di Costanza Miriano
Quando il mio nipotino – allora ino – Nicola aveva due anni e io non possedevo ancora bambini di mia fabbricazione, potevo trascorrere tutto il mio tempo perugino con lui, adorabile affarino glaucopide e biondo molto più del Tevere che purtroppo mi aveva portata a Roma, lontana. Quando tornavo il mio cuore batteva tutto per lui, ai tempi l’unico uomo della mia vita. Nicola amava molto la canzone di Jovanotti, Ragazzo fortunato, e insieme la cantavamo a squarciagola. Per farlo contento – ha imparato a leggere prestissimo – avevo comprato in cartoleria delle lettere adesive, e avevo composto la scritta RAGAZZO FORTUNATO sul lunotto della mia macchina, una scassatissima Peugeot di nona mano con la quale peraltro poi con Guido tornammo a Roma dopo le nozze, con attaccati dei barattoli e la scritta Just Married con la schiuma da barba (giustamente la gente in autostrada ci suonava, non so se per festeggiare o invocare l’intervento della neuro).
Comunque, anche quando non me ne andavo in giro vestita da sposa, la gente mi notava, per via di quella scritta, e spesso commentava, chiedendomi con una punta di invidia chi fosse il ragazzo fortunato. Sono io, cioè il mio nipotino, cioè siamo tutti noi. E via a concionare.
Adesso non vorrei ricominciare con la predica che ciascuno di noi probabilmente si è sentito fare da zie importune o maestre poco fantasiose qualche migliaio di volte, ma è innegabile che noi stiamo nella parte opulenta del mondo, e che la stragrande maggioranza di noi ha il privilegio di potersi preoccupare della felicità, e non della stretta sussistenza – parlo della maggioranza, non di chi è toccato dalla croce, dalla malattia, da una morte prematura.
E’ un bene. Io non sono certo tra i tifosi della povertà, tra l’altro ho conosciuto dei poveri e so che quasi sempre quel tipo di difficoltà non ti apre il cuore, non ti rende affatto più nobile. C’è anche un’antica preghiera, degli ebrei credo, che dice: “Signore non mi dare una ricchezza troppo grande affinché non ti dimentichi, né troppo piccola affinché non ti maledica”.
Per la maggior parte di noi, comunque, la croce – perché il male in modo misterioso riguarda tutti noi, ogni giorno – si materializza nelle piccole pieghe del quotidiano, nella fatica di essere fedeli alla nostra vocazione, nel quotidiano, nel piccolo. In quello che a volte ci annoia, nel non senso, nello spendere tanti sforzi, a volte sembra, rovesciati dentro buchi neri che inghiottono e perdono tutto senza produrre risultato. In una “mediocrità” nella quale dobbiamo essere costanti (la costanza è la croce di tutti gli adulti, e non solo di mio marito…). Questa perseveranza, però, se abbracciata, ci cambia
Nei giorni scorsi sono stata colpita dalla forma più severa e lacrimevole di lamentite acuta, come sanno gli incauti amici che hanno erroneamente digitato il mio numero di telefono. Il rientro al lavoro, che quest’anno si presenta insormontabile, con le scuole, le attività dei bambini, la routine cittadina condita da ore e ore di traffico mi è sembrata a un tratto una specie di martirio. Prima che mi spuntassero le stimmate, prima che l’aureola fiammeggiasse alle mie spalle, ho dato una ripassatina agli Atti dei martiri. Ovviamente bastava anche il buon senso per dire a me stessa che questa è la fatica di tutti, che tutti ogni tanto nella vita avvertono il peso di essere esattamente nel posto dove in quel momento non vorrebbero essere, che i problemi potrebbero essere altri e molto più gravi, ma comunque la nostra fatica è questa e nessuno la può fare al posto nostro.
I martiri facevano presto, offrivano il petto ai persecutori, ed era finita. Ma la strada, per tutti i cristiani, è la stessa, è solo questione di tempo. I nostri piccoli martirii sono passioni quotidiane, la passione della pazienza, della dolcezza, di non prendere una scorciatoia, di fare bene una cosa invece che scaricarla, di dire un sì attento e partecipato ai figli, al marito, ai colleghi. Di farlo in nome, per, con l’aiuto di Dio.
Questa docilità è preziosa più dei risultati agli occhi del nostro Direttore Generale, e quando la impariamo passiamo dalla sua parte, lavoriamo per lui. Insomma, siamo in missione per conto di Dio.
Direi quindi: “Abbiamo il serbatoio pieno, mezzo pacchetto di sigarette, è buio e portiamo gli occhiali da sole. Vai!”
Come non poterti capire… io è 3 anni che porto sopra di me un macigno :-\
uff
dimenticavo… e preferirei dare la testa… forse è anche più facile come dici tu; ma a quanto pare non ne sono degno 🙁
Il Santo, cioè, Santo Antonio da Padova, il santo più venerato di tutta la chiesa e quello con la canonizzazione più veloce, era di famiglia nobile e dotato di grande sapienza e cultura, ma anche di grande umiltà e devozione. Faceva parte dell’ordine degli Agostiniani in un convento a Coimbra. Per tutto ciò era naturalmente destinato alla carriera ecclesiastica.
Invece, si trova davanti al corpo di 5 martiri che si erano recati alla volta del Marocco in una spedizione missionaria. Lui decide di abbracciare la missione e la totale disponibilità fino alla morte, diventa francescano (non senza lamentele da parte dei confratelli) e parte anche lui per una missione dove il martirio era dietro la porta (e lui ne era affascinato).
Non ci arrivò mai. Contrasse una malattia tropicale non identificata e fa ritorno a Coimbra.
Evidentemente il Direttore Generale aveva altri piani per lui. Lui si unisce all’ordine, nasconde la sua formazione e si offre come ultimo dei servitori, ma poi le sue doti vengono fuori e, per la sua immensa sapienza, finisce per essere l’incaricato all’insegnamento della teologia nell’ordine dei francescani.
Il suo martirio era di un altro genere, più lungo… perché come dice la Cochi “la strada, per tutti i cristiani, è la stessa, è solo questione di tempo”.
« La verità genera odio; per questo alcuni, per non incorrere nell’odio degli ascoltatori, velano la bocca con il manto del silenzio. Se predicassero la verità, come verità stessa esige e la divina Scrittura apertamente impone, essi incorrerebbero nell’odio delle persone mondane, che finirebbero per estrometterli dai loro ambienti. Ma siccome camminano secondo la mentalità dei mondani, temono di scandalizzarli, mentre non si deve mai venir meno alla verità, neppure a costo di scandalo »
Diceva allora…
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vero e sacrosanto…
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Cristo ci ha baciato uno per uno sulla bocca.
Come il Padre con Mosè per aspirargli l’anima sul letto di morte – si racconta. Il Figlio con le Sue eterne Labbra ci ha aspirato via il fiele del vivere dalla bocca: l’Incarnazione fu un Bacio eterno e santo sulle labbra di ogni umano quotidiano. Un bacio lungo trentatre anni, a occhi schiusi, sulle labbra destinate solo stanche prima di quello Schiocco.
Morir di spada una volta e per tutte, loro, allora.
Morir di spillo – dieci, cento, mille volte al giorno: noi, l’epoca delle blogosfere.
Teresina, la piccina sorella che gronda immensità così parlava del martirio aulico quotidiano, diceva ‘spillo’ invece che ‘spada’, il giogo dei mille colpi di spillo al giorno reso soave – soave! -, croce soave, sangue soave, da Colui che ne aspirò in un bacio tutto il fiele ad umettarne poi solo miele di perfetta letizia sulle nostre quotidiane labbra se con Lui portiamo addosso i mille spilli terribili di cemento, camminando – dietro, dietro di Lui, a inseguirLo
Il bacio, il bacio. Cristo bacia, eccome.
Noi siamo gli amati a furor di baci.
Noi siamo poi – addirittura – gli incandescenti fuochi della Fiamma che si dona.
Io vorrei che ogni labbra sulla faccia della Terra si lasciasse avviluppare dalle Eterne Labbra fiammeggianti di Cristo.
Egli bacia e così feconda il senso.
Poi non moriamo più.
Mai più.
