Nota bene: questa non è una recensione di un libro, che NON ho letto perché il libro non è ancora uscito. Questo è quello che mi è venuto in mente ascoltando un’intervista.
Ecco: ho pensato che se in uno studio vuoi suscitare l’applauso, la risata generale e gli ammiccamenti del conduttore hai due strade infallibili e rapide: o alludi più o meno vagamente al sesso, o parli male della Chiesa, cantando il motivetto evergreen della gerarchia-che-soffoca-e-sottomette-i-fedeli-per-ottenere-da-loro-tutte-quelle-cose-che-noi-sappiamo-bene-ma-che-è-inutile-stare-qui-a-dirci. (Quali saranno poi un giorno qualcuno ce lo spiegherà mai?)
Io personalmente non ne posso più, ma quando ho sentito che Michela Murgia avrebbe presentato da Fabio Fazio Ave Mary, E la Chiesa inventò la donna, il libro che uscirà il 12 maggio per la Einaudi, ho pensato di fare un’eccezione alla mia tecnica di autodifesa, detta SDA (Salvatemi Da Augias), tecnica che consiste nell’addormentarmi istantaneamente quando il sedicente guru e i suoi molti simili compaiono sul piccolo schermo, o di rovesciare un bricco di caffè su qualsiasi pagina di giornale che rechi un’omelia del suddetto o dei suoi adepti. L’eccezione alla SDA è dovuta al fatto che Michela Murgia mi piace, la trovo intelligente e molto brava.
Però.
Però domenica da Fazio non ho sentito nessuna idea nuova, nessuna musica che non fosse quel vecchio ritornello, e sinceramente dalla Murgia mi aspettavo molto di più. E’ per questo che comprerò comunque il suo libro, anche se le premesse non sono invitanti.
La Chiesa deve sovvertire la narrazione su Maria, e sulla donna, dice la vincitrice del Campiello. Maria è rappresentata come una suora, irreale e pia, mai vecchia, mai umana, lontana dalle povertà umane e spirituali di noi donne, dice la scrittrice.
Io penso che si sia fatta una certa confusione tra la pietà popolare (che ha peraltro una sua preziosa dignità) da una parte e la catechesi e la produzione teologica dall’altra. Per la Chiesa comunque Maria è madre, modello, mediatrice delle grazie, via più sicura per arrivare a Cristo. Di una donna povera come me, noi cristiani non sappiamo che farcene, di povertà abbiamo le nostre.
La Murgia poi ironizza sul fatto che Giovanni Paolo II abbia scritto nella Mulieris dignitatem che la donna ha un naturale genio sponsale. “Insomma – si lamenta – l’uomo esiste per un perché, la donna per un per chi”. Sarò una poveraccia ma io non ci trovo niente di degradante nell’esistere in relazione. Anche la Trinità è un esistere in relazione, e l’amore è il modo più nobile di realizzarci. Dio si chiama Padre, padre di qualcuno, Gesù Cristo si chiama Figlio, figlio di qualcuno. Che la vocazione della donna sia a donarsi e a donare la vita è una promozione strepitosa della sua grandezza, della sua genialità. Esistere “per chi” è qualcosa di meraviglioso, e io non sento l’urgenza di ribellarmi a questo. Che il dolore delle donne sia in funzione dell’uomo, altra cosa che fa arrabbiare la Murgia, accompagnata dagli immancabili sorrisini consensuali del conduttore, a me sembra prova della sua grandezza.
“La donna per raggiungere la parità deve tornare soggetto anche nell’ambito della morte che è ancora esclusivamente maschile (?). Così si renderebbe giustizia a Maria, perché anche lei è morta”. Esempio di donna protagonista sarebbe quella dell’Accabadora, una operatrice dell’eutanasia. Una forma di grandezza triste, molto più triste della “condanna alla vocazione sponsale”, e quindi materna, cioè a dare non a togliere la vita. Quanto alla morte di Maria, a me veramente risultava dal catechismo che la Madonna sia viva e assunta in cielo, e non è che uno si può alzare la mattina e annunciare dal piccolo schermo un suo nuovo dogma autogestito. Un cattolico non lo può fare. A meno che non fondi una sua nuova religione. Sarà una michelana? (Io lo dico ai miei figli quando fanno ipotesi religiose astruse: “Ma complimenti! Hai fondato il Tommasanesimo!”)
