Pocket coffee e cavallette

di Costanza Miriano

Sabato con il mio solito astuto tempismo e con la sagacia strategica che da sempre mi caratterizza mi è venuta voglia di fare una corsetta tonificante nel luogo e nel tempo probabilmente al momento meno opportuni del pianeta, se si esclude forse la Somalia. Non avevo, infatti, esattamente realizzato che in quel momento il mio quartiere veniva devastato – sono giornalista per errore e non sto mai sulla notizia –, e mi sono trovata a respirare a pieni polmoni i miasmi delle auto bruciate e le sgassate dei mezzi di Polizia, visto che abitiamo a san Giovanni (quando una parte del corteo, quella pacifica, è passata sotto casa, mio figlio è uscito in giardino a vedere col casco, un coperchio di latta come scudo e il fucile a pallini: il pericolo è il suo mestiere).

Sono bastate però tre o quattro colonne di fumo nero, le sirene e gli elicotteri sulla testa perché afferrassi al volo la situazione: non ci sfugge niente, a me e alle vecchine che facevano la passeggiata dopo pranzo sotto braccio alla badante, e sollevavano la testa bianca verso il cielo scuro di fumo, la bocca aperta piena di stupore.

E’ stato allora che ho visto tanta gente che scappava via dalla guerriglia, famiglie, persone all’apparenza civili e per bene, seppure con una deplorevole tendenza a marsupio, zainetto e abbigliamento comodo da gita. Così mi sono messa a ragionare sulle ragioni della protesta, e sul perché non ci fossi andata.

Ora, non mi azzardo a fare un’analisi della situazione politico economica perché conosco i miei limiti: credo solo di avere capito che cambiare il sistema di produzione della ricchezza nel quale siamo dentro tutti non sia nel potere dei governi, e forse in parte neanche più delle istituzioni monetarie sovranazionali, poiché ormai le fila più importanti dell’economia stanno nelle mani di grandi gruppi di potere che se ne infischiano delle sassaiole lanciate sabato contro incolpevoli poliziotti, carabinieri e finanzieri con le mani legate dal nostro sistema giuridico.

E quando la soluzione del problema non sta nelle nostre mani, che si fa? Io personalmente se non ho il potere di fare una cosa mi rivolgo a un potere sovra, sovra, sovranazionale: vado direttamente da Dio, anzi, passo dalla sua Segretaria, che sono sicura accelererà la mia pratica (sono raccomandata).

Se noi ci credessimo veramente, scopriremmo che abbiamo tra le mani una potentissima “arma fine di mondo”, come dice l’ambasciatore sovietico del dottor Stranamore: basta far deflagrare milioni di rosari e digiuni insieme perché Dio cambi in un soffio il corso della storia. La preghiera e il digiuno, ha detto la Madonna ovunque è apparsa, fermano anche le guerre, smuovono le montagne, cambiano il corso della storia (una delle cose che più mi piacerebbe fare se, per caso, un giorno, dopo tutta l’attesa che sarà necessaria, riuscissi di straforo a infilarmi in paradiso, sarebbe conoscere le persone che davvero hanno cambiato i destini dell’umanità, con i digiuni segreti, le preghiere costanti, magari da letti di ospedale, da ospizi, attaccati a una macchina per respirare, offrendosi tutti per salvarci). Il problema è che non ci crediamo davvero, fino in fondo; padre Pio diceva che se sapessimo che fiume di grazie ci si riversa addosso durante l’eucaristia staremmo tutto il giorno in ginocchio a prender messe.

Il digiuno, per esempio. Ecco, parliamone. Non sono molti i sacerdoti che lo chiedono ai fedeli, eppure è nella tradizione della Chiesa, non è mica una cosa da fanatici di Medjugorje. Lì infatti la Madonna chiede di farlo il mercoledì e il venerdì, a pane e acqua. Una volta ho letto un’intervista a una delle veggenti che diceva che i pellegrini hanno delle caratteristiche nazionali. Gli Americani chiedono se la Madonna parli nei messaggi del loro grande paese, gli Italiani invece rimangono sempre molto scossi dalla richiesta della rinuncia al cibo. E’ vero, ci scuote. Ma, come direbbe Veltroni, si può fare.

Medjugorje o no – siamo in rispettosa attesa di quello che dirà la Chiesa – il digiuno è uno strumento potente di ascesi e supplica. Come il sacrificio della croce non si può spiegare razionalmente, è un mistero, appunto, ma come la croce produce frutti miracolosi.

Io personalmente lo posso testimoniare: funziona. Fa progredire nel cammino e strappa grazie, anche se io sono una digiunatrice davvero schiappa, e ne sperimento versioni sempre nuove, sulle quali attendiamo ancora un pronunciamento ufficiale della Cei: sarà valida la versione a cavallette e pocket coffee? E quella che comincia col fuso di Los Angeles e finisce con quello di Nuova Delhi (la Madonna dice da mezzanotte a mezzanotte, ma non ha mica specificato di quale luogo)?

Eppure nessun sacrificio, anche quelli fatti barando perché una è schiappa (Dio vedrà anche dentro l’ascensore? Anche se faccio svelta a masticare come al liceo quando pasteggiavo a torta al formaggio durante l’ora di greco sotto al banco? Sempre sempre?), nessuno va perduto, e manca di produrre un frutto centuplo quaggiù, come promette il Vangelo.

Se Dio ce lo chiede è sempre per darci una grazia più grande, che supera persino quello che possiamo chiedergli, perché non turba mai la nostra gioia se non per darcene una più bella.

Vorrei esserne convinta, e passare avanti con uno sguardo sprezzante verso quella pizza farcita di polpo e pomodorini, vorrei snobbare il maritozzo alla panna che mai mi era sembrato così in forma, vorrei signorilmente girarmi dall’altra parte quando vedo i canestrelli biellesi di Luisa, un’ipocrisia di biscotto intorno a una lastra di cioccolato dal peso specifico pari al tungsteno. E probabilmente se non fossi così schiappa ci riuscirei benissimo.

Se voi ci riuscite, mi mettete per favore nelle vostre intenzioni? Non sarebbero proprio punti miei, ma quasi. Un po’ come mettere i punti del Conad sul conto millemiglia Alitalia: non è proprio la stessa cosa ma forse un biglietto per il paradiso in economy class ce la faccio lo stesso a prenderlo.

89 pensieri su “Pocket coffee e cavallette

  1. Adriano

    Il digiuno fa cambiare la Storia? Non so, ma gli arabi sono passati in pochi secoli da popolazione nomade a culla delle scienze e della cultura. Che anche il ramadan abbia avuto un suo ruolo?

    Più di recente, la sostenitrice liberiana di un “digiuno” particolare, quello del sesso, ha ricevuto il Premio Nobel della Pace.Prima che mi saltiate addosso: lo so quello del post è un digiuno diverso, gli obiettivi sono più (inserire tecnicismo teologico) mentre questo è meno (altro tecnicismo a scelta), non capisco nulla, lo faccio apposta ecc. ecc…

    Fatto è che questo digiuno, nella pratica, ha sicuramente avuto un effetto. E, se ben fatto, avrebbe sicuramente conseguenze positive anche in Italia (tanto per riallacciarmi all’argomento, forse, del post di ieri).

    Ps: i pulsanti “mi piace” sono tornati! 🙂

    1. Il ramadan non c’entra niente, perché è Dio che, ascoltando il nostro grido, cambia la storia. Non è il grido a cambiare la storia. E l’unico Dio è il nostro, quello dei cristiani.

      1. Adriano

        Cara Costanza,

        Mi trovi d’accordo sul fatto che di Dio ce ne sia uno solo. Che i cristiani ne abbiano l’esclusiva un po’ meno…

        Ma il Ramadan non sarebbe un grido verso Dio solo perché fatto da chi crede nella religione “sbagliata”?

