Questa bambina nascerà

Riproponiamo la testimonianza di Isabella, 19 anni, studentessa di Infermieristica, pubblicata il 26 novembre su LA BUSSOLA QUOTIDIANA. Isabella coraggiosamente ha deciso di raccontare la sua storia.

di Isabella, 19 anni, Perugia
 

Mi sembra ieri. Il giorno in cui ho scoperto di essere incinta. Il primo test, l’ansia crescente, il secondo test, positivo. Lo fissavo: positivo positivo. La sensazione di smarrimento totale mi pervade in un istante, il terrore si impadronisce di me e io impietrita, incapace di reagire. Descrivere una sensazione del genere è difficile, quasi impossibile, è come una vibrazione che nasce dalle viscere e si propaga in tutto il corpo, un veleno letale dall’interno che  ti mangia le energie e spegne ogni luce. L’unica cosa che ero in grado di vedere era la mia vita letteralmente distrutta, smembrata, i miei progetti frantumati,  il futuro che stavo costruendo diventare un’utopia irraggiungibile. La persona che volevo essere non c’era più, era un ricordo lontano. I miei sogni erano svaniti, insieme ai miei 19 anni, me li ero giocati per sempre.

Solo il pensiero di dover comunicare la gravidanza ai miei genitori mi provocava un male indescrivibile, l’idea di vedere la delusione stampata sui loro volti e perdere la loro stima mi faceva impazzire, come uscire da questo disastro?

Eppure l’idea di abortire mi spaventava molto molto di più, il pensare dei gelidi strumenti infilarsi dentro di me e fare a pezzi un corpicino, no, non avrei potuto reggerlo. Avevo visto su internet alcune foto terrificanti di feti abortiti nelle primissime settimane… piccole miniature di una persona fatta a pezzi, non potevo. Dentro di me c’era una vita concepita per sbaglio, certamente non voluta, ma non avrei risolto il problema in quel modo, non avrei rimediato all’errore con un altro più grande e irreparabile. Eppure quel bambino proprio non lo volevo.

Contrariamente alle mie aspettative più tragiche, quando piangendo e piena di vergogna confessai ai miei genitori di aspettare un bambino, non ci furono né urla né porte sbattute. Solo silenzio, tanta preoccupazione sui loro volti,  lacrime trattenute a stento dagli occhi di mia madre e poi tanto, tanto conforto e amore. Non che il percorso sia stato facile, anzi, ma non ho mai sentito venir meno questo amore, quello dei miei genitori, che nello smarrimento mi hanno capita e quello di mia sorella maggiore che non mi ha lasciato sola neanche un momento.

I primi tre mesi sono stati i più difficili. Molto prima del concepimento, il papà del bambino, giovanissimo come me, si era dimostrato instabile e, quel che è più grave, bugiardo e violento.  Io ero debole e innamorata, e non riuscivo a staccarmi del tutto da lui perché di volta in volta credevo alle sue promesse alle sue parole, nonostante verso di me spesso mostrasse disprezzo: “Senza di me resterai sola per tutta la vita”, diceva. Quando gli ho detto che aspettavo un bambino le reazioni sono stati  altalenanti. Prima gli scatti d’ira, poi pressioni le psicologiche: “l’aborto alla tua età è l’unica cosa intelligente da fare”, poi pesanti insinuazioni:“sicuro che il padre sia io?”, poi spariva, per tornare dolce come l’uomo più docile del mondo, e io lo accoglievo, ogni volta nel dolore. Al terzo mese è sparito del tutto, si era trovato un’altra ragazza. Senza fardello.

Sono stati momenti di profonda tristezza, provavo disprezzo per la persona con cui ero stata, mi appariva con tutta evidenza quanto fosse irrimediabilmente vuoto, superficiale, gelido. Mi odiavo, mi sono odiata per mesi interi, forse ancora adesso mi odio per non essermi allontanata prima, perché senza di lui adesso avrei ancora la mia vita da ventenne: gli amici, l’università, lo svago.

Nello sconforto più totale ho accettato, non  senza difficoltà, di parlare con un sacerdote, la mia anima era dilaniata. Io non volevo quel figlio ma sapevo che non avrei mai vissuto serenamente compiendo la scelta più “facile” e più “ovvia”. Pur nelle paure e stretta dai dubbi avevo una cosa chiara: non volevo dannarmi l’anima compiendo un atto così terrificante.  Don Fabio mi ha rassicurata, mi sentivo una madre degenere – perché non volevo uccidere io quella vita, eppure desideravo, speravo e addirittura a volte pregavo  che mi capitasse un aborto spontaneo – mentre lui mi ha fatto sentire assolutamente normale: “Questa nascita sarà una grazia”, diceva. Io non ci credevo, a dire il vero, ma mi sentivo sollevata.

