di Costanza Miriano la Bussola Quotidiana
In Inghilterra una donna su tre prende psicofarmaci contro la depressione. Prozac e Cipramil vanno via come acqua fresca. Lo riferisce il quotidiano britannico The Independent, citando studi medici.
Ora, non vorrei entrare con la mia rinomata delicatezza da elefante in un ambito tanto privato e delicato come la salute mentale, ma qualche domanda vorrei farmela. Perché le donne? Perché con una frequenza che ha indotto il ministero della salute a parlare di “crisi nazionale”? E perché in un paese che è stato ed è all’avanguardia nella battaglia per l’emancipazione, per la parità dei ruoli di uomo e donna?
Se trentatré donne su cento, che è una cifra esorbitante, devono prendere antidepressivi per andare avanti, siamo autorizzati a pensare che sia un fatto culturale, sociale, di identità collettiva, e non di malattia, perché nessuna malattia può avere un’incidenza tanto alta.
Le femministe diranno come al solito che le donne devono fare troppe cose, tutte da sole, e daranno la colpa agli uomini e allo stato sociale che non le aiutano. La solita solfa. Io però ne ho conosciute di donne che hanno tirato avanti la carretta della famiglia, numerosa magari, in tempo di guerra, magari, con i buoni per il pane e lo zucchero, e il mercato nero, e le scarpe da mettere solo per andare in chiesa. Non ho mai sentito da loro la parola depressione, che ha molto più a che fare con la perdita di senso che con la fatica vera e propria.
Penso piuttosto che possa entrarci il fatto che la donna si è persa, non sa più chi è. Ha perso il bandolo della matassa. Noi donne per secoli siamo state le culle della vita nascente, depositarie di questo fuoco da tenere sempre acceso, di generazione in generazione. Da quando abbiamo cominciato a dire che questo non era abbastanza, e ce ne siamo liberate, vivendo la nostra sessualità in modo emotivo e disordinato, libero da rischi di concepimento (rischio? o miracolosa fortuna, piuttosto?), non sappiamo più da che parte andare. Anche se abbiamo figli, ci teniamo a dire che ci realizziamo anche fuori, e ci sentiamo in dovere di fare tutto, di essere tutto, di vivere troppe vite. Una fatica bestiale, insostenibile. Un continuo, frenetico, insensato multitasking, a volte imposto (e ci sarebbe da ragionare su alcuni meccanismi economici), a volte abbracciato con zelo.
In entrambe le eventualità, comunque, difficilmente l’essere madre, o comunque l’essere accogliente verso la vita, viene vissuta come una profonda, gratificante avventura che consente il dispiego di tutto il nostro genio. “Voglio di più, l’uomo non mi può dominare, costringere a questo”. Ma dove li vedranno poi tutti questi maschi dominanti e coercitivi? Io ne vedo tanti persi e disorientati, piuttosto.
E con le dimensioni dell’epidemia di depressione deve entrarci anche il fatto che rimuovendo la croce dal nostro orizzonte esistenziale, tutti – uomini e donne – pensiamo che ogni fatica, difficoltà, sofferenza vada evitata. Da chi non ha Cristo come compagno di strada, cadere e sbucciarsi le ginocchia non viene sentito come un prezzo da pagare per salire un po’ più su, ma come una fregatura, dalla quale quindi è meglio svicolare il più possibile. Se una pillola permette di farlo, ben venga.
Non è che noi cattolici siamo cretini, e ci piaccia soffrire. E’ che anche alla sofferenza, che neanche a Gesù piaceva (i malati li guariva, mica dava loro un buffetto sulle guance), Lui ha dato un senso. Ed è il senso che fa la differenza.
Quanto a me, lo ammetto, lamentarmi mi piace molto. Lo saprei fare molto bene. Sono creativa, attenta (trovo il pelo nell’uovo), resistente, tenace. Se un’amica ha da fare ne posso sempre chiamare un’altra, non mi arrendo facilmente. Se il lamento diventasse una specialità olimpica punterei al podio. Voglio l’oro nel lamento carpiato, perché posso rigirare il discorso di 360 gradi e giungere a una lamentela, in qualsiasi punto della conversazione mi trovi.
Mi sforzo a volte di non farlo, però, perché ultimamente vedo musi così lunghi, intorno a me, che penso che un’altra lagnanza in più porterebbe il mondo oltre la soglia accettabile di entropia.
E così, a parte il fatto che nonostante i colpi di sole di vari parrucchieri continuo a portare in testa un ratto muschiato (ma lo faccio con disinvoltura), mi faccio andare bene quello che ho.
Il fatto è che siamo adulti quando desideriamo ciò che abbiamo. E abbiamo tantissimo, tanti di noi. Quasi tutti, a parte quelli colpiti dalla sofferenza degli innocenti, che è una prova sconvolgente. Eppure non siamo capaci di gioirne. Così mi viene spesso in mente quel banchetto di cui parla il Vangelo: nessuno degli invitati viene alla festa, e allora il padrone di casa comincia a radunare in giro gli scarti, i malati, i poveri, un’accozzaglia di gente che almeno si goda la festa meravigliosa che era preparata per noi.
se ne deduce, quindi, quanto sia urgente l’edizione inglese di ‘Sposati e sii sottomessa’.
Come si traduce ‘genio cosmico’? ‘Cosmic Genius’?
Sì, secondo il traduttore google (incontestabile autorità) ‘genio cosmico’ = ‘Cosmic Genius’
Ecco una possibile trasformazione del Genio Cosmico
allora in giapponese si traduce daikengo?
