di fr Filippo Maria
L’altra sera, dopo un intenso periodo di matrimoni (quattro in quindici giorni) e dopo aver preparato una coppia che si sposa nel prossimo fine settimana, ebbene, dicevo, l’altra sera mi avvio bel bello a chiudere la chiesa quando noto un uomo che si aggira in maniera concitata in fondo alla navata centrale; allerto subito i miei sensori (quelli che erano ancora a disposizione) pronto a fare qualsiasi incontro (più di una volta, al momento della chiusura, ci siamo ritrovati dei simpaticissimi buontemponi nascosti in confessionale con la scusa che fuori faceva freddo… anche se eravamo in estate – per inciso: alle cassette delle offerte facciamo a chi arriva prima!); mi avvicino e vedo un volto familiare, un uomo sulla mezza età, uno di quelli che frequenta insomma; mi tranquillizzo. “Che succede? – chiedo – Ti vedo agitato”. “Ma no padre è che aspettavo mia moglie; mi ha detto che ci saremmo incontrati qui alla fine della Messa ma non la vedo”. “Insomma – faccio io – ti sei perso la moglie?”. E lui: “Magari, padre, magari!”.
Dopo esserci fatti due risate e dopo averlo rassicurato sul fatto che non avrei detto niente alla moglie riguardo la battuta (speriamo che la signora non legga il blog di Costanza) ho iniziato a pensare a tutti i bei discorsi fatti sul matrimonio, a tutta la preparazione che dedico agli sposi, e ad un tratto (complice la stanchezza, credo) le mie mi sono sembrate assolutamente parole vuote, smontate da una semplice battuta di un uomo incontrato nell’orario di chiusura della chiesa. Ho pensato alle tante situazioni che mi si parano davanti di matrimoni partiti con intenzioni buonissime e trasformatisi, improvvisamente, in piccoli inferni domestici; neanche il pensiero dei tanti casi di matrimoni “riusciti” era capace a consolarmi. Come è possibile, mi sono chiesto, che dopo un po’ di tempo un uomo riesca minimamente a pensare che la donna della sua vita diventi un peso, tanto da desiderare di averla per un po’ alla larga… così, per un po’ di giorni, tanto per riprendere fiato? Perché, ad un certo punto, pian piano, si scivola in una sorta di rapporto fondato su accordi bilaterali sanciti in ore passate davanti allo psicologo? Cosa succede ad una coppia, nel corso degli anni, qualcuno me lo sa spiegare? No perché io, non essendo sposato, non riesco a capire. Quando un mio confratello mi viene a noia, dico tra me e me (in maniera non del tutto evangelica, me ne rendo conto): “Beh! Non l’ho mica scelto io di abitare con lui”. Però due sposi si scelgono, altroché! Come mai l’emozione forte del giorno del matrimonio: “La mia vita non ha senso senza di te!”, col passare del tempo diventa: “La mia vita non ha senso insieme a te”? “La famiglia che costruiremo – mi ha detto una volta una coppia – non deve essere come quella delle nostre famiglie di origine; litigano sempre per qualsiasi stupidaggine, in casa c’è un clima invivibile”. “Vorrei rivedervi fra qualche anno (mese?)!”… ho pensato, cinico, tra me e me.
Poi mi sono ricordato che un certo poeta inglese una volta doveva pur esserselo chiesto: “La verità, vi prego, sull’amore”. Che forma ha? Di che colore è? Come arriva, in treno, in macchina, in bicicletta? Quando arriva lo saprò riconoscere (la parafrasi è mia)? Insomma, la verità sull’amore!
La domanda è legittima, ha senso chiederselo, non è un interrogativo accessorio. Io ho provato a cercare una risposta e l’ho trovata… sì l’ho trovata, in quella stessa sera, nella Cappella del nostro convento. In penombra, davanti al crocifisso di San Damiano, scopro che l’amore ha i connotati di Gesù! Ecco la verità sull’amore! Ecco come è fatto l’amore: ha un volto e un nome ben precisi: Gesù di Nazareth, Figlio di Dio e Figlio di Maria, Re crocifisso, vero Dio e vero uomo.
Guardiamoci dalle contraffazioni: Dio è amore! Non è possibile pensare a qualsiasi altro tipo di amore che non abbia questa sorgente, questo motore propulsore; ecco il segreto per non invecchiare: amare! Amare come Lui, però. “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri”. Prima di Gesù la comparazione era: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Adesso invece si dice: “Come io ho amato voi”! È Lui la misura dell’amore, è Lui lo specchio dinanzi al quale dobbiamo passare più tempo. E in particolar modo è sotto la Croce che si impara la modalità dell’amore di Gesù; la Croce è il distillato dell’amore dove è appeso il Dio che ci ha amato e ci ama totalmente, gratuitamente, senza condizioni e per sempre. Non l’amore usa e getta; non i surrogati di amori di plastica che seducono e abbandonano. Sono persuaso che questo tipo di amore, quello cruciforme, sia capace di resistere all’usura del tempo, alla quotidianità, alle delusioni e ci rende capaci di donazioni impensabili al di là delle nostre forze.
Ma solo se ci sapremo amati così, saremo ugualmente capaci di amare così. Di solito si è propensi a prendere in considerazione la seconda parte del comandamento di Gesù: amatevi! Certo, ma questa è solo la conseguenza del saperci tenacemente e irrevocabilmente amati da Lui, qualsiasi cosa faremo, qualsiasi strada sbagliata dovessimo prendere, Lui non ci molla!
E allora anche il matrimonio assumerà i colori di una giovinezza eterna, pur dovendo passare, a volte, dentro una ferialità schiacciante, incomprensioni, ferite, delusioni. Anzi, il matrimonio rappresenta plasticamente l’amore di Gesù per noi: è un dono che non ci si può più riprendere indietro, è una cosa che non si può disfare. “Accolgo te come mi sposa. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre…” Sempre, non fino al 31 luglio 2020, poi vedremo se rinnovare il contratto. Alcuni si lamentano perché oggi ci sono meno matrimoni in Chiesa rispetto al passato; meglio, dico io! Se non altro ci hanno pensato, quanto meno sanno che la prerogativa del matrimonio-sacramento è l’indissolubilità ed è strettamente collegato ad un cammino di fede. Hanno scelto altro ma almeno non hanno fatto una commedia in chiesa.
Sempre e per sempre, costi quel che costi! Se è qualcosa di meno non è amore, è qualcos’altro, diamogli un altro nome, ma amore o è per sempre o non è! Questo è l’amore crocifisso del Figlio di Dio. La verità sull’amore!
Non so se ho titolo per parlare d’amore, ma son sposata da 30 anni con un uomo che conosco da 37. Non ne volevo sapere di lui, era troppo serio, troppo posato, aveva 18 anni e già parlava di metter su una famiglia numerosa. L’ho mollato un paio di volte prima di convincermi che la sua tenacia era per me una grazia. Il matrimonio non è semplice, siamo due esseri imperfetti che si amano, ma che hanno ognuno le proprie fragilità, negli anni poi si cambia, e ogni giorno è diverso dai precedenti, ma ho imparato che più che il pretendere d’essere amati, ciò che paga, e appaga, è il volere il bene dell’altro. Pensare all’altro come a colui a cui dare amore, e non colui da cui pretendere. Questa pratica reciproca è incredibilmente “feconda” credo sia anche per questo, che a distanza di anni la troppa lontananza mi fa battere il cuore, anche passare una serata sul divano mi sembra un ottimo impiegare il tempo, e il poter condividere le passioni pur differenti mi sembra la cosa più bella che mi potesse capitare. Lui è un pantofolaio che gira il mondo per lavoro, ama la famiglia e questo gli basta. Io un’estroversa che ha bisogno di gente intorno, di amici, di tavole imbandite, il “compromesso” fa in modo che la nostra vita non sia sempre un caos e nemmeno sempre quieta. Questo vale per tutto, per il rapporto con i figli, per gli impegni nel sociale. Credo che se morissi questa notte, ogni istante della mia vita vissuta con lui potrebbe essere descritto come importante, rifarei tutto, compreso perdere l’affetto dei miei genitori per non aver sposato l’uomo giusto (quello che loro avevano “adocchiato” per me), e credo che i nostri figli godranno del patrimonio di affetto e di esperienza che questa unione ha permette loro di vivere.