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http://www.youtube.com/watch?v=NjwsxZ80iek&feature=related
Scusate eh…. ma ce l’ho in testa da ieri sera! Questa è per Alvise!
“la costanza è la croce di tutti gli adulti, e non solo di mio marito…” 😀
“una scassatissima Peugeot di nona mano con la quale peraltro poi con Guido tornammo a Roma dopo le nozze” (sottolineo, io, di nona mano)
…uguale, metaforicamente, a TUTTI, TUTTI TUTTI, giorno dopo giorno, dettaglio dopo dettaglio, fatica dopo fatica, TUTTI si vive così, anche chi viaggiasse su un SUV, tocca andare in coda, coi bambini, a scuola, al lavoro, a non arrendersi, come TUTTI!!!
ma quelli col suv non usavano la corsia preferenziale,la tata che porta i figli a scuola-privata ça va sans dire-lavorano x hobby e non si arrendono solo perché fanno combatteregli altri????
vale
io c’ho il suv
ma è una cosa che si mangia? E non ci sta “suv” in google.
Cmq in bicicletta è tutto più romantico. Un filino faticosetto ma poetico assai, ecco. E poi co ‘sto suv mica le senti le foglioline d’autunno scricchiolarti sotto le scarpette o attorno ai pedali? E gli uccellini? Nelle albe di Settembre come li sentite voi gli uccellini, nell’autunno, tutte quelle vocine appena svegliatesi così felici? Il suv ha la cappotta? Io metto il cappottino e vo in bici anche d’inverno. Che mi frega se piove.
– Oh.
no, non si mangia! Però è comodo quando si va per sterrati a cercare piccoli angoli di paradiso (il mio è già ben datato, graffiato, ammaccato… mica quei suv da fighetti sempre lucidi e perfetti, daniè… )
Comunque io non guido quasi mai, e mi muovo a piedi o con l’unico mezzo pubblico funzionante da queste parti
Ma insomma ‘sto suv è qualcosa che si guida, tipo motoscafo..?…?
Fefrallosa mia, il prox video di Villa e mangio te 😀
Ok. Mo sto apposto pe’ ‘na settimana: almeno 4 commenti in mezza mattinata (mi so’ tolta il pensiero, su)
All’anno prox.
Ciao Cyranuccio, ciao Ale!, Ciao Anguria!!
Vi lascio con un bacio bello così, io stamane saltello e mi sento assai così , a presto! 🙂
( io sono la bimbetta a inizio video – ovvio)
http://www.youtube.com/user/shastasheene#p/a/u/0/EIg5_JXgZs4
daniè e che vuoi…. quando ti si ficca in testa una canzone come te la togli?
jamme jamme….
Una società con le classi sociali, dici?
SALVATORE: stai tranquillo che tutti ce l’abbiamo il nostro macigno sul groppone!!!
Ti ringrazio per il supporto ma preferirei che fossimo tutti uniti nella felicità 🙂
DAGLI SCRITTI…
Dalle «Memorie» della religiosa segretaria di santa Giovanna Francesca.
L’amore è forte come la morte
Un giorno la beata Giovanna disse queste parole di fuoco, che vennero subito fedelmente raccolte: «Figlie carissime, molti dei nostri santi padri e colonne della chiesa, non subirono il martirio: perché – secondo voi – ciò accade?»: Dopo che ognuna ebbe risposto, quella beata madre riprese: «Ed io penso che ciò sia accaduto perché vi è un altro martirio, il martirio di amore, nel quale Dio, mentre sostiene in vita i suoi servi e le sue serve perché si spendano per la sua gloria, li rende insieme martiri e confessori. Io so che a questo martirio – aggiunse – sono chiamate le Figlie della Visitazione, e per disposizione di Dio lo soffriranno le più fortunate, che l’avranno chiesto».
Una sorella le chiese come potesse avvenire questo martirio, ed ella rispose: «Dite il vostro totale sì a Dio, e ne farete la prova. Infatti l’amore divino immerge la sua spada nelle parti più intime e segrete dell’anima, e ci separa da noi stessi. Ho conosciuto un’anima, che l’amore ha separato da quanto le era più caro non meno che se i persecutori a colpi di spada le avessero separato lo spirito dal corpo».
E noi comprendemmo che parlava di sé. un’altra sorella le chiese quanto potesse durare questo martirio. Rispose: «Dall’istante in cui ci doniamo a Dio senza alcuna riserva, fino al termine della vita. Ma questo vale per le persone magnanime, che, non tenendo nulla per sé, tengono fede all’amore, perché il nostro Dio non intende concedere questo martirio ai deboli, poveri di amore e di costanza, e lascia che conducano la loro vita a passo mediocre, purché non si allontanino da lui; infatti non forza mai la libera volontà».
Infine le si chiese se questo martirio di amore potesse uguagliare quello del corpo. «Non preoccupiamoci dell’uguaglianza: tuttavia ritengo che l’uno non ceda all’altro, perché “l’amore è forte come la morte”, e i martiri d’amore sopportano dolori mille volte più gravi conservando la vita per fare la volontà di Dio, che se dovessero dare mille vite in testimonianza di fede, di carità, di fedeltà».(Da: Francoise-Madeleine de Chaugy, Mémoires sur la vie et les vertus de sainte J.F. de Chantal, III, 3, 3 éedit., Paris, 1842, pp. 314-319)
“Ho conosciuto un’anima, che l’amore ha separato da quanto le era più caro …”
Grazie, Frate Leone.
Io oggi mangio questo, è venerdi, e ora ho di che mangiare.
Grazie, Frate Leone.
– Ho conosciuto un’anima, che l’amore ha separato da quanto le era più caro.
– Infatti l’amore divino immerge la sua spada nelle parti più intime e segrete dell’anima, e ci separa da noi stessi.
“Infatti l’amore divino immerge la sua spada nelle parti più intime e segrete dell’anima, e ci separa da noi stessi. ”
che meraviglia!!!!
Non mi posso dilungare, perchè devo uscire per andare in città. Ma mi sto chiedendo se mi posso aggiudicare punti-paradiso disponendomi bene d’animo nell’inevitabile angosciosa ricerca di un parcheggio nel centro di Roma. A volte sembrerebbe di risparmiarti le croce prendendo la metro, ma io purtroppo non ho una smart (il vero lusso metropolitano) e nemmeno una tata a cui lasciare i figli….
secondo me: posto auto a roma e croce
è un connubbio che prende tantissimi punti!!!
E’ un delirio la piaga del parcheggio a roma!
Io ci ho il GIPPONE, usato, da me, con il paranco per i pesi, e tutta l’apparecchiatura,
IVA inclusa!!!!!
Alvise il mio bellissimo superpalestratointellettualefrancese.
Che spettacolo 🙂
– io a piedi, poi. E babè. Ma vi voglio bene lo stesso. Tiè.
Mi sa che è tutto riferito a te!!!!!!!!!|! http://www.corriere.it/italians/Auto, umori, soldi e società
Caro Beppe, un mio conoscente, a più di sessantacinque anni, si è comprato il Porsche Cayenne. Premetto che ha lavorato tutta la vita come dipendente, pur guadagnando molto. Tre settimane fa girava per Milano, e si è fermato per far attraversare uno sulle strisce. A metà dell’attraversamento, quello si ferma, tira fuori il portafogli e lo sventola gridando “vergognati! Io non ho un soldo e tu vai in giro col Cayenne!”. Sempre Milano, una settimana dopo. Lui è fermo al semaforo, quando uno con uno scooter lo affianca, lo chiama e quando lui abbassa il finestrino questo gli urla, da sotto al casco: “Ladro di m***! Paga le tasse! Ladro schifoso!” e via di questo passo. Ma da quando in Italia essere ricchi è diventato sinonimo di disonestà, evasione fiscale e meritevole di pubblico disprezzo?
Filippo Ghisi , filghisi@hotmail.com
Sono d’accordo, Filippo. Brutta atmosfera, non mi piace. Ma esistono spiegazioni – non giustificazioni, spiegazioni (è diverso). Per esempio: non c’è dubbio che il numero di macchinoni di lusso parcheggiati in modo abominevole a Milano siano superiori alle media dei modelli in circolazione; alcuni – curiosamente – hanno perfino il permesso disabili (ne ho fotografati un paio, l’altro ieri dalle parti di piazza Meda). Aggiungo: il Porsche Cayenne – oltre a non essere un granché, soprattutto sulla neve – è diventata il simbolo di una ricchezza sbattuta in faccia.