        Buona giornata.

        1. I maomettano possono gridare a Dio quanto vogliono, nessuno glielo nega. Semplicemente gridano a un Dio che non ha orecchie. Infatti poi si arrangiano a “cambiarla” loro, la storia, e sappiamo come….

        2. Barbara Favi

          Quando una collega marocchina mi ha spiegato il significato del ramadan per i musulmani, ammetto che mi ha fatto un certo effetto. Mi diceva questa ragazza, che il digiuno degli islamici serve per mettersi dei panni di coloro che sono talmente poveri da non potersi permettere ne’ cibo ne’ acqua.
          “Se si ha fame, si mangia, non per amore di Dio, ma perché si ha fame. Se uno sconosciuto prostrato ai bordi della strada ha fame, bisogna dargli da mangiare, anche se non ne avesse abbastanza per sé, non per amore di Dio, ma perché ha fame. Questo significa amare il prossimo come se stessi. Dare “per Dio”, amare l’altro “per Dio”, “in Dio”, non significa amarlo come se stessi”. Cosi’ mi era venuto da pensare.
          Del digiuno cristiano invece, ammetto che non sapevo nulla fino ad ora, salvo quello della domenica mattina pre-comunione (ma questi ricordi risalgono alla preistoria, per me).

    2. Peraltro, come ha mostrato Rodney Stark (“Gli eserciti di Dio. Le vere ragioni delle crociate”, Lindau, 2010), il fatto che gli arabi siano “passati in pochi secoli da popolazione nomade a culla delle scienze e della cultura” è spiegabile in maniera molto semplice e senza ricorrere al ramadan. La cultura e le scienze c’erano già. I conquistatori islamici hanno goduto della cultura preesistente dei popoli “dhimmi”, conquistati e sottomessi alla dominazione musulmana, come la raffinata civiltà bizantina o le straordinarie conoscenze dei copti e dei nestoriani, per non parlare della sapienza dello zoroastrismo persiano o delle scoperte dei matematici hindu.

      1. Giuseppe

        Per completare, ossi aper accorgersi quanto poco la cultura cristiana euroccidentale (c’è anche quella eurorientale: la bizantina): Sylvain Gougueheim “Aristotele contro Averroè” Rizzoli.

      2. Adriano

        Grazie della segnalazione, Andreas e Giuseppe.

        Accidenti, allora il Ramandan, non ha avuto nessun effetto… Anche se, insomma, è comunque sorprendente vedere l’ascesa e lo sviluppo in così poco tempo di tutta una serie di tribù nomadi. Non sono stati gli unici popoli a venire a contatto con altre civiltà e sono riusciti a cogliere il meglio… Mi sa che si potrebbe fare lo stesso anche al giorno d’oggi.

        E come facciamo con le cifre che usiamo oggi a bizzeffe: possiamo continuare a chiamarli “numeri arabi”, senza troppi salamelecchi, zero compreso, anche se non li hanno inventati loro?? 🙂

          1. Adriano

            Per fortuna che non ho un futuro come umorista… Ma il sorridere mi fa vivere meglio, lo consiglio a tutti. E poi, a leggere meglio, c’è pure dell’altro… 😉

            1. Sai, in genere le coppie di sorelle contrapposte sono ironia e leggerezza, pesantezza e affettazione. Non si cambia impunemente l’ordine di questi fattori, è un gioco che si fa fatica a reggere. Semplicemente si non fa sorridere nessuno.

  2. Il titolo mi aveva confuso: avevo preso le cavallette nell’accezione piaga d’Egitto invece che in quella con miele e locuste di S.Giovanni Battista.
    E anche la prima ci stava visto cosa descrivevi con rime aspre e chiocce.
    Devo dire che fremo quando si parla di digiuno. Anche Brosio nel suo libro sulla Gospa dice proprio che gli italiani su questo tasto sono perplessi, non ci sentono. Colpa delle mamme? Del “mangia mangia che è buono”?
    Vorrà dire che conterà di più dato che il Signore non conta, ma pesa (il che è una bella consolazione per noi, essere valutati più per lo sforzo che per il risultato, almeno qui).
    E la mamma, beh, come fa a non provare tenerezza per chi mastica di nascosto in ascensore per non farsi vedere… anche se trattasi di un iPad di focaccia unta…
    😉

    Che tempi scipiti: una volta erano le streghe ora ci si entusiasma perché a tornare sono stati i pulsanti… gli anni di stevejobs…. 😉

  3. nonpuoiessereserio

    Sono d’accordissimo con il post ma sono veramente un pessimo esempio di digiunante. Faccio un po’ orecchie da mercante e mi intrufolo nella processione dei mangianti sperando di attraversare inosservato il giorno della rinuncia. D’accordo, i venerdì di quaresima qualcosa di più faccio, ma ho molto da lavorare in questo senso.
    Tornando sulla povera statua della Madonna stavo pensando che noi come sempre dobbiamo vedere con i nostri occhi l’orribile gesto di violenza, i frantumi della statua sulla strada e solo allora ci rendiamo conto del male compiuto, eppure non pensiamo a quante volte ogni giorno il cuore della nostra madre viene spezzato dalla nostra disobbedienza, dai nostri rifiuti a seguire suo Figlio, dal compiere violenza sui nostri fratelli più deboli, sui bambini, ecc.

  4. il digiuno di cibo sinceramente non l’ho mai preso in considerazione, però ho provato a digiunare dagli acquisti tipo libri, cd, etc… quello che noto è che aiuta a distaccarsi dalle cose terrene.

    1. e se fa questo effetto benefico il digiuno del superfluo non varrà la pena provare a vedere cosa produce la sospensione del necessario?

    2. David

      Sono d’accordo. Un’altra cosa “digiunabilissima” è la televisione.
      Sono sempre stato affascinato dal fatto che tra tutti gli inviti, consigli, suggerimenti, levate alle armi varie, non ci sia mai stato, da parte di nessuno, ma proprio nessuno, quello a spengere la televisione.

      1. buona idea: sarà che non ci penso proprio, visto che non la guardo da una decina d’anni… 😉
        Da quando poi i telecomandi sono così complicati ho un deterrente in più! 😀

  5. O.T.
    scusate non resisto, l’ho trovata sulla bacheca fb di una nostra amica e mi sento tutta un brivido: quando l’ho scritto qua nel blog (non ricordo dove ma almeno un paio di volte) non avevo idea che fosse una citazione di BXVI
    “In secondo luogo, occorre considerare che la stessa verità è sempre più alta dei nostri traguardi. Possiamo cercarla ed avvicinarci ad essa, però non possiamo possederla totalmente, o meglio è essa che ci possiede e che ci motiva”

  6. Miriam

    Grazie Costanza.
    Io avevo promesso di ‘digiunare’ dal Sudoku, che mi piace tanto ma mi sembra di star lì a perder tempo mentre bisognerebbe pregare in continuazione (per lo meno molto di più) per tutti gli immensi bisogni nostri e dell’umanità, compresi quei ragazzi pieni di vuoto e strumentalizzati da poteri certamente non buoni.
    Ora, guarderò il digiuno più seriamente e come una risorsa in più offertaci per far qualcosa nel nostro piccolo.