Belle parole Nerella.
prima una battuta
– e come va a casa?
– benissimo, mia moglie è un angelo
– beato lei, la mia è ancora viva…
poi la verità: ho scritto questo post un paio d’anni fa per i 25 anni di matrimonio. Confermo sillaba per sillaba.
E resto confuso quando sento di amori diversi, fragili, inconsistenti.
Ne parleremo in giornata
Tra le più belle canzoni di Enrico Ruggeri amo molto A mia moglie. Non mi interessa sapere se sia biografica oppure no. Lo auguro solo al cantante. Arriva un momento in cui è giusto fermarsi e ringraziare per il dono ricevuto: perché se è vero che il matrimonio è etimologicamente il dono alla madre, è anche vero che soprattutto noi uomini riceviamo un grande regalo dall’unione coniugale. Per me è stato così. Mi sono molto risentito quando, avendo pubblicato sul sito americano la mia vita in sei parole, qualcuno si è permesso di lasciare un commento acido. La mia storia è tutta qui: Passione giovanile, amore profondo. Ancora sposi. Una mano femminile, amara ed acida, commento: he slept around, o qualche cosa del genere. Che potrei tradurre crudemente: la tradisce a destra e a manca. La storia è diversa.
Ho conosciuto Franca nel 1980, io avevo 19 anni lei 17. Ci siamo sposati nel 1985, non avevo ancora 25 anni e lei non arrivava a 23. Andrea è nato nel 1986, Chiara nel 1988, Letizia nel 1992. Abbiamo conosciuto buona e cattiva sorte. Ci compensiamo. Io sono il visionario, lei la concreta. Io apro strade, lei le asfalta e le rende sicure. Io trascino, lei consolida. Io sogno, anche troppo, lei hai i piedi per terra. Ci siamo aiutati a vicenda in mille modi: io lancio le sfide, lei le vince. E’ una tagliente e crudele critica di ciò che penso e faccio: è grazie a questa sua qualità che mi sono evoluto da ragazzino un po’ nerd, molto imbranato, a professionista energico e coerente. Non ci facciamo sconti. Questo non ci ha allontanato di un millimetro, anzi ci ha unito di più.
Mi ha seguito in ogni nuova avventura, le ho fatto fare di tutto e ha sempre detto di sì inventandosi mille professionalità nuove. Lei è cresciuta, e mi ha aiutato a capire i miei errori. Siamo umili e ci amiamo. Abbiamo costruito sulla fede e ancora oggi preghiamo insieme per i nostri figli, per i nostri sogni, per le nostre preoccupazioni. Sono così innamorato che penso di non poter vivere senza di lei. Abbiamo, come si dice, fatto tanti chilometri insieme e ne abbiamo passate tante, e ci hanno rafforzato.
Imbianchiamo insieme, ovviamente lei molto meno di me e con più lentezza, e sappiamo ancora guardarci negli occhi scoprendo cose sempre nuove e difficili da rendere con parole, specie quelle scritte scritte.. So comunque chi è più grande dei due e so che non sono io. Non so se questo è rendere giustizia, ma so che ogni giorno devo meritarmi il dono che Dio mi ha dato: mia moglie.
Credo che il nostro trucco stia nel fatto che ridiamo insieme, spesso, e che io riesco a farla ridere. Così guardiamo alla vita con una serenità lucida e profonda. Crediamo veramente che, come dice san Paolo, omnia in bonum, tutto concorre al bene. e se guardiamo la nostra vita è davvero così. Abbiamo avuto momenti duri, problemi di lavoro, difficili soci, difficoltà economiche.
Lei si è inventata un lavoro, prima mi ha seguito, poi affianco a questo, ha avviato la sua attività imprenditoriale, e oggi è una imprenditrice di successo E ovviamente mi aiuta.
E io ho l’onore di dovermi meritare giorno dopo giorno questo immenso dono.
Grazie Paolo,
hai speso parole molto belle per tua moglie e in molte cose riconosco anche la mia esperienza.
Ho riportato sul mio pseudo blog un racconto tratto dagli scritti di Maria Valtorta che ritrae un quadro dell’amore tra Gioacchino ed Anna, un quadro famigliare autentico, santo e dolce.
http://exileye.wordpress.com/2012/04/21/i-figli-che-non-arrivano/
mi hai commosso
bellissimo Paolo…sono queste le testimonianze di cui abbiamo bisogno!grazie!
le testimonianze come la tua, Paolo, mi aiutano a non scoraggiarmi! Questo è il matrimonio che vorrei, anche se temo di essere oramai in ritardo…
No, c’è anche l’amore non per sempre, che non c’è più, che è finito, non c’è Cristi che tengano,chiamiamolo come vogliamo, è così.
spesso quello non è amore: è egoismo, è pavidità, è sensualità, ma non è amore. C’è chi si accontenta e non gode. perché l’amore è dare e non cercare. L’amore che finisce spesso è un amore che cercava per sé, quindi, by definition, non era amore.
A me piace dire che l’innamoramento è un’ emozione,l’amore è una decisione.L’innamoramento,per la mia esperienza e per quella di coloro che osservo attorno a me,finisce sempre e lo sottolineo,sempre,e come potrebbe essere altrimenti? Le emozioni,qualunque emozione,per definizione non dura,potresti essere mai,caro Alvise,sempre commosso o sempre ammirato? Vabbè tu riesci ad essere sempre incavolato,ma è un altro discorso.
L’amore,invece,è una decisione,”tu sei la strada al mio Destino”,è la coscienza che senza l’altro non potresti essere più pienamente te stesso,per chi è dentro un avvenimento cristiano poi,dentro i casini di ogni giorno,nel trascorrere degli anni ,si fa sempre più evidente che il marito o la moglie è il volto di Cristo nella propria vita,non lo so spiegare a parole ,ma è quello che sto vivendo nel mio matrimonio.Incredibilmente,poi tra mille fatiche ,a poco a poco ,si recupera anche l’innamoramento iniziale ed è veramente il centuplo quaggiù.
Velenia:
…la capisce anche una bestia come me la differenza fra amore innamoramento passione eccetra.
Ma siccome la capisco capisco (osservo9 anche che persone che crdevano nel loro amore per sempre e mai e poi mai avrebbero nemmeno voluto nemmeno immaginarsi che sarbbe finito e che solo pensarlo era intollerabile poi si sono trovati lontani. Ma allora te diresti quello non era AMORE era innamoramento passione languore etc. Non saprei che risponderti, probabilmente hai ragione. Allora diciamo così: l’AMORE è quello che non finisce mai, tutti gli altri sentimenti passionali tra uomo e donna non sono amore (e allora che ne facciamo?)Quello che stai vivendo te nel matrimonio è un altro discorso…
E c’è l’amore che resiste a tutto, ai contrasti caratteriali, alle paure reciproche, ai rovelli, alle miserie quotidiane; che pare morto e invece risorge, dopo tre giorni o tre anni, schierato a battaglia in difesa dell’altro te stesso; che ne resta dimidiato per sempre quando l’altro se ne va. Esperienza personale indiretta (ho avuto il privilegio di vivere accanto a due grandi passioni coniugali, l’una che ha resistito a una guerra mondiale, un dopoguerra da “sangue dei vinti” e una ricostruzione; l’altra che ha resistito al precariato degli anni Sessanta – c’era anche allora – al benessere e al malessere degli anni Settanta-Novanta, alla malattia e alla morte).
“La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia,
non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,
non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carità non avrà mai fine.”
Come vedi dalle parole di S.Paolo in amore non è sempre rose e fiori.
Ci sono momenti in cui bisogna perdonare, sopportare avere pazienza, l’amore va rinnovato ogni giorno.