Ricordate il Marco Ranzani di Cantù? http://www.youtube.com/watch?v=FM5MFqWavc8 Succede, alle automobili (e non solo).
PS Possiedo dal 2009 una Volvo XC60. Ottima per vacanze, sci, parenti, lunghi viaggi e cani (Luna e Romeo); e sarò tra i 36mila italiani – su 41 milioni di contribuenti – che pagheranno il contributo di solidarietà. Così, giusto per completezza.
“I soldi non danno la felicità, ma provate senza!” (Vittadini)
Capisco molto bene quando Costanza dice che si vergogna a lamentarsi, perchè anche a me sembrano insormontabile fatiche quotidiane e spesso banali (sono maschio le mie incombenze familiari sono decisamente inferiori che, come dice il mio prete: “Le donne sono chiamate ad una santità più grande”) o semplicemente ho la presunzione (superbia) di essere convnto che con certe cose sarei più felice (più soldi, MOLTI più soldi, il SUV, la Porsche d’epoca, la tata …).
Per Grazia, quando la mia superbia arriva quasi a convincermi arriva qualcosa che mi mostra, spesso a muso duro, che tipo di “RAGAZZO FORTUNATO” io sia e come questa fortuna non dipenda in nessun modo da me.
come dice il mio prete: “Le donne sono chiamate ad una santità più grande”
– Gran bel pezzo di prete. Costui tutto cooomprese della vita.
Poi si fece pure prete.
Pensando ancora persino bene delle donne, e giocando a molla colla misoginia dribblò e le donne e la misoginia nel totale dono di sè.
Gran bel pezzo di prete: sei un ragazzo fortunato, Albe’. Confermo.
( Io ancora non ho capito perchè invece a me i sacerdoti mi trattano spesso e volentieri da pezza di piedi. Ma una vaaaaghissima spiegazione forse e forse e forse io ce l’avrei… Però indizi qua non ne dò 🙂 )
– Davvero, che bello immaginare un sacerdote che dice ‘sta frasetta
“Le donne sono chiamate ad una santità più grande”. Che bello, si si.
Come ti capisco Costanza! Ma quanto è difficile dire quei “piccoli” sì, soprattutto ai colleghi 🙂 non ho proprio la vocazione del martirio ahimé
Però mi piace un sacco il post!!!
Dai miei scarsissimi ricordi di greco mi pare di ricordare che la parola martire significa testimone,e tutti siamo chiamati ad essere testimoni di ciò che i nostri occhi hanno visto e le nostre mani hanno toccato,la testimonianza più grande,mi diceva quel sant’uomo di mio marito stamattina a colazione,è la vita quotidiana.
@Alberto,da noi si dice” A povirtà unn’è viogna, ma mancu è priu’ !” (trad. la povertà non è una vergogna,ma neanche è un piacere!).
@Alvì,la tua domanda è sempre la stessa,e io la trovo bella e provocatoria:Cosa c’è di diverso nella vita di un cristiano? Consiglio la lettura della “Lettera a Diogneto”,anzi la consiglio a tutti,me compresa.
Per avere risposte alle domande critiche sulla Chiesa consiglio anche ad Alvise, e a tutti, “Luce del mondo” (libro intervista a Benedetto XVI).
E’ stupendo: facile da leggere (se lo capisco io, di una ragionevolezza disarmante e non elude nessuna domanda scomoda o banale (pedofilia, contraccezione, divorzio, diminuzione dei fedeli …)
condivido: l’ho letto ed è davvero bello!
Vero Alberto! Un bellissimo libro! Che cuore, che intelligenza, che umiltà…
Anche il vostro intercalare è sempre lo stesso, che ci devo fare?
Io comunque cammino a piedi e con l’autobus,ma comunque nella mia città è meno martirio questo che girare in macchina
Da oggi la mia esclamazione sarà: PORCA SVEZIA!
http://labussolaquotidiana.it/ita/articoli-svezia-lo-schiaffodi-una-nazione-assurda-2969.htm
eppero’ la sciura Costanza ha ragione.tutto sommato non la sfanghiamo mica malissimo.rispetto alla porca svezia.occhiali da sole e via andare….che lo stellone ce la mandi buona.(poi se ci mette una buona parola anche la SIgnora d’azzurro vestita non dovremmo avere problemi insormontabili)
vale
Non credo che il paese dove il delitto d’onore è stato abolito da pochi decenni, dove esiste l’abitudine alla fuitina e dove i processi durano anni e anni possa insegnare molto ad altre nazioni…
ATTI DEI MARTIRI DI ABITINIA
“SINE DOMINICO NON POSSUMUS”
Martirio di Saturnino : “senza il dominicum non possiamo essere” (capp. X-XII)
X. Intanto il presbitero Saturnino, sospeso sul cavalletto bagnato dal sangue da poco sparso dai martiri , si sentiva confortato a restare saldo nella fede di coloro sul cui sangue era disteso. Interrogato se fosse lui il promotore e se fosse stato proprio lui a radunare tutti in assemblea, rispose: «Anch’io fui presente all’assemblea» . Egli così diceva, ma intanto il lettore Emerito, balzando al combattimento proprio mentre il presbitero sosteneva la lotta, disse: «Il promotore sono io: è nella mia casa che si sono tenute le assemblee ». Ma il proconsole, che ormai già tante volte era risultato sconfitto, vedeva con terrore gli attacchi di Emerito, e pertanto, rivolto verso il presbitero, gli chiese: «Perché agivi contro l’editto imperiale, Saturnino?». E Saturnino gli replicò: «Non si può smettere di celebrare la Pasqua domenicale: così ordina la nostra legge ». E allora il proconsole: «Sarebbe stato però tuo dovere non disprezzare il divieto imperiale, ma osservarlo, e non prendere iniziative contro l’editto degli Imperatori». E, con parole che già da tempo aveva imparato ad usare riguardo ai martiri, spronò il torturatore a infierire contro di lui, e questi non fu affatto pigro nell’obbedirgli fedelmente. I carnefici, così, si buttano sul corpo senile del presbitero e, con rabbia furiosa, rotti i legamenti dei nervi, lo dilaniano con supplizi da far gemere, e con torture di nuovo tipo, raffinate, trattandosi di un sacerdote di Dio . Avresti potuto vedere infierire i carnefici come mossi da fame rabbiosa a pascersi di ferite, e, aperte le viscere, con orrore di chi stava a guardare, avresti visto biancheggiare tra il rosso del sangue le ossa messe a nudo. Perché nelle pause tra una tortura e l’altra l’anima non venisse meno sì da abbandonare il corpo, mentre lo attendeva ancora il supplizio, con tali parole il presbitero supplicava il Signore: «Ti prego, Cristo, esaudiscimi. Ti rendo grazie, o Dio. Fa’ che io sia decapitato! Ti prego, Cristo, abbi misericordia. Figlio di Dio, soccorrimi». Intanto il proconsole insisteva: «Perché agivi contro l’editto?». E il presbitero: «La nostra legge così comanda; la nostra legge così insegna» replicò. O risposta davvero ammirevole e divina, degna di un presbitero e dottore che merita ogni lode! Da presbitero predica anche tra i tormenti la santità di quella legge per la quale con gioia sostiene i supplizi. Spaventato a sentir pronunziare la parola ‘legge’ , Anulino finalmente disse: «Basta!». Lo fece ricondurre sotto custodia in carcere e lo riservò al supplizio da lui bramato.
Quando qualcuno mi strombazza dietro inferocito nel traffico facendo gestacci perchè la ripresa del mio catorcio non mi consente ai semafori un’accelerazione da 0 Km/h a 100 Km/h in 1,2 secondi netti…ho preso l’abitudine di fare un gran sorriso e salutare mandando un bacio…
Non è martirio, ma è mooooolto divertente/spiazzante…
Provateci.
vero, lo faccio anch’io! Fantastico, e quando si è degli uomini la cosa diventa ancora più divertente.
PS: da provare la variante con occhiolino! 😀
Ci proverò!
P.S. Posso lanciare un appello in difesa della povera Svezia?
