di Costanza Miriano
Ecco gli appunti del discorso che ho fatto sabato scorso dal palco dell’Università Regina Apostolorum, dove si è tenuto il convegno per La Marcia per la Vita. A dire la verità non mi ricordo se ho detto poi davvero queste cose, comunque più o meno questo era l’intento.
Non ho alcuna autorità per essere qui, se non credo, perché sono una moglie, una mamma di quattro bambini, e ho scritto un libro con cui ho cercato di sedurre le donne per conquistarle alla causa del matrimonio e della dedizione alla famiglia, e per farlo ho cercato un linguaggio nuovo. Per esempio divertendomi ad accentuare un po’ la mia frivolezza, che nella realtà non è per me così fondamentale. Credo infatti che, per riconquistare le donne che si sono perse, la partita dobbiamo giocarla prima di tutto sulla bellezza; è per questo che la cosa che mi ha fatto diventare tanto simpatica Gianna Beretta Molla è che lei sfogliava Vogue anche poco tempo prima di morire, per questo mi sono innamorata di lei.
Dobbiamo partire dalle donne perché, mi dispiace, voi uomini dovete combattere per la legge, pregare, discutere, fare opinione, ma sta alle donne accogliere la vita, dire il primo sì, sempre, anche nelle situazioni difficili. Amare anche quando non c’è speranza, anche quando la situazione diventa difficile. Eppure le donne di oggi hanno completamente perso la bussola.
Va di gran moda parlare di violenza sulle donne. Ogni tanto c’è una marcia, un appello in televisione, ne parlano le autorità. Ci sarebbe molto da dire sui dati veri, che non sono quelli sparati disonestamente da certi giornali, ma adesso non è il momento… . È chiaro comunque che è in atto una campagna di delegittimazione dell’uomo: è nei suoi confronti, piuttosto, che io vedo violenza, una violenza ideologica. Mi sembra che gli uomini siano davvero sotto attacco: lo è la loro identità, la loro autorevolezza, il loro ruolo dentro e fuori casa. Questo mi dice la mia esperienza personale.
Quanto alla violenza sulle donne, penso anche a quella che le donne hanno fatto a se stesse con il movimento di cosiddetta liberazione.
Ci siamo prese una fregatura incredibile, e scusate il termine poco accademico, poco consono a questa sede, ma non me ne viene un altro più efficace. Vedo intorno a me tante, tantissime donne che, imbevute dell’ideologia unica, sono andate incontro alla loro sofferenza a braccia aperte. Quelle che hanno abortito ma anche quelle che hanno rifiutato la possibilità di aprirsi alla vita, perché pensavano di poter giudicare loro il momento giusto e la persona giusta, non sapendo che noi non siamo onnipotenti, e neanche in grado di capire da sole quello che è buono per noi, e che il corpo della donna ha dei tempi e dei limiti che non può valicare.
Abbiamo tradito la nostra prima chiamata, che è quella di accogliere e difendere la vita. Ho visto così tante donne fiorire quando finalmente sono diventate madri, diventare felici, risolvere tutte le inquietudini, trasformarsi. Molte di più però sono quelle che continuano a rifiutare questa vocazione, e anche quando diventano madri sono talmente condizionate ideologicamente che si sentono in dovere di parcheggiare i figli, lasciarli, delegarne l’educazione, in nome di una malintesa emancipazione. Quanto a quelle che uccidono il bambino in grembo, be’, la loro sofferenza è infinita, e incredibile, accresciuta a dismisura dal fatto che non viene ammessa, riconosciuta, chiamata col suo nome.
Bisogna dunque dire alle donne che ce la possono fare, ad accogliere quella vita, che ce la faranno senz’altro perché sono forti, e perché saranno felici: in un mondo che ha tolto Dio dal suo orizzonte secondo me è questo il tasto su cui battere. Bisogna dire loro che è qui la vera felicità, bellezza, realizzazione: nel non chiudersi alla vita (ci sono anche casi in cui poi una nuova vita non arriva, e le donne possono aprirsi ad altre vite, non generate biologicamente ma sempre bisognose di aiuto).
Invece in cambio del potere di vita, di non vita, attraverso la contraccezione, e di morte sui suoi figli la donna ha guadagnato solo dolore, inquietudine, stanchezza, senso di inadeguatezza, perché nessuna donna, pur essendo noi notoriamente tutte multitasking, è onnipotente (per fortuna) e nessuna donna riesce a stare su tutti i fronti sui quali le è richiesto di essere. Questa violenza le donne se la sono inflitta e se la continuano a infliggere da sole.
Ho conosciuto personalmente tante paladine dell’aborto, di quelle che lo facevano nei primi anni nel salotto di casa, e le ho viste poi guardare con incredibile rimpianto i bambini, senza avere il coraggio di ammettere che quella cosa per cui erano scese in piazza, in politica, le aveva rese incredibilmente infelici per sempre.
Ma la battaglia non si ferma alla questione dell’aborto, che è la primissima irrinunciabile imprescindibile non negoziabile questione. C’è anche bisogno di ricordare che viviamo in una cultura che è contro la vita in ogni suo aspetto, anche nel lavoro: il lavoro manca per gli uomini, e quanto alle donne, quando si parla di conciliazione si parla solo di asili nido, di quote rosa, perché in nome della balla del tempo di qualità, o dell’altra balla, che i bambini di tre mesi socializzano al nido (chi l’ha detta non ha mai visto un bambino di tre mesi neanche in foto), le donne vengono incoraggiate, spinte, spesso costrette a tornare al lavoro col bambino ancora attaccato al seno. Quando si parla di donne e lavoro si parla solo, poi, di incentivi alle industrie che assumono donne, e di quote rosa (io personalmente se mi mettono in qualche cda , evenienza per fortuna estremamente remota, mi suicido). Non si parla mai di rendere i tempi e i modi del lavoro adatti alle madri, di dare loro la possibilità di scegliere se e quanto a lungo stare a casa, per esempio con abbondanti assegni familiari, ricordando che una mamma che segue i suoi figli è un vantaggio per tutta la società.
Per chi vuole sul sito dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum ci sono le registrazioni audio di tutti gli interventi: clicca QUI
Io lavoro in Irlanda ed è bellissimo vedere le mie colleghe affrontare la gravidanza col sorriso sulle labbra… e al ritorno in ufficio TUTTE sono part time al 50, 60, 70%, questo viene concordato con l’amministrazione a seconda degli impegni lavorativi del papà.
Ma la cosa più bella è che qui davvero fare bambini è visto come qualcosa di utile alla società in generale, non ho mai visto sguardi carichi di rimprovero o commenti sarcastici: viene dato per scontato che una donna che ha un compagno o un marito prima o poi avrà dei figli e che dopo il primo bambino avrà il secondo…. tutto viene accettato con molta naturalezza, il primario è il primo a spupazzarsi il bebè ed a congratularsi…
Va detto che sono dipendente pubblica…
Quanto è bello questo accorato richiamo alle radici della bellezza della vita. Si vede che nasce dal profondo di una bellissima persona. E non poteva che nascere da una donna.
L’importanza di chiamare le cose con il loro nome permette di rielaborare, di meditare e riflettere ed eventualmente di superare il dolore.
@Stefania – a parte che hai la fortuna di vivere in un bellissimo paese, riconosco questo aspetto della figliolanza vissuta con molta naturalità, qui in Italia la riscontro ancora negli extra comunitari.
Pingback: Ripartire dalla bellezza | La fontana del villaggio
Pingback: Quote rosa |
La difesa del maschio affidata ad una donna. Nel caso specifico a te, cara Costanza, con un intervento appassionato e davvero straordinario che, come sai, come uomo (maschio), condivido e sottoscrivo. Grazie per le tue fatiche, il femminismo è finito, i frutti già si cominciano a vedere (uno credo sia proprio tu) …
Questo è l’approccio giusto, partire dalla bellezza, nella convinzione che la Verità dà testimonianza di sé e non ha bisogno di stampelle, non c’è quindi alcun bisogno di difenderla, anzi è una bestemmia il pensarlo.
“Il Cristianesimo non si difende, il Cristianesimo attacca” (S. Kierkegaard, ma citato a memoria, non sarei capace di ritrovare la citazione originale).
Dove “attaccare”, si intende, va fatto con le armi che ci sono proprie: il sorriso, la ragionevolezza, il dialogo…
Brava Costanza: avanza per la verità la mitezza e la giustizia (Sal. 45,5)
Reblogged this on Filia Ecclesiae and commented:
Straordinario, perché vero, intervento di Costanza Miriano al convegno in occasione de “La Marcia per la Vita”.
Si!!! Mi piace tantissimo il tuo intervento, brava davvero!
“Non si parla mai di rendere i tempi e i modi del lavoro adatti alle madri, di dare loro la possibilità di scegliere se e quanto a lungo stare a casa, per esempio con abbondanti assegni familiari,”
Nessuno, che ne abbia bisogno, in Italia, ce li ha. C’è gente che ha cinque lavori, sei stipendi quattro pensioni, (o pensioni che na valgono dieci o venti normali) ma i disgraziati (incluse le donne senza abbondanti assegni) non li aiuta nessuno. Ma, è stato detto qui nel blog, che anche nei paesi dove queste elargizioni esistono (Irlanda, sembrerebbe, esclusa) le donne abbiano lo sguardo triste e gli uomini si attacchino alla bottiglia dell’alcool….
@Alvise.e quindi?
E quindi, prima cosa, anche da noi vedo mamme sorridenti e felici, e non solo sxtra-comunitarie, e poi che non è solo con la Grazia di Dio che si può migliorare la situazione pre-sociale italiana, ma, fermo restando che la felicità è un’altra cosa, (prova ne sia che essa vive di più tra i poveri e i semplici, che non sono certo quelli delle riviste patinate, benché in ogni rivista patinata ci siano SEMPRE dei servizi sulla bellezza e sulla felicità dei quartieri poveri di tutto il mondo, con indicazione di alberghi e di ristoranti nei paraggi))c’è lo stesso bisogno di più giustizia e di più verità (con la minuscola)
Coraggio, si faccia un giro in un blog più congeniale
http://cemeteryexplorers.blogspot.it/2010/01/victorian-mourning-traditions-fashions.html
Ma icché la mi dice…?
La invitavo a rallegrarsi con una passeggiata all’ombra dei cipressi e in mezzo all’urne
http://www.tate.org.uk/art/artworks/bowler-the-doubt-can-these-dry-bones-live-n03592
Che bello grazie! Quella del nido proprio è una cosa che non capisco. Io per ora sono a casa non trovo la necessità del nido e incontro sempre più gente che mi chiede perché non lo metto al nido: “Guarda che così socializza si fa degli amichetti.”
A 8 mesi? mi sembra più urgente che sappia che c’è sua madre. Anche la pediatra mi ha detto che il bambino sarebbe più stimolato.
Velenia
Non credo che sia sensato , allora, dire, “riduciamoci anche noi in povertà, in miseria, saremo più felici”
Specialmente da parte di noi persone che sopravviviamo coi soldi degli altri, in pratica.
Alvise,ma che fai tu canti e tu suoni? quando mai ho detto di ridurci in povertà( a parte che personalmente mi ci sono già ridotta, e non di mia volontà,credimi la crisi a casa mia si sente eccome).
Il sano realismo dei siciliani si esprime con queste parole:” A povirtà unn’è biogna,ma mancu è prju”(la povertà non è una vergogna,ma neanche un piacere) e io sono perfettamente d’accordo.
Per il resto ,il post di Costanza mi piace assai,come al solito riesce a parlare di argomenti serissimi senza essere seriosa,approvo tutto,anche il fatto che noi mamme-lavoratrici dovremmo poter lavorare con modi e tempi nostri,che non sono quelli di un uomo,e che in generale si dovrebbe tutelare di più la famiglia e la maternità
Alvise, secondo me stai abbassando la conversazione sul solito piano terreno e simpsoniano, Costanza ha elevato lo sguardo e tu lo abbassi quasi per farci riappropriare delle nostre miserie e godercene quando invece il nostro spirito dovrebbe anelare a cose superiori.
Luigi, anche io anelo. (il Signore dell’Anèlo)
Grande Costanza. Non hai detto però la cosa principale dell’evento dello scorso sabato, e cioè che ci siamo finalmente conosciuti (beh “finalmente” lo dico io). E la cosa spaventosa è che sei veramente come affermi di essere.
Meno male.
e poi perché non hai conosciuto il marito e i figli… 😉
ah,naturalmente spero che non vi siate persi come varii quotidiani(Repubblica-ediz. Roma, in primis ma anche il Corriere della serva,ed altri) hanno definito la marcia per la vita:(naturalmente per bocca di esponenti politici varii):
Mario Puiatti, presidente nazionale dell’Associazione Italiana per l’Educazione Demografica (Aied): “La vera lotta contro l’aborto è l’informazione sui metodi contraccettivi. Ancora una volta assistiamo a una manifestazione ambivalente dei movimenti antiabortisti religiosi, perché‚ a sostegno del loro appello alla vita contro l’aborto non consegue una proposta politica liberale ed efficace, bensì, come sempre, un imperativo dogmatico…
“Il Comune ha dato il patrocinio a un corteo di integralisti, negazionisti, razzisti e omofobi, cui parteciperanno Forza Nuova e Militia Christi. Il sindaco di Roma ha aderito alla manifestazione e parteciperà rappresentando la nostra città. E’ un affronto alla capitale – aveva dichiarato il consigliere capitolino Pd Dario Nanni…
la reazione di Atlantide Di Tommaso, segretario del Psi romano: “Patrocinio di ordinaria follia. La città è costretta a subire sempre più le scorribande di frange dell’estremismo di destra. Roma vive il rischio reale di un ritorno a un passato, buio e criminale…integralisti, negazionisti, razzisti e omofobi di Forza Nuova e Militia Christi, e addirittura concede il patrocinio alla ‘Marcia per la vità che ha come prima rivendicazione la negazione del diritto delle donne, conquistato e ratificato da un consenso referendario che è legge dello stato(la 194) per una maternità condivisa e responsabile”.(ilt utto su Repubblica )
vi risparmio la cronaca di “notizie radicali”.
Riteniamo grave che il Comune abbia concesso il suo patrocinio ad una manifestazione connotata in modo cosi pesante” dichiara in una nota Roberta Agostini, presidente della Commissione delle Elette della Provincia di Roma e responsabile della Conferenza Nazionale Donne del Partito Democratico.
Secondo Gennaro Migliore, della segreteria nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, ”la marcia antiabortista oggi a Roma è una iniziativa impresentabile. Lo dico da uomo: la prima violenza contro le donne è limitarne l’autodeterminazione e la libertà, è volerne controllare il corpo e la volontà (adnkronos)
l’interrogazione urgente del Pd (presentata dal consigliere Dario Nanni): «Sono stati messi a disposizione duecento bus gratuiti. E’ improprio l’uso del trasporto pubblico ai fini privati».( ma se sono per le “gite” del sindacato,allora va tutto bene.ndr)(corsera)
ecc. ecc.
insomma, sembra che tutti quelli che hanno partecipato alla marcia sono dei minus habens o cittadini di serie b perché,all’interno della marcia, vi erano anche rappresentanti di Forza nuova e militia Christi…
ah, sempre per il corriere della serva ed. Roma da 15mila siete scesi a 10mila…
tutto il contrario dal http://www.ilsussidiario.net/News/roma/2012/5/15/MARCIA-PER-LA-VITA-Quella-piazza-diversa-grazie-al-popolo-della-vita/279111/
E’ buona regola non sopravvalutare mai le manifestazioni di piazza: la folla spesso dà alla testa, crea impressioni distorte, evoca prove muscolari. Insomma, si presta a interpretazioni discutibili. Ma chi domenica era presente in mezzo a quei 15.000 ha visto un corteo molto diverso da tutti gli altri, perché il popolo che lo ha animato è diverso. E’ quel “popolo della vita” di cui parlava Giovanni Paolo II nell’enciclica Evangelium Vitae. Un popolo molto variegato, nel quale si agitano anime, storie, tendenze, sensibilità anche molto diverse fra loro. Migliaia di persone, di famiglie, di giovani, di gruppi organizzati, provenienti da tutta Italia, e dalla Polonia, dalla Germania, dalla Francia e da altri Paesi. Ognuno con il proprio striscione, i propri manifesti, il proprio stile. Questo dato formale è fondamentale per capire la novità di questa manifestazione, e per coglierne tutta la forza dirompente: una coalizione per la vita, molto più ampia e molto più larga di qualunque singola associazione istituzionalizzata. Chi non è capace di accogliere questa varietà e questa ricchezza dimostra di avere un cuore chiuso, e di non saper allargare le prospettive. Peggio ancora chi vorrebbe stabilire una sorta di “patente” o di certificato per consentire solo ad alcuni di manifestare per il diritto alla vita. Non si era detto che l’importante è capire dove uno vuole andare, senza chiedergli da dove viene? E allora, perché non applicare a tutti questo criterio “dialogante” quando si organizza una Marcia per la vita? Possibile che nel 2012 possa ancora funzionare il vecchio trucco con cui nel ‘68 si chiudeva la bocca ai non allineati, soprattutto ai cattolici, accusandoli di essere “fascisti”?
alla prossima marcia.
vale
A parte la caciara cosiddetta politica, voglio sottolineare le… piacevolezze di “Mario Puiatti, presidente nazionale dell’Associazione Italiana per l’Educazione Demografica (Aied): “La vera lotta contro l’aborto è l’informazione sui metodi contraccettivi”.