  7. Angela

    Dai Padri della Chiesa, dai Santi che lo hanno praticato fino allo stremo, dagli asceti orientali, dai mussulmani, da tante religioni, il digiuno è molto considerato perché purifica il corpo, insegna a dominare la mente e gli istinti. Chi sa dominare il proprio corpo è libero! Ma il digiuno del quale parla Costanza è quello che ottiene tutto dal Cielo! E’ un salto enorme di qualità. D’altra parte anche Gesù ne parla ai discepoli, quando li vede delusi perché non sono riusciti a scacciare il demonio. Dice loro che, in quel caso, solo la preghiera e il digiuno riescono a farlo. Non voglio pensare che tipo di demonio o di demoni avesse in corpo la persona da liberare, ma doveva essere “molto cattivo”.
    Personalmente rientro tra “gli italiani” che vanno a Medjugorje ma non “rientrano in Italia” con il proposito di digiunare: mea culpa!?! L’unica volta che ho digiunato, però, ho strappato una grandissima grazia al Cielo! Qunidi doppio “mea culpa” perché so che “funziona” ma non digiuno!

  8. Erika

    Anche dalla mia malferma posizione di “agnostica in ricerca” ricordo con piacere i digiuni della quaresima, quando ero ragazzina.
    Anche se mi ha sempre lasciata perplessa l’idea di del digiuno “per avere qualcosa in cambio” (non so, mi sembra una sorta di mercanteggiamento, ma sono troppo incasinata per capirci davvero qualcosa), privarsi volontariamente di qualcosa è tuttora uno dei modi migliori per riflettere, per non vivere sempre col pilota automatico inserito…

    P.s. Mi ha fatto molto male vedere quella statuetta della Madonna in frantumi.
    Anche se sono tra quelli che hanno condiviso le ragioni della protesta (le ragioni, non la modalità!) è intollerabile vedere tali atti di cieca e stupida violenza.

    1. @Erika, cuore mio, dolcissima! Quant’ si bell! 🙂
      Mia amata patanella, noi non digiuniamo per avere qualcosa in cambio, ma per svuotarci, fare posticini vuoti nel nostro cuore, perchè siamo solo vasi di creta sempre così ingolfati da affanni e (anche lecitissimi) piaceri vari, e quando rinunciamo a qualche pappetta, cominciamo gradualmente ad esporci, a lasciare proprio “spazi” vuoti d’ego alla Mano piena di fiorellini di grazie (sempre!) pronta per i nostri vasetti cardiaci (quel genere di grazie speciali che avevano misteriosamente bisogno di una significativa nostra botta di “collaborazione” alla gratuità del dono divino)
      Il digiuno a pane e acqua ci “costringe”, in quel dato giorno, a tenere tutto noi stessi fissato negli occhi di Dio, tutto, tutto noi stessi, anima e corpo. Perchè Dio è così concreto! Oh, il nostro corpo è inscindibile dall’anima, nel dono di noi stessi corollario al compiersi della Verità dentro di noi – la volontà di Dio che ha bisogno di un grembo vuoto per fecondarci di Lei. Il digiuno dà una mano allo Spirito Santo, dice – occhei, vieni!, c’è posto, ch’io partorisca il Re dei re nel mio quotidiano, si!
      E’ spesso una feroce esperienza digiunare dalla mezzanotte alla mezzanotte a pane e acqua – realizzabile unicamente per grazia, sicuro – ma pian piano si sperimenta una palpabile unione con Dio che ogni volta è diversa dall’ultima e che ti manda poi in sollucchero di stupore, nei suoi effetti.
      Davvero davvero. Si, si!

    2. Barbara Favi

      Sottoscrivo (come spesso succede) ogni parola di Erika contro la protesta violenta. E’ avvilente e rovina davvero anche le manifestazioni motivate dalle ragioni piu’ nobili – quando ho letto sul sito del corriere cos’era successo a Roma, mi ha assalito una grande tristezza sebbene le ragioni della protesta io le capisca bene. L’impressione e’ quella di una bella occasione malamente sprecata. Che pena, davvero

  9. Ago

    …il primo venerdì ce l’ho fatta! Pane e acqua. il secondo ho ceduto alla cena…come mi dispiaceva dover buttare il piatto preparato per i miei figli …Il terzo mi hanno invitato per colazione e…non ho saputo dire di no (ma guarda). Il nemico sa bene dove colpire. credo che sia proprio lui che non vuole farci fare digiuno. Sa che Dio opera alla grande attraverso i nostri sacrifici. ….mi sa che questo Venerdì ci riprovo. Viva Gesù.

    1. In certi casi digiunare quando si è invitati, o si hanno ospiti, è presunzione e ostentazione (guardatevi dal fare come i farisei… piuttosto lavatevi e profumatevi). Può anche umiliare gli altri. La carità sia sopra ogni cosa.

  10. Angela

    Quelli che hanno distrutto la statua della Madonna non hanno nulla a che fare con i manifestanti. Quando, tempo fa, a Medjugorje è stata profanata la statua della Madonna, quella nel “luogo del segno”, ho visto le immagini su internet e li per li sono rimasta molto male: Le avevano tolto il naso e la mano sinistra, cioé quella che raffigura la generosità e l’accoglienza di Maria verso tutti noi,;avevano imbrattata la statua con il colore. Era un pugno nello stomaco! Ma poi ho pensato: “Madonnina mia, perdonali perché non sanno quello che fanno! Non sanno che quella è una statua e a Te non riusciranno a sconfiggerti, anzi sono loro gli sconfitti perché non hanno pace nel cuore, né amore da dare a nessuno, né nessuno da accogliere!”. Ho inviato sms e mail a tutti i conoscenti, chiedendo di pregare per la conversione degli autori di quell’atto malato. Quella statua è stata rimessa a nuovo: cosa è rimasto di quel gesto sacrilego? Non so se gli autori si sono ancora convertiti, ma prima o poi toccherà anche a loro! Se il Signore si è fatto incontrare da me, si farà incontrare anche da loro. Quindi propongo di pregare per coloro che hanno distrutto la statua della Madonna a Roma!!!!

  11. Velenia

    Io sto a dieta da quando avevo 14 anni,con effetti scarsissimi,ma digiunare no,non ci sono mai riuscita,tranne una volta un digiuno dalle sigarette( non ve lo avevo detto che appartengo alla categoria politicamente scorretta dei fumatori).Comunque mi ha fatto sempre riflettere il fatto che mentre seguire diete,anche da fame,anche assolutamente fantasiose,tipo quella del gruppo sanguigno ti colloca automaticamente fra le persone che hanno cura di sè,ti fa credere libero e autoderminato(anche se sei determinato solo dall’idea che entrare in una 38 ti cambierebbe la vita),digiunare ti fa percepire dipendente da un Altro,il problema è lì,non nella privazione dal cibo ma nella dipendenza.

    1. Miriam

      E’ questo l’atteggiamento giusto per praticarlo.
      Del resto ogni azione è connotata dall’intenzione.

  12. Che il digiuno sia una forma di ascesi di controllo di se stessi di purificazione anche mentale e cose di questo genere credo possa essere vero cosiccome la preghiera (chiamo preghiera il ripiegarsi su se stessi per trovare il filo di sé per non sparpagliarsi
    a cazzo di cane in mezzo alle cose che ci frastornano). Ma che possano avere un potere
    extra- personale sugli altri, sulle malattie degli altri, sulle vicende storiche e via di seguito questa è solo superstizione. Un altro discorso è pensare: ecco, ora tutti insieme nel mondo ci mettiamo a avere lo stesso pensiero di bontà di pace di amicizia di amore e così
    ci trasformiamo e trasformiamo il mondo col nostro cambiamento simultaneo. ma anche questa mi sembra un’idea senza senso. Come dire: ecco se ora si diventa tutti boni sarà meglio per tutti. Ma che senso PRATICO avrebbe un discorso a questa maniera?

  13. Alberto Conti

    LE FORZE CHE CAMBIANO LA STORIA SONO LE STESSE CHE CAMBIANO IL CUORE DELL’UOMO (Don Giussani ad un ragazzo sulle barricate del ’68)

    Grazie Costanza perchè hai riportato il giudizio a ciò che è vero all’unica possibilità che abbiamo.