In questo blog è spesso maltrattata, ma, al di là di come la si pensi politicamente, è un paese molto bello e A ME MI STANNO SIMPATICI GLI SVEDESI. VIVA L’IKEA!
IKEA è un acronimo svedese che (più o meno) significa :
“postodoveimaritisottomessipassanoilpomeriggiodelsabatoarompersiimaroni”
Non mi crederà nessuno, ma quando andiamo all’IKEA succede spesso che io mi rifugio alla caffetteria e mio marito svolazza estasiato da un reparto all’altro carico di mini matite e metrelle di carta.
E vi assicuro che NON è effeminato (è rimasto scioccato quando ha sentito parlare per la prima volta di uomini che si depilano le sopracciglia).
ti credoooooooooooo
succede anche a me!!!!!!!!!!!!
condivido perlikeatuttoattaccato.per la svezia al massimo salvo
LE svedesi…..come ricordava Flaiano(mi pare) l’attimo è il tempo che passa tra il semaforo verde e l’imb….che suona dietro io fo’ciao con la mano.qualcuno pensa persino che lo saluti veramente(ed è vero. ma non per il motivo che pensa lui…)
vale
l
ahhahah! Anguuuria!!!!
Erika!!!
Vale e Velenia!!!!
Mi fate impassir!
Se la nostalgia è il desiderio di un tempo lontano, l’accidia è probabilmente il desiderio di un altro luogo, un posto diverso in cui vivere, altre condizioni. I monaci del deserto lo chiamavano “il demone meridiano”, la tentazione che viene quando il sole è più forte e il digiuno più duro.
Purtroppo l’accidia è un peccato capitale di cui abbiamo quasi perso coscienza… lo so io che avrei la naturale tendenza a ricaderci e non ho ancora imparato a domarla.
Che dire? Una preghiera, un respiro e via… con la certezza che prima o poi arriva il momento in cui i figli si fanno la cartella da soli, si foderano i libri con le proprie mani e magari un grande inizia ad accompagnare in palestra un fratello minore! Ma noi, quel giorno, saremo ancora intere?
Ti ci metti pure tu ad anticiparmi i post?! 🙂
Ops! 😉
sapete che probabilmente già per Londra 2012 stanno pensando alla nuova specialità olimpica femminile GIRO DI IKEA SENZA ACQUISTI.
La introdurranno non appena avranno trovato almeno UNA donna che abbia fatto almeno UNA volta percorso netto.
Eccomi! Campionessa mondale (se non conta un caffè alla bottega svedese).
ti batto cara: neanche il caffè
bene! puoi partecipare allora, ma fanno sapere dal comitato olimpico che il podio te lo devi montare da sola…
Ehm…
Io non sono mai stata… all’Ikea.
– Ho vinto qualche cosa?
Guarirò?
Il podio me lo faccio montare dall’ingegnere mio marito: è una cosa da maschi 😉
so già che arriverò ultima, allora…. piuttosto che niente esco con una lampadina!
Mai entrata in negozio IKEA,come mi classifico?
Qua vinco io, fermi tutti.
Che nessuno mi crederà, e fiat. Ma io mi classifico priiiiiimissima.
– L’altro ieri ( davvero davverissimo) uno m’ha spiegato che diamine è l’ Ikea. Io fervorosamente immaginavo fosse una marca di scarpe da ginnastica. Ma veramente. Poi ho chiesto alla fruttivendola dove trovare una lampada piuttosto grande da scrivania e il tipo dell’insalata ha pronunciato con occhi sognanti il nome dei nomi:
I K E EEE E A.
Poi ha tirato un sospirone davanti al mio silenzio spettatore di cotal spettacolo nei suoi occhi e ha cominciato a spiegarmi perchè non erano scarpe da ginnastica.
Capì?
Siccome oggi parliamo di croci, vorrei segnalarvi il brillante intervento di Fabio Volo e tal Silvano Agosti su Radio DJ.
http://www.youtube.com/watch?v=mu-zu4VN8d4&feature=share
ascoltate e ditemi…. se le conclusioni sono queste, allora togliamo pure il crocifisso dalle aule scolastiche e mettiamo la meno macabra gigantogrfia di Vasco che ammette di aver frequentato pericolose abitudini ed essere tornato sano e salvo e senza complicazioni.
avendo deciso di aver diritto a una tregua di 10 minuti dopo un pranzo frugalissimo al lavoro, ho ascoltato il suddetto intervento. In specie la parte di questo Silvano Agosti. Temo che il pasto mi sia andato di traverso e ci mettero’ un bel po’ a digerirlo. Ho subito pensato, come tutti quelli di una certa eta’ che vedono il passato migliore del presente: vedi dove siamo arrivati, questi giovani non capiscono nemmeno cos’e’ il Crocifisso, perche’ nessuno glielo ha mai spiegato…” e poi scopro su Wikipedia che il suddetto Agosti e’ nato nel 1938, e quindi e’ vissuto in un’epoca in cui l’istruzione (non dico l’educazione) cristiana era la norma. Se anche i vecchi vogliono brillare per superficialita’, non so come ci mettiamo
X GUIDO E COSTANZA
La croce gloriosa del Signore risorto
è l’albero della mia salvezza eterna.
Di esso mi nutro, di esso mi pasco,
nelle sue radici effondo le mie radici,
nei suoi rami mi distendo.
La sua rugiada mi inebria,
il suo spirito, come soffio delizioso, mi feconda.
Alla sua ombra ho posto la mia tenda,
e ho trovato riparo dalla canicola.
Per i suoi fiori fiorisco,
dei suoi frutti mi delizio e mi sazio,
e colgo a mio piacimento i frutti
preparati per me fin dalle origini.
Nella fame quest’albero è il mio nutrimento,
sorgente per la mia sete, nella nudità il mio vestimento.
Le sue foglie sono spirito di vita e non foglie di fico.
Nel timore quest’albero è la mia difesa,
quando vacillo è il mio sostegno,
quando combatto è il mio premio,
quando vinco è il mio trofeo.
Quest’albero è per me l’angusto sentiero e la via stretta,
è la scala di Giacobbe, è la via degli angeli,
alla cui cima è inchiodato il Signore.
Quest’albero di dimensioni cosmiche
si è elevato dalla terra al cielo,
fondamento di ogni cosa, è il pilastro dell’universo,
ossatura del mondo intero,
vincolo universale che tiene unita la instabile natura umana,
rendendola stabile con i chiodi invisibili dello Spirito,
affinché unita a Dio non possa mai più separarsene.
Albero, la cui cima tocca il cielo,
che con i suoi piedi conferma la terra,
nelle cui braccia aperte brilla l’amore infinito.
Albero che era e che sarà tutto in tutte le cose
e che è dappertutto.
Antica omelia pasquale
Tiro basso, Frate leone.
Questo brano è per me il tutto – un millimetro esatto dopo il Vangelo.
– Pensa te.
grazie!
Come si può giudicare il valore di un uomo? O, invece, il plusvalore di un uomo rispetto a un cane? Ieri sera, dopo vostri cazziatoni, sono uscito, era buio, con al mia Emma, sempre contenta di tutto, anche il buio la incanta, si immagina strani mostri in ombre misteriose, ma lo sa benissimo che sono ombre, è un gioco, lei finge che siano, ma nella mente vivono questi esseri mostruosi che lei si immagina, o altri cani tremendi, o lupi, o dragoni, pipistrelloni, e lei corre, scappa, ritorna, viene a invitarmi a andare anch’io dentro a quelle fantasia oscure tra i cespugli del bosco: Credo che tra noi umani e loro cani non ci sia altra diffrneza che loro sono sempre contenti di tutto, curiosi, entusiasti, e poi pacifici, contenti di avere un amico vicino, beati: Così anche tra uomo e uomo è dverso, c’è che di carattere è più allegro, meno aspro, complicato, bilioso, cupo, ombroso, malinconico, e in definitiva infelice, e chi invece non dico che sia all’altezza della mia Emma cuorepuro, ma almeno non vive male!!!
consiglio lettura de “L’ultima porta del cielo” di Dean Koontz, che da’ una spiegazione interessante di perche’ il cane e’ sempre contento. E’ perche’ ha un contatto diretto e continuo con Dio…
-Mmmhhh
Matrigna mia adottami, ti prego
anche subito, Daniela di Gesu’, ma devo avere il beneplacito delle sorellastre…
Cara Daniela, per me va bene, ma ti avverto, resta solo la parte di Cenerentola!