Manco per idea. Se interessa, commentavo già nei giorni scorsi:
http://costanzamiriano.wordpress.com/2012/05/13/lotta-per-la-vita/#comment-36631
e seguenti
Beh, è anche bello che tu abbia fatto riferimento alla “mia” santa Gianna, medico, madre e sposa di un paese qui a pochi passi dal mio. E sarebbe davvero bello se qualche donna “emancipata” perdesse (per guadagnarlo) un po’ di tempo leggendo la sua biografia o le sue lettere o le sue preghiere. Quindi, carissima Costanza, grazie.
Stefano
P.s. Non so se conosci la “Fraternità francescana di Casa Betania” lì a Roma (zona Brun Barbantini); mio fratello è frate lì e gli ho parlato moltissimo del tuo libro. Spero che un giorno riesca a testimoniare lì la tua saggezza cristiana…
Ci sono alcuni punti che mi lasciano parecchio perplesso. Uno fra i tanti :
“Va di gran moda parlare di violenza sulle donne. Ogni tanto c’è una marcia, un appello in televisione, ne parlano le autorità. Ci sarebbe molto da dire sui dati veri, che non sono quelli sparati disonestamente da certi giornali, ma adesso non è il momento… . È chiaro comunque che è in atto una campagna di delegittimazione dell’uomo: è nei suoi confronti, piuttosto, che io vedo violenza, una violenza ideologica. Mi sembra che gli uomini siano davvero sotto attacco: lo è la loro identità, la loro autorevolezza, il loro ruolo dentro e fuori casa. Questo mi dice la mia esperienza personale.”
Io ho amici e amiche che fanno parte di associazioni che aiutano donne vittime di stalking. Che si occupano di aiutare donne vittime di violenza domestica. Che raccontano tutti i giorni anche attraverso social network e siti di queste violenza. Denunciare la violenza e’ delegittimare l’uomo? io da uomo dico che non considero veri uomini chi picchia e manda la propria compagna o moglie in ospedale (per non parlare dell’omicidio). Distinguerei poi autorità da autoritarismo. Come ripetete su questo blog l’uomo,il padre, il marito hanno un ruolo fondamentale nella famiglia. Ma ovviamente senza prevaricare nel rispetto e nella parità di diritti e dovere con la donna.
Io trovo grave che si sminuisca la violenza che viene fatta nei confronti di molte donne. Che poi siano donne a farlo rende la cosa ancora piu inquietante.
giusto. Io non credo però che Costanza sminuisca la violenza sulle donne. penso che lei contestualizzi: l’uomo viene sempre più delegittimato, prendendo spunto dai veri episodi di violenza che accadono, e questo è grave per l’intera società.
Ti dirò che quel passaggio ha lasciato perplessa anche me. Mia mamma – cattolicissima,psichiatra, assolutamente non femminista- si è occupata per anni di un’associazione che aiutava la maternità (la vera lotta contro l’aborto è questa): noi abbiamo opsitato a casa nostra una volta una ragazza madre peruviana, picchiata dal compagno e lasciata per strada. Se l’associazione di cui mia mamma faceva parte non l’avesse aiutata avrebbe abortito.
Comunque, l’associazione si è occupata per anni anche di violenza domestica – ho visto fin troppe donne picchiate, stuprate, abbandonate, e sinceramente ne ho abbastanza. penso che le donne debbano imparare a dire basta, ma,soprattutto, gli uomini devono imparare a dire basta e devono emarginare socialmente al più presto tutti coloro che fanno violenza sulle donne. Lça vera rivoluzione la faranno gli uomini quando inizieranno a protestare contro la visione oggettistica e possessiva che altri uomini hanno delle donne.
Sottoscrivo totalmente.
temo che se continua così,per le donne sarà anche peggio:
GRAN BRETAGNA SOTTO SHOCK: ISLAMICI ”NATURALIZZATI” INGLESI STUPRANO E FANNO PROSTITUIRE 600 BAMBINE BIANCHE (CONSIDERATE INFERIORI ALLE MUSULMANE)
Nel 2008 polizia e magistrati inglesi preferirono archiviare il caso per non essere tacciati di razzismo
di Caelsius Mars (da:qelsi)
Sono seicentorentuno, di cui 187 negli ultimi dieci mesi, le ragazzine tra i 12 ed i 16 anni violentate negli ultimi cinque anni da una banda di pedofili musulmani che le adescava nelle case di accoglienza per minori in cui erano ospitate per garantire loro “protezione sociale”. Questa tragica vicenda si è verificata in Gran Bretagna, ed è venuta fuori a Liverpool in seguito alla condanna di nove uomini di origine pakistana ed afghana. Purtroppo due delle bambine, che si trovavano a Manchester e Rochdale, sarebbero morte in seguito agli stupri.
-Le adolescenti prescelte erano tutte rigorosamente di razza bianca, perchè considerate nella cultura degli islamici “naturalizzati” inglesi degli esseri inferiori, ancor più delle derelitte donne musulmane, vera e propria carne da macello di cui disporre a piacimento per soddisfare luridi e morbosi appetiti sessuali-.
…Incontrando l’8 maggio a Roma il primo ministro turco Erdogan, Monti ha sostanzialmente prospettato che la nostra crisi demografica verrà risolta spalancando le nostre frontiere agli immigrati musulmani turchi! Dopo aver rassicurato Erdogan che l’Italia apporterà “un sostegno forte e convinto” all’adesione della Turchia nell’Unione Europea, Monti ha precisato che la Turchia potrà “portare un valore aggiunto, economico, geopolitico, strategico, culturale ad un’Europa anziana demograficamente, stanca e non piena di impulso economicamente(L’aborto è stato introdotto da una classe politica degenere, la stessa che oggi, con Monti, pensa di risolvere la nostra crisi demografica spalancando le nostre frontiere agli immigrati musulmani turchi!
di Magdi Cristiano Allam (da: bastabugie)
La violenza e’ sempre una male da qualsiasi parte provenga secondo me. Però risponderei a Magdi Allam che generalizzare e fare di tutta un erba un fascio e’ sempre indice di razzismo o perlomeno di pregiudizio. Non credo che possiamo dire che tutti i turchi sono violenti e fanatici perchè sono di religione musulmana.
almeno chiamarlo col suo nome: Magdi Cristiano Allam. e neanche da dire che sia un fanatico conservatore,visto che ha scritto anche per Manifesto , Repubblica e Corsera.
Oltretutto ho come il sospetto che ne sappia più lui di te su come funziona la “tolleranza” dalle loro parti…..
e qui mi taccio perché non c’entra nulla con la discussione.
So benissimo chi e’ Magdi Cristiano Allam. E non e’ nuovo a sparate del genere. Oggi e’ europarlamentare dell’udc e ha abbandonato il giornalismo dopo aver preso 3 condanne per diffamazione. E’ noto per il suo antiislamismo. Ha ripetutamente attaccato anche organizzazioni islamiche moderate. Ma basterebbe leggere la nota che hai riportato dove per lui i turchi sono il male assoluto in quanto musulmani (non direi che sia una considerazione pacata o moderata). E comunque le sue “imprese” le puoi leggere su wikipedia. http://it.wikipedia.org/wiki/Magdi_Allam
@GiulioL: ti ho inoltrato privatamente la risposta che mi ha mandato Vale per te che pensava, giustamente, che questo tema fosse troppo OT.
beh .se ti affidi a wikipedia-non per biografie-ma per valutazioni di fatto, ho la prova provata che sei nulla più di un coniglio meccanico.per quanto riguarda il suo antiislamismo forse,l’islam, l’ha conosciuto un po’ meglio e da vicino di te ,che cianci di islam moderato da casa tua.
basterebbe anche andare a farsi un giro sul asianews che è il sito dei missionari del Pime per vedere che il moderatismo di certe religioni-induismo compreso- è solo nella testa dei trinariciuti del tuo stampo.
quanto a certe condanne per diffamazione la penso come Montanelli (parafrasi mia,s’intende): sono medaglie da custodire gelosamente.
passo e chiudo
Io ho rispettato le indicazioni dell’admin che mi ha chiesto di non continuare perchè l’argomento non c’entra con il post. E quindi non ti rispondo nemmeno.
Riavvolgiamo il nastro: si stava parlando della violenza delle violenze: quella contro il più debole dei deboli, quello che non può difendersi in nessun modo. E’ capzioso, è menare volutamente il can per l’aia, questo continuare a dire che di violenze ce ne sono anche altre. Lo sappiamo bene. E questo, secondo te, giustifica?
Come per Lidia mi ha lasciato perplesso quel passaggio sulla violenza nei confronti delle donne. Non ho detto che giustifica altre violenze. Non mi far dire cose che non ho scritto e che nemmeno penso.
Non volevo farlo e, se ti è sembrato mi scuso. Volevo solo ricordarti che oggi ci sono cause facili da sposare (meritoriamente, per carità) e altre che lo sono meno o non lo sono affatto. Questo ci vuole far credere la mentalità dominante: che difendere i bambini non nati significa non difendere qualche altra buona causa.
Se avessi tempo, potrebbe valer la pena di leggere il capitolo sul femminismo in: Emanuele Samek Ludovici, Metamorfosi della gnosi. Quadri della dissoluzione contemporanea (Edizioni Ares, Milano)
Ok. Grazie della citazione. Lo guarderò.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Salve a tutti, è il mio primo commento….ma in realtà ho seguito da tempo tutti gli interessanti articoli pubblicati.
Condivido quasi tutto ciò che è scritto in questi appunti. Ho due bambini piccoli, lavoro in una grande azienza a tempo pieno ed ho vissuto e vivo quotidianamente il “problema” tutto italiano del lavoro non adatto nei tempi e nei modi ad una mamma….nonostante ringrazio costantemente Dio per avere un lavoro fisso, cosa che a mio marito non è ancora dato di avere…..
Sarebbe bello se nella mia azienda, come in altre ci fossero incontri “al Femminile” dove poter invitare a parlare Costanza…gli unici incontri dedicati alle donne sono sulla leadership femminile….dove gli interventi sono di grandi donne che hanno raggiunti i vertici aziendali…..e di donne mamme non si fa alcun accenno….a me personalmente queste donne fanno anche un pò tristezza, ma è una mia opinione personale…..
In Italia nessuno considera che una mamma che lavora se ha tempi, spazi e ritmi concilianti con la famiglia lavorerebbe meglio e produrrebbe di più……invece si lascia il tutto alla capacità di arrangiamento della singola donna….
Senza parlare di come le esigenze personali e familiari differiscono se sei un “sottoposto” o un capo…..altra tristezza infinita, come se ci fossero figli di serie A e figli di serie B.
L’unica nota che condivido poco è sulla violenza alle donne, purtroppo esiste e anche troppo negli ultimi tempi, ma immagino che Costanza stava solo accennando al probelma e non aveva intenzioni di sminuirlo.
Comunque Costanza, complimenti per la tua semplicità e coraggio con cui affronti alcuni temi.
sul Gazzettino on line di oggi:
«I malati terminali ci costano cari:
fino a quando potremo curarli?»
Il dg dell’Usl 9 Claudio Dario: «200mila euro all’anno
per ogni paziente “condannato”, sproporzionati ai benefici»
di Mauro Favaro
TREVISO – «Con questa crisi tra pochi anni sarà difficile giustificare all’esterno, soprattutto a quelle famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese, che si possono spendere anche oltre 200 mila euro all’anno per pagare le cure di un solo paziente che magari ha davanti a se poche settimane di vita».
È questo l’allarme choc lanciato ieri dal direttore generale dell’Usl 9, Claudio Dario, dal convegno “Il governo della spesa del farmaco” organizzato all’ospedale Cà Foncello. L’argomento è delicatissimo. Cosa è possibile fare? «La vita umana viene prima di tutto» ha ribadito il direttore dell’Usl 9, ma è anche imperativo categorico tagliare da subito la spesa per l’acquisto di medicinali e dispositivi. Magari convincendo anche le aziende farmaceutiche a riconsiderare i prezzi dei farmaci per i malati terminali: «Sproporzionati al beneficio che possono dare a chi purtroppo a pochi mesi di vita».
Nell’azienda sanitaria trevigiana la spesa complessiva è pari a circa 142 milioni di euro all’anno (48 milioni spesa farmaceutica convenzionata, 52 quella ospedaliera e 41 per i dispositivi), fetta dei 1,4 miliardi annui su base regionale. Qualche passo l’Usl 9 l’ha già fatto. Alla fine del 2010 ha potenziato il servizio “Erogazione diretta da sportello” a cui oggi si rivolgono almeno 60 pazienti al giorno per un risparmio di 32 mila euro al mese. L’introduzione rapida dei farmaci a brevetto scaduto, poi, i cosiddetti “generici”, ha portato un risparmio di circa 90 mila euro al mese.
A tutto ciò si aggiunge l’avvio di uno studio ad hoc per «l’appropriatezza d’impiego dei dispositivi medici» che dal 2010 al 2011 ha fatto scendere gli ordinati del 3,3 per cento e, di pari passo, i ricoveri (dai 50.383 del 2010 ai 46.967 del 2011). Infine, c’è lo sviluppo del laboratorio di galenica, per «farsi i farmaci in casa», che produce mille medicinali personalizzati consentendo di ottimizzare le necessità per un’economia di 500 mila euro sul prezzo di mercato e addirittura un’entrata di 50 mila euro all’anno derivante dalla produzione per altre Usl.
Il conto totale del risparmio arriva così a circa 2 milioni all’anno. Senza contare l’introduzione della figura del «farmacista di reparto», da sviluppare, che farebbe balzare il totale a quasi 3 milioni. «Il risultato è stato quello ridurre del 10,5 per cento la spesa pro capite tra il 2010 e il 2011, pari a circa 120 euro per cittadino – tira le somme Dario – e ci sono ancora dei margini di miglioramento nella spesa per farmaci a brevetto scaduto così come in quella farmaceutica ospedaliera». Avanti così, insomma.
Mercoledì 16 Maggio 2012 – 11:08 Ultimo aggiornamento: 12:46
mah…. dite quel che volete ma, con tutto il rispetto per i veri casi di violenza domestica, qui si ingigantiscono dati e fatti. La amplificazione mediatica delle violenze sulle donne non fa che oscurare il reale problema, cioè la delegittimazione del maschio in quanto maschio, come se maschio fosse solo istinto animale, dominio cieco, sessualità bruta, schiaffone facile, lama di coltello pronta a pugnalare. A parte il fatto che i maschi nascono dalle donne e quindi mi farei una esame autocritico su cosa imparano da noi mamme questi uomini che massacrano, comunque il fatto vero è che l’uomo sta perdendo la sua identità. L’uomo perde la sua identità quando non ha un riscontro femminile di sè. Mi spiego: se la madre non è un esempio di accoglienza, pazienza, amore, dedizione (soprattutto nei confronti del marito e padre dei figli), il figlio, parcheggiato qua e là perchè è un ingombro alla realizzazione della donna, non crescerà con una grande stima della figura femminile. Le mamme col senso di colpa (mica solo quelle che lavorano, ma tutte le mamme che sentono sempre di non raggiungere i vertici della perfezione tecnica) che soddisfano le minime richieste del figlio dandogli tutto e subito non fanno che accrescere un ego smisurato nel bambino futuro adulto, come le altre che mettondo paletti per puro amor di regola senza considerare che insegnare ad accettare piccole frustrazioni non è la stessa cosa di umiliare, crescono generazioni di distruttori.