  14. “credo solo di avere capito che cambiare il sistema di produzione della ricchezza nel quale siamo dentro tutti non sia nel potere dei governi, e forse in parte neanche più delle istituzioni monetarie sovranazionali, poiché ormai le fila più importanti dell’economia stanno nelle mani di grandi gruppi di potere che se ne infischiano delle sassaiole lanciate sabato contro incolpevoli poliziotti, carabinieri e finanzieri con le mani legate dal nostro sistema giuridico….”

    Credo che togliere la maschera a questi poteri sia un primo passo fondamentale.

    I cristiani di Efeso e delle altre sette Chiese dell’Apocalisse si trovavano in una situazione simile di fronte all’impero romano e Giovanni non propone certo l’insurrezione armata, ma al contrario li incita ad “uscire da Babilonia” cioè a creare una società alternativa a partire dal “piccolo”, dalla costruzione di comunità, dall’invenzione (ne senso etimologico: scoperta) di uno stile di vita davvero “altro”.

    Il digiuno e la preghiera in questa prospettiva ci stanno tutti, e fanno parte della scoperta di un nuovo misticismo, indispensabile per il nostro tempo: dove mistica e politica si danno la mano e si scoprono sorelle, impegnate nella stessa lotta, anche se su fronti diversi.

    Permettetemi di farmi un po’ di pubblicità: ho scritto un libro su questo tema. Titolo “Uscite, popolo mio, da Babilonia”, uscira per le edizioni Messaggero di Padova in Aprile. Intanto se il tema interessa per chi vive a Roma e dintorni lo svilupperò in un ciclo di conferenze, in questo link trovate tutti i riferimenti: http://www.facebook.com/event.php?eid=255844064452544 e se non dovevo farmi pubblicità scusatemi.

  15. FABIO BARTOLI:
    Non mi sembra che in questo blog si sia mai parlato di andare alla ricerca di un “altro” stile di vita che non fosse quello della famiglia benedetta da Dio nella concordia dei coniugi sottomessi l’uno all’altro reciproci. Si è fatto critiche di ogni genere sociali culturali, sessuali, personali, ma sempre presupponendo questa società che si vive noi ora, anzi quasi compiacendosene in quanto tanto buffa e divertente nella sua monelleria metropolitana e domestica (salvo l’appartarsi talvolta nei confessionali delle basiliche e rintontirsi nella recita magica dei rosari) Quanto a voler cambiare il mondo partendo dal nostro piccolo io non ci credo. Sarbbe anche sufficiente cambiare se stessi, poi se il mondo così cambiera come un effetto cascata io questo non lo so e non lo voglio sapere essendo anche troppo problematico e non scontato il fatto che si possa cambiare noi. Il che non toglie che uno non debba fare il suo meglio. Quale sia questo suo meglio difficile dirlo.

    1. “Non mi sembra che in questo blog si sia mai parlato di andare alla ricerca di un “altro” stile di vita che non fosse quello della famiglia benedetta da Dio nella concordia dei coniugi sottomessi l’uno all’altro reciproci” e ti par poco? Già questo rispetto al mondo che ci gira intorno è assolutamente rivoluzionario.
      Poi c’è anche altro, mai esplicitamente tematizzato nel blog, ma che deriva come conseguenza logica da questi presupposti, come ad esempio (re)imparare la sobrietà (che implica diversi consumi), l’umiltà (che implica diversi rapporti sociali) la solidarietà (che implica diverse relazioni extrafamiliari) ecc. ecc.

  16. Sebastiano

    Calo il mio due percento anch’io:
    il digiuno può sovvertire le leggi della natura, lo dice la Madonna a Medjugorje, lo si vede nella pratica di chi lo fa con fede.

    Un libro che da’ l’ispirazione giusta per il digiuno è “Guarigione e liberazione con il digiuno” editrice Shalom.

    Ricordo un passaggio che mi colpì molto:
    un’infermiera depressa decise di suicidarsi, e si preparò una dose mortale di tranquillanti, la bevve, e si sdraiò a letto, convinta di morire così. Era depressa, non deficiente, aveva conoscenze e lucidità più che sufficienti a dosarsi una dose sicuramente mortale di quel farmaco, non c’era motivo perché il suo piano non andasse a buon fine.

    E invece, l’indomani si svegliò, con un terribile mal di testa, ma viva. si riprese quanto poté, e andò al lavoro.

    Un medico che lavorava con lei la vide sconvolta, e le chiese cosa fosse successo.
    Lei gli raccontò l’accaduto, e lui confessò che stava digiunando (Mercoledì e Venerdì) da qualche settimana per lei.
    Il digiuno ha permesso che quel veleno non fosse mortale.

    (Spero che il mio resoconto a memoria sia esatto rispetto al libro succitato).

    Penso sia un fatto sufficiente per stimolare qualcuno a fare una prova, magari solo due venerdì consecutivi, e saltare un pasto, o stare a pane e acqua. Nn è cosa da poco sovvertire le leggi della natura.

  17. nonpuoiessereserio

    Scusate, sono OT. Ma dopo un paio di giorni di tasti MI PIACE e NON MI PIACE non mi piacciono più. Rimangano pure però io non li cliccherò, preferisco la vecchia replica, MI PIACE.

    1. Adriano

      Ma no, i pulsanti sono utili per sfogarsi velocemente, contro questo o quel commento, o commentatore che per molti fa lo stesso; e da quando ci sono, mi pare che i commenti tendano pure a diminuire, facilitando la lettura. 😉

  18. Angela

    Tornando sul CAMBIAMENTO come conseguenza della preghiera e del digiuno: i tempi ed i modi li sa solo il Signore. Mi allargo un po’ dicendo che solo Lui conosce i cuori perché li scruta con AMORE. Solo Lui è in grado di giudicare con verità ogni persona e ogni situazione. Noi non vediamo le persone e le situazioni nella verità perché siamo “incompleti” in fatto di verità: siamo umani, siamo feriti, siamo dominati da sentimenti e passioni, siamo imperfetti. E’ solo con Lui che possiamo comprendere e quindi non condannare le persone e le situazioni. LA PREGHIERA E L’AMORE OTTENGONO L’IMPOSSIBILE, insegnava quel grande maestro di preghiera e di vita, padre Andrea Gasparino. Condivido con voi questo suo testo:

    Il mio Credo nella preghiera

    Credo che la preghiera non è tutto,
    ma che tutto deve cominciare dalla preghiera:
    perché l’intelligenza umana è troppo corta
    e la volontà dell’uomo è troppo debole;
    perché l’uomo che agisce senza Dio
    non dà mai il meglio di sé stesso.
    Credo che Gesù Cristo, dandoci il “ Padre nostro”
    ci ha voluto insegnare che la preghiera è amore.
    Credo che la preghiera non ha bisogno di parole,
    perché l’amore non ha bisogno di parole.
    Credo che si può pregare tacendo, soffrendo, lavorando,
    ma il silenzio è preghiera solo se si ama,
    la sofferenza è preghiera solo se si ama,
    il lavoro è preghiera solo se si ama.
    Credo che non sapremo mai con esattezza
    se la nostra è preghiera o non lo è,
    ma esiste un test infallibile della preghiera:
    se cresciamo nell’amore,
    se cresciamo nel distacco dal male,
    se cresciamo nella fedeltà alla volontà di Dio.
    Credo che impara a pregare
    solo chi impara a tacere davanti a Dio.
    Credo che impara a pregare
    solo chi impara a resistere al silenzio di Dio.
    Credo che tutti i giorni dobbiamo chiedere al Signore
    il dono della preghiera,
    perché chi impara a pregare,
    impara a vivere.

