Maria Elena di trentamenouno ha scritto un post pensato appositamente per noi.
di Maria Elena Rosati
Il mondo della pubblicità è pieno di sorprese. Nel tempo di uno spot si possono concentrare mille messaggi, basta una frase ad effetto, un’immagine ben piazzata, uno slogan efficace e il gioco è fatto. Le pubblicità dei prodotti “femminili” sono fantastiche in questo senso: dalle riviste patinate, fino agli assorbenti e ai medicinali, sono capaci di smontare nel giro di 30 secondi l’immagine minimamente dignitosa una donna, anche la più normale, dipinta nella maggior parte dei casi come una che ha tra gli argomenti di conversazione ricorrenti i pruriti, gli odori, i fastidi intimi e via dicendo. E’ vero che noi donne quando siamo insieme parliamo di tutto, ma a me non è mai capitato di affrontare con tanta leggerezza certi argomenti, come se parlassi del prezzo delle zucchine al mercato. E invece la pubblicità ci rivela che le donne sono così, piacevolmente logorroiche anche sulle questioni più delicate. Pensa un po’.
L’ultima che mi ha fatto pensare è stata la pubblicità di un celebre, diffusissimo analgesico al femminile. Lo spot originale era, diciamo così, innocuo e tutto sommato dipingeva una situazione abbastanza realistica, ed era muto. Prima. Perché da qualche tempo è stata aggiunto in coda un annuncio con cui viene sponsorizzato un sito internet dedicato alle donne, e guidato da un simpatico fumetto, un piccolo supereroe che si chiama (fate conto che stia sussurrando….)….Mestruoman.
Reazione primaria: girare la testa verso tv, sgranare gli occhi, aprire bene le orecchie. Reazione secondaria: accendere il computer per capire se ho capito bene. E in effetti ho capito bene. Il sito http://www.lunastorta.it/ è un blog sull’universo femminile: consigli, informazioni e l’immancabile esperto che risponde alle domande intime dalle naviganti. E fin qui ,se escludiamo tutta una serie di luoghi comuni, nulla di strano. E poi, come segnala l’indicazione sull’home page del sito, ci si diverte con lui, il piccolo Mestruoman, supereroe in mutande protagonista di una serie di fumetti a tema sul rapporto fra uomini e donne. Già questo ti lascia più perplessa, anche perché i fumetti non fanno ridere. Quello che ti ammazza è lo slogan che domina su tutto il sito (“a me passano, a lui restano”) e il manifesto di pensiero che ne segue. La filosofia di base è questa: la donna è isterica, suscettibile, umorale e piagnona solo nei giorni del ciclo, l’uomo invece presenta queste stesse caratteristiche in modo perenne e incancellabile. In pratica la donna dopo il ciclo torna ad essere normale, e quindi perfettamente padrona di sé, e consapevole delle proprie capacità, l’uomo invece rimane sempre un po’…. donna, che per lui però guarda caso fa rima con….. stupido. Qui non esiste la proprietà transitiva, ah no: le donne non perdono mai un colpo, e se succede hanno il ciclo che le giustifica, gli uomini invece sono sempre in debito per qualcosa, e non possono contare nemmeno su un alibi valido. Da qui l’immagine del supereroe mutandato che fa il belloccio ma in realtà è un bambinone, una femminuccia in perenne crisi ormonale. Mestruoman appunto, prototipo di quel tipo di uomo che tutte le donne trovano sulla loro strada almeno una volta nella vita.