La vera rivoluzione (parola che già in sè mi piace poco…. cosa c’è da cambiare? il reale va bene così, siamo noi che dobbiamo imparare a guardarlo ed usarlo per come è) la faranno le donne quando riscopriranno la loro propria natura, non uccideranno più il frutto del loro seno e non cercheranno più lo scontro con l’uomo sul terreno del dominio. La vera contro-rivoluzione è guardare il nostro abisso interiore e amarlo così come è, pieno di voglia di essere colmato non da risposte parziali (la realizzazione lavorativa, la bravura tecnica nell’educare, il saper mettere tutto in ordine per far combaciare gli impegni di tutta la famiglia senza turbare l’equilibrio…. tutte cose che ci sembrano fondamentali per sentirci vere donne) ma dall’unica cosa che ci compie davvero: dire SI’ alla vita.
Concordo con Giuliana, come sempre. Ancora una volta ci si perde in considerazioni parziali e a margine senza aver afferrato la logica soggiacente al discorso di Costanza. Il punto è un altro. Occorre proprio uscire dalla logica in base alla quale le relazioni tra i sessi sono improntate non a una sana antropologia “organica” ma a una logica “dialettica”, cioè fondata sul dualismo, sulla contrapposizione radicale. È propria una “metànoia” ciò che serve, un mutamento radicale di rotta, un orientamento nuovo da dare all’esistenza. Se non si capisce questo si continua a giudicare quel che ha scritto Costanza – che avrà ripetuto usque ad nauseam che si tratta di uscire dalla logica della competizione nei rapporti tra uomo e donna, e qui non si è smentita – secondo parametri ideali estranei a una visione cristiana della vita. Il femminismo ideologico – proprio perché imperniato su una falsa antropologia – con la sua aggressiva denuncia della “dominazione maschile” non ha risolto i problemi della condizione femminile ma li ha aggravati andando ad intaccare pesantemente la relazione con l’altro sesso, portando la guerra là dove occorreva portare la pace, incancrenendo una ferita che andava sanata. Chi conosce un po’ di filosofia sa bene che il pensiero dialettico esaspera e amplifica le contraddizioni perché la contraddizione è reputata il motore della storia e del progresso (a questo riguardo consiglio la lettura attenta di Heinz R. Schmitz. “Progresso sociale e rivoluzione. L’illusione dialettica”, Massimo, Milano 1990). Da qui l’enfasi assolutamente sporporzionata con cui ci si concentra sui dati (veri, non inventati, ma ampllificati all’eccesso) della violenza contro le donne. È una strategia funzionale alla tesi ideologica secondo cui tra uomo e donna c’è in corso, da sempre, una guerra di annientamento dove “ne resterà soltanto uno”. Dobbiamo assolutamente uscire da questi schemi nefasti.
Il vero amore non è dialettico e lacerante: è organico, coniuga rigore e tenerezza. Ma la metafisica del peccato è la metafisica della separazione, consiste nel separare ciò che Dio ha unito. La frattura delle due componenti porta ad assolutizzarne una a scapito dell’altra. Abbiamo dunque come esito finale o un sentimentalismo epidermico o una ferocia brutale e possessiva, caricature dell’amore. Queste due direttrici, non ci si illuda, sono entrambe mortifere. Il solito Thibon, in un passo celebre di “Diagnosi”, si scaglia contro «l’ampiezza mostruosa del divorzio fra la sensibilità morale e i costumi profondi» onde per cui nella «Francia ove la maggior parte della gente è diventata così dolce, così umana e, in particolare, così tenera per i figli e così incapace di vederli soffrire, si contano, a dir poco, 500.000 aborti all’anno, vale a dire 500.000 bimbi assassinati! Da una parte, si viziano i bambini, dall’altra si uccidono: la stessa mano massacra gli innocenti e li guasta di carezze. È necessario che gli uni muoiano perché gli altri siano più coccolati e adorati: si fanno sacrifici umani a questi piccoli dei! Abbiamo conosciuto una persona che aveva ucciso quattro bambini nel proprio seno (non per malizia, ma per debolezza, per mancanza di istinti solidi e di cardini sociali) e che trovava mostruoso che si potesse battere un bambino per correggerlo… La distanza fra il bambino assassinato e il bambino viziato ci offre la misura dello stacco fra la sensibilità e i costumi profondi».
La “rivoluzione erotica” e la “dittatura della trasparenza” sono intimamente connesse, pressoché inscindibili. E l’oblio della dimensione del pudore, come si sa, tende a eliminare la differenza tra l’uomo e il bruto, l’animale. La “sessualizzazione” di ogni aspetto della vita conduce alla riduzione dell’uomo a mera porzione di materia. Questa opera di “bestializzazione” si manifesta però con modalità diverse nei due sessi. Nell’uomo diventa bramosia parossistica, violenza cieca e feroce. La donna diventa un puro oggetto da possedere. Qualche tempo fa Antonio Socci ha scritto un articolo rivelatore al riguardo: http://www.antoniosocci.com/2007/08/la-ferocia-dei-maschi/
Ma esiste anche una “femminilizzazione” dell’erotismo, con tratti altrettanto inquietanti. Nel momento in cui «l’emancipazione della donna viene fatta coincidere con l’assoluta libertà sessuale, […] la potenza della campagna di scristianizzazione attraverso l’erotismo, è […] tanto maggiore in quanto fa leva sull’irreligione femminile ed è il mezzo più atto a provocarla» (Augusto Del Noce, “L’erotismo alla conquista della società”, in “Rivoluzione, risorgimento, Tradizione”, Giuffrè, Milano 993 p. 87).
Occorre dunque, come dice Costanza, che l’uomo e la donna riscoprano le disposizioni interiori degne della propria natura profonda: sacrificio di sé e accoglienza della vita. In caso contrario la lotta dei sessi proseguirà fino all’annientamento reciproco.
“la metafisica del peccato” ?
Io sono perfettamente d’accordo con tutto ciò che dite voi due (e penso si capisse dalla mia risposta sopra…)
Solo, secondo me i casi di vioelnza sulle donne non solo non sono ingigantiti, ma sono semmai sminuiti (ripeto, mia mamma ha co-fondato un’associazione che si chiama “Salvabebè” e che serve alla donne disperate, che invece di abortire o di buttare i bambini nel cassonetto, ricevono gratis aiuto – e vi assicuro che di storie di vessazioni fisiche, psicologiche, ricatti morali tipo “o abortisci o io ti lascio e questo bambino lo disconosco” etc. ce ne sono tante. Ora abbiamo la legge sullo stalking, grazie a Dio, ed è già un bene. Purtroppo la violenza domestica è molto più diffusa di quanto non si creda, anche solo a livello psicologico…e non è un dire che l’uomo è cattivo, è solo un dire che maschi e femmine debbono entrambi, assolutamente, come dice Costanza e come dite giustissimamente voi, reagire entrambi, e dire addio alla contrapposizione. Poi, la messa sotto accusa dell’uomo è vera – ma secondo me, sono gli uomini che si devono attivare per “riprendersi” il ruolo di padre, di eroe (come nel libro “Papà, sei tu il mio eroe!”: l’hanno tradotto due mie amiche). Sicuramente il femminismo ha prodotto danni incalcolabili, ma la presa di coscienza femminile può andare solo di pari passo con quella maschile. Anche perché all’uomo debolissimo corrisponde la donna fortissima, purtroppo. E Viceversa. Ovviamente, alla reazione maschile deve corrispondere quella femminile, ma ecco, se ci fossero più uomini pronti a fare il padre, e farlo davvero, ci sarebbe ro anche meno aborti, penso siamo d’accordo su questo. LA maternità esiste solo in sinergia con la paternità: l’aborto non è mai una questione solo femminile, con buona pace delle femministe, anche se spesso sono le donne a doverne, ovviamente, portare il peso maggiore.
Lidia, sono d’accordo su tutto, meno sulla poca pubblicità data alla violenza sulla donne, che mi pare un giudizio soggettivo e davvero insostenibile. Basta una breve ricerca su google e saltano fuori non so quante pagine e pubblicazioni. Diciamo piuttosto che, a riprova della natura ideologica di queste denunce, ai proclami non segue l’assistenza concreta e l’impegno in prima persona se non a fini strumentali ed ideologici (basta leggere quel che scrive Alessandra Nucci nel suo bellissimo “La donna ad una dimensione”). Ma questo fa parte di quella che di recente Luigi Zoja ha chiamato “la morte del prossimo”. SI esaltano l’uomo e la donna astratti, che non si vedono e non si toccano, non ci inquietano con la loro presenza fisica. L’uomo e la donna concreti, però sono oggetto di indifferenza
Senza voler sminuire in nulla la bellissima e ammirevole iniziativa di tua madre però non possiamo dimenticare che i volontari dei centri di aiuto alla vita e di altri movimenti pro-life non sono da meno quanto a spirito di oblatività e disponibilità all’ascolto e all’aiuto materiale. E queste iniziativa sono nate proprio perché, a differenza di quanto continua a dire la propaganda anti-life, la posizione cattolica di fronte all’aborto è sempre stata quella che Luigi Lombardi Vallauri ha battezzato “antiabortismo umanitario”, che sa bene quanto sia insufficiente la sola richiesta di una sanzione giuridica senza l’edificazione di una solidarietà sociale che coinvolga la comunità civile, i singoli e le istituzioni nonché la promozione di una cultura della vita volta a favoreire la nascita del concepito.
C’è proprio un “mutamento di paradigma” da promuovere: cultura della vita e ed esaltazione della pari dignità morale dell’uomo e della donna pur nella differenza dell””impasto” del loro essere profondo.
eh infatti – vista la latitanza delle autorità mia mamma si è data da fare. A me certo non è piaciuto dormire per 4 mesi sul divano perché sul mio letto dormiva un ragazzino afgano, e poi la ragazza peruviana…ma almeno mia sorella ed io la solidarietà l’abbiamo imparata sulla nostra pelle 🙂
Mia mamma adesso si occupa di dialogo interreligioso con l’ebraismo e l’isalm e ha fondato una fondazione che si chiama Karol Wojtyla, per promuovere la cultura della terapia del dolore: cioè la vita contro l’eutanasia (mamma è medico).
Questa è la società civile che a me piace, come dici tu! Sperimao si diffonda sempre più.
Infatti il problema è la strumentalizzazione di queste polemiche – io vorrei però togliere l’idea che difendere le donne è attaccare l’uomo.- Al contrario – difendere la donna dalla violenza (stalking, violenza psico-fisica, persino quella psicologica di cui sopra “o abortisci o ti licenzio”) è difendere l’uomo, perché è lui che la deve difendere. Non so, io non riesco a vedere la contrapposizione fra le due cose..
Certo, sono perfettamente d’accordo. La violenza deve essere fermata dal muro del diritto, presidiato dalla forza giusta. La legge giusta svolge un ruolo pedagogico. Senza distacco e rispetto non solo non c’è amore ma nemmeno la socialità tout court. Non c’è nessuna contrapposizione. Come dici tu è necessaria una sinergia, bisogna agire su fronti diversi ma complementari, : quello della cultura, della società e quello istituzionale. È un lavoro molto lungo e delicato, difficile. Forse non ne vedremo i frutti, ulteriore complicazione. Eppure non vedo altra via.
Molto bella e commovente l’opera di tua madre, abbiamo bisogno di testimonianze simili.
“Il fardello opprimente creato dall’egoismo umano, che spesso è più che altro egoismo maschile, ancora una volta viene caricato soprattutto sulle figlie di Eva.
Quelle tra loro che – istigate o persuase da una legge “galeotta” – si sono lasciate indurre ad abortire, in seguito non lo dimenticano più. La loro indole di donna e di madre, che è stata pensata e vagheggiata dal Creatore in funzione della trasmissione e della salvaguardia della vita, qui è stata violata; e tale violazione resta come una ferita spirituale che non si rimargina.
Si istituisce in loro come uno stridore psicologico ed etico permanente – una specie di rimorso non accettato – che si tramuta facilmente in un’avversione incontrollata e in un sordo rancore verso la verità e la giustizia. E poiché dall’insegnamento indeformabile della Chiesa si sentono poste continuamente sotto accusa, nasce in loro un distacco amaro dalla Sposa di Cristo, che pur resta la loro Madre e potrebbe riportarle alla pace dell’anima. E invece talvolta, in uno strano ma reale groviglio di sentimenti, finiscono col percepirla come nemica e persino colpevole: colpevole addirittura della loro colpevolezza.
E così le donne, che per naturale vocazione sono sempre state le più fedeli e assidue alla vita ecclesiale, diventano in questi casi le più estranee e ostili all’evento cristiano.
Còmpito di ogni fratello di fede è di adoperarsi a fare arrivare a tutte la notizia e a far maturare il convincimento che la misericordia di Dio non si arrende mai; la notizia e il convincimento che, da quando il Signore ci ha redenti con il suo sangue, – quali che siano i nostri errori – tutti possiamo sempre cominciare da capo.”
(Giacomo Biffi, Memorie e digressioni di un italiano cardinale, Cantagalli, p. 254)
“Che vale il mondo rispetto alla vita? E che vale la vita se non per essere data?” (Paul Claudel, L’annuncio a Maria)
Dare alla luce un bimbo è un fatto naturale, noi siamo strumenti dell’Autore della vita, dobbiamo avere cura della vita.
Uccidere un bimbo è un atto cattivo, contro natura, non ci sono vie di mezzo, non si può fare compromessi su queste cose.
Tutto il resto viene dopo, tutte le argomentazioni vengono dopo, i se e i ma vengono dopo.
Se si parte con un no alla vita quale civiltà ne verrà fuori?
A proposito, per le mamme multitasking…non fate come una mia amica che per fare le lavatrici, stirare e riordinare la cucina si è fatta tre Red Bull in una sera.
Ieri giornata internazionale della famiglia.
Il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha espresso per l’occasione pensieri profondi e lungimiranti: “le famiglie si fanno e di disfano, le coppie di fatto chiedono di essere considerate famiglie, ci sono coabitazioni di persone dello stesso sesso che chiedono la stessa cosa”.
Qualcuno ricordi a Fornero che l’art. 29 della Costituzione della Repubblica Italiana recita: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.”
La Fornero non è nuova a queste sortite:
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-siamo-ritardati-culturali-4388.htm
Come diceva Abatantuono: “la Fornero mi sta propii sui ball”
Concordo, mutatis mutandis 😉
Abbiamo un antipatia in comune. La Fornero. O meglio direi che non e’ simpatica quasi a nessuno. E di sortite infelici ne ha fatte in tutti campi (non solo quelli citati).
Mah, del resto, in fondo (per dirla col Vernacoliere): «[La Fornero] è una bestia anche lei, bisogna volergli [sic] bene» 😉
…io ci metterei la Canalis al posto della Fornero, non che sia tanto simpatica, anche la Canalis, ma almeno è di coscia lunga!!! E poi chissà, magari è anche più brava. O Suor Teresa, delle Immacolatine del cuore di Cristo, che io ho conosciuto. Bravissima economa del suo convento a Montefioralle
http://www.scienzaevita.org/rassegne/7229e4c32b5b27e6f36d74a8638fa858.PDF
Non volevo certo sminuire la violenza sulle donne, guardando agli episodi singoli presi singolarmente. Sminuisco sì, e con sicurezza e convinzione, l’ampia eco che sui giornali mainstreaming viene data al fenomeno in generale. Sono episodi gravissimi e terribili, ma che non hanno la diffusione amplissima che ha un modo di fare delle donne violento contro se stesse e contro la propria vocazione. UNA gravidanza su CINQUE VIENE ABORTITA! siamo il paese che fa MENO FIGLI AL MONDO! Possono questi dati competere con 160 casi all’anno, terribili, orribili, condannabilissimi, di donne uccise da uomini? E culturalmente c’è senz’altro una messa sotto accusa dell’uomo.
MaLox: sono talmente come dico di essere che ho perso il foglio col tuo indirizzo. Lo faccio recuperare dal potente Admin.
“Ma la cosa più bella è che qui davvero fare bambini è visto come qualcosa di utile alla società in generale, non ho mai visto sguardi carichi di rimprovero o commenti sarcastici”
Qui invece l’inferno!!!