Avevo deciso di affidarmi al progetto di Dio, un progetto che non accettavo prima e faccio fatica a comprendere oggi. Era surreale, ma qualche tempo prima di scoprire di essere incinta, mi trovavo a riflettere proprio sul progetto di Dio sulle nostre vite. Ero in ospedale a fare il normale tirocinio previsto dalla mia facoltà e ogni giorno avevo a che fare con persone che combattevano malattie devastanti con una forza straordinaria. Mi sentivo in colpa, io, perché stavo bene, perché la mia vita era normalissima, non avevo particolari difficoltà, perché dentro quell’ospedale ci stavo solo per apprendere e studiare e non come quei malati, stesa su un letto per combattere il dolore e strappare un giorno alla morte. Mi ricordo bene che una sera, mi rivolsi a Dio, con una gratitudine immensa nel cuore, ringraziandolo per questa vita così perfetta in confronto a quelle vite di sofferenza. E quella stessa sera, mentre ero a letto, gli domandai quale fosse il Suo progetto per me, per la mia vita.

Non potevo immaginare che neanche un mese dopo, la mia normalissima vita sarebbe stata stravolta. A pensarci mi vien da ridere.

La mia bambina nascerà tra poco meno di un mese e lo ammetto, non provo amore e neanche affetto, mi dicono che è normale, che appena nascerà sarà diverso, ma lo stesso io non so che fare, non so ancora se tenerla, oppure darla in adozione.  Non so cosa sia meglio per me, non so cosa sia peggio per lei.  

Non mi resta che affidare a Dio questa decisione, l’ennesima, sperando che mi illumini. Tanto lo so che entrambe le scelte saranno difficili e dolorose, entrambe saranno un’enorme rinuncia. Di certo non mi pento di non avere abortito, sarebbe stato innaturale, perché ho capito da  subito che c’era una vita dentro di me. Non “una vita” in astratto, la vita di un’altra persona dentro di me!  Ricordo come fosse ieri la prima ecografia, quando ero ancora in tempo per abortire, per la prima volta ho sentito il cuoricino battere, ho pianto disperata. Oggi invece ironicamente rido pensando a chi dice:  “è solo un grumo di cellule”. Se è così, prova a lasciarlo dove è, e vedi che succede.  Che vuoi che sia un ammasso di cellule? Dici che non è un bambino, allora a cosa serve farlo a pezzi? Lascialo nel tuo corpo tranquillamente, tanto non è vivo, no? Coraggio, è ridicolo…  Eppure ogni giorno si perdono nel nulla i pianti silenziosi di bambini che non avranno mai una vita, perché l’egoismo della loro mamma ha avuto la meglio.

Sono al nono mese, ho ancora molti dubbi, molte incertezze ma di una cosa sono certa: c’è sempre un’alternativa all’aborto.  E chi sostiene che lasciare il proprio figlio in adozione sia  un atto peggiore dell’abortire stesso, dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza. Perché è un atto d’amore, dolore e sacrificio. Potrai convivere con te stessa, sapendo che quel figlio vive perché tu hai scelto di non ucciderlo. Sapendo che una famiglia si prenderà cura di lui con amore, e anche lui avrà la sua possibilità su questa terra. Perché una possibilità di vivere tu l’hai avuta, ed è giusto che ce l’abbia anche lui. Perché una possibilità ce la meritiamo tutti.

 fonte: La Bussola Quotidiana

65 pensieri su “Questa bambina nascerà

  1. 61Angeloextralarge

    Grazie per questo post! Questa notte dormirò più serena, perché un pezzetto di Cielo mi è entrato nel cuore. Prima di addormentarmi chiederò a Maria, nostra dolcissima Madre, di cullare tra le sua braccia Isabella e la sua creatura, di prenderle per mano e non lasciarle mai!

  2. Una donna così non si può far altro che amare.
    Sincera e schietta; fragile e confusa.
    Ma con una coscienza così fresca da capire cosa è corretto fare e cosa no, andando incontro anche alle sue responsabilità, alla modica età di 19 anni.

    Se oggi molti ragionassero come lei, ci eviteremmo tanti problemi.

  3. Stefano

    Ringrazio due volte Isabella: 1) per aver scelto la vita 2) per aver coraggiosamente deciso di condividere la sua esperienza pubblicandola… Sono sicuro che il Padre ti benedirà per quanto hai fatto.

