«…e se non amate nulla…»

di Cyrano

«Pensavo che l’America fosse un Paese libero!»

Aridàje, eccone n’artra… Poi, però, uno le dà un’occhiata e pensa che Loni Bouchard, la ventenne che ha circuito e “violentato” (scusate, mi viene da ridere, un po’ come a Tenco…) un ragazzino quattordicenne affidatole, sia un po’ la summa dei sogni erotici degli adolescenti che uno può frequentare nelle nostre città.

Senza nulla togliere al precedente ghigno malefico, il ragazzino è veramente un malcapitato, ma la cosa peggiore è che rischia di non sapere per una vita perché essere affidati da mamma a una ragazza da cui si viene iniziati ai (cosiddetti) misteri del sesso sia “capitare male”.

E qui uno dovrebbe cominciare a parlare dell’amore, della libertà, del dono di sé e, viceversa, dello sfruttamento reciproco, della masturbazione assistita, del mutuo parassitismo… Dovrebbe, sì, ma non c’ho voglia di fare prediche.

Piuttosto, questa rovente Giulietta a stelle e strisce non sapeva che commetteva un reato? A giudicare da quanto dicono delle sue note di diario, sì, eccome: «Non posso stare più con lui perché così ha deciso la legge? Non m’interessa, voglio stare assieme a lui e non voglio nasconderlo. Come può la legge decidere di chi ci dobbiamo innamorare, come amare e soprattutto con chi dobbiamo uscire?»

Bell’inizio! Un bel piglio davvero!

A questo punto, però, uno s’aspetterebbe non dico l’eroica devozione di Giulietta – pe’ davéro! – ma perlomeno la beata dannazione di una Francesca, «contro ogni vaticino, / contro gli dèi e contro la paura»! «Se ‘l ferro dev’esser’, vegna il ferro! Se ‘l tòsco, ‘l tòsco!»

Invece niente veleni, niente pugnali, niente sangue, niente morte: un processo in tribunale, al più, noioso benché tragicomico. «Dove sono andati i tempi di una volta… – imprecherebbe il poeta – per Giunone! Quando ci voleva, / per fare il mestiere, anche un po’ di vocazione!?»

Gira e rigira il tema è sempre quello del rapporto tra legge e coscienza, che da un po’ torna in varie salse nelle nostre chiacchierate: qualcuno ieri invocava sul blog l’autorità di Antigone… solo quella ci manca! Così passiamo dalle eroine moderne a quelle del mondo classico, che pare siano sempre le più autorevoli (dicono). Antigone però si occupava di cadaveri da seppellire, non di sbarbatelli da introdurre all’arte amatoria: se la nostra Loni non trova granché da dirsi né con Giulietta né con Francesca, perché se la dovrebbe cavare meglio con Antigone?

In realtà, una cosa in comune ce l’hanno, Loni, Giulietta e Francesca, con Antigone: tutte e quattro sanno bene che il problema del rapporto tra legge e coscienza è che all’interno della coscienza (qualunque cosa sia, la coscienza) c’è un’altra legge, che occasionalmente può discordare con quella. Tutte e quattro, insomma, ammettono il presupposto della cosiddetta legge naturale, che è legge non scritta, e che vale più delle consuetudini di casato, dei vincoli nuziali, delle leggi federali o della città: l’infantile lagna di tata Loni, in effetti, potrebbe ben spiccare dalle severe labbra di Antigone, e sostanzialmente né Francesca né Giulietta discorderebbero.

Per carità, con questa carrellata di eroine uno potrebbe pensare che il genere femminile, sempre diviso tra la legge scritta (da qualche parte) e quella non-scritta (sempre da qualche parte!), sia progressivamente decaduto, dai tempi di Sofocle a quelli di Dante e fino a quelli di Shakespeare. In realtà l’eroina più vicina a tata Loni viene proprio dal mondo classico, ed è la povera Fedra, infiammata d’ardente passione per il giovane Ippolito (il quale, per la cronaca, è pure il suo figliastro!)

Da tata Loni Fedra dovrebbe prendere qualche lezione di circuizione di minore, perché il suo magnifico Ippolito s’era ritratto sdegnato anche alla sola evocazione di simili pensieri (altri tempi)! Insomma, virtuosi virgulti a parte, una quinta eroina s’è aggiunta al club: tirando le somme, adesso, c’è una cosa che risulta chiara. Tutte (a parte tata Loni, la cui storia non è ancora finita) sono finite male, più o meno, in ogni caso per aver anteposto la legge non scritta a quella scritta.

