La vera religione

di Cyrano

Ci sono cose che s’imparano solo nelle profumerie, e certo non nelle biblioteche. Ce ne sono poi altre che non s’imparano neanche in profumeria (figuriamoci nelle biblioteche!): per esempio, tutti quelli che annusano cartine e si spruzzano infiniti campioni su infiniti punti di due soli semplici polsi stanno veramente capendo che profumo acquistano, in quella sarabanda olfattiva? E poi, se una commessa di uno di quei posti trovasse, tornando a casa, una fuga di gas, riuscirebbe ad accorgersene?

Ma queste sono questioni chiaramente insolubili, di quelle che tutto sommato conviene lasciar stare, magari sulla scorta della pluriabusata sentenza wittgensteiniana: «Ciò di cui non si può parlare va taciuto» (tanto, abuso più, abuso meno…). Ci sono invece questioni meno elevate, più quotidiane e direi perfino terra-terra, delle quali non si può tacere: non solo quale sia l’arcana ricetta della coca cola e perché nessun imitatore sia ancora riuscito a riprodurne il sapore, né solo perché i malati di Alzheimer dimentichino talvolta il nome della moglie pur ricordando in fila tutti i Presidenti della Repubblica e le formazioni della Nazionale, ma anche se ci sia un Dio, ed eventualmente quale, nonché quale sia la vera religione.

È stata una vera epifania, vi assicuro, e me l’aspettavo quanto un cazzotto in pancia: scoprivo in quel momento che Nicol Kidman e Charlize Theron non sono solo attrici, che Jennifer Lopez non è solo una cantante (e c’avevo messo pure del tempo a convincermi di questo primo asserto!), e mentre mi voltavo più e più volte in quel tripudio di effluvi il mio sguardo è stato catturato dalla ferma, azzurrissima occhiata di una biondissima hippie in un manifesto pubblicitario. Accanto alla sua testa, come una misericordiosa aureola, troneggiava la scritta: “True religion”. Dopo un istante d’indeterminabile durata, avrei voluto accendere un cero sotto quell’immagine: anni di università non mi hanno dato altrettanto, «e in un attimo, come accade spesso, cambiò il volto d’ogni cosa».

Solo dopo ho imparato (grazie, Dio, per Google!) che “True religion” non era, purtroppo, il nome del profumo, bensì della casa produttrice, la quale, peraltro, non si occupa di profumi che marginalmente (come non pochi profumisti del resto). Poco importa: a volte l’intuizione iniziale di una cosa non dice la verità perché precorre tutte le informazioni sulla cosa, ma perché coglie un indeducibile nesso tra la cosa e quell’armonia del tutto che in vario modo i filosofi hanno chiamato “essere”. In fondo queste due righe di scialbo filosofese dicono quello che tutti sperimentano emozionandosi a un tramonto (e lasciando tra parentesi asettiche la “stupida” nozione per cui “in realtà” starebbe muovendosi la terra e non il sole).

Ma torniamo in profumeria e al biondissimo angelo della vera religione: il cuore della rivelazione che mi ha portato era semplicemente che un’espressione da decenni bandita dal vocabolario delle lingue civili – un’espressione capace di evocare una tetra nube oscurantista nel fulgore della più positiva tra le discussioni – quell’espressione poteva apparire seducente e ammiccante come la bionda ipostasi dell’essenza “Hippie”. Nelle facoltà di teologia il trattato “De vera religione” non esiste più da quasi mezzo secolo, ed è confluito insieme con altri nel trattato di “Teologia fondamentale”, dal nome decisamente inoffensivo. Dire che questa o quella sia la vera religione è ormai generalmente inammissibile (ahinoi, anche tra certi sedicenti “teologi”): ogni volta che ti trovi a trattare del tema devi inventarti infinite perifrasi per aggirare il sospettoso interlocutore, il quale non tollererebbe il tuo vergognoso dogmatismo. «Tutte le religioni sono uguali!»: ti latrerebbe in faccia, e questo sì che è un dogma indiscutibile, perché il suo contenuto subliminale è che tutte le religioni sono false.

Un cane che si morde la coda, dunque? Forse, ma non da quando è arrivata lei: accanto al suo viso “true religion” non disturba, non offende, non irrita, è precisamente quello che ci vuole! «La vera religione esiste, ed è questa!»: mi sono allora detto, con una gioia che neanche Archimede nella vasca da bagno! Mi sono guardato intorno, e ho visto sotto un’altra luce tutte quelle sirene dagli sguardi ammiccanti, una per ogni profumo: erano una falange di sacerdotesse pronte al culto. Mi si è riempito il petto di timore reverenziale, e sono arrossito di vergogna per le tante volte che con stupido moralismo avevo giudicato frivolo, banale e svilente il fatto che sembri non potersi vendere neanche un accendino, senza posizionargli accanto un paio di cosce ben tornite.

No, perché non si tratta neanche di cosce: il cuore della vera religione è qualcosa da cui tutto viene, a cui tutto torna; un mistero che «ogni città, ogni villaggio, ogni paese» chiama con centomila nomi (molti dei quali dialettali e scurrili, in verità, ma pazienza) e con nessuno. Averci pensato prima: è almeno dai tempi di L’origine du monde che qualcuno teorizza quello che io solo poco fa ho capito!

Quello che ora non mi torna è perché questa religione, che abbiamo compreso essere quella vera, non riesca a darci quelle piccole cose di cui abbisogniamo per essere felici (in fondo che chiediamo?): possibile che un mondo tappezzato da immagini di labbra traboccanti piacere debba poi essere pieno di depressione, solitudine, gelosie, tradimenti e – colmo dell’ironia – impotenza? Povere sacerdotesse, mi si stringe il cuore: loro ce la mettono tutta (intelligenti pauca) per far conoscere il mistero della vera religione, e qui poi nessuno sembra raccogliere quello che le loro ritoccatissime immagini apertamente promettono?

Ecco perché nella Scrittura (dell’unica religione rivelata da cima a fondo) non è l’assassino il peccatore per eccellenza, né il ladro, né l’adultero, né l’ateo, bensì l’idolatra. L’idolatria non è una faccenda morale, e non si può star certi di evitarla neanche provando a credere in Dio: anche del nome di Dio si può fare idolatria, e infatti Dio lo rivela sibillinamente. Il testo di un salmo racchiude un’aspra maledizione contro l’idolatria: «Gli idoli dei popoli sono argento e oro, 
opera delle mani dell’uomo. Hanno bocca e non parlano; 
hanno occhi e non vedono; hanno orecchi e non odono; 
non c’è respiro nella loro bocca. Sia come loro chi li fabbrica 
e chiunque in essi confida» (Sal 135,15-18). La maledizione funziona, accidenti: per quanto gli idoli abbiano forma umana, sono pietra, metallo, legno, materia sorda e muta. Il biondissimo angelo della “vera religione” è solo pochi milioni di pixel ben disposti, impalpabili ma non per questo meno materiali. Idolatria è precisamente trattarli come se fossero vivi e veri, credere alla suggestione che noi stessi li abbiamo disposti a produrre. Quando poi ci caschiamo e diventiamo sempre meno sensibili ai segni veramente misteriosi (quindi latenti, composti, pudichi) della vita, lì la maledizione ci ha già colpiti.

Non si tratta di noiosi panegirici moralistici, ma dell’onestà di chiamare con il loro nome i passi falsi che anche i migliori cammini hanno in sé: quando noi uomini abbiamo processionalmente innalzato le forme femminili nelle sante nicchie delle pubblicità (abbinandole al rasoio da barba e al silicone da ambienti, eh!) esse hanno smesso di essere donne, e di riflesso noi smettiamo di essere uomini.

E ripenso un po’ malinconicamente che forse la loro “emancipazione” è stata per non pochi aspetti l’ultima e più sottile evoluzione del nostro dominio su di loro: le abbiamo programmate perché fossero ciò di cui noi credevamo di aver bisogno…

Non posso avercela con la mia biondissima hippie, anche se decisamente la sua non è “la vera religione”: in fondo aveva davvero una rivelazione da farmi.

143 pensieri su “La vera religione

    1. Adriano

      Ma questa è “emancipazione”, tra virgolette, non emancipazione, quella che si pone come obiettivo quello di dare uguale dignità e opportunità a tutti… Vedo un abisso tra le due cose.

  1. Adriano

    Cyrano,

    Ma perché avercela con la bionda di questa pubblicità che per di più è vestita, cosa rara? O forse ce l’hai con lei proprio perché vestita? 😉 😉

    “possibile che un mondo tappezzato da immagini di labbra traboccanti piacere debba poi essere pieno di depressione, solitudine, gelosie, tradimenti e – colmo dell’ironia – impotenza? ”
    Non mi pare che prima le cose fossero migliori (e le quasi estinzioni di rinoceronti e tigri, a cui venivano tolti rispettivamente il corno e il grasso, dimostrano che l’impotenza esiste da tempo!)

    “Ecco perché nella Scrittura (dell’unica religione rivelata da cima a fondo) ”
    Anche l’Islam è una religione rivelata, visto che il Corano sarebbe stato dettato direttamente da Dio.

    Infine, per quanto riguarda la “vera” religione, io la penso più in questo modo:
    http://it.wikisource.org/wiki/Decameron/1a_giornata/Novella_Terza

    1. Adriano, ti dedico con piacere un paio di minuti insonni 🙂
      Come avrai potuto capire, la bionda in questione è tutt’altro che nel mio mirino – è stata la mia musa! Semplicemente m’è dispiaciuto vedere che mi s’è sfasciata in braccio quando l’ho sfiorata…
      Se è per questo nel medioevo sono famose le cipolle e altre erbe, e i capperi sono addirittura menzionati nella Bibbia. Naturalmente il dito stava indicando la luna, non guardare il dito: ah, dici che anche la luna è sempre la stessa? Pazienza, la prossima volta vedo d’inventarne un’altra! 😀
      L’Islam religione rivelata… non so se ridere di più su questa barzelletta o sul tuo bizzarro abbinamento di indicativo e condizionale (bravo, così non offendi nessuno e non tradisci la tua professione di scetticismo).
      Boccaccio, questo sì che è un signor teologo!

