Padri, madri e lavoro

Trascrizione di parte dell’intervento di Costanza Miriano alla Consulta Nazionale della CEI, Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, del 16 novembre 2012 

Consulta Nazionale della CEI novembre 2012
Consulta Nazionale della CEI novembre 2012

di Costanza Miriano

[…] Penso che le donne stiano sbagliando completamente l’obiettivo della loro battaglia sul piano lavorativo, sul tema della conciliazione. Ogni volta che si parla di conciliazione tra lavoro e famiglia si parla di asili nido, quote rosa, soffitto di cristallo da sfondare. Continua a leggere “Padri, madri e lavoro”

Dal fumo delle barricate

di Paolo Pugni

Carissimo Fabio, le vuoi tirare fuori le #§@]§ allora?

Come facevi quando mi ringhiavi in faccia a pochi millimetri che sentivo il tuo alito fumato fin dentro l’intestino, e urlavi così forte che non percepivo neppure le parole, ma i tuoi pugni che roteavano sì che li vedevo, con la coda di quegli occhi che non cercavano di non mollare la presa del tuo sguardo. Che solo così potevo farti vedere quanto amavo le mie idee da non avere paura di te e dei tuoi compagni. Continua a leggere “Dal fumo delle barricate”

Chi si ferma è perduto

di Costanza Miriano

Sono profondamente contraria al riposo, anche se mi pare evidente che questo sia uno dei tratti che mi rendono più invisa a mio marito (un uomo un po’ troppo ragionevole). La mia teoria è che è bene non fermarsi, chi si ferma è perduto. Perché se stai correndo a perdifiato, agogni di camminare. Ma se stai camminando ti vorresti fermare, mentre quando sei in piedi dopo un po’ vorresti sederti. Se sei seduta da molte ore, infine, a un certo punto agogni di sdraiarti.

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Ripartire dalla bellezza

di Costanza Miriano

Ecco gli appunti del discorso che ho fatto sabato scorso dal palco dell’Università Regina Apostolorum, dove si è tenuto il convegno per La Marcia per la Vita. A dire la verità non mi ricordo se ho detto poi davvero queste cose, comunque più o meno questo era l’intento.

Non ho alcuna autorità per essere qui, se non credo, perché sono una moglie, una mamma di quattro bambini, e ho scritto un libro con cui ho cercato di sedurre le donne per conquistarle alla causa del matrimonio e della dedizione alla famiglia, e per farlo ho cercato un linguaggio nuovo. Per esempio divertendomi ad accentuare un po’ la mia frivolezza, che nella realtà non è per me così fondamentale. Credo infatti che, per riconquistare le donne che si sono perse, la partita dobbiamo giocarla prima di tutto sulla bellezza; è per questo che la cosa che mi ha fatto diventare tanto simpatica Gianna Beretta Molla è che lei sfogliava Vogue anche poco tempo prima di morire, per questo mi sono innamorata di lei. Continua a leggere “Ripartire dalla bellezza”

Percorsi

di Paolo Pugni

Vivo d’espedienti. Come ogni consulente. Specie oggi. E vivo nomade.

No, non perché sia messo così male da sopravvivere grazie alla pastorizia. Direi piuttosto che si tratta di un nomadismo progettuale, invece che andare dove mi porta il cuore, mi trascinano i progetti. Che a volte sono istantanei, peggio di PIC, o di certe affermazioni triviali sull’uso della sessualità.

Altre volte invece ti creano consuetudine. E dipendenza. Spesso geografica, o spaziale se preferite. Continua a leggere “Percorsi”

La sindrome di Father McKenzie

di Fabio Bartoli

In una delle loro canzoni più belle (Eleanor Rigby) i Beatles tratteggiano in due versi una storia esemplare, quella di father McKenzie, “writings the words for a sermon nobody will hear, no one comes near” (scrive le parole di un sermone che nessuno ascolterà, nessuno gli viene vicino) che mi sembra una perfetta metafora della solitudine maschile. Continua a leggere “La sindrome di Father McKenzie”

Lo chiamavano priorità

di Jane 

Visto che siamo a Natale, e Natale vuol dire “nascita”, e “nascita” vuol dire nuova vita che si affaccia alla bellezza e alla complessità del mondo, non si può non pensare anche alla famiglia. In essa la nuova vita trova accoglienza, riparo, certezza, fiducia, sicurezza, radici. Se si pensa ad una nuova vita, si pensa all’amore di una madre e di un padre, che guardano al frutto della loro unione con stupore, meraviglia, gioia. Una nuova nascita significa anche l’emergere di uno spontaneo senso di responsabilità da parte del padre, di una naturale predisposizione alla cura e all’accoglienza da parte della madre.

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Alle radici della precarietà

di Raffaella Frullone

Come tutte le mamme degli anni Ottanta, anche la mia guardava al futuro con ottimismo, e sognava per me un lavoro. Fisso, sicuro, stabile, una certezza per il mio avvenire. Più che “sognava”, diciamo che immaginava che sarebbe andata così, che sarebbe stato normale, finita la scuola superiore, o anche dai, spingiamoci fino all’università, trovare un lavoro a tempo indeterminato. In provincia di Bergamo le possibilità sono maggiori che altrove, e mia mamma sarebbe stata contentissima se io fossi riuscita “Ad entrare alla Nolan, o alla Brembo. Prova a mandare il curriculum!”.

