Pocket coffee e cavallette

di Costanza Miriano

Sabato con il mio solito astuto tempismo e con la sagacia strategica che da sempre mi caratterizza mi è venuta voglia di fare una corsetta tonificante nel luogo e nel tempo probabilmente al momento meno opportuni del pianeta, se si esclude forse la Somalia. Non avevo, infatti, esattamente realizzato che in quel momento il mio quartiere veniva devastato – sono giornalista per errore e non sto mai sulla notizia –, e mi sono trovata a respirare a pieni polmoni i miasmi delle auto bruciate e le sgassate dei mezzi di Polizia, visto che abitiamo a san Giovanni (quando una parte del corteo, quella pacifica, è passata sotto casa, mio figlio è uscito in giardino a vedere col casco, un coperchio di latta come scudo e il fucile a pallini: il pericolo è il suo mestiere). continua a leggere

Grandi speranze

Tra i commenti del post di ieri ne è spuntato uno di un nuovo commentatore, trentamenouno; incuriosito sono andato a sbirciare nel suo blog e ho scoperto il diario di una ragazza, Elena, di 29 anni (anzi trentamenouno) con dentro tante belle cose e tante cose in comune con lo stile del nostro blog. Spero non si arrabbi se oggi come post proponiamo una pagina di questo suo diario.

 

di Maria Elena Rosati   (trentamenouno)

Il momento è arrivato. Si parla di lavoro. Nel percorso di un trentamenouno che si rispetti c’è anche la precarietà e l’affannosa ricerca di occupazione. Quando ho cominciato a scrivere su questo blog, ormai 3 mesi fa, ero nel mezzo di una rivoluzione, mitigata dolcemente da un contratto troppo buono per parlarne male. Il mio contratto di lavoro è scaduto, e non è stato rinnovato. Sono quindi rientrata nel profilo base dei miei coetanei: laureati, specializzati e inesorabilmente precari. Eppure, nonostante tutto non riesco ad essere in crisi. continua a leggere

Donne in attesa

di Raffaella Frullone

Adoro le fiabe sonore. Me ne sono innamorata al secondo anno di asilo (leggi “scuola dell’infanzia”), quando il papà del nostro amico Giovanni ha regalato a tutti i bambini una cassetta (sì, sto parlando delle vecchie ma indimenticate musicassette) con la versione audio della fiaba di Cenerentola. Gironzolavo soddisfatta per casa con l’orecchio attaccato al registratore della Fisher Price, e che gioia quando, pigiando play, sentivo: “A mille ce n’è, nel mio cuore di fiabe da narrar…”

Una volta cresciuta, abbandonato con dolore il cimelio targato Fisher Price, mi è rimasta la passione per le fiabe sonore che non solo propongo ai figli di amici e amiche, ma mi azzardo addirittura a consigliare come regalo divertente ed educativo (dell’inflazionata serie: consigli non richiesti). continua a leggere

Come Maria

Pubblichiamo questo post proposto da  Salvatore Di Fazio (special guest)
di Salvatore Di Fazio

Questo post vuole essere una introduzione a quella che potrà essere una contemplazione della figura di Maria come sposa e madre.

L’interesse per Maria quale sposa e madre è nato a Medjugorje, dove ho avuto la grazia di poterLa conoscere (in parte ovviamente) e, in questo periodo di ferie, aiutato dal Trattato della vera devozione a Maria di Luigi-Maria Grignion De Montfort, cresce di giorno di giorno. continua a leggere

Una storia non per caso

di Paolo Pugni

Ci sarebbe da chiedersi come è stato possibile cadere da Giuseppe e Maria, da Dante e Beatrice, ma sì anche da Paolo e Francesca, da Renzo e Lucia alla Velina e il Calciatore. E forse qualche risposta potremmo anche darcela.

Ma per fortuna ogni tanto c’è qualche notizia che ti ricorda come l’amore vero non sia quello in copertina.

Leggo sulle pagine on line del CorSera la notizia del matrimonio, celebrato nella chiesa dell’ospedale, tra Annalisa e Andrea. continua a leggere

Vorrei che fosse amore

di Paolo Pugni

Ormai per gli uomini non c’è più speranza: dall’adolescenza protratta si piomba direttamente nel rimbambimento senile, senza soluzione di continuità. Lo dimostra il politico tedesco quarantenne che si è dimesso, piangendo –come un ragazzino o come un vecchio mal vissuto e rimbambito?  Mistero- e ammettendo la sua relazione con una sedicenne. Si è difeso così, scrivono tutti i giornali: “era amore vero”. continua a leggere