    2. Adriano

      Grazie Cyrano per i minuti insonni. Ti auguro siano stati solo un paio. 🙂

      Questione Corano come scrittura rivelata. Non lo dico io, ma i musulmani, i quali affermano che sarebbe stato dettato direttamente da Dio.

      Boccaccio non è teologo, certo. Ma quanti qui dentro lo sono?

      E no, non sono scettico, sono “diversamente credente” 😉

      Buona notte!

  2. Giuseppe

    “E ripenso un po’ malinconicamente che forse la loro “emancipazione” è stata per non pochi aspetti l’ultima e più sottile evoluzione del nostro dominio su di loro: le abbiamo programmate perché fossero ciò di cui noi credevamo di aver bisogno…”
    Su questo ti seguo, anzi vista l’età, ti precedo.
    Il dramma è che la programmazione maschile ha raggiunto lo scopo: le donne ci stanno, si ritrovano in quel modello.
    Ogni generazione post anni 80 (direi post drive in) a me pare sempre peggio: le mie nipotine 30enni fanno cose assolutamente inenarrabbili, ma le 20enni semplicemente le precedono. le stesse cose le fan 10 anni prima, al liceo invece che all’università, per intenderci.
    C’è un vero effetto valanga, purtroppo non limitato al sangue del mio sange: una amica prof di matematica al liceo in altra città conferma tutto e mi racconta anche i resoconti delle colleghe di lettere, ormai alla disperazione per allusioni ed ammiccamenti nei temi. Ma il vero terrore per me è il futuro: le loro figlie che bip faranno?
    Non so: forse è anche colpa dei padri, (http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/415189/ )che purtroppo son tutto tranne il principio di autorità che dice la nostra gentile padrona di blog.
    Per quanto mi riguarda, come zio ho messo le cose in chiaro: si a ricariche,a recuperi post sbronze o litigi con fidanzati, ma per tutto ciò che rigarda droghe e aborto non ci sono.
    Se son fatte, semplicemente non esisto: anche chiamato, le lascio la.
    Con terrore ma non so cosa altro fare per invertire la tendenza.

  3. Beh io biondone così nella vera religione (la cattolica… e che i sedicenti teologi vadano pure a farsi fare un esorcismo) non ne ho mai viste!!!
    Anche noi abbiamo le nostre bellezze (meglio della bionda); bellezze bellissime, più della bionda… ma ha i capelli corvini: la Madonna.
    E poi veste in maniera scialba, celeste, grigio, bianco… una volta anche verde, bianco e rosso.

    Ma questa biondona quì, tutta colorata… mette proprio allegria.

    Io ho un debole per le bionde… magari cambio religione e profumo visto che ci sono.

  4. Adriano
    12 agosto 2011 a 00:25 #

    Infine, per quanto riguarda la “vera” religione, io la penso più in questo modo:
    http://it.wikisource.org/wiki/Decameron/1a_giornata/Novella_Terza
    ——–
    se la buttiamo sul letterario, allora meglio la novella seconda
    http://it.wikisource.org/wiki/Decameron/1a_giornata/Novella_Seconda

    E per ciò che io veggio non quello avvenire che essi procacciano, ma continuamente la vostra religione aumentarsi e più lucida e più chiara divenire, meritamente mi par di scerner io Spirito Santo esser d’essa, sì come di vera e di santa più che alcun’altra, fondamento e sostegno.

    1. Adriano

      “E così vi dico, signor mio, delle tre leggi alli tre popoli date da Dio padre, delle quali la quistion proponeste: ciascuno la sua eredità, la sua vera legge e i suoi comandamenti dirittamente si crede avere e fare; ma chi se l’abbia, come degli anelli, ancora ne pende la quistione.”

    2. posto che nella novella seconda Boccaccio afferma, e con un ottimo argomento logico, il contrario di quanto continui a citare, non si capisce perché si voglia/possa sostituire l’infallibilità del Papa con quella di Boccaccio

    3. Adriano

      La seconda novella afferma una cosa, la terza un’altra.

      Infallibilità di Boccaccio? Mai detto. Quanto a quella del Papa: non mi pare che le affermazioni sull'”unica vera religione” siano state proclamate come infallibili. Ma posso sbagliarmi…
      Non so quale sia la posizione del Papa in proposito. Se dice che il cattolicesimo è la “vera” religione, allora che senso hanno gli incontri ecumenici con chi crede in “false” religioni?

      A questo proposito, che pensi di questa frase?
      «O miscredenti! Io non adoro quel che voi adorate e voi non siete adoratori di quel che io adoro. Io non sono adoratore di quel che voi avete adorato e voi non siete adoratori di quel che io adoro: a voi la vostra religione, a me la mia»

  5. Adriano
    12 agosto 2011 a 01:28 #

    Boccaccio non è teologo, certo. Ma quanti qui dentro lo sono?
    ————-
    se i teologi sono come quelli che dal secondo giornale più diffuso d’Italia o da programmi su una rete del servizio pubblico dicono che il Papa (l’attuale e tutti i precedenti) non ha capito niente, e che adesso gliela spiegano loro la teologia, spero ce ne siano pochi.
    Meglio teofili, o, se proprio proprio, teodicei!

  6. 3. 3. Posso tuttavia dire, con la massima sicurezza e con buona pace di tutti coloro che amano ostinatamente i loro libri, che non si può dubitare, in questi tempi segnati dal Cristianesimo, quale religione sia da preferire e costituisca la via per la verità e la felicità. Se infatti Platone stesso fosse vivo e non disdegnasse le mie domande o, piuttosto, se qualcuno dei suoi discepoli l’avesse interrogato quando era ancora in vita, egli lo avrebbe persuaso che la verità non si vede con gli occhi del corpo, ma con la mente pura; che qualunque anima, che ad essa aderisca, diviene felice e perfetta; ma che nulla le impedisce di coglierla più della vita dedita ai piaceri e delle false immagini delle cose sensibili, le quali, impresse in noi da questo mondo sensibile attraverso il corpo, sono fonte di opinioni diverse e di errori. E che, perciò, bisogna risanare l’animo perché possa fissare lo sguardo sull’immutabile forma delle cose e sulla bellezza che si conserva sempre uguale e in ogni aspetto simile a se stessa, non divisa dallo spazio né trasformata dal tempo, unitaria e identica in ogni sua parte: una bellezza della cui esistenza gli uomini diffidano, mentre esiste davvero e al massimo grado. Inoltre, l’avrebbe persuaso che tutte le altre cose nascono, muoiono, scorrono, svaniscono, ma tuttavia, in quanto sono, sussistono create dall’eterno Dio mediante la sua verità; e che, fra queste cose, soltanto all’anima razionale e intellettuale è stato concesso di godere della contemplazione della sua eternità, di ornarsene e di poter meritare la vita eterna. Gli avrebbe fatto presente anche che, finché è presa dall’amore e dal dolore per le cose che nascono e passano e, dedita alle consuetudini di questa vita e ai sensi del corpo, si perde dietro a vuote immagini, essa irride a chi afferma che vi è qualcosa che non può né essere visto con questi occhi né essere pensato mediante immagini, ma che può essere percepito soltanto dalla mente e dall’intelligenza

  7. Alessandro

    “Anzitutto, il sacro Concilio professa che Dio stesso ha fatto conoscere al genere umano la via attraverso la quale gli uomini, servendolo, possono in Cristo trovare salvezza e pervenire alla beatitudine. Questa UNICA VERA RELIGIONE [unicam veram Religionem] crediamo che sussista nella Chiesa cattolica e apostolica, alla quale il Signore Gesù ha affidato la missione di comunicarla a tutti gli uomini, dicendo agli apostoli: « Andate dunque, istruite tutte le genti battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto quello che io vi ho comandato » (Mt 28,19-20)”

    Concilio ecumenico Vaticano II , Dichiarazione sulla libertà religiosa Dignitatis Humanae, 1

  8. Per quanto riguarda la liquidazione in toto dei beni della chiesa in questo momento di profonda crisi economica, era solo come ipotesi in risposta alla sagacia
    del “GRANDE ECONOMISTA” nominato da SCRITERIATO (io lo chiamerò, l’INNOMINATO)Quello che di cui io mi meraviglio è che quesa operazione di esproprio forzoso non sia mai ancora stato messa in pratica.Mi piacerebbe, a me, scrivere una stora dell’idea di esproprio dei beni vaticani dall’unità d’Italia a oggi (naturalmente questa storia comprenderebbe anche la storia delle ragioni contrarie e del perché non si sia mai arrivati a tanto!)). Religione a parte, o vera o presunta, volevo solo parlare di utilità economica.Sicuramente il “GRANDE ECONOMISTA” ha ragione lui. Come il solito….