L’inferno proprio no, Alvise, non c’è bisogno di esagerare. Sarcasmo, stupore, altroché.
Già alla terza gravidanza, la cosa più educata che mi sono sentita dire è “E’ voluta o è un errore?”. Segue: “Nel 2000, ancora certe cose…”, “Ma tuo marito…” vabbè, lasciamo stare.
Oggi che i figli sono quattro, c’è chi chiede: “Fate parte di qualche setta, di quelle religiose?” Una ricorrente simpatica domanda è: “Quattro figli! Tutti con lo stesso marito?”
A una collega single ho risposto che, tutto sommato, sto aumentando anche le sue chances di ricevere una pensione: devo dire che me ne ha dato atto.
dàje Angelina! 🙂
ANGELINA:
Ma che gente conosci?
io Angelina non la conosco ma il tipo di domande e di risposte le riconosco benissimo…purtroppo
…mai sentito che nessuno abbia mai sentito nulla di simile, giuro!!!
ma tu vai in giro con 4, 5 o più figli?
…proprio per questo, che non vo, posso sentire cosa dicono gli altri a proposito.
Caspita ma dove vivi? Mai sentito parlare di dimissioni firmate in bianco al momento dell’assunzione? O del tipico discorsetto “Io ti ho dato fiducia e ti ho ASSUNTO (magari dopo anni di lavoro gratuito o precario ) e tu MI FAI QUESTO!!!
chiunque sia o conosca donne in età fertile ha sentito questi discorsi…
A me una signora anzianotta e mai vista, guardando il terzo in arrivo, mi dice:” Mi raccomando la prossima volta la pillola, eh!” … per non parlare di chi, vecchio e costernato, dice: “Ma come si fa a metterli al mondo, con la gente che c’è in giro!”
Se tra la gente c’è dei dementi non so che dire. Io non ho mai sentito persone parlare male a donne incinte o che avessero più figli. Poi mettiamoci anche che siamo una popolazione di gente rozza e maleducata e si capisce che se qualcuno fa questi discorsi non è perché è per l’aborto o contro le nascite e cose del genere, ma perché è un imbecille.
chi è che diceva che la madre degli imbecilli è sempre incinta?:)
…ha fatto una gaffe?
…hai fatto una gaffe?
certo, nessuno pensa che tu sminuisca, anche se io penso che, al contrario, alla violenza sulle donne viene data anche troppa poca eco…non parlo delle donne uccise, ma di quelle picchiate, costrette ad abortire, vessate psicologicamente…come ho detto, mia mamma ci ha messo non solo la faccia ma anche la fattiva collaborazione, ospitando a casa nostra (che non è Versailles..) persone bisognose d’aiuto (mi chiedo quante attiviste pro o contro aborto, alla resa dei conti, sarebbero disposte a fare lo stesso…) e davvero il fenomeno è allarmante. Io credo comunque che tu abbia perfettamente ragione quando parli della messa sotto accusa dell’uomo, io però vorrei che fossero gli uomini stessi a reagire. Per esempio, l’anno scorso, la reazioen del “Se non ora quando” alle “cene eleganti” o “burlesque” ceh dir si voglia mi è parsa se non altro strana: secondo me sarebbero dovuti andare gli uomini in piazza a dire “Non siamo tutti così!”. E mi chiedo: perché non l’hanno fatto? La devastante perdita del padre nella cultura contemporanea è qualcosa di terribile: la maternità non esiste senza la paternità. E gli uomini, però, che fanno? Come reagiscono? Mi pare che il mondo femminle abbia i suoi torti nell’incartarsi su se stesso, ma quello maschile non è da meno…io auspicherei un bel moviemnto di uomini che ripropongano le idee dell’ eroismo maschile, come dici tu.
Bhe bhe bhe… l’immagine degli uomini che scendono in piazza a dire “non siamo tutti così” fa un po’ accapponare la pelle. Anche perché in una dichiarazione/manifestazione del genere è già insito, da parte di chi la pronuncia, l’accettazione, l’acquiescienza di una colpevolizzazione che va a investire tutto il sesso maschile, del tipo “sì, sappiamo che siamo brutti e cattivi, ma davvero non siamo tutti così… ma voi ci perdonate di essere come siamo, no?”.
A quel punto il danno è già fatto. Ma se all’uomo si insegna a odiare la propria appartenenza sessuale, le reazioni possono essere vergogna e negazione del sé che si trasformano in rinuncia, depressione (nei casi più gravi, anche omossesualismo) e/o violenza che scaturisce indiscriminata in quanto non più educata bensì repressa.
In secondo luogo, ipotizzare uomini in piazza significa sottovalutare le specificità del maschile. Questa è una reazione che appartiene più al femminile che al maschile. Come ben dice Costanza, l’uomo non è naturalmente fatto per questo. Se viene messo sotto accusa e costantemente rimesso in discussione in ciò che fa (o peggio, che è), la sua reazione “naturale” è di ridurre al minimo la propria naturale inclinazione a dare, e a chiudersi in sé “passando la mano”. Che è poi una delle ragioni per le quali la nostra padrona di casa insiste sul fatto che il “primo passo” nel creare un circolo virtuoso tra uomo e donna spetti, solitamente, alla donna.
Non esiste proprio di potersi aspettare qualcosa del genere dagli uomini (in linea di massima, s’intende).
giusto, allora passiamo oltre la reazione naturale e andiamo a quella soprannaturale.
No, non è un’accettazione dell’essere brutti e cattivi: è un dire “ci sono uomini che trattano le donne come oggetti ma noi – cioè la maggioranza – ribadiamo che non è così”. Boh, non so, forse sì, l’idea della manifestazione maschile è scema. . Comunque ribadisco ciò che ho detto sopra: se ci fossero più padri disposti a fare i padri ci sarebbero molti, molti meno aborti. Le donne debbono e possono fare tanto, ma gli uomini debbono assolutamente “riprendere coscienza di sé”.
Il che non significa andare in piazza per forza…
“Non siamo tutti cosi” vuol dire che chi manifesta non si riconosce negli uomini che sbagliano. L’idea della manifestazione a me piace e non avrei niente da farmi perdonare. Essere uomo non vuol dire picchiare e violentare una donna, fare stalking e tutto il resto…. mi sembra che si stà facendo confusione. Non mi vergogno di essere uomo. La responsabilità e’ personale.
Andreas, non ti avevo ancora letto. Come al solito hai detto meglissimo di me quello che avrei voluto dire io.
Costanza, macché! Hai detto benissimo e con molte meno parole, dunque meglio. Io fungo al massimo da portaborracce: faccio un po’ da “integratore”… 😉
“La maternità della donna, nel periodo tra il concepimento e la nascita del bambino, è un processo bio-fisiologico e psichico che ai nostri giorni è conosciuto meglio che non in passato ed è oggetto di molti studi approfonditi. L’analisi scientifica conferma pienamente come la stessa costituzione fisica della donna e il suo organismo contengano in sé la disposizione naturale alla maternità, al concepimento, alla gravidanza e al parto del bambino, in conseguenza dell’unione matrimoniale con l’uomo. Al tempo stesso, tutto ciò corrisponde anche alla struttura psico-fisica della donna.
Quanto i diversi rami della scienza dicono su questo argomento è importante ed utile, purché non si limitino ad un’interpretazione esclusivamente bio-fisiologica della donna e della maternità. Una simile immagine «ridotta» andrebbe di pari passo con la concezione materialistica dell’uomo e del mondo. In tal caso, andrebbe purtroppo smarrito ciò che è veramente essenziale: la maternità, come fatto e fenomeno umano, si spiega pienamente in base alla verità sulla persona. La maternità è legata con la struttura personale dell’essere donna e con la dimensione personale del dono: «Ho acquistato un uomo dal Signore» (Gen 4, 1). Il Creatore fa ai genitori il dono del figlio. Da parte della donna, questo fatto è collegato in modo speciale ad «un dono sincero di sé». Le parole di Maria all’annunciazione: «Avvenga di me quello che hai detto» significano la disponibilità della donna al dono di sé e all’accoglienza della nuova vita…
La maternità contiene in sé una speciale comunione col mistero della vita, che matura nel seno della donna: la madre ammira questo mistero, con singolare intuizione «comprende» quello che sta avvenendo dentro di lei. Alla luce del «principio» la madre accetta ed ama il figlio che porta in grembo come una persona. Questo modo unico di contatto col nuovo uomo che si sta formando crea, a sua volta, un atteggiamento verso l’uomo – non solo verso il proprio figlio, ma verso l’uomo in genere -, tale da caratterizzare profondamente tutta la personalità della donna. Si ritiene comunemente che la donna più dell’uomo sia capace di attenzione verso la persona concreta e che la maternità sviluppi ancora di più questa disposizione.
L’uomo – sia pure con tutta la sua partecipazione all’essere genitore – si trova sempre «all’esterno» del processo della gravidanza e della nascita del bambino, e deve per tanti aspetti imparare dalla madre la sua propria «paternità». Questo – si può dire – fa parte del normale dinamismo umano dell’essere genitori, anche quando si tratta delle tappe successive alla nascita del bambino, specialmente nel primo periodo.”
(Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Mulieris dignitatem, 18)
Tassi di natalità Europa 2011 x1000
Turchia 18 Irlanda 16 Francia 12 Gran Bretagna 12 Spagna 11 Danimarca 10 Svezia 10 Grecia 9 Italia 9 Germania 8
Come interpretare queste differenze ?
Per quanto riguarda il maschio sottostimato(da sè e dalle donne)perché non interrogate i vs. mariti compagni fidanzati amici e non gli chiedete a loro come si sentono?
Lodovico Benvenuti, 17 marzo 1947:
Qui, onorevoli colleghi, abbiamo la restaurazione del diritto naturale sulla forma positiva. Il concetto è evidente: prima dello Stato, indipendente dallo Stato, esiste un diritto acquisito dei cittadini, e della famiglia in particolare, che resiste al diritto dello Stato, di fronte al quale lo Stato non ha libertà di scelta; nel quale, quindi, il diritto dello Stato non può e non deve intervenire; e, ove lo faccia, lo farà in virtù della forza di coazione di cui è munito, ma violando il diritto. Non dimentichiamo, onorevoli colleghi, l’articolo 147 del Codice civile fascista, ove si diceva che l’educazione e la istruzione della prole devono essere conformi al sentimento nazionale fascista: il che significava che i genitori italiani, per essere in regola con la legge, dovevano educare i loro figliuoli a detestare la libertà e a servire l’oppressione. Queste sono le aberrazioni a cui può arrivare una legislazione, quando dimentichi che la famiglia è una società di diritto naturale.
Importa sopra notare che si definisce la famiglia come società di diritto naturale. Ove lo Stato pretendesse specificare quale fosse questa natura andrebbe contro natura.
Nel 1936, Heinrich Himmler, comandante delle SS, creò l’Ufficio centrale del Reich per la lotta all’omosessualità e all’aborto. Il decreto costitutivo di questo nuovo ufficio recitava:
« […] Le attività omosessuali di una non trascurabile parte della popolazione, costituiscono una seria minaccia per la gioventù. Tutto ciò richiede l’adozione di più incisive misure contro queste malattie nazionali. »
-L’Aktion T4 fu il nome dato al Programma nazista di eutanasia che sotto responsabilità medica prevedeva la soppressione di persone affette da malattie genetiche, inguaribili o da più o meno gravi malformazioni fisiche. Dovevano essere segnalati «tutti i bambini di età inferiore ai tre anni nei quali sia sospetta una delle seguenti gravi malattie ereditarie: idiozia e sindrome di Down (specialmente se associato a cecità o sordità); macrocefalia; idrocefalia; malformazioni di ogni genere specialmente agli arti, la testa e la colonna vertebrale; inoltre le paralisi, incluse le condizioni spastiche».Le segnalazioni venivano valutate da una speciale commissione composta da tre membri che dovevano raggiungere il consenso unanime prima di procedere all’uccisione.-
Oggi o hanno trovato una cura per queste malattie (per molte delle quali come la sindrome di Down non mi risulta) o siamo all’attuazione preventiva dell’AKTION T4 (toh finisce per 4….)
Per chi vuole sul sito dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum ci sono le registrazioni audio di tutti gli interventi:
http://www.uprait.org/index.php?option=com_content&view=article&id=1373%3Asviluppo-del-convegno-chi-salva-una-vita-salva-il-mondo-intero&catid=348%3Abioarts&Itemid=315&lang=it
grazie Marco!
(vi consigliamo caldamente di ascoltare l’intervento di Cinzia Baccaglini)
grazie Marco!
Costanza si può ascoltare qui:
http://www.uprait.org/index.php?option=com_chronoconnectivity&connectionname=Audio_Scheda&id=80&lang=it
Segnalerei per amore dell’ ” illusione dialettica” (interessante il post di Andrea Hofer) un link dove viene criticata la marcia della vita e gli antiabortisti. Anche per sapere cosa ne pensate.
http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2012/05/14/misoginia-razzismo-e-ignoranza-ecco-la-marcia-pro-life/
A proposito di illusioni dialettiche, leggiti i post qui sotto sui laogai…
Andreas: grazie! hai come sempre messo nero su bianco e in modo chiaro e documentato tutte le cose che avrei voluto dire io …. se solo fossi un tantino più istruita, mannaggia!…. 🙂
Molto più modestamente posso dire che le cose che hai scritto corrispondono alla realtà, a quello che mi vedo intorno ogni giorno, nonchè a una mentalità da cui io stessa faccio fatica ad affrancarmi. Sono sempre pronta a mettere sul bilancino quello che faccio io con quello che fa mio marito; la tentazione è quella di discutere sempre su tutto, giusto per far vedere che anche io ho una mia opinione e visione delle cose che vale quanto la sua. E ho pure la pretesa di fare una sintesi delle posizioni per fare sempre quadrare il cerchio, e possibilmente prendermi pure il merito di aver “conciliato”….
Grazie a te, sorellona! E non sminuirti: sei ricca di tanta saggezza (la saggezza è il volto pratico dell’intelligenza), e la riprova è la tua enorme voglia di imparare sempre cose nuove. E questo non è molto comune. Senza contare che – piccolo particolare – conosci tutti i pittori e le opere d’arte del mondo… 😉
Purtroppo questa mentalità “dialettica” è così invasiva e penetrante da somigliare a una sorta di inquinamento radioattivo. Siamo tutti bombardati da queste particelle di ideologia avvelenata. Ma grazie al cielo la barca di Pietro ha una notevole scorta di antidoti, medicinali. E il capitano della nave conosce bene come proteggersi e le misure da adottare… 😉
Benedetto Benedetto 😀
Costanza.
…ho notato, al contrario, che la gente, senza nessun riguardo, alle coppie un po’ attempate gli dicono:
“ma come, non avete figli?” e li fanno stare male.
Alvise, è stravero invece quello che dice Angie, anche a me facevano i sorrisini al terzo. Quando entravo in banca le commesse mi chiamavano sperminator.
Tutta invidia, e voglia di averti!!!
Anche i commessi
Mi piace, Angie. Grazie!
Sembra che Alvise viva nell’ultima roccaforte in Italia e in Europa del vetero cattolicesimo familistico patriarcale etc etc…..
Questo invece e’ il video con il quale e’ iniziato il convegno.
Buona visione:
http://www.youtube.com/watch?v=YeIGbbWUH30
Firmiamo tutti per Chen Guangcheng
Chen Guangcheng: cieco, avvocato autodidatta, rischia la vita per difendere le donne cinesi dagli abusi e le violenze perpetrate dal regime nell’applicazione della politica del figlio unico.
http://www.laogai.it/2011/09/firmiamo-tutti-per-chen-guangcheng/
http://www.womensrightswithoutfrontiers.org/index.php?nav=chen-guangcheng
http://www.laogai.it/cosa-sono-i-laogai/
COSA SONO I LAOGAI?
I campi di concentramento del terzo millennio
I Laogai sono i campi di concentramento in Cina istituiti da Mao Zedong nel 1950 seguendo l’esempio dell’URSS dove erano in piena funzione i Gulag. Furono degli esperti sovietici ad aiutare Mao Zedong ad organizzare i Laogai in Cina. Mentre i LAGER nazisti furono chiusi nel 1945 ed i GU-LAG sovietici sono in disuso dagli anni ’90, i LAOGAI cinesi sono tuttora operanti, oggi, nel terzo millennio.