Ora, io non sono la persona più indicata per parlare delle differenze tra uomini e donne, abbiamo la fortuna di conoscere chi sa farlo in modo meraviglioso. Io mi ricordo solo le poche certezze della vita di una donna: la fondamentale è di essere naturalmente predisposta alla maternità. Per realizzare questo progetto meraviglioso il suo corpo è stato “programmato” con una serie di dispositivi che si attivano ogni mese, secondo un ritmo armonico naturale. Non è questione di attitudine emotiva, di predisposizione, di scelta, ma è un dato di fatto: il corpo della donna, di ogni donna in ogni tempo e ad ogni latitudine, funziona così. E’ un ciclo naturale che ci accompagna dall’adolescenza all’età matura, passando attraverso gli anni decisivi della vita: è fastidioso, e possiamo parlare quanto volete della puntualità svizzera con cui vengono segnati esami, giornate di lavoro massacranti, matrimoni e, ovviamente, settimane al mare. L ‘essenza della femminilità è in questa armonia ed è proprio questo che ci rende diversi, evidentemente nell’aspetto fisico, ma anche nel modo di vedere le cose, nel sapere accogliere, nel parlare, nel relazionarsi con gli altri. Stiamo parlando della parte più intima di noi, che forse, meriterebbe di essere trattata con un minimo di rispetto in più. Quindi il mio cuoricino chiede a gran voce: perché voler cercare a tutti i costi un terreno di confronto (leggi rivalsa) anche sulle certezze su cui è impossibile confrontarsi?
Possiamo dirlo a voce alta? Le persone così sicure della propria perfettezza, così fiere della superiorità che pensano di avere sugli altri, dell’intelligenza sopraffina che contraddistingue il loro agire sono, alla lunga, insopportabili. Mogli e mariti che non vedono l’ora di poter additare davanti a tutti gli errori reciproci per deriderli gratuitamente, sorelle e fratelli che tengono il conto delle sviste e delle ingenuità( mi ci metto anch’io nel mazzo!), coppie di fidanzati in cui si parla a tempi stabiliti, solo se autorizzati e solo secondo copione. Torniamo con i piedi per terra. Gli uomini sanno essere sciocchi, infantili, superficiali, indifferenti, sanno buttarti l’ansia addosso come nessuno al mondo,e chi più ne ha più ne metta, ma non è che le donne siano migliori, o che non presentino gli stessi difetti, uno per volta, ma anche tutti insieme. “Beh, nessuno è perfetto”, recita la battuta finale di “A qualcuno piace caldo” ed è vero: nessuno di noi, uomo o donna, può considerarsi superiore all’altro. Siamo diversi, e ringraziamo Dio per averci pensato diversi, e perché ci ama infinitamente anche così, incompleti, fragili, bisognosi del rapporto con l’altro per conoscerci, dello scambio per completarci. Impariamo tutti, uomini e donne, a riconoscere con umiltà le debolezze, le paure, le meschinità, le piccolezze che fanno parte di noi, e ad abbracciare quelle degli altri, insieme a quelle bellezza profonda, a quella tensione continua verso il perfetto, l’infinito e l’eterno nell’amore e nella felicità, che lasciano trasparire il sigillo di Dio, e il fatto che siamo stati creati a immagine e somiglianza Sua.
Perché alla fine sono queste certezze che restano. Il resto davvero passa, a lui e a lei.
visita il blog di Maria Elena trentamenouno
Ciao a tutti.
Che ne dicono le donne sottomesse di questo “non fare”?
http://www.lunastorta.it/fare-nonfare/esempio-2/
Ma che èèè???
@Sini,guardo pochissimo la televisione,questa pubblicità che vedo qua per la prima volta,mi sembra la cosa più maschilista che vedo negli ultimi 10 anni.(e per favore troll,risparmiatemi le battute sul Cav.),perchè come dice Maria Elena,tocca proprio l’ intimità del femminile e la ridicolizza.
Un tempo non molto lontano,diciamo fino a trent’anni fa,qui in Sicilia il menarca era salutato da un vero e proprio festeggiamento.La mamma lo diceva alle proprie sorelle,alle cognate,alla madrina di battesimo della ragazzina che riceveva in regalo capi di biancheria intima e piccolie aggiunte al corredo(che era già in fase avanzata),un paio di asciugamani ricamati,un servizietto da colazione,cose così.Nelle sfamiglie borghesi,padri e fratelli regalavano un mazzo di fiori.Si facevano gli auguri alla ragazzina,ormai era donna.
Io purtroppo non ho avuto tutto questo,mia madre era,o si sentiva,più moderna,e me ne dispiaccio perchè quest’apparato rituale trasmetteva un’idea:essere donne è bello,poter dare la vita è un privilegio,tu sei preziosa proprio per la tua particolarità,non sei meno di un uomo,non sei di più sei diversa
Errata corrige,famiglie non sfamiglie,
Cara Velenia,
io la televisione non ce l’ho proprio.