    1. paulbratter

      “Gli economisti esistono per dare credibilità agli astrologi”

      Aaron Sorkin (West Wing)

  9. Alessandro

    “Oggi in un mondo multiculturale e multireligioso, molti sono tentati di dire: “Meglio per la pace nel mondo tra le religioni, le culture, non parlare troppo delle specificità del Cristianesimo, cioè di Gesù, della Chiesa, dei Sacramenti. Accontentiamoci delle cose che possono essere più o meno comuni…”. Ma non è vero. Proprio in questo momento – nel momento di un grande abuso del nome di Dio – abbiamo bisogno del Dio che vince sulla croce, che vince non con la violenza, ma con il suo amore. Proprio in questo momento abbiamo bisogno del Volto di Cristo, per conoscere il VERO Volto di Dio e per portare così riconciliazione e luce a questo mondo. Perciò insieme con l’amore, con il messaggio dell’amore, con tutto quanto possiamo fare per i sofferenti in questo mondo, dobbiamo portare anche la testimonianza di questo Dio, della vittoria di Dio proprio mediante la non violenza della sua Croce”

    Benedetto XVI, Chiesa parrocchiale Rhêmes‑Saint‑Georges in Val d’Aosta, 23 luglio 2006

  10. lacorsianumerosei
    12 agosto 2011 a 09:02 #
    Per quanto riguarda la liquidazione in toto dei beni della chiesa in questo momento di profonda crisi economica, era solo come ipotesi in risposta alla sagacia
    del “GRANDE ECONOMISTA” nominato da SCRITERIATO (io lo chiamerò, l’INNOMINATO)Quello che di cui io mi meraviglio è che questa operazione di esproprio forzoso non sia mai ancora stato messa in pratica.
    ———-
    Ti sbagli di grosso: l’espropriazione totale globale generale dei beni ecclesiastici (peraltro vigente il c.c. del 1865, doppiamente forzata) fu messa in atto a partire da C.avour, dapprima per pagarsi le guerre d’indipendenza, poi per papparsi lo Stato pontificio. SI tratta delle c.d. ‘leggi eversive’

  11. Sara

    “Dire che questa o quella sia la vera religione è ormai generalmente inammissibile (ahinoi, anche tra certi sedicenti “teologi”): ogni volta che ti trovi a trattare del tema devi inventarti infinite perifrasi per aggirare il sospettoso interlocutore, il quale non tollererebbe il tuo vergognoso dogmatismo. «Tutte le religioni sono uguali!»: ti latrerebbe in faccia, e questo sì che è un dogma indiscutibile, perché il suo contenuto subliminale è che tutte le religioni sono false.” QUANTA VERITA’!

  12. Fefral

    Oh cyrano….bel post! Sei il mio idolo 😉
    Biondone così nella vera religione? Sì che ci sono ma sono meglio le more 🙂

    1. Il tuo idolo! Meno male: era proprio quello che speravo di ottenere! 😀
      Quanto ai segreti sulle mie preferenze, non me li tirerete fuori neanche sotto tortura (e spero di non averli già spifferati in qualche altro post).

  13. DaniCor

    danicor
    12 agosto 2011 a 00:00 #
    Oh no!
    Perché non mi lasciate in pace? Non lo sapete che leggendo certe cose mi prendono i cinque minuti? Poi prendo la Hattori Hanzo e non mi fermo più…
    “Perché , allora il “Grande Economista” non ha suggerito la vendita di tutti i beni della Chiesa (in deroga ai patti e lateranensi e ulteriori) e con il ricavato dare fiato all’economia e al popolo?”
    Sempre la solita solfa!!! E i poveretti, diamo da mangiare, vendiamo tutto, ecc, ecc. (per inciso, i teologi della liberazione lo dicevano già tutto ciò 30 anni fa in Brasile e il risultato è che la gente vuole andare in chiesa per sentir parlare di Cristo e non per avere altri assistenti sociali, alla fine abbiamo chiese cattoliche vuote e quelle protestanti piene).
    Ma veramente pensiamo che, ai giorni d’oggi, se la chiesa non contasse anche economicamente e politicamente farebbe un servizio migliore? Ricordo ancora che ogni giorno muore un cristiano ogni 5 minuti A CAUSA DELLA SUA FEDE (non cito più siti a casaccio per confermare il dato, pena scontentare la matrigna e lo Scriteriato, che comunque era stato ripreso da innumerevoli testate quando divulgato).
    Si potrebbe dire che il potere temporale ed economico della chiesa aveva raggiunto livelli esagerati, ma credo che il prezzo sia stato pagato (un proverbio portoghesi dice “Deus escreve certo por linhas tortas” – Dio scrive dritto su righe storte)… Qualche raddrizzata ogni tanto fa bene all’anima!
    Ma torniamo all’oggi. La Chiesa cattolica è ovunque ci sia l’uomo, è la nei posti più disperati della terra e tante volte c’è solo lei… Quello non vuol dire che non debba esserci anche in altri ambiti culturali e sociali. L’anima dei ricchi vale meno di quella dei poveri???
    Sicuramente uno che è nato agiato farà più fatica a staccarsi delle cose terrene, ma per questo non devono essere convertiti? I soldi, la scienza, la cultura non sono bene/male a se stessi: sono mezzi che vanno usati per un fine. Pensate quanto bene potrebbero fare tanti appartenenti alle classi dirigenti se convertiti!!!!
    Pensiamo per ipotesi di vendere tutto il patrimonio artistico della chiesa, cosa avremo ottenuto? Che questi beni che ora sono di tutti gli uomini verrebbero privatizzati. Pensate bene che bene fa una cattedrale con le sue vetrate, con i quadri le statue… tutto lì, gratis, mantenuto dalla chiesa per tutti noi. Pensiamo solo ai beni che lo stato Italiano ha confiscato durante il Risorgimento quanto ci costano in tasse e come vengono mantenuti? Pensiamo al bene che fanno all’economia di questo bel paese le meraviglie artistiche che la cristianità ha prodotto… Arte, bellezza, grandezza a portata di tutti signori, questo sì è grandioso!!!!
    “A gente não quer só comida
    (Noi non vogliamo solo cibo)
    A gente quer comida
    (vogliamo cibo)
    Diversão e arte
    (divertimanto e arte)
    A gente não quer só comida
    (Noi non vogliamo solo cibo)
    A gente quer saída
    (Vogliamo una uscita)
    Para qualquer parte…”
    (Da qualche parte)
    Diceva una rock brasiliano anni ’80

    ALVISEEE te lo riposto qui perché l’avevo scritto ieri sul tardi. io chiudo l’argomento perché credo che il post de mitico Cyrano abbia degli spunti molto più mertevoli da riflettere.

  14. Patti Lateranensi constavano di tre distinti documenti: il Trattato che riconosceva l’indipendenza e la sovranità della Santa Sede e fondava lo Stato della Città del Vaticano; con diversi allegati, fra cui, importante, la Convenzione Finanziaria; e il Concordato che definiva le relazioni civili e religiose in Italia tra la Chiesa ed il Governo (prima d’allora, cioè dalla nascita del Regno d’Italia, sintetizzate nel motto: «libera Chiesa in libero Stato»). La “Convenzione Finanziaria” regolava le questioni sorte dopo le spoliazioni degli enti ecclesiastici a causa delle leggi eversive.

    È stata poi prevista l’esenzione, al nuovo Stato denominato «Città del Vaticano», dalle tasse e dai dazi sulle merci importate ed il risarcimento di «1 miliardo e 750 milioni di lire e di ulteriori titoli di Stato consolidate al 5 per cento al portatore, per un valore nominale di un miliardo di lire»[1] per i danni finanziari subiti dallo Stato pontificio in seguito alla fine del potere temporale.

    1. Giuseppe

      http://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_3.wp;jsessionid=D6AF280407BD6C1AC1316071487B0283.ajpAL01?detail=y&aip=AIP32617&tab=a&tabaip=y&ait=AIT32552&aia=AIA32730#testoDetail
      Darei un’occhiatina all’art.48.
      Fammi sapere se trovi sostanziali differenze.
      Al momento me ne sovviene solo una: la Karnak non ha sede nello Stato Città del Vaticano http://www.libertas.sm/cont/news/a-san-marino-dipendenti-karnak-contro-report-rai3/13289/1.html
      ps hai notato la bontà? solo fonti della RSM

  15. Alessandro

    Nel 2005 ai “colleghi” cardinali, radunati per eleggere il nuovo papa, G. Biffi disse: “Qualche giorno fa ho ascoltato alla televisione una suora anziana e devota che così rispondeva all’intervistatore: ‘Questo papa, che è morto, è stato grande soprattutto perché ci ha insegnato che tutte le religioni sono uguali’.
    Non so se Giovanni Paolo II avrebbe molto gradito un elogio come questo.”

    No, non avrebbe gradito per niente. Avrebbe picchiato il pugno sul tavolo. Si veda la vicenda della Dominus Iesus…

    “Il papa stesso ha voluto in prima persona la dichiarazione dogmatica circa l’unicità e l’universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa, ‘Dominus Jesus’, nonostante le dicerie che hanno attribuito a una ‘fissazione’ del cardinale Ratzinger o della congregazione per la dottrina della fede il fatto di aver voluto questa famosa dichiarazione, dicerie che si erano propagate anche in campo cattolico. Sì, è Giovanni Paolo II stesso che aveva chiesto in prima persona la dichiarazione, perché era rimasto colpito dalle reazioni critiche alla sua enciclica sulla missionarietà, la ‘Redemptoris Missio‘, con la quale voleva incoraggiare i missionari ad annunciare il Cristo anche nei contesti dove sono presenti altre religioni, per non ridurre la figura di Gesù a un qualsiasi fondatore di un movimento religioso. Le reazioni erano state negative, soprattutto in Asia, e il papa ne era rimasto molto amareggiato. Allora, nell’Anno Santo – anno cristologico per eccellenza – disse: ‘Per favore, preparate una dichiarazione dogmatica’. È stata così preparata la ‘Dominus Jesus’, densa, scarna e con un linguaggio dogmatico…
    Non solo in campo laico, ma anche in campo cattolico alcuni si allinearono a queste critiche. Il papa rimase doppiamente amareggiato. Ci fu una sessione di riflessione proprio su queste reazioni, soprattutto dei cattolici. Alla fine della riunione, con forza il papa ci disse: ‘Voglio difenderla e voglio parlarne domenica 1° ottobre [del 2000], durante la preghiera dell’Angelus – eravamo presenti io, il cardinale Ratzinger e il cardinale Re – e vorrei dire questo e quest’altro’. Abbiamo preso nota delle sue idee e abbiamo redatto il testo che lui ha approvato e poi pronunciato. Era la domenica in cui venivano canonizzati i martiri cinesi. La coincidenza aveva suggerito a qualcuno una certa prudenza: «Non conviene – gli suggerivano taluni – che lei parli della ‘Dominus Iesus’ proprio in quel giorno, è meglio che lo faccia in un altro contesto. È meglio che lo rimandi, potrebbe renderlo pubblico l’8 ottobre, nella domenica del giubileo dei vescovi, alla presenza di centinaia di presuli’. Ma il papa rispose così a tali obiezioni: ‘Come? Adesso devo rimandare? Assolutamente no! Ho deciso per il primo ottobre, ho deciso per questa domenica, e domenica lo farò!’”
    E lo fece