Nei Laogai, piu’ di mille oggi in Cina, milioni di persone, uomini, donne e bambini sono attualmente
costretti al lavoro forzato in condizioni disumane a vantaggio economico del Governo Cinese e di
numerose multinazionali che producono o investono in Cina.
I LAOGAI sono tuttora strettamente funzionali allo stato totalitario cinese per un doppio scopo:
a. perpetuare la macchina dell’intimidazione e del terrore, con il lavaggio del cervello per gli oppositori politici;
b. fornire un’inesauribile forza lavoro a costo zero.
Questo e’ il video con il quale e’ iniziato il convegno.
Buona visione:
http://www.youtube.com/watch?v=YeIGbbWUH30
Firmiamo tutti per Chen Guangcheng
Chen Guangcheng: cieco, avvocato autodidatta, rischia la vita per difendere le donne cinesi dagli abusi e le violenze perpetrate dal regime nell’applicazione della politica del figlio unico.
http://www.laogai.it/2011/09/firmiamo-tutti-per-chen-guangcheng/
http://www.womensrightswithoutfrontiers.org/index.php?nav=chen-guangcheng
Ciao a tutti! Mi presento: ho 37 anni, una splendida bimba di 8 mesi e la mando al nido già da 4. Ho dovuto farlo perchè mio marito era disoccupato ed ho quindi dovuto riprendere il lavoro subito dopo la maternità obbligatoria (non mi è dispiaciuto molto però, a casa non ci so stare). Vorrei spezzare una lancia a favore dei nidi: quello (cattolico e privato) che mia figlia frequenta è davvero ottimo e tutti hanno notato in lei grandi cambiamenti in meglio da quando lo frequenta. Lei è una bimba speciale e davvero molto precoce, ma davvero abbiamo tutti l’impressione che il nido le fornisca stimoli e strumenti che non può trovare a casa. Certo, la bimba non socializza con i compagni, ma con le educatrici, e comunque gli altri bimbi la adorano. Inoltre trova un ambiente molto accogliente, pulito, sicuro e con giardino! Inoltre le educatrici sono un valido supporto educativo per i genitori, per noi sono state fondamentali. Se anche dovessi stare a casa per un secondo figlio, mi sentirei in colpa a negarle l’esperienza del nido. Sicuramente sono una mamma molto presente quando non lavoro, sabato e domenica sono tutti per lei, e mi piace così. Inoltre bisogna considerare che oggi non è più come qualche decennio fa: è giusto che tutte le donne lavorino anche perchè è necessario accumulare i versamenti per la pensione ed essere sempre coperti anche in caso il marito perda il lavoro (come è successo a me, che l’ho sposato già disoccupato) o si ammali, ecc. Può sembrare crudele ma è giusto così. Del resto, in Francia la maggioranza delle donne lavora e nascono molti più bambini che in Italia. Mi spiace che la Chiesa non usi la sua “forza di pressione” per pretendere anche in Italia delle leggi a favore della famiglia; mi sento molto delusa da questo comportamento. Mi aspettavo di più…
E questo invece e’ il video con il quale e’ terminato il convegno (a cui manca pero’ la parte finale dei saluti di Anna e Gianluca ai partecipanti al convegno)
tratto da:
http://www.ilmondodilucy.com/Il_mondo_di_Lucy/Trailer_Videoconcerto.html
Gli anni ottanta sono stati devastanti perché hanno inventato gli adolescenti e peggio ancora gli eterni adolescenti.
Bello parlare di vita, bello parlare di figli, bella l’incoscienza. Ma le donne, quelle vere, quelle di carattere, dove sono? Certo, sposati, tanto papà pensa a tutto e in cambio tanto sesso in quantità. Ma questa non è la vita dei cani?
Vorrei proporre alla sig.ra Miriano alcune brillanti alternative:
E se il maritino/papà/sponsor sparisse di colpo?
E se lei per prima sig.ra Miriano si ritrova a letto malata per sei mesi?
O se peggio ancora uno dei suoi figli avesse un handicap grave?
Ecco perché la sua visione della vita è così spensierata, perché è vuota. Ma questa non è vita, questo è sogno.
La vita è coraggio, battaglia, conquista. Anche se solo conquista di un minimo di rispetto personale.
Perché la vita è avere cuore, un grande cuore. Ancora di più se si ha una famiglia.
Come disse Papa Giovanni Paolo I nel 1978: Dio è più che padre, Dio è madre.
Perché la donna è al centro del mondo. Ma si deve dare ‘na svegliata però!
???
Rispondendo a Donna Bruna e a Mary più sotto volevo dire che lo stesso Gesù si è sottomesso alla volontà del Padre e non ha perso il rispetto, anzi è stata la sua glorificazione. Sottomettersi oggi significa avere il coraggio di ricoprire un ruolo solo apparentemente secondario. La sottomissione bisogna comprenderla, non si tratta di mettersi a 90 gradi davanti al marito.
Perchè, Bruna, perchè argomentare con riferimenti personali? Che cosa sa lei della donna che scrive queste cose sulle quali lei non è d’accordo? Che cosa sappiamo, tutti noi, di quale percorso, facile o difficile, doloroso o lieto, ha condotto la nostra Costanza qui ed ora? E questo naturalmente vale per Costanza come per ciascuno di noi. Nella mia esperienza ho potuto imparare che proprio le parole dall’apparenza più lieve, semplice, immediata, nascono come frutto di indicibili percorsi interiori, di sofferenze e di gioie difficilmente “narrabili” che hanno levigato il modo di amare e di pensare, e di aprirsi agli altri.
Possiamo offrire un commento sulle parole, confutare una tesi, avversare una posizione, mai le persone.
(Ovviamente il mio è un ragionamento in generale, Costanza non necessita di difensori d’ufficio….)
Questo post è un delirio proprio, assolutamente strano che queste parole vengano da una donna. Ma è normale godere ad essere sottomesse?
Poi lei sarà libera di essere sottomessa ma non a tutte le donne piace…Semmai questa è una cosa che piacerebbe agli uomini perchè hanno paura delle donne libere e autonome.
Eh là là! E questo commento invece contiene l’ennesimo campionario di castronierie disinformate.
Benvenuta nel nutrito club di “quelle che hanno letto solo l’intestazione del blog”!
È vero! C’è un complotto maschile contro le donne libere e autonome. Pare che dietro ci siano la CIA e il Mossad, in combutta coi servizi segreti (deviati, il va de soi) e l’astuta banda clericale. Il ben noto oscurantismo cattolico non si smentisce mai! 😀
veramente caro Andreas ho paura che per quanto riguarda la CIA gli intenti siano esattamente opposti (ma guarda un po’ chi l’avrebbe mai detto). Parola di David Rockfeller
http://www.ingannati.it/2012/02/14/femminismo/
@ Joe. Allora dobbiamo assolutamente trovare altri finanziatori per il nostro complotto maschile pro sottomissione! 😉
Bisognerebbe imparare anche a rispettare le opinioni degli altri. Mary la pensa cosi. Non ha parlato di complotto. Ha detto che la sottomissione piacerebbe agli uomini. Lo sport di mettere altre parole al posto di quelle dette e’ un gioco vecchio. Chiamarle “castronerie” senza spiegare perchè lo trovo arrogante. Benvenuto nel club dei saccenti presuntuosi.
“castroneria” è più offensivo di “delirio” secondo te? secondo me no anzi “delirio” presuppone un giudizio sulla scarsa padronanza delle facoltà intellettive della persona alla quale si riferisce.
Caro Giulio, bisognerebbe anche imparare a distinguere i commenti che hanno la potenza argomentativa di uno sputo dalle opinioni espresse con rispetto verso chi ti ospita. Se tu non sei in grado di farlo non è un problema mio. E quando avrò bisogno di un grillo parlante al posto della mia coscienza allora verrò a chiederlo. Ma non verrò certo da te. Quanto alle lezioncine moraleggianti grondanti virtuosa indignazione, peraltro non richieste, ricordo che tu sei quello che ci ha elargito “perle” del tipo “che sparata perbenista e squallida ” (http://costanzamiriano.wordpress.com/2012/05/09/sii-forte-papa/#comment-36415),
Quindi prima di iscriverti al club dei cercatori di pagliuzze ti converrebbe passare per quello dei portatori di trave.
Era in risposta a questo post (piccolo particolare che vi dimenticate) “vale
9 maggio 2012 alle 12:00
beh,sul futuro prossimo basterebbe andarsi a vedere,dal 19 al 25 aprile,”da sodoma ad hollywood” rassegna del cinema gay a Torino. e siccome son tempi di crisi,invece di usarli, che so, per i senza tetto o per lavoratori in difficoltà, il comune ha pensato bene di finanziarlo con mezzo milione di euro……”
Si invita a censurare una manifestazione cinematografica considerandola uno spreco di soldi e non si può criticare…diciamo che il mio non era un insulto ma una semplice constatazione.
Io ho la coscienza pulita e non soffro di razzismo,omofobia, antisemitismo. Non reprimo ne discrimino nessuno. Io.
Hai ragione, Giulio. Tu sei l’unico giusto in un modo di oscurantisti, un illuminato, un eletto. Non portatore di travi ma portatore di una superiore moralità che elargisci a noi, culturalmente arretrati, con consumata eleganza. Insomma, la tua è l’etica di Lc 18,9-14. Mi prostro e mi inchino dinanzi a cotanta superiorità morale, d’ora in poi penderò dalle tue labbra.
Davvero uno scandalo, eh?, insinuare che i soldi pubblici andrebbero spesi per il sostegno ai disoccupato e non al soldo di una causa ideologia… 😀 Una volta la sinistra almeno difendeva i lavoratori mentre oggi si sa, si prodiga per elargirci dosi sempre più massiccie di “libertà trasgressive”. E naturalmente obbligatorie per tutti.
Si potrebbero tagliere anche i soldi per le scuole private cattoliche, per le feste e le rassegne cattoliche. Sai quanti soldi si risparmierebbero da usare per i lavoratori?
una cazzata così grande era tempo che non la sentivo: è distintivo che squalifica, che identifica, che squadra la pietra.
Hai portato la testa all’ammasso, non ragioni tu ma i luoghi comuni che ormai ti possiedono.
Se tu solo provassi a pensare con la tua razionalità… quanto sei lontano non dico dal vero, ma anche solo dal verosimile… imbevuto di pregiudizi, di pressapochismo, di condizionamenti, di frasi fatte…
che vita grama è quella vita lontana dal bagliore… fatta solo ad odiare e a combattere la verità…
e’ una “cazzata” grande quanto quella che voleva levare la manifestazione del cinema gay. Uguale uguale…ho usato lo stesso metodo. Però chissa perchè quella non la commenti come “cazzata”.
l’idea di essere “posseduti dai luoghi comuni” è tristemente vera . Io stesso ho dovuto lavorare per anni di pietra pomice e carta vetrata sulle mie “convinzioni” per riportare a nudo la realtà del mio pensiero, dopo anni di subdolo indottrinamento culturale.
è stato come prendere la pillola rossa di Matrix!
(devo però dire che anche quando ero ricoperto da strati e strati di vernice ideologica, sull’aborto l’ho sempre pensata allo stesso modo di adesso anche se in controtendenza con l’ambiente culturale che frequentavo 🙂 )
hai capito Paolo? le scuole e le manifestazioni di un culto millenario che unisce più di 2 miliardi di fedeli nel mondo è “uguale uguale” ad una rassegna di cinema omosessuale….uguale uguale!
D’altro canto tra i nemici della scuola “confessionale” abbiamo avuto sempre strenui difensori della “laicità dello Stato”, vale a dire tutti i totalitarismi del XX secolo. È poco noto, ma anche i nazisti fecero di tutto, nella loro opera di progressiva conquista di tutti i rami dell’attività pubblica, per colpire le scuole private cattoliche. Loro di cervelli all’ammasso – crani compresi – se ne intendevano bene… E oggi la dittatura del relativismo non avanza pretese meno totalitarie, anche se i nuovi khmer non sono più rossi ma rosa.
gli omosessuali sono presenti al mondo da piu di 2000 anni.
Gli omosessuali esistono da più di duemila anni, il movimento gay no! è una manifestazione cinematografica espressione del movimento gay che viene finanziata con soldi pubblici. Io non ho proprio niente contro gli omosessuali ho molto da dire invece sulle rivendicazioni del cosiddetto movimento gay (normalmente non uso volentieri la parola gay perché la trovo falsa e subdola).
Comunque i tuoi ragionamenti mi appaiono sempre più oscuri e confusi, solo tu potevi equiparare il cristianesimo al gaypride….
Io non ho paragonato il cristianesimo al gaypride. Non dire scemenze Joe Turner. Ho detto che dato che per qualcuno si dovrebbe tagliare la manifestazione del cinema gay di Torino per risparmiare soldi allora perche non tagliare tante altre manifestazioni? perche rivolgere lo sguardo solo li? adesso lo spreco dei soldi pubblici e’ quello. ..
x Hofer…a proposito di totalitarismo i nazisti mandavano gli omosessuali nei campi di concentramento. E anche i regimi comunisti (soprattutto quello sovietico poi anche quello cubano) li mandavano nei gulag. Io non sono contro la scuola privata. Dico solo che non siano dati soldi pubblici. Se la pagassero chi ci va..
Non sono certo io che lancio strali contro i gay,gli islamici,le donne che abortiscono..
Ma questo perché ogni riga da te vergata gronda spontaneamente la più ecclesa virtù, mentre noi non siamo i prescelti della Volontà Generale (sempre sia lodata!) ma solo miseri oscurantisti, spazzatura etica che la gloriosa marcia del Progresso morale spazzerà via, magari grazie anche all’aiutino da casa di qualche regolamento comunitario. E sono sicuro che non vedi l’ora, vero?
Non vedo l’ora di cosa? Te la scrivi e te la canti. Alla fine l’ecclesiastico sarei io? come diceva Totò ma mi faccia il piacere.
Mah, veramente sarebbe Rousseau. Ma evidentemente la tua immensa, smisurata superiorità etica non si accompagna a uno studio molto approfondito. Questo si era già capito,a dire il vero. Originale la risposta alla Totò, l’avrò sentita solo un milione di volte, ma tant’è… 😀
Lo so che e’ Rousseau. Ma cosa c’entra?
Non lo so, si fa fatica a seguire la tua “terminologia”. Forse volevi dire “clericale” – ingiuria delle ingiurie – e ti è uscito “ecclesiastico”… 😀
No ecclesiastico l’ho scritto riprendendo quello che hai scritto te..ti dimentichi cosa scrivi?
Ok, ho capito: dopo Totò siamo arrivati al campionato mondiale di arrampicamento sugli specchi. Almeno mi vale punti per il Nobel del troglodita culturale? Così, almeno per sapere se il gioco vale la candela…
@GiulioL:
ti prego di segnalarmi con precisione da chi e dove, su questo blog, sono stati “lanciati strali contro le donne che abortiscono” (non contro l’aborto che è cosa ben diversa), perché devono essermi sfuggiti.
Grazie
Da che pulpito… lasciamo stare. Hai fatto il tuo ritratto.
Ah sì, anche questa è un’argomentazione degna di nota. È l’argomento cosiddetto dello «specchio riflesso», autentico vetta del pensiero. Di solito si abbandona una volta assolta la frequenza della scuola elementare. Ma non è sempre così, evidentemente. 😀
forse definendoti saccente e presuntuoso ti ho fatto dei complimenti. Sei molto di piu.
Urca, addirittura?! Non dirmi che posso aspirare al Nobel del trogloditismo morale, assegnato ogni anno al membro del FODRIA (Forze Oscure della Reazione In Agguato) chi più si è distinto nel campo della reazione oscurantista… Sarebbe un grande onore!
ah perchè dire che in momenti di grave crisi i soldi pubblici è meglio usarli per le spese sociali e non per finanziare una rassegna di cinema omosessuale è razzismo, antisemitismo e omofobia (parola che tra l’altro non esiste). Complimenti!
andreas Hofer:
“bisognerebbe anche imparare a distinguere i commenti che hanno la potenza argomentativa di uno sputo”
metti tutti nell’imbarazzo se scrivi così.
Accidenti, Alvise. È vero, sono un pessimo elemento e credo che non ci dormirò la notte per questo, macerandomi nel rimorso più inconsolabile per il resto dei miei giorni… 😀
…perchè no?
