I figli non ti tolgono niente

di Costanza Miriano

Ho letto il libro di Antonella Lattanzi, Cose che non si raccontano (Einaudi), perché mi era capitata sotto gli occhi una recensione di Vanity Fair, che mi aveva fatta saltare sulla sedia. In soldoni diceva che il libro racconta la storia dell’autrice, che abortisce due volte, a 18 e 20 anni, perché vuole avere tempo per la sua carriera di scrittrice, e che poi avvicinandosi ai 40 decide che è il momento di provare ad avere figli; non riesce naturalmente, ed entra nel tunnel della fecondazione artificiale, al momento senza successo.

Soprattutto la cosa che mi aveva fatto saltare sulla sedia, come dicevo, era che la morale che ne traeva il settimanale è la seguente perla di saggezza: la colpa è di chi non le ha detto di congelare gli ovuli quando era il momento.

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L’ignoranza di chi cita a sproposito “Sposati e sii sottomessa”

di Costanza Miriano

Siccome continuano a tirare in ballo la parola sottomissione, senza prendersi la briga non dico di leggere il mio libro, per carità (che? Vuoi leggere un libro prima di criticarlo?), ma neppure il passo biblico da cui è tratta la citazione, dimostrando ignoranza crassa e incapacità di ragionamento a livello da seconda media diciamo – è più o meno quando capisci l’importanza del contesto nell’approcciarti al testo – occorre fare qualche precisazione, che poi arrivano i primi Cirinnà e D’Urso di passaggio e mi citano a proposito della sottomissione completamente fuori luogo.

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Le ragioni del bianconiglio

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di Costanza Miriano

E dire che non era certo una roba da cattolici, anzi. Tra i relatori chiamati per le quattro tavole rotonde che  giovedì hanno fatto parlare di fertilità tutta Italia, in prima fila i grandi esperti di procreazione medicalmente assistita, cioè conservazione in congelatore di piccole vite, e pezzi di vita, che non è esattamente quello che raccomanda Santa Madre Chiesa (e per come la vedo io, neanche la coscienza di un essere umano, e basta: non ci vuole il catechismo per sentirsi stringere il cuore a pensare a tutte le vite manipolate ed eliminate pur di produrne una).

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Caro, sono a casa!

Beyond Work/Life: Changing The Debate & Making Change - 2013 SXSW Music, Film + Interactive Festival
di Jane

Ogni donna che lavora e che aspira a fare carriera ai massimi livelli aumenterà la sua possibilità di successo se suo marito starà a casa ad occuparsi dei figli. Lo afferma Anne-Marie Slaughter, che già nel 2012 aveva lasciato le donne a bocca aperta con un articolo intitolato “Perché le donne non possono ancora avere tutto”  Continua a leggere “Caro, sono a casa!”

Ansie e papiri

di Costanza Miriano

Vi do una notizia che farà tremare le vene al grande capo indiano Estiqatsi. Ho finito di scrivere il libro. Quello che doveva essere per gli uomini ma forse non lo è più tanto. Soprattutto quello che segnerà il mio definitivo declino, la scomparsa dalla scena pseudoletteraria, l’ostracismo da tutti i luoghi che contano qualcosa, l’esclusione dalla società. Quello che indurrà tante persone a dire: “però, poverina, aveva cominciato abbastanza bene… pazienza!” Continua a leggere “Ansie e papiri”

…è una Parola

di Costanza Miriano

Lunedì scorso ho partecipato a una tavola rotonda alla Pontificia Università della Santa Croce, più o meno all’ora in cui di solito risento le tabelline, o mi addormento per terra giocando a Lego. Un bel salto di carriera, seppure per un giorno solo. Continua a leggere “…è una Parola”

Che fine hanno fatto le indignate?

di Raffaella Frullone     La Bussola Quotidiana

La Signora Moralità è tornata a regnare sovrana in Italia. Noi non ce ne eravamo accorti, ma deve essere certamente così. Da un po’ di tempo a questa parte la dignità delle donne ha riconquistato la cittadinanza italiana, la meritocrazia è tornata dall’esilio e le pari opportunità sono obbligatorie quanto pagare il canone Rai. Contemporaneamente il bunga bunga è stato bandito insieme alla mercificazione e alla strumentalizzazione del corpo della donna, ai quali è stato consegnato un decreto d’espulsione coatto dal nostro paese. Continua a leggere “Che fine hanno fatto le indignate?”