    1. Alessandro

      La testimonianza sulla condotta tenuta da Giovanni Paolo II sta nel libro:

      Tarcisio Bertone, “Un cuore grande. Omaggio a Giovanni Paolo II”, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2011

    2. Alessandro

      grazie a te!
      sul colore della capellatura femminile mi sbilancio con un filmato (dalla qualità pessima, ma basta capirsi. Guardi l’inizio chi è interessato)

  16. DaniCor

    Cyrano, credo che citando la sacerdotessa bionda, Charlize Theron e Nicole Kidman una mezz’idea ce l’hai data.,,

    1. Perché Audrey Tautou mi stava più simpatica dopo Amelie che dopo i film sui libri di Brown, e Keira Knightley è più tipo da pirati bellocci che da malinconici poeti-spadaccini… 🙂

    2. Fefral

      Che carino Amelie. L’ho visto solo qualche mese fa. Uno dei pochi film davanti a cui sono a non dormire

  17. fefral

    “L’idolatria non è una faccenda morale, e non si può star certi di evitarla neanche provando a credere in Dio: anche del nome di Dio si può fare idolatria”
    questa frase mi ha lasciata un po’ interdetta….
    non perchè non la condivida, tutt’altro: ne ho purtroppo molte esperienze dirette. Il rischio di trasformare in idoli anche delle cose in sè buone è dietro l’angolo, sempre, per tutti. Anche per chi si impegna onestamente in un cammino di santità, anche chi agisce per testimoniare la vera religione, anche per chi spende il suo tempo e la sua vita per fare il bene.
    Le bionde platinate in fondo sono idoli facilmente smascherabili.
    Quanto più rischiosi sono gli idoli “buoni”, gli idoli dei buoni! Confondere i mezzi con il fine, sostituire la religione a Dio, le regole alla carità!

    1. Proprio per questo, “che la tua vita non sia una vita sterile. Sii utile. Lascia traccia. Illumina, incendia tutti i cammini della terra”

  18. Grazie. L’idolatria è una tema che mi è caro (beh, il tema appunto: non l’idolatria, anche se come tutti, come dimostri, rischio ad ogni passo di cascarci dentro).
    Ed ho apprezzato molto il riferimento ai segni; latenti, composti e pudichi. C’è un gran bisogno di segni, ma non possiamo lamentarci se poi non li vogliamo cogliere.

  19. fefral

    “Ecco perché nella Scrittura (dell’unica religione rivelata da cima a fondo) non è l’assassino il peccatore per eccellenza, né il ladro, né l’adultero, né l’ateo, bensì l’idolatra”
    ‘sta cosa è forte! Non ci avevo mai pensato.
    L’idolatra sostituisce a Dio qualcosa che si è fatto lui, con le sue mani. Qualcosa che gli viene forse più facile comprendere, più a portata di mano rispetto al mistero di un Dio che ha le sue logiche così tanto spesso all’apparenza assurde.
    Ma il rischio che io vedo più grande, lo ripeto, non è negli idoli di carta patinata (o di pixel) di cui è pieno il mondo. Quelli alla fine ti si sfasciano in braccio.
    Il rischio è di idolatrare una persona, un ideale, un sogno.
    Non so Cyrano cosa volesse dirci con questo post. Ma non mi pare che volesse parlare del confronto tra la religione cattolica e le altre.
    E neppure (o forse sì?) credo che il suo fosse un post sulla gnocca (bionda o mora? magari poi gli piacciono le rosse 🙂 )

    1. Fefral

      Ok allora parliamone: se bionda passi, purché non sia tinta bionda ma naturale. Occhio alle finte more: sono le peggio!

  20. Adriano
    12 agosto 2011 a 14:22 #
    La seconda novella afferma una cosa, la terza un’altra.

    –E se uno le avesse lette tutte, avrebbe scoperto molte altre cosette interessanti.

    Infallibilità di Boccaccio? Mai detto.

    –No? Porca Svizzera!

    Quanto a quella del Papa: non mi pare che le affermazioni sull’”unica vera religione” siano state proclamate come infallibili. Ma posso sbagliarmi…
    Non so quale sia la posizione del Papa in proposito. Se dice che il cattolicesimo è la “vera” religione, allora che senso hanno gli incontri ecumenici con chi crede in “false” religioni?

    — ogni religione, per definizione, pensa di essere l’unica vera. Solo una lo è.
    Sul senso degli incontri ecumenici, dovresti chiedere a chi li organizza e ai vari dignitari di tutte le religioni che vi partecipano.

    A questo proposito, che pensi di questa frase?
    «O miscredenti! Io non adoro quel che voi adorate e voi non siete adoratori di quel che io adoro. Io non sono adoratore di quel che voi avete adorato e voi non siete adoratori di quel che io adoro: a voi la vostra religione, a me la mia»

    — Non ne penso proprio nulla, non sono in cerca di guai.

    1. Adriano

      “–E se uno le avesse lette tutte, avrebbe scoperto molte altre cosette interessanti.”
      Certo, ma mi riconosco in quella che ho citato. D’altra parte anche leggendo le Sacre Scritture si trovano “molte altre cose interessanti”! 😉

      “ogni religione, per definizione, pensa di essere l’unica vera. Solo una lo è.”
      Quindi che senso ha dialogare con le altre religioni? Si tratta solo di occasioni per attrarre altri credenti?

      “Non ne penso proprio nulla, non sono in cerca di guai.”
      Accidenti, non sapevo che fosse così pericoloso esprimere la propria opinione… 🙂

  21. Un gatto bianco, ch’era presidente
    der circolo der Libbero Pensiero
    sentì che un gatto nero,
    libero pensatore come lui,
    je faceva la critica
    riguardo a la politica
    ch’era contraria a li pensieri sui.

    “Giacche nun badi alli fattacci tui,
    -Je disse er gatto bianco inviperito-,
    rassegnerai le proprie dimissione
    e uscirai da le file der partito:
    che qui la poi pensà liberamente
    come te pare a te, ma a condizione
    che t’associ a l’idee der presidente
    e a le proposte de la commissione!”

    “È vero, ho torto, ho aggito malamente…”
    Rispose er gatto nero.

    E pe restà ner Libero Pensiero
    da quela vorta nun pensò più gnente.

  22. Mi dispiace, ma io credo che solamente chi non crede davvero può trovare inconcepibile che il il cattolico affermi che la sua è LA VERA RELIGIONE.
    Mi è capitato di parlare di Dio, di Dio uno e trino, con un musulmano praticante (infatti lui mi dice che anche tra loro gli osservanti sono una minoranza, che ha tanti amici che mangiano salame e bevono il vino in allegra compagnia).
    Lui è l’unico che non si scandalizza se io in quaresima a pranzo mangio pane e acqua. Una volta, un venerdì di quaresima, lui è venuto in ufficio e insisteva che io prendesse qualcosa d mangiare. Io rifiutai categoricamente, lui insisteva dicendo che non dovevo mica fare la dieta. Allora spiegai che ero a digiuno, lui mi chiese di sapere di più, spiegai tutto: quaresima, Pasqua, fioretti, ecc). A quel punto non insistette più. Dopo Pasqua si presentò in ufficio con una colomba per me.
    Con lui ho dialogato sulla divinità di Dio, sul fatto che l’Islam riconosce Gesù come un grandissimo profeta, sul fatto che lui non può concepire che Dio, così immenso, possa farsi uomini e a lui ho fatto questa domanda “Nasser, per te Dio è onnipotente?”, “Si” rispose lui, allora chiesi “Allora perché poni limiti alle possibilità divine? Noi, anche volendo, non possiamo diventare Dio, ma Lui, se vuole, può farsi qualunque cosa: uomo, pane o vino.”
    Con un credente possiamo discorrere delle verità di fede tranquillamente, perché partiamo da tantissimi denominatori comuni.
    Credo che la paura di farlo, la paura di offendere “la dignità degli altri” provenga più dai propri dubbi che delle proprie certezze.
    Ma forse mi sbaglio.

    1. Adriano

      Danicor,

      Come è compatibile il fatto che uno creda nell’unica, vera religione e quello che si possa dialogare con chi crede in una delle altre religioni, necessariamente false?

    2. Giuseppe

      Adriano, è semplicissimo si segue Tommaso D’Aquino. Agli irrazionalisti del suo tempo che negavano ogni rapporto con coloro che non fossero cristiani,disse (in realtà dimostrò more solito con lunga ed accurata dissertatio) che c’è sempre una base comune ad unire gli uomini. Con gli ebrei la base è l’Antico Testamento , con gli islamici (allora erano il suo problema….) la ragione stessa che contraddistingue tutti gli uomini.

    3. Miriam

      Danicor, condivido fino alla più piccola virgola. Grazie.
      E’ una esperienza che conosco e confermo tutto quel che dici 🙂

    4. Alessandro

      “Come è compatibile il fatto che uno creda nell’unica, vera religione e quello che si possa dialogare con chi crede in una delle altre religioni, necessariamente false?”

      Perché, con chi crede in una delle altre religioni che cosa dovrei fare, se son cattolico? Mangiarmelo?
      E con un “diversamente credente” come te che ce faccio, io? Me te magno?

      Conosco un musulmano, con cui discuto di Trinità e di Gesù Cristo senza indorare la pillola e senza tacere quello che dice il Catechismo, lui ovviamente non è d’accordo e ribatte, alla fine ciascuno dei due sa che 1) l’altro pensa di professare la vera religione, 2) solo una delle due può essere quella vera, ma non per questo ci detestiamo e ci insultiamo. (Aggiungo che con lui posso parlare con questa libertà, ma con parecchi suoi correligionari – un po’ s’arrabbia se glielo dico, ma in fondo sa che è così – se difendessi la mia religione con la stessa franchezza correrei qualche rischio, diciamo così…)

      Per la cronaca, lui è particolarmente sconcertato dalla mancanza di fede in Dio. Vive la perdita di fede religiosa in Europa come qualcosa di profondamente innaturale. Fa una gran fatica a parlare con un ateo dichiarato.