Oltretutto Donna Bruna non c’è nulla di spensierato nell’impegno che Costanza si è assunta. Non lo fa per i soldi, si attira facili critiche come le sue,
deve crescere 4 bambini, deve anche lavorare, ha un marito, partecipa alle funzioni religiose, a conferenze, corre le maratone e mille altre cose. Quindi, prima di blaterare faccia una breve riflessione.
“una mamma che segue i suoi figli è un vantaggio per tutta la società”.
Peccato che allo stato attuale in Italia siamo costrette a scegliere tra seguire i nostri figli o dargli da mangiare e una casa e un ambiente sano dove crescerli…. Se stai a casa non guadagni, se non guadagni muori. Tu e i tuoi figli. W la famiglia tanto esaltata qui anche grazie ai proclami cattolici, ma poi aiuti ai nuovi nati?? zero. Aiuti alle giovani coppie per affittare o comprarsi una casa decente?? zero. Prestiti ai precari?? zero. Tutele per collaboratori e liberi professionisti?? zero su zero. Grazie, è una gioia portare avanti una gravidanza così…..x fortuna che nonostante tutto ho deciso di andare avanti, solo che non voglio che ci debba rimettere mio figlio quando lo dovrò lasciare prestissimo per tornare a lavorare…….un giorno-forse-capirà.
Chi difende la famiglia dovrebbe promuovere una politica di sostegno economico. Non ci si può ridurre tutto a discorsi ideologici. Ok niente aborto ..facciamo allegramente figli. Ma chi li cresce? con quali soldi? lo sapete che ci sono milioni di precari? un call center dove sono stati stabilizzati dei lavoratori 1 anno dopo ha avuto il boom delle gravidanze. Aspettavano un contratto fisso. Senza denaro non si cantano messe ed e’ facile predicare con la pancia piena.
http://preghiera.borgatarosa-sassi.it/necessita.htm
Tutto cio’ che mi viene in mente come risposta è questo, e i passi del Vangelo citati in questo sito… non sono capace come altri qui dentro (chapeau!) di discorsi complessi per quanto riguarda queste questioni. La preghiera è una cosa potente, cosi’ come davvero affidare nelle mani di Dio noi e le nostre famiglie.
Veramente ci sarebbe bisogno di qualcosa di piu di qualche preghiera per aiutare le famiglie.
Ci sono associazioni che tentano di aprire un dialogo con i politici. Una la conosco direttamente: ANFN Gli associati si sono incatenati più volte davanti a Montecitorio, è gente che sa essere combattiva ed allegra (intendo non inc**ata con tutto il mondo, anzi, molto costruttiva e propositiva)
Anche i Forum delle Associazioni familiari a livello regionale e nazionale cercano di rappresentare il punto di vista delle famiglie, p.e. a livello fiscale, ma anche riguardo all’equità delle tariffe di luce, acqua, spazzatura etc.
Con quali risultati, è un altro discorso, ma francamente ritengo che dipenda più da una certa classe politica che dalla passione e competenza di chi ha portato avanti i tentativi……………
E’ notizia di oggi che il Forum del Lazio ha ottenuto una rettifica “pro-famiglie” delle tariffe per biglietti ed abbonamenti annuali dei mezzi di trasporto. Capisco che tu non ne sia informato, ognuno si “specializza” in quello che gli pare: ma se vuoi essere assertivo sull’argomento, fatti almeno un giro in rete prima di dire cose così generiche.
Alla marcia per la vita hanno partecipato politici. Era sponsorizzata da Alemanno (PDL), attuale sindaco di Roma. Era una buona occasione per chiedere cosa fanno i politici per le famiglie e i cittadini.
Alla marcia non ero presente. Non vedo comunque il nesso con ciò che si andava dicendo precedentemente.
http://www.forumfamiglie.org/allegati/documento_565.pdf Un esempio tra tanti…..
Ma solo io leggo i post? l’hai letto? e’ un discorso che e’ stato fatto alla marcia. E di cosa stiamo parlando? io sto dicendo che chi ha manifestato alla marcia per la vita doveva rivolgersi ai politici che manifestavano e chiedergli : cosa stai facendo per la famiglia? in cosa e’ cristiana la politica di oggi? una politica dominata dalla corruzione e’ cristiana? avere amici mafiosi e’ cristiano? esaltare il fascismo e’ cristiano? e avere camerati di forza nuova alla manifestazione non legittima certe istanze di estrema destra?
Una manifestazione sponsorizzata dal sindaco di Roma (pdl). Il pdl governa l’italia (anche oggi appoggia Monti) negli ultimi 11 anni almeno da 8 (2001-2006 e 2008-ad oggi). ( e non e’ che l’ulivo fosse anticristiano o anticlericale)…anzi.. la Chiesa e’ quel potere che conosciamo tutti. La maggioranza dei politici segue le direttive della Chiesa. E dopo tutto questo i cattolici (cioe una fetta ..non tutta la torta) vanno in piazza a chiedere le cose. Ma questi cattolici, i democristiani, i berlusconiani , gli ulivisti (e tutti gli uomini pii)…ma cosa hanno fatto per la famiglia??? cosa hanno fatto di cristiano per l’italia? NIENTE NIENTE NIENTE… una politica benedetta dalla mafia e dalla corruzione.
Ma questi cattolici, i democristiani, i berlusconiani , gli ulivisti (e tutti gli uomini pii)…ma cosa hanno fatto per la famiglia??? cosa hanno fatto di cristiano per l’italia? NIENTE NIENTE NIENTE
Ahimè Giulio, anche a voler stare attenta a non fare di ogni erba un fascio, devo proprio dirti che, da cattolica, penso anch’io la stessa identica cosa.
Riguardo alla mia precedente risposta, tentavo di dirti che oggi c’è tutto un movimento civile delle associazioni familiari, direi “pre-politico”, che spero riesca a far germogliare qualche cambiamento. Il problema comincia quando da questo mondo vitale si cerca di fare pressione sui partiti perché siano avviati processi istituzionali e si adottino provvedimenti sostanziali secondo un’ottica “pro-famiglia”: qui….il dialogo evapora improvvisamente.
Personalmente, non so se sono più disgustata/irritata/disillusa a causa di quelli che non ho votato o invece proprio a causa degli altri che ho votato.
Lo so che e’ banale ma io direi che gli uomini di buona volontà si dovrebbero unire per cambiarla questa politica. Che serve solo a se stessa. Con tutto il rispetto per i temi etici oggi penso che l’emergenza sia economica.
“La preghiera è una cosa potente”
forse per l’aldilà, ma, per usare il linguaggio in uso in questo blog, “dimostratemi” che qualche preghiera abbia risolto concretamente qualche problema ( a parte il beneficio psicologico di sprofondarsi nella preghiera)
E’ solo uno degli esempi di problemi risolti dalla preghiera: si prega Dio, in modo insistente e umile, e un infermo (nel caso, un’indemoniata) viene sanato. Non può accadere anche alla famiglia?
“Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: “Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio”. Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i discepoli gli si accostarono implorando: “Esaudiscila, vedi come ci grida dietro”. Ma egli rispose: “Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele”.
Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: “Signore, aiutami!”.
Ed egli rispose: “Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini”.
“È vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”.
Allora Gesù le replicò: “Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri”. E da quell’istante sua figlia fu guarita.” (Mt 15, 22-28)
Avvicinandoci ai giorni nostri, ecco cosa può ottenere la preghiera.
“Il 22 maggio Suor Caterina ricevette gli Ultimi Sacramenti ed una “reliquia” di Papa Giovanni XXIII. Incominciò subito una novena di preghiere, insieme alle Consorelle, chiedendo il “miracolo della guarigione per la glorificazione del Servo di Dio”.
Il giorno 25 maggio, alle ore 14.40 si senti chiamare per nome e vide Papa Giovanni il quale le disse: «Suor Caterina, mi hai pregato e molte Suore lo hanno fatto…; me lo avete strappato dal cuore questo miracolo: non hai più nulla…; chiama le Suore che sono in cappella per l’orazione e qualcuna dorme pure…; mangia tutto come prima… non temere… vai dal Professore e fai mettere in scritto la testimonianza, fai le radiografie perchè un giorno serviranno…; poi vieni a Roma a pregare sulla mia tomba». Quindi le raccomandò la recita del Rosario, aggiungendo: «Io da Papa, dicevo il rosario intero alla Madonna».
Suor Caterina, le sue Consorelle e gli stessi Medici che l’avevano operata constatarono commossi la scomparsa istantanea della fistola e di tutti gli altri segni della malattia che durava da più di due anni. Suor Caterina riprese la sua vita normale e gode tuttora buona salute.”
http://www.ofm.org/3/post/JNxxiii02.html
…ma per favore!!!
“Il fatto straordinario è stato ricostruito in tutti i suoi particolari sulla base delle testimonianze processuali della sanata, di 3 sue Consorelle, di 6 Medici e di 2 infermiere, e della ricca documentazione clinica; inoltre, è stato dichiarato scientificamente inspiegabile dalla Consulta Medica della Congregazione per le Cause dei Santi”… peccato che non abbiano interrogato anche te, sicuramente avresti saputo spiegare il tutto scientificamente
@Alessandro: grazie! A me erano solo venuti in mente pensieri confusi tutti insieme, talmente tanti sarebbero gli esempi da riportare!
Grazie a te!
“talmente tanti sarebbero gli esempi da riportare!”: infatti, di miracoli documentati avvenuti a seguito di preghiere ce ne sono a bizzeffe!
Allora tutti i dimessi dagli ospedali è a CAUSA di qualche preghiera?
Perché non è mica detto che sarebbero guariti, più o meno velocemente, sennò.
Sulla salute, almeno, siate seri.
“Allora tutti i dimessi dagli ospedali è a CAUSA di qualche preghiera?”
Ma che stai dicendo? Chi ha mai sostenuto questo? Ho solo mostrato che talora (sottolineo: talora) la preghiera può condurre alla guarigione dell’infermo.
Io volevo solo ricordare il fatto che la preghiera forse puo’ salvare molte famiglie; se ci si affida al Padre e alla Madre Celeste nella preghiera si possono ottenere molte Grazie, e tra le tante una di queste puo’ essere la guarigione.
Perdonami ma come fai a ragionare in questo modo? Pare che per te “difendere la famiglia” sia come tifare la Lazio invece della Roma. Chi è che dovrebbe “promuovere” questa politica, il Movimento per la Vita? L’Opus Dei versione Spectre de noantri tanto cara ai lettori di Altan?
La famiglia è la base di questo paese, piaccia o no (oggi non piace tanto, va molto più di moda stigmatizzare il “familismo amorale” o ipotizzare nuovi tipi di famiglia, più glamour e patinati di quello che c’è già). Quindi, la politica di sostegno economico alle famiglie dovrebbe (DEVE) essere promossa da chi governa questo paese, qualunque sia la mano con cui ha il vezzo di identificarsi. Se non altro perché – almeno fino al penultimo governo – chi li ha votati e mandati là dove stanno sono, in larghissima maggioranza, proprio quelle stesse bistrattatissime famiglie.
Insomma. caro Giulio, qui chi difende la famiglia, in realtà sta difendendo l’Italia, quella vera, non quella di plastica riciclata.
Contro questa banale evidenza abbiamo l’ideologia elevata a dogma di fede, per cui se la realtà non è come io ritengo che dovrebbe essere, tanto peggio per la realtà. Per cui la signora Fornero in Deaglio va a raccontare al Forum delle Famiglie che la cosa importante da fare non è sostenere le famiglie che ci sono ma inventarne di nuove e più carine o più moderne. Ecco, QUESTO mi pare un discorso ideologico, mica quelli che si fanno in questo blog.
Io non sostengo questo governo. Sul blog dove sono coadmin ho postato l’impossibile contro il governo dei tecnici,delle banche,della finanza internazionale. Articoli che parlano dei chicago boys, della shock economy, del liberismo, dei disoccupati che si suicidano. Io sono un lavoratore e conosco i problemi dei lavoratori. Se i lavoratori a stento arrivano a fine mese …questo mi interessa. Non certo delle coppie moderne.
Il mio discorso sopra voleva sottointendere che certi politici (area pdl,lega, udc,cattolici del pd e tutto il resto) che non hanno fatto nulla per le famiglie di concreto poi magari manifestano con quelli della marcia per la vita e si proclamano difensori della cristianità. Se tutto si riduce a proclami ma poi non viene fatto nulla per aiutare una giovane coppia (gli viene negata la stabilità, il lavoro, la casa …sono sempre le loro famiglie che li devono aiutare..noi siamo in fondo alla classifica europea per sussidi, politiche familiari). Costanza polemizza con gli asili nido quando a parte che sono una realta minoritaria (al nord ce qualcosa..al sud il deserto..i figli indovina dove stanno? a casa con la mamma disoccupata) sono una delle poche cose che aiuta una mamma che lavora (ma a parte gli alti stipendi pensi che con lo stipendio di un operaio o impiegato mantieni moglie,marito e figlio??????). E dopo tutto questo devo sentirmi dire che non e’ importante…. prendiamocela con le donne che abortiscono, con i consultori ….il vero diavolo non sono i politici che rubano,i mafiosi, i corrotti,chi evade le tasse , chi manda la gente per strada…. il nemico e’ l’aborto…e torniamo tutti a casa felici e contenti.
Il vero diavolo E’ il diavolo. Ci sentiamo più tardi; scusa il tono del precedente ma ieri sera era davvero stanca morta.
Cara Costanza, niente da eccepire a tutto il tuo discorso, sennonché.. tu dimentichi una cosa. Del resto tu sei giovane, e non c’eri: ..e a chi non c’era, bisogna ricordare che “fino al 1978, essendo vietata l’interruzione volontaria di gravidanza, le donne che intendevano abortire abortivano lo stesso. Punto e basta. Qual era la differenza? Chi aveva il denaro lo faceva al sicuro, ancorché clandestinamente; chi non lo aveva moriva sotto ai ferri da calza. C’era poi una categoria di persone che veniva dissuasa dal divieto legale, e teneva il bambino anche se non lo aveva scelto: questa categoria minore è stata sostituita da quelle che anche oggi decidono di tenerlo, ma, proprio grazie alla legge, ricevono più supporto di prima. C’è poi l’immane numero di aborti che vengono evitati grazie al lavoro di prevenzione messo in atto dalla legge stessa.
E tutto questo è dimostrato dal fatto che dall’introduzione della legge il ricorso all’aborto è drasticamente diminuito: dai 213.000 del 1980 ai 120.000 di oggi (dei quali 80.000 donne italiane). I figli indesiderati sono meno; le morti per aborti clandestini (che prima del 1978 erano numerose!) si sono azzerate” (le virgolette perché il testo non è mio, e non ha senso che dica io qualcosa che è già detto bene da altre).
E allora ATTENZIONE a dove si va e a cosa si chiede.
Molto potrebbe ancora migliorare se si investisse seriamente sui consultori ma questi, invece, si vedono sempre più tagliare i fondi, dagli stessi che dicono di “difendere la vita”.
Un vero “movimento per la vita” deve combattere sul fronte della prevenzione e della civiltà, e dunque pensarci 2 volte prima di attaccare una legge che, in modo APPARENTEMENTE paradossale, “consentendo” di abortire combatte e riduce la pratica degli aborti di una legge. Una legge che, per farle tutto ciò, ha dovuto in primis stroncare la lucrosissima mafia nutrita dall’indotto degli aborti clandestini, che si fondava (e si rifonderebbe subito) proprio sull’illegalità.
Se si favorisse la costruzione di una cultura del rispetto e della tutela della vita, si ridurrebbero drasticamente gli aborti, vigente e non la 194.
La legge 194 però, come ogni legge che legalizza l’aborto, favorisce la DISTRUZIONE della cultura della vita. Perché mette in circolo la mentalità: “è legale, quindi non è male abortire. Se è legale farlo, è giusto farlo”.
Ecco perché ogni anno ci sono ancora ben 120mila aborti e perché altre migliaia ce ne sono al di fuori del computo ufficiale: quelli provocati dalla c.d. pillola del giorno dopo, di cui è arcinota la potenzialità abortiva, e il cui impiego dilaga proprio a causa di quella distruzione della cultura della vita di cui la 194 è tra i principali artefici.