  4. Resta il fatto che l’aborto è una cosa grave, ma per me è l’effetto…non la causa.
    Se fin da Mosè, (3.000 anni prima di Cristo) nel Decalogo ben 3 articoli sono rivolti al sesso, ci sarà pure un motivo.
    La mentalità da “combattere” per prima è quella di aver staccato il sesso dall’amore, dal sesso inteso come ginnastica, dall’essere normale ad avere 15-20-40 rapporti amorosi nella propria vita.
    Ho conosciuto in Sardegna anni fa un ragazzo che,entrato in una discoteca, dalla mezzanotte alle 6.30 del mattino è uscito 4 volte con 4 ragazze diverse e sempre con un profilattico in mano. Alcool? droga? macchè….!!!! maialaggine allo stato puro.

    1. Scusa Maxwell, se mi permetto: trovo che i tuoi commenti siano spesso pessimisti, anche se talora non privi di buone ragioni… sai solo tu quale percorso ti porta ad avere un atteggiamento un po’ cupo (se non è così, mi scuso, ma è quel che mi sembra di percepire) e non intendo sindacare. Ma, nel caso specifico, stiamo parlando di una ragazza di 19 anni, che potrebbe essere figlia di una delle nostre famiglie (io, ad esempio, ho una figlia di 18 anni), che è stata certamente leggera nel valutare il proprio ragazzo e anche, forse, nell’avere con lui rapporti completi, ma non mi sembra che stiamo parlando di una che aveva l’abitudine di andare con 4 nella stessa sera: era una comune ragazza, con una famiglia affettuosa e presente (l’hanno dimostrato proprio in questa vicenda), con un rapporto con Dio, la quale per debolezza, per passione, forse per abbaglio, ha fatto un errore ma, a suo onore, va detto che ne ha evitato uno più grande. Non solo: ha pagato un prezzo altissimo, anche se -come lei stessa dice – l’aborto sarebbe stato un prezzo ancora più alto. Quante sue coetanee hanno la capacità di capirlo?
      Certamente la sessualità dei giovani (e anche dei meno giovani) è diventata compulsiva e aberrante, ma non possiamo mettere sulle spalle di Isabella anche pesi che non sono suoi, ti pare?

      1. Grazie per il link, in effetti è un argomento che mi interessa moltissimo!

        Di quello che dici, commento solo una cosa, quella che mi sta più a cuore:

        «se ci sono fra i 100.000 e 200.000 aborti in italia ogni anno è perchè prima c’è stato un rapporto sessuale non “protetto”»

        Non vorrei che ne risultasse un’esortazione ad avere dunque rapporti disinvolti e “protetti”: la mentalità anticoncezionale è l’anticamera di quella abortiva. Se fallisce il preservativo… c’è sempre la pillola del giorno dopo. Proprio lo scollamento tra il sesso e le sue naturali conseguenze (i figli) ha creato una società che fa sesso compulsivamente.
        Preferisco incoraggiare una cultura invece della responsabilità: responsabilità vuol dire prima di tutto inquadrare i rapporti sessuali all’interno di un legame stabile e profondo come il matrimonio, ma vuol dire anche, in casi come quello di Isabella, sapere affrontare le conseguenze delle proprie azioni. Sono due cose collegate.

        1. nonpuoiessereserio

          Ovviamente mi trovi d’accordo come quasi sempre, forse sempre.
          Vorrei dire che oltre a quello che dici secondo me bisognerebbe ricalibrare la società.
          Le donne hanno le mestruazioni verso i 13 anni se non sbaglio, ciò significa che la natura
          da delle indicazioni precise gia quell’età. Perché tutto invece concorre a rimandare l’incontro di coppia, di genitorialità?
          Non c’è qualcosa di sbagliato nei tempi della nostra società?

          1. 61Angeloextralarge

            Penso che ci sia molto di sbagliato nella nostra società, senza condannarla perché ne faccio parte appieno. La natura ha il suo corso ma noi non siamo più adeguati a questo corso. Ai miei tempi, permettetemi di dirlo anche se non è molto carino, a 19 anni le ragazze erano considerate grandi e a 21 se non erano ancora spostate “zitelle”.
            Indipendentemente da questo, il corpo femminile ha le sue stagioni, come quello maschile, e mettere al mondo un figlio sopra una determinata età è più difficile oltre che rishioso. L’ho già detto in un commento di un post recente (più o meno così): “Molte donne desiderano avere figli che non arrivano, perché prima hanno avuto altro da fare”. Scusatemi la crudezza ma ne conosco tante.
            “C’è un tempo per…. e uno per…”, dal Qolelet

          2. vale

            forse perché al giorno d’oggi avere figli con una tredicenne ti esporrebbe all’accusa di pedofilia.nel peggiore dei casi. di essere un satiro se va bene. nel medioevo ,rinascimento ,ecc.sarebbe stato-quasi-normale. anche per il corano….
            ma chaplin non ebbe un figlio a 70anni passati(e suonati)(ma anche philippe leroy con la figlia di enzo tortora….)
            che sono : i nonni dei loro figli?o va bene lo stesso?