    5. Adriano

      Cyrano
      Ma qual è la posizione, a livello pratico, dei credenti, a prescindere dal Vaticano II?

      Giuseppe
      Approfondirò Tommaso D’Aquino.

      Alessandro

      “E con un “diversamente credente” come te che ce faccio, io? Me te magno?”

      Non so. Chiedo. 🙂

      “alla fine ciascuno dei due sa che 1) l’altro pensa di professare la vera religione, 2) solo una delle due può essere quella vera, ma non per questo ci detestiamo e ci insultiamo.”

      O forse nessuna delle due è quella vera, e potrebbe essere vera una terza! 🙂

      Quanto alla poca tolleranza tra i musulmani, di cui parli, personalmente ho trovato un atteggiamento simile anche tra diversi cattolici… E in alcuni casi le minacce verso chi la pensa in modo diverso non erano poi così leggere…

      1. Guarda, Adriano, personalmente mi regolo così. So che ogni uomo è creato a immagine di Dio (e anche questo non lo saprei se non fossi cristiano) e che non avrà pace che in Dio. Per questa ragione, ogni tentativo religioso di ogni uomo non può che contenere dei germi di verità. Il mio secondo obbligo è andare alla scrupolosa ricerca di questi germi di verità in tutte le culture che incontro, rispettando le persone e venerando il mistero che nel loro atteggiamento religioso si vela e si svela. Il mio primo obbligo è la fedeltà alla presunzione di Gesù, da cui ho, so e sono tutto me stesso e il resto: non ammetterò che qualcosa o qualcuno sia anche solo paragonabile a Gesù, ma cercherò le tracce di lui in tutto quello che di bello e di buono vedrò nell’altro. Sono fiducioso nel fatto che poi, quando parlassi anche a lui di Gesù, se ne innamorerebbe trovandovi la pienezza della propria pratica religiosa.

  23. 16Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: “Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?”. 17Egli rispose: “Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti”. 18Ed egli chiese: “Quali?”. Gesù rispose: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, 19onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso”. 20Il giovane gli disse: “Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?”. 21Gli disse Gesù: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi”. 22Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze.

    23Gesù allora disse ai suoi discepoli: “In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. 24Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli”. 25A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: “Chi si potrà dunque salvare?”. 26E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: “Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile”.

    27Allora Pietro prendendo la parola disse: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?”. 28E Gesù disse loro: “In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. 29Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.

    30Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi”.

  24. Una semplificazione del “libretto di istruzioni”
    Non c’è dentro “non commettere atti impuri”.
    Ma di dove sono saltati fuori questi “atti impuri”?

    1. Fefral

      Gli atti impuri è roba vecchia, ne parlava mosè con la faccia raggiante insieme ad altre 9 indicazioni.
      Gesù ne spiega il senso. Gesù è il senso
      A che serve osservare tutto quello che osserva il giovane ricco, a che serve adempiere la legge, se non si riesce a spogliarsi di tutto e seguirlo?
      Se vuoi essere perfetto…. la legge non basta se vuoi essere perfetto.

    2. Fefral: giustissimo, tant’è vero che annulla l’esecuzione della condanna a morte per l’adultera (che non era una cohen, peraltro)

    3. Alessandro

      Alvi’, i dieci comandamenti, le dieci parole scritte sulle tavole della Legge dal dito di Dio, come dice il libro dell’Esodo.

      “Dio allora pronunciò tutte queste parole:
      “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù:
      non avrai altri dei di fronte a me.
      Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra.
      Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano,
      ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi.
      Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano.
      Ricordati del giorno di sabato per santificarlo:
      sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro;
      ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te.
      Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro.

      Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio.

      Non uccidere.

      Non commettere adulterio.

      Non rubare.

      Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.

      Non desiderare la casa del tuo prossimo.

      Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo”.

      (Es 20, 1-17)

      Semplificando al massimo: in quel “non commettere adulterio” la tradizione cristiana ha visto un divieto riguardante la sfera della condotta sessuale, e quindi quel “non commettere adulterio” nei nostri dieci comandamenti è diventato “non commettere atti impuri”.

    4. Fefral

      [28]ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.

      Che brutta parola “divieto”!

      Sarebbe bello scrivere della differenza tra atto puro o impuro.
      Cos’è che rende impuro l’atto sessuale?

  25. Alessandro
    12 agosto 2011 a 17:27 #

    Per la cronaca, lui è particolarmente sconcertato dalla mancanza di fede in Dio. Vive la perdita di fede religiosa in Europa come qualcosa di profondamente innaturale. Fa una gran fatica a parlare con un ateo dichiarato.
    ——–
    e ccccià ragggggione!

  26. Ma, voglio dire, in definiva, io cerco di non essere stronzo, di essere onesto, di non nuocere a nessun ‘altro, di non rubare (in nessun modo ) (commetto atti impuri, lo ammetto, manuali) penso a tutte le cose che pensate voi, fo tutte le cose che fate voi (a parte andare in chiesa e il rosario) cerco di vivere in pace, se posso aiutare qualcuno cerco di farlo…. Che cosa avete VOI in più di me? Che credete in Gesù? E allora?
    Ma credete che che Gesù sia scemo da non capire che anche io o altri si potrebbe essere persone degne? Cosa avete Voi in più da offrirmi?Cosa dovrei fare per mettermi in regola? Cosa CAZZO dovrei fare secondo VOI?

    1. Adriano

      Alvise,

      Non ti saprei dire, ma mi pare che anche nel cattolicesimo esista il concetto di “giusto tra le nazioni”. Quindi, non so se ti possa rasserenare, ma è possibile che anche chi non crede possa salvarsi.
      Ma sono “diversamente credente” quindi è possibile che il cattolicesimo “ortodosso” dica qualcosa di diverso…

    2. Alvise, Gesù non è un controllore o un avvocato la cui amicizia “mi servirà un giorno” (per cui chi non lo conosce “un giorno si troverà nei guai”); fidarsi del suo charme, delle sue pretese, e poi scoprire “nello spirito” (spero tu prenda questa locuzione nel senso più alto) che è veramente vivo e vero, oggi… questo non può riassumersi a una questione di vantaggi o di svantaggi. Scopri semplicemente che lui è il contenuto di tutte le cose, e che senza di lui (da quel momento) tutto ti sembra vuoto. Ti chiedi come tu abbia potuto vivere fino a quel momento senza capire, provare e vivere una cosa del genere… e bruci dalla voglia di dirlo agli altri. Tutto qua. Personalmente, non ho niente di più da offrire (a nessuno) che il consiglio di provare a scoprire se davvero Gesù è vivo come tanti dicono, e come lui aveva promesso.

  27. CIUNQUE si può definire cristia no cattolico o come gli pare a lui, ma come fo io a sapere se è VERO? Anche io potrei dire, sono cristiano cattolico, ma non lo dico, allora è il dichiararsi che vale’? E se io non mi volessi dichiarare pubblicamente nulla? E se voi vi dichiaraste e se non foste? Come fate Voi a SAPERE che siete?Chi me lo garantisce a me questo? Chi mi garantisce a me che che il Papa lo è? Uno dice e per questo è quello che dice? E’ così? Te SRITERIATO “sei” cristiano? te Daniela 1 e 2? te Luigi? Te Alessandro? te FEFRAAAAAAA? te Giuliana? te Alberto? Te Cyrano? Te Miariam? Te Velenia? Te sorellastra? Te tutti gli altri? VOI SIETE?

    1. matrigna di cenerentola

      “Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto…” (1 Pt, 3, 15)

      di vero nel “dichiararsi” cristiani c’è solo questo, avere una speranza, e volerne dare testimonianza a chi voglia saperlo. La speranza è l’unico dono ‘teorico’ che può definire l’essere cristiani. E la fede? Pochi ne hanno, quelli che ce l’hanno spostano le montagne… Non è qui in discussione la carità, che però può essere un dono o una conquista anche per chi non è o non si ritiene cristiano. E alla fine saremo giudicati sulla carità (Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Mt 25) e non sulle dichiarazioni di voto.

    2. Alessandro

      “Anche io potrei dire, sono cristiano cattolico, ma non lo dico, allora è il dichiararsi che vale?” Sì, se non lo dici non vale, sta scritto nel manuale di istruzioni

      “E se io non mi volessi dichiarare pubblicamente nulla?” Evasore fiscale totale?

      “E se voi vi dichiaraste e se non foste?” Basta l’autocertificazione, ma i millantatori sono perseguibili

      “Chi mi garantisce a me che che il Papa lo è?” Dici che durante le riprese del film Moretti s’è portato via il papa e lo stata psicoanalizzando, e quello che c’è adesso a Castel Gandolfo è un sosia? Che scoop!