Comunque, quando verso la fine dell’intervista la Murgia ha ironizzato sulle donnine con il rosario (parlava di me?), effettivamente, mi si è chiarito tutto. Quando capiremo che la preghiera è la cosa più potente che abbiamo tra le mani, saremo un pezzo avanti.
C’erto che la lagna è sempre la stessa dal ’68 a questa parte! Non cambia, è sempre la stezza direzza di cuore, sempre gli stessi bersagli…
Io da sempre credo che c’erte teorie femministe siano frutto di un immenso maschilismo e di un grandissimo senso di inferiorità di certe donne. Spiego meglio, di fronte a una domanda legittima di maggiori diritti e di eguale dignità, la risposta ottenuta è quella che per valere qualcosa una donna deve diventare un uomo. Sostanzialmente non è stato chiesta una valorizzazione del immenso lavoro che le donne facevano ( e fanno) a casa, con i figli, con i genotori anziani o nella comunità. Non è stato chiesta la pari dignità del genio femminile con quello maschile, si è preteso invece di fare le uoma, con vestiti da uoma, modi da uoma, cattiveria da uoma, ecc. E si sa, quando si tenta di essere quello che non si è, nella maggior parte delle volte si accentuano i tratti caratteristici, diventando una specie di caricatura.
Alla fine si è ottenuto che, nonostante decenni passati a incattivirci con gli uomini, invece di venir valorizzate per quello che siamo, abbiamo ottenuto spazi per quello che non siamo. E se una donna rimane a casa a fare la mamma e la moglie, ancora oggi viene vista come una poveraccia!
Sono iscritto all’ SDA da molto tempo e se vuoi ci sono ancora posti liberi alla SDF.
Guarda Costanza, stamattina c’è un bel sole, l’aria è fresca e degli eretici sorrisetti e ammiccamenti non c’è nemmeno l’ombra. Ci sono due ragazzini con gli zaini che
stanno pregustando l’estate e una signora che sta tornando di buon’ora con il sacchetto del pane.
Queste sono le cose vere.
Provo a scrivere quello che già da ieri mi passa per la testa, e questo post mi sembra capiti apposta.
Lunedì e sabato misteri gaudiosi, martedì e venerdì dolorosi, mercoledì e domenica gloriosi, giovedì della luce (grazie GPII, non potevi farci dono più bello!).
Fino alla prima corona tutto ok, non serve neanche pensarci, ma poi, se riesco a dirne un altro pezzo, tipo il raccordo è bloccato e vorrei evitare di finire nel girone di quelli che dicono solo parolacce, scelgo quasi sempre i misteri gaudiosi, sono quelli che preferisco, anche pechè in ciascuno di essi è presente Maria.
Il quarto, poi, è il mio preferito, perchè mi sono sposata proprip il giorno in cui si festeggia la Presentazione di Gesù.
Il quinto, invece, ho sempre avuto difficoltà a capirlo. Perché si medita sul fatto che Gesù venga ritrovato nel Tempio a chiacchierare con i dottori della legge e non piuttosto sul fatto che discuteva animatamente con loro e li lasciava a bocca aperta?
Ho meditato e “contemplato” (come mia nonna mi insegnava), ho letto qua e là, e proprio in questi giorni sono arrivata alla risposta che Maria è la protagonista del quinto mistero gaudioso, con il suo silenzio, con il suo “serbare nel suo cuore” senza fare la pazza come avrei fatto io dopo tre giorni che non trovavo mio figlio…
Maria ha detto sì all’angelo, ha detto sì a Dio, ma anche lei ha fatto un percorso di crescita, meditava e serbava, e era sottomessa a suo marito (non solo non lo uccide per aver perso di vista il bambino, non lo rimprovera neanche, se non è un modello questo!).