Allora è la fine! Se gli eroi fossero quelli che, non in ogni caso, ma in un caso qualunque, infrangono una qualsivoglia legge, possiamo tranquillamente tornare a vivere sugli alberi, perché la legge non sarebbe altro che una penosa bugia, una frase di circostanza detta dalla cosiddetta civiltà tutta insieme. Qualcosa più delle altre Antigone ce l’ha, è vero: è testona come le altre, obbedisce a una legge non scritta, come le altre, e come le altre finisce male. La sua legge non-scritta, però, non individua tanto un proprio diritto-dovere, quanto un proprio dovere, che nasce dal diritto dei morti a essere onorati.

Tutte e cinque le nostre eroine (forza, tata Loni, facciamo il tifo per te!) mostrano con forza che la coscienza umana (qualunque cosa sia, chiaramente) non è semplicemente l’esecutivo delle leggi, ma la loro fonte primaria, e questo è importante. Antigone, in più, mostra che la coscienza sta in piedi perché la legge non scritta è per essa la placenta invisibile che la collega al divino. E questo è vitale.

Ed è una cosa terribilmente concreta, sulla quale occorrerebbe spesso più modestia: gli oggetti concreti sono spesso più fragili dei concetti astratti. È capitato che finissero nel concetto di “legge naturale”, qua e là, cose che con la legge naturale non avevano niente a che fare. Un motivo di più per preferire dilungarsi in un monologo forse noioso, piuttosto che in una predica certamente inutile.

In quel bel film che ricordavo la settimana scorsa, quando Artù invita Lancillotto a stabilirsi a Camelot, cioè a credere in quella legge e a servirla, il bel cavaliere senza paura dà fondo al frasario più trito della retorichetta radical-chic: «Presto sarò di nuovo in strada» – «La strada per dove?» – «Ovunque mi porti la sorte» – «Voi credete che quello che fate sia questione di sorte?» – «Sì» – In quel corridoio ci sono due porte: come sceglierete quale prendere?» – «Non importa, è solo la sorte…». Ed ecco che il vecchio Artù fa balenare la concreta evidenza che le cose stanno altrimenti, dando all’altro, al contempo, facoltà di andarsene: «Allora spero che la sorte vi porti a sinistra. È l’unica che conduce all’esterno».

Quindi lo si vede, il bel Lancillotto, che si alza molleggiante ripensando ai grandi sprazzi di sapienza zen, tao, jing-jang (e anche Lao-Tse-Tung, perché no?) lumeggiati nelle proprie risposte disperanti. Si dirige verso la porta di sinistra, e mentre si osserva la chioma selvaggia che ondeggia alla moviola ha il tempo di pensare: «Sé, sé, Artù, ora fai il vecchio saggio perché c’hai ‘na certa età e so’ le ultime cartucce che ti puoi sparare co’ Gginevra… mejo pe’ tte che me ne vado…»

E da dietro Artù, non sapendo tutto questo, o forse sapendolo alla perfezione:

«Lancillotto, stavo pensando…

Un uomo che non teme niente è un uomo che non ama niente.

E se non amate nulla, che gioia può esserci nella vostra vita?

Forse mi sbaglio…»

Ecco la legge naturale. E così va esposta.

88 pensieri su “«…e se non amate nulla…»

  1. lidiafederica

    Lo so che sembro un po’ ossessiva ma…Cyrano, il tuo post cade a fagiolo. Oggi è il mio compleanno (nonché fine dell’Ottavario per l’Unità dei Cristiani) ma il mio fidanzato mi ha lasciato ieri, con tempismo perfetto (poveretto, avrebbe pure scelto un altro giorno, ma diciamo che alla fine è andata così) perciò io ribadisco che vi chiedo preghiere (il tono è impassibile, ma diciamo che sto abbastanza male). Diciamo che fa un po’ schifo come compleanno, ma sapendo che tanta gente prega per me lo renderà sicuramente migliore. Su questo almeno,. con buona pace di Alvise non ho dubbi:la preghiera aiuta sempre. Quando poi riuscirò persino a dormire invece di fissare il soffitto sarò anche più contenta…
    Un abbraccio e un grazie, ragazzi, come dice Paperella.

    1. oh, Lidia… mi spiace tanto per il tono di questo compleanno: non capisco in cosa sarei caduto a fagiolo, ma se è una cosa che può tirarti su, possiamo gioirne insieme (per quel po’ che forse ti sentirai di gioire). Un abbraccio.