    3. Hai scritto una roba bellissima, Alvise. Tutte quelle domande sparate in fila come un’esecuzione. Una roba bellissima, come l’hai messa smista tu, l’unico vero domandone che c’è.
      Di persona. Io prenderò un treno e verrò a dirtelo di persona perchè credo.
      E’ una storia troppo importante, questa, Alvise, che tu creda.
      E lo sappiamo entrambi che sarò nel tuo bel giardino a guardarci negli occhi, lì ad un passo dalle violette che amo, non per convincerti, e nemmeno per sposarti – purtroppo 🙂 – .
      Io di concreto e meraviglioso nella mia vita piccina non ho che la fede. E non posso e non voglio ometterti neppure uno starnuto, di tutti i concretissimi motivi che mi tengono in vita perchè credo e unicamente perchè credo in Gesù Cristo, falegname di Nazareth, unigenito figlio di Dio fattosi carne per me che divoro come una fole furiose ogni giorno nella Santa Eucarestia, per il semplice stracciato motivo che non riesco a farne a meno, e non riesco a farne a meno semplicemente perchè quando sono innamorata e grandemente riamata – molto più di quanto la mia sciocca pretenziosità in fatto di uomini potesse mai sublimamente osare di immaginare – io ho il bruttissimo vizio di affamarmi ancor di più e di fremere a più non posso di quest’amore che mi viene porto, e di ripresentarmi a ricevere ancora quella stradose d’amore, più puntuale di un orologio porco svizzero, senza che nemmeno i miei sogni più alti potessero così furiosamente ardere di ricevere e così assurdamente gratuitamente ( i miei sogni sono altissimi, Alvise, altissimi, altissimi, Alvise, e da sempre, e di più alto dei miei sogni c’è soltanto questa mia consapevolezza della loro altissima altezza, tipo una torre, santo cielo se non sto scherzando).
      Io prenderò un bel trenino, Alvise, te verrai a prendermi alla stazione, e rideremo di mille cose, dentro quel tuo giardino. Ma più di tutto riderai della mia insolenza, e di tutta quella mia pretenziosità in fatto di uomini, e di quanto sarebbe stato impossibile, non credere a Dio soltanto a un passo da quell’uccellino, ma Dio è un filino – qui ti sorrido, non rallento ma ti sorrido – più audace ancora di me, e non solo ha allora fatto un attimo i firmamenti, ma m’ha dato una vita così concreta e così zeppa di impercettibili e cattedralici dettagli concreti del suo inintermittente intervenirci sempre – oh quanto tragicamente e idillicamente concreti – che non posso esimermi dallo snocciolarteli uno per uno, uno per uno, se solo avrai la dolcezza di ascoltare, io bevo coca cola, ma un bicchiere di vino nel mentre sarà più dolce ancora.
      Io verrò, Alvise.
      Poi non dire che non t’avevo avvisato.

  28. Fefral

    Alvi’ io da offrirti c’ho solo il caffè.
    Non c’ho niente in più di te.
    Gesù non è scemo, decisamente. Perché non glielo chiedi a Lui se devi fare qualcosa per metterti in regola?
    Io provo a chiederglielo ogni tanto. A volte mi giro dall’altra parte e me ne vado triste.
    Qualche volta invece ho trovato il cento per uno.
    La vita eterna…per ora ancora no :-), confido nel fatto che lui è buono e magari mi chiamerà un giorno in cui non sono stata troppo stronza

    1. Te sei una Fefral!!! E questo è un fatto! Ma io volevo solo dire che non mi sento diverso da
      voialtri credenti. Apparteniamo o no tutti alla gran torma degli uomini?Dove è la differenza? Nelle parole?Se io dichiarassi di credere sarei
      a posto? Se non credo nella Chiesa non sono a posto? Voi siete a posto? Chi è a posto’?Chi lo decide questo? La domanda è mal posta?

    2. Fefral

      Si alvì, la domanda è mal posta.
      Perché vuoi essere a posto?
      Io vorrei essere felice, non a posto.

  29. risposta seria:
    “Il fariseo e il pubblicano

    [9]Disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: [10]«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. [11]Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. [12]Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. [13]Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. [14]Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato»”
    (Vangelo secondo San Luca, 18, 9-14)

    1. Io non presumo di essere giusto. Ho detto che “cerco “di fare il mio meglio. Riconosco di essere una mezza sega sia mentale che civile che umana. Che dovrei fare’?Levarmi dal mondo ?Ci penso continuamente!.

    2. Alessandro

      Più che sega tu sei Scalpello, Scopel.
      Se proprio vuoi levarti dal mondo, non farti gesuita (che c’hai la testa gia incasinata, se entri nei gesuiti…). Una francescano. Un francescano dell’Immacolata, via

  30. DaniCor

    Alviiiii
    Se io sono cristiana?
    Ci provo
    Indegnamente ci provo
    E casco
    E mi rialzo
    Casco ancora
    Mi rialzano gli amici
    E ancora, e ancora un’altra volta
    Mi rialza Lui
    Una presenza che ho imparato non senza dolori
    Non senza dubbi
    Che c’è
    Che cammina con me
    Che mi ama
    Che mi rende più donna
    Che mi rende più figlia
    Che mi rende più moglie
    Che mi rende più madre
    Che mi rende migliore di me

    Ma non necessariamente migliore di te
    o di nessun altro nella faccia di questo meraviglioso mondo.

  31. matrigna di cenerentola

    Poco più sopra ho scritto un commento ad Alvise citando la prima lettera di Pietro

    “Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto…” (1 Pt, 3, 15)

    Io non conosco nessuno di voi, ma la citazione mi è venuta in mente leggendo i vostri commenti: ecco, mi sembrate (molti di voi) persone che veramente danno ragione della speranza che è in loro… vi ringrazio, date speranza anche a me, non la speranza (che non mi manca) nel Regno, ma più banalmente nel futuro che aspetta i vostri figli e i miei nipoti, che non sarà del tutto scombinato se ci sono persone come voi. Grazie!

    1. E’ quasi l’una di notte e son ora ora evaporate le mie speranze di non addormentarmi, almeno stavolta, senza commuovermi
      pensando o ricordando brandelli di questo giorno donatomi dal Cielo.
      Ce l’avevo quasi fatta, comunque. Mannaggia a me che mi fermo a scorrere i commenti.
      Qua c’è una mamma che dice “Grazie”. Ma lo dice così…
      -Uffààààààààààà.
      Ho bisogno di un cuscino nuovo.
      E mannaggia.
      Buonanotte, eh.

    1. Alessandro

      amletica.
      è
      o non è
      o crede o non lo è?
      e per essere bisogna dirlo?
      o puoi essere anche se non lo sai?

    2. Fefral

      Hai ragione Francesca, ma alvise fa delle domande. E uno ci prova a rispondere.
      Alvì, piuttosto, si può sape’ che c’hai?
      T’è venuto il cagotto e adesso non ti sta più bene pensare che tanto tutto finisce?

    3. DaniCor

      Tu sei un’altra che, se fosse possibile, ci infilerei Gesù dentro al cuore a forza! Ma non se può….
      Ma mi stai troppo simpatica!

    4. Amletica perché “Parole, Parole, Parole” è battuta di Amleto (atto II, scena IIa)
      Direbbe ‘Words, Words, Words’, ma non formalizziamoci 😀

    5. Certamente è anche Mina, ma siccome si parlava della cugina del Genio Cosmico mi sembrava più chic citare il buon vecchio Amleto, porca Danimarca!

    6. Alessandro

      ecco, così dopo la Svizzera e la Svezia (per quella questione dell’asilo asessuato) ci siam giocati pure la Danimarca.
      Dalla nostra solo il Brasile (grazie a DaniCor). Basterà per vincere? Chi vivrà…

    1. Non possumus, più che altro: come spiega il Genio Cosmico nel Libro, ‘porca Svizzera’ è dovuto all’assenza, colà, delle armi atomiche.
      Caratteristica che troviamo anche nella mia Danimarca e nella Svezia di Alessandro.
      Essendoché Parigi ha un fior fiore di missili atomici per tutti i gusti, VIVE LA FRANCE, aprescinderevolmente

  32. Adriano

    Cyrano
    13 agosto 2011 a 00:36

    Grazie Cyrano della tua spiegazione. Se ci sono germi di verità in ogni religione, questo significa che le stesse non sono del tutto sbagliate…

    “So che ogni uomo è creato a immagine di Dio (e anche questo non lo saprei se non fossi cristiano)”

    In realtà pare che anche molti musulmani riconoscano lo stesso (questo in base all’interpretazione di un hadith, e non al Corano). Un altro punto in comune, quindi! 🙂

    Buon ferragosto a tutti!

    1. Adriano, i punti in comune sono in questo campo anche meno importanti della via per cui vi si giunge e dei princìpi per cui li si guadagna. Esempio: se i cristiani smettessero di professare il dogma cristologico così come lo professano guadagnerebbero probabilmente centinaia di milioni di adesioni. «Dobbiamo farlo?» No. Ancora, se i cattolici smettessero di professare la loro dottrina sacramentaria ricucirebbero in un lampo uno strappo di cinque secoli o buona parte di esso. «Dobbiamo farlo?». No.
      Sarebbe come un bambino che pretendesse di aver finito i compiti solo perché dalle ultime pagine del libro ha sbirciato la soluzione dell’espressione e l’ha tranquillamente copiata sul foglio bianco. Pazienza per le cancellature, gli errori e le ripetizioni: l’esercizio consiste in questo, e la verità non si trova sulla pagina delle soluzioni.
      In sintesi, ho detto tutto e solo quello che ho detto; per di più, l’ho detto in quella forma perché in altre non l’avrei condiviso. Attieniti a questo, e buon ferragosto anche a te. 🙂

      PS: ora, lo so che tu “non intendevi”, “non hai detto”, “hai posto solo una domanda”, “hai liberamente espresso la tua opinione”, ma se hai solo questo da dire risparmiati la replica. Non è meglio partecipare a una bella grigliata agostana? Io sto andando proprio là!

    2. Giuseppe

      @Cyrano “Se i cristiani smettessero di professare il dogma cristologico” scusa quale dogma? Se levi la fuffa cioè le solite parole parole parole di cui sopra, sicuro che i protestanti hanno un dogma cristologico? Per quel che vedo, come ben dimostrani gli afflti nordamericani, i protestanti sono solo degli ebrei con una piccola appendice, Cristo: taglaita appena diventa purulenta.
      I cattolici “ricucirebbero in un lampo uno strappo di cinque secoli o buona parte di esso” già fatto! Almeno con i literani: spesso si dimentica che il 31/10/1999 ad Ausburg 469 anni dopo le tesi di Lutero, la Federazione Mondiale luterana ha sottoscritto la “dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione” (http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/chrstuni/documents/rc_pc_chrstuni_doc_31101999_cath-luth-joint-declaration_it.html#top) nella quale si afferma che la tradizionale dottrina cattolica così come espressa dal Concilio di Trento in nulla contrasta con la giustificazione di Lutero.
      Naturalmente, resta il ruolo del Papa, ma questo implica ammettere un Pastore ovvero che le dichairazioni di idioti in cerca di 15 minuti di notorietà non fanno testo.