E per far questo non puoi essere solo preda di un “sentimento”, ma ci devi mettere una forte volontà.
just in case
http://dellegioieedellepene.blogspot.it/2012/01/due-tracce-sulla-sabbia.html
ecco, poi ho finito
http://dellegioieedellepene.blogspot.it/2012/03/un-amore-lungo-millemiglia.html
Paolo Pugni:
eppure quelle persone, e tutti ne conosciamo, che poi si lasciarono, erano DAVVERO innamorati l’una dell’altra,
erano felici, vivevano bene insieme, si mavano…Ma non ne avete conosciute voi di queste persone?
Uno dice, “ma allora non era amore” …Ma questo non significa nulla. L’amore c’è quando c’è (vero amore, dico)
e non c’è quando non c’è o finisce. E’ un fatto reale. Che succede e può succedere a tutti. O sennò continuare a vivere insieme senza amore, come fanno tanti, per la pace di tutti. Un marito/o una moglie per fare il caso più cinematografico o drammatico o reale possibile può perdere la testa per un altra donna/uomo, o può semplicemnte vedre esaurita la sua carica amorosa iniziale, per ragioni che non si può nemmeno sapere che ragioni siano, noia, stanchezza, routine, odio per la stessa via, le stesse parole, lo stesso viso eccetra…Altri invece che più vanno avanti nel matrimonio, e che altro, e più si vogliono bene, si amano, si desiderano, si divertono, sono contenti, fanno cose insieme. Bravo chi ne capisce qualcosa!
Ho detto tutto tu: innamorate. L’amore è quello che viene dopo
Butto lì due idee.
Si tende a dire: l’amore che finisce non era vero amore (era egoista, teneva qualcosa per sé, non era oblativo). Meglio dire: quando finisce non è vero amore (altrimenti non finirebbe, giacché l’amore per definizione non è a scadenza), ma può darsi che prima lo fosse.
Siamo esseri umani peccatori che possono dannarsi. La fede più adamantina è esposta al gorgo atroce della miscredenza più caparbia. La fede si può perdere e maledire. Non può andare perduto e rinnegato anche un amore vero? Un amore, per quanto genuino, non è immune – per noi discendenti di Adamo il ribelle – alla tentazione di di guastarsi, di deformarsi, persino di estinguersi: la resa al peccato può deturparlo e soffocarlo in ogni momento. Perciò occorre resistere alle seduzioni dell’Avversario che s’aggira a perdizione di ogni germoglio di bene (figuriamoci se non anche di quella cattedrale di bene che è l’amore sponsale), fare costante diuturno rifornimento di Dio e della sua grazia, per “non cadere in tentazione”.
Perché se è vero che non c’è male che Dio non sappia tramutare in strumento di bene, vero è pure che non cresce vivaio di bene che Satana non prenda di mira per annichilirlo.
Ale,non avrei saputo dirlo meglio.
Alvise,in qualunque innamoramento si desidera che sia per sempre,è l’esperienza di ognuno di noi,il problema è cosa può reggere questo per sempre che il nostro cuore desidera? .Aggiungo che essere cristiani non è una sorta di timbro tondo che aggiusta ogni cosa,casomai è la coscienza che al tuo desiderio c’è risposta e questo non toglie la fatica.Non capisco perchè dici che il mio matrimonio è altra cosa,io parlo di esperienze,non di teorie.
Ma ora devo scappare ,ho una faccenda pallosissima da sbrigare.!Help!
….Velenia:
suggerivo che il fatto che nel tuo matrimonio vedete il volto di Gesù l’uno nell’altro non è che può essere preso come metro per i tanti matrimoni dove(forse)il volto di Gesù non appare (senza mettere in dubbio la tua esperienza)
Giusto Ale. Grazie. In teoria dovresti aver chetato il nostro buon Alvise, ma ello ha mille vite.
“fare costante diuturno rifornimento di Dio e della sua grazia, per “non cadere in tentazione”.
…. “diuturno”(sic!)
…rifornimento, poi, eccezionale!!!!
se non si fosse capito: “fare diuturno rifornimento di Dio” significa dedicarsi con perseveranza all’ascolto e alla meditazione della Scrittura e alla preghiera nonché accostarsi assiduamente ai sacramenti.
Grazie fr. Filippo Maria per la tua riflessione. Permettimini di aggiungere solo queste parole a ciò che tu hai scritto “il matrimonio rappresenta plasticamente l’amore di Gesù per noi”… amare la propria moglie (o il proprio marito) è la modalità più concreta che abbiamo di amare Gesù.
…che vuol dire “plasticamente”?
Avv. plasticaménte: per estens., con evidenza e rilievo: rappresentare plasticamente le figure nel marmo; fig., con vivezza di rappresentazione e immediatezza espressiva: una descrizione plasticamente forte e incisiva.
http://www.treccani.it/vocabolario/plastico1/
…o la coppia potrebbe anche ricorrere al “diuturno rifornimento ” di ipnosi: “l’amore è eterno, l’amore è eterno…”
nessuno infatti impone che sia solo della grazia di Dio il rifornimento….
sì, solo che l’ipnosi è inutile per tenere insieme le coppie.
sacramenti e preghiera invece hanno salvato e salveranno, hanno rinsaldato e rinsalderanno matrimoni pericolanti, hanno fatto risorgere e faranno risorgere matrimoni sfasciati.
IPNOSI
Alessandro:
“Perciò occorre resistere alle seduzioni dell’Avversario che s’aggira a perdizione di ogni germoglio di bene”
Pullulatio demoniorum!!!
Solo un briciolo, dico, un briciolo, di serietà.
Ti piacerebbe che l’Avversario non fosse all’opera. Ma non è così. Tra le sue molteplici attività serie, molto serie, e molto gravi, c’è quella di sfasciamatrimoni. Sempre con la complicità dei coniugi, però: altrimenti il matrimonio non si sfascia.
“E, dunque, anche nel cuore di ogni sposo e di ogni sposa esiste uno scontro fra il bene che è il loro matrimonio, l’amore coniugale vero che lo Spirito Santo ha loro donato ed il male che è il loro egoismo, il loro orgoglio, la loro sensualità disintegrata dal vero amore. È una guerra molto dura, come cercheremo di spiegare più avanti. E chi sono i personaggi, diciamo così, che prendono parte a questo scontro, i contendenti?
Anche per rispondere a questa domanda dobbiamo metterci in ascolto profondo della Parola di Dio, come ci è stata predicata dalla Chiesa.
Essa ci dice che il primo partecipante a questo scontro è il demonio, il satana: egli esiste, è sempre attivo e cerca di indurre ogni sposo ed ogni sposa a trasgredire la santità, a deturpare la bellezza dell’amore coniugale. È omicida e padre di ogni menzogna (cfr. Gv. 8, 44) e quindi si sa mascherare da angelo di luce (cfr. 2 Cor. 11, 14) per poterci meglio ingannare.
Ma esiste anche ed è sempre attiva un’altra persona: è lo Spirito Santo che abita nel cuore di ogni credente e lo spinge soavemente e fortemente verso tutto ciò che nel matrimonio è vero, è buono, è bello, è santo.
E poi, in questo scontro, ci siamo noi: ciascuno di noi, ciascuna sposa e ciascuno sposo nel suo matrimonio. In forza del sacramento del matrimonio, gli sposi sono resi partecipi dello stesso amore di Cristo, come abbiamo spiegato in una catechesi precedente; sono resi capaci di amare collo stesso amore di Cristo. Ma questo avviene in un cuore nel quale continua a permanere la suggestione e l’attrattiva del male.
Ecco, abbiamo individuato il luogo più profondo dove hanno origine anche le crisi del matrimonio, poiché in questo luogo ha semplicemente origine la storia di ciascuno di noi. Esso è costituito da questo incrocio di tre libertà: la libertà dello Spirito, la libertà della persona umana, la libertà di Satana. Come vedete, siamo sempre coinvolti in un contrasto drammatico, e a nessuno è concesso di essere spettatore neutrale o disinteressato.”
http://www.caffarra.it/catdic94_95.php
…siamo seri!!!
Sono serissimo. Ovviamente un agnostico come te rilutta a credere al demonio… che però esiste. Che tu lo ritenga serio o no, che tu lo creda o no, degli esistenti fanno parte i demoni.
…allora sono solo io che mi sembrano una cosa ridicola(i demoni)? sono un grullo?