Donna, modestamente

di Raffaella Frullone

Apprendo dai diversi quotidiani, come ogni agosto assetati di notizie che possano definirsi tali, che ricorre in questi giorni un signor compleanno. Si tratta di una ricorrenza che non possiamo non celebrare anche noi: la trentesima candelina del tanga. Ebbene sì, tra gli eventi del 1981 accanto all’attentato al Papa, al matrimonio di Carlo e Diana, al referendum sull’aborto, all’elezione di Reagan presidente degli Stati Uniti nonchè alla nascita della scrivente, possiamo annoverare nientepopodimeno che la messa in commercio di uno degli indumenti intimi più sexy e provocanti. continua a leggere

Bimbo NON a bordo

di Raffaella Frullone

Lunedì mattina. Ore 8.00, primo caffè della giornata, e di una settimana impegnativa. Il telefono vibra: SMS. Testo: «Lo so che non ci crederai, ma mi è venuta voglia di fare un figlio. Colpa del libro, sono a pagina 50». Il libro, ovviamente, è quello di Costanza, e il mittente è una mia cara amica che avevo invitato alla presentazione di Bergamo, la scorsa settimana. Per motivi di privacy non divulgherò le generalità della mia amica, mi limiterò a dire che ha una cabina armadio grande quanto tutto il mio monolocale a Milano, piena soltanto di scarpe con tacco mai inferiore a 8 cm, alle quali parla con regolarità, e alle quali si riferisce chiamandole «i miei tesori». Almeno questo fino a ieri.

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L’ospite col muflone

 

Sono una padrona di casa pietosa. Quando arrivano gli ospiti generalmente sono sotto la doccia, e sfilo di fronte agli invitati attoniti con le giapponesi gocciolanti e l’asciugamano a cofana in testa, oppure sono stesa a terra a infilare una collana di perline, perché una vera principessa seppur treenne, in caso di festa deve sempre sfoggiare un gioiello nuovo.

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Emergenza caldo

 

No, non è il solito pezzo del tg che annuncia che, poffarbacco, siamo in agosto, e c’è il sole, e quindi forse è opportuno non indossare colbacco e tabarro, non mangiare porchetta a colazione, non uscire a fare tre ore di corsa alle tredici in punto, bevendo solo wodka invece dell’acqua. E’ solo che è un po’ caldo qui a Roma, per essere maggio. Se le piscine fossero aperte nelle ore pomeridiane non sarebbe folle l’idea di fare un tuffo. O meglio, sarebbe folle, perché io alla prova bikini non sono affatto pronta, e non starò qui a spiegarne i motivi. continua a leggere

Pop a chi?

Nota bene: questa non è una recensione di un libro, che NON ho letto perché il libro non è ancora uscito. Questo è quello che mi è venuto in mente ascoltando un’intervista.

Ecco: ho pensato che se in uno studio vuoi suscitare l’applauso, la risata generale e gli ammiccamenti del conduttore hai due strade infallibili e rapide: o alludi più o meno vagamente al sesso, o parli male della Chiesa, cantando il motivetto evergreen della gerarchia-che-soffoca-e-sottomette-i-fedeli-per-ottenere-da-loro-tutte-quelle-cose-che-noi-sappiamo-bene-ma-che-è-inutile-stare-qui-a-dirci. (Quali saranno poi un giorno qualcuno ce lo spiegherà mai?)

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Post Scriptum

 

Avendovi abbondantemente deliziato con la notizia che sarei andata a Ferrara a presentare il mio libro, ed essendo stata a disposizione la diretta web dell’incontro, vi aspettereste che io ora vi lasci in pace sull’argomento. Ma non è possibile, perché devo assolutamente dire una cosa troppo importante.

Se “vi riconosceranno da come vi amerete”, gli Amici del Timone di Ferrara e i frati francescani dell’Immacolata che li sostengono con la parrocchia di Santo Spirito sono decisamente amici di Cristo.

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Vuoi guarire?

 

Ho avuto anche io il mio momento di gloria a sedici anni, esteticamente parlando, come tutte. E’ vero, in seguito una raffina le arti della seduzione, del confezionamento (come trucco e parrucco; vogliamo parlare di certe mie acconciature negli anni ’80?), dell’abbigliarsi in modo presentabile (questa è una minaccia per mia sorella: se parli con qualcuno del mio vestito rosso per i 18 anni e delle sue inenarrabili spalline dirò alla mamma che ti ho vista fumare). Dopo si diventa anche un po’ ragionevoli, probabilmente meno squinternate e forse persino un po’ meno egoiste. Ma mai e poi mai si raggiungerà il pieno fulgore della fine dell’adolescenza.

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Perchè mio marito non mi ha lasciata?


Sinceramente non mi spiego come sia potuto accadere. Non me ne capacito proprio. Com’è che mio marito non mi ha lasciata?
E sì che ce l’ho messa tutta. Mi sono rivista nelle riprese di dodici anni fa – i patetici filmini di famiglia con i quali almeno ho il pudore di non ammorbare nessun estraneo – con il primo figlio in braccio e, ammettiamolo, ero attraente come un paracarri.

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