Allora, non che io sappia il giapponese, ma la serie si intitolava “Uchū majin Daikengō”, che vuol dire “guardiano dello spazio Daikengo”, ma quel “guardiano dello spazio” si può rendere anche come “genio/demone cosmico”
In giapponese “Uchū majin daikengō” = 宇宙魔神ダイケンゴー
e visto che “Uchū majin” = “guardiano dello spazio” = “genio/demone cosmico” = 宇宙魔神
Daikengo (ダイケンゴー ) non significa genio cosmico, ma è il nome proprio del genio cosmico. Sarebbe come “Costanza” in “Genio Cosmico Costanza”, che in giapponese si dice 宇宙魔神 恒常 , perché Costanza si dice 恒常 (Kōjō).
Quindi in giapponese Genio Comico Costanza dovrebbe dirsi “Uchū majin Kōjō”
ma genio forse qui va tradotto non nel senso di “demone/guardiano”, cioè va tradotto “tensai” (天才), quindi Genio Cosmico Costanza sarebbe
宇宙の天才恒常 (“Uchū no tensai Kōjō”)
E se è tutto sbagliato… rivolgiti a Zaccheroni!
“se ne deduce, quindi, quanto sia urgente l’edizione inglese di ‘Sposati e sii sottomessa’. ”
infatti ci stiamo già lavorando (pensando più agli Stati Uniti ma evidentemente può tornare utile anche in Albione)
Capito? Costanza sbarca in America… Oprah Winfrey scanseteeeeeee!!!!
Posso ipotizzare una risposta?
Il fatto è che mancano gli uomini.
Non i compagni, i mariti/amici dei figli.
Ma gli uomini. I maschi.
L’altra metà del cielo, non è più azzurra ma ciclamino.
Quelli con cui condividere la vita, l’educazione dei figli, quelli che non hanno paura di essere diversi dalle donne, perchè uomini, maschi appunto.
Ma hanno il dono della sintesi, di vedere le cose da un altro punto di vista, di dire “suvvia, vedrai che insieme ce la facciamo”. Hanno imparato a cambiare i pannolini, a fare la spesa, si sono “addolciti” ma corrono il rischio di non sapere qual’è il ruolo del MASCHIO. Le donne superwoman alla fine se non possono appoggiarsi a un uomo si appoggiano a un farmaco…
MI PIACE!!!!
MI PIACE! (anche a te Alvise?)
E’ vero, Alvi’, se ci fossero più omini maschili come te la depressione femminile avrebbe i giorni contati
… non è che mancano anche le donne “sottomesse”, nel senso autentico rivisitato da Costanza?
Forse quelle che hanno bisogno di farmaci sono quelle che hanno ‘perso’ la loro identità genuinamente femminile contribuendo al disorientamento dei maschi.
Uso consapevolmente il termine di ‘genere’ perché un’emancipazione sacrosanta – che ha vestito da subito i panni dell’aggressività e della rivalsa e deve ritrovare i giusti equilibri – credo abbia molto contribuito al color ciclamino che sottolinea nerella. Insieme anche ad altre cose entrate subdolamente nella pseudo-cultura in cui siamo.
Non sono complottista, ma credo che sia necessario aprire bene gli occhi oltre a continuare a custodire vivere e testimoniare la nostra fede!
Non vedete come anche le fiction televisive (che sono un po’ la misura e nello stesso tempo il veicolo del costume corrente) fanno apparire sempre più “normale” la famiglia composta da coppie omosessuali?
Il fatto è che alla nostra contro-cultura non nichilista non viene data abbastanza voce.
Noi siamo di certo un blog di nicchia. Così come la Bussola, L’avvenire e l’Osservatore, che qualche OGM hanno assorbito anche loro, sia pure in termini ancora non inquinanti.
E tuttavia, confidiamo nell’ efficacia della Grazia, esponenzialmente dirompente rispetto ai nostri vagiti e anche nella traduzione in inglese!
MIRIAM, sono d’accordo.
“Il fatto è che alla nostra contro-cultura non nichilista non viene data abbastanza voce”
secondo me è vero, ma è anche vero che dobbiamo essere così scaltri e in gamba da prendercela, questa voce (nei modi compatibili con il Vangelo, quindi adoperando il coraggio l’astuzia la scaltrezza nelle forme che il Vangelo consiglia).
Altrimenti c’è il rischio (parlo in generale, non mi riferisco a te) che ci si accomodi in una logica di nicchia, o peggio si faccia dello sterile vittimismo (quei cattivoni peccatori ci tolgono la parola, e noi che ci possiamo fare?)
Nerella, mia moglie non prende farmaci ed è tranquilla ma io a dire la verità non mi sento un gran maschio.
Edward Hopper (Nyack, 22 luglio 1882 – New York, 15 maggio 1967) è stato un pittore statunitense famoso soprattutto per i suoi ritratti della solitudine nella vita americana …
Tutti, omi e donne. Che questa misteriosa infelicità esista davvero?
è vero ma i quadri di Hopper con soggetto femminile trasmettono una maggiore infelicità.
Alessandro,
sono d’accordo con te. Non sta bene neanche a me che il nostro discorso sia di nicchia e mi piace essere propositiva e non ‘lagnosa’.
Andiamo avanti e vedremo come potremo cavarcela creando sinergie tra di noi 🙂
D’accordo sul fatto che mancano gli uomini veri sono d’accordo. La domanda è se non sono state le stesse donne wonderwoman a minare la loro mascolinità…
Vi segnalo un articolo sulla sessualità che mi è piaciuto tantissimo:
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=29312
Lo aveva riportato anche “Il Foglio” tempo addietro a proposito di un dibattito sull’educazione sessuale nelle scuole. Molto valido.