Genoveffa
Ma ma ma MA VERAMENTE? Sono adottata…IO..???
Ma ma ma ….
Ho una matrigna e pure, pure sorella ora???
E poi … poi io farei la Cenerentola…?
Ma ma ma …
MA IO STO ANCORA NEL MEZZO DI UNA SPIETATISSIMA RELAZIONE da consegnare, patologie a destra e a manca,
e e e e
…e non posso permettermi di commuovermi alle manco 7 di sera con tutto questo lavoro ancora da compilare….
(Ma poi…ma poi matrigna mia amata…ma… hai scritto proprio… “Daniela di Gesù”…???)
Una favola siete.
Grazie…
(Io mangio pane e favola tutti i giorni, è vero, anche alle prese con spietate cosucce come spietate patologie mentali e spietate sofferenze cui debbo assistere per missio lavorativa etc etc, ma…
ma dico:
io una favola così me la aspetto in Cielo, quasi uguale uguale a questo:
http://www.youtube.com/watch?v=6zIFHLMuWWs
…eppure, poche parole, come le vostre, me ne pregustano la dolcezza – e proprio adesso.
Nell’amore di Cristo,
nell’amore di Cristo, anche la Terra è dolce come la favola che ci attende.
– Grazie, matrigna…grazie sorellastra mia cara cara…
Ovviamente!!!
Il valore di un uomo deriva dal fatto che ci siamo perchè qualcuno (e soprattutto Qualcuno) ci ha donato la vita
Giuliana: conosco molto bene Silvano Agosti, è un amico.
Se dovessi definirlo direi che è una persona buona, usando una sola parola.
Ha girato un documentario, insieme a Rulli, sugli ospedali psichiatrici, anni 60, che resta un classico. Per quanto riguarda la sua opinione sul crocifisso non mi sembra che ci sia tanto da scandalizzarsi.Forse e provocatoria? Che male c’è?
Quando deciderai di crocifiggerci o Alvise la croce per me non comprarla all’IKEA ma,almeno,da roches e bobois.
Come minimo!!!
io ne vorrei una con travi recuperate da qualche cascina diroccata
La vera intolleranza
“La vera minaccia di fronte alla quale ci troviamo è che la tolleranza venga abolita in nome della tolleranza stessa. C’è il pericolo che la ragione, la cosiddetta ragione occidentale, sostenga di avere finalmente riconosciuto ciò che è giusto e avanzi così una pretesa di totalità che è nemica della libertà. Credo necessario denunciare con forza questa minaccia. Nessuno è costretto ad essere cristiano. Ma nessuno deve essere costretto a vivere secondo la «nuova religione», come fosse l’unica e vera, vincolante per tutta l’umanità”
E cioè che venga tollerato solo chi non è intollerante mentre invece si dovrebbe potere intollerare liberamente!!!
Urge immediata lettura de “Il padrone del mondo” di Benson
Confermo: lo ho finito domenica, quindi direi che è un consiglio appropriato.
Nell’omelia tenuta il 2 ottobre 2005 per l’apertura del Sinodo dei Vescovi, Benedetto XVI ha ribadito che Dio non può essere «bandito dalla vita pubblica, così da perdere ogni significato». «La tolleranza, che ammette per così dire Dio come opinione privata e gli rifiuta il dominio pubblico – ha aggiunto il Papa – non è tolleranza, ma ipocrisia». Si tratta dello stesso concetto affermato da Pio XII nell’allocuzione concistoriale del 20 febbraio 1946: «La Chiesa […] dovrà più energicamente che mai respingere quella falsa e angusta concezione della sua spiritualità e della sua vita interiore che vorrebbe confinarla, cieca e muta, nelle mura del Santuario».
La Chiesa ha il diritto di diffondere il suo messaggio non solo privatamente, ai singoli individui, ma anche pubblicamente, a tutte le nazioni (Mt 28,19 ss.). La dittatura in atto del secolarismo relativista conferma che non c’è alternativa tra il Crocifisso e la sua negazione. Rimuovere un Crocifisso da un luogo pubblico non è un gesto neutrale, privo di significato, ma una scelta di principio non meno significativa dell’esporlo e onorarlo pubblicamente
DALLA LETTERA A DIOGNETO
Il mistero cristiano
V. 1. I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini. 2. Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale. 3. La loro dottrina non è nella scoperta del pensiero di uomini multiformi, né essi aderiscono ad una corrente filosofica umana, come fanno gli altri. 4. Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale. 5. Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera. 6. Si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati. 7. Mettono in comune la mensa, ma non il letto. 8. Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne. 9. Dimorano nella terra, ma hanno la loro cittadinanza nel cielo. 10. Obbediscono alle leggi stabilite, e con la loro vita superano le leggi. 11. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati. 12. Non sono conosciuti, e vengono condannati. Sono uccisi, e riprendono a vivere. 13. Sono poveri, e fanno ricchi molti; mancano di tutto, e di tutto abbondano. 14. Sono disprezzati, e nei disprezzi hanno gloria. Sono oltraggiati e proclamati giusti. 15. Sono ingiuriati e benedicono; sono maltrattati ed onorano. 16. Facendo del bene vengono puniti come malfattori; condannati gioiscono come se ricevessero la vita. 17. Dai giudei sono combattuti come stranieri, e dai greci perseguitati, e coloro che li odiano non saprebbero dire il motivo dell’odio.
L’anima del mondo
VI. 1. A dirla in breve, come è l’anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani. 2. L’anima è diffusa in tutte le parti del corpo e i cristiani nelle città della terra. 3. L’anima abita nel corpo, ma non è del corpo; i cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo. L’anima invisibile è racchiusa in un corpo visibile; i cristiani si vedono nel mondo, ma la loro religione è invisibile. 5. La carne odia l’anima e la combatte pur non avendo ricevuto ingiuria, perché impedisce di prendersi dei piaceri; il mondo che pur non ha avuto ingiustizia dai cristiani li odia perché si oppongono ai piaceri. 6. L’anima ama la carne che la odia e le membra; anche i cristiani amano coloro che li odiano. 7. L’anima è racchiusa nel corpo, ma essa sostiene il corpo; anche i cristiani sono nel mondo come in una prigione, ma essi sostengono il mondo. 8. L’anima immortale abita in una dimora mortale; anche i cristiani vivono come stranieri tra le cose che si corrompono, aspettando l’incorruttibilità nei cieli. 9. Maltrattata nei cibi e nelle bevande l’anima si raffina; anche i cristiani maltrattati, ogni giorno più si moltiplicano. 10. Dio li ha messi in un posto tale che ad essi non è lecito abbandonare.
Assolutamente O.T. ma volevo dirvelo,dopo la lettura del libro di Costanza e la frequentazione assidua di questo blog ho per la prima volta tenuto conto del desiderio di mio marito di partecipare ad un corso di disegno dal vero e raggiunto un utile (per me) compromesso,così io parto stasera con tutta la Banda Bassotti(i miei figli) per le Terre d’Occidente mentre il sant’uomo si accollerà 2 andirivieni dalla città.
Che dite non ho fatto qualche progresso?
Cara Velenia, per quanto mi riguarda è una cosa che mi commuove!
Ci si ha anche Fare Leone, ora siamo al completo!!!!
volevo scrivere FRATE LEONE!!!
Spezzo una lancia (o uno stuzzicadenti)a favore di IKEA, luogo di gran cazzeggio solitario dopo notti di lavoro con bambini a scuola e marito al lavoro e non dover tornare per pranzo.Solo io fra piumoni, tende,poltrone,piatti,bicchieri…salmone affumicato..volete mettere?Altro stuzzicadenti per il SUV :se non avessi avuto la mia Honda CRV (defunta nella collisione) non so come avrei retto la bruciatura di uno stop da parte di una Kia Sorento: me la sono cavata con una botta allo sterno e 4 punti nel ginocchio. E poi io pago le tasse fino all’ultimo sporco cent! E dico anche che non mi lamento..solo mi ‘adiro lievemente'(frequentando il blog sono meno sboccata) PENSANDO A CHI NON LO FA.