Quello che cerco di dire, e ancora non è completamente chiaro neanche nella mia testa, é che anche per Lei doveva essere un continuo sì, non è che una volta detto il primo poi gli altri venivano di conseguenza, anche per lei era richiesto un coinvolgimento continuo e un dono continuo, quindi è sicuramente vero che “Per la Chiesa comunque Maria è madre, modello, mediatrice delle grazie, via più sicura per arrivare a Cristo” come dice Costanza, ma non è neanche tanto lontana da noi da essere irraggiungibile, non credo che per lei sia stato automatico dire tutti quei sì, quanto deve anche lei aver pregato!
(spero di non aver scritto nulla di eretico…)
Bella riflessione a mio parere.
Bellissima meditazione!
Mah…alvisiana convinta non per quello che dice ma perchè non si arrende mai, e davvero sono dispiaciuta del suo saluto e spero vivamente che torni fra noi, pensare che le nostre mani abbiano come primo dovere la preghiera mi fa un po’ prudere le stesse mani. Io credo che, prima di tutto, abbiamo il dovere dell’azione, dell’assistenza, di tutto quello che possiamo fare e poi, nei momenti liberi da tutto ciò, congiungerle per pregare; oppure pregare mentre facciamo, proprio come una litania, un sottofondo, un accompagnamento, un sostegno, un rito, anche un Senso, ma non primario.
Io dico no alla contemplazione : mi piace quella citata da Luigi che guarda il mondo fuori per mettersene di buon umore, per respirarlo ed agire positivamente. Ma poi usciamo e andiamo.
Chiediamolo anche a Genoveffa, e chiedo scusa se mi permetto, se prima di tutto non assiste il suo bimbo Filippo e poi anche il suo fratellino e casomai solo dopo, o contemporaneamente, prega.
Onestamente, prima di intervenire ho guardato la Murgia e vi dirò molto francamente perchè l’ho apprezzata, esattamente quanto apprezzo e anche amo Costanza : perchè vorrei avere solo la metà del loro cervello e della loro cultura ma anche una , una sola delle opportunità che a loro sono offerte. Per dire quello che penso, per dire ci sono anche io e ho questo da offrire…
Ieri, proprio ieri, sono stata schiacciata biecamente da un’altra donna, una che ammiravo, che ho sempre sostenuto ma che ultimamente ha scelto per la logica della “culata” : con una sola ti butto giù e lo spazio è tutto mio tanto tu non puoi far niente.
A me la logica del mercato e della crisi economica ha tolto praticamente tutto il lavoro, poco popolare fra l’altro, perchè Educare oggi non è di modo : meglio il gossip e l’opinione a vanvera, niente formazione, si vive oggi e domani poi si vedrà.
E’ vero : viviamo in relazione, viviamo per chi e non per cosa, abbiamo la vocazione delle spose e delle madri MA NON SIAMO SOLO QUESTO!!!!!!
Lo sai bene tu Costanza, e lo sa bene la Murgia che aveva una fede brillante al dito.
Eppure ci sono donne che avrebbero tanto da dire e dare che hanno tempo al mattino, come me, di stare a scrivere sul blog perchè non esiste un where dove andare a realizzare i propri progetti e non può altro che ripiegarsi su marito e figli o non andare oltre da loro.
Allora, con tutto quello che abbiamo da fare, NON diciamo che il nostro primo dovere è la preghiera, perchè è ben altro quello che nella realtà facciamo!
In ultimo, e scusatemi se mi permetto, a me l’idea di una Maria sovversiva, come dice la Murgia, piace parecchio : una ragazzina madre ante litteram…lei sì che ha avuto gli attributi, molto più moderna di tutte noi messe insieme !