      1. lidiafederica

        per il post su “amore” 😉 Ok ammetto non c’entra niente, ma diciamo che almeno uno spunto prima di buttarvi là il mio “pregate” lo dovevo trovare.
        Grazie 🙂

    2. 61Angeloextralarge

      Cara Lidiafederica, mi dispiace perché stai male. Certo che come “regalo di compleanno” non è stato proprio un granchè! Coraggio!
      Comunque: AUUUUGUUUURIIIIIIIIII e tanti SMAAAAAAAAAAACK a te! Oltre che preghiere…

      1. lidiafederica

        Grazie! 🙂 Ti assicuro che mi fa un gran bene sentire i vostri auguri, e sto anche sorridendo davanti al PC – perciò SMACK a voi! e a te in particolare. le preghiere sono grandiose, anche quando sembra che non vengano mai esaudite. in realtà lo sono. I famosi “gemiti inespressi”…

        1. 61Angeloextralarge

          Perché noooo? Non fasciarti la testa prima di averla rotta: dai che ce la fai! Che la cosa sarà indolore è improbabile, ma ce la fai!
          Quello che dici sulla preghiera è molto giusto.

      1. lidiafederica

        grazie Paolo. Lo apprezzo e ti assicuro che mi state cambiando la giornata – ovviamente in meglio.

    3. Alessandro

      cara Lidia, fa’ un buon compleanno per come ti è possibile. Quelle ferite lì bruciano assai ma si rimarginano di certo in tempi ragionevoli. Preghiera assicurata.

    4. Andreas Hofer

      @ lidiafederica

      Leggo solor ora e adesso capisco meglio cosa ti rendesse triste. Preghiera assicurata, coraggio.

    5. Sara S

      Lidiafederica: sei entrata ieri nella lista serale di persone che ricordiamo insieme ai bimbi. I quali sono particolarmente ascoltati. Quindi: confida!

  2. “Se uno vende la sua figlia per schiava, essa non se ne andrà di casa come se ne vanno gli schiavi..Se ella è in dispregio agli occhi del padrone che l’aveva destinata per sé, la faccia riscattare; ma non la può vendere a gente straniera, per non averle mantenuto la promessa: Se egli la destina a suo figlio , la tratti secondo il diritto delle figliole.Se egli ne prende un’altra , non le tolga la sua parte di vitto. nè il vestiario, nè il diritto coniugale. E se egli non fa per lei queste tre cose, ella può andarsene gratutamente, senza riscatto”
    Esodo 21, 7-11

  3. Erika

    Lidiafederica: buon compleanno, che possa essere un nuovo inizio.

    Cyrano: molto bello il post. Quelle che indichi come eroine (tutte tranne Giulietta, che al contrario delle altre non infrange una legge scritta, bensì una non scritta), hanno un denominatore comune: sono convinte della giustizia del loro agire, nel caso di Antigone lo sentono addirittura come un dovere morale, ma sanno che ciò che stanno facendo è contrario alla legge degli uomini e sono pronte a pagarne le conseguenze.

    E’ sempre successo e sempre accadrà che una legge scritta possa essere in contrasto con la nostra coscienza, ma una legge ingiusta, se è scritta da uomini, da altri uomini può essere cambiata.

    “Un uomo che non teme niente, è un uomo che non ama niente”.
    Vero. Il guaio è che non temiamo tutti le stesse cose.

    1. Cara Erika, grazie. Giulietta non infrange una legge formalmente scritta, vero, ma in ogni caso una legge data da legislatori eteronomi (e istituzionalmente abili a dare quella legge, quindi “autentici”, perché i genitori avevano pieno potere di decidere del matrimonio dei figli). In questo senso anche la Veronese può stare in compagnia delle altre, credo… tanto se ci può stare la tata… 😉
      Il guaio, poi, come giustamente lo chiami tu, non è solo che non tutti temiamo le stesse cose, ma che ciascuno di noi può distinguere in sé timori fondati e timori infondati, timori seri e timori frivoli, timori passeggeri e timori permanenti. Per questo Gesù dice: «Vi dirò io di chi avere timore…».
      L’aspetto positivo, modestissimo ma da non schifare, è che questo stesso contrasto dice che la legge non è tutta solo una produzione del contratto sociale, ovvero che delle porte che si parano davanti a noi alcune ci porteranno dove vorremmo andare, e altre no. Dire che si va dove vuole il caso (“chance”, nel copione) significa dire che non si ha intenzione di andare da alcuna parte, perché è l’intenzione a fare della locomozione un viaggio. Negarsi però l’intenzione significa ridursi – come nella dimostrazione elenchica degli aristotelici princìpi primi – a un silenzio irreparabile. Ora, visto che questo ci è troppo scomodo perché sia la verità, resta questo piccolo traguardo: poiché noi vogliamo andare da qualche parte (quale che sia, ma non perché sia indifferente!), bisogna ammettere che alcune porte ci condurranno dove vogliamo, mentre altre no. In soldoni, la legge naturale (qualunque cosa sia) esiste.