Queste Miriano: pugno d’acciaio Krupp in guanto di velluto Visconti di Modrone.
bentornato Scriteriato!
però, accidenti, mi è scomparso Alessandro…
grazie. M’ero irritato per la maleducazione di qualcuno che continuava a mettere in dubbio la buone fede di quello che scrivevo. Poi mi sono ricordato che raglio d’asino non arriva in cielo, sicché d’ora in poi lo ignorerò, tout simplement.
BENRITROVATO!!!!
Mi eri mancato tanto! 🙂
Bentornato! 🙂
Sono maltrattati i cristiani, in particolare?
Vi maltrattano?
Chi?
Ci maltrattiamo noi.
L’un l’altro.
Cristiano o meno.
Ateo o più.
Tutte le volte che presumiamo di valere più dell’altro da noi maltrattato.
Poi ci sono gli innocenti.
– Ma io non sono tra quelli.
Che cosa si chiede ai cattolici, oggi, da qualsiasi parte, se non la riduzione del cristianesimo ad una morale, in se separata da ogni metafisica e da ogni teologia, capace nella sua autonomia e nella sua
autosufficienza di raggiungere l’universalità e fondare una società giusta? Anzi questa morale sarebbe pure capace, come vien detto nel passo pubblicato nelle pagine che seguono, di “porre fine alla secolare divisione tra Occidente e Oriente”, come infatti si sta tentando. Questa morale universale è tollerante: ammette che qualcuno, il cattolico appunto, possa aggiungere una speranza oltremondana, specificamente religiosa in senso trascendente; e se se ne sente vitalizzato nell’esplicare la sua azione pratica, umana, bene; essere cattolici per gli umanitari è questo
SCRITERIATO! Finalmente tu a riportarci coi piedi per terra! Sempre comunque troppo buono(almeno con me). Si il velluto Visconti di Modrone è il migliore.. e poi lo facevano nella mia città adottiva (quando non andavano ancora a produrre in Romania ‘sti padroni).
Sporchi umanitari!!!!
(io ho voglia di pizza. Admin, come stai messo? Me la devi fare pure senza glutine 🙁 …. Basta: io chiudo baracca e baracchella e vo a mangiucchiare. Admin se ha cuore me la fa trovare in cucina. Ecco, ora chiudo gli occhi, percorro a tastoni tutto il corridoio di casa… sono quasi in cucina….no che non li apro ancora, Admin, è una sorpresa, ho capito, si, annuso, no, non mi brucio il nasino, si, sto attenta, capito, non avvicinarmi troppo ma… ADMIN! ADMIN, CHE HAI FATTOOOOO!!!! Ma come hai potuto!!!! Admin ma non lo sapevi che
– clik )
Quando vengo a trovarti ce ne andiamo a Vico Equense da Gigino o ‘zzozzuso!!!! ( non so se gli accenti e gli apostrofi sono giusti……….io sono abituato alla polenta.)
Ma lascailo perdere: la pizza è sotto ogni standard, ha solo un nome che si fa pagare …dai turisti!
Ci sono stato 5 o 6 volte negli anni ’90……..Mo’ son 15 anni che pregusto la pizza a metro……
Ma che è successo? Cambiato gestione?
Che delusione……
Neo-sorellastra, noi in effetti abbiamo mangiato pizza, stasera, ma tu dov’eri? La prox volta ci organizziamo per quella senza glutine, ma vedi di non mancare!
“Ma lascialo perdere: la pizza è sotto ogni standard, ha solo un nome che si fa pagare …dai turisti!” (quel pazzo di Giuseppolo)
@ Cappottone e gavettone a Giuseppe, immediatlyyyyy: te non puoi parlare della pizza così e poi essere ancora vivo. Nel mio sangue scorrono milioni di globuli pizzosi rossi e ai 4 formaggi. Io quando mi faccio un graffietto la gente accanto a me apparecchia la tavola, ragazzo.
§
“Quando vengo a trovarti ce ne andiamo a…” (Maxwell, mia anguria)
@ Quando vieni a trovarmi io prima mi tolgo la denteria (ma quando vieni, uffàà!!!!) e poi comando io sempre e comunque, piccirillo: ergo, la supersottomessa che sono ti porta nella pisseria più buoooooona del mondo: sarei un’intenditrice di pizza stratosferica – iiio, e dunque te guidi e fai l’omo così e NON DI PIU’, per il resto ci penso mi a tutto. E NON SI DISCUTE. – Ecco.
§
Francesca, Genoveffa, Matrigna mia…. ho gradito ogni cosa ieri sera: GRAZIE!
[Ottimi il pollo e la pizza, e ottimo anche il curry, dolce Fra (ma poi me lo insegni che cos’è il curry e che sapore ha…? Mai mangiato….sigh…) Uff…io sto sempre un passo indietro a tutti, oh… Vabbè, ma tanto ieri era tutto buonissimo, grazie! Mica era venerdi e a tavola c’era solo pane e acqua…? Ehm….io oggi cmq accetto volentieri chi mi prepara il pranzo, mi sacrificherò, suvvia.
Vi voglio bene!!
(ADMIN, però ieri non è stato carino da parte tua che tu addirittura … E poi sono rimasta BASITA: sei stato persino, sei stato ALLUCINANTEMENTE capace di
– clik)
Stasera pollo al curry fusion con chrry very hot.
Volevo scrivere curry ma la papilla ustionata mi ha dato alla testa
@Scriteriato:chi metteva in dubbio la tua buona fede? Perbaccolina, mi sono persa un bel po’ di cose! Più che altro ultimamante mi pare che ci sia un gran bel grondare di veleno.
‘Se col crotalo mi pungo ,grido mamma e poi defungo’ (Cocco Bill, qualcuno se lo ricorda o siete tutti troppo giovani?)
Una camomilla al burro!
Grazie Candy per il video irlandese
Uh, Luigiotto carissimissimo!
Luigiotto che bello quando ti leggo!
( Ero + carina all’inizio del video o alla fine col vestitino rosso? Io mi garbavo assai di + all’inizio, saltellante – si si, fuor di dubbio, oh si)
Ci sono croci borghesi e croci vere. Con le prime ci si gioca con le seconde no.
Ho letto (qui,nel post precedente)una bella manciata di feroci critiche al film di Olmi presentato (mi pare ieri laltro) a Venezia. Nessuno qui l’ha visto in anteprima eppure,magari usando il commento preso da un altro blog o articolo di seconda mano (con telegrafica propria chiosa finale) è stata confezionata la stroncatura (del messaggio,almeno…).Ora : riguardo il criticare ciò che non si è visto ovvero letto esiste una regola unica oppure dipende se chi la fa “è dei nostri” oppure non lo è?
(firmato nikivendola smascherato)
non ho capito, quindi ne convieni che è disonesto, superficiale e prevenuto giudicare un libro senza averlo letto (e un film senza averlo visto)….
C’è una grossa differenza: l’Admin (forza Roma!) ha più volte sottolineato che IL LIBRO veniva criticato SENZA ESSERE STATO LETTO. Qui il film di Olmi è stato visto per intero, e criticato con cognizione di causa.
Riuscirà l’acuta, perspicace, penetrante “smascheratrice dell’Etica dei Farisei” a capire che questo commento
http://costanzamiriano.wordpress.com/2011/09/07/pagine-ingiallite-pagine-sempreverdi/#comment-13581
critica le affermazioni di Olmi? E che per criticare delle affermazioni non è indispensabile vedere il film delle affermazioni, ma è sufficiente sentirle esprimere, le affermazioni?
ECCO,PPUNTO.
Io ho espresso un giudizio non sul libro,bensì sull’impianto ideologico della dottrina di “sottomissione” che il libro leggiadramente mi pare voglia propugnare e che risulta dalla quarta di copertina in maniera INCONTROVERTIBILE perchè più volte riconfermata e RAFFORZATA nelle varie interviste rilasciate dalla autrice.
Questa sintesi del messaggio che il libro vuole trasmettere,secondo me,FA RIBBREZZO. Sarebbe equo confutare la tesi da me sostenuta con le idee di uomini-donne che sono abituati alla RAGIONE E ALLA FEDE insieme,ma non insisterò oltre.
