La vera religione

di Cyrano

Ci sono cose che s’imparano solo nelle profumerie, e certo non nelle biblioteche. Ce ne sono poi altre che non s’imparano neanche in profumeria (figuriamoci nelle biblioteche!): per esempio, tutti quelli che annusano cartine e si spruzzano infiniti campioni su infiniti punti di due soli semplici polsi stanno veramente capendo che profumo acquistano, in quella sarabanda olfattiva? E poi, se una commessa di uno di quei posti trovasse, tornando a casa, una fuga di gas, riuscirebbe ad accorgersene? continua a leggere

Chi ha incastrato Wonder Woman?

di Jane

Elisabeth Badinter è una scrittrice e filosofa francese. Ha tre figli e un marito. Era militante del movimento di liberazione delle donne negli anni ’70. E’ una femminista sui generis che invece di appoggiare il movimento delle donne lo critica pesantemente, accusandolo di mantenere le donne in uno stato di vittimismo permanente (come darle torto?). continua a leggere

Basta che sia femmina

 

di Costanza Miriano   La Bussola Quotidiana

Le quote rosa sono una tale assurdità che non si sa da che parte cominciare a ragionarci su. A parte il colore, oggettivamente irresistibile, non hanno veramente senso. Se fossi una femminista ne sarei offesa. Visto che invece sono una donna che non vuole rubare il posto all’uomo, orgogliosa di essere prima moglie e madre, poi lavoratrice, credo che siano una vera sciagura. continua a leggere

Femministe vs Ratzinger

 

Per il fine settimana pubblichiamo questo interessantissimo articolo che ci ha mandato  Claudia Mancini scritto appositamente  per noi (di Claudia abbiamo già pubblicato Pillole …d’amore).

Per Lunedì avremo una sorpresa: il post di una vecchia conoscenza del blog, una guest star. Investigatori dilettanti (Fefral, Alessandro, Luigi , Alvise & co)scatenatevi!

di Claudia Mancini

«Se non ora, quando», mi sono detta, è il momento per cercare di capire su cosa si fondi la divergenza, sostanziale, tra la concezione della relazione uomo-donna cristiana e quella espressa dal pensiero femminista che non è, propriamente, quell’insieme di donne-massa che, in questi giorni, si agitavano a suon di slogan e aforismi, condotte da donne di successo che si facevano largo tra palloncini rosa.

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L’impari opportunità

 

by Cyrano

Ci sono momenti in cui uno si rende conto che è bello essere nati uomini: sono quelli in cui, ad esempio, esce utile tirare in ballo in una conversazione la spiegazione di cos’è un fusibile e di quello a cui serve. Ci sono poi altri momenti in cui uno capisce che è proprio una gran fortuna essere nati uomini, e che diversamente ci si sarebbe persi grandi agevolazioni continua a leggere

Sottomissione di ritorno

di Costanza Miriano

Ho un problema.  Cioè, a dire la verità, adesso che ci penso, ne ho svariati.  Di vario ordine e grado. Dai più futili – il naso con la gobba – a quelli già un po’ più preoccupanti – tipo l’incapacità di rispettare gli appuntamenti (ci sarà pure qualcos’altro che posso fare nel frattempo, mi dico ogni volta) o di rispondere ai quesiti dei miei figli (Gesù come faceva di cognome?) o di mantenere un’espressione seria in certi frangenti (“Tommaso, vai a fare i compiti!” “Ho perso trentamila uomini, e nessuno sembra volerne sapere”) fino ai problemi più seri. Non drammatici, grazie a Dio, ma seri, tipo l’avere cambiato scuola a mio figlio, e l’attendere per questo settembre con un impercettibile, costante, minuscolo groppo in gola, laggiù in fondo (“avrò fatto bene?” si chiede dentro di me quel rammollito cuore di mamma che, pur di evitare al rampollo un qualsiasi disagio si farebbe staccare un braccio. Per fortuna c’è mio marito).

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Perché le donne?

di Costanza Miriano  la  Bussola Quotidiana

In Inghilterra una donna su tre prende psicofarmaci contro la depressione. Prozac e Cipramil vanno via come acqua fresca. Lo riferisce il quotidiano britannico The Independent, citando studi medici.

Ora, non vorrei entrare con la mia rinomata delicatezza da elefante in un ambito tanto privato e delicato come la salute mentale, ma qualche domanda vorrei farmela. Perché le donne? Perché con una frequenza che ha indotto il ministero della salute a parlare di “crisi nazionale”? E perché in un paese che è stato ed è all’avanguardia nella battaglia per l’emancipazione, per la parità dei ruoli di uomo e donna?

