Negli anni in cui i figli sono piccoli, si può anche non morire se si è costrette a lavorare. Ma bisogna avere qualche cautela.
Negli altri campi lavorativi non so come se la cava una madre, ma se si tratta di una giornalista, ecco la condotta da seguire in caso di emergenza.
Quando si arriva in redazione, e il capo dice “dell’apertura ti occupi tu” alludendo alla notizia del giorno, perché è chiaro che quella e nessun altra può essere la Notizia Del Giorno, bisogna essere molto astute per non lasciar trapelare in alcun modo che non si ha la minima idea di quale sia la NDG. Ovviamente la sera prima, durante le aperture dei tg serali e i talk show, la madre lavoratrice stava risentendo gli elementi antropici del paesaggio marino mentre sciacquava teste insaponate, per cui non può sapere se la regina d’Inghilterra abbia abdicato per fuggire con un bagnino, o Chavez abbia mosso guerra agli Stati Uniti. Ma non importa. Basta ostentare sicurezza, alludere con sapienza alla Notizia Del Giorno senza lasciarsi sfuggire nessun tipo di nome, ma solo aggettivi vaghi e generici come “incredibile”, o domande passe partout come “e adesso quali saranno le ripercussioni?”, poi accettare con visibile entusiasmo di occuparsi della cosa, perché io, perbacco, è da anni che seguo la vicenda. Mai tentennare, mai dare spazio a ignobili illazioni, perché è sottinteso che, “porca Svizzera, vuoi che non lo sappia, io, di che stiamo parlando? Sono o non sono una giornalista?” E’ ovvio che non lo sono, ma non è il caso che si sappia in giro.
E’ altresì importante, per millantare un valore che non si possiede minimamente, avere sempre un’opinione su tutto, anche su argomenti che si sente nominare per la prima volta, visto che tutte le energie intellettuali che rimangono dal lavoro vengono impiegate nella lettura della Pimpa. Molti miei colleghi si addormentano con i saggi di Sartori e Carofiglio. Loro sì che hanno il sacro fuoco della professione. Io sono giornalista principalmente perché finita l’università andavo a correre lungo il Tevere, a Perugia, sotto la villa sede della scuola di giornalismo radiotelevisivo della Rai con il mio amico, l’avvocato Gabriele Brustenghi. Gabriele ha sempre creduto in me più di quanto ci credessi io, e mi ha convinta a provare quella che mi sembrava una missione impossibile, l’esame di ammissione alla scuola.
Altro consiglio fondamentale per le mamme lavoratrici è fare ogni volta che è possibile più cose insieme. Per me personalmente è diventato una specie di disturbo psichiatrico, un riflesso condizionato. Quando ho una mano libera mi chiedo sempre come occuparla, e la mente può sempre opportunamente coprire dei buchi: leggere un comunicato stampa in fila alla cassa, mettere lo smalto in saletta di montaggio, telefonare in attesa all’uscita del catechismo, dire il rosario nel traffico. La modalità “tanto che” (tanto che telefono scrivo, tanto che cucino racconto, tanto che risento stiro) secondo me non è molto sana, e portata agli estremi può finire per non farci vivere in pieno nessun momento, ma per ora è così. Fra qualche anno assaporerò in pieno un bel panorama, ne sono certa. Se sarò ancora viva.
E’ buona norma poi non nominare mai i figli in ufficio, un impegno dall’estetista è più socialmente accettato del desiderio di correre a casa per una febbre. Ovviamente è una norma che disattendo costantemente, perché trovo troppo faticoso fingere. Chi mai crederebbe che io vada dall’estetista? E così finisce che i colleghi, magari impegnati in avvincenti discussioni sul futuro politico del paese, se provo a infilarmi mi chiedono sempre notizie della varicella della piccola. Cosa che non depone moltissimo a favore delle mie possibilità di fare carriera.