  4. “Così ognuno renderà conto a Dio di se stesso. Dunque non giudichiamoci più a vicenda , ma pensiamo piuttosto a non mettere inciampo né a dare scandalo al vostro fratello. Io so e sono persuaso che niente è impuro per sé, ma per chi una cosa è ritenuta impura , per lui è impura.”
    Rom 13, 12-14

  5. sarà de’ coccio, ma io questo post non l’ho capito. Non ho capito bene che c’entra la legge naturale, la legge scritta, con gli ormoni fuori controllo di 2 adolescenti.
    La mamma del 14enne è una emerita idiota a lasciare il figlio con una ragazza di 20 anni. Che si aspettava? che lei gli facesse fare i compiti di grammatica?

    1. Adriano

      Be’ credo che i compiti di grammatica siano la regola, e non l’eccezione, tra le attività di una baby sitter ventenne…

    2. Giuliana, in teoria si, perché altrimenti nessuno lascerebbe i figli con le babysitter o a fare ripetizioni.
      Diciamo che in buona fede….non se lo aspettava.

    3. allora, che quella donna sia una scema l’ho pensato subito anch’io: al ragazzino sembrerà di aver fatto caccia grossa, la ragazza s’illuderà di essere una donna, mentre sì e no ha tra le mani (diciamo così) un cicciobello cresciutello. La signora esce di casa: «Allora buon lavoro!»
      Da crepare dalle risate! Quelli che non credono al peccato originale sono degli ingenui.
      Una qualche forma di legge naturale – questo cercavo di dire – è implicata ogni volta che una coscienza trova un motivo per cui essere riluttante a una legge positiva: qui sta tutta l’ambiguità dell’aggettivo “naturale”, perché siffatta riluttanza si può vivere anche nei confronti delle leggi più giuste, più sante e più “naturali” (ma per davvero però!), quando l’istanza della coscienza, non formata, non educata, si degrada alla dittatura autarchica (e solitaria) di quel nanerottolo peloso che chiamiamo “io”.
      Ho preferito tuttavia prendere il giro alla larga, perché con la rotta stretta avrei dato l’impressione di voler fare la predica alla tata… figuriamoci.

  6. Lidia auguri!!!! Sono rientrata nel momento giusto.
    Scusatemi ma ho passato gli ultimi giorni a litigare con il mio gestore per via del modem e in tanto ne sono successi di tutti i colori. Non abbiamo avuto l’acqua corrente a casa per tre giorni ( fortuna che andavo a lavarmi a casa di un’amica di famiglia ) è arrivata la lavatrice e poi…..sono andata al funerale di quel caro amico di famiglia che non c’e l’ha fatta e ci ha lasciati come un mucchio di scemi a chiederci come sia possibile morire per ictus a 52 anni. Ok, è stato un periodo assurdo e io inizio a chiedermi com’è che vado in chiesa solo per cose dolorose ultimamente.

    1. lidiafederica

      Paperina, grazie!
      Oddio una papera senz’acqua…povera.
      Senti, facciamo così: in chiesa vacci per dare grazie a Dio per me per aver incontrato gente così buona come questa. Così è una cosa allegra. Che ne dici? Dai! E fai anche una preghiera per me!

  7. Erika

    Giuly: se parliamo di baby sitter effettivamente pare strano anche a me…a 14 anni non dovrebbe essercene bisogno…
    Se parliamo, invece, di aiuto compiti, l’ho fatto anch’io ai tempi dell’Università, per fortuna senza tentazioni erotiche nei confronti del somarello di turno…;-)
    Cyrano: è vero ciò che scrivi. Quello che io “contesto” non è il fatto che “le porte si equivalgono”, per restare nella metafora.
    Sono d’accordo anzi che solo una ci condurrà dove vogliamo andare, però se noi non sappiamo qual è quella giusta, allora diventa una questione di fortuna.
    Un po’ come nel paradosso dell’elefante di Scheler: se a 10 ciechi chiediamo di descriverci l’elefante che hanno di fronte, ciascuno di loro darà una descrizione relativa alla parte del corpo dell’elefante che riesce a toccare, ma questo non toglie che oggettivamente un elefante esiste, e ha una forma ben definita.

    1. per questo ci vuole un po’ di modestia… anche quelli tra noi che hanno “visto” di più – lo dice Paolo (a proposito, auguri, Pugni!) – hanno visto solo «per speculum et in aenigmate».
      Un po’ di modestia e tanta fermezza; un po’ di fermezza e tanta modestia.

  8. Velenia

    Grazie Cyrano per questo post che evoca la mia cara Antigone,LidiaFederica anch’io molti anni fa fui lasciata dal mio fidanzato la vigilia del mio 23 compleanno,allora facciamo così ,pregherò per te perchè,se è volontà di Dio,accada anche a te tutto il bene che è venuto a me (e a lui) dopo quel momento.Un abbraccio

  9. 61Angeloextralarge

    Cyrano, nella mia infiniiiita malizia mi viene da chiederti una cosa: e tutte le donne che hanno storie con uomini anche di 10 anni più giovani? In questo caso, tata Loni, è un’eroina perché lui è minorenne?