Oggi il mio amore compie gli anni, vado a fare la spesa perché ho gente a cena.
Poveri loro….
Auguri!!!
Auguri Dani, leggo solo adesso, m’ero perso tra i robot…
Parabéns!
Ciao Paul, quando l’Aple si deciderà a far girare le cose fatte in flash sul iPhone io sarò contenta. Il video lo guarderò appena accendo un computer, cioè domani. Saremo in 13 stasera… Devo darmi una mossa!
buon lavoro e buon appetito!
Alessandro
9 luglio 2011 a 14:22 #
Ecco una possibile trasformazione del Genio Cosmico
——
Trovo fenomenale l’idea (MI PIACE), ma ‘Costanza’ più che nome da robottoni giappi è più da douce France, ha un nome da Dumas, scrive come Rostand, è ironica come Balzac, profonda come Proust, combatte per il bene come Hugo, icastica come La Rochefoucauld, saggia come Montaigne, ce l’ha con gli svizzeri come Sarkozy 😀
Intensa come CHANEL N°5?
“scriteriato”
MI PIACE!
il mio paragone robottaro (l’hai inteso) non mirava all’irriverenza nei confronti del Genio Cosmico (come ben sai tu, che apprezzi il latino, “omnis comparatio claudicat”), lungi da me! 😀
però ha scritto un libro da “geishe” (qualcuno lo ha detto), ha il senso dell’orientamento di un turista giapponese, ha la determinazione di un kamikaze, ha lo stesso senso tattico di Holly & Benji e combatte per il bene come Goldrake.
😀
“Penso piuttosto che possa entrarci il fatto che la donna si è persa, non sa più chi è. Ha perso il bandolo della matassa”
secondo me sia l’uomo che la donna si sono persi. Ma non è solo un problema di ruoli. Si è perso il senso della vita. Che ci stiamo a fare su questa terra? Che viviamo a fare? Qual è il destino dell’umanità e del singolo uomo e della singola donna?
Anche la stessa maternità, che forse per l’età che ho io e le persone che frequento non è più così temuta o snobbata (quante amiche quarantenni che si affrettano a cercare di concepire dopo aver aspettato chissà che cosa fino ad oggi! E poi i figli non arrivano e via con inseminazioni e fecondazioni assistite) non è più vista come accogliere il dono di una vita che nasce, ma anche quella è spesso cercata per riempire un vuoto.
Un vuoto pieno di cose, di rumore, di impegni, di aperitivi, cene, lavoro, relazioni. Un vuoto esistenziale, che nessun antidepressivo può riempire.
Si è perso di vista il senso. Il senso del dolore, come dice Costanza, ma anche il senso della gioia, del piacere.
FEFRAL: Non è che si è perso o il senso della vita. Non c’è mai stato.
La “grande” letteratura di sempre è una letteratura o tragica o tragicomica o dell’assurdo, della disperazione, del dolore che non trova risposta, e chi più ne ha più ne metta. No che questo sia una dimostrazione di nulla. Potrebbe benissimo essere che questi grandi scrittori sarebbero stati più propositivi se si fossero dedicati a lavori più semplici e utili invece che di volere per forza scrivere libri tragici (e anche noiosi?) fatto sta che il tragico della vita è ha sempre occupato i posti più alti (almeno in letteratura, ma anche, p.es. nella pittura moderna)E che dire dell’Ecclesiaste? Quanto a Hopper pittore le coppie di Hopper sono di quanto più angoscioso si possa immaginare!!!
Alvì sai che ti dico? Hai ragione. Per metà
Perdere il senso della vita è qualcosa di connaturato all’uomo. E in ogni epoca si esprime in maniera diversa, ma fa parte della storia dell’umanità.
E ritrovare il senso? Pure
Una volta non c’erano gli antidepressivi,ma si fuggiva dalla ricerca del senso in tanti modi.
Però il senso c’è Alvì. Altrimenti perchè vivere?
“Non è che si è perso o il senso della vita. Non c’è mai stato.
La “grande” letteratura di sempre è una letteratura o tragica o tragicomica o dell’assurdo, della disperazione, del dolore che non trova risposta, e chi più ne ha più ne metta”
Alvi’, ma ti sembra che nella Divina Commedia non sia chiaro il senso della vita? Dante ce l’ha chiarissimo, il senso della vita!
Certo senza FEFRALIN COMPOSITUM FORTE (ricetta NON ripetibile)
mica facile vivere!!!
il medico che mi ha seguita nella tesi affrontando un giorno tale argomento(dati statistici nazionali in Italia dicono che i farmaci maggiormente prescritti insieme agli antinfiammatori sono proprio i farmaci psicotropi,ansiolitici,antidepressivi,ecc e le donne di mezza età ne sono le maggiori fruitrici)mi disse che secondo lui è sempre stato così,ma non c’erano nè gli antidepressivi,nè laq volontà-possibilità della donna di affrontare tale argomento..im sintesi le donne sono sempre state depresse e ansiose ma non lo dicevano e non si curavano…..ma che dire..forse un fondo di verità c’è in ciò,certo è che una maggiore umiltà,intesa come capacità di accettare la vita in tutti i suoi aspetti,era di sicuro una caratteristica maggiormente presente nella donna di ieri.
credo proprio che l’umiltà di accettare ciò che la vita ti dona(io da cattolica dico il buon Dio) sapendo che qualcuno lassù ti vuole bene per quello che sei,che non sei tu a farti il tuo destino ma LUI PRIMA DI TE a già pensato a tutto si tratta solo di trovare la sua strada dove sicuramente saremo felici e sereni anche nelle tribolazioni!
buon fine settimana a tutti
errorissimo di grammatica:ha già pensato…..ho la piccolina attaccata alla tastiera e mi sa che scrivo a casaccio!
buon fine settimana anche a te, Paola!