😉
APPELLO : Alvise torna, non mi lasciaaaaaar!
io penso che il nostro scopo della vita NON sia la preghiera certo, ma la preghierà cosi come i sacramenti, sono il motore, il cibo dell’anima. dai vangeli si evince chiaramente che senza la preghiera nemmeno Gesù poteva stare. Il problema è che anche i cattolici troppo spesso dimentichiamo che senza il dialogo con Dio ci muoviamo da noi stessi e non da Lui ma non è questo che Lui ci chiede e io sono certa, per esperienza, che nella vita bisogna cercare di compiere il disegno che Dio ha su di noi. Quindi innanzitutto siamo chiamati a compiere la nostra vocazione di madri e mogli, certo nel contesto in cui siamo state messe.. io ho 3 figli e un lavoro a tempo pieno con responsabilità e viaggi all’estero, quindi sono ben lontana dalla scelta di stare SOLO a casa… spero di non essere stata troppo confusa..
Assolutamente chiara e sono anche d’accordo con te. Anche molto d’accordo sul dire : non sono buddista ma mica li attacco (anzi li rispettiamo!)..ma li rispettiamo perchè hanno una credenza, una fede..non è che quelli che credono attaccano anche loro strenuamente quelli che sembrano o che dicono di non credere ?
🙂
adoro le donnine con il rosario. e poi anche luomo vive in relazione e per qualcuno.
è naturale per l’uomo realizzarsi nel lavoro al fine di soddisfare le necessità della famiglia, il suo fine ultimo resta la famiglia…
buon giorno a tutti!grazie per il post e per le bellissime riflessioni su Maria, un ottimo inizio di giornata e di Memoria. Innanzitutto consiglio a tutti la lettura del libro di Dobraczynski “La porta dei cieli. Il romanzo della madre di Dio”. In generale io faccio fatica a capire perchè se uno non crede, debba attaccare la chiesa, voglio dire io non sono buddista ma mai mi metterei a criticare i buddisti, io ho trovato ciò che mi fa felice quindi che mi importa di aggreddire altri con acrimonia?Secondo posto che tutti ci muoviamo per essere felici vorrei sapere quanto sono felici le donne che diventando “uome” hanno raggiunto posti di potere, hanno abortito, hanno perso la famiglia?invece ne conosco tante che fanno come dice Costanza e che sono inconfutabilmente felici, perciò io seguo questo modello di cui Maria è la capofila!
@paola:se c’è una cosa che sto imparando sulla mia pelle è che la persona vale e basta, vale indipendentemente da quello che crede e che fa. sono appena tornata daggli esercizi spirituali per adulti e giovani lavoratori di comunione e liberazione e tutto è partito da una frase di JP2 agli universitari kazaki “voi siete palpito del cuore di Dio”. sabato sera hanno fatto una testimonianza 5 ragazzi ex tossicodimenti ed ero stupita e commossa nel vedere come questi ragazzi hanno prima di tutto recuperato il valore della loro persona. Voglio dire Gesù ha preso con se prostitute e pubblicani, la feccia dell’epoca, mica scribi e farisei!
Infatti! Prima di tutto Persone, poi, casomai, Uomini e Donne..
Mia cugina, persona intelligente e sensibile, mi ha regalato Accabadora e si e’ anche presa la briga di spedirmelo negli USA. Soldi buttati (anche se non glielo diro’ mai): il libro e’ avvincente nella prima parte, poi sterza improvvisamente verso la conclusione, senza una spiegazione, senza approfondimenti. Non mi stupisce, quindi, che la Murgia sia una che banalizza la fede, e’ il tipo che non si prende il tempo per farsi una domanda in piu’.
Quanto alla forza della preghiera, niente mi toglie dalla testa che i rosari miei e dei miei amici, la preghiera notturna e il digiuno sono cio’ che ha salvato mio marito, dopo aver ricevuto dai medici quasi una sentenza di morte.
Federica, confermo, anche per noi é stato così, siamo ancora qui malgrado tutto, anche se non abbiamo ancora smesso di bussare e abbiamo ancora tanto da ricevere!
Confermo anch’io Federica e sorellastragenoveffa,prego da 13 anni chiedendo un miracolo( qualcosa alla stregua del famoso “milagro”,per capirci)e tanti piccoli miracoli lì ho già visti,è un miracolo anche trovare chi ti dia la diagnosi corretta quando hai a che fare con una malattia rara,è un miracolo trovare le persone giuste al momento giusto,a volte è un miracolo anche trovare chi asciuga le tue lacrime quando sei scoraggiata.