No, non sei un grullo. Semplicemente ti sbagli.
Carissimi Tutti (a partire da Paolo) sono veramente edificato (e contento) di avere letto tante belle e profonde considerazioni (tanto che ora sono un po’ in imbarazzato a scrivere anch’io, perché richiederebbe tanto tempo
“limare” un intervento decente. E allora mi scuserete se mi servo di un’immagine.
Hanno ragione coloro che fondano il “per sempre” sulla solidità della realtà soprannaturale ma é anche vero che così facendo quelli che non “credono” restano tagliati fuori … e allora, direi così.
Il per sempre dei ragazzi (ora sempre più rari, come età) che si sposano é come una barca.
Se c’é la vela della Grazia, volerà; se va a remi, andrà lentamente e con tanta fatica. Ma il legno della barca é quello che si deve “attenzionare” al momento debito (corsi prematrimoniali e quant’altro) perché anche nel sacramento (magnum!!) … non c’é “variazione”, cambiamento della materia, come per esempio nell’Eucaristia.
Perchè sappiamo bene (tutti, più o meno metafisicamente consapevoli) che il vecchio adagio é verissimo: “Grazia perficit naturam”. Ecco perché c’é bisogno -come é stato autorevolmente detto- di una preparazione remota, accanto a quella prossima per Chi si accosta a questo Passo! Se non educhiamo i nostri figli (e lo dico da nonno, anche) alle virtù man mano che crescono, con le specificità delle varie età… poi, come pensiamo che d’un tratto siano “maturi” per donarsi, “per sempre”, perdindirindina! (Diceva in un film, un giovanotto che così facendo fece innamorare niente meno che Julia Roberts).
Insomma, e non la faccio lunga, a me sta bene il Matrimonio Sacramento ma mi sta bene anche il Matrimonio di Diritto – naturale e/o civile (ancorchè azzoppato, quest’ultimo).
Grazie (per la pazienza di aver letto fino in fondo).
Salvo
Non ho tempo ora, ma devo assolutamente aggiungere che CONCORDO. 😀
Se ne potrebbe parlare….
Quello che mi preme sottolineare nuovamente, al di là delle singole esperienze personali, positive o negative che siano (grazie PAOLO PUGNI, di testimonianze come le tue si vorrebbe poter sentire tutti i giorni), è che siamo chiamati a tenere gli occhi puntati sulla Verità! Per il matrimonio, così come per tutto il resto. Dice giustamente VELENIA: “A me piace dire che l’innamoramento è un’ emozione, l’amore è una decisione”; quello che rimane da capire e che, a mio avviso, è di capitale importanza, è perché sia bello e giusto prendere questa decisione. Ecco, appunto, il Crocifisso Figlio di Dio. Senza questo amore fondativo il resto diventa pura accademia letteraria fine a se stessa! E allora la sacrosanta ragione ce l’ha ALESSANDRO quando dice: “sacramenti e preghiera invece hanno salvato e salveranno, hanno rinsaldato e rinsalderanno matrimoni pericolanti, hanno fatto risorgere e faranno risorgere matrimoni sfasciati”. Tutto semplicemente e stupendamente qui!
Occhi puntati sulla Verità… dal momento che la Verità ha gli occhi puntati su di noi:
http://www.ofm.org/francesco/pray/art/pregh01.jpg
Filippo Maria da Alvise Maria:
“Ecco, appunto, il Crocifisso Figlio di Dio. Senza questo amore fondativo il resto diventa pura accademia letteraria fine a se stessa!”
Ma questo è un discorso per convertiti e non tutti siamo convertiti!!!
…e allora convertiti, no! 🙂
…esci te dalla caligine della superstizione!
Certo che sei proprio un bel tipo… (il mio stato religioso non mi permette di usare altri epiteti) 😉
Caligine?E che vorrebbe dì,mica parliamo tutti la lingua di Dante qui.
fr.Filippo Maria,naturalmente sono d’accordo con te,ma anche per che non è credente “conviene” prendere questa decisione perchè è ciò che il cuore desidera fin dal primo palpito dell’innamoramento.Da ragazzina odiavo, letteralmente, quella canzone di Ornella Vanoni e Gino Paoli in cui lui e lei si dicevano”fai finta che sia sempre così ,anche se sai che dovrà finire prima o poi”.Alle mie amiche dicevo che ad uno che avesse tentato di conquistarmi così io avrei fatto una pernacchia e me ne sarei andata per la mia strada,io volevo amare ed essere amata per sempre,non volevo accontentarmi.E il cuore ,se non si accontenta,finisce sempre per incontrare la risposta.
Perchè il nostro amico Alvise starebbe ancora qui,altrimenti?
Velenia.
…hai visto, ho cercato di rispondere al tuo commento di stamattina!
Sono ancora qui come semlplice cittadino. Citoyen!
VELENIA sono assolutamente d’accordo con te! La Verità è UNA sia per i credenti come anche per i non credenti… e dal momento che siamo dentro un blog di ispirazione cristiana (quanto meno) e che io sono un frate-sacerdote (categoria invisa ai più) non mi veniva niente di meglio che parlare di Gesù, dovendo parlare dell’amore.
Mi piace moltissimo questo passo di Gaudium et spes, 22:
“In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo. Adamo, infatti, il primo uomo, era figura di quello futuro (28) (Rm5,14) e cioè di Cristo Signore. Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l’uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione”.
Ho sempre pensato che il vero ed unico Amore fosse quello che ci ha lasciato Cristo. La prova della verità di questo assunto sta nel fatto che ti rende totalmente libero e forte, mentre quello umano e terreno molto spesso ti rovina la vita e, sempre, ti rende ansioso e ti procura sofferenze. La folta schiera dei martiri che segna la storia del cristianesimo ci da la misura della trasformazione straordinaria che avviene anche negli uomini più semplici ed umili rendendoli sereni e privi di qualsiasi debolezza dinanzi alla morte e, frequentemente, alla tortura ed alle più efferate crudeltà.
L’amore umano ha una gradazione diversa e, quindi, non è unico. C’è la semplice amicizia e, poi, l’amore verso i genitori, quello verso i figli, quello verso i parenti e quello coniugale. In tutti c’è sempre il rischio di essere traditi o, quantomeno, di restare delusi. Come padre non ho difficoltà a confessare la mia ansia e le sofferenze patite ancora adesso quando i miei figli hanno problemi e, persino, quando non si fanno sentire. Ed in un certo senso questo amore mi rende schiavo perchè mi provoca timore. L’Amore di Cristo, invece, non provoca e non conosce paura! Come marito non ho difficoltà a dire che ormai convivo con mia moglie, in una casa che è di sua proprietà dove mi sento ospite (spesso non gradito o tollerato), in uno stato di quasi totale silenzio. Come diceva Filumena Marturano si va a letto la sera senza dire buonanotte e ci si rivede la mattina senza dire buongiorno. Anni fa, quando all’inizio ne parlai con il mio padre spirituale, egli mi disse in maniera chiara ed inequivocabile: “Il Signore te l’ha affidata e tu ci devi badare”. E quotidianamente mi sforzo di badarci, ma, dovendo in qualche modo evitare frizioni e situazioni di rottura (purtroppo, sono un misero e fragile uomo), mi sono trovato una occupazione che mi tiene fuori casa per qualche ora, malgrado qualche acciacco anche serio che spesso mi rende difficile uscire. Ora non comprendo come possa essere assimilato l’Amore di Cristo con quello umano. Il messaggio di amore che Egli ci ha dato non è un ordine e, come è stato rilevato, mitiga il senso del comandamento. Dinanzi a certi comportamenti è giusta una reazione, come la cacciata dei mercati dal tempio. E non credo che chiedere rispetto per le proprie convinzioni religiose dinanzi a certe azioni di intolleranza e, persino, di violenza da parte di poveri fratelli succubi di credenze false ed innaturali costituisca peccato. Ma tornando all’amore coniugale non vedo come questo possa essere “imposto” dall’Amore che ci ha lasciato Cristo. In nome di questo e nella concreta realizzazione di esso, oltre che nel rispetto del sacramento, si può e si deve accettare la sofferenza dell’assenza di un vero sentimento. Se poi avviene che si incontra qualcuno che te lo suscita e te lo ricambia, ecco una ulteriore prova di sofferenza alla quale sei chiamato ed alla quale non puoi sottrarti. E finisce che perdi la speranza e ti chiedi spesso quando il tuo calvario avrà fine e subisci talora anche la tentazione di lasciarti andare e ti vengono idee strane come quella di non prendere più farmaci o di salire in macchina e partire senza meta e senza telefonino fin quando dura……
mi spiace che nessuno ti abbia ancora risposto, quanto a me non so che dirti…mi dispiace tanto della tua situazione di sofferenza, io l’ho vissuta “dall’altra parte” (cioè dei figli). Penso che sia un grande bene quello che tu fai restando con tua moglie, speriamo che lei lo capisca. Soprattutto l’amore di Cristo è quello che ci sostiene, ma è tanto difficile a volte…vorrei che qualcun altro ti dicesse parole migliori delle mie.