            1. nonpuoiessereserio

              No, non va bene, la discussione sta prendendo una piega che non c’entra. Intendevo dire che oggigiorno la realizzazione di una donna ma anche di un uomo passa attraverso diplomi, divertimento, laurea, fidanzamento e solo alla fine sembra sia ora di pensare alla coppia intesa come famiglia. Una volta le fiabe della ricerca del principe azzurro non venivano interrotte, quello era lo scopo di una donna, trovare il proprio uomo, accasarsi.

              1. vale

                dommage.non volevo equivocare.sul fatto che oggi la realizzazione di sé-come usa dire- viene prima di tutto,siam d’accordo.forse non per tutti/e ma per gran parte.ma questa è una constatazione che è evidente a chi si guarda in giro.
                se la famiglia( e che sarà mai una famiglia senza figli?) è l’ultimo rifugio del buon senso-e base di qualunque società- ed del “vivere” comunemente inteso,temo che chi si è dato da fare per penalizzarla se non disgregarla o distruggerla stia facendo un lavoro di successo….
                con qualche eccezione.
                lahaim(o lehaim,come qualcuno mi corresse) al figlio d’Isabeau!

            2. Velenia

              O.T. Io e le mie colleghe abbiamo appena pregato per il bimbo indicatoci da Costanza,invito tutti a fare altrettanto.

              1. angelina

                Hai ragione. Ieri sera, stamattina, ho pregato.
                Non riesco a non pensarci. Al bambino, ma anche alla sua mamma e al suo papà: cosa provano, impossibile a dirsi. Dobbiamo aiutarli a sperare!

  5. Isabella sei grande! Stai serena perché sei voluta bene… E quella che a molti può sembrare una disgrazia in realtà è una Grazia, innanzitutto per te e per chi ti è vicino e poi per noi a cui hai voluto condividere la tua vicenda.
    Ti sostengo con le mie preghiere.

    Con paterno affetto!

  6. nonpuoiessereserio

    L’unico progetto della nostra vita è quello che Dio ha per noi, Isabella. Troppe volte crediamo di avere in mano la nostra vita, di studiare, di laurearsi, di sposarsi, di far carriera. Si fanno i conti senza l’oste.
    Il bambino/a che nascerà è una vita, una persona, un figlio/a di Dio, questa è una cosa certa. Riempi d’amore questa creatura e Dio ti ricompenserà Isabella.

  7. Erika

    Carissima Isabella, la tua scelta, giusta e saggia, ti fa onore.
    Il padre (ma si può chiamare padre uno così?) non sa a cosa sta rinunciando. E’ un vigliacco e un poveretto.
    Mi permetto un consiglio non richiesto: dare la tua bimba in adozione va benissimo, ci sono tante coppie che la crescerebbero con amore.
    Però fa che sia una TUA scelta, non la scelta di una società che dice ” a 19 anni non si fanno figli, a 19 anni si va in discoteca”.
    Se tu lo vuoi puoi crescere la tua bambina, da quanto dici la tua famiglia può darti una mano, per finire i tuoi studi (che tra l’altro sono tra quelli che offrono maggiori garanzie di trovare lavoro in tempi brevi).
    Una mia cara amica dice sempre: la vita è breve, ma larga. Dentro ci possono stare un sacco di cose.
    Perfino una figlia e una giovinezza felice.

    1. 61Angeloextralarge

      “Una mia cara amica dice sempre: la vita è breve, ma larga. Dentro ci possono stare un sacco di cose”: molto bella questa constatazione e molo vera e concreta!

  8. lucia

    Cara Isabella, mi hai fatto piangere e mi hai ridato serenità. Poco prima di questo post avevo ancora la pelle d’oca per aver letto un articolo su un bambino di tre anni ammazzato dal papà. Penso che dobbiamo pregare tanto (anche per queste persone) e chidere aiuto a Dio, perchè senza di Lui siamo capaci di atrocità. Grazie.