Verissimo, Alessandro! Peraltro occorre spendere qualche parola sul refrain della “diminuzione” degli aborti grazie alla 194/78. Ciò può essere affermato solo in senso relativo, relativo cioè agli aborti contabilizzati a partire cioè dall’introduzione della legge. Questo però significa dimenticare, tra le altre cose, che a) le statistiche della 194 non esauriscono la totalità degli aborti indotti, perché manca l’indicazione dell’abortività “clandestina”, che com’è noto non è stata eliminata; b) in senso assoluto per poter dire alcunché sull’efficacia della legge occorrerebbe avere dati precisi sull’abortività pre-194 in Italia, e che io sappia in precedenza esistevano non più di 4-5 studi di questo genere. Le loro stime variavano da un minimo di poco meno di 100 mila a un max di 600 mila aborti indotti annualmente, una forbice piuttosto ampia e senza possibilità di di indicare quale stima fosse più affidabile.
Per inciso, le cifre propinate dagli abortisti all’opinione pubblica raggiunsero cifre iperboliche (nell’ordine dei milioni), totalmente inventate. Ma questo, chissà perché, non pare suscitare particolari rimorsi.
Per quel che concerne la validità di questo argomento (la legittimità della 194 sta nella diminuzione degli aborti), va detto che esso presuppone un’implicita filosofia utilitaristico-proporzionalista (il fine che giustifica i mezzi), che nega l’esistenza di assoluti morali. Ciò comporta però il negare anche l’esistenza di atti in sé immorali (ad es. l’omicidio), qualunque sia il fine che ci si prefigge.
Le statistiche vanno lette un po’ con cautela: un conto è snocciolare cifre sui cavoletti di Bruxelles, un altro se si tratta di esseri umani. Infatti i numeri, in senso assoluto, rimangono impressionanti: un tasso di abortività del 10 per mille annuo tradotto in italiano significa che 1 donna su 3 vivrà, prima o poi, l’esperienza dell’aborto. In Italia un bambino su cinque non nasce. Sarà “poco”, sarà “fisiologico”? Certo ci vuole del fegato per dirlo.
Senza contare poi che quando uno Stato decreta la possibilità di eliminare umane innocenti, “colpevoli” solo di esistere, abbandonandole di fatto all’arbitrio individuale, abbiamo toccato un abisso. Ci siamo addentrati in un cuore di tenebra. L’essere umano è trattato come una mera cosa, in balia della volontà del più forte, e nessuno può potenzialmente dirsi al sicuro. Siamo già entrati in un processo di stampo totalitario: «Ogni violazione della persona, specialmente quando s’effettua sotto l’egida della legge, prepara lo Stato totalitario» (R. Guardini. “Il diritto alla vita prima della nascita”, Morcelliana, 2005, p. 38. Guardini scrive queste parole nel ‘47).
Pensare che lo Stato possa legiferare in maniera tale da eliminare la piaga degli aborti clandestini comporta il cadere nella tentazione dell’utopia sotto forma di «società in cui non sia necessario abortire» (L. Lombardi Vallauri, “Abortismo libertario e sadismo”, MIlano, 1976, p. 34), il che è come dire «società in cui non sia necessario rubare, uccidere». Questa è stata già la tentazione prometeica del XX secolo: edificare una società pura e perfetta, senza contraddizioni e scevra dai «problemi maledetti» del genere umano. No, occorre scansare la tentazione utopistico-millenaristica, ovvero l’illusione di dover o poter instaurare la giustizia in questo mondo, laddove già per la genuina sapienza classica (Antigone di Sofocle, Socrate) confermata in questo dalla Rivelazione, preminente è agire in modo giusto. Questa è una grandissima tentazione: sacrificare i princìpi all’efficacia operativa. Ma non possiamo sacrificare l’infinità dignità dell’essere umano a logiche ispirate al primato della prassi e dell’efficietismo.
Ottime precisazioni, Andreas!
Facciamo il caso che ti dia ragione e che sostenga l’abolizione della legge sull’aborto. Rimangono gli aborti clandestini no? come li combatteresti? perchè nel tuo discorso sembrerebbe che non sia possibile (eh questa utopia di una società perfetta dove non si ruba e uccide..la giustizia non e’ di questo mondo) per cui continuerebbero ad operare aborti clandestini…e cosa cambierebbe rispetto ad adesso? continuerebbero a “eliminare umane innocenti, “colpevoli” solo di esistere”. Ma la tua coscienza sarebbe salva. Perchè hai combattuto lo Stato abortista… poi chi se ne importa? o mi sbaglio?
Fai pure dell’ironia, ma è un fatto storico che tutti, dico tutti coloro che hanno provato a edificare un mondo di assoluta giustizia secondo “sistemi talmente perfetti – come ha detto Eliot – “che più nessuno avrebbe bisogno d’essere buono” prima o poi abbiano solo riempito interi laghi di sangue umano. E questo per un motivo molto semplice: i “mattoni” che compongono la società, gli esseri umani, sembrano essere “geneticamente” imperfetti, refrattari a ogni opera di ingegneria sociale che li voglia inquadrare secondo uno schema elaborato in laboratorio. Ecco perché tutte le utopie rivoluzionarie, presto o tardi, hanno pensato di “far prima” eliminando fisicamente gli elementi che nel loro scherma non trovavano spazio. Sì, la perfezione non è di questo mondo, è il marchio del disumano. Questo non signfica, anzi, che non ci si debba spendere per la giustizia, coltivare questa tensione verso il vero, il giusto e il buono. Purché non si culli l’idea nefasta che sia instaurabile qui ed ora il Regno della Perfetta Giustizia.
Semplicemente esistono delle azioni che sono in sé immorali, sempre e comunque, a prescindere da qualsiasi condizione e situazione. Chi se ne macchia ne resta segnato per primo. Padre Kolbe mentre moriva nel Lager pregava per i suoi carnefici perché a lui potevano togliere la vita del corpo, ma loro in quel modo stavano uccidendo se stessi, Ma intimamente, interiormente. Per cui erano loro le vere vittime, vittime della loro stessa iniquità.
L’idea che l’aborto sia “male” se “clandestino”, “bene” se “di Stato”, “legalizzato” è un tipico portato della dottrina giacobina dello Stato. Secondo questa l’unico ente che lecitamente può volere è l’Universale, che si esprime sotto forma della famigerata Volontà Generale. Solo ciò che assume forma pubblica e collettiva è dunque legittimo. Ne consegue che la volontà privata per essere in certo qual modo legittimata deve porsi sotto l’egida della Volontà Generale. Per questo i Radicali predicano l’aborto libertario in materia di decisione, a totale discrezione della donna, ma allo stesso tempo l’aborto di Stato in ambito esecutivo: lo Stato cioè come esecutore della volontà privata e l’insieme dei servizi abortivi sovvenzionati pubblicamente. La volontà privata che si sottrae alla Volontà Generale è infatti tacciata con termini spregiativi (clandestinità opposta a regolamentazione). Non a caso su questo aspetto del rapporto patologico tra pubblico e privato esiste un intero filone di studi sociologici (che ovviamente non sto qui ad indicare nei particolari). Questo per dire che quello dell’eliminazione dell’«abortività clandestina» è un falso problema.
Per convincersi dell’erroneità prima di tutto sul piano logico di certi ragionamenti, suggerisco di provare a sostituire nell’argomento a «aborto», che so, «furti», «omicidi», «atti di pedofilia». Ha senso parlare di «furti clandestini», suggerendo che lo Stato debba «regolamentarli» (cioè “legalizzarli”) per eliminare un fenomeno «clandestino»?
Io non credo che sia semplicemente un problema di regolamentazione statale, volontà generale e privata. Non si può sostituire il furto o l’omicidio all’aborto semplicemente (e lo so che per chi la pensa in un modo e’ terribile quello che dirò). perchè non viene considerato un reato uccidere un feto. Per molti la vita comincia non con il concepimento ma con la nascita. I cattolici, te, chi gestisce questo blog lo so che non la pensano cosi.
Poi certo anch’io ho letto e visto materiale che affermava il contrario,video terribili che mostravano un aborto in tutti i particolari e sono il primo a trovarli raccapriccianti. Io personalmente non credo nemmeno di essere a favore dell’aborto. Difendo la legge e il diritto. Tra l’altro la legge fu’ approvata anche da un referendum. Esiste l’obiezione di coscienza dei medici e degli infermieri. Non si fanno i figli per colpa degli aborti? secondo me i problemi sono economici. I figli costano. Io ho 2 nipoti che voglio bene. Non ci sta niente di + bello di farsi una famiglia,avere figli e nipoti che ti vogliono bene. Ma la maternità deve essere consapevole e non un obbligo. Non deve essere come dici anche te lo Stato a dire se devo fare figli o no.
Appunto: “reato” signfica dire “illegale”. Ma “illegale” e “immorale” o “illegittimo” non sono la stessa cosa. Evadere da Auschwitz era assolutamente illegale, si pagava con la vita per molto meno nei Lager. Ma moralmente evadere era perfettamente legittimo. E poteva esserlo solo se riconosciamo l’esistenza di una sfera della moralità che non è esaurità da quella della legalità. Pensare che solo ciò che è “legale” sia “morale”, questo è il principio del totalitarismo: equivale a dire che il potere pubblico in teoria si riconosce illimitato. Questo può essere evitato solo se lo Stato riconosce che esistono dei diritti intangibili della persona a lui preesistenti e che nessuna sua legge può intaccare. Senza un aggancio alla morale il diritto diventa un idolo spaventoso, e gili idoli, prima o poi, hanno sete di sangue umano.
Ora devo scappare, a dopo in caso.
Si certo…il diritto naturale.
Allora lottate per rimetter la legge che non consenta l’aborto e anche più dura. Impegnatevi strenuamente contro l’omicidio. Io se vedessi compiersi un omicidio cercherei di impedirlo. Non mi sento però di andare negli ospedali a fermare gli aborti. Perché voi se avete la certezza che si compia un omicidio non cercate di fermarlo? Io questo non me lo so so spiegare. Gli altri sono riusciti a imporre l’aborto. Voi fermatelo! E’ inutile stare a dibattere all’infinito sui Giacobini e sul demonio. Da una parte siete (siamo)vittime delle alle idee giacobime illuministe, dall’altra c’è le trame del demonio, più in là lo Statalismo nazional-bolscevico-comunista. Eppure, mi sembra, anche voi, continuate a vivere più o meno comodamente (come tanti, non tutti))in questa società assassina e immorale, salvo sbraitare sempre contro ogni cosa.
In america mi sembra che ci sono stati casi di medici abortisti assassinati da qualche fondamentalista (non so se protestante però). Io direi ..meno male. Ci mancherebbe che arrivassimo a situazioni del genere. Un omicidio per vendicare gli aborti…allucinante.
Tra l’altro in Italia dal 1922 abbiamo avuto il fascismo , i patti lateranensi, poi con la democrazia 40 anni di DC (democrazia cristiana) poi si sono alternati centrodestra (Berlusconi) e Ulivo (cattolici come Prodi e adesso il governo dei tecnici con professori della Bocconi, cattolici e moderati.. Perche dico questo? perche a leggere certi commenti sembra che siamo in un regime bolscevico e/o giacobino….
Ma il democratismo cristiano è, di fatto, il cavallo di T**ia della Rivoluzione – una delle peggiori iatture per il cattolicesimo. Prova ne è proprio che le firme in calce alla legge sull’aborto sono tutte di democristiani (il Signore abbia pietà di loro… ).
Gramsci comprendeva bene la vera natura del democratismo cristiano, tanto da scrivere nei “Quaderni dal carcere”: «Modernismo significava, politicamente, democrazia cristiana»; e aggiungeva (I popolari, in L’Ordine Nuovo. Rassegna settimanale di cultura socialista, 01-11-1919) che il democristianismo era «una fase necessaria del processo di sviluppo del proletariato italiano verso il comunismo», nonché «il cattolicesimo democratico fa ciò che il comunismo non potrebbe: amalgama, ordina, vivifica e si suicida».
Lasciamo poi perdere Monti il tecnocrate o il Prodi che faceva ballare il tavolino durante le sedute spiritiche per ritrovare Moro… e il Berlusca può essere ricordato al limite per ciò che ha per qualche anno impedito o rallentato, ma nulla di più.
Mettiti d’accordo con gli altri. Se il totalitarismo e’ il male assoluto come scrive Hofer l’unica alternativa e’ la democrazia.
Poi alla fine del tuo discorso difendi anche il politico meno cristiano della storia italia , il nano piduista corrotto e colluso…annamo bene.
Mi spiace, ma dalla tue risposte qualunquiste (e dimmi dov’è che avrei difeso il Berlusca… ) dimostri che le tue conoscenze dei temi di cui si tratta sono troppo misere perché noi si possa avere uno scambio proficuo.
Risposte qualunquiste? sto difendendo la democrazia (e la dc…io che non l’ho mai votata!!! odio Andreotti!!).
E sono stato gentile nei confronti della tua teoria delirante sul cattolicesimo democratico cavallo di troia del comunismo….
“e il Berlusca può essere ricordato al limite per ciò che ha per qualche anno impedito o rallentato, ma nulla di più.”
…io mi ricordo tutto e non solo quello che mi fa comodo.
Ed evidentemente, se questa ti sembra una difesa, neppure sai leggere la lingua italiana: e con questo la discussione con te è chiusa.
“e il Berlusca può essere ricordato al limite per ciò che ha per qualche anno impedito o rallentato, ma nulla di più.” ROBERTO.. in italiano vuol dire che di Berlusconi dovremmo ricordarsi solo di quello che ha impedito o rallentato. Vuol dire che per te sono dei meriti…poi cosa abbia impedito o rallentato lo sai solo te e il padreterno… io direi che ha impedito o rallentato la giustizia, leggi serie, che si rinnovasse veramente il paese. Direi.
vi pregherei di interrompere questa discussione su Berlusconi e soci se non è strettamente legata alla legge sull’aborto; non è il luogo giusto per parlare di politica (se così vogliamo dire) e soprattutto non ho la possibilità di controllare discussione che, temo. possa degenerare.
grazie
Alvise: hai perfettamente ragione. Siamo troppo tiepidi in questa battaglia, ci scandalizziamo fin troppo poco per questo che i documenti conciliari chiamano “abominevole delitto”, ci siamo “democristianizzati” fin troppo, abbiamo scambiato la virtù della prudenza con l’opportunismo del politico. Se fossimo più compatti e certi delle nostre ragioni non avremmo ceduto come abbiamo fatto. Su questo non posso che darti ragione, occorre veramente una profonda riflessione al riguardo.
Il tempo non vi manca.
Sempre che la fine del mondo non sia imminente…
Su questo punto sottoscrivo anch’io in toto le considerazioni di Alvise (dovrò preoccuparmi?) ed era la ragione per la quale mi lamentavo un po’ di giorni fa che la Gerarchia non ricordasse proprio mai ai politici che si dicono cattolici quali sono i loro doveri imprescindibili sui principi non negoziabili e soprattutto quali le conseguenze per il loro rifiuto di ubbidire al Magistero in questi temi. Perché è chiaro che fu in primo luogo dalle elites venne il tradimento che avvelenò le coscienze, tanto che molti battezzati ormai credono che l’aborto sia sufficiente condannarlo “internamente” ma mantenerlo legalmente (altrimenti non saremmo “democratici”)…
e solo dalle elites potrebbe venire almeno un tentativo di invertire tale fenomeno, un vero e proprio avvelenamento delle anime – che alla lunga può provocare effetti persino più nefasti dell’aborto medesimo. Come diceva madre Teresa di Calcutta: “l’aborto è il più grande distruttore della pace perché, se una madre può uccidere il suo stesso figlio, cosa impedisce che io uccida te e che tu uccida me? Non c’è più nessun ostacolo”.
Ma quel giorno mi son beccatto un cicchettone nel quale venivo invitato a “comprendere meglio la bellezza della Fede”… e mi sa che quindi ci dovremo tenere ‘sta legge ancora per molto, purtroppo. Una legge che crea una frattura nello stesso corpo sociale, rendendolo schizofrenico: anche molte persone di buona coscienza, rifiutandosi di definire e riconoscere l’aborto per quello che è (al fine di difendere i comportameni legali ma immorali che scaturiscono da una legge ingiusta), creano un circolo vizioso che è come un gorgo.