Lo stesso, quando si ha molto sonno – perché le malattie vengono sempre come le ciliegie, e con esse le notte insonni – meglio dare la colpa a quell’eccitante party all’ambasciata, ci sarà pure un’ambasciata che ha fatto una festa la sera prima, mica andranno a controllare. Questo vi renderà più prestigiose agli occhi dei colleghi. Un paio di occhiali scuri, oltre ad accrescere fascino e mistero, vi consentiranno poi di dormire mentre la troupe vi porta sul luogo del servizio. Purtroppo credo che la percentuale di caffeina rilasciata dalle brodaglie delle macchinette di tutti gli uffici d’Italia sia universalmente, totalmente insufficiente a svegliare chicchessia.
Un ultimo accorgimento: nel caso di impegni che sta a voi fissare, poi, nessuna pietà con l’intervistato. Fissare sempre con la massima fermezza nel luogo e nell’orario che poi vi consentirà di lanciarvi come palle di cannone all’uscita del calcio o di scuola. Io una volta sono andata a fare un’intervista in tuta, per tornare in tempo, correndo a 4 e 30 a chilometro, per l’uscita da scuola. Se avessi cercato parcheggio non ce l’avrei fatta. Credo che il prestigioso professore si stia ancora chiedendo indignato perché quel giorno non gli abbiano inviato una vera giornalista, ma solo la ragazzetta del microfono. E ovviamente me lo sto chiedendo anch’io.
Ma tanto io lo so chi è il mio vero Direttore Generale, chi è il Caporedattore Supremo: noi siamo chi siamo ai Suoi occhi, e tanto diverso dal nostro sarà il suo modo di giudicare quello che sapremo portargli alla fine dei nostri giorni! Chissà, magari un’attesa paziente, una maldicenza ingoiata, un digiuno, una preghiera, una volta che ci saremo lasciati scomodare dal bisogno di qualcuno saranno preziosi ai suoi occhi in modo oggi misterioso e imperscrutabile. Avranno un peso che oggi non immaginiamo, mentre le nostre grandi opere faranno ridere i polli.
Complimenti per il post! Molto bello anche questo!
Come tutto il libro del resto.. ma perchè – mi chiedo – alla Feltrinelli di Trento è venduto nel reparto humor? mah, forse lì vende di più ma il suo posto è il reparto sociologia, psicologia, anzi filosofia!
Tra una poppata (notturna) e l’altra l’ha letto tutto d’un fiato anche mia moglie Faby, e anche la piccola Beatrice, pare, ne ha tratto giovamento. Faby poi mi ha fatto prendere i libri di una certa Bombeck che tu citi come una tua ispiratrice; bè, mi sembra che siamo di fronto ad un bel esempio dove l’allievo ha superato il meastro.. Cari saluti, in attesa del prossimo post!
Buongiorno a tuttiiii!!!
Oggi ho una giornata densa e non so se riuscirò a partecipare : devo infilare anche, fra un’impegno e l’altro, fra impegni miei e impegni suoi, consultorio mio e lezioni di canto sue,il riapproviggionamento per mio figlio grande di canotte che, durante l’inverno, si sono misteriosamente ridotte allo sterno! E guai comprare senza portarlo a vedere (faticosissimo perchè sembra di portarsi un mulo ragliante che scrivere al cellulare): lui, che è campione interstellare di risposta indiretta strisciante in lungo, non mi risponde, vedendo la merce, Sì o no ma..”Unmmmmh…è particolare” che significa “Che schifezza, mamma mia, non lo metterò mai e lo lascerò a marcire in un cassetto!…”.
Insomma una sola riflessione, anche perchè oggi la mia mente va alla velocità non solo di un mollusco, ma anche gambero : ma le nostre opere più grandi non sono proprio i figli? Li facciamo, li mettiamo al mondo, li consegnamo al futuro, e vogliamo che ne ridano i polli?
Una volta , una persona moooolto più distaccata di me, mi ha detto con fare scocciato, mentre io onestamente illustravo le mie aspettative sul suo lavoro con i miei figli, “Signora, ma non metta i puntini sulle i!”.
Lo dico : mi brucia ancora, ho ancora un rigurgito di bile nella gola, perchè non ho avuto la risposta pronta.
Ma porca miseria : ho fatto una fatica per griffarle ste lettere e le devo lasciare senza puntini e svolazzi?
🙂 a tutti-tutti!