  9. è incredibile, ho provato esattamente le stesse cose, anche se invece che a 19 anni a 21…ho un’attenuante, il mio fidanzato mi è rimasto accanto, ci amiamo, ed è un papà formidabile anche se anche lui ha solo 22 anni. ho reagito nello stesso modo alla vista del test, ho reagito nello stesso modo nel pensare che il mio futuro, che da brava presuntuosa vedevo brillare, era andato in frantumi. Avrei potuto scriverlo io questo testo, per la maggior parte e questo mi ha colpita.
    Quando ho deciso di tenerlo perchè, sebbene avessi pensato all’aborto il solo pensiero mi faceva piangere nottate intere pensando a quanto fosse sbagliato e innaturale.
    Poi ho visto la prima ecografia e ho riso di gusto nel pensare all’immensa stupidità di chi afferma che quella non è vita, chi abortisce al terzo mese uccide un cucciolo con occhi, gambe, mani, e un cuoricino piccolissimo che batte come un matto. Quanta presunzine hanno gli uomini nel decidere che una cosa del genere non è vita!

    Ora la piccola Giada ha un anno..non nego che sia difficile, che sia una continua rinuncia e che mi costringa a faticosi sacrifici ma vi giuro, vi giuro che è la cosa più bella del mondo. NOn provavo affetto nemmeno io durante la gravidanza, ero spaventata a morte e continuavo a pensare di aver mandato in fumo i miei 21 anni. Ad oggi sono felice e fiera di me per la scelta che ho fatto e guardando quello scricciolo che muove i suoi primi passi con le gambe tremanti, mi riempio di un orgoglio ed un entusiasmo che non avrei mai potuto provare senza l’aiuto di una bambina così meravigliosa.

  10. Non sono madre, ma spero con tutto il cuore che Isabella tenga il bambino con sè anche dopo la nascita, a quanto mi è sembrato di capire la sua famiglia l’aiuterebbe volentieri, mi pare abbia una bellissima famiglia.Domenica parlavo con il mio ragazzo di un futuro figlio. Prima vorremmo avere il tempo di sistemarci un’altro pò, ma dato che in genere si fanno un sacco di progetti e la vita te li cambia tutti ieri parlavamo di questo: e se ci fosse una vita che arriva improvvisamente? Se al di là di tutte le attenzioni dovessi rimanere incinta?
    Quando mi ha detto ” Se dovesse accadere teniamo il bambino e lo amiamo”, mi sono sentita felice come la prima volta che mi ha detto ” Ti Amo “.

  11. Isabella se fossi la tua mamma sarei fiera di avere una figlia come te!
    Grazie per esserti messa a nudo. Chissà quante ragazze, leggendoti, riceveranno da te forza e riusciranno a decidere, oggi, di servire la vita! Non sapremo mai quanti bambini, grazie a te, nasceranno! Chissà. Eppure poò essere proprio così.
    Ti abbraccio “virtualmente” e ti porto nel cuore e nella preghiera

  12. Bianca

    Sono mamma di quattro bambine di 6, 5, 4 e 2 anni, e posso dire che la paura accompagna ogni gravidanza, quelle desiderate come quelle meno attese, perchè ogni nuovo figlio ti pone di fronte a nuove sfide che puoi pensare di non riuscire ad affrontare. E trovare il coraggio di superare la paura a soli 19 anni è un atto straordinario. A Isabella vorrei solo dire: non temere, vedrai che la tua bimba ti permetterà di vivere esperienze che prima non avresti potuto immaginare e che arricchiranno la tua vita. E se Dio ti ha affidato questa creatura è perchè sarai per lei la migliore mamma possibile.

  13. Ieri Costanza ha chiesto preghiere per un bimbo in pericolo di vita. Io vi invito a continuare nelle vostre preghiere. Insieme a quel bimbo ci sono i suoi genitori. Loro sanno cosa vuol dire vedere l’ombra della morte che ci passa vicino. Dio vuole la vita e vuole che noi la abbiamo in abbondanza. Quindi coraggio Isabella! la vita del tuo piccolo è una cosa enorme, importante, bellissima. Tu che stai a contatto con i malati sai bene cosa sia il desiderio di vivere, di strappare anche un solo giorno in più. E il nostro cuore chiede tutto, perchè è fatto per il tutto. Dal momento in cui iniziamo ad esistere, da quel piccolo grumo di cellule in poi, la vita non avrà mai fine, sarà per sempre.

    1. Alessandro

      “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

      “Questo Salmo [il 22] presenta la figura di un innocente perseguitato e circondato da avversari che ne vogliono la morte; ed egli ricorre a Dio in un lamento doloroso che, nella certezza della fede, si apre misteriosamente alla lode. Nella sua preghiera, la realtà angosciante del presente e la memoria consolante del passato si alternano, in una sofferta presa di coscienza della propria situazione disperata che però non vuole rinunciare alla speranza. Il suo grido iniziale è un appello rivolto a un Dio che appare lontano, che non risponde e sembra averlo abbandonato:

      «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
      Lontane dalla mia salvezza le parole del mio grido.
      Mio Dio, grido di giorno e non rispondi;
      di notte, e non c’è tregua per me» (vv. 2-3).