Ma a me questa sembra la cosa più femminista che io abbia mai visto.
Ma, come dice mio suocero (un poeta…), “il punto della veduta dipende dal punto della seduta”.
Sini e Velenia: sono d’accordo con entrambi. Quella tristissima Biancaneve che non si rende conto di quale felicità sta tenendo in braccio mi sembra squallidamente femminista, ma alla fine anche maschilista, perché credo che siano due facce dello stesso atteggiamento di reciproca sopraffazione, di competizione, di egoismo. Non a caso quella foto l’ho già vista pubblicata su D di Repubblica, il manifesto della tristezza cosmica.
PapàGT, sul ‘sole24ore’ di oggi: Senza bambini il Pil non cresce e tutto il sistema va indietro
Grazie al Comitato per il progetto culturale della Cei, è stato pubblicato un rapporto sul problema demografico. Si tratta di un volume essenziale sul cambiamento demografico. Contiene le analisi elaborate da studiosi italiani di cultura cattolica fra i più prestigiosi, sotto la guida del cardinale Camillo Ruini. L’autorità morale si preoccupa di influenzare scelte di vita riferite a matrimonio e procreazione con il fine di dare vero senso alla vita umana per chi ha vocazione matrimoniale, con attenzione anche agli aspetti economici del problema demografico. Oggi, però, è più facile immaginare che le ragioni per una politica demografica possano essere economiche piuttosto che morali, pertanto potrà esser il senso di responsabilità pragmatico, piuttosto che quello di convincimento morale, ad aver il sopravvento facendo far figli perché opportuno anziché perché bene e opportuno. Purtroppo in un periodo di crisi di idee e culture forti è più facile influenzare i comportamenti anziché sperare di influenzare le idee. Poniamoci in proposito la domanda eterna: viene prima l’uovo o la gallina? Si deve essere ricchi per sposarsi e potersi permettersi di fare figli o si “diventa ricchi” sposandosi e facendo figli Questo Rapporto risponde in maniera importante e coraggiosa alla domanda, proprio dopo trent’anni di scarsa attenzione al problema natalità. Nonostante il richiamo continuo dei pontefici in varie encicliche. Si pensi a Mater et Magistra (Capitolo 2, Paragrafo 172 e seguenti) dove Giovanni XXIII anticipa profeticamente i problemi che solo 15-20 anni dopo esploderanno grazie alla cultura neomaltusiana. Si pensi alle due straordinarie encicliche di Paolo VI (Humanae Vitae e Populorum Progressio) che diventano persino il punto di partenza di Caritas in Ventate di Benedetto XVI, vero riferimento per comprendere il legame tra leggi economiche e morali nella globalizzazione. Le conseguenze di questa scarsa attenzione alle raccomandazioni dei Papi è stato certo il decadimento comportamentale che ha creato il problema economico della non natalità nel mondo occidentale. Sappiamo che il sacrifico della natalità ha comportato esigenze di crescita consumistica (se la popolazione non cresce, il Pil cresce solo se si consuma di più individualmente), ma anche la modifica della struttura della popolazione che invecchiando è diventata insopportabilmente costosa provocando crescita proporzionata delle tasse sul Pil. Ciò spiega perché (comparabilmente) oggi una coppia guadagna meno di un solo capofamiglia trenta anni fa e si lamenta di non potersi sposare e far figli. Qualcuno ha avuto, e ha ancora, l’illusione che senza figli si possa stare meglio. Errore imperdonabile. Senza crescita della popolazione, cioè senza figli, in un sistema economico maturo, crolla il vero sviluppo economico sostenibile nel tempo e mancano risorse per mantenere i vecchi. Ciò implica che la crescita economica si ottiene con compensazioni temporanee, consumando di più e risparmiando di meno. In un sistema economico maturo e socializzato, interrompere le nascite significa far crescer i costi fissi e conseguentemente far crescere le tasse (per assorbire la maggior spesa pensioni e sanità), significa far crescere i debiti per finanziare