Penso che la vera e propria psicopatologia (in particolare la depressione) non solo un tempo non fosse diagnosticata, ma fosse proprio molto meno diffusa (sia tra le femmine sia tra i maschi).
Ritengo inoltre che una gran quantità di psicofarmaci sia assunta a sproposito, cioè senza una reale necessità terapeutica.
…e ill FEFRALYN????
MIRIAM: te dici: “noi siamo cero un blog di nicchia”. Meno male! Ci si sente più a nostro agio trapochi? Uno ha meno paura che la gente legga le cazzate che si dice. Un ambiete protetto, sicuro, familiare, intimo, accogliente, mansueto. Ma ho capito quello che te volevi dire che lo spaqzio è tutto occupato da altri. Questo è vero, ma quanto a noi
va bene così. O no?
Alessandro: povero Dante, di tutte gliene hanno dette. Ma se i dannati sono i
personaggi più ganzi di tutti! Ripeto: DANNATI!!!!!
ma il sommo Dante nei dannati ti fa cogliere l’abiezione della dannazione e a un tempo la bellezza a cui è chiamato l’uomo… ecco perché i dannati danteschi sono “ganzi”
Dante!!! Affidati fiducioso a Alessa’!!!!
Inglese: impresario di pompe funebri: under-taker
sottomessa: under-taken?
no, sottomessa = subordinate
Ef 5, 22: “Wives should be subordinate to their husbands as to the Lord”, “Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore”
Con l’avvento del FEFRALYN (la cui composizione molecolare resta ancora un mistero per gli stessi farmacologi che ne hanno sì trovato
la sostanza de cuius ma senza essere ancora riusciti a venire a capo dell’enigma chimico-strutturale della stessa medesima)con l’avvento di questa sostanza si legge su “Lancet” gli altri farmacxi psicotropi antidespressivi labirintici eccetra cadranno presto in disuso. Bisogna, dice, vedere, quanto tempo la materia di base potrà essere utilizzata per i composti attualmente in commercio e se sarà mai possibile sintetizzarla artificialmente. Mica facile mica!!!!
su di me il fefralyn non ha effetto! ora ci starebbe bene una birra gelata, ma non posso fermarmi
Alessandro carissimo..anche io sono convinta che oggi si stra abusi degli psicofarmaci e che una volta le persone erano più serene:penso che loro avessero capito,almeno in buona parte,che l’unica ricetta antidepressione era spendere la vita per gli altri:figli,marito-moglie.E per me è così:quando guardo roppo il buco della mia pancia(dicesi ombelico)divento una lagna petulante ,ma quando vado oltre e per grazia di Dio metto gli altri prima di me sono assolutamente più felice..però oh il tarlo dell’egoismo è prprio una brutta bestia!!!
A proposito di FEFRALYN..che dice l’agenzia per la sorveglianza del farmaco?lo brevettiamo???
ma senti lacorsianumerosei come ti vengono certi accostamenti…under-taker/taken?mi fai sentire troppo cerebroleso…
Mo però per non essere troppo egoista vado a tirare la pasta pe la pizza e infornare altrimenti qui si mangiano le gambe del tavolo e mi sfrattano come mamma-moglie…
a ribuonfine settimana a tutti!
“A proposito di FEFRALYN..che dice l’agenzia per la sorveglianza del farmaco?lo brevettiamo???”
Se c’è l’AMOREX ci sta benissimo anche il FEFRALYN!
Com’era, Alvi’, 1 fefral = 1000 amorex, no?
Ma comunque il FEFRALYN non può essere uno psicofarmaco… dev’essere per forza altro
Secondo me è uno di quei ricostituenti extra forti, visti gli effetti su alvise…
Buon appetito!!!!!
Sì è una specie di supradin o multicentrum.
Non serve a molto a dire il vero, è più effetto placebo che altro
ciao dottoressa, bentornata, hai visto che buco nell’acqua il mio gossip su di te? E dire che c’avevo lavorato su parecchio…
Sì, penso anch’io che il fefralyn sia un superenergizzante naturale un combustibile buono per accendere pire più o meno cuoriformi…
o magari sì, è un placebo, se ti pigli il fefralyn credi che la supercarica energetica te la dia lui/esso ma in realtà la supercarica energetica è già in te come in Daikengo
Grazie Alessandro! E già, gran bel buco nell’acqua… ma il gossip si esaurisce cosi’? No dai! Nuove ipotesi, presto!!!!
