Salvare il seme

di Giovannino  Guareschi
“Don Camillo, perché tanto pessimismo? Al­lora il mio sacrificio sarebbe stato inutile? La mia missione fra gli uomini sarebbe dunque fallita perché la malvagità degli uomini è più forte della bontà di Dio?”. “No, Signore. Io intendevo soltanto dire che oggi la gente crede soltanto in ciò che vede e tocca. Ma esistono cose essenziali che non si vedono e non si toccano: amore, bontà, pietà, onestà, pu­dore, speranza. E fede. Cose senza le quali non si può vivere. Questa è l’autodistruzione di cui par­lavo. L’uomo, mi pare, sta distruggendo tutto il suo patrimonio spirituale. L’unica vera ricchezza che in migliaia di secoli aveva accumulato. Un giorno non lontano si troverà come il bruto delle caverne. Le caverne saranno alti grattacieli pieni di macchine meravigliose, ma lo spirito dell’uomo sarà quello del bruto delle caverne […] Signore, se è questo ciò che accadrà, cosa possiamo fare noi?”. Continua a leggere “Salvare il seme”

La mancanza

Jean Guitton e PaoloVI

di Francesca Nardini

Noi tutti avremmo molto da imparare dall’esperienza di scrittori, filosofi e pensatori. Il lavoro degli intellettuali è fatto di pause, riprese, arresti improvvisi anche lunghi, e momenti di grande ispirazione proprio come quelli di chi vive una vita comune, apparentemente meno “alta”, meno interessante; non andrebbero, i grandi scrittori o i poeti, visti come personaggi al di fuori del mondo reale – quel certo cliché che viene a volte rappresentato efficacemente nei film, per cui chi scrive è generalmente un ozioso con la testa per aria.

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Superbia vitae

Theoden

di Paolo Pugni

Non so se avrò la forza di spedirti questa lettera Ismaele perché non è che ci siamo lasciati proprio bene bene. E confesso –lo faccio tutte le volte- il rancore non s’è mai quietato e ogni tanto, come tentazione morde. Perché un po’ di quella malattia che t’ha rovinato ce l’ho pure io, ed è solo per grazia che in me è sotto controllo, sempre pronta ad esplodere sì, ma tenuta alla catena se prendo i farmaci giusti.

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Se telefonando

di Costanza Miriano

Ieri, mentre cucinavo la quarta torta per la festa delle bambine, indossando uno dei miei più riusciti travestimenti – la brava cuoca – ha suonato alla porta il corriere, e mi ha consegnato la prima copia di Sposala e muori per lei, che, nel caso ci sia tra i lettori qualcuno che ancora non sia stato stressato a sufficienza sull’argomento, è un libro che ho scritto io. Si troverà in libreria mercoledì prossimo, lo dico per dire, non credo che ci sarà gente a fare la fila davanti alle librerie dalla sera prima come per il nuovo volume di Harry Potter (nel caso ci dovesse essere, chiamatemi: vengo a portarvi personalmente i thermos con il mio famoso caffè, meglio noto in casa, come “con questo c’ammazziamo le cimici”). Continua a leggere “Se telefonando”

Apologia della cortesia – parte 1

di Andreas Hofer

Di rado si presta attenzione alla progressiva estensione della scortesia in tutti i campi della quotidianità. Prorompe ovunque un’istintività immediata e aggressiva, in particolar modo nelle relazioni di coppia, connotate da rudi e reciproche sgarbatezze. Ormai definitivamente pensionati alla stregua di vecchie anticaglie i desueti costumi della discrezione e della delicatezza, della finezza e del tatto, una barbara schiettezza tra i sessi si è imposta in luogo della sana, garbata cortesia d’un tempo. In sua vece è subentrata un’arida contabilità domestica la cui funzione sembra però più analoga a quella svolta dalla tregua nel campo dei conflitti armati…

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Ansie e papiri

di Costanza Miriano

Vi do una notizia che farà tremare le vene al grande capo indiano Estiqatsi. Ho finito di scrivere il libro. Quello che doveva essere per gli uomini ma forse non lo è più tanto. Soprattutto quello che segnerà il mio definitivo declino, la scomparsa dalla scena pseudoletteraria, l’ostracismo da tutti i luoghi che contano qualcosa, l’esclusione dalla società. Quello che indurrà tante persone a dire: “però, poverina, aveva cominciato abbastanza bene… pazienza!” Continua a leggere “Ansie e papiri”

Il libro (cristiano) che ti ha cambiato la vita

Vi invitiamo a partecipare a questa interessante iniziativa di RAI VATICANO

“Io non ho mai provato una tristezza che un’ora di buona lettura non sia riuscita a dissipare”.(Charles Louis Montesquieu).

E’ proprio vero: un libro può cambiare la nostra vita. Magari una volta ci è capitato di notare distrattamente la sua copertina in una libreria o su una bancarella, oppure lo abbiamo sfiorato per poi abbandonarlo a prendere polvere sugli scaffali di casa, senza minimamente pensare che le parole che conteneva potessero riguardarci e toccarci. Continua a leggere “Il libro (cristiano) che ti ha cambiato la vita”

Un Pulitzer per Geremia (replay)

Ho constatato nei giorni scorsi che la ripubblicazione di un post dell’anno scorso ha stabilito il record assoluto di contatti; questo mi ha fatto pensare che molti dei lettori del blog di oggi solo un anno fa non conoscevano Costanza e alcuni suoi post non li hanno mai letti. Trovandomi anche con un improvviso “buco”, ho pensato anche oggi di riproporre un vecchio/nuovo post.