La settimana scorsa un mio grande amico ha detto a me e ad altre ventimila persone che la Fede deve essere verificata dentro la vita stessa.
Sarebbe troppo lungo raccontare tutta la mia storia,ma la vicenda drammatica,bella e misteriosa che vivo da 13 anni è per me la conferma dell’utilità della Fede.
I sorrisetti e gli ammiccamenti mi ricordano Iago nell’Otello. Sanno tanto di invidia e presunzione. La presunzione è componente fondamentale del peccato originale. Preferisco uno incazzato che mi argomenta il suo odio per la Chiesa.
Per Paola:
Hai scritto che vorresti avere solo metà del loro cervello, e perché mai? Il cervello non porta la felicità, anzi porta complicazioni, che se lo tengano pure il loro cervello. Io alle riunioni del gruppo famiglia se sento parlare difficile esco a giocare con i bambini, quando rientro li vedo assorti e un po’ rincoglioniti (speriamo non mi sentano).
Forse perchè non hanno molto cervello o abbastanza strumenti per capire?
Perchè se è così, sì : meglio che non ti sentano…
😉
“Quando capiremo che la preghiera è la cosa più potente che abbiamo tra le mani, saremo un pezzo avanti.”
Chiusura eccellente, Costanza, ma non esaustiva se posso permettermi. E’ innegabile che questa profonda verità non sia condivisa in toto da chi si professa cattolico. La Chiesa sostiene con fervore la potenza della preghiera, ma noi, spesso, o ci crediamo poco oppure ce ne dimentichiamo – il che è una conseguenza della nostra scarsa confidenza con essa.
Alla luce di questo, come credere che altrove se ne abbia anche solo un vago sentore? Quante volte ho sentito i soliti “filantropi benpensanti” puntare il dito sulle monache di clausura! Costoro non vedevano alcun alone di cristianità nel loro operato, tacciandole di codardia dinanzi alla vita, semmai. Ma in un mondo in cui il cristianesimo “che conta” è percepito solo come “missionario”, al pari di qualunque altra attività meramente buonista, filantropica e umanitaria (tutti termini così in voga, oggi), è normale tutto ciò.
Qualcuno, poco sopra, sostiene che lo scopo della nostra vita non sia la preghiera. Bene, anch’io la penso così in relazione alla mia di esistenza. Per quel che mi è parso di capire sino ad ora, ritengo di dover dirigere le mie energie anche altrove. Ma perché le femministe incallite non parlano di quelle donne (attenzione, non femmine: donne!)? Il problema con “l’altra metà del cielo” (come poeticamente si suole appellare l’altro sesso) è proprio questo: troppe femministe (anche solo in pectore) e poche donniste!
Istituiscano un movimento “donnista”, e, nonostante la mia apatia per gli -ismi, sarò ben lieto di fornire il mio inutile appoggio. Le donne del nostro tempo si accontentano di relegare se stesse allo stadio di “femmine”, termine la cui accezione negativa è ampiamente condivisa, mi sembra.
E sia chiaro, onde evitare equivoci: anche noi, spesso e volentieri, ci accontentiamo di essere “maschi” e non uomini!
Questo accontentarsi del nostro destino zoologico è una delle principali (se non la principale) rovine del nostro tempo. E’ come abitare in un appartamento chiuso, senza finestre e con un tetto alto un metro e mezzo. Si finisce per preferire di stare sdraiati.
Ecco perché, in un mondo sano, emblema dell’importanza della donna sarebbero anche quelle monache – che ad una vita presumibilmente “libera”, preferiscono chiudersi e pregare.
Anch’io tendo ad avvertire la clausura come una soluzione drastica, ma questo è un problema mio. Di contro, so di dover essere profondamente grato a queste donne, perché loro suppliscono alle mie preghiere, pregando per me, per gli altri, per ognuno, per tutti!