Come si è visto,sul film di Olmi non ho scritto nulla riguardo il film (che appunto non ho visto) e anche nulla nè pro nè contro la stroncatura ideologica che però,mi sia permesso l’inciso,non si basava su argomenti ma solo su invettive e quindi NON era frutto di ragione (e neppure di fede secondo me).
Non personalizzo la polemica, ma la sintesi migliore del livello di confronto di idee proposto finora riguardo la questione non la lascerei fare a chi ha risposto “non ho tempo perchè devo lisciare il pelo alla mia iguana (o camaleonte…non ricordo)”
lasciamo le redini ad un segaiolo?
(ma sempre sottomessamente detto)
studiato ad oxford?
io dico Harvard.
a Bologna,ma l’ironia è bene usarla con chi usa cotali argomenti di discussione (quindi quando certe risposte le dovessi dare io,la battuta su Oxford sarebbe motivata nei miei confronti ed invece ad ora li invio direttamente al mittente di quel commento)
(sempre sottomessamente parlando)
La battuta su Oxford era legata non alla qualità dell’istruzione (vieppiù ammirevole, se riesci a ricavare “l’impianto ideologico” di tutto un intero libro dalla sola quarta di copertina), bensì all’eleganza dei modi. Avrei dovuto scrivere Poggio Imperiale, sarebbe stato più chiaro.
Ho ricavato l’impianto del libro (anche e non solo)da 9 interviste dell’autrice che credo siano state concordate e poi rilette prima della pubblicazione.
A Bologna ho studiato quello che mi basta per replicare a battute eleganti o volgari ed infine a Poggio Imperiale ci sono persone la cui personalità e autorevolezza non dubito siano almeno pari a quella che Lei vuole far trasparire dalle soprascritte fragili battute.
La ringrazio comunque della attenzione che è già segno di cristianità,ma, ne converrà, non basta.
Ecco, sarà senz’altro così.
Un buon modo per ricavare l’impianto ideologico di un libro, però, potrebbe anche essere quello di leggerlo, sa?
@ brandy
Io invece dopo questa tua ultima sparata sento proprio l’impellente necessità di personalizzare la polemica. La sentenziosità del tuo giudizio e il tentativo un po’ comico di arrampicarsi sugli specchi per giustificare la feroce stroncatura di un libro che non hai letto mi spingono a parafrasare un aforisma del colombiano Nicolás Gómez Dávila: «La magniloquenza della recensione solitamente è proporzionale all’insignificanza del recensore».
@Andreas: Mi piace! 🙂
ma no, ragazzi, riconosciamo che le nostre critiche sono dettate dall’irrefrenabile invidia che ci ghermisce quando c’imbattiamo in un’intelligenza che tanto palesemente ci sopravanza. Il nostro censore/recensore è un portento strabiliante, ammettiamolo: coglie alla perfezione “l’impianto ideologico” di un libro che non ha mai letto, a differenza di noi miserabili argomenta con ragionamenti inappuntabili mirabilmente consonanti con l’esercizio di una fede pretta, avvisata, matura (altro che la nostra, retriva e settaria).
Soffochiamo l’invidia e diamo onore al merito, suvvia!
@ Alessandro
Cogliendo il tuo spunto non posso che essere d’accordo in toto! Siamo noi a non cogliere la genialità di chi ha unito recensione e censura ideologica dando così vita a un nuovo genere letterario: la re-censura ideologica! Noterei anche il notevole risparmio di tempo consentito dalla re-censura, dato che solleva dal fastidioso orpello di dover leggere i libri prima di stroncarli… Un vero prodigio della tecnica!
quanto alle illuminate e illuminanti dichiarazioni di Olmi, eccone un florilegio:
“La Chiesa dovrebbe essere una casa che accoglie, non deve domandare se una persona è credente o no”
“I cattolici dovrebbero ricordarsi di essere cristiani. Non bisogna inginocchiarsi davanti al crocifisso, che è solo un simulacro di cartone, ma verso chi soffre come gli extracomunitari”
“Cristiani ed ebrei, siamo la stessa cosa”
“La Chiesa non è quella di Roma. La Chiesa siamo noi. Noi dobbiamo rinnovarci, aprirci all’altro. Cos’è più importante dell’accoglienza?”
Ora, a un cattolico che – tanto per intenderci – presti assenso dell’intelletto e della volontà ai contenuti del Catechismo non può che dissentire da queste dichiarazioni. Dal loro deprimente qualunquismo. E rammaricarsi che chi le fa continui a essere accreditato come “regista cattolico”, e considerato dai cattolici dispensatore di messaggi illuminanti per chi è cattolico.
correggo la sintassi: “un cattolico che – tanto per intenderci – presti assenso dell’intelletto e della volontà ai contenuti del Catechismo non può che dissentire ecc…”
Alessandro
10 settembre 2011 a 08:49 #
Ora, a un cattolico che – tanto per intenderci – presti assenso dell’intelletto e della volontà ai contenuti del Catechismo non può che dissentire da queste dichiarazioni.
———
Amletica domanda: come mai a ‘F.amiglia C.ristiana’ queste dichiarazioni di Olmi sono piaciute tantissimissimo?
mumble mumble 😀
Dimenticavo: bentornato, caro Scriteriato!
La tua domanda sottende una… perplessità (per così dire) nei confronti del settimanale paolino la quale perplessità non posso non condividere 😀
un saluto anche a paulbratter e alla danielina di Gesù
Ambientato nell’anno di Ford 632, corrispondente all’anno 2540 della nostra era, il romanzo descrive una società il cui motto è “Comunità, Identità, Stabilità”. A seguito di una devastante guerra di nove anni (iniziata negli anni quaranta), l’intero pianeta viene riunito in un unico Stato, governato da dieci “Coordinatori Mondiali”. La popolazione ignora il motivo della propria situazione attuale: sa solo che il passato era caratterizzato dalla barbarie. Solo i coordinatori sanno come la presente società sia nata e come fosse in precedenza.
La nuova società è basata sui principi della produzione in serie, applicati inizialmente nelle industrie automobilistiche di Ford alla produzione del “Modello T”. Per questo Ford è il Dio di questa nuova società ed il segno della “T” ha rimpiazzato il segno della croce cristiana. Dal disprezzo di Henry Ford per la storia discende anche il rifiuto di studiarla e comprenderla. Il 1908, primo anno di produzione del Modello T, è l'”anno uno” di questa nuova era.
La produzione in serie viene applicata anche alla riproduzione umana, resa completamente extrauterina. Gli embrioni umani vengono prodotti e fatti sviluppare in apposite fabbriche secondo quote prestabilite e pianificate dai coordinatori mondiali – l’inizio del romanzo si svolge proprio in una di esse – e non esistono più vincoli familiari di alcun tipo (“ognuno appartiene a tutti”).
Sotto molti aspetti la società del Mondo Nuovo può essere considerata utopica e ideale: l’umanità è finalmente libera da preoccupazioni, sana, tecnologicamente avanzata, priva di povertà e guerra, permanentemente felice. L’ironia tuttavia è che questa condizione ideale è ottenuta sacrificando le cose che generalmente consideriamo importanti per l’essere umano: la famiglia, l’amore, la diversità culturale, l’arte, la religione, la letteratura, la filosofia e la scienza. In questo senso la società del Mondo Nuovo è una “distopia”, cioè un’utopia ironica o negativa.
(da wikipédia)
Nel 1958, in Ritorno al mondo nuovo, il narratore e saggista inglese Aldous Leonard Huxley (1894-1963) fa un bilancio delle previsioni formulate nel 1931 in Il mondo nuovo, un romanzo inteso a descrivere in termini «paradossali» e allarmanti lo sviluppo del mondo industriale in un Mondo Nuovo. In particolare Huxley aveva parlato di una sostanza, il soma, che serviva in parte come rimedio per gl’inconvenienti che si potevano verificare nonostante — o a causa — della completa organizzazione razionale della vita nel Mondo Nuovo, ma in parte anche come fonte di esperienze estatiche e come alternativa alla religione…
http://www.alleanzacattolica.org/idis_dpf/voci/l_lsd.htm
Non vi sembra che Aldous Huxley nel suo delirante Mondo Nuovo abbia predetto molto dell’azione di tanti organi umanitari mondiali che si candidano come “Coordinatori Mondiali”, ma rigorosamente togliendo di mezzo la croce.