Ma perché ce l’ha tanto con la Svizzera? 🙂
Inutile dirlo: barare sul lavoro é un utilissimo trucchetto, come quello di dire sempre di sì al capo, salvo poi fare l’80% di quello che ha detto, ma intanto lo abbiamo rassicurato sulla nostra fedeltà e devozione al lavoro, e lo abbiamo fatto contento.
Rigurado al Capo supremo .. certo lì barare non si può … ma si confida nella Divina misericordia, nella certezza che é infinita.
Purtroppo anche io non sono brava a barare, ma sto affinando le mie arti. Ostentare sicurezza e trasmettere convinzione. Fra una ventina d’anni sarò bravissima. Giusto in tempo per la pensione.
I “tanto che…” sono una preoccupazione costante anche in casa mia. L’horror vacui femminile impazzisce in una famiglia dove la moglie/mamma è l’unica rappresentante del suo sesso. Non si sprecano i “già che sei lì…, o “visto che sei già in piedi…”.
Storica fu quella volta che disse: “Intanto che mastichi, vai a prendermi il telecomando?…”. 🙂
“Intanto che mastichi” mi ha fatto prorompere in uno sghignazzo molto poco elegante: è fantastico!!! Io a volte a mio marito dico “tu che sei in piedi” anche quando è seduto, prima o poi si alzerà, no?
Ho scelto come bersaglio delle mie imprecazioni la Svizzera perché è neutrale, e penso che se anche i servizi segreti si accorgeranno dei miei insulti, non decideranno mai di bombardare la mia casa. Un’alternativa è mannaggia al mondo, ma è meno musicale.
Per un momento leggendo questo post ho pensato che l’avesse scritto mio marito sotto mentite spoglie. L’horror vacui è esattamente ciò di cui più spesso mi rimproverano a casa e, vorrei subito disilludere Costanza, non passa con il tempo: due figli ormai grandi, un lavoro ostinatamente part-time e ritmi generali tutto sommato umani non mi convincono ad evitare di aggirarmi per casa da una stanza all’altra, pensando a cosa possa fare nel tragitto per ottimizzare lo spostamento!
Oggi davanti scuola hai detto “che madre snaturata che sono! io non rimango a vedere i figli che partono per la gita, non ho tempo!”Coraggio, io alla terza figlia che frequenta le elementari (gli altri due sono gia’ autonomi)me lo posso permettere.Vedrai che anche tu poi raccoglierai i frutti di quello che semini.Io sono una libero-professionista e pertanto non ho capi a cui dover rendere conto, ma il lavoro che svolgo mi mette in continuazione al cospetto del Capo Supremo. Essere ginecologa davanti alle ragazzette di oggi che gia’ a 13 anni hanno rapporti completi è difficilissimo , essere poi una ginecologa cristiana è mission impossible se poi sei anche moglie e madre di 3 figli sfiori la leggenda.Ma c’è di piu’ , se sei onesto e dai a Cesare quello che è di Cesare ovvero paghi le tasse e fatturi tutto ,diventi un extra terrestre!Se poi affermi e credi che per qualsiasi cosa ti appoggi a Dio perche’ sai che lui provvedera’ anche per le cose puramente terrene tipo casa, soldi e tutto …allora diventi proprio un pazzo!! Un cretino ,per tanti…non sapendo che cretino significa proprio cristiano.Io invece sono felice di essere cretina anche perche’ sto facendo una rivoluzione nel mio piccolo .Quanti si lamentano di tutto e poi fanno esattamente quello per cui si lamentano?La fede mi ha insegnato a combattere una battaglia piu’ grande dove il premio lo assaporo fin da ora infatti ” non temo alcun male perche’ tu sei con me” (sal 23).
Dice S. Agostino nel comm. Gv 29,6” Vuoi capire? Credi. Dio infatti per mezzo del profeta ha detto:” Se non crederete non capirete”. L’intelligenza è il frutto della fede. Non cercate dunque di capire per credere ,ma credi per capire; perché se non crederete non capirete.”
Evviva i cretini rivoluzionari , io sono con te !!!