  19. Angela

    Sul riferito al digiuno e la preghiera: “che possano avere un potere extra- personale sugli altri, sulle malattie degli altri, sulle vicende storiche e via di seguito questa è solo superstizione”.
    Forse lacorsianumerosei non ha mai sentito parlare della PREGHIERA DI INTERCESSIONE ?
    1. Ne parla la Parola di Dio già dall’Antico Testamento.
    2. Tuttora esistono veri e propri Ministeri di Intercessione in tante realtà ecclesiali.
    3. Tanta gente, nei momenti di bisogno fisico, morale e pirituale, si rivolge a conventi, monasteri, etc.
    4. Nella Messa esiste una parte proprio per l’intercessione: LA PREGHIERA DEI FEDELI.
    Attenti all’uso della parola SUPERSTIZIONE: il vescovo di Ancona è stato denunciato (non voglio fare pubblicità all’autore della denuncia quindi non lo nomino…) perché induce a credere che l’Ostia Consacrata sia il CORPO E SANGUE DI GESU’. Quindi, approfitta della superstizione della gente per trarla in inganno.

  20. Premetto che sono una vera frana nel digiunare, così come in molte altre cose che ci continua a chiedere la Vergine. Ma ci rendiamo conto che la nostra religione è non solo quella vera ma è anche l’unica in cui la Regina del Cielo si abbassa a pregarci di amare e servire Dio, invece che imporcelo come Legge? Come se dicesse: “figlioli, per favore, fate ciò che vi dico, perchè vi amo!” A pensare questo si scioglie il cuore anche a un cuordipietra come me…

  21. Isaia 58
    1 Grida a squarciagola, non aver riguardo;
    come una tromba alza la voce;
    dichiara al mio popolo i suoi delitti,
    alla casa di Giacobbe i suoi peccati.
    2 Mi ricercano ogni giorno,
    bramano di conoscere le mie vie,
    come un popolo che pratichi la giustizia
    e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio;
    mi chiedono giudizi giusti,
    bramano la vicinanza di Dio:
    3 «Perché digiunare, se tu non lo vedi,
    mortificarci, se tu non lo sai?».
    Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari,
    angariate tutti i vostri operai.
    4 Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi
    e colpendo con pugni iniqui.
    Non digiunate più come fate oggi,
    così da fare udire in alto il vostro chiasso.
    5 È forse come questo il digiuno che bramo,
    il giorno in cui l’uomo si mortifica?
    Piegare come un giunco il proprio capo,
    usare sacco e cenere per letto,
    forse questo vorresti chiamare digiuno
    e giorno gradito al Signore?
    6 Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
    sciogliere le catene inique,
    togliere i legami del giogo,
    rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?
    7 Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato,
    nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto,
    nel vestire uno che vedi nudo,
    senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?
    8 Allora la tua luce sorgerà come l’aurora,
    la tua ferita si rimarginerà presto.
    Davanti a te camminerà la tua giustizia,
    la gloria del Signore ti seguirà.
    9 Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà;
    implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!».
    Se toglierai di mezzo a te l’oppressione,
    il puntare il dito e il parlare empio,
    10 se offrirai il pane all’affamato,
    se sazierai chi è digiuno,
    allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
    la tua tenebra sarà come il meriggio.
    11 Ti guiderà sempre il Signore,
    ti sazierà in terreni aridi,
    rinvigorirà le tue ossa;
    sarai come un giardino irrigato
    e come una sorgente
    le cui acque non inaridiscono.
    12 La tua gente riedificherà le antiche rovine,
    ricostruirai le fondamenta di epoche lontane.
    Ti chiameranno riparatore di brecce,
    restauratore di case in rovina per abitarvi.
    13 Se tratterrai il piede dal violare il sabato,
    dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro,
    se chiamerai il sabato delizia
    e venerando il giorno sacro al Signore,
    se lo onorerai evitando di metterti in cammino,
    di sbrigare affari e di contrattare,
    14 allora troverai la delizia nel Signore.
    Io ti farò calcare le alture della terra,
    ti farò gustare l’eredità di Giacobbe tuo padre,
    poiché la bocca del Signore ha parlato.

  22. Maxwell

    io li faccio dal 2007.
    Prima con lo zelo furibondo in stile “ebreo”, cioè io rispetto la legge e tu mi dai in cambio….come se fossi alla macchinetta del caffè, asino che non ero altro…. Poi quando non ho ottenuto secondo il mio egoismo, sono passato verso il “protestantesimo”…… cioè alla rassegnazione…. Signore, ci sono 5 miliardi di non cristiani, almeno dai una pedata nel sedere a qualcuno e sbattilo nel purgatorio anzichè mandarlo dal fetentone…..
    Poi quando mi sono ritrovato piagato e sofferente sul montone di merda in stile GIOBBE li ho fatti solo per mantenere la linea talmente ero furibondo……….
    Ora cerco di farli da cattolico e solo in parte per la linea, anche se le tentazioni sono sempre tante e sembra che ogni cosa importante nella vita avviene di mercoledi e venerdi.( però il 7 ottobre ho conosciuto Alberto e Alessio e ho mangiato una sanissima pizza. Connie……è sul conto tuo!!! 🙂 8) 8) 🙂 )
    D’estate non soffro per il cibo ma bere solo acqua è veramente un calvario…..a volte ci infilo qualche goccia di aceto per dissetarmi meglio. Autunno ed inverno tra le 20.00 e le 21.00 volano un po’ di porconi verso qualche zio d’America ancora ignoto, poi passa tutto, anzi , alla mattina dopo riesco anche a non fare colazione e tirare fino al mezzogiorno- una del giorno dopo.
    Poi c’è sempre il fuoco dei nemici che ti prendono per il sedere ed il fuoco amico di quelli che si dicono cattolici ma ti danno dell’ipocrita se al giovedi mangi un dolce in più.

    1. Velenia

      Ah,c’è un vantaggio anche per la linea? Moolto interessante!Sul fatto che un digiuno fatto qui possa aiutare anche una madre giapponese o della Nuova Zelanda non nutro alcun dubbio,si chiama Comunione dei Santi e lo recitiamo nel Credo ogni domenica.
      Beh,io mercoledì quasi quasi ci provo e ci metto un’intenzione particolare pure,per il prof.d’italiano di figlio-grande,che mi sono mangiata a colazione stamattina (metaforicamente e il prof,non il figlio) perchè capisca che è una sfida al suo modo d’insegnare non un problema.Chiedo preghierine per quest’intenzione.

  23. anna

    Torno dopo un periodo di assenza. Mi son persa tanto 🙁
    Bellissimo il post della big Costanza, mi fa riflettere e spero anche agire 🙂
    ……mi sento così poco affidabile agli occhi di Dio. Ahimé

  24. Giuseppe

    Durante la Quaresima lo faccio sempre e mi impegno perchè riesca: quindi il venerdì ho da lavorare fino a tardi e per i dolci degli altri giorni ..ci son delle analisi.
    Nel resto dell’anno ci provo: dei Venerdì ci riesco altri no. Altre volte ci riesco a metà: aspetto mezzanotte e poi mangio. Così non mi piace, mi sembra solo formale e per neinte desiderato, per cui mi incavolo tutto.
    Non so però se serve a cambaire la Storia: mi limito a farlo perchè va fatto ed essendo in buonna salute e maggiorenne da tempo non ci son esezioni.

  25. Fk

    “basta far deflagrare milioni di rosari e digiuni insieme perché Dio cambi in un soffio il corso della storia”.

    Dio ti benedica, Costanza, per tutto quello che stai facendo e per come lo stai facendo…
    Maria, Regina della Pace, prega per noi!

