donne” che ho incontrato, casualmente perché non era mia intenzione partecipare.

  15. Don Gallo, per esempio, è un prete che chiede già ora solidarietà e giustizia per i più miseri
    non solo a parlole, come dice il nostro primo ministro, ma anche nei fatti!!!
    O dom Gallo non rientra nel Canone? (domanda retorica, perché lo avete già detto altre volte
    che non rientra, ma senza spiegare bene) E’ come per la famiglia, va bene solo secondo il Canone,
    gli altri nulla. Eppure una volta anche chi non era sposato in Chiesa era visto male e discriminato.

    1. Alessandro

      A difendere don Gallo siete rimasti tu e Celentano.
      Molleggiato dixit: “Testate ipocrite [Avvenire e Famiglie cristiane] come le critiche che fanno a uno come don Gallo che ha dedicato la sua vita a aiutare gli ultimi”

      1. Non ho visto S. Remo, ma queste parole che citi non mi sembrano sbagliate.
        Tra l’altro anche tra i cattolici c’è chi non è d’accordo con le “posizioni”
        di Famiglia Cristiana. Non è che se uno dice alcune delle cose che dice Celentano
        è “ipso facto” come Celentano. Ti è piaciuto come ti ho pennellato “ipso facto”?

        1. Alessandro

          Non ho mai capito come una persona come te possa farsi ammaliare da quel pataccaro egocentrico di don G. Non ti accorgi che è un eroe di cartapesta, che va giusto bene a carnevale?

      2. Alessandro

        Don G è quello… sventurato sacerdote che rivela “ho aiutato le prostitute ad abortire”, soggiungendo che “un medico che si dichiara obiettore non è un medico completo”. Nel 2006 fuma uno spinello nel palazzo comunale di Genova per protestare contro la legge sulle droghe (è favorevole alla liberalizzazione delle droghe c.d. leggere), nel 2009 partecipa al Gay Pride di Genova (criticando le posizioni della Chiesa rispetto agli omosessuali), più recentemente ha presentato anche un calendario Trans.
        Il solito prete dissidente vanesio, più dedito alla promozione del proprio personaggio che all’umile obbedienza alla Chiesa.

          1. Alessandro

            Come scrisse Davide Rondoni a proposito degli attacchi alla Chiesa scagliati dalla ribalta di Vieni via con me, “Lo diceva cent’anni fa Newman: non la vogliono eliminare, ma vorrebbero la Chiesa come ancella. E infatti [Fabio Fazio e Roberto Saviano] han trovato qualche prete vanitoso [don G, appunto] che si è prestato a fare in tv da scendiletto delle loro prediche squinternate e faziose. Un servo vanitoso si trova sempre.” (Avvenire, 17 novembre 2010)

  16. Sono andato a vedre il blog di “faunita” e mi sono permesso
    di copiarne un brano che mi sembra interessante.
    *****************************************************************
    COMMENTO DELL’ADMIN:
    a noi del blog di faunita ci interessa il giusto, come ci sei andato te ci può andare chiunque sia interessato non c’è bisogno di copiare nulla, i temi qui non li scegli ne te ne faunita. Quando vorremo parlare di verginità qualcuno scriverà un post e si commenterà oppure puoi andare a commentare sul blog di faunita.
    Grazie

    1. per i non romani: “ci importa il giusto” è locuzione che indica signorile distacco e tedio rispetto ad argomento usualmente trito e ritrito. E’ assimilabile, sebbene più forbita, all’altra più nota locuzione “nun ce ne po’ fregà dde meno” 😉

      1. Miriam

        Don Fabio,
        hai mai partecipato alle messe di S. Angelo in Pescheria?

        Se si, sono felice di conoscerti e chissà se ti ricordi di me /c’era una Miriam anche in quel contesto.
        Altrimenti sei un altro Don Fabio e ti prego comunque di benedirmi 🙂

  17. giuliana z.

    scendere in piazza per protestare contro l’indecenza a Sanremo??? ma che siamo matti?!
    anche a me ha dato fastidio la carne delle gentil signorine esibita come quarti di bovino, ma sono cavoli loro. Nessuno le ha costrette a scosciarsi per mettere in mostra le loro doti.
    Se dovessi scendere in piazza lo farei per qualcosa di vitale, per esempio per difendere la libertà di educazione. A dispetto di chi ci ha chiamati “ritardati culturali”.

    1. Alessandro

      “Cosa ha fatto dunque il ministro Fornero?
      Parlando alla Commissione Affari Costituzionali e Lavoro della Camera, esponendo il suo programma per le pari opportunità, ha espresso con forza il suo impegno contro la discriminazione di omosessuali e transgender: “Un dato che è sotto gli occhi di tutti è il grave ritardo culturale, di apertura mentale, che il nostro Paese rappresenta in tema di pari opportunità… La diversità è un valore, deve essere tra le cose che i bambini imparano da piccoli. I semi si gettano tra bambini e soprattutto nelle scuole”, e su questo ha parlato di collaborazione già avviata con il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo: “Bisogna superare i ritardi culturali enormi, anche geografici”, ha concluso.”

      http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-siamo-ritardati-culturali-4388.htm

      1. JoeTurner

        ah però la Fornero è un ministro di questo bel Governo-loden di nonno Mario tanto apprezzato da Obama e dall’Europa, si presenta bene (ciò esteticamente male), ha “delle competenze” e quindi sono anch’io con lei!!!