Ma la nostra visione è talmente distorta che, di questo passo, non arriveremo mai a maturare l’importanza del loro operato. Anche un mio professore, tutto fuorché credente, si fece scappare qualcosa del tipo: “ci sono stati momenti in cui gli uomini di certe epoche dovettero ringraziare quelle poverette che si chiudevano in convento, perché avevano qualcuno che pregava per loro…”.
Sforziamoci di essere equilibrati, quindi, per quanto sia difficile. Mai capirò, finché mi troverò a vagare per questo lembo di universo, come e perché opera il Creatore. E in fondo, sapete che c’è? Non voglio neanche saperlo. Ma la Chiesa alcuni indizi ce li dà. Nel Credo ci riempiamo la bocca con definizioni apparentemente astruse come la “comunione dei santi”, concetto che è più semplice da capire per un bimbo che per un adulto. Probabilmente è quasi arrivato il momento in cui tutti ci accorgeremo che questa sfrenata ossessione per l’azione, non corroborata dalla preghiera, è utile quanto un calcio nelle palle. Capiremo, per forza di cose, che il diabolico dannarsi l’anima nel tentativo di “fare” ci si è in realtà ritorto contro.
Allora torneremo ad inquietare quelle povere “vigliacche” rintanate in convento. E saranno talmente tanti coloro che vi faranno ricorso, che si finirà per dover riconsiderare il concetto stesso di clausura. Ciò perché sarà più il tempo che queste monache passeranno in compagnia di perfetti sconosciuti, ad ascoltare le nostre miserie, che quello vissuto dentro un edificio in compagnia del loro Sposo e delle loro inossidabili certezze. Ma in fondo, mi dico, fanno quel che fanno anche per questo.
Toni, te se forte. (scusami la confidenza ma te lo sei meritato).
Quando il gatto non c’è i topi ballano!!!
Caro gatto (un gatto che copula con un cane? Bah!), non è questione di fede ma di sillabazione, mio cugino è impegnato in un corpo a corpo con AIUOLA, AIO e NAUSICAA, come può farle a pezzi per benino senza violare le leggi linguistiche del Granducato?
BENTORNATO!
Che scarso Alvise, non hai resistito neanche mezza giornata. Ti abbiamo lasciato un po’ di latte nella scodella.
Balliamo perchè ti riivogliamo con noi 🙂
Luca, 10, 38-42:
“Mentre erano in cammino Gesù entrò in un villaggio e una donna di nome Marta lo ricevette in casa sua. Marta aveva una sorella chiamata Maria, la quale sedutasi ai piedi di Gesù ascoltava la sua parola. Ma Marta tutta presa dalle faccende domestiche venne e disse: «Signore, non ti importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servirti? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose. Ma una sola cosa è necessaria: Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta»”.
Ho trovato molto stimolante la sua riflessione…. e mi veniva in mente che Donne (la maiuscola è d’obbligo e di rispetto) come Santa Teresina di Lisieux, santa “priva di opere”, sono la forza e la guida di tutte le altre donne. Nella storia del cristianesimo la sua preghiera continua ed ininterrotta, insieme a quella delle altre suore del Carmelo, sono diventate POTENZA dello Spirito Santo in aiuto e soccorso dei sacerdoti, non di quelli stanziali ma dei missionari!! Quindi,potremmo dire, che pur in clausura è la Donna che ha più viaggiato :)…!! Un’altra considerazione poi: la preghiera è lasciata alla libertà degli individui. Gesù pregava con i salmi e ci ha insegnato il Padre nostro, la Chiesa ci ha insegnato a recitare le lodi, i vespri… ma ci sono pure preghiere veloci da recitare tipo:Signore aiutami, Signore sia fatta la tua volontà, Mio Signore e Mio Dio ecc. ecc., da recitarsi anche mentalmente; c’è la preghiera del cuore ( Signore Gesù, abbi misericordia di me peccatore!), c’è la preghiera confidenziale, intima, di colloquio e c’è infine la preghiera che si fa “operando” (mia madre mi ripeteva spesso: “E’ meglio ubbidire che santificare” intendendo con questo che tra un impegno reale e contingente ed un obbligo spirituale -messa e quant’altro- prevale il servizio)…. tutto è preghiera… dipende dalle intenzioni… Un grazie a lei ed a Costanza!!