      1. Maxwell

        magari ci fossero 1 miliardo di cattolici che dicono un rosario al giorno………………………………………

  26. Ma , sinceramente, davvero avete un’idea si Dio così primitiva da credere che ci vogliano le preghiere per propiziarselo? Iddio sarebbe così meschino da pretendere che lo si preghi per fare del bene agli uomini? Che ci si inginocchi?
    Che lo si implori? A me mi sembra un’offesa alla persona di Dio(se esistesse) questa creduloneria delle preghiere, rosari, litanie, novene, giaculatorie, eccetra….

    1. I bambini non riescono a capire il teorema di Pitagora, Alvise. Questo non significa che allora è una scemata. Semmai significa che i bambini sono un po’ scemi (proporzionalmente alla loro età, s’intende). Evidentemente se la Vergine chiede rosari e penitenza (tutto il resto vien da sè) è perchè queste cose schiudono accessi troppo grandi per esser compresi da menti ancora infantili nei riguardi di Dio. A noi che riceviamo queste richieste sta -semmai- il difficile compito di cercare fondate spiegazioni, non quello facilissimo di sollevare banali obiezioni. Credo ut intelligam, diceva qualcuno.

    2. Alvise, la preghiera agisce la dove non possiamo arrivare con le opere. Come dice Velenia, c’è la comunione dei santi, siamo tutti membra di uno stesso corpo. Se tu hai un bimbo malato, lo curi, lo affidi ai medici, e poi che fai? Preghi. Se c’è un epidemia in Somalia e tu lavori non puoi recarti personalmente a dare conforto, cosa fai? Preghi. Dio ascolta le nostre preghiere.

    3. Velenia

      Mah,io sono veramente così primitiva che se mio marito mi regala un mazzo di fiori o mi dice che mi ama sono contente.
      Sono così primitiva che stasera sono felice che figlio grande abbia
      imparato ( insieme a me) il presente e l’ imperativo di eimi'(ma lo sapevate che onton è una delle possibili forme del duale e da lì viene ontologico?nel mio sgarrupato liceo non me lo avevano insegnato).Sono contenta che terzo figlio stia facendo la doccia senza protestare e che mi abbia abbracciata,sono un pò dispiaciuta che secondo figlio non abbia fatto i compiti,e sono piena di tenerezza per quarta figlia che sta sistemandosi lo zaino.E se io che sono cattiva sono così contenta quando i miei figli mi ascoltano,e quando mi chiedono qualcosa sarei disposta ad andare in America pur di dargliela,ti immagini Dio,che invece è buono?

  27. Velenia

    Costanza, tu che sei una classicista,c’è un santo che protegge chi sta imparando le lingue classiche e chi le sta reimparando in veneranda età?

  28. Fk

    Vedi Alvise non è che bisogna propiziarsi Dio con le nostre preghiere e digiuni… è che Dio ci vuole sui collaboratori! Nella nostra fede, che spero tu possa abbracciare presto (hai tutto da guadagnarci, vedrai!… e sono convinto che tu un po’ devi fare la parte dell’ateo, senza troppa convinzione… perché altrimenti non mi spiego il tuo essere massicciamente presente dentro questo blog…), Dio è realmente presente nell’eucaristia solo ed esclusivamente quando un sacerdote validamente ordinato pronuncia quelle particolari parole durante quel particolare rito; se tu ed io ci mettessimo di impegno non ci riusciremmo a fare quello che un sacerdote fa quando celebra i sacramenti. E questo per scelta Sua… mi sembra che Egli si sia talmente compromesso con noi, si è talmente legato a noi che le nostre preghiere sono necessarie per il bene nel mondo come un lasciapassare che diamo al Signore perché Lui possa realizzare i suoi progetti… Egli, pur essendo Onnipotente, sceglie di essere impotente di fronte alla nostra volontà… ci rispetta, non ci violenta… il male invece fa esattamente il contrario…

    1. Già…. Ci pensavo ieri mattina a messa… Ci lascia talmente liberi che si è reso Pane! Ogni volta che noi ci comunichiamo abbiamo l’Infinito tra le mani!! E con orrore pensavo che le nostre mani fanno meno fatica a distruggere che a creare, ad amare. Dio si piazza sulle nostre mani, consapevole dei rischi che corre!
      Dio è meraviglioso!!

  29. Velenia, non saprei… Forse mi affiderei a san Girolamo, che col greco e il latino ci sapeva fare molto molto bene, ma aveva anche un caratteraccio (anche se, scusa, tu dici di averlo ma secondo me sei dolce come il miele…)

  30. Tanti anni fa ho visto un film che si intitolava “Dio ha bisogno degli uomini”. Ora dico la schietta verità: non mi ricordo assolutamente nulla della trama di questo film. Mi ricordo solo che era in bianco e nero, e anche un po’ datato. Però quel titolo mi ha colpito molto, e ogni tanto ci ripenso. Sì, Dio ha bisogno di noi. E non perchè non sia abbastanza grande ed onnipotente, è grande e immenso indipendentemente da noi, piccoli miserabili puntini nell’universo. Ma se ci ha creati e se 2000 anni fa si è fatto bambino bisognoso di cure come tutti i poppanti della storia, un motivo lo deve avere avuto. Giorni fa mi riguardavo un libro che riproduce gli affreschi di Giotto nella Basilica Superiore di Assisi: tra questi c’è l’episodio dell’estasi di San Francesco, dove il santo appare su una nuvola, sollevato da terra e si protende verso Dio. Dio è come una calamita che ci solleva da terra, è un amore così potente, un richiamo così potente per il nostro cuore bisognoso d’amore che noi non possiamo resistergli, se non facendo violenza a noi stessi. Come diceva Velenia prima, noi amiamo i nostri figli anche quando non ci ricambiano; ma se ci ricambiano facendo cose buone siamo ancora più felici. Dio ci ha voluti per essere Padre, amante e riamato.
    Io con i digiuni sono una schiappa cosmica; mi è capitato di farli in quaresima specialmente ai tempi dell’università quando eravamo in sei in uno stesso appartamento e l’unione tra di noi ci rendeva più fedeli al gesto. Poi ho un po’ tralasciato questa pratica, anche perché azzannare un panino a mezzanotte con gli occhi di fuori mi metteva tristezza. Però lo scorso agosto il messaggio della Madonna di Medjugorie ne parlava, di questo digiuno. Mi sono chiesta che senso avesse oggi aderire a questo richiamo. E vedo però che i risultati di questo “sacrificio” ci sono davvero su chi lo compie, vedo dei miracoli intorno a me e su chi pratica il digiuno. Ci sono persone la cui vita è talmente trasfigurata dalla loro fede che tutto quello che compiono è gesto che cambia il mondo. Altro che sfascio di cose e incendi ai cassonetti della mondezza! Il vero cambiamento della storia è la preghiera che smuove le montagne! Il cristiano che si muove nelle cose della sua vita quotidiana portandosi dentro la preghiera emana una luce che non è sua, cioè è sua ma gli viene da un Altro. Io voglio vivere la vita da protagonista di realtà e di storia, e l’unico modo è questo. Tutti gli altri modi sono zero, adatti a chi si accontenta di fare casino per non cambiare nulla e rimanere più scontento di prima.