ecco deve essere un po’ come dice alessandro. Quando poi chi assume fefralyn se ne rende conto a quel punto getta via la confezione e comincia a godersi la vita
L’unica volta che mi è capitato di prendere una specie di ansiolitico è stato per sbaglio, mi spiego: ero arrivata all’ultimo esame, latino, spauracchio terribile di tutti gli studenti di storia dell’arte provenienti dal liceo artistico, quindi senza alcuna base di lingua latina. Avevo sempre mal di stomaco e di fegato per lo stress e il mio medico mi consiglia un farmaco in pastiglie di cui non ricordo il nome e che io fiduciosa assumo per 2 settimane; effettivamente non avevo più quelle strette alla pancia, ma non riuscivo a smettere di prendere le pillole quando invece le dovevo sospendere, e poi il mio allora futuro marito mi diceva che alternavo momenti di euforia a momenti di spaesamento. Gradualmente ho smesso di prendere le pilloline e le ho sostituite con una più innocua tisana al tiglio, passato l’esame tutto finì. Questo per dire che degli pscicofarmaci spesso si abusa per motivi inutili, se si inizia dallo stress da esame, dove si finisce? ovvio che poi si cerca la “amorex”! Dalla mia esperienza come potete intuire non ho una gran stima dei farmaci per curare gli stati d’ansia. Credo che ci siano dovute eccezioni, ci sono malattie depressive serie che vanno curate con farmaci e con vere terapie riabilitative e se non ci si cura si imboccano strade senza ritorno. La domanda è “perchè le donne più spesso degli uomini?”. Le motivazioni possono essere tante, prima di tutto secondo me c’è la solitudine di molte donne che devono fare tutto e bene, rivestire tutti i ruoli e non appoggiarsi a nessuno, perchè devono dimostrare di tenere il tono della wonder woman conquistato faticosamente ma che poi le schiaccia (da qui la fioritura di milioni di manuali per fare tutto, dalla cucina all’allevamento dei filgi, con regole per l’educazione al sonno allo spannolinamento del pupo). In questo i mariti e gli uomini potrebbero essere più collaborativi, o meglio, dovrebbero far sentire di più la stima per la donna. E’ vero che le donne sono sempre state più inclini alla depressione, ma forse in passato l’uomo tornando a casa non si metteva a discutere su come la donna gestiva la casa e la famiglia (tantomeno la donna si sognava di discutere gli affari del marito); io conosco un sacco di mariti che tornano a casa e si mettono a guardare cosa va o non va, e umiliano le mogli anche davanti agli altri. La donna ok sottomessa, ma anche l’uomo deve valorizzare la moglie e farla sentire amata. Mi viene il dubbio che siano state le paladine della parità su tutti i fronti a creare un clima di competizione a cui gli uomini, giustamente (e prevedibile per la loro stessa natura), non cedono. Quindi c’è un concorso di colpe, ma il moto rivoluzinario che ha innescato il vortice vizioso emancipazione-insoddisfazione-depressione-farmaco secondo me ha avuto origine da un sovvertimento dell’ordine naturale per cui le donne non hanno più voluto cercare la realizzazione della femminilità nell’ambito familiare e materno. Forse hanno voluto realizzare se stesse dimenticandosi di un fatto per nulla marginale: l’essere donne, cioè esseri umani di sesso femminile (XX, no XY)
mi viene in mente quel film di verdone dove c’è quella povera moglie che ripete sempre “Non ce la faccio più”, eppure dava l’idea di essere sottomessa, ma sottomessa da un marito assurdo.
le donne forse sono più inclini alla depressione, non lo so. Forse no. In realtà conosco più uomini depressi che donne depresse. Ma conosco molte più donne che si dicono depresse rispetto agli uomini che si dicono depressi. Un uomo depresso non lo dice, una donna depressa sì, e una donna quasi depressa anche.
A me capita, credo a tutte, di attraversare periodi in cui mi viene da piangere senza motivo. E anche altri che mi trascino da una cosa all’altra senza provare la minima emozione. E momenti di euforia che potrei spaccare il mondo. E altri in cui la razionalità la fa da padrona e sono la donna superefficiente che non fa mancare niente a nessuno e trova anche il tempo di fare la messa in piega. Credo che nel momento in cui accettiamo di essere così, come se vivessimo sulle montagne russe (tanto che siamo uterine è un fatto) (una volta in un forum ho usato questa parola e c’è stata un’insurrezione da parte di tutte le altre donne, uterine è offensivo?), i medicinali non servono davvero a nulla.
Io ho vissuto solo un momento della mia vita in cui mi sono domandata se non dovessi per caso farmi aiutare da qualcuno, era un periodo di merda e non avevo proprio più riserve interiori per andare avanti, credevo di aver toccato il fondo. Ma non ero sola. Avevo il farmaco equivalente del Fefralyn, anzi ne avevo più di uno.
Non credo nell’amicizia come sostegno e supporto. Nel senso che gli amici non vanno cercati per questo. E’ bello avere amici quando non servono a niente, solo per il piacere di averli. Però ci sono volte in cui gli amici ti salvano la vita, ti riportano a te. Ti aiutano a non guardare l’ombelico ma ad alzare lo sguardo e riprendere a guardarti attorno, a guardare avanti. Altro che farmaci!
Scusate, ho scritto un commento sconclusionato, ma stasera sono davvero stanca… e domani sarà anche peggio: non è che c’è qualcuno che passa dalle mie parti e mi aiuta in un trasloco? (ah già, gli amici sono belli perchè non servono a niente… ok, faccio da me)
Fefral chiama Alvise per aiutarti, lo farebbe volentieri. A parte gli scherzi, tieni duro che quando hai finito sarai contentissima.
Forza e coraggio! I traslochi sono sempre l’apocalisse, per quanto mi riguarda, ma prendila come un’occasione per sbarazzarti di cio’ che non serve 😉 E poi si’, sai che soddisfazione alla fine!
pensierino della sera.
Al primo incontro nazionale del movimento SE NON ORA QUANDO a Siena,sono arrivate in 2000 (duemila) da tutta Italia. (fonte Repubblica.it)
Il sito del movimento http://senonoraquando13febbraio2011.wordpress.com/
è sulla stessa piattaforma del nostro blog quindi è possibile vedere la classifica della giornata; per http://costanzamiriano.wordpress.com giornata un po’ fiacca poco meno di 1400 contatti 7esimo posto in classifica con la pubblicazione di un articolo già pubblicato ieri su La Bussola Quotidiana.
per http://senonoraquando13febbraio2011.wordpress.com giornata di punta con la manifestazione e 22esimo posto in classifica.