  10. Erika

    Auguuuuuuuriiiii Pugniiiii!!!

    Comunque tata Loni non capisce niente.
    Bisogna sempre guardare agli uomini che hanno almeno 10 anni più di te, parola di gerontofila sposata con un quasi 50enne…
    🙂

  11. 61Angeloextralarge

    Ok! Non so se è il tuo compleanno Paolo, ma qualsiasi cosa sia: AUGURI DI CUORE e SMAAAAAck anche a te! 😀

        1. 61Angeloextralarge

          Lo sapevo che è oggi è la Conversione di San Paolo, ma non avevo colegato. Probabilmente anche oggi mi sono alzata ma non svegliata.

      1. Alessandro

        “Come si vede, in tutti questi passi Paolo non interpreta mai questo momento come un fatto di conversione.
        Perché?
        Ci sono tante ipotesi, ma per me il motivo è molto evidente. Questa svolta della sua vita, questa trasformazione di tutto il suo essere non fu frutto di un processo psicologico, di una maturazione o evoluzione intellettuale e morale, ma venne dall’esterno: non fu il frutto del suo pensiero, ma dell’incontro con Cristo Gesù. In questo senso non fu semplicemente una conversione, una maturazione del suo “io”, ma fu morte e risurrezione per lui stesso: morì una sua esistenza e un’altra nuova ne nacque con il Cristo Risorto. In nessun altro modo si può spiegare questo rinnovamento di Paolo. Tutte le analisi psicologiche non possono chiarire e risolvere il problema. Solo l’avvenimento, l’incontro forte con Cristo, è la chiave per capire che cosa era successo: morte e risurrezione, rinnovamento da parte di Colui che si era mostrato e aveva parlato con lui. In questo senso più profondo possiamo e dobbiamo parlare di conversione. Questo incontro è un reale rinnovamento che ha cambiato tutti i suoi parametri. Adesso può dire che ciò che prima era per lui essenziale e fondamentale, è diventato per lui “spazzatura”; non è più “guadagno”, ma perdita, perché ormai conta solo la vita in Cristo.

        Non dobbiamo tuttavia pensare che Paolo sia stato così chiuso in un avvenimento cieco. È vero il contrario, perché il Cristo Risorto è la luce della verità, la luce di Dio stesso. Questo ha allargato il suo cuore, lo ha reso aperto a tutti. In questo momento non ha perso quanto c’era di bene e di vero nella sua vita, nella sua eredità, ma ha capito in modo nuovo la saggezza, la verità, la profondità della legge e dei profeti, se n’è riappropriato in modo nuovo. Nello stesso tempo, la sua ragione si è aperta alla saggezza dei pagani; essendosi aperto a Cristo con tutto il cuore, è divenuto capace di un dialogo ampio con tutti, è divenuto capace di farsi tutto a tutti. Così realmente poteva essere l’apostolo dei pagani.

        Venendo ora a noi stessi, ci chiediamo che cosa vuol dire questo per noi? Vuol dire che anche per noi il cristianesimo non è una nuova filosofia o una nuova morale. Cristiani siamo soltanto se incontriamo Cristo. Certamente Egli non si mostra a noi in questo modo irresistibile, luminoso, come ha fatto con Paolo per farne l’apostolo di tutte le genti. Ma anche noi possiamo incontrare Cristo, nella lettura della Sacra Scrittura, nella preghiera, nella vita liturgica della Chiesa. Possiamo toccare il cuore di Cristo e sentire che Egli tocca il nostro. Solo in questa relazione personale con Cristo, solo in questo incontro con il Risorto diventiamo realmente cristiani.”

        (Benedetto XVI, Udienza generale, 3 settembre 2008)

        http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2008/documents/hf_ben-xvi_aud_20080903_it.html

    1. Bellissimo, Alex! Non lo conoscevo, e sì che ormai è di più di tre anni fa!
      Un paio di punti vorrei riportarli alla lettura di tutti:

      «44. Una volta posta l’affermazione di base che introduce nell’ordine morale — «Bisogna fare il bene ed evitare il male» — vediamo come avviene nel soggetto il riconoscimento delle leggi fondamentali che devono regolare l’agire umano. Tale riconoscimento non consiste in una considerazione astratta della natura umana, e neppure nello sforzo di concettualizzazione, che poi sarà proprio della teorizzazione filosofica e teologica. La percezione dei beni morali fondamentali è immediata, vitale, fondata sulla connaturalità dello spirito con i valori e impegna sia l’affettività sia l’intelligenza, sia il cuore sia lo spirito. È un’acquisizione spesso imperfetta, ancora oscura e crepuscolare, ma che ha la profondità dell’immediatezza. Si tratta qui di dati dell’esperienza più semplice e più comune, che sono impliciti nell’agire concreto delle persone.
      […]
      47. Per uscire da questa generalità e chiarire le scelte concrete da fare, bisogna ricorrere alla ragione discorsiva, che determina quali sono i beni morali concreti in grado di realizzare la persona — e l’umanità — e formula precetti più concreti capaci di guidare il suo agire. In questa nuova tappa la conoscenza del bene morale procede per ragionamento. Esso all’origine è molto semplice: gli è sufficiente una limitata esperienza di vita e si mantiene all’interno delle possibilità intellettuali di ciascuno. Si parla qui dei «precetti secondi» della legge naturale, scoperti grazie a una più o meno lunga considerazione della ragione pratica, per contrasto con i precetti generali fondamentali che la ragione coglie spontaneamente e che sono chiamati «precetti primi» (51).
      […]
      53. È impossibile rimanere al livello generale che è quello dei princìpi primi della legge naturale. Infatti la riflessione morale ha bisogno di calarsi nel concreto dell’azione per gettarvi la sua luce. Ma quanto più affronta situazioni concrete, tanto più le sue conclusioni sono caratterizzate da una nota di variabilità e di incertezza. Non è strano quindi che l’applicazione concreta dei precetti della legge naturale possa assumere forme differenti nelle diverse culture, o anche in epoche diverse all’interno di una stessa cultura. È sufficiente ricordare l’evoluzione della riflessione morale su questioni come la schiavitù, il prestito a interesse, il duello o la pena di morte. A volte, tale evoluzione conduce a una migliore comprensione della richiesta morale. A volta anche, l’evoluzione della situazione politica o economica conduce a una nuova valutazione di norme particolari che erano state stabilite precedentemente. Infatti la morale si occupa di realtà contingenti che si evolvono nel tempo. Benché sia vissuto in un’epoca di cristianità, un teologo come san Tommaso d’Aquino ne aveva una percezione molto netta. «La ragione pratica — scriveva nella Summa Theologiae — si occupa di realtà contingenti, nelle quali si attuano le azioni umane. Perciò, benché nei princìpi generali ci sia qualche necessità, quanto più si affrontano le cose particolari, tanto più c’è indeterminazione […]. Nell’ambito dell’azione la verità o la rettitudine pratica non sono le stesse in tutti nelle applicazioni particolari, ma soltanto nei princìpi generali; e in coloro per i quali la rettitudine è identica nelle proprie azioni, essa non è conosciuta ugualmente da tutti. […] E qui, quanto più si scende nei particolari, tanto più aumenta l’indeterminazione» (57)»

      1. Alessandro

        sì, non mi pare che il documento abbia avuto adeguata risonanza intraecclesiale.
        Rivolgendosi ai membri della Commissione, Benedetto XVI disse (5 dicembre 2008):

        “Di fatto, i lavori di questo settimo “quinquennio” della Commissione Teologica Internazionale hanno dato già un frutto concreto, come Mons. Ladaria Ferrer ha ricordato, con la pubblicazione del documento “La speranza della salvezza per i bambini che muoiono senza battesimo”, e si apprestano a raggiungere un altro importante traguardo con il documento “Alla ricerca di un’etica universale: nuovo sguardo sulla legge naturale”, che deve essere ancora sottoposto agli ultimi passi previsti dalle Norme degli Statuti della Commissione, prima della definitiva approvazione.

        Come ho avuto modo già in precedenti occasioni di affermare, ribadisco la necessità e l’urgenza, nel contesto odierno, di creare nella cultura e nella società civile e politica le condizioni indispensabili per una piena consapevolezza del valore irrinunciabile della legge morale naturale. Anche grazie allo studio che Voi avete intrapreso su questo argomento fondamentale, risulterà chiaro che la legge naturale costituisce la vera garanzia offerta ad ognuno per vivere libero e rispettato nella sua dignità di persona, e per sentirsi difeso da qualsivoglia manipolazione ideologica e da ogni sopruso perpetrato in base alla legge del più forte. Sappiamo tutti bene che in un mondo formato dalle scienze naturali il concetto metafisico della legge naturale è quasi assente, incomprensibile. Tanto più, vedendo questa sua fondamentale importanza per le nostre società, per la vita umana, è necessario che sia di nuovo riproposto e reso comprensibile nel contesto del nostro pensiero questo concetto: il fatto, cioè, che l’essere stesso porta in sé un messaggio morale e un’indicazione per le strade del diritto.”

  12. Io invece credo che l’unico argomento importante di discussione tra cattolici e gli altri (ammesso che gli altri non la pensino sull’ argomento come i cattolici) sia aborto sì o aborto no: tutto il resto chiacchieraglia fatua superficiale inessenziale!!!