Scusate ma devo fare un’osservazione di “sociologia ecclesiale”. Le ironie della Murgia sulla visione cattolica della donna suonano ancora più strane se non inganna Wikipedia nell’affermare che Michela Murgia “ha seguito studi teologici ed è stata per diversi anni insegnante di religione presso varie scuole medie superiori; è stata inoltre educatrice ed animatrice nell’Azione Cattolica, ricoprendo il ruolo di Referente Regionale del settore Giovani per svariati anni”. Ora, una con questo curriculum che ci fa da Fazio a ridacchiare sul presunto maschilismo della gerarchia cattolica? Che religione insegnava ai suoi studenti? Come è possibile che per “svariati anni” abbia fatto la formatrice e la referente regionale giovani di AC? C’è forse un problema nel mondo cattolico di “selezione del personale”? Non c’era nessun/a giovane sardo/a più idoneo/a della Murgia a fare il referente di Azione Cattolica?
vista l’incapacità della chiesa di richiamare ai principi(a volte ai dogmi) i propri sacerdoti figuriamoci se ci scandalizziamo per la Murgia….
sì, i problemi di “selezione del personale” riguardano religiosi/e e laici/he, non ci facciamo mancare niente… Non voglio generalizzare, ovviamente, ma qualche gatta da pelare mi pare che ci sia…
se ti può consolare il mio ex insegnate di religione è stato sospeso e le ultime notizie lo davano come venditore provvissorio di Folletti porta a porta!
nel senso dei piccoli esserini con il cappello a punta?
vediamo di stuzzicare un po’ Alvise….
NON PREVALEBUNT!!!
p.s. – Esiste un dizionario con sillabazione Hoepli, anche in rete, così siamo sicuri…
cordialmente
p.p.s. – No,non vengo, meglio di no, grazie,ce la farò…
Grazie, l’ho trovato!!!!!
Bentornato gatto!
ma SEGUIRE la chiesa e il Papa non implica forse che sei schiavo, non veramente libero e che non usi TU la tua testa?insomma SEGUIRE non è una cosa un pò da pirla(per dirla alla milanese)? 🙂
“Il coacervo d’impulsi ideologici che caratterizzano la nuova utopia, comunista — ricevuti da Karl Marx (1818-1883) e da Max Horkheimer (1895-1973), da Herbert Marcuse e da Wilhelm Reich (1897-1957) — spinge la Rivoluzione culturale verso un’unica direzione di marcia, che è anzitutto la negazione radicale dei valori e dei costumi tradizionali: «Non è la prima volta, naturalmente, che un movimento si scontra con l’autorità, intesa principalmente come manifestazione del potere e come sua articolazione esteriore. Adesso, tuttavia, è il principio di autorità in quanto tale che viene messo in discussione… » *.
Viene messo in discussione il concetto di autorità in ogni ambito, sociale e familiare. Gli ideologi del ’68 scrivevano sui muri “Tutti gli uomini sono in catene” (Marcuse). Si inneggia alla libertà totale, sfrenata.
Il risultato, però, non sarà la libertà dell’uomo, ma la confusione, la contraddizione. Una maggiore schiavitù.”
(*) Enzo Peserico, “Gli anni del desiderio e del piombo. Sessantotto, terrorismo e Rivoluzione”, Sugarco, 2008.
“Abbiamo buttato via le catene e non ci siamo accorti che erano cordoni ombelicali”
(Joseph Ratzinger)
Vado di citazioni perché oggi non ho troppo tempo!
Se ho un momento ritorno a rispondere bene a questo splendido post ricco di spunti, adesso consiglio solo la lettura di Cristina di Antonio Socci (sul calvario del coma della figlia a seguito di arresto cardiaco) per capire cos’è la preghiera.