Domanda: senza far polemica ed entrare nel dettaglio degli argomenti, si può parlare di sovraesposizione mediatica?
“Domanda: senza far polemica ed entrare nel dettaglio degli argomenti, si può parlare di sovraesposizione mediatica?”
Risposta: sì
Si può! 🙂
Costanza, il tuo articolo ancora una volta ha centrato un problema sociale.
Si entra in farmacia per un qualsiasi disturbo e si dovrebbe uscire con in mano il tuo libro, è proprio un manuale di sopravvivenza per la donna.
http://www.piccolifiglidellaluce.it/rosarioingrani.htm
Tutto finito! Bella serata, sono riuscita nell’improvvisata (abbiamo deciso di invitare della gente sta mattina alle 11, sono andata a fare la spesa alle 3, alle 8:30 eravamo in 13 a tavola… Due ricette di mia mamma e una della zia di mio marito, che è un genio ed ha persino pubblicato un libro di cucina.
Tutt comestibile!
Ora vado a letto, distruttaa felice!
Grazie a tutti che mi hanno fatto gli auguri, li girerò al vero.destinatario!
Auguri anche da parte mia, Danicor: tanto ormai ci sto facendo il callo, ad arrivare in ritardo, ‘sti giorni… 😉
I like it 😀
Mi riferisco al rosarioingrani, al successo della cena e alla “girata” degli auguri al vero destinatario…
admin
9 luglio 2011 a 22:14 #
pensierino della sera.
Al primo incontro nazionale del movimento SE NON ORA QUANDO a Siena,sono arrivate in 2000 (duemila) da tutta Italia. (fonte Repubblica.it)
per http://costanzamiriano.wordpress.com giornata un po’ fiacca poco meno di 1400 contatti 7esimo posto in classifica con la pubblicazione di un articolo già pubblicato ieri su La Bussola Quotidiana.
per http://senonoraquando13febbraio2011.wordpress.com giornata di punta con la manifestazione e 22esimo posto in classifica.
———-
Con tutto il rispetto, caro Admin, mi stupisco del Suo stupore. L’aoristo passivo e ‘porca Svizzera’ sono ormai entrati nella leggenda
Consiglio a tutti l’intervista di Giulia Bongiorno su rep.: “se ho fatto il primo figlio a 45 anni non è colpa mia, ma del sistema, degli uomini. Avrei messo a repentaglio la mia carriera”. Una vera collana di perle di saggezza, una dietro l’altra. Erano quattro gatte. Il problema è che tutti i giornali e i tg hanno mandato qualcuno. Non sia mai che qualche perla vada perduta.
“Il problema è che tutti i giornali e i tg hanno mandato qualcuno. Non sia mai che qualche perla vada perduta.”
guarda che senza l’esercito di inviati non sarebbero arrivati nemmeno a duemila….
il nome del blog (o quel che è) evoca il 13 febbraio 2011 come se fosse una data scolpita indelebile nella memoria degli italiani. Ma parliamoci chiaro: quanti italiani (donne incluse) sanno che cosa è successo il 13 febbraio 2011? Di più: se chiedo a un italiano, “che cos’è “Se non ora, quando”?”, quanti sanno rispondere?
E’ tutto pompato, gonfiato, sovradimensionato. Palesemente politicizzato, nel senso deteriore del termine (sfilano le solite esponenti politiche sindacali cultural-cinematografiche… sempre le solite facce in passerella…). Ma lasciamo perdere la politica…
Sarò Baccata nel cervello, ma avrebbero fatto meglio a srare a casa a cucinare per i loro cari, sarebbero più contente. La vera domanda che mi pongo è: avranno dei cari oltre a loro stesse?
In questi giorni, visto che mio marito si è un po’ rilassato dopo aver sostenuto brillantemente i suoi primi esami alla facoltà di scienze politiche, ci siamo visti, così tanto perchè li avevamo in dvd, 2 film che più femministi non si puo’: la Papessa e Agorà. Non sto qui a raccontarvi le trame, ma il concetto chiaro per tutte e due le pellicole è che le donne hanno tutti i diritti di fare le stesse cose dei maschi, perchè quello che conta è la cultura, la persona umana indifferentemente dal sesso cui appartiene. E ovviamente la Chiesa ha impedito tutto questo relegando la donna in una posizione marginale di madre e moglie ignorante e senza voce. Capito il concetto? insomma, meglio non perderci tempo….
Le donne “accorse” alla chiamata di Se non ora quando, sinceramente mi fanno un po’ pena, addirittura a Siena non c’era manco l’ombra di un’omo. Poveracce, solo 2000 magari compresi i giornalisti! ahahahahah! a parte questo, mi chiedo quali sono i diritti che loro dicono non avere in questo paese. Possiamo divorziare, abortire, avere un posto nel cda entro il 2015, tirarci il latte col tiralatte e dare il biberon ai padri, abbiamo perfino i locali di lap dance maschili, nonchè gli insulsi giornali femminili…. che altro vogliamo? i baffi???? o forse ci sono: vogliamo scambiarci gli organi interni nostri con quelli degli uomini, così incinti ci rimangono loro e noi invece ci fumiamo una sigaretta!
Anche io mi chiedo se non hanno altri modi per essere contente anzichè indignarsi per la scelta di donne altrettanto libere che si fanno pagare da uomini facoltosi per sculettare su un cubo o peggio. Stare a casa a pensare ai loro figli e ai mariti? no? forse non è sufficiente a farle sentire complete? ci si può interessare di politica (perchè è solo una questione politica) anche facendo bene quel che si deve fare tutti i giorni. O forse le signore accorse a Siena sono tutte borghesi benestanti o studentesse mantenute dalla famiglia d’origine per potersi permettere 3 giorni di libera chiacchiera anzichè rimboccarsi le maniche e pulire, stirare, cucinare e studiare. La gente che si scontra coi problemi veri dell’esistenza 1.fatica 2.non lo rinfaccia a chicchessia, mica c’ha tempo per posare il sedere sulla sedia e stare a sentire i sermoni di avvocati lautamente pagati che fanno figli (solo 1 ovvio) a 45 anni (vero Giulia??) e poi li mollano a terzi per predicare.
Leggendo questo post, mi e’ venuta la curiosita’ di cercare informazioni sull’incidenza della depressione (femminile e non) in Italia e ho trovato questo
http://enricomariasecci.blog.tiscali.it/2010/06/10/depresse-3-donne-su-5-lincubo-depressione-in-italia/
Credo che a prescindere da paese di origine e/o credenze religiose (in UK non ci sono molti cattolici, ma molti cristiani si’ – anglicani, principalmente) sia un fenomeno in espansione nel primo e secondo mondo. O, forse, come faceva notare qualcuno, c’e’ sempre stato ma si inizia a diagnosticare solo ora – fra le mie competenze non c’e’ la psichiatria, ne’ la storia della psichiatria, quindi non posso affermarlo con certezza.
Per quanto riguarda la mia personale esperienza, posso solo dire che ho iniziato a essere serena (e spesso felice) quando ho iniziato a scegliere in base al mio soggettivo sentire invece che a regole imposte dall’esterno – sempre sforzandomi di essere chiara e rispettosa nei confronti delle persone che mi circondano. Questo processo di compresione di chi ero e cosa volevo, ha coinciso con l’emancipazione anche economica dalla mia famiglia d’origine e con l’accettazione piena della mia eta’ adulta – in questo senso lavorare (come mezzo e non come fine) e’ sempre stata una gran cosa, per me: venendo da una famiglia numerosa e non ricca, ho sempre visto nel lavoro un modo sia per soddisfare il mio desiderio di liberta’ che di sollevare i miei dall’obbligo di mantenermi, potendosi dedicare ai piu’ piccoli.
Da questo distacco e’ disceso tutto il resto: amici cari, amore, due traslochi internazionali e molti progetti per il futuro. Non so che cosa la vita mi portera’ oltre a quello (tanto!) che e’ gia’ arrivato, non so chi incontrero’, se mai mi sposero’ o avro’ figli, pero’ attendo fiduciosa 🙂
PS The Independent, secondo me, non ha idee chiarissime sulla depressione. Mentre cercavo online l’articolo citato dalla signora Miriano, ho ripescato questo
http://www.independent.co.uk/life-style/health-and-families/features/is-depression-actually-good-for-you-2274662.html
Ma non e’ che, come cantava Tiziano Ferro, “cio’ che non uccide, fortifica”? O come diceva la mia nonna, “se non t’ammazza, t’ingrassa” – e per lei che ha visto la guerra, ingrassare era una cosa buona, per inciso 🙂
Buona domenica a tutti e in bocca al lupo a chi e’ depresso – la vita a volte e’ dura, ma riserva anche belle sorprese. Basta aspettare
Oggi sembravo proprio una di quelle cameriere racchie col mollettone nei capelli e le infradito! Peró ho quasi finito di svuotare casa. Adesso pranzo!
Uè è tornato anche Cyrano! Io comunque mica mi sono convinta che tra lui e la neodottoressa non ci sia nulla…
ALVISEEEEEE
NON LO SAPREMO MAI. Non ci danno strumenti per fare indagini!!!!
Che cosa avrebbe mai scoperto Poirot se invece che fare domande alle persone avesse scritto sotto dei post a dei nick col nasone che gli rispondono con emoticons?
Manco un ladro di galline avrebbe incastrato
Buona serata a tutti!
🙂 Ma in fondo perché accanirsi? Un ladro di galline rischia la bellezza e la banalità di una multa, noi qui molto meno e molto più: come per Costanza, anche per me questo non è un posto in cui venire a stendere la biancheria intima, ma ho visto e vedo che le simpatie e le amicizie che possono nascere in un blog (vi dicevo che è un’esperienza nuova per me) sono vere e autentiche pure in mancanza di una “schedatura” dei personaggi. In fondo nessuno, qui, dice di sé più di quanto – per una ragione o per l’altra – vuole dire… basterebbe almeno che tutto quello che dice fosse vero, e proprio a Fefral dissi nei miei primi giorni che tutto quello che scrivo qui è vero. Per il resto, forse la tua intuizione ha ragion d’essere: non si saprà mai! 😀
Buona serata a te, Alex, e a tutti voi 😉
@ giuliana “vogliamo scambiarci gli organi interni nostri con quelli degli uomini, così incinti ci rimangono loro e noi invece ci fumiamo una sigaretta!”
Beh, io avrei rinunciato volentieri alle gravidanze….anche se so che senza quei nove mesi terribili non sarei riuscita a guadagnarmi neanche un briciolo di sentimento materno
DICLORO-ESAFENIL-FEFRALAZOLO (questa la formula chimica del farmaco di recente in commercio sotto il nome di FEFRALYN) si presenta, in natura, allo stato gassoso,
e si trova, principalmente, in alcune grotte dell ‘India (Malabar) e in alcune zone del Cile
(deserto di Atacamas) dove esala dal terreno nelle notti più fredde (parecchio sottozero)
chiamato anche dagli Indios “il respiro della luna” conosciuto fin dall’antichità, se ne hanno testimonianze specialmente in testi sacri o rituali. Induce euforia, distacco
dalla realtà rilassatezza, ma senza torpore o modificazione del livello diell’attenzione, nei soggetti più sensibili al FEFRALAZOLO, sono stati osservati stati di allucinazione e comparsa frequente di sogni
notturni (e diurni) con perdità del senso della realtà e (come descritto da alcuni) raggiungimento di uno stato di beatitudine ( che però nessuno è riuscito a specificare in che cosa esattemente consista) dà assuefazione e dipendenza.
Grazie alvì, mi hai fatto schiattare dalle risate … E ne avevo proprio bisogno!
No, dico, e con questi effetti collaterali tu te ne vai in giro così, senza stamparti in fronte il foglietto illustrativo?!
E che ne sai tu di cosa c’ho stampato in fronte? 🙂
se ci tieni quella frangetta nera sopra è completamente inutile… 😛
DANICOR- TARANTINO!!!!!!
il personaggio di Uma Thurman in Kill Bill non aveva nome si chiamava semplicemente “la sposa”. secondo me anche a danicor piacerebbe chiamarsi “la sposa”
TARANTOLATA!!!!!!
A me il pancione piaceva tantissimo….. (mi giustificava i chiletti di troppo, mentre ora non ho scuse!)
Sono due giorno che leggo ma non scrivo, il caldo mi sta sfinendo, ma leggo ,leggo tutto, e ho deciso di intervenire ora per salutare, e perché il foglietto illustrativo del Fefralyn mi ha fatto commuovere, Alvise, sei un romantico!!! che bellezza, “il respiro della luna”, Fefral, donna fortunata!!! meno male che ci siete, tutti voi, un sorso d’acqua fresca con le bollicine -ma non troppe- in questa afa terrificante!
ciao!
ciao Genny! Resistiamo all’afa! Uniti si può! 😀
Io suggerirei il COSTANZYN come antidepressivo, ed il MIRIANON come ricostituente.
Per stimolare la mente lo Scriteriatrix forte (da ingerire insieme a un panino al salame: per la salute si fa tutto).
Ciaooooo
Alviiiii, so di essere assente, ma sará così fino al 15, quando partirò per il Camerun per lavoro… Poi rientrerò il 20, giusto per cambiare valigia e andare a trovare il figliolo in montagna in Trentino. Rientrerò per la prima di agosto…
Perdonatemi, ma vi dovrò lasciare…
Ah, Danicor… mi ricordo quando, durante un viaggio in Africa, ho cercato un cavo ethernet per giorni prima di trovarlo… 🙂 Alla fine me lo sarei infilato in un braccio come una flebo, tanto m’era mancato! 😉 Ma ero giovane, all’epoca: forse da allora è cambiato qualcosa… 😀
Parliamo di cose pratiche: cosa fate voi quando dopo essere riusciti a piazzare gli eredi dalla nonna (una molto rara tantum) il più grande vi chiama alle 22.45 chiedendovi di andare a riprenderlo perché vuol dormire a casa? Beh, il risultato è che sono al pc.
Da quello che so, dove vado qualsiasi connessione me la sogno. Si fa fatica anche con il roming per il telefono….
Ma io spero che la cosa non mi disturbi più di un tanto…
Ultimamente sono fin troppo dipendente…
🙂
coraggiosa dani… io non ce la farei 🙂
Chiedo scusa per l’intromissione, ma la premessa di questo blog non è giusta. Non è corretto dire che nel Regno Unito una donna su tre prende antidepressivi. La notizia è che una su tre ne ha presi per un periodo della propria vita e non che ne stia prendendo ora.
Ecco il link diretto alla notizia, così come pubblicata dall’organizzazione che ha commissionato la ricerca (non si tratta di “studi medici”, come citato nel primo paragrafo del post, ma di un sondaggio realizzato da un’associazione):
http://www.platform51.org/news/Women%27s_use_of_antidepressants_at_crisis_point
Nella stessa ricerca si dice che più della metà di queste persone non ha ricevuto l’opzione di intraprendere terapie alternative agli antidepressivi e che un quarto di chi ne fa uso ha dovuto aspettare oltre un anno prima di vedere di nuovo il proprio medico. Si punta quindi il dito sulla prescrizione facile di questo tipo di medicine.
Non entro nella discussione sulle cause di questo uso perché non ho abbastanza elementi. Ho pensato ad alcune ipotesi, come la mancanza di un ruolo nella società, la tendenza a risolvere tutto con una medicina, le pressioni da parte della cultura imperante verso una perfezione impossibile, la mancanza di sostegno in famiglia (anche da parte di uomini ‘imprigionati’ in ruoli rigidi) ecc. ecc. Ma si tratta, ribadisco, solo di ipotesi. Tra l’altro non mi pare che il sondaggio affronti questo aspetto, quindi suppongo che, qualsiasi cosa si dica a proposito, possa trattarsi solo di congetture…
Ci tenevo semplicemente a sottolineare queste due inesattezze (“usa” vs. “ha usato” e “studio clinico” vs. “sondaggio”) che ingigantiscono a dismisura una notizia comunque importante, sia chiaro.
Buona serata.