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Lavorare nella Luce

di Paolo Pugni

Che poi l’arte spieghi la vita, quando è arte con la A maiuscola, non quella pseudo, che confonde l’interpretazione con lo sgorbio, il pasticcio, ecco non quella lì, ma quella che interpreta il vero, lo si capisce facile. No dico, davvero: quando rinuncia alla presunzione di creare il mondo, e il bene e il male, e cerca di leggere la trama, il sottofondo, allora sì che dice con un linguaggio che non ha bisogno di parole.

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L’equilibrista

di Jane 

C’è una figura circense che riesce a mantenere in equilibrio una certa quantità di piatti, facendoli roteare con dei bastoncini, più o meno tutti allo stesso ritmo, senza farli mai cadere. Un’operazione di questo tipo, detta in inglese “spinning plates”, richiede davvero grande abilità, coordinazione, organizzazione, concentrazione. continua a leggere

Pensare da donna

di Raffaella Frullone

Paolo Pugni mi offre un assist, quando scrive, parlando di repliche ai post dei blog,: “Mi interessa vedere la qualità delle reazioni, che considero specchio di un paese che degenera e implode. Nessuno che ti chieda di spiegare meglio, di chiarire il tuo pensiero. Nessuno sembra interessato a capire, quanto ad affermare. Le domande che ascoltano, aperta di chiarimento e chiusa di conferma, non appaiono su bacheche e blog. Solo affermazioni. E schiaffi”. continua a leggere

Il Navigatore

di Costanza Miriano

C’è stato un periodo in cui, con rigorosa e millimetrica precisione mio marito in corrispondenza di emergenze pediatriche, spettacolini scolastici e miei inderogabili impegni di lavoro veniva mandato in trasferta. Il chilometraggio di distanza era ovviamente commisurato ai gradi di febbre, e sopra i 38 e 7 veniva spedito in Nicaragua, in Brasile, in Malesia; in fantasiose località delle quali, quando andrò in pensione e avrò finalmente tempo di aprire un atlante, scoprirò l’esatta ubicazione sul globo terracqueo.

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La formula

di Jane

Riuscire a conciliare famiglia e lavoro rende più soddisfatti e, soprattutto, più produttivi sul lavoro. Sembra essere questa la formula vincente proposta dalla Regione Lombardia insieme ad Altis (Alta Scuola Impresa e Società) per risolvere l’eterno dilemma che coinvolge uomini e donne che lavorano, ma che riguarda in particolare le donne. Molti ne sono convinti, e ritengono che quella formula sia una soluzione realizzabile. O almeno, che sia un tentativo che aziende, società e altri luoghi professionali di un certo livello dovrebbero porsi tra le principali iniziative. continua a leggere

Grandi speranze

Tra i commenti del post di ieri ne è spuntato uno di un nuovo commentatore, trentamenouno; incuriosito sono andato a sbirciare nel suo blog e ho scoperto il diario di una ragazza, Elena, di 29 anni (anzi trentamenouno) con dentro tante belle cose e tante cose in comune con lo stile del nostro blog. Spero non si arrabbi se oggi come post proponiamo una pagina di questo suo diario.

 

di Maria Elena Rosati   (trentamenouno)

Il momento è arrivato. Si parla di lavoro. Nel percorso di un trentamenouno che si rispetti c’è anche la precarietà e l’affannosa ricerca di occupazione. Quando ho cominciato a scrivere su questo blog, ormai 3 mesi fa, ero nel mezzo di una rivoluzione, mitigata dolcemente da un contratto troppo buono per parlarne male. Il mio contratto di lavoro è scaduto, e non è stato rinnovato. Sono quindi rientrata nel profilo base dei miei coetanei: laureati, specializzati e inesorabilmente precari. Eppure, nonostante tutto non riesco ad essere in crisi. continua a leggere

Ragazzo fortunato

di Costanza Miriano

Quando il mio nipotino – allora ino – Nicola aveva due anni e io non possedevo ancora bambini di mia fabbricazione, potevo trascorrere tutto il mio tempo perugino con lui, adorabile affarino glaucopide e biondo molto più del Tevere che purtroppo mi aveva portata a Roma, lontana. Quando tornavo il mio cuore batteva tutto per lui, ai tempi l’unico uomo della mia vita. continua a leggere

Rosa dentro

di Costanza Miriano (da L’Avvenire del 1 luglio 2011)

C’è un particolare che secondo me non deve essere sfuggito ai più attenti e astuti osservatori: nella specie umana sono gli esemplari di sesso femminile a riprodursi. Dopo nove mesi – dicono le ricerche più sofisticate – il cucciolo viene alla luce; poi per sei mesi avrà bisogno esclusivamente del latte materno (a quello servono le protuberanze anteriori degli esemplari). Inoltre dovrà imparare a camminare, parlare e molte altre cosucce di non secondaria importanza, tipo “chi sono” e “che senso ha la mia vita”. Se la madre starà lontana da lui almeno dieci ore al giorno, contato che una dozzina il pupo le dorme, sarà qualcun altro a occuparsi di lui. continua a leggere