Per me è stato una catechesi sulla preghiera: mi ha commosso vedere quest’uomo che di fronte al dramma della figlia ha dovuto rimettere in gioco tutto (a partire dai proclami contro l’eutanasia) e che si è spogliato di tutto iniziando aggrappandosi all’unica possibilità che gli rimaneva mendicare la preghiera di tutti con ogni mezzo, finanche scandalizzando i benpensanti cattolici per il fatto che usasse i mezzi di comunicazione a sua disposizione (ed ovviamente erano molti) per importunare e chiedere preghiere.
Mi ha reso veramente chiaro ciò che diceva il Gius: “il mendicante è il vero protagonista della storia”
“Caterina” di Antonio Socci!concordo, bravo alberto esempio molto concreto e Daniela grazie per la citazione di Ratzinger è perfetta.
Hai ragione non so perchè ho scritto Cristina (alzheimer galoppante)
Buon Alvise, non mi sembra davvero il caso di insistere nei tuoi riguardi toccando certe tematiche. A tuo modo, ci fornisci dei validi esempi di quanto danno possa arrecare a sé stessi l’autoidolatria (non cercarlo, perché mi sa che l’ho coniato adesso). Ma se preferisci prenderti sul serio fino a questo punto, ed in questo modo, non sarò certo io a dissuaderti.
Giusto per utilizzare dei toni a te più familiari, però, ti faccio notare solo una piccola cosa. Non prAevalebunt si scrive col dittongo ‘ae’, che in latino si legge semplicemente ‘e’. Sono convinto che lo sapessi, ci mancherebbe! E’ solo per darti prova del fatto che anche noi facciamo attenzione a ciò che scrivi.
Il tuo meraviglioso idioma risente dell’influenza di questa lingua, eh. Oppure intendi glissare impunemente su questo “dettaglio” solo perché, guarda un po’, il latino è anche la lingua ufficiale della Chiesa Cattolica Romana?
Regards
Touché!!!
Non so se la cosa che sto per dire sia coerente con il post, ma mi sembra che le farneticazioni di Dan Brown su oscure origini femminili del cristianesimo stiano facendo molti danni (ho conosciuto persone che lo citano come attendibilissima fonte storica e artistica!). Hanno dato quasi un nuovo vigoroso sostegno a coloro che vedono la donna come vittima di un complotto della Chiesa ai danni suoi e della sua dinità. Mai cazzata più grossa, scusate il termine. Ma se è dogma della Chiesa l’Assunzione col corpo della Vergine??? Lei, unica oltre il Figlio! dico ma, capiamo bene questa cosa o no? ci sono testimonianze attendibili su questo fatto. La donna Maria ha detto SI’ (ha segiuto!) sapendo bene quello cui andava incontro: vedersi incinta, partorire, crescere un figlio, curarlo e poi vederlo andare via di casa e poi vederlo attaccato ad una croce. (Peguy ha scritto pagine memorabili su Maria ed il suo dolore di madre). Lei si è realizzata in quel SI ad una domanda che le fu posta. L’IO esiste solo in relazione ad un TU e in quel rapporto si compie. Non è che sono brava in cose teologiche ma quando penso a Maria penso alla donna per eccellenza. Dolce e forte, madre che ci esorta alla fiducia e alla preghiera. La preghiera non è mica una cosa da donnicciole! personalmente trovo almeno per me che più di ogni disputa con chicchessia (da cui non esco mai vincente, vista la mia scarsa capacità dialettica) mi aiuta di più ad essere forte la preghiera, il Rosario che recito la sera, che mi riporta coi piedi per terra, mi fa umile mendicante che chiede a Chi ne sa. Lui salva tutto e le mie chiacchiere “fanno ridere i polli”.
Benedetta sia la Comunione dei Santi!!!!!
Questo brano è il mio tarlo da anni!!! Quanto sono Marta e quanto mi sforzo di diventare Maria! E vi assicuro che più mi avvicino, più tempo dedico a Lui, più i miei affanni quotidiani producono risultati.
Prima: amare a Dio sopra ogni cosa
Secondo: amare il prossimo come te stesso