di Costanza Miriano

Ieri mattina alcune parole della prima lettura, stranamente, sono giunte al mio orecchio, durante la messa. Si sono fatte largo tra i pensieri alti che albergano nella mia mente appena sveglia quando cerco di elevare il mio spirito alle sacre scritture: dove avrò parcheggiato la macchina; richiamare Marina; oggi pomeriggio devo andare da qualche parte ma non mi ricordo dove. Continua a leggere “Un Pulitzer per Geremia (replay)”

Salvare il seme

di Giovanni  Guareschi

“Don Camillo, perché tanto pessimismo? Al­lora il mio sacrificio sarebbe stato inutile? La mia missione fra gli uomini sarebbe dunque fallita perché la malvagità degli uomini è più forte della bontà di Dio?”. Continua a leggere “Salvare il seme”

Verranno giorni, e anzi sono già venuti…

di Giacomo Biffi

L’Anticristo era – dice Solovev – “un convinto spiritualista”. Credeva nel bene e perfino in Dio. Era un asceta, uno studioso, un filantropo. Dava “altissime dimostrazioni di moderazione, di disinteresse e di attiva beneficenza”.

Nella sua prima giovinezza si era segnalato come dotto e acuto esegeta: una sua voluminosa opera di critica biblica gli aveva propiziato una laurea ad honorem da partre dell’università di Tubinga. continua a leggere

Lettere al tempo dell’Ipad

di Maria Elena Rosati   trenatamenouno

Cinque anni fa veniva presentato il principe degli smartphone, quello con la mela per intenderci. Molto più di un telefono: uno strumento che ha spalancato le frontiere della comunicazione, semplificato l’approccio alla telefonia, rivoluzionato il modo di ascoltare la musica, di vivere lo spazio e il tempo e, sospetto, anche il modo di versare il ketchup sulle patatine.

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La sera del dì di Natale

di Paolo Pugni

La sera del Natale mi rende triste, ma di una mestizia sana, pacata, lieve.

(Per inciso: che bella parola è lieve, così trascurata e derisa, forse proprio per quella leggerezza pastello che la rende inavvertita a chi non sa che farsene delle sfumature, della voce della brezza morbida e prudente.

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Tre metri sopra ponte Milvio

di Claudia Mancini   –  LaPorzione.it

«È spuntato per noi un giorno di festa, una ricorrenza annuale; oggi è il Natale del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo: la Verità è sorta dalla terra (Sal 85 [84], 12), il giorno da giorno è nato nel nostro giorno». (Sant’Agostino, Sermone 184/A)

Questo Natale – che celebreremo in un momento decisivo per il nostro Paese – è vicino, ma noi tutti siamo già nel «nostro giorno». Il mondo ha ancora bisogna del Natale? E quale speranza ci può dare? continua a leggere

Lo chiamavano priorità

di Jane 

Visto che siamo a Natale, e Natale vuol dire “nascita”, e “nascita” vuol dire nuova vita che si affaccia alla bellezza e alla complessità del mondo, non si può non pensare anche alla famiglia. In essa la nuova vita trova accoglienza, riparo, certezza, fiducia, sicurezza, radici. Se si pensa ad una nuova vita, si pensa all’amore di una madre e di un padre, che guardano al frutto della loro unione con stupore, meraviglia, gioia. Una nuova nascita significa anche l’emergere di uno spontaneo senso di responsabilità da parte del padre, di una naturale predisposizione alla cura e all’accoglienza da parte della madre.

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Fuoco al mondo!

di Daniela Bovolenta        Perfectio Conversationis

Fiunt non nascuntur, Christiani

(Tertulliano)

Per abitudine, evito le librerie cattoliche come la peste, sono diffidente verso l’ora di religione cattolica nelle scuole, guardinga nei confronti dei corsi di catechismo parrocchiali.

Contravvenendo alle mie idiosincrasie, qualche mattina fa sono entrata in un libreria cattolica, complici il freddo, una mezz’ora d’attesa e una collocazione dietro l’angolo rispetto al luogo del mio appuntamento. Avrei dovuto conoscermi meglio, perché è subito iniziato il travaso di bile. continua a leggere

Sarò breve

di Paolo Pugni

In un vecchio film della mia generazione, dove un pugno di attori allora giovani dava il meglio di sé in una vicenda più teatrale che cinematografica, Jeff Goldblum interpreta il ruolo di un giornalista, che ad un certo punto dispensa la regola d’oro della pubblicistica: “mai scrivere un pezzo più lungo della cag…. media di un americano” (absit iniuria verbis). continua a leggere

Nero Fo

di Jane

Dopo il “Rosso Valentino” ecco che dovremo aggiornare i nostri armadi con il “Nero Fo”. Nel giorno in cui noi cristiani riportiamo la mente e il cuore ai nostri defunti (ieri 2 novembre), esce il cofanetto del monologo di Dario Fo “Dio è nero!”. Proprio così, con quel punto esclamativo che sembra volerci dire “Mondo svegliati, ho capito una cosa sensazionale!”. continua a leggere

L’Eco lontano

di Silvia Guidi       L’Osservatore Romano

Troppo difficile e raffinato, inaccessibile alla massa, a quel volgo profano che, da Orazio in poi, ogni intellettuale d’élite che si rispetti si vanta di odiare e tenere accuratamente a distanza? No, solo troppo noioso. Irrimediabilmente noioso. Talmente noioso da risultare illeggibile, Il cimitero di Praga. Raramente, però, compaiono sulla stampa italiana aggettivi così semplici e diretti come «noioso» e «illeggibile» quando un romanzo porta la firma di Umberto Eco; per trovarli bisogna sfogliare le rassegne stampa internazionali. continua a leggere