      Dio tace, e questo silenzio lacera l’animo dell’orante, che incessantemente chiama, ma senza trovare risposta. I giorni e le notti si succedono, in una ricerca instancabile di una parola, di un aiuto che non viene; Dio sembra così distante, così dimentico, così assente.

      La preghiera chiede ascolto e risposta, sollecita un contatto, cerca una relazione che possa donare conforto e salvezza. Ma se Dio non risponde, il grido di aiuto si perde nel vuoto e la solitudine diventa insostenibile. Eppure, l’orante del nostro Salmo per ben tre volte, nel suo grido, chiama il Signore “mio” Dio, in un estremo atto di fiducia e di fede. Nonostante ogni apparenza, il Salmista non può credere che il legame con il Signore si sia interrotto totalmente; e mentre chiede il perché di un presunto abbandono incomprensibile, afferma che il “suo” Dio non lo può abbandonare.

      Come è noto, il grido iniziale del Salmo, «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?», è riportato dai Vangeli di Matteo e di Marco come il grido lanciato da Gesù morente sulla croce (cfr Mt 27,46; Mc 15,34).

      Esso esprime tutta la desolazione del Messia, Figlio di Dio, che sta affrontando il dramma della morte, una realtà totalmente contrapposta al Signore della vita. Abbandonato da quasi tutti i suoi, tradito e rinnegato da discepoli, attorniato da chi lo insulta, Gesù è sotto il peso schiacciante di una missione che deve passare per l’umiliazione e l’annichilimento. Perciò grida al Padre, e la sua sofferenza assume le parole dolenti del Salmo.

      Ma il suo non è un grido disperato, come non lo era quello del Salmista, che nella sua supplica percorre un cammino tormentato sfociando però infine in una prospettiva di lode, nella fiducia della vittoria divina.
      E poiché nell’uso ebraico citare l’inizio di un Salmo implicava un riferimento all’intero poema, la preghiera straziante di Gesù, pur mantenendo la sua carica di indicibile sofferenza, si apre alla certezza della gloria. «Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?», dirà il Risorto ai discepoli di Emmaus (Lc 24,26). Nella sua passione, in obbedienza al Padre, il Signore Gesù attraversa l’abbandono e la morte per giungere alla vita e donarla a tutti i credenti.

      […]

      Fratelli e sorelle carissimi, questo Salmo ci ha portati sul Golgota, ai piedi della croce di Gesù, per rivivere la sua passione e condividere la gioia feconda della risurrezione. Lasciamoci dunque invadere dalla luce del mistero pasquale anche nell’apparente assenza di Dio, anche nel silenzio di Dio, e, come i discepoli di Emmaus, impariamo a discernere la vera realtà al di là delle apparenze, riconoscendo il cammino dell’esaltazione proprio nell’umiliazione, e il pieno manifestarsi della vita nella morte, nella croce. Così, riponendo tutta la nostra fiducia e la nostra speranza in Dio Padre, in ogni angoscia Lo potremo pregare anche noi con fede, e il nostro grido di aiuto si trasformerà in canto di lode. Grazie.

      (Benedetto XVI, dall’Udienza generale del 14 settembre 2011)

  14. 61Angeloextralarge

    Ho letto i vostri commenti e il cuore mi si è allargato parecchio. Cosa aggiungere ad una testimonianza così bella e forte? Cosa aggiungere a quella di gretapiccininni? Solo due parole: SPERANZA e CORAGGIO. La speranza non manchi mai ad entrambe e a tutte le ragazza-donne che si trovano nella loro situazione. Il coraggio le sostenga davanti a questa prova e le stimoli a lottare e crescere, affinché cresca la vita della loro creatura.

    1. admin

      nessuna novità significativa, le cose saranno un po’ lunghe. Vi terremo informati.
      Grazie a tutti

      1. Sybille

        Caro Admin,
        lo sai che io non so pregare, però so sperare, e spero tanto che tutto si risolva.