  31. Alvì, per quanto mi riguarda ho le stesse tue perplessità su digiuno e preghiera. Possibile che Dio abbia bisogno di noi che lo imploriamo per scegliere cosa fare? E allora che Dio è?
    In effetti è una cosa un po’ strana. Dio sa già pure come va a finire ogni cosa, possibile che cambi idea in base al numero dei rosari che noi diciamo?
    Sai che ti dico? Non lo so com’è. Ma sono così tante le cose che non capisco di questo Dio che questa è una delle più semplici da accettare.
    Dio vuole che preghiamo e digiuniamo. Che lo vuole non c’è bisogno che ce lo dica la Gospa (si chiama così, vero? non sono praticissima di apparizioni, anche se a pensarci la mia fede bambina radica nella lettura di un libricino sulla madonna di fatima e i tre pastorelli, ma non riesco ad alimentare la mia fede con apparizioni e cose così, sono una un po’ pratica e concreta, attaccata al vangelo e alla chiesa, credo che esistano i miracoli ma dubito che nella mia vita vedrò mai un muto riprendere a parlare e un cieco vedere. Ne ho visti tanti di miracoli ma d’altro genere.). La Madonna, se è lei come pare che sia, non fa altro che ricordarci qualcosa che dovremmo già sapere bene. Gesù pregava e digiunava, e se noi vogliamo essere altri cristi magari è bene che proviamo a imitarlo anche in questo, non solo predicando.
    Ma perchè pregare? Dio non sa già come va a finire? Perchè digiunare? Possiamo cambiare il corso della storia?
    Io non ho trovato risposte.
    Tuttavia c’è un fatto che mi convince che provare a pregare e digiunare un po’ un senso ce l’abbia. Quando prego parlo con Dio. Parlo con lui come si parla con un padre, come una madre. Io in realtà quando prego parlo con Lui soprattutto come con un amico. Infatti faccio anche fatica a pregare per chiedergli qualcosa: alla mamma si chiede qualcosa, con gli amici si fa insieme qualcosa di bello. Comunque Dio è amico ed è padre (e madre) e così oltre a fare qualcosa di bello insieme a Lui ogni tanto ci provo anche a chiedergli qualcosa.
    Quando ci si relaziona con qualcuno, ci si racconta, ci si apre, allora ci si conosce. Non solo si conosce l’altro, ma conosciamo un po’ di più noi stessi. A me succede sempre, quando incontro un nuovo amico. Ascolto, e mi racconto, e si cresce nella conoscenza l’uno dell’altro e di se stessi. E ci si vuole bene. Ci si vuole più bene quanto più la conoscenza è autentica. Pregare è parlare con Dio e pregando mi accade lo stesso: conosco di più Dio e quindi conosco di più anche me. E quando Gli chiedo qualcosa mi ricordo che Lui è Dio e io creatura. E che Lui è Padre e io figlia. E quando digiuno (praticamente solo il venerdì santo e il mercoledì delle ceneri) succede lo stesso. Conoscere la verità su me stessa e su di Lui, la verità che ci farà liberi. La libertà è il mistero più grande che sta dietro tutta ‘sta storia: Dio ci ha creati liberi e per la nostra libertà è morto. Ecco, quando prego a me succede questo: mi scopro creatura libera e amata da Dio. E quando prego per qualcuno succede anche un’altra cosa: gli voglio più bene. La preghiera rende migliore prima di tutto me. Mi aiuta ad amare. E visto che la comunione dei santi è una roba meravigliosa, se io oggi sono un po’ meno peggio di ieri allora anche tutti gli altri ne beneficeranno.
    in conclusione io non so se funziona che se dico un’avemaria tutti i giorni per Alvise quello poi si converte. Sicuramente se dico tutti i giorni un’avemaria per Alvise finirò per volergli un po’ più di bene. E l’amore è fecondo, sempre. E sarò un po’ migliore io, e saranno un po’ migliori tutti gli altri “santi”. E magari poi Alvise si converte 🙂
    Ecco perchè cerco di pregare ogni giorno un po’. E di pregare per gli altri. Ed ecco perchè il digiuno non mi sembra una follia. Non perchè penso di cambiare la storia. O forse sì 🙂
    Buonanotte Alvì! Buonanotte a tutti.

    1. paulbratter

      questa storia che Dio sa già come va a finire mi fa scervellare perchè non credo che sia così. non so darmi una spiegazione razionale (perchè poi la resurrezione della carne ce l’ha?) ma la spiegazione che mi sono dato e che siamo ancorati a una concezione dello spazio e del tempo “terrestre” e mentre un’idea soprannaturale dello spazio possiamo provare ad averla (il paradiso) l’idea che Dio sia padrone del tempo è complicatissima. Per Dio lo scorrere del tempo non esiste: Egli è in ogni luogo e in ogni tempo. O sbaglio?

      1. deve essere una cosa del genere. E’ un fatto che Dio già sa come va a finire (non sarebbe Dio altrimenti). E’ anche un fatto che ha voluto che noi scegliessimo liberamente il nostro destino.
        Sinceramente piuttosto che rompermi la testa su questa cosa preferisco usare le mie energie per fidarmi di Lui. Lascio a filosofi e teologhi il compito di dirimere l’arcano 🙂

        La storia siamo noi, nessuno si senta offeso,
        siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
        La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso

  32. Roberto

    Se volete, posso provarci, a spiegare il senso del mistero dell’Onniscenza di Dio di fronte al tempo, per come l’ho capita.
    In realtà, una volta che si ammette l’evidenza che Dio non è certo soggetto né allo spazio né al tempo, trovo che la ragione umana riesca ad accogliere senza tanti patemi questo grande Mistero. Dio prescinde totalmente dal tempo e dallo spazio (di fatto, tempo e spazio fanno parte di ciò che Lui ha creato). E la Sua Incarnazione è perciò già di per sé un Evento sconvolgente oltre ogni nostra immagnazione.
    L’Onniscenza divina certamente vede ogni cosa. Siamo noi a percepire il futuro come qualcosa ancora da accadere, così l’idea che Dio già lo conosca ci sembra soffocante, come se non fossimo liberi. Credo che sia questo il motivo per cui questo concetto ci riesce così indigesto.
    Di fatto però l’Onniscenza di Dio non toglie nulla alla nostra libertà. Per fare un esempio sciocco, io so, nel momento presente del tempo X, che a cena mangerò qualcosa. Posso scegliere cosa mangiare, posso scegliere se digiunare, posso scegliere di andare al ristorante, posso persino scegliere di prendere un aereo per l’altra parte del mondo e sorvolare l’oceano all’ora di cena – oh, posso anche scegliere di buttarmi giù dalla finestra e così non mangerò più niente nella mia vita. Comunque, quando arriverà l’ora di cena, quando cioè quel momento futuro che io ho immaginato e atteso diventerà “presente”, è certo che io sarò costretto a scegliere di fare “qualcosa”. Anche non far nulla è un “qualcosa”. Tutti i numerosi (non infiniti) atti potenziali a mia disposizione si ridurranno a uno solo: il presente è l’imbuto del futuro, riassume tutti i potenziali futuri a uno solo.
    Dio vede già quell’uno. Questo non vincola la mia libertà: è che Dio sa già cosa sceglierò; vede già tutti i “puntini” del tempo che stanno dopo X. Per Dio tutto è “presente”, per dire così. Tutto è ridotto a uno.
    Sapendo già tutto quanto (questo è tremendo a rifletterci sopra), Dio sa già, per ciascun essere umano in ogni tempo, se questi si salverà o si dannerà. Dio già adesso conosce tutti i nostri destini eterni. Lo sa ancora prima di crearci – questo è uno dei Misteri più tremendi della nostra Fede. E perciò, beato l’uomo perché non conosce la sua sorte!
    Questo è il concetto della prescienza divina. Fu davanti a un Mistero così vertiginoso, che i protestanti scivolarono da esso al concetto di predestinazione umana: poiché Dio sa già, io cosa posso fare? Che senso hanno i miei sforzi, le mie penitenze, la mia vita, il mio impegno di collaborare con Cristo alla mia salvezza, dato che Lui sa già che ne sarà di me? Confusi così da un tale mistero, lo confusero con la predestinazione, trascurando che noi siamo liberi di agire nel tempo. Noi possiamo scegliere se, per cena, vogliamo il pollo arrosto o la canna di una pistola – questo ovviamente fa la differenza. Che Dio veda già quel momento non conta – la risposta che noi diamo al Signore nel tempo, è nostra risposta. Ci appartiene e ne siamo responsabili.
    Stabilito questo, posso provare anche a dare una risposta alla domanda di Fefral (ehilà, Fefral! 😉 ) e cioè:

    Alvì, per quanto mi riguarda ho le stesse tue perplessità su digiuno e preghiera. Possibile che Dio abbia bisogno di noi che lo imploriamo per scegliere cosa fare? E allora che Dio è?
    In effetti è una cosa un po’ strana. Dio sa già pure come va a finire ogni cosa, possibile che cambi idea in base al numero dei rosari che noi diciamo?