    1. Alessandro

      tutto qui? No, troppo poco.
      E comunque che procurare l’aborto sia un atto intrinsecamente malvagio è ravvisabile dalla ragione umana indipendentemente da qualsivoglia adesione a una fede religiosa, da qualsivoglia accoglienza di una Rivelazione.

      1. “Mi sembra chiaro come la luce del giorno che l’aborto è un crimine.” (M.K. Gandhi)

        “Sono traumatizzato della legalizzazion dell’aborto perchè la considero, come molti, una legalizzazione dell’omicidio.” (P.P. Pasolini)

        1. Alessandro

          “Una volta avvenuto il concepimento, il diritto del concepito può essere soddisfatto soltanto lasciandolo nascere.
          Adesso le femministe dicono: “Il corpo è mio e lo gestisco io”. Sembrerebbe una perfetta applicazione di questo principio. Io, invece, dico che è aberrante farvi rientrare l’aborto. L’individuo è uno, singolo. Nel caso dell’aborto c’è un “altro” nel corpo della donna.
          Vorrei chiedere quale sorpresa ci può essere nel fatto che un laico consideri come valido in senso assoluto, come un imperativo categorico, il “non uccidere”. E mi stupisco a mia volta che i laici lascino ai credenti il privilegio e l’onore di affermare che non si deve uccidere”

          (Norberto Bobbio al Corriere della sera, 8 maggio 1981)

      2. Tutto qui, e non mi sembra poco!!!
        Ma anni e anni di discussioni o di citazioni di persone di tutti i tipi non potranno levare il fatto che c’è chi pratica l’aborto e che per ora la legge non è stata cambiata. Io non ho nessuna opinione in merito, l’opinione la deve avere chi si trova a decidere cosa fare.
        Citate Pasolini quando vi fa comodo citare Pasolini, farisei ipocriti!!!

          1. 61Angeloextralarge

            L’epicentro del terremoto di stamattina è stato proprio a Brescello, paese di Camillo e don Peppone. Oremus!

  13. nonpuoiessereserio

    La coscienza personale non dovrebbe discostarsi di molto dalla legge naturale. Se la coscienza è l’imprimit che ognuno possiede a prescindere dall’educazione e dalla cultura ciò significa che essa costituisce la legge naturale dato che entrambe rispondono al desiderio del Creatore. Che cosa allora insidierà questi due elementi? La libertà dell’uomo, il desiderio, l’istinto sessuale e la regia del male.
    Nel caso di violenza citato vedo una ragazza particolarmente arrapata (a me non capitavano mai, sigh), vedo un ragazzo nel pieno della sua esplosione ormonale e una patetica autodifesa di lei. La civiltà funziona quando corrisponde maggiormente alla legge naturale e non quando soddisfa i nostri desideri.
    @Lidia, quando ero un bocia di vent’anni avevo mollato la mia morosa il giorno di Pasqua, ora sta benissimo.

    1. vale

      certo che se poi la coscienza non si fa strada neppure in Vaticano(leggasi l’articolo di oggi a pag.19 di Libero e la trasmissione di stasera su la 7″gli intoccabili” incentrata su mons. Viganò mandato a New York come nunzio apostolico perché-sostanzialmente-dice l’articolo- ha riportato il bilancio del Vaticano da meno 7,8 mil euro a più 34 tagliando appalti gonfiati e scandalosi e ,stando a quanto scrive lui nella sua lettera al pontefice del 7 luglio 2011, non essendo stato aiutato-anzi-neppure da Bertone, ti vien voglia di alvisizzarti,farti eremita, o diventar buddista….

        1. vale

          sostanzialmente che aveva pestato troppi piedi.incluso agli appartenenti ed amici del comitato finanza e gestione( che per la prefettura affari economici non “esisterebbe” ma del quale fanno parte alcuni grossi banchieri -della cosidetta finanza cattolica-italiani. alcuni anche inquisiti-riferisce “libero”.)
          di lui si dice abbia favorito un parente.e conseguente campagna stampa contro di lui(dice lui).nomi e cognomi stasera in tv,aggiunge “libero”.
          risultato: promoveatur ut amoveatur

  14. Francesca

    “La stella della Verita’ e’ molto offuscata,ma c’e’ chi cerca di evitare che si spenga del tutto e che anzi la sua luce residua possa un giorno diventare splendente illuminando la vita degli uomini : e’ la Chiesa cattolica quando, senza farsi scoraggiare, ma incessantemente, continua ad affermare non solo che la Verita’ esiste ma che e’ possibile cercarla, trovarla e attuarla; quando dice che i principi non negoziabili (difesa della vita, della famiglia naturale, della liberta’ di educazione) non sono solo verita’ cristiane, ma fanno parte della verita’ sull’uomo scritta nelle verita’ autoevidenti della legge naturale” …
    Tratto da “Avevamo un cielo pieno di stelle…e una Stella polare per segnare la rotta”

    1. La difesa della vita, mi sembra, l’ho già detto,(aborto),una cosa seria, anche se controversa, (non tutti pensiero uguale) le altre cose, che lo abbiano anche dignità di essere scritte tra le verità “autoevidenti” mi sembra che non sia il caso nemmeno di starlo a considerare.
      Chiaccheropolis!!!