  15. @bianca “posso dire che la paura accompagna ogni gravidanza, quelle desiderate come quelle meno attese, perchè ogni nuovo figlio ti pone di fronte a nuove sfide che puoi pensare di non riuscire ad affrontare”
    leggendo il post ho pensato esattamente le stesse cose che scrive Bianca, e sottoscrivo anche il resto.
    Isabella, la maternità mette in luce risorse che ogni donna possiede e che non immaginerebbe mai di avere. Soprattutto nella capacità di amare. Ma non sono risorse che vengono fuori in automatico, c’è bisogno che decidiamo di accogliere la vita che ci viene affidata. Non sentirti in colpa perchè non senti amore per la bambina che stai dando alla luce. Già l’hai amata decidendo di tenerla. Perché l’amore è fatto di gesti concreti non di sensazioni che vanno e che vengono.
    Non mi sento di consigliare nulla riguardo all’adozione, tu sola puoi decidere. Io posso dirti che durante nessuna delle mie tre gravidanze sentivo amore per il bambino che portavo nel grembo, ma oggi, che i miei figli stanno crescendo, nei momenti di sconforto o di stanchezza a volte vado a riprendermi le foto dei primi momenti dopo il parto. E il ricordo della gioia che ho provato tenendoli in braccio la prima volta mi sostiene anche quando sento di non farcela. Non è un cammino facile la maternità, ma amare è l’unica cosa che abbia senso nella vita. E l’amore di una mamma che accoglie un figlio che non ha cercato, e si lascia stravolgere la vita da lui è un amore davvero grande. Un figlio sempre ti ruba la vita. Ancora di più alla tua età, e senza che tu l’abbia cercato. Solo tu puoi decidere se trasformare questo “furto” in un dono. Un dono per te se deciderai di accoglierlo

  16. Sybille

    Tutti questi commenti sul fatto di non avere sentito amore per il bambino che si portava in grembo durante la gravidanza mi sorprendono molto.

  17. Sara S

    Non so come ringraziarti, Isabella, per la testimonianza e il coraggio che mi infondi oggi. Sei stata e sarai una grande mamma, perchè una donna che accoglie con questo cuore, dentro la sua umanità più calda, il progetto di Dio su di sè, non può non sapere amare. Ama di già, e tantissimo! Questo è l’amore, non (solo) il provare un sentimento d’affetto. Isabella, non disistimarti, tu ami già questa creatura, perchè le hai detto:” Ci sei, e devi esserci, attraverso di me che pure non ti vorrei. Ma tu sei più importante di tutto, vali la mia vita. Io ti dico: vivi !”
    E poi, così come sei, oltre a una grande mamma, sei una voce potente dentro questo mondo folle, un incoraggiamento e un aiuto enorme a tante ragazze; e lo sei anche grazie alla tua fragilità, che non temi di mostrare. Grazie per me, perchè io oggi voglio averti presente e guardare i miei figli in un altro modo, come un tesoro che mi è dato e che non dipende da me. Grazie anche ai vostri post.
    Ricordo la prima ecografia della mia prima figlia. 5 settimane, e quel cuore che batteva. Sono uscita piena di sgomento per due motivi: la mia piccolezza capace di portare una cosa così grande; e il rendermi conto che cattiveria e menzogna sono tanto più grandi, se , coi mezzi che abbiamo oggi, è così semplice rendersi conto della verità: quella è una vita! Un grumo di cellule non ha un cuore che batte. Grazie ancora

    1. Alessandro

      Sì, 116˙933 è il dato provvisorio fornito dal Ministero della Salute nella relazione 2010.
      Ma si consideri che nel 2009 sono state vendute circa 370 mila confezioni della “pillola del giorno dopo” (il 50% a giovani sotto i 20 anni), che può essere un abortivo (un anti-implantatorio). Quindi il computo degli aborti procurati si complica molto. Quante migliaia di “pillole del giorno dopo” hanno causato un aborto?

      Tommaso Scandroglio ipotizza 70.000 circa
      (http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-diminuiscono-gli-abortino-aumenta-lignoranza-2678.htm).

      Quindi le cifre del Ministero vanno ormai riviste, a causa dell’incidenza della pillola del giorno dopo e, tra poco, della pillola dei cinque giorni dopo (altro potenziale abortivo).

  18. Cara Isabella,
    io sono infermiera da oltre 20 anni. Non ho fatto l’università, ma i corsi che si tenevano negli ospedali: meno teoria ma molta più pratica. Se ti posso dare un consiglio, vorrei dirti di crescerti tua figlia: lei t’insegnerà ad essere un’infermiera migliore, più vicina ai pazienti e alla loro sete di essere ascoltati e curati, anche se, magari, non potranno essere guariti.
    Tua figlia non ti rovinerà nè sogni, nè carriera: la più bella carriera è amare chi ha bisogno…

  19. Lucio Magri si è spento ieri in Svizzera, dove si era recato per porre termine alla propria vita, di sua volontà. La notizia si è diffusa nella notte, tra gli amici; qualcuno, i più intimi, era stato da lui informato in precedenza della sua intenzione, senza riuscire a fargli cambiare idea. Il corpo rientrerà in Italia per essere sepolto a Recanati, la città dove era nato nel 1932.”