Io però prego x la vostra famiglia.
twentyrex, ti sono vicino della preghiera, fatti guidare da un direttore spirituale esperto e ricorda che il dolore sofferto in unione a Cristo non è privo di senso. Dio ama sconfinatamente ogni sofferente: cerca di sentirlo, di gustarlo questo amore di Dio per te, in modo da recuperare speranza e autostima (se non ci rinserriamo in noi stessi possiamo assaporare fino in fondo l’amore di Dio per noi, e allora nessuna contrarietà, per quanto amara e lacerante, può abbatterci).
TWENTYREX grazie per aver condiviso qui la tua vita, quella hai adesso, così come è, non come dovrebbe o potrebbe essere, con una franchezza disarmante. Mi associo ai saggi consigli di Alessandro e Lidia; mi preme anche sottolineare una cosa: guardare al Crocifisso per imparare ad amare significa proprio scoprire che lì, da quel posto, dalla croce, non si vive l’amore sentimento, quello con un ritorno emotivo, per intenderci, quello che mi appaga (umanamente parlando non credo che Gesù possa aver pensato: “Quanto si sta bene qui”); ecco, forse anche tu adesso non ti senti di dire: “Quanto si sta bene qui”… adesso il tuo dono nei confronti di tua moglie è veramente gratuito, adesso è veramente totale! Questo non toglie che non bisogna fare del tutto per chiarirsi, per capire come si è arrivati ad un certo punto, per sanare… Non vado avanti con la predica perché in certe situazioni bisogna starci… come dicevo, conosco tanti “inferni domestici” che io dovrei solo tacere e pregare. Lo faccio di cuore per te! In particolar modo con la preghiera del Rosario… ti abbraccio!
Ti consiglio anche di leggere, circa il “Comandamento” (non il consiglio..) dell’amore la prima enciclica di Papa Benedetto XVI: Deus caritas est. Se vuoi e se puoi. Ciao
Leggendo questo post, mi viene da sorridere… Sono atea, per mia propria scelta, non credo nel matrimonio, poiché penso sia solo una convenzione sociale, un semplice “contratto”, insomma. Per me, se si ama, si ama anche senza anelli o giuramenti e credo che il giuramento più sincero sia il silenzio, sia il guardarsi negl’occhi e capire che ci si ama, che si potrebbe morire di quell’amore. Forse sarà perché ho vent’anni solo da un mese ed una visione libera e romantica della cosa. O forse perché, nel mio piccolo, ho vissuto molto e un po’ d’esperienza la ho. Io sono figlia dell’amore di due persone che sono state sposate per 13 anni, ma si sono amate per poco meno di sei. Sono figlia d’una donna “di ferro”, che non s’è mai arresa, che per me ha lottato e lotta ancora adesso, con le unghie e coi denti. Sono figlia di un padre menefreghista, che mi ha amata a suo modo, ma che non mi conosce e non m’ha mai conosciuta. Sono una figlia, a mio modo, ribelle, che ne ha combinate di tutti i colori, che ha fatto le proprie esperienze, senza badare alle età delle persone con cui si ritrovava (per altro, credo che l’età che conta sia quella mentale e non anagrafica… e lo dico per esperienza personale..!), senza pensare lì per lì alle conseguenze, sempre spalleggiata, nonché protetta o sgridata da mia madre. Quando 8 anni fa i miei si separarono, la gente che lo veniva a sapere mi diceva “oh, come mi dispiace! e tu, come stai?”. Frase, passatemi il termine, stronza, nonché di circostanza, dal momento che la gente deve sempre dirti qualcosa, non riesce mai a dire la verità, ma dev’essere sempre cortese e formale. E queste persone si stupivano della mia risposta “io sto benissimo. in realtà sono felice che si siano separati, così ora non dovranno più litigare”. L’innocenza di una dodicenne. Una dodicenne consapevole, però. Sì, perché si dice che i bambini siano innocenti e che sia questa la loro virtù. Ma, vedete, i bambini captano ogni cosa. La interpretano, ovviamente, ma la captano. Ed io, già da anni, avevo capito che il loro amore, così forte, così grande, da cui ero nata io, si era semplicemente esaurito. Non credo che l’amore del Cristo sia così forte da poter influire su quello di ciascuno (per inciso, non lo dico perché sono atea). Credo che sia invece da saccenti, da altezzosi, pretendere di sapere cos’è l’amore o pretendere di saper amare. Ho letto i commenti sotto questo post e sono tutte frasi romantiche, dolci e bellissime, nonché vere per il singolo che le ha scritte. Ma il fatto è che questo mondo è talmente vario che non si può ridurre tutto a qualche frase o all’amore proveniente da un libro (la Bibbia, in questo caso) o da un crocifisso. Bisogna mettere il conto l’amore proibito, quello platonico e qualunque altra forma d’amore che ci circonda e che è dentro di noi. Ritornando a me, sono stata con persone che mi dicevano “ti amo” e a cui ho detto spesso “sì, anch’io” e sapevo di mentire, eppure l’affetto che provavo nei loro confronti m’impediva di dire la verità. Anche questa, a suo modo, è una forma d’amore. Una bugia, sì, ma per proteggere. Dovete considerare, poi, che avevo 14, 15, 16 anni e che d’amore ne sapevo quanto il mio gatto (che, in realtà, sospetto ne sappia molto :D). Quando avevo quasi 18 anni, poi, ho incontrato una persona, per caso, a scuola. Ora stiamo insieme da due anni e mezzo, ci amiamo, ci sosteniamo e ci siamo sempre l’uno per l’altra. Ci sono stati alti e bassi, ci sono ancora e ci saranno finché durerà fra noi. Non so se fra vent’anni, piuttosto che fra dieci o trenta, staremo ancora insieme, se ci ameremo ancora o se ci saremo lasciati e magari uno dei due sarà ancora un po’ innamorato dell’altro. Non lo so, ho vent’anni e credo sia presto per pensarci. Ciò che so, però, è che è la primissima volta in tutta la mia vita che amo davvero e che sì, morirei di questo amore. Non penso di sapere tutto sull’amore o d’avere tutte le risposte, non sono un “sapientino”. Però so che quest’amore mi rimarrà dentro all’infinito e credo che questo sia l’amore che conta. Quello che può anche trovare una fine, ma il cui ricordo ti rimane dentro per tutta la vita. Mentre scrivevo ho riflettuto e sì, forse per un fedele convinto o comunque per un prete l’amore puro si può ricondurre alla mia ultima frase. Eppure non credo che possa essere una corretta interpretazione dell’amore, vista, appunto, la varietà di questo incredibile ed assurdo mondo in cui viviamo… Queste, però, sono solo le considerazioni di una ragazza appena ventenne. (:
Non ho tempo di risponderti adeguatamente, ti auguro solo una cosa, di non smettere mai di cercare la Verità. Non è uno slogan, è l’ augurio che tu possa cercare dentro di te, andando fino al profondo del tuo essere. Se ci riesci troverai la sorgente della vita. Ciao.
ciao Nikita, anche i miei si sono separati che avevo 13 anni, ma io sono stata malissimo per quello, anche se entrambi i miei genitori sono persone buonissime, che mi vogliono un mondo di bene, ma ho soferto molto lo stesso. Anche perché non è stata una separazione facile..in realtà spero di non far passare mai questo ai miei figli (adesso ho 28 anni).