      1. a me invece sembra che dell’eutanasia ci sia da parlare molto più che dell’aborto, e non perché io sia a favore o possibilista: è che lì gli argomenti sono lunghi e complicati. Per l’aborto basta una dozzina di secondi di pensiero lucido e la questione si chiude. Mi spiace, Alvise, ma che ci sia una legge, in questo contesto, non significa un accidente, e che molte persone vi ricorrano significa ancora meno.

        1. Non dico che significhi,qualcosa (significherà magari che l’uomo è malvagio, che c’è il cornutazzo, che siamo peggio delle bestie, non lo so) dico che è così che stanno le cose.
          Non mi importa che il diritto di proprietà sia o non sia per natura, osservo che esiste il fenomeno della proprietà dell’affitto, del subaffitto, della compravendita, etc.
          Così anche la famiglia non lo so se sia per natura o no vedo che c’è (o non c’è) le famiglie, felici o infelici, come tutti, vedo che c’è (o non c’è) i figlioli le figliole i i mariti le mogli i generi i soceri i cognati le cognate che vadano tutti a finire nelle miniere di satanasso direbbe Tex!!!!

        2. sarà sempre lo stesso, pro e contro, legge o non legge, contenti e scontenti, articoli di Socci, omelie papali, citazioni e controcitazioni, “prove” scientifiche e controprove, Odifreddi e Mancuso, Hans Kung e padre Emidio, Paolo Pugni e Vasco Rossi (che trel’altro a Paolo Pugni gli piace!)

      1. Francesca

        Sempre a proposito di aborto… avete mai sentito parlare del dottor Verhagen? Olanda, il suo protocollo prevede l'”eliminazione” dei bambini che soffrono gravemente.Sempre da “Avevamo un cielo…” “Dopo la seconda guerra mondiale medici tedeschi furono impiccati per crimini contro l’umanita’ per aver ucciso bambini disabili. Ora l’infanticidio e’ diventato rispettabile. I sofisti dicono che durante il nazismo era lo Stato a dare l’ordine di uccidere, nel nostro caso sono i genitori dei bambini. Io trovo piu’ agghiacciante che sia un genitore a dare quest’ordine….C’e’ tutto un lavorio incessante e continuo con dibattiti, convegni, prese di posizione perche’ anche l’Italia “si adegui” agli altri civilissimi paesi d’Europa, promulgando una legge sul suicidio assistito e sull’eutanasia.”.

        1. Bambini o embrioni? O è lo stesso?
          E per esempio tutti i Libici bombardati dall’Europa?
          Non sono morti quelli?
          E tutte le guerre fatte da noi in questi ultimi anni?

          1. Francesca

            Stai scherzando??? Ho detto forse che condivido la guerra e i bimbi morti sotto le bombe sonomeno importanti dei bimbi abortiti? E poi guarda che l’embrione e’ a tutti gli affetti un essere umano,quindi un bambino prima e un adulto poi. Anche tu sei stato un embrione!!!

          2. Francesca

            E comunque il protocollo si applica su bambini piccoli, gia’ nati… in confronto Hitler era un dilettante…

  15. Insomma voi vorreste un mondo fatto su misura per l’idea che avete voi del mondo come dovrebbe essere ( e in fondo vorrebbero tutti, o pensate che ci fosse qualcheduno che non vorrebbe vivere bene)senza male, senza peccato, senza cattiveria, senza superbia, senza, ira, gola, invidia, lussuria, protervia, arroganza, tutte le famigliole in casa o a scuola ( che sia una scuola come si deve, e come si deve stabilito da non da voi, ma da voi seguendo le leggi eterne della natura che voi sapete e vorreste applicare se non si frapponessero massoni, atei, eretici, filantropi comunisti, danesi, eccetra) quindi una “metanoia” una conversione, come dice il Battista, convertitevi, perchè il Cristo sta per arrivare, ma non arriva, (anzi, è già arrivato, ma non l’abbiamo ascoltato )e intanto:
    cattiveria, lussuria, scuole pagane, aborti, omicidi, eutanasie, embrioni nelle provette e mostruosità di tutti genere

    1. Francesca

      Non lo so dove li ammazzano e non lo voglio sapere. informatevi invece di perdere tempo e filosofeggiare. Il mondo sta andando completamente alla deriva e noi manco ce ne stiamo accorgendo presi dal nostro egoismo.

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