Complimenti per il lavoro che fai
🙂
Sottoscrivo e sono anch’io nel numero d iquelli che danno a Cesare …
però cristiani – cretini lasciamolo dire a quella ‘cima’ di Odifreddi … : ‘Se “cretini” è sinonimo di cristiani ovviamente vanno annoverati fra costoro pure: Dante, Tommaso d’Aquino, Giotto, Francesco d’Assisi, Michelangelo, Brunelleschi, Copernico, Mozart, Galileo Galilei, Caravaggio, Vivaldi, Bach, Dostoevskij, Pasternak, Manzoni… Ma così i conti non tornano più: scopriamo che non è necessario essere laici per essere intelligenti’.
(http://www.antoniosocci.com/2009/05/rubrica-78/. 😉
Penso che essere ginecologhe cristiane sia molto difficile al giorno d’oggi. Nel senso che di fronte a certe scelte avere un atteggiamento cristiano è complicato (coraggioso?). Amici hanno avuto un’esperienza non bella con una ginecologa che si pensava cristiana..
P.S. La frase di S. Agostino è scritta sul calendario delle suore agostiniane appeso nella mia cucina,mi ha fatto riflettere riguardo alcuni post precedenti.
A Giovanni ricordo che purtroppo è una battaglia quotidiana essere fedeli a Cristo e spesso anzi quasi sempre prevale l’umana debolezza.A che srve altrimenti essere guariti ovvero salvati da Cristo?
Scusa Costanza se ti faccio una domanda un pò personale, ma parli in un modo che mi è un pò familiare. Per coltivare la fede che sento in te, fai, per caso, qualche cammino di fede?
Ciao.
Cara Costanza,
non sapevo nulla, come il solito chissà dove sono
e chissà se sono in grado di capire alcunché…
Mi fa piacre di sentire del tuo libro, lo piglio
subito e poi ti scriverò un parere, per quanto possa
valere il parere di un demente…meglio dire la mia
impressione (amesso possibile)
Intanto un abbraccione
Mi chiamo alvise
ti ricordi?
Consiglio vivamente di prendere visione delle ‘leggi fondamentali della stupidità umana’ di C.M Cipolla, in particolare la terza legge.Stasera ho il cervello in pappa e ho un deficit di tolleranza da cavallo basso.Permettetemi di sparare qualche cazzata a scopo rilassante.1)Socci mi fa lo stesso effetto che Odifreddi fa a Livio. 2)mi sfugge il senso di ‘ginecologa cristiana’.C’è anche l’oculista ateo?E che dire del rianimatore agnostico?3)La fede è la fede e non si discute, la logica è un’altra cosa e nel mio modestissimo cervello hanno cozzato. Smetto qua per non abbassare troppo il livello del blog che temo di aver trascinato al livello più infimo finora toccato.
Cara Dada, mi informerò sulle leggi della stupidità umana! Credo che ginecologa cristiana abbia il senso di alludere al fatto che la sessualità si può vivere secondo le indicazioni della Chiesa o meno: una ginecologa cristiana non praticherà l’aborto, non darà la pillola del giorno dopo, incoraggerà un certo tipo di approccio alla contraccezione e non inviterà a fare accertamenti per vedere se il bambino è malato in tempo per “rimediare” facendolo fuori.
Nonostante queste opinioni da conati di vomito spero di vederti il 18 giugno a Bagni a Ripoli, dove presenterò il libro all’Antico Spedale del Bigallo. E questo vale anche per Alvise, sarebbe l’occasione per una mezza riunione di famiglia, un incentivo a stanare i miei per i quali Assisi è il massimo dell’esotismo.
Rosella, non faccio nessun cammino di fede particolare, sono cattolica diocesana, diciamo. Sono devota di Medjugorje e ho amici in quasi tutti i movimenti principali, ma non ne frequento nessuno, soprattutto per motivi di tempo, mi vergogno a dirlo. Vivo la mia fede più che altro da sola…
Posso venire anch’io alla mezza riunione di famiglia??Non sono brava come la Dada ad esprimere i concetti di fede/ateismo/vita/ecc…ma parteciperei volentieri..Prometto di esprimere al più presto mie opinioni nel blog riguardo a fede e altro…
Ciao, Francesca, bentornata!
Ti faccio l’esempio di un rianimatore agnostico: il Dott. Mario Riccio, colui che ha staccato la spina a Piergiorgio Welby. L’ho anche avuto come testimone a discarico in un processo.