      1. Giuseppe, la situazione coi protestanti è ben più complicata di così. Certo che hanno un dogma cristologico (e non solo): anche senza sfogliarla, dare un’occhiata alla valanga di volumi di cui la “Dogmatica ecclesiale” di Barth consta basta a farsene un’idea. Non sono solo parole-parole-parole, e coi luterani si può cominciare a fare un serio discorso anche sul concetto di tradizione in generale, visto che dopo cinque secoli i contraccolpi delle dinamiche ecclesiali li hanno vissuti anche loro, benché lontani da Roma. Purtroppo non posso che dissentire fermamente dal luogo comune che hai espresso (e sulla nota antisemita in particolare). Detto questo, bisogna perlomeno distinguere a grandissime linee tra i riformati storici e le numerosissime sette pentecostali, che pullulano ovunque, dal primo al terzo mondo: questi sono perlopiù (ma non solo) dei fanatici integralisti incapaci di considerare come anche la Scrittura, divinamente ispirata, sia tuttavia un prodotto ecclesiale (e questo pone problemi di ecclesiologia, problemi tali da far risultare per certi versi anche la cristologia un po’ sbilenca, ma tutt’altro che inesistente).
        Sulla dichiarazione congiunta, invece, vorrei tanto poter darti ragione, ma neanche qui posso. Non si afferma che in nulla la dottrina tridentina e quella luterana contrastano, ma si spiega pacatamente dove e perché divergono, mostrando le ragioni della reciproca comprensione. Non va neanche dimenticata, poi, la reazione che ebbe la federazione luterana mondiale pochi mesi dopo la dichiarazione congiunta, quando furono promulgate dalla penitenzieria apostolica romana le norme per i consueti esercizi atti a lucrare le indulgenze durante il Giubileo! Ai luterani sembrò che Roma avesse giocato sporco, e ovviamente si sbagliavano. I rapporti vanno molto meglio, come ha riferito anche recentemente Kasper, ma una sintesi rosea come la tua non vale neanche, purtroppo, nei confronti degli ortodossi.

  33. Stavo per dirgli [al prete che è andato a trovarlo in cella] di andarsene e di lasciarmi, quando ha esclamato, all’improvviso, rivolgendosi a me: ” No, non vi posso vi posso credre ono sicuro che vi è accaduto di desiderare un’altra vita.” Gli ho risposto che sì, naturalmente, ma non più che di desiderare di essere ricco, di nuotare veloce o di avere una bocca meglio disegnata. Cose dello stesso genere, Ma lui mi ha interrotto e voleva sapere come io vedevo quest’altra vita: allora gli ho urlato: “Una vita in cui potrò ricordarmi di questa!” e alla fine gli ho detto che ne avevo abbastanza, che se ne andasse. Voleva ancora parlarmi di Dio , ma mi sono avvicinato e ho cercato di spiegargli un’ultima volta che non mi restava molto tempo. Non volevo perderlo con Dio. Ha cercat
    odi cambiare argomento chiedndomi perché lo chiamavo “signore” invece di ” padre”.
    Questo mi ha infastidito e gli ho risposto che non era mio padre,Era uno come gli altri.
    “No fglio, ha detto, mettendomi una mano sulla spalla:Io sono con voi, ma voi non lo potete sapere perchè avete un cuore cieco..Pregherò per voi” Allora non so perchè , ma uqalcosa mi si è rotto dentro,. Mi sono messo a urlare, l’ho offeso, gli ho detto che non pregasse. L’avevo preso per i colletto della tonaca. Vomitavo su di lui tutto il fondo del mio cuore con dei sussulti misti di dolore e di gioia. Era così certo, vero? Perchè nessuna delle sue certezze valva quanto il capello di una donna? Non era nemmemno sicuro di essere in vita perchè viveva come un morto: io sembravo avere niente in mano , ma ero sicuro di me, sicuro di tutto, più sicuro di lui, della mia vita e della morte che stava per arrivare. Sì, non avevo che questo. Ma lameno ero padrone di questa verutà come lei era padrona di me. Avo avuto ragione, avevo ancora ragione, avevo sempre ragione: Avevo vissuto in una maniera e avrei potuto vivere in un’altra: Avevo fatto questo e non avevo fatto quest’altro. E allora? Nulla, nulla aveva importanza e io sapevo bene perché e anche lui lo sapeva

  34. “Nel 2003 su circa 100 mila immobili appartenenti in Italia alla Chiesa e ad enti ecclesiastici si contavano nel campo dell’istruzione 8.784 scuole, suddivise in 6.228 materne, 1.280 elementari, 1.136 secondarie e 135 universitarie o parauniversitarie, 5 grandi università oltre a 2.300 musei e biblioteche

    1. Adriano

      Poliziotto? Quale poliziotto?
      Comunque non mi riferivo alle foto, ma al senso dell’evento, così come viene descritto sotto la prima foto. A scanso di equivoci, vi riporto il testo qui sotto:


      Sono donne e rivendicano il sacrosanto diritto a non essere importunate per il loro abbigliamento e, soprattutto, di non essere aggredite o molestate. Appartengono ai più diversi ceti sociali ma sfilano senza imbarazzo e con provocazione nelle strade delle città del mondo per manifestare il dissenso verso chi pensa che indossare un abito succinto sia una sorta di invito a considerle “facili”. Dopo Londra, Sydney, Parigi tocca a Berlino dove si è svolto il “Slutwalk” tra la curiosità della gente e i flash dei fotografi

    2. Complicato, ma riporto (tradotto) il primo commento che su DieZeit la notizia ha avuto: «Le prostitute non sono un oggetto sessuale? Per me la significatività di questo evento è ancora un rompicapo».

      Potrei fermarmi qui, aggiungo che in generale pretendere che le cause non producano effetti (senza per questo giustificare gli autori degli effetti con l’idiozia delle autrici delle cause) è una nevrosi pubblica tipica del nostro tempo… un mondo adolescente. Speriamo che cresca, prima o poi.

    3. Adriano


      Le prostitute non sono un oggetto sessuale?

      Ma non è una manifestazione di prostitute questa…

      “in generale pretendere che le cause non producano effetti (senza per questo giustificare gli autori degli effetti con l’idiozia delle autrici delle cause) è una nevrosi pubblica tipica del nostro tempo… un mondo adolescente. Speriamo che cresca, prima o poi.

      Perché definisci “idiozia” l’atteggiamento delle donne che vogliono semplicemente vestirsi come meglio pare loro? E questo legame causa-conseguenza è così ineluttabile?

      1. Perché vuoi definire crimine l’atteggiamento di uomini che vogliono semplicemente prendersi ciò che piace loro? Forse perché questo lede l’altrui libertà? D’accordo, ma nel consorzio civile non lede l’altrui libertà anche la pubblica indecenza?
        Non si tratta soltanto di una manifestazione di prostitute, Adriano, ma da quello che leggo sui giornali tedeschi pare che il nucleo iniziale fosse proprio di prostitute stanche di continue aggressioni serali. Naturalmente la questione non sta su questo punto, e il nome della manifestazione potrebbe essere proprio una pura provocazione (come anche i costumi delle “dimostranti”, ma è necessario “provocare” e “in quel modo”, per dimostrare qualcosa?).
        Quanto all’ineluttabilità, se lo fosse in modo necessitante si dovrebbe davvero scagionare il criminale, e questo è lontano anni luce da una mente ragionevole. Ma lontano anni luce da una mente ragionevole è anche dimenticare cos’è la natura umana e quanto sia forte l’attrattiva che il male vi esercita (perché la grazia, ora, è “poter non peccare”, non “non poter peccare”). Totalmente irragionevole è dimenticare che i vizi vanno combattuti, non assecondati, non accarezzati. La pubblica decenza è una nota di delicatezza verso tutte le persone, non la si può cancellare con un “a me va così”.

        …o qualcuno ne pagherà le conseguenze.

        Mi fanno ridere (amaramente) queste persone che vorrebbero essere così civili da dimenticarsi la natura e finiscono ad essere così “naturali” da dimenticarsi la civiltà.

  35. Alessandro

    “Sono curioso di sapere cosa ne pensate…”

    Il mio interesse per la “manifestazione” è pari a zero, anzi a sotto zero. Mi spiace che esistano zucche vuote che vi partecipano, e che giornali che si atteggiano a “colti” come Repubblica con il pretesto pusillo di informare su una “sacrosanta rivendicazione sociale” diano spazio a fotografie da postribolo, sfoggiate solo per titillare gli abietti appetiti dei guardoni. Ma l’ipocrisia di Repubblica è nota.
    Se la prossima volta eviti di postare ‘ste zozzerie mi fai un piacere personale. Grazie.

    1. Giuseppe

      Il poliziotto c’entra. Dopo un ennesio stupro nella città di Toronto una giornalista che pressava un poliziotto per sapere cosa stessero facendo per fermare l’ondata di crimine, si senttì rispondere: se andate vestite come p….. perchè vi lametate che vi stuprino?
      Apriti cielo: le signore dettero vita ad una sfilata in abiti ancor più succinti del solito con la scritta stuntetc fatta con il rossetto. In tal modo rivendicavano il diritto di andar vestite come pare e piace senza dover subire interferenze di sorta. Resto sempre in attesa di sapere se al lavoro vanno vestite come nella manifestazione e se son disponibili ad un bel tour, offro io il biglietto, in Artabia/Iran/Maldive fuori dai villaggi.
      Per finire: c’è un’altra brillante campagna che gira: maschi famosi si fan fotografe con un cartello su cui è scritto: un vero uomo non compra una donna.
      A me piacerebbe, per la parità dei sessi, di lanciarne un’altra: una vera donna non si vende ad un uomo. Ma al momento non trovo adepte

  36. Adriano

    Cyrano

    “Perché vuoi definire crimine l’atteggiamento di uomini che vogliono semplicemente prendersi ciò che piace loro? Forse perché questo lede l’altrui libertà? D’accordo, ma nel consorzio civile non lede l’altrui libertà anche la pubblica indecenza?”