Questo libro, insieme al 1984 do Orwell mi piacciono e mi spaventano tantissimo!
Meno male che io ho la certezza che quelli li non praevalebunt…
“In Giappone sappiamo che tutto passa, E’ così che rinasceremo”
La ricostruzione veloce e il pensiero di Murakami
“in giapponese abbiamo un termine, “mujo” per indicare che non vi è nulla di permanente a questo mondo , che ogni cosa è transitoria. Tutto ciò che esiste si estingue, tutto muta costantemente.Non esiste alcun equilibrio eterno, non vi è nulla di sufficientemente immutabile in cui si possa riporre eterna fiducia. Anche così, noi giapponesi, abbiamo saputo cogliere una forma di bellezza dentro questa rassegnazione.”
Haruki Murakami ” corriere della sera” 9 sett. 2011
FEFRAL: non crede all’omeopatia, viaggia in SUV: mi piace!
Me lo vorreste spiegare anche a me, che non sono addentro alle cose di casa vostra, in che cosa consisterebbe la scismaticità di “Famiglia Cristiana?
“….perfino la matematica, la filosofia naturale e la religione naturale dipendono in certo qual modo dalla scienza dell’ UOMO, poiché rientrano nella conoscenza degli uomini, i quali ne giudicano con le loro forze e facoltà mentali. E’ impossibile prevedere quali mutamenti e progressi noi potremmo fare in queste scienze se conoscessimo a fondo la la portata e la forza dell’intelletto umano, e se potessimo spiegare la natura delle operazioni che compiamo nei nostri ragionamenti: E tali progressi sono soprattutto da sperarsi nella religione naturale, perché questa non si contenta di illuminarci sulla natura delle forze superiori, ma vuol anche allargare la nostra vista alle loro disposizioni verso di noie ai nostri doveri verso di loro; in modo tale da non esere soltanto esseri che ragionano, ma anche uno degli oggetti su cui ragioniamo”
David Hume “Trattato sull’intelletto umano”
“.io non credo nelle divise e tantomeno negli abiti sacri…………..io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa,che passa da che guevara (per me minuscolo) e arriva fino a Madre Teresa,passando da Malcolm X fino a Gandhi e San Patrignano e arriva da un prete di periferia che tira avanti nonostante il Vaticano……..”
Jovanotti, quello che prima di questa conversione gli hanno dedicato una canzone apposita.
http://www.youtube.com/watch?v=tS7rZCRd1-U
dopo la conversione massonica è diventato uno dei loro sacerdoti, oppure è solo un loro utile idiota.
P.S. Famiglia Cristiana tante volte ragiona come lui anzichè come LUI!!!!!!!!!!!
Che ridere, quando vedranno come stanno le cose… Anzi, «quantus tremor est futurus»…
Intanto a me jovanotti piace 🙂
Te invece ragioni come LUI?
Siamo sicuri?
D.O.C.G?
“La valutazione positiva dell’allargamento della coscienza indotto dalla droga comporta una svalutazione dell’attività cosciente, che, in taluni casi, viene interpretata come falsa coscienza e come condizione di alienazione; in altri casi, invece, l’io cosciente e le funzioni psichiche superiori vengono considerati come una specie d’interfaccia fra individuo e realtà esterna, utili per l’adattamento all’ambiente e alla sopravvivenza, ma di ostacolo a una percezione più profonda della realtà. Per esempio, lo psichiatra e psicoanalista britannico Ronald D. Laing (1927-1989) nel 1959, nell’opera L’io diviso. Studio di psichiatria esistenziale, scrive: «[…] il nostro stato “normale” e “ben adattato” non è, molto spesso, che una rinuncia all’estasi, un tradimento delle nostre piú vere potenzialità»
A proposito delle esperienze di Huxley con LSD….
Ora ,oh Alvisino , ti spiego cosa ho capito io. Loro dicono che un cattolico apostolico romano deve vivere . pensare e avere come guida il Catechismo della Chiesa Cattolica che noi ( o almeno io) non conosciamo sicuramente molto bene quindi ci è difficile capire chi dice minchiate o cose giuste. Noi ragioniamo secondo criteri evidentemente condivisibili solo da una minoranza.Quello che continuo a non capire è la dicotomia pensiero-azione ben radicata in certi (chiamiamoli) gruppi tipo CL che io conosco bene perchè ne rimiro quotidianamente l’azione. Ora arriverà il solito ZOT ma me lo aspetto è ho indossato il giubbotto antiproiettile. Hai capito , benedetto ragazzo duro di comprendonio?
Dott.ssa Miriano2, Lei è su FB?
@Scriteriato: no Da quando mio figlio mi ha detto con disgusto :’non vorrai aprire un profilo su FB anche tu?”non c’ho avuto nè il coraggio delle mie azioni nè quello di chiedergli cosa volesse dire visto che lui e sua sorella ce l’hanno eccome.A proposito di dicotomia pensiero-azione.
Porca Svizzera!
sai che volevo chiedertelo anche io se eri su fb?
Tuo figlio semplicemente teme che poi gli chiedi l’amicizia e ti fai gli affari suoi.
CYRANO: quando vedranno come stanno le cose CHI?
Sono i Giapponesi:quantus TREMOR est futurus?
Cioè: se ne accorgeranno al prossimo terremoto?
oh, Alvise, niente che si possa spiegare oltre… non è mera dottrina, questa (ammesso e non concesso che la dottrina cattolica possa mai essere “mera dottrina”)…
Ma volevi dire i Giapponesi?
naturalmente! Chi altri sennò?
Come dire che alla fine (dopo qualche altro cataclisma))gli passerà anche a loro la voglia di non essere cattolici?
@Alvise: insisterre pe’volere insisterre..dicono a S.Donato!!
:FRANCESCA: cioè sono stupido a fare sempre domande cretine?
Per Costanza:
“Io ti domando due cose,
non negarmele prima che io muoia:
tieni lontano da me falsità e menzogna,
non darmi né povertà né ricchezza;
ma fammi avere il cibo necessario,
perché, una volta sazio, io non ti rinneghi
e dica: «Chi è il Signore?»,
oppure, ridotto all’indigenza, non rubi
e profani il nome del mio Dio.”
Non si tratta di una preghiera qualunque, ma di una preghiera ispirata tratta dal libro dei Proverbi, al cap. 30, che consiglio di leggere per intero…
In quell’evocazione del “pane necessario” come non cogliere la preparazione al “pane quotidiano”, naturale e soprannaturale, che ogni uomo in cui lo Spirito del Figlio di Dio ricevuto nel Battesimo non viene rattritistato, scopre sempre nuovamente di ricevere dal cielo!?
@Alvise: non sei stupido è che riceverai sempre le stesse risposte :’consultare il libretto d’istruzioni’. Se poi ti andrà male e troverai qualcuno che si è alzato col piede sbagliato ti beccherai del ‘pirla’ come si dice quassù al nord.Se c’hai voglia e tempo di smacchiare i giaguari…. Altrimenti ..sii lieve e prendi quello che c’è di buono e ..’lasa stà ul pericardio’, diceva un chirurgo troglodita lumbard : non ficcarti nei gineprai.
Raga’ salvatemi! Giornata al centro commerciale con tutta la famiglia. Ho perso l’ingegnere al brico. Devo recuperare due figlie all’area giochi mentre il piccolo non si scolla da me. Odio i centri commerciali! Ora li porto al cinema così dormo
occhio che per dormire il film deve essere soporifero…
GIULIANA: li ho messi per te questi due piccoli video di Silvano Agosti, per cercare di farti capire da che persona venivano quelle parole sul crocifisso. Ora che vedi la persona puoi capire la sincerità e il buon animo, sicuramente perfino ingenui, di Silvano..
Silvano Agosti lo conosco anch’io (non personalmente) come cineasta indipendente di grande valore.
Bisogna dire che la compagnia di Fabio Volo sarebbe deleteria per chiunque…
Fabio Volo: l’ho visto solo sul video sopra, non so chi sia!!!!
Pare sia un noto voleur de femmes…
“Bisogna dire che la compagnia di Fabio Volo sarebbe deleteria per chiunque…”
Quanto è vero!!!!!