Non so, sai…ognuno di noi figli di genitori separati poi prende la vita nelle proprie mani, e reagisce, come hai fatto tu e come ho fatto io, ma penso che sarebbe bello un mondo senza separazioni. Forse l’amore a volte non durerà per sempre, ma a me pare che se uno fonda il matrimonio sulla stima reciproca anche senza un amore travolgente si sta bene insieme…e l’amore, alla fine, rinasce sempre, nella fedeltà, rinasce la passione e quant’altro..
NIKITA23: A dispetto della tua carta d’identità dimostri una maturità ed una intelligenza non comuni. Per questo oso e la butto lì: e se fosse tutto vero? Voglio dire questa storia di Gesù Cristo, la Chiesa e quant’altro… non sarebbe interessante provare? Non ti attira neanche un po’ l’idea? Così, provaci, a “credere” per tua propria scelta!
Tutte le considerazioni che può fare un sacerdote (uno non sposato, quindi) sull’amore tra un uomo e una donna non possono che partire da un discorso di fede, una fede che mi dice la Verità della mia vita. Se così non fosse tutto il resto sarebbe solo un vuoto formalismo religioso… il quale nuoce più di ogni forma di ateismo.
Ciao Nikita! Hai appena 20 anni ma….mi sembra di capire che tu sia una persona che ha amato molto, sofferto molto, vissuto e per fortuna avrai tanto da vivere. Ti auguro di poter incontrare un giorno la persona che ti ama più di tutti al mondo, che è morto per te, che ti è accanto e che ti ha pensata…così, speciale come sei. é Lui, Dio Padre. In Lui l’amore umano diventa Perfetto. Lo dico a te ma lo dico anche a me stessa. Tra un mese mi sposerò e ne sono felice (sarei una pirlessa se non lo fossi!!), la cosa nelle pieghe della mia felicità mi spaventa….”per sempre” è una frase più grande di noi(talvolta mi sveglio nel cuore della notte con l’ansia di arrivare in ritardo in chiesa e non ci vuole Freud per capire che un pò di fifa c’è)! Ma io e il mio quasi marito avremo un alleato speciale, Colui che “ci ha insegnato la misure dell’Amore” come dice Padre Filippo. Con Lui tutto è possibile. Lui ci santificherà con un Sacramento ma sta a noi doverlo coltivare. Vi chiedo un favore anzi un grande regalo: tanta preghiera per me e il mio quasi marito e per tutti quelli che si sposeranno….Grazie
preghiere assicurate! che bello!
Grazie Lidia!!!
Preghiere tante! Soprattutto per il “quasi-marito”! Ciao Paola! 🙂
UNA PRECISAZIONE
Proma cosa un richiamo a questo bel commento sopra di nikita23 anche lei in cammino lungo la vita come tutti noi.
Poi, a proposito di quello che dice Filippo Maria che questo è un blog quanto meno cristiano.
Anche io mi ritengo cristiano nel modo che diceva B. Croce che non possimao non dirci cristiani. la nostra cultura, che lo si voglia o no, specialmente i più grandi, come me, é fondata, anche, sui valori del cristianesimo, che dice “ama il prossimo tuo come te stesso”, un protosocialismo molto reale nel cuore delle persone, il resto, la chiesa, in questo, secondo me è irrilevante, è una istituzione sclerotizzata da congerie di incrostazioni verbose e inessenziali e retoriche e abracadabradistiche che a me fanno un po’ paura che ci siano gente che segue e si immedesimano in queste pratiche. Se poi altri ci si crogiolano nelle novene e nelle coroncine e nelle eucarestie che lo tenessero per sé, senza pretendere dagli altri cristiani la stessa venerazione degli idololi.
Per quanto riguarda l’aborto sono d’accordo con Pasolini, è una cosa orribile, bisognerebbe che, legge o non legge, si arrivasse a un punto dove le donne e gli uomini non si sentissero più di fare questa scelta tremenda.
Per quanto riguarda il matrimonio, l’amore, le coppie eccetra, la strada è la stessa per tutti, gioie e dolori, e per i figli e l’educazione dei figli, lo stesso, tutti li hanno avuti e cresciuti per migliaia di anni e così continueranno.
PRECISAZIONE DI UNA PRECISAZIONE
In primis, quando ho detto che mi sembrava che questo fosse un blog di ispirazione cristiana volevo solo sottolineare che non c’è da stupirsi (come mi era sembrato ti fosse accaduto) che prima o poi si faccia riferimento a Gesù Cristo, per l’amore come per un mucchio di altre cose…
In secundis, il comandamento “ama il prossimo tuo come te stesso” non è di ispirazione cristiana ma appartiene propriamente alla legge mosaica; come dicevo nel post con Gesù la comparazione si è spostata: non più “me stesso” come criterio di riferimento, ma Gesù stesso come metro di misura… e c’è una bella differenza!
Detto questo aggiungo anche che per quanto riguarda quelli che “si crogiolano nelle novene e nelle coroncine e nelle eucarestie che lo tenessero per sé, senza pretendere dagli altri cristiani la stessa venerazione degli idololi” meriterebbero più rispetto! Quanto meno lo stesso che viene riservato a te in questo posto…
Per ciò che riguarda l’aborto si sta ampiamente “litigando” sull’altro post…
Comunque, Alvise, sei proprio un bel tipo… mi piacerebbe conoscerti, farsi una chiacchierata magari attorno ad una bella bottiglia del vinello delle tue parti; lo sai: i frati non disdegnano un bel bicchiere di quello buono… 🙂
Per Padre FM 😀
http://gardenofpraise.com/artprint33.htm
Cosa ci faranno poi quei due francescani in mezzo ai domenicani… 🙂
…nella furia avevo tralasciato di dire un’altra cosa molto importante sull’essere cristiani:
Siamo tutti figli di Dio (chi ci crede) e lui ci vuole bene. Senza riti, cerimonie, invocazioni, teologie sapientissime,
Dio vede e provvede.
siamo tutti CREATURE di Dio e Gesù con la Sua morte e resurrezione ci ha dato la possibilità di diventare FIGLI.
è diverso….
A me i frati non sono per nulla “invisi”!!!
“Alcuni si lamentano perché oggi ci sono meno matrimoni in Chiesa rispetto al passato; meglio, dico io! Se non altro ci hanno pensato, quanto meno sanno che la prerogativa del matrimonio-sacramento è l’indissolubilità ed è strettamente collegato ad un cammino di fede. Hanno scelto altro ma almeno non hanno fatto una commedia in chiesa.” Questa parte mi piace tanto… sono stufo delle commedie ipocrite. Mi sposo in chiesa ma sono ateo per dire..ma perche? sai la famiglia..i parenti…le convenzioni…la tradizione. Ma tu non credi e giuri a Dio? eh tanto lo sanno tutti che e’ una commedia.
Perfettamente daccordo se uno dei miei figli da adulto divenisse ateo e si sposasse in chiesa per farmi un favore mi arrabbierei moltissimo,altra cosa però se arrivasse a questa scelta per rispetto verso una fidanzata credente,quella sarebbe una scelta d’amore.