Lo chiamavano priorità

di Jane 

Visto che siamo a Natale, e Natale vuol dire “nascita”, e “nascita” vuol dire nuova vita che si affaccia alla bellezza e alla complessità del mondo, non si può non pensare anche alla famiglia. In essa la nuova vita trova accoglienza, riparo, certezza, fiducia, sicurezza, radici. Se si pensa ad una nuova vita, si pensa all’amore di una madre e di un padre, che guardano al frutto della loro unione con stupore, meraviglia, gioia. Una nuova nascita significa anche l’emergere di uno spontaneo senso di responsabilità da parte del padre, di una naturale predisposizione alla cura e all’accoglienza da parte della madre.

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L’equilibrista

di Jane 

C’è una figura circense che riesce a mantenere in equilibrio una certa quantità di piatti, facendoli roteare con dei bastoncini, più o meno tutti allo stesso ritmo, senza farli mai cadere. Un’operazione di questo tipo, detta in inglese “spinning plates”, richiede davvero grande abilità, coordinazione, organizzazione, concentrazione. continua a leggere

Pensare da donna

di Raffaella Frullone

Paolo Pugni mi offre un assist, quando scrive, parlando di repliche ai post dei blog,: “Mi interessa vedere la qualità delle reazioni, che considero specchio di un paese che degenera e implode. Nessuno che ti chieda di spiegare meglio, di chiarire il tuo pensiero. Nessuno sembra interessato a capire, quanto ad affermare. Le domande che ascoltano, aperta di chiarimento e chiusa di conferma, non appaiono su bacheche e blog. Solo affermazioni. E schiaffi”. continua a leggere

Donna e acrobata

di Raffaella Frullone (da La Bussola Quotidiana)

Le mamme lavoratrici, le donne multitasking, le amanti del cinema e le fan di Sara Jessica Parker sono in fibrillazione per l’arrivo, questa sera, nelle sale italiane di Ma come fa a far tutto?, lungometraggio che vede la protagonista di Sex and the City vestire i panni di una donna manager in bilico tra lavoro e carriera. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Allison Pearson, in Italia pubblicato dalla Mondadori, in cui la giornalista del Telgraph fornisce una sorta di manuale di sopravvivenza per mamme che lavorano.  continua a leggere

Basta che sia femmina

 

di Costanza Miriano   La Bussola Quotidiana

Le quote rosa sono una tale assurdità che non si sa da che parte cominciare a ragionarci su. A parte il colore, oggettivamente irresistibile, non hanno veramente senso. Se fossi una femminista ne sarei offesa. Visto che invece sono una donna che non vuole rubare il posto all’uomo, orgogliosa di essere prima moglie e madre, poi lavoratrice, credo che siano una vera sciagura. continua a leggere

Rosa dentro

di Costanza Miriano (da L’Avvenire del 1 luglio 2011)

C’è un particolare che secondo me non deve essere sfuggito ai più attenti e astuti osservatori: nella specie umana sono gli esemplari di sesso femminile a riprodursi. Dopo nove mesi – dicono le ricerche più sofisticate – il cucciolo viene alla luce; poi per sei mesi avrà bisogno esclusivamente del latte materno (a quello servono le protuberanze anteriori degli esemplari). Inoltre dovrà imparare a camminare, parlare e molte altre cosucce di non secondaria importanza, tipo “chi sono” e “che senso ha la mia vita”. Se la madre starà lontana da lui almeno dieci ore al giorno, contato che una dozzina il pupo le dorme, sarà qualcun altro a occuparsi di lui. continua a leggere

Ventinove e lode

di Cyrano

Basta essere stati perlomeno iscritti uno o due anni in una qualche università, nonché essersi presentati agli appelli (anche solo a quelli degli altri), per aver assistito almeno una volta alla scena: lui/lei (non importa, anche se il genere può intaccare sensibilmente le dinamiche) ha un libretto farcito di trenta fino all’indecenza, con doviziosa crema di lodi sfuse, il professore lo/la guarda con imbarazzo (con più imbarazzo, se è una “lei”) perché stavolta la performance non è da cifra tonda. È stato un bell’esame, e di certo il professore non darà il voto che avrebbe dato a cuor leggero davanti a un libretto più variegato. Un altro secondo di tentennamento, poi il verdetto, che viene detto come a voler rendere un omaggio alla giustizia senza infliggere uno sfregio alla media: «29». continua a leggere

Le regole della seduzione

di Costanza Miriano

Le regole della seduzione le ho trasgredite tutte.

Ci siamo scambiati i numeri di telefono e l’ho chiamato io per prima (errore numero uno). Prima dello scambio dei numeri gli avevo detto che ero sola da anni, e temo che abbia intuito che, a 26 anni suonati, ero alla ricerca di Mister Right (errore numero due, madornale, irrecuperabile). Quando l’ho chiamato e l’ho invitato a uscire lui, appunto, mi ha detto di no: aveva il raffreddore. Non i calcoli renali in fase acuta, non la febbre a 40. Il raffreddore e mi ha detto di no.

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