    1. Alessandro

      Pace all’anima sua. Anche per un suicida occorre pregare, perché Dio misericordioso l’accolga nel Suo Regno.

      1. Prego che Dio abbia compassione di quest’uomo. Ma se devo dire cosa sento dentro di me… mi fa una gran rabbia che ci sia chi si permette di sputare sulla vita e sul dolore, anche se è il suo proprio dolore, di respingerlo e di scegliere volontariamente il momento della morte. Mi fa rabbia e mi fa pena che non si voglia riconoscere che non ci facciamo da soli, e che da soli non ce ne andiamo. E mi fa ancora più rabbia che ci siano “filantropiche” cliniche della morte che si arricchiscono sulla debolezza delle persone in fin di vita, che non sanno più a cosa aggrapparsi per trovare la loro dignità, se non in questi enti dispensatori della “libera scelta”.

        1. Alessandro

          Spero almeno che il Presidente Napolitano eviti agli italiani i commenti cui si abbandono, proprio un anno fa (29 novembre 2010), quando si suicidò Monicelli: “un’ultima manifestazione forte della sua personalità, un estremo scatto di volontà”.
          Meglio il silenzio.

  20. Sul mio blog oggi, per una discussione nata su un altro, ho “riesumato” un mio vecchio post contro l’aborto.

    Vorrei in una risposta citare quel tuo post (tuo=di Miriana, specifico perché qui di autori ce ne sono tanti!) che mi pare s’intitoli “Il grande inganno”, o qualcosa del genere.

    Non riesco a cercarlo da sola perché, me ne accorgo soltanto ora, sul tuo blog non c’è la barra di ricerca: posso approfittare per chiederti di inserirla? E’ comodissima per chi ricerca vecchi articoli, di cui magari ricorda solo il titolo o una frase del testo. La trovi nel menu dei widget.

      1. Sì, era proprio quello, ma l’articolo, ora che l’ho riletto, mi pare troppo bello per proporlo a certe anime così chiuse, mi sembrerebbe di profanarlo.

        Ci penso. Intanto vorrei indicarvene uno mio di articolo, http://donnaemadre.wordpress.com/2007/07/10/per-un-bimbo-mai-nato/ , una poesia che parla però di un aborto spontaneo, e che dedicai a una ragazza che pure avrebbe voluto il suo bambino, nonostante la solitudine e la difficile situazione in cui versava, ma che purtroppo lo perse.

        PS: vista la barra, sì, è troppo in alto, uno se l’aspetta nel corpo del template, sopra il titolo difficilmente ci va a guardare.

  21. Giuseppe

    Oggi inizia la Novena all’Immacolata: mi sembra quindi un bel comiciamento. pertanto, per Isabella ipp urra!!!

  22. Ragazzi, me ne vado a ninna ( lascio il pc ai miei fratelli ), Buona notte a tutti, questa sera mi ritiro nello stagno con parecchia angoscia. La società per la quale lavora il mio ragazzo stà licenziando tante persone, tanti padri di famiglia con figli. Quindi questa sera non mi sento proprio allegra. Un bacio a tutti!

  23. Cara Isabella, forse arrivo tardi, le mie parole in mezzo a quelle di tanti altri non ti diranno niente di nuovo…eppure…è tutto il giorno che penso a quello che hai scritto.
    Credo di capire quello che senti ma ti chiedo di non farti sensi di colpa…tu dici “io non so che fare, non so ancora se tenerla, oppure darla in adozione. Non so cosa sia meglio per me, non so cosa sia peggio per lei. ” ma secondo me la scelta l’hai già fatta. Hai scelto la vita. E questa è la cosa più importante.
    Noi facciamo grandi progetti, pensiamo, immaginiamo come sarà la nostra vita…e poi tutto si stravolge, tutto sembra perduto, non capiamo il motivo per cui Quel Signore Lassù ci mette sul cammino certe prove da superare. Ho imparato che a volte non bisogna tormentarsi con i perchè e i percome…a volte dobbiamo davvero affidarci, chiudere gli occhi e aprire il cuore e abbandonarci alla Sua volontà.
    Guardando indietro, tra qualche tempo, capirai qual era il progetto su di te…

    E per quanto riguarda l’amore che dici di non sentire…non preoccuparti, anche quello arriverà, magari dopo settimane, dopo mesi…questa società ci vuole tutte mamme innamorate al primo vagito…nessuno ci dice che è normale che l’istinto materno bussi qualche tempo dopo….ma ti assicuro che quando arriva sarà la gioia più grande!
    Aspetto notizie, qualunque sia la decisione che prenderai.

    mcomemamma

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