      2. Ma è una cosa MOSTRUOSA!!!!
        (però c’è delle parole tra virgolette e sopra delle parole “discriminazione di omosessuali e transgender” che non
        sono tra virgolette, quali sono quelle della Fornero?) (quanto al fatto che siamo ritardati culturali lo siamo come lo sono tutti,
        io per esempio, se non ero ritardato culturale avrei potuto, chissà, , avere, come si usa dire oggi, più opportunità di lavoro anche, magari all’estero, la cosiddetta fuga dei cervelli, ma che cervello mai avrei potuto portare io, o altri, in fuga, dal nostro Bel Paese, un cervello di ratto, di topo, di scoiattolo, al massimo, forse, un cervello del CNR, vogliamo un posto al CNR, si sente, oggi, urlare, da parte dei, cosiddetti, studenti, disoccupati, vigliamo fare ricerca, vogliamo il nostro futuro, noi siamo il futuro, cosa, questa, difficilmente contestabile, il fatto che gli toccherà di vivere il futuro, che noi, dicono, gli abbiamo rovinato, rubato, scippato, mentre invece, se noi ci fossimo comportati, non dico bene, ma almeno non male, allora, forse, etc, etc.)

      3. 61Angeloextralarge

        Mi sta bene che i bambini imparino a conoscere la diversità (parola mooolto ampia). non mi sta bene se “certe” diversità le si fa passare per “normalità” e quindi si fa un minestrone di sessi e sassi.

    2. lidiafederica

      Magari sono matta. Ma io l’ho scritto pensandolo davvero.
      Del resto, sono scesa in piazza al Family Day. Sono scesa in piazza contro la dittatura a Minsk.
      Sono scesa in piazza per diverse beatificazioni e canonizzazioni.
      sono scesa in piazza contro la manifestazione nazista a Dresda il 13 febbraio.
      Sono scesa in piazza per tanti motivi. per dire basta all’uso strumentale della donna a SanRemo scenderei in piazza (o meglio smetterei di pagare il canone, se non fosse che è evasione fiscale).
      Sono matta? Forse sì. èerò mi piacerebbe che, sia tu che Joe, me lo diceste direttamente.

      1. scusate se m’intrometto, non vorrei rompere l’idillio… volevo, ecco, soltanto chiedervi: secondo voi io che sono sceso in piazza per una donna (ovvero per catturare la sua attenzione), a suo tempo, come sto messo? 😀

          1. lasciamo stare, quella volta è andata pure male… 🙁
            per un po’ sono stato tentato di pensare che le rivoluzionarie non fossero il mio tipo, invece… 🙂

      2. Alessandro

        Allora.
        Per il Family Day ero in piazza. A Minsk no ma solidarizzo coi manifestanti.
        Per una qualsiasi cosa accada in quel carrozzone sguaiato e insulso che è Sanremo (cantanti telepredicatori, natiche cosce e farfalle al vento) non muoverei un passo perché non ne vale la pena, a mio avviso. Piuttosto, alla faccia di Celentano e delle signorine poco costumate, farei o farei fare un abbonamento in più ad Avvenire.

      3. JoeTurner

        sorprendente. sono certo che scenderesti in piazza anche contro i lacci delle scarpe troppo lunghi e a favore dei mocassini

  18. Speriamo che dopo questo governo di ceralacca non si rivedano, più, alemno, i Berlusconi, i Bersani, I Casini, i Fini,
    i Di Pietro, i Rosy Bindi, i Bossi, eccetra eccetra, ma almeno, facce nuove, e più giovani, e sveglie, donne e omini!!!
    Quanto alle idee: da una parte già pronta la concezione, anche sociale (quale?) cattolica, dall’altra, boh?
    Basterebbe solo, probabilmente, miniumo, riescire a che ciascuno pagasse il suo, e che non venisse rubato da altri, ma restituito alla Società entro cui etc..

    1. JoeTurner

      dopo questo governo di ceralacca (ma io lo definirei più di vaselina) avrò paura a guardare la mia di faccia

  19. Salve, ho trovato il suo blog molto interessante e vorrei invitarla nel nostro Art Social Network, si chiama Leonida: http://www.leonida.eu
    E’ un social network interamente dedicato alle arti (musica, fotografia,videoart, scrittura, blogger). Saremmo lieti se aprisse una pagina ufficiale del suo blog nel nostro social network (ovviamente linkata al suo blog per consentire al nostro pubblco di giungere al vostro blog) un modo come un altro per sponsorizzarsi.
    Abbiamo una sezione “Writers” con diversi blog. La pagina è completamente gratuita.
    Un Saluto e grazie.
    Marzia

  20. fefral

    messaggio personale per LidiaFederica, strettamente riservato, si prega di non leggere:
    Lidia, secondo me in questi giorni Joe sta un po’ nervosetto. Lascia perdere, non è cattivo, ma quando si parla di politica e di economia perde un po’ di lucidità. Forse voleva litigare con me e io non gli ho dato corda, fagli un sorrisino e lascialo perdere 😉

  21. Io sono sceso in piazza solo contro il lavoro precario e qualche manifestazione della cgil ..(dopo essere stato precario per anni). Mi hanno assunto l’anno dopo. Per il resto niente. Rispetto a tanti che hanno scritto mi sento un dilettante. Non mi piace tanto manifestare.
    Il movimento se non ora quando e’ stato criticato anche da sinistra e da parte proprio delle femministe di sinistra. Io ne ho tante amiche su fb. Lo consideravano un movimento borghese,legato al pd e semplicemente antiberlusconiano. Insomma quello che viene detto anche dal post. Mi chiedo se il senso del post e’ dire che sia giusto un movimento perenne a favore della dignita delle donne. Perche ci sono donne sempre impegnate a denunciare ma ci sono donne e donne..e’ donna anche ruby e anche la santanche’. La dignita delle donne (dicevano queste mie amiche) si difende dividendo tra donne buone e cattive?

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