Grazie per le belle parole, sono felice che il mio pensiero abbia catturato l’attenzione… Ma per rispondere alle tre persone che mi si sono rivolte direttamente…
Lidia, nonostante vi siano solo 8 anni di differenza, la mentalità nonché il corso delle nostre vite, è totalmente opposto… Vedi, io a prescindere dalla separazione dei miei, non credo nelle convenzioni sociali in generale, fra cui rientra il matrimonio… E credo che l’amore, se non è anche travolgente e passionale, è sterile, è routine… L’amore è una scintilla che ci brucia dentro e c’infiamma ed arde dentro di noi. Ma l’amore è come un ciocco di legno nel caminetto, spesso va di pari passo con la passione, se non viene alimentato, stimolato, s’affievolisce e si estingue. Nonostante le mie considerzioni, ti auguro d’esser felice, nel caos della vita (:
FilippoMaria, il fatto che io abbia voluto condividere i miei pensieri e sia stata curiosa di conoscere delle risposte, non significa che accetterò consigli su una mia improbabile conversione… Confesso che non sono mai nemmeno entrata in una chiesa, se non come turista, e ti prego di prendere il mio commento con ironia, mi rendo conto che la vita t’ha condotto su una strada ben precisa, ma non potrebbe mai essere nemmeno lontanamente qualcosa che avrebbe a che fare con la mia…
Paola, sì, nel mio piccolo, in effetti, ho avuto una vita piena…! Ti ringrazio per l’augurio e onestamente, riferendomi anche alle righe sovrastanti, non è una cosa in cui credo o potrei mai credere. Perché? Per vari motivi. Potrebbe sembrare infantile, ma ad esempio un mio zio medico ed il fratello di mia bisnonna sono morti d’ictus. Umberto Bossi ha avuto un ictus, uguale a quello dei miei zii ed è ancora vivo. E questo è solo un’esempio fra gli altri motivi che m’inducono a non credere, ad essere scettica… Se un qualche dio esistesse, questo sarebbe possibile? Per me no, ergo, non posso avere fede, non posso e non voglio credere in qualcosa di sadico. Ci sarà sicuramente tanto amore e tantissime belle cose per chi, come voi, ha scelto di credere. Ma per chi osserva, c’è solo del sadismo. Questo non lo dico affatto per smontarti, Paola, anzi, ti faccio un sacco d’auguri, per il grande giorno, per il tuo futuro marito e per la vostra vita insieme, per i vostri figli…
E ti chiedo scusa, VI (a tutti) chiedo scusa se sembra che sia polemica, critica, cinica e magari che vi voglia smontare. Il mio intento non è una polemica sulla religione, per quanto atea e convinta, rispetto ogni pensiero, soprattutto se mi trovo su un blog religioso 😀
Non ti preoccupare; sei una tosta, si vede! Hai paura di smontarci; ma le tue considerazioni sono così ingenue, a modo loro, da far sorridere di tenerezza. E poi non sei una di quelle che si vendono “più cattoliche del Papa” salvo poi fare quel che ti pare e piace. Un minimo di coerenza è sempre gradita. In bocca al lupo, dunque, e resta ben salda sul ring! 😀
[Però è lo stesso essere in vita a essere “sadico”, no? Sadismo per chi va, ma anche sadismo per chi resta “dimezzato” rispetto a ciò che era prima, no? Tanto, per il Bossi come per tutti noi, la “data di ritiro” è solo posposta, giusto?]
Auguri per il tuo amore.
I consigli, soprattutto quelli non richiesti, sono quasi sempre da rifiutare… però mi capirai: sono un sacerdote… un difetto di fabbrica, così per dire… Ciao e in bocca al lupo!
Qui sopra mi rivolgevo a Nikita e aggiungo: da quello che dici non sei affatto atea! Credi e come… credi a un Dio sadico, non sei atea! Il Dio di Gesù Cristo offre altre possibilità… tutto qui! E’ un po’ improbabile credere in Dio partendo dai nostri bisogni o desideri realizzati: se va tutto bene, allora ok! Se fa tutto schifo, allora non ci sei o sei sadico… non lo so; dicevo che mi sembri una ragazza intelligente… puoi osare di più! Passo e chiudo davvero, ciao!
I consigli anche se rifiutati, s’apprezzano sempre, così ho imparato, per mio proprio conto… Ma non penso che tu abbia ragione dicendo che credo effettivamente in qualcosa… Ciò che ho scritto è un ricordo di due persone a cui ho voluto bene e le mie riflessioni in proposito alla cosiddetta divina provvidenza, che non mi pare vi sia. Per citare Guccini potrei dire che “dio è morto”, ma non voglio essere provocatoria nai confronti d’alcuno, è solo una frase che in questo contesto s’adatta ai miei concetti… Dimenticavo, per Roberto… Non ho paura di smontare nessuno, solo che rispetto le idee altrui così come m’aspetto che siano rispettate le mie, perciò chiedo scusa, per evitare d’esser fraintesa (:
Ti ringrazio! Ciao! 😀
Ciao Nikita, ho letto la tua storia, i tuoi commenti.
E ho notato che il tuo rapporto con Dio assomiglia molto a quello che hai/avevi con tuo padre che tu hai definito “menefreghista, che mi ha amata a suo modo, ma che non mi conosce e non m’ha mai conosciuta”.
Si nota anche nella lettura che hai delle storie familiari.
La sadicità di Dio è un amare a suo modo, un menefreghista.
E’ una cosa comune che sia così: Dio ci è Padre e a noi viene spontaneo immaginarlo/confrontarlo col padre terreno se non si è toccati dal suo messaggio.
E questo confronto per i padri è inevitabilmente impietoso a causa dei nostri errori, delle nostre imperfezioni, della nostra umanità in fin dei conti.
Ma la Chiesa ti annuncia un Dio che che ti considera la più bella dei suoi figli.
Un Dio che ha sofferto, rinnegato dai parenti, tradito dagli amici di tre anni insieme, che ha patito, che è morto, ma che alla fine è risorto.
Fin’ora hai vissuto come se Dio non esistesse, però allo stesso tempo dici che saresti pronta a morire per la persona che hai al momento accanto.
E questo è amore cristiano, il completo dono di sè senza aspettarsi nulla in cambio anche quando le cose vanno male.
Questo tipo di amore sembra che ci svaluti, che ferisca la nostra integrità, la nostra personalità…ma in realtà arricchisce noi e chi ci sta a fianco.
Mi spiace, Contedduca, ma hai fatto un enorme buco nell’acqua… Vedi, il fatto che io parli così di mio padre, deriva solo dal fatto che ho avuto modo di constatare certe cose. Ciò che scrivi tu, non collima minimamente coi miei pensieri. Ti do un abbozzo dei miei pensieri in proposito. Non sono battezzata, mia madre pensò che fosse meglio che decidessi io, in futuro, con cognizione, se battezzarmi o meno, se credere o meno, quindi. Non ho mai creduto, tanto che a 7 anni dissi che dio era un’invenzione dell’uomo, poiché si sentiva solo. E così credo ancora adesso. Per carità, rispetto chi crede, che sia cattolico, mussulmano o altro. Ma io personalmente non credo in nulla di tutto ciò. Credo che ciò che si fa in vita condizioni il nostro destino, una specie di karma, quindi. E che a seconda del nostro karma, la nostra anima può reincarnarsi. Ma credo che la vita si sia creata da sé, grazie a milioni di esplosioni di gas, cellule che si sono evolute… Credo che la selezione naturale esista e sia grazie ad essa che andiamo avanti, non grazie a un qualche dio. Dicendo ciò, non intendo offendere nessuno, sia ben chiaro, ma evitare una pseudopsicanalisi spicciola in cui mi viene detto che identifico dio con mio padre e viceversa, perché non è così. E se tu, Contedduca, conoscessi mio padre, o quantomeno i fatti che lo riguardano, capiresti il perché della mia definizione, che si basa su cose fatte e dette da lui, che ormai, con l’età (anche se sembro piccola) ho elaborato e superato.
IMPOSSIBILE ESSERE FUORI
Chi crede dice: l’ateo non può esistere perché anche solo dire di essere ateo vuole dire già parlare di Dio.
Che uno lo voglia o no Dio è presente dentro ognuno di noi e noi siamo dentro la totalità della sua creazione e rivelazione e grazia. Qualsiasi cosa in contrario è inconcepibile. Come potrebbe infatti uno essere estraneo a chi l’ha creato e che a lui provvede anche se non lo sa o non lo crede (e non credendolo già lo crede)
Non si illudano quindi i non credenti o anche fosse i nemici di Dio, da Dio non si scappa, E’ quello che pazientemente cercano di “testimoniare” i cattolici e i di loro pastori.
E quindi anche quando uno pretendesse di discutere in maniera per così dire neutrale umana dei vari problemi che assillano il mondo questo non sarebbe possibile senza far riferimento alla reltà divina, dei Papi, dei santi, della preghiera, dei misteri della fede.