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Rosa dentro

di Costanza Miriano (da L’Avvenire del 1 luglio 2011)

C’è un particolare che secondo me non deve essere sfuggito ai più attenti e astuti osservatori: nella specie umana sono gli esemplari di sesso femminile a riprodursi. Dopo nove mesi – dicono le ricerche più sofisticate – il cucciolo viene alla luce; poi per sei mesi avrà bisogno esclusivamente del latte materno (a quello servono le protuberanze anteriori degli esemplari). Inoltre dovrà imparare a camminare, parlare e molte altre cosucce di non secondaria importanza, tipo “chi sono” e “che senso ha la mia vita”. Se la madre starà lontana da lui almeno dieci ore al giorno, contato che una dozzina il pupo le dorme, sarà qualcun altro a occuparsi di lui. continua a leggere

Monna Lisa style

di Jane

Mi è capitato recentemente di rivedere Mona Lisa Smile. La prima volta che lo vidi ero ancora a scuola, e ricordo che non mi era piaciuto per niente: troppi luoghi comuni sulla condizione della donna (io aspiravo a diventare archeologa e, quindi, amante di Indiana Jones), troppo esplicito femminismo (se sto insieme a Indiana Jones ma chissenefrega dell’autodeterminazione), troppe donne nel film (va bene tutto ma in due ore di film vedere solo un paio di attori, uno vecchio e un altro insignificante, mi pare sproporzionato rispetto al prezzo del biglietto d’ingresso). Poi, dopo qualche anno, niente archeologia e nessun Professor Jones. In compenso, ho rivisto quel film e, come accade spesso, ho cambiato idea e l’ho apprezzato molto, attori maschi a parte. continua a leggere

Shame on me

di Jane

Posso capire lo scendere in piazza per urlare contro l’approvazione di una legge che lede i diritti dell’uomo. Posso capire una manifestazione per opporsi ad una riforma universitaria a sfavore degli studenti che studiano. Posso capire un raduno di protesta per i diritti dei lavoratori che lavorano (le tautologie sono d’obbligo). Insomma, posso capire una protesta che abbia un contenuto forte e un fine concreto, che rappresenti l’unica possibilità per esprimere il proprio disagio verso delle iniziative (politiche) che sembrano non tener conto dei diretti interessati.

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L’amico che tutte vorremmo

Ecco il mio pezzo pubblicato ieri da La Bussola Quotidiana.
Quando Karol Wojtyla diventò Papa io avevo sette anni, ma l’età della ragione era di là da venire. Prima, prima che arrivasse la ragione, le balle sulla parità io e le mie coetanee ce le siamo bevute tutte. “Uomini e donne sono uguali, bisogna competere sugli stessi campi, niente ci è precluso, e anche se un giorno diventeremo mamme non saremo certo tenute a scegliere, e che diamine”.
Ma non è tutta colpa mia. Che ne sapevo della vita, di come siamo fatti, di cosa davvero significhi il fatto che “maschio e femmina li creò, a sua immagine”? A mio discapito, signori della corte, vorrei ricordare che a una adolescente degli anni ’80 bastava accendere Videomusic (ve la ricordate?) per vedere maschi alla David Bowie con una messa in piega che neanche mia zia, femmine androgine o all’altro estremo aggressivamente sessuate come Madonna. Spero che la corte la ritenga un’attenuante per quei miei guanti di pizzo nero che rimarranno negli annali dei capi di abbigliamento più inspiegabili della fine del secolo scorso.
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I figli peluche

di Costanza Miriano

Le sto ancora aspettando. Adesso arriveranno, mi dico. Sicuramente le faranno.

Senza dubbio le femministe organizzeranno delle manifestazioni di piazza contro l’uso del corpo delle donne. I giornali leveranno gli scudi, gli editorialisti faranno sentire le loro voci indignate e piene di compassione, contro questa cattiveria che si fa alle donne. No, non a quelle fotografate in pose discinte per vendere qualcosa, che non è niente in confronto. E neanche a quelle che si vendono al piacere degli uomini.

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Sottomissione alla riscossa

 

Allora chiariamo subito una cosa. Ognuno deve fare la sua parte. C’è chi predica e chi razzola. Io mi candido per la parte della predicatrice, che razzolare bene è troppo faticoso.

Dopo l’uscita del libro ho ricevuto qualche bella dose di critiche. Quelle a me come persona – essendo io una mediocre razzolatrice, appunto – sono probabilmente tutte giuste, e anzi ce ne sarebbero molte altre da fare (ma certo non sarò io la delatrice, perché mi sto simpatica). continua a leggere

Indignazione a orologeria

In quanto esemplare umano di sesso femminile, per di più con l’aggravante di essere giornalista, sono in grado di emettere pareri, il più delle volte non richiesti, pressoché su qualsiasi argomento. Lo so, conosco me stessa e le mie simili, siamo fatte così.

Non ho avuto più dubbi sulla natura delle donne quando ho generato anche due esemplari della mia stessa specie (oltre a due dell’altra, quella maschile): due esserini che appena in grado di tenersi in piedi si sono messe a rilasciare consigli, con la stessa frequenza con cui i loro fratelli facevano opportune domande.

La notizia che domani a Milano apre lil Mi-Sex, la fiera della pornografia però mi lascia del tutto sguarnita di pareri.

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Ma il titolo no!

Ieri Libero ha pubblicato la mia lettera sulla vera sottomissione titolando “Se siete donne l’8 marzo state a casa”. Concetto che io non ho mai espresso neanche di striscio nel pezzo.

Ora, vorrei mettermi a tuonare contro la malizia, ma conosco le regole del giornalismo, che deve estremizzare e creare polemiche anche dove non ce ne sono. Inoltre ho questo grave disturbo dell’organo che presiede all’indignazione: non riesco mai a provarla per più di quattro minuti, probabimente perché da qualche parte dentro di me, forse lì vicino all’organo dell’indignazione, ce n’è un altro che mi ricorda, molesto, che la prima a essere indegna sono io.

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