Roberto se ben mi ricordo, avevo scritto anche io in quell’occasione..e tu il “cicchettone” (ma quando mai cicchettoni! solo espressioni di opinioni diverse) te lo sei “preso” (ammesso che mai ci sia stato) in merito alle K e alla dottrina sociale della Chiesa in merito a non mi ricordo più cosa, ma certo nessuno (per lo meno qui) ti ha detto “cerca di capire la bellezza della Fede” in merito all’aborto..
Dai…
Lidia, non alludevo a te, tranquilla. 🙂
Ma resta il fatto che, come ci dimostra il nostro GiulioL, se la classe politica che viene identificata come “rappresentante dei cattolici” permette l’esistenza di una legge come l’aborto senza sollevare particolari obiezioni, questo presta il fianco a obiezioni quali quella che ci ha fatto sopra. Questo ha degli effetti: se non sbaglio, più del 70% dei battezzati sono come si suol dire “pro-choice”. Perché questo, mentre fino a trent’anni fa era il contrario (eppur il referendum andò come andò)? A causa di una grave ambiguità (e scarsissima preparazione dottrinale). Così, un po’ brutalmente forse, avevo ricordato come la Gerarchia potesse pure chiamare all’ordine i politicanti che ancora adesso pensano in buona coscienza di aver tenuto in quel frangente un comportamento cattolico, e dei rischi per la salute delle loro anime ai quali, obiettivamente, si espongono. Ingenuo? Può darsi.
Fu quello a innescare la polemica…
“Riguardo al peccato grave dell’aborto o dell’eutanasia, quando la formale cooperazione di una persona diventa manifesta (da intendersi, nel caso di un politico cattolico, il suo far sistematica campagna e il votare per leggi permissive sull’aborto e l’eutanasia), il suo pastore dovrebbe incontrarlo, istruirlo sull’insegnamento della Chiesa, informarlo che non si deve presentare per la santa comunione fino a che non avrà posto termine all’oggettiva situazione di peccato, e avvertirlo che altrimenti gli sarà negata l’eucaristia.
Qualora “queste misure preventive non avessero avuto il loro effetto o non fossero state possibili”, e la persona in questione, con persistenza ostinata, si presentasse comunque a ricevere la santa eucaristia, “il ministro della santa comunione deve rifiutare di distribuirla” (cf. la dichiarazione del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, “Santa comunione e cattolici divorziati e risposati civilmente”, 2000, nn. 3-4). Questa decisione, propriamente parlando, non è una sanzione o una pena. Né il ministro della santa comunione formula un giudizio sulla colpa soggettiva della persona; piuttosto egli reagisce alla pubblica indegnità di quella persona a ricevere la santa comunione, dovuta a un’oggettiva situazione di peccato.”
(Card. Joseph Ratzinger)
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/7055
Senza ironia ti dico che il passo con cui parli di Padre Kolbe e’ molto bello. Mi ha colpito molto.
Questo è il vero cristianesimo vissuto, Giulio, non le mie intermperanze. Quelle purtroppo entrano nel conto di chi, come me, è immensamente lontano dall’ideale che proclama a parole. È a giganti come padre Massimiliano Maria Kolbe che dobbiamo chiedere le risposte: a vite cioè spese e offerte in sacrificio. Se posso permettermi, Fabrice Hadjadj ha scritto un bellissimo paragrafo sul martirio di padre Kolbe: “Seguire Kolbe o seguire Kuhn”, nel suo “Farcela con la morte. Anti-metodo per vivere”, pp. 344-349. Hadjadj spiega la logica inaudita che muoveva questo uomo meraviglioso, che sceglie di morire al posto di un padre di famiglia. Kolbe, scrive Hadjadj, prima di morire «supplica il Msisericordioso di accogliere le altre vittime dl seno di Abramo [gli ebrei, NdC] e di avere pietà di quei poveri nazisti che gasano la loro anima, dei quali avrebbe potuto far parte se una grazia non lo avesse preservato». C’è un potenziale nazista in ognuno di noi. Praticare l’iniquità, uccidere gli innocenti lo nutre, nutre questa bestia interiore. Ecco perché non possiamo accettare, a nessun prezzo, per nessun motivo, che la legge sia iniqua e permetta l’uccisione dell’innocente.
Una risposta cosi l’apprezzo e la rispetto. Rifletterò sulle tue parole.
Ebreo, genitori tunisini. Da giovane ateo e anarchico oltre che nichilista. Ma si e’ convertito al cattolicesimo. http://it.wikipedia.org/wiki/Fabrice_Hadjadj
Interessante.
@Alessandro: e invece è esattamente il contrario.. ignorarlo è ipocrita e non veritiero. La legge è nata proprio per contrastare la piaga degli aborti clandestini (che si riaprirebbe più purulenta che mai in caso di illegalità), mettendo al centro la PREVENZIONE per la riduzione del ricorso all’aborto, soprattutto contro il concetto che possa essere inteso come “soluzione” alle gravidanze indesiderate. Ha funzionato, e (ripeto) avrebbe funzionato ancora meglio se i consultori, che avrebbero dovuto essere costantemente implementati, non fossero continuamente sotto attacco e privati di fondi per funzionare.
“La legge è nata proprio per contrastare la piaga degli aborti clandestini”. E come, sostituendoli con quelli legali? E se al posto dei clandestini ci sono i legali, vuoi spiegarmi che cambia? Sempre morti per aborto sono.
Ad oggi, con la 194 sono stati abortiti circa 5milioni di bambini. Sei in grado di dimostrarmi che, se non ci fosse stata la legge, nello stesso periodo di tempo sarebbero stati abortiti clandestinamente più di 5milioni di bambini?
Inoltre: sul numero aborti clandestini prima dell’entrata in vigore della legge si continua a favoleggiare. Si può sapere quanti erano questi aborti clandestini all’anno? (Non valgono cifre sparate a caso in stile pannelliano). Io so che nel 1980 (primo anno significativo di riferimento sull’applicazione della 194) gli aborti legali furono 220263.
La 194 sarebbe stata fatta “soprattutto contro il concetto che l’aborto possa essere inteso come “soluzione” alle gravidanze indesiderate”. Cinque milioni di aborti dal 1978 ad oggi, i 118mila aborti annui di questi ultimi anni, il fatto che ogni anno una gravidanza su sei finisca in aborto procurato e legale mi fa ritenere che non abbia attecchito granché il concetto che l’aborto non debba essere inteso come “soluzione” alle gravidanze indesiderate.
Per essere ancora più esplicito: sul numero di aborti clandestini prima dell’entrata in vigore della 194 l’unico dato attendibile che io conosca è quello fornito nel 1977 da uno studio dell’Università di Padova (del demografo prof. Colombo et alii)
secondo cui gli aborti erano in un numero più vicino a 100 che a 200mila annui. Si veda ad es. qui:
http://www.mpv.org/mpv/s2magazine/AllegatiTools/1012/33_35.pdf
Ricordo che nel 1980 gli aborti legali furono 220263, nel 1982 234593.
@GiulioL: vedo che sei online perché continui a battibeccare, ma non ha risposto alla mia domanda.
Ci tengo molto alla tua risposta perché credo sia gravemente scorretto scrivere che su questo blog “si lanciano strali contro le donne che abortiscono” a meno che tu non abbia letto qualcosa che a me è sfuggito.
“Non sono certo io che lancio strali contro i gay,gli islamici,le donne che abortiscono.. ” NON HO DETTO CHE QUESTO BLOG SI LANCIANO STRALI CONTRO LE DONNE CHE ABORTISCONO…. ho detto semplicemente che io non considero assassine le donne che abortiscono e non invito a discriminare gay o considerare i turchi tutti fanatici islamici.
comunque qualche commento sulle donne omicide (non parlo dei post) ci sono stati ma non me li sono segnati onestamente.
tu hai scritto: “Non sono certo io che lancio strali contro i gay,gli islamici,le donne che abortiscono..” lasciando intendere che invece qui ci sia qualcuno che lancia strali contro gli islamici (Vale? ma non mi sembrava fossero “strali” ). gay (forse contro l’esaltazione della cultura gay e le pretese matrimoniali degli omosessuali, ma non “strali” contro le persone) e , cosa particolarmente odiosa se fosse vera, contro le donne che abortiscono.
Quindi se non sai indicarmi dove e da chi sono stati lanciati questi “strali” quello che tu hai scritto è gravemente scorretto.
Ok ma la mia era una risposta a chi mi chiama moralizzatore. Perche le risposte scorrette e antipatiche degli amici non le vedi ovviamente…
perché, ripeto, la tua è una allusione particolarmente odiosa che riguarda direttamente il blog, i frequentatori del blog e la gestione del blog. Le risposte “antipatiche” e “scorrette” non mi scandalizzano e fanno parte della dialettica se non si superano certi limiti (ho chiuso un occhio anche su alcuni tuoi commenti e non credo che tu ti definiresti mio “amico”)
Ok. Non volevo alludere. Volevo dire che forse se ci fosse meno intolleranza il nostro sarebbe un mondo migliore e che non voglio discriminare nessuno. Senza alludere a nessuno di questo blog e se e’ sembrato cosi e’ stata un impressione erronea.
Classica via di fuga di ci tira via la mano dopo aver lanciato il sasso: “non volevo alludere a nessuno in particolare”. Già, già… La realtà è che l’unica forma di intolleranza legittima e ammessa per certo culturame è quella contro il cattolicesimo, questo sì sempre “squallido” e “perbenista”. Ma chi vive di slogan e luoghi comuni li ripete senza nemmeno accorgersene.
No tu sei il Nobel del trogloditismo morale, assegnato ogni anno al membro del FODRIA (Forze Oscure della Reazione In Agguato) a chi più si è distinto nel campo della reazione oscurantista…e’ un grande onore! (hai detto che ti faceva piacere che ti dicessi questo)…
Chi è ADMIN?
la sig.ra Rete delle reti mi deve dire se ha mai parlato con una donna che abbia scelto l’aborto. Provate a parlare di persona con una donna che lo ha fatto e di tutti gli incubi che fa da quel giorno, di tutta l’angoscia che le devasta la vita. Come si fa a trovare consolante che il numero degli aborti sia sceso a “solo” 120mila????!!!! è il numero di abitanti di una città che fa provincia! e poi sinceramente non ci vedo alcuna differenza tra la “mafia” che lucrava sulla attività clandestina e un team medico che partica legalmente l’aborto su centinaia di donne senza porsi il minimo scrupolo non solo sulla vita nascente ma su quelle poveracce che si trascinano per il resto dei loro giorni dicendo a se stesse “ho ucciso mio figlio!” Non è che il bollino “legale” cambia la sostanza di un atto terribile…..
Rete delle reti è
1) entusiasta dei “solo” 120mila abortiti (“figli indesiderati”, li chiama): sarebbe come sopprimere in un anno tutti gli abitanti di Novara, anzi qualche migliaio in più
2) entusiasta pure del rapporto di abortività (numero delle IVG per 1˙000 nati vivi), che è risultato pari a 207.2 nel 2010: cioè più di una gravidanza su sei è finita in aborto procurato (senza tener conto degli aborti causati dalla pillola del giorno dopo, che non sono conteggiati dal Ministero…)
Veramente.. la “signora rete” è piena di donne che hanno abortito con dolore, e anche di donne che, con volontà e coraggio, hanno rinunciato ad abortire per affrontare (con fatica e con gioia) una gravidanza imprevista e non programmata. Dire che scrivo “entusiasta” degli aborti è un atteggiamento violento, intollerante e non interlocutorio. Lo ribadisco: la legge è nata proprio per contrastare la piaga degli aborti clandestini (che si riaprirebbe più purulenta che mai in caso di illegalità), mettendo al centro la PREVENZIONE per la riduzione del ricorso all’aborto, soprattutto contro il concetto che possa essere inteso come “soluzione” alle gravidanze indesiderate. Ha funzionato, e (ripeto) avrebbe funzionato ancora meglio se i consultori, che avrebbero dovuto essere costantemente implementati, non fossero continuamente sotto attacco e privati di fondi per funzionare. Chi può credere, in coscienza, che la repressione poliziesca potrebbe migliorare le cose? solo la prevenzione (e una vera pìetas verso le donne in difficoltà), con veri aiuti morali e materiali, solo tutto questo insieme può contrastare un problema così grave. Tutto il resto è propaganda.
http://costanzamiriano.wordpress.com/2012/05/16/ripartire-dalla-bellezza/#comment-36981
Aggiungo: la soppressione di una essere umano, ancorché nella fase iniziale della sua vita, è un atto intrinsecamente immorale, così gravemente immorale che è gravemente immorale che una legge intervenga a legalizzare tale soppressione. Se non si parte da qui per discutere, si sbaglia il punto di partenza.
Giusto, sono d’accordo. E forse anche tutti, se ci pensano bene, sono d’accordo. No?
D’accordo con che?
Con rete delle reti.
“E forse anche tutti, se ci pensano bene, sono d’accordo”. T’illudi
Cosa dice di sbagliato retedellereti?
Per conto mio? L’ho già detto, leggi sotto il suo
Totalmente d’accordo.
Cara rete delle reti,
sono d’accordo sul fatto che occorrerebbe far funzionare meglio i consultori.
Non credo, in coscienza, che la repressione poliziesca possa migliorare le cose (altamente improbabile, peraltro).
Su una cosa non credo di aver afferrato il punto: le donne che abortiscono con dolore.
Si dice sempre che comunque sia c’è il dolore, l’ho letto anche pochi giorni fa qui sul blog
15 maggio 2012 alle 12:27
insegnamo la contraccezione, creiamo consultori, una politica per la famiglia che sostenga chi ha figli e lavora, e magari l’aborto non sarà più usato.
nessuna donna abortisce con gioia, è sempre un atto colmo di dolore
Intendo, perché ‘con dolore’? E’ con dolore che si affronta un intervento chirurgico, ad esempio l’appendicectomia? Forse preoccupazione, ma credo che dolore significhi qualcosa d’altro. Da dove deriva questo dolore? Se una cosa è irreversibilmente dolorosa, perché farla? E perché affermare questo “diritto” così “doloroso”? Mi viene da pensare che se davvero c’è questo profondo dolore, c’è dunque la percezione di una profonda lacerazione. Se abortire è esercitare la propria libertà di scelta, se eticamente non presenta ‘controindicazioni’, perché sento parlare ogni volta del dolore di questa scelta? E’ un modo di dire, o c’è davvero? E se c’è, come credo che sia, perché? Se ha a che fare con la vaga consapevolezza di sopprimere un figlio, immagino sia un dolore sottilmente devastante; ma se non è per questo, a cosa è dovuto questo dolore? Può risultare offensivo e svilente per le donne sentir parlare della “banalizzazione dell’aborto”, e a chi insinua che per qualcuna andare ad abortire (anche ripetutamente, purtroppo capita) è un gesto ordinario si replica con indignazione che l’aborto è un atto colmo di dolore, un’estrema decisione. Ma se vado incontro a qualcosa di difficile e doloroso, evidentemente lo faccio perché ritengo di non avere altra scelta, in barba all’autodeterminazione; oppure potevo scegliere, ma ho scelto il dolore dell’aborto rispetto al timore di mettere al mondo un figlio in condizioni ..non so…”non ottimali”, o “non pianificate” … Accetto di affrontare il dolore di eliminare il prodotto del concepimento per il timore del dolore che potrebbe derivarmi da un figlio….. Insomma questa questione del dolore non me la so spiegare. Ti chiedo scusa in anticipo nel caso abbia scritto qualcosa di irriguardoso.
…e vorrei aggiungere. perchè non uscire, i vostri Papi, dai patti lateranensi, perché scendere a patti con un governo,
come dite voi, che permette l’omicidio dei nascituri?
Quando non sai più che dire tiri in ballo i patti lateranensi… che c’entrano come i cavoli a merenda.
Non va bene stare ai patti con uno Stato considerato carnefice. Ma voi ci state. Io li abolirei i patti dal mio punto di vista anticlericale, (mio nonno era un ufficiale dell’esercito tardo-risorgimentale)
Voi aboliteli dal vostro.
«mio nonno era un ufficiale dell’esercito tardo-risorgimentale»
Se per caso si chiamava Pinelli, avrei da dirgliene diverse…
@GiulioL: facciamo così mi fai un esempio concreto di rassegna cattolica direttamente finanziata o patrocinata dalle istituzioni (come il comune di Torino per la rassegna di cinema gay) così possiamo discutere con cognizione di causa. Ok?