Per quanto riguarda la pace. Per esempio, quando l’Italia entrò in guerra a fianco della Germania. Si potè considerare guarra “difensiva” ? (faccio notare che nessuna guerra moderna è mai stata dichiarata come offensiva, se non dal nemico nei suoi confronti, e viceversa)
“Chi crede dice: l’ateo non può esistere”.
Manco per idea.
Per starcene al Vaticano II, basta leggere i nn. 19-20-21 della Gaudium et spes. E’ tanto convinta la Chiesa che l’ateo non possa esistere da scrivere (n. 21): “La Chiesa, fedele ai suoi doveri verso Dio e verso gli uomini, non può fare a meno di riprovare, come ha fatto in passato, con tutta fermezza e con dolore, quelle dottrine e quelle azioni funeste che contrastano con la ragione e con l’esperienza comune degli uomini e che degradano l’uomo dalla sua innata grandezza. Si sforza tuttavia di scoprire le ragioni della negazione di Dio che si nascondono nella mente degli atei”.
Come gli atei si sforzano di cercare le ragioni della credenza in Dio che si nascondono nella mente dei credenti, allora!
E poi che c’entrano gli atei con le azioni funeste? Parliamo dell’ateo privato, non di altre cose.
“DOTTRINE e azioni funeste”. Leggi tutto. L’ateismo, anche “privato”, è una dottrina funesta, cioè un insieme di convinzioni funeste.
Comunque tu, come ti ho detto più volte, sei un agnostico più che un ateo.
T’ho mostrato, in ogni caso, che non è vero che “Chi crede dice: l’ateo non può esistere”
Mi riferivo anche a certi commenti di risposta a Nikita23.
“E quindi anche quando uno pretendesse di discutere in maniera per così dire neutrale umana dei vari problemi che assillano il mondo questo non sarebbe possibile senza far riferimento alla realtà divina, dei Papi, dei santi, della preghiera, dei misteri della fede.”
Parlare dei problemi del mondo prescindendo dalla considerazione del disegno di Dio equivale a parlarne in maniera superficiale, più spesso fallace. Se ne vuol parlare argomentando in modo puramente razionale, come se la Rivelazione non valesse? Il fatto è che la ragione e la fede vanno d’accordo, quindi ogni discorso puramente razionale inevitabilmente si imbatte in enigmi, in dilemmi per i quali solo la Rivelazione offre lumi.
Non è detto che necessariamente l’ateo voglia fare tanti “discorsi razionali”. E’ ateo e basta.
I discorsi sono razionali o irrazionali. Un ateo irrazionale è uno che non sa argomentare razionalmente il proprio ateismo. E’ un ateo puerile. “Perché sei ateo?” “Perché sì perché è così. Perché ho la luna storta”. E io che ci faccio con un ateo che lo è per partito preso? Non ci posso neanche discutere (e forse non ci voglio neanche discutere, perché è un ateo puerile, appunto)
Per non stare a farla tanto lunga:
Il credente cattolico può dimostrare l’esistenza di Dio.
L’ateo non può dimostrare che Dio non esiste.
L’ateo è un demente.
Per quanto riguarda la guerra, chi fa la guerra dichiara sempre di essere dalla parte della ragione. o dei trattati internazionali, o quant’altro.
Anche l’Italia nella prima guerra mondiale cantava “l’esercito marciava per raggiunger la frontiera, per far contro il nemico una barriera”. Non parliamo poi del fascismo che intervenne i Libia e in Etiopia per quelle che oggi si chiamerebbero guerre di liberazione e umanitarie, per non parlare dell’intervento a fianco dei tedeschi nella seconda guerra mondiale.
E via discorrendo….
….mi correggo. La Libia era già stata occupata da prima, alludevo alle stragi fatte dal generale Graziani eccetra…
“Il credente cattolico può dimostrare l’esistenza di Dio.”
Chiunque, non solo il credente cattolico.
CCC:
“36 « La santa Chiesa, nostra Madre, sostiene e insegna che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza con il lume naturale della ragione umana partendo dalle cose create ». [Concilio Vaticano I, Cost. dogm. Dei Filius, c. 2] Senza questa capacità, l’uomo non potrebbe accogliere la rivelazione di Dio. L’uomo ha questa capacità perché è creato « a immagine di Dio » (Gn 1,27).
37 Tuttavia, nelle condizioni storiche in cui si trova, l’uomo incontra molte difficoltà per conoscere Dio con la sola luce della ragione.
« Infatti, sebbene la ragione umana, per dirla semplicemente, con le sole sue forze e la sua luce naturale possa realmente pervenire ad una conoscenza vera e certa di un Dio personale, il quale con la sua provvidenza si prende cura del mondo e lo governa, come pure di una legge naturale inscritta dal Creatore nelle nostre anime, tuttavia la stessa ragione incontra non poche difficoltà ad usare efficacemente e con frutto questa sua capacità naturale. Infatti le verità che concernono Dio e riguardano i rapporti che intercorrono tra gli uomini e Dio trascendono assolutamente l’ordine delle cose sensibili, e, quando devono tradursi in azioni e informare la vita, esigono devoto assenso e la rinuncia a se stessi. Lo spirito umano, infatti, nella ricerca intorno a tali verità, viene a trovarsi in difficoltà sotto l’influsso dei sensi e dell’immaginazione ed anche a causa delle tendenze malsane nate dal peccato originale. Da ciò consegue che gli uomini facilmente si persuadono, in tali argomenti, che è falso o quanto meno dubbio ciò che essi non vorrebbero che fosse vero ». [Pio XII, Lett. enc. Humani generis]
38 Per questo l’uomo ha bisogno di essere illuminato dalla rivelazione di Dio, non solamente su ciò che supera la sua comprensione, ma anche sulle « verità religiose e morali che, di per sé, non sono inaccessibili alla ragione, affinché nella presente condizione del genere umano possano essere conosciute da tutti senza difficoltà, con ferma certezza e senza mescolanza d’errore ». [Pio XII, Lett. enc. Humani generis]”
“L’ateo non può dimostrare che Dio non esiste”.
Vero
“L’ateo è un demente”.
No, perché la conoscenza di Dio tramite il solo lume di ragione è accessibile sì, ma non senza difficoltà: “nelle condizioni storiche in cui si trova, l’uomo incontra molte difficoltà per conoscere Dio con la sola luce della ragione”; “la stessa ragione incontra non poche difficoltà ad usare efficacemente e con frutto questa sua capacità naturale… Lo spirito umano, infatti, nella ricerca intorno a tali verità, viene a trovarsi in difficoltà sotto l’influsso dei sensi e dell’immaginazione ed anche a causa delle tendenze malsane nate dal peccato originale”.
In effetti un ateo e’ una persona che non crede che Dio esiste. Ed e’ un pensiero razionale. Magari nato dal disincanto, dal pensare che l’universo e’ nato dal Bing Bang. Che non ha fede e crede solo nella ragione. Che non piaccia ad un credente un ateo credo sia normale ma perchè non può esistere un ateo razionale?
“Chi crede dice: l’ateo non può esistere perché anche solo dire di essere ateo vuole dire già parlare di Dio.”
Come Alessandro non sono d’accordo ma forse per motivi diversi dai suoi. Uno e’ ateo e di Dio non vuole discutere perchè per lui sarebbe come discutere delle fate o dei draghi delle favole. Un ateo non vuole parlare di Dio se non per dire che non esiste.
Non posso evitare di dire che concordo con te, GiulioL
Per quanto riguarda la citazione storica vorrei sottolineare che viene citata proprio l’entrata in guerra dell’ Italia fascista nella seconda guerra mondiale, forse uno dei peggiori disastri militari che si ricordi. 3 anni di guerre perse (dalla Grecia all’ Africa), soldati mandati a morire in russia, un esercito impreparato,la marina distrutta, citta bombardate. Lo stesso regime fascista si e’ suicidato con il gran consiglio. L’unico effetto positivo e’ stato il crollo del fascismo. Il fascismo era bellicista e certo non credeva nel cattolicesimo e nel concetto di guerra giusta.