Potrei anche farti molti esempi di ginecologhe non cristiane: tutte quelle che nei consultori neppure prendono in considerazione l’ipotesi di portare a termine le gravidanze indesiderate (magari per i problemi … ‘economici’ che mettono a repentaglio la salute psichica della madre. La 194 è una legge ipocrita, che dopo aver affemato il valore della vita tra le righe consente quello che vieta…), ma firmano a cuor leggero certificati di … morte di esserini viventi che vorrebbero, invece, nascere e vivere…
Per l’oculista ateo mi devo, invece, informare.
Che la logica sia una cosa assolutamente inclusa nella fede penso lo possa dimostrare l’opera scientifica ed artistica dei grandi di cui sopra ho riportato la citazione.
Sarebbe anche bello leggere e commentare insieme quel capolavoro che è il discorso di Ratisbona di BXVI.
Ma non c’è gusto, tu questa sera sei stanca, e poi il tuo intento solo ludico era dichiarato! 🙂
Magari ne riparliamo domani… 😀
Con sincera simpatia!
Per quanto riguarda il rapporto tra Fede e Ragione (o logica), olte al favoloso discorso di Ratisbona, ti consiglio vivamente di leggere “Il Senso Religioso” di don Giussani; lasciando da parte prevedibili pregiudizi, potresti confrontarti con un giudizio quasi esclusivamente filosofico (non a caso è stato tradotto anche in arabo e venne presentato anche all’ONU).
A me essere stato condotto sulla ragionevolezza della Fede è servito molto per maturare e crescere come cristiano (essendo geometra ed ingegnere non ho molta apertura mentale per la metafisica); non penso (e non ritengo ragionevolmente possibile) che tu possa convertirti con un libro ma penso possa aiutare a capire perchè si possa affermare che Fede e Ragione nonsono incompatibili.
Approfitto anche per fare i complimenti a Costanza per questo bellissimo Post.
Gentile Costanza,
ci tenevo a ringraziarla perchè il suo libro oltre a farmi sbellicare dalle risate (riso amaro… si intende) ci è stato di “conforto motivazionale” in questo periodo coincidente con l'”atterraggio” del ns secondo figlio.
Fantastica la metafora del rimpasto di governo senza elezioni per il primo figlio e per il ns numero uno è stato così ma…il secondo ci ha stesi!…
Resta ovviamente il “bambino più bello del mondo” per il suo papà ma… ho una moglie agli arresti domiciliari da almeno 2 stagioni (preciso che alla stessa non è stato contestato mai reato alcuno), un fratello superiore che non lo ha ancora del tutto accettato (nel senso …dell’accetta come utensile), una suocera per la cui causa di beatificazione (il più tardi possibile beninteso…) esistono oramai elementi certi e incontestabili, ed un papà felice (che sarei io) ma a volte ancora un po’ disorientato dagli eventi… (e dire che era la seconda volta…).
Ogni tanto ci diciamo con mia moglie che il ns matrimonio ne uscirà più saldo…io ci credo perchè…mi fido dell’intuito di mia moglie (e di quello della sua psicoterapeuta) e poi perchè, come diceva il mio direttore spirituale, Dio che è un Padre buono, ci manda le prove ma anche le energie per affrontarle (infatti ho trovato un buon psicoterapeuta anch’io…ovviamente diverso da quello di mia moglie).
Ancora grazie per la sua piacevole e apostolica (nel senso vero di “capace di apostolato”) ironia che, non dovrebbe mai mancare a chi ha la fortuna di Credere.
P.S. se verrà a correre al Percorso Verde (quando tornerà a PG) non potrà non notarmi mentre tento disperatamente di montare un ipertecnologico passeggino con libretto delle istruzioni di 700 pagine (lingua swahili compresa…tranne l’italiano o l’inglese) un bimbo piangente appeso alla cintura dei pantaloni (è il mio num uno) ed una moglie a fianco snervata dall’attesa e dalle urla (causa denti) del numero 2…vai poi a spiegare alla gente che noi siamo quelli fortunati (non ci credono mica lo sa??….)
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-ges-nelle-favelas-tra-i-figli-di-nessuno-1917.htm