    Lo ha già detto Fk qua sopra (commento ore 21.52). E’ come se l’Onnipotente si facesse in una certa misura impotente per noi. Ci associa alla Sua opera, noi che siamo meno di niente: non solo insignificanti creature di fronte a Lui, ma pure bacati dalla tara del peccato. Non ricordo più quale Santa ebbe una visione di Gesù con una raggiera di luce sulle mani, mentre le veniva detto che quelle erano alcune tra le grazie che Cristo avrebbe voluto darci ma erano rimaste inespresse perché nessuno aveva pregato perché avvenissero.
    Questo è straordinario. Dio sa già tutto quello che accadrà, e anche se il Suo trionfo è assicurato, vuole che noi ci associamo a esso. Dio vuole operare facendo delle due razze di creature razionali che scelse di creare (angeli ed esseri umani) Suo strumento. Così ci fa dono di una dignità smisurata. Con la vita e la Passione di Cristo ci ha permesso di partecipare con ogni aspetto della nostra comunissima vita all’opera della Redenzione, di aprire nel mondo porte per far entrare grazie divine. Noi non siamo altro che un ago minuscolo, ma Gesù può adoperarci per cucire assieme il tempo e l’Eterno, unendo le nostre opere alle Sue, nella fatica e nella gioia. Far questo è la preghiera continua (non l’orazione continua, che sarebbe impossibile); chissà che un giorno non impari a farla 🙂 Dev’essere meraviglioso rendersi, anche nella più semplice quotidianità, strumento che annoda terra e Cielo. Mi viene da immaginare un pescatore che cuce la sua rete davanti al mare, al tramonto.
    Nella preghiera e nel digiuno questo deve accadere in un modo speciale.
    Visto che non vedo Andreas Hofer da nessuna parte, stavolta Thibon lo cito io 😉 (tanto questa citazione l’ho scoperta grazie a lui…). Queste parole dicono sul mistero della preghiera, infinitamente più di quanto potrei mai fare io.

    «Pregherò per te». Ho mai udito parola umana che giunga da più lontano? Giunge dalla confluenza di Dio e dell’uomo. Tu rispondi di me davanti a Colui che è tutto e che è anche me stesso. La preghiera per il prossimo è come un aspetto inverso del martirio: la preghiera fa dell’uomo che prega un testimonio, la cauzione di un altro uomo davanti a Dio. Sei più vicino a me di quanto lo sia io stesso, perché sei tra Dio e me. Sei come un baluardo innalzato contro la sua giustizia e un varco aperto sul suo amore. Nel cuore della dolce e mortale lotta tra l’uomo e la sua fonte, tu combatti al mio posto. Il tuo amore temerario si è infiltrato nella scissura stessa che mi separa dal centro, nel vuoto scavato dalla mia ribellione e dalla mia viltà. Tra quali pietre hai posto la tua anima! Sembri volgermi il dorso e invece il tuo volto è esposto, per me, ai colpi diretti, ai richiami dell’ignoto; non mi parli, ma parli di me al silenzio. Pregare per qualcuno è come aderire, al tempo stesso, a Dio e all’uomo, è come realizzare il perfetto equilibrio ha questi due amori.

    1. ciao roberto 🙂
      La libertà è la cosa che più mi esalta della nostra fede.
      Oggi riflettevo sul commento di Costanza in cima a tutto
      “è Dio che, ascoltando il nostro grido, cambia la storia. Non è il grido a cambiare la storia. ”
      E’ vero. E’ Dio che cambia la storia. Ed è la grazia che cambia noi stessi e ci salva.
      Ma è vero anche che Dio cambia la storia insieme a noi.
      Senza il nostro assenso libero la grazia non opererebbe in noi.
      Dio vuole la mia libertà, io posso oppormi alla grazia. Quindi io o faccio la storia insieme a Dio oppure me ne tengo fuori. Rimane il fatto che se faccio la storia insieme a Dio la faccio davvero insieme a Lui. Non si tratta solo di un contentino, non è come quando la mamma fa finta di far preparare il pranzo alla figlia piccola, poi getta via il pranzo della bimba e lo sostituisce con quello che ha fatto lei. No, il piatto che va in tavola è quello della figlia (io). Ma grazie alla mamma (Dio) quel piatto è perfetto

      Cioè, non vi esalta ‘sta storia? Quella del fatto che prepariamo il pranzo insieme a Dio ed è proprio il nostro piatto quello che finisce in tavola?

      Buonanotte!

    2. paulbratter

      uè Roberto è bello quello che scrivi e come lo scrivi. Sono d’accordo con te questo tipo di considerazioni sono molto simili alle conclusioni alle quali sono giunto anch’io (anche se non so scriverle così). Questa concezione del tempo mi ha anche permesso di dare una risposta alla domanda ” cosa succede immediatamente dopo la morte e prima della resurrezione dei corpi” in realtà non esiste nessun dopo con la nostra morte finisce la nostra esistenza su questa terra e finisce anche il nostro tempo di questa terra per cui dopo la morte “avviene” la fine dei TEMPI la resurrezione dei corpi e il giudizio di Dio.

      1. Tesi suggestiva, Paul, e qualche decennio fa l’hanno avuta anche alcuni teologi (tra cui perfino Biffi!), ma presenta diversi problemi – soprattutto la frattura della comunione dei santi tra chiesa militante e chiesa gloriosa – per cui non può essere accolta senza che scombini gravemente altri punti dell’armonia dei misteri. Se vuoi qualche spunto in merito, ne trovi qui (non sarà il massimo ma è il primo che ho trovato a quest’ora). 😉
        Buonanotte.

  33. Roberto

    Ciao, Fefral! Sì, anche a me quel che dici gasa parecchio 😉

    Paul, grazie!

    Effettivamente come dice Cyrano c’è la questione della comunione dei Santi tra Chiesa militante, sofferente e gloriosa. Posso citare il Catechismo Maggiore compilato da San Pio X:

    126 D. Se ciascuno, subito dopo morte, dovrà es¬sere giudicato da Gesù Cristo nel giudizio par-ticolare, perché dovremo essere giudicati tutti nel giudizio universale?
    R. Dovremo essere giudicati tutti nel giudizio universale per più ragioni: 1.° per gloria di Dio; 2.° per gloria di Gesù Cristo; 3.° per gloria dei Santi; 4.° per confusione dei cattivi; 5.° finalmente affinché il corpo abbia con l’anima la sua sentenza di premio o di pena.

    che in questo articolo dà per scontato la separazione dei giudizi.
    Anche Ratzinger ne scrisse nel 1977 (in Sacramentum Mundi – Risurrezione della carne – aspetto teologico), escludendo l’idea del “sonno della morte”, ma comunque chiarendo che chi appartiene al corpo di Cristo è già, dopo la morte, nella sfera della resurrezione, partecipa da subito alla resurrezione di Gesù in cui è vinta la morte, anche se non ancora con il corpo.

    E’ un bel mistero come sia possibile che il tempo getti in qualche forma la sua ombra anche nell’aldilà. Magari siamo noi Chiesa militante che teniamo in qualche forma “ancorato” l’Eterno al tempo. Come bambini che tengono in mano un palloncino, chissà 😀

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