    E dov’è il limite della pubblica indecenza? Chi lo decide? E in base a cosa? C’è chi impazzisce quando scorge un ginocchio femminile e chi, come me, non ha problemi a vedere donne completamente nude.

    “Non si tratta soltanto di una manifestazione di prostitute, Adriano, ma da quello che leggo sui giornali tedeschi pare che il nucleo iniziale fosse proprio di prostitute stanche di continue aggressioni serali.”

    I giornali tedeschi non dicono così. La manifestazione è nata in Canada quattro mesi fa, quando un poliziotto ha consigliato alle donne di non vestirsi da prostitute. Infatti il nome è proprio una provocazione e le prostitute non c’entrano nulla.

    “Ma lontano anni luce da una mente ragionevole è anche dimenticare cos’è la natura umana e quanto sia forte l’attrattiva che il male vi esercita”

    Quale attrattiva? Personalmente non sento nessuna attrattiva verso una donna solo perché senza vestiti, figuriamoci se vestita in modo succinto.

    Alessandro
    Sozzerie? E dove? Io ho visto solo donne… Quindi qualcosa creato da Dio è sozzo?
    Detto questo, no, non smetterò di postare. Ma metterò un avviso, così eviterai di incappare in cose che non ti garbano.

    Giuseppe
    “Resto sempre in attesa di sapere se al lavoro vanno vestite come nella manifestazione e se son disponibili ad un bel tour, offro io il biglietto, in Artabia/Iran/Maldive fuori dai villaggi.”

    Scusa, ma che c’entra? Non pensi che in Occidente ci sia indubbiamente una maggiore libertà di espressione?
    Facendo un parallelo, chi porta un crocefisso al collo in paesi dove il cristianesimo non è ben visto, fa un’idiozia, come definita da Cyrano in uno dei commenti precedenti, ed è la causa di un eventuale pestaggio (o peggio)? No, non metto sullo stesso piano le due cose. Ma entrambe fanno parte di quella libertà di espressione, non trovi?

    “A me piacerebbe, per la parità dei sessi, di lanciarne un’altra: una vera donna non si vende ad un uomo. Ma al momento non trovo adepte”

    Che vuoi dire con questo?

    ————-

    Qualche giorno fa in queste pagine è stato postato un breve stralcio di Persepolis, un bel cartone animato in bianco e nero, nel qule due poliziotti iraniani si lamentavano con una donna perché, correndo, muoveva il sedere. La sua risposta? “E voi smettetela di guardarmi il culo!”
    Non potrebbe essere più semplice insegnare alle persone semplicemente a non considerare gli altri come oggetti, a prescindere dalle eventuali pulsioni sessuali che potrebbero provare?

    1. Alessandro

      “Alessandro
      Sozzerie? E dove? Io ho visto solo donne… Quindi qualcosa creato da Dio è sozzo?”

      Allora: io non ho tempo da perdere con i tuoi sofismi argomentativi puerili in foggia di domande, che hanno anche la pretesa parimenti puerile di essere arguti, acuti, perspicaci.

      L’indecenza non è creata da Dio, il buon Dio lascia libera l’umana stupidità di generarla, l’indecenza, di coltivarla, di blandirla, di riverirla, di spargerla, di moltiplicarla, di sprofondarci dentro.
      Non è colpa del buon Dio. Va messo in conto all’umana stupidità (che tutti c’alletta, e contro la quale occorre pertanto che tutti si vigili).

    2. Adriano

      “Allora: io non ho tempo da perdere con i tuoi sofismi argomentativi puerili in foggia di domande, che hanno anche la pretesa parimenti puerile di essere arguti, acuti, perspicaci.”

      Ti sbagli, caro Alessandro. Pensassi di scrivere cose argute o perspicaci, non sarei qui… In ogni caso, ti do ragione: meglio non perdere tempo.

      Quanto alla presunta indecenza: Omnia munda mundis.

      Stammi bene. 😉

    3. Senti, Adriano, mi sto stufando anch’io della tua pedanteria: lo so, tu hai solo espresso liberamente le tue opinioni (e via dicendo), ma non mostri di avere quell’apprezzabile disponibilità ad accogliere le ragioni altrui – commento dopo commento, ho sempre più l’impressione che tu ti sia fatto un dovere di contraddire per partito preso, e anche il tuo ormai noioso ripetere che sei un “diversamente credente” va in questo senso. Va bene, sei diverso, l’abbiamo capito. Sei probabilmente migliore, più civile, più acuto, più intelligente: tu pensi davvero, ti fai domande, t’interroghi, dubiti… Io vivo con persone di un’altra umanità, che per l’ultima volta proverò adesso a descriverti: va da sé che condivido quanto Alessandro già t’ha detto, e che mi riservo di non dare più corda alle tue ottuse arrampicate sugli specchi, se non cambi tono.
      Punto primo: ci sono tante cose, nel vivere civile, che non sono stabilite per leggi e per autorità, ma semplicemente per buonsenso. Non di rado sono le cose più importanti, quelle basilari: le leggi sorgono, normalmente, solo per tutelare quei contenuti, quando essi sono minacciati da un regresso di civiltà. In pratica, il poliziotto canadese aveva ragione, benché la sua considerazione non possa neanche attenuare il crimine dello stupratore. Non serve un’autorità che dica quanti centimetri di pelle possono stare scoperti e quanti no, perché (come anche tu ricordavi) la provocazione non è affatto questione di centimetri, ma qualcosa c’entrano. “Qualcosa” è oggetto del buonsenso, e ti prego di non giocare a fare il cavallo che chiedeva a Gulliver il perché dei vestiti: io sono dell’umanità difettosa e viziosa di Gulliver, tu accomodati pure tra i tuoi simili equini.
      Hai ragione, non è la semplice nudità a produrre seduzione, ma non far finta di sottovalutare gli impulsi che i semplici sensi danno alla nuda animalità umana: vedere continuamente zone erogene inclina la mente umana a straripanti (perché non al loro posto, e non ti azzardare a chiedermi chi decide qual è il loro posto e su quali princìpi) pensieri intrisi di sensualità erotica. Il mondo non è tutto solo questo (ma forse per te sì, visto che sei “diversamente…” e via dicendo…).
      Certo, hai ragione: sarebbe “più semplice insegnare alle persone semplicemente a non considerare gli altri come oggetti”. Vai, mio piccolo Rousseau: crea l’uomo nuovo! Io sto qui a guardarti.

    4. Adriano

      Cyrano

      Prendo atto del tuo punto di vista.

      No, non faccio finta di sottovalutare gli impulsi dei sensi davanti alla nudità: molto più facilmente, il semplice fatto di trovarmi davanti a una donna nuda non mi fa sentire tali pulsioni. Per cui non considero così automatici i pensieri intrisi di sensualità erotica che tu descrivi. E non è questione di fede, né mi considero migliore.

      Quanto alla creazione dell’uomo nuovo, vedo questo come uno dei compiti della religione.

  37. Adriano

    Cyrano

    Mi spiace ritornare su questo argomento e, ti assicuro, il mio tono non è mai stato di sfida; vorrei solo capire. Non ho capito questa tua frase:

    “In pratica, il poliziotto canadese aveva ragione, benché la sua considerazione non possa neanche attenuare il crimine dello stupratore. ”

    Quindi, secondo te, il vestirsi in modo succinto è sbagliato perché può causare uno stupro, ma questo portare una tentazionenon attenua la colpa di chi cede alle stesse… Mi sembra contraddittorio che si dica che “le cause provocano effetti”, ma che il fatto che uno stupratore sia stato provocato non sia, giustamente, un’attenuante.

    Se vorrai chiarire questo punto, te ne sarò grato.

    1. No, non è sbagliato per questo: è sbagliato perché induce l’uomo medio a costruirsi un mondo in cui la donna è innanzitutto e perlopiù oggetto di desiderio sessuale. Che questa visione del mondo possa produrre uno stupro (oltre ad altre aberrazioni come la masturbazione, la pornografia, l’infedeltà coniugale e via dicendo) è molto più che plausibile. Naturalmente una situazione favorevole all’attecchimento di un fenomeno non è una causa dello stesso (proprio come un endometrio non è causa di un feto): per questa ragione, un costume diffusamente provocante non è causa di uno stupro, ma offre a chi se ne rende responsabile un contesto non refrattario alla violenza, il quale certamente non basta a scagionarlo. Non c’è contraddizione.

    2. Adriano

      Cyrano,

      Grazie del chiarimento. Sono lieto che tu dica ora che il vestito non modesto non sia una causa; dal tuo commento del 14 agosto 2011 a 21:24 avevo capito esattamente il contrario, quando avevi scritto:

      “in generale pretendere che le cause non producano effetti (senza per questo giustificare gli autori degli effetti con l’idiozia delle autrici delle cause) è una nevrosi pubblica tipica del nostro tempo”

      Buona giornata.

    3. Adriano

      “Lieto di aver dissipato le tue confusioni. ”

      Sono lieto io di vedere che le confusioni fossero solo mie. Ci sarebbero altri dubbi che scaturiscono da quello che hai scritto, ma temo che, mio malgrado, le mie domande possano essere purtroppo interpretate in malo modo.

      Quindi mi ritiro.

      ‘ notte.

  38. sorellastragenoveffa

    Visto che l’ultimo commento è di un’ora fa mi inserisco qui, non per dare adito alla polemica che lascio tutta a voi, ma per sottolineare una frase scritta da Cyrano, anche se non so rimettere l’orario del commento:

    perché la grazia, ora, è “poter non peccare”, non “non poter peccare”

    grazie, poeta, bella, questa me la segno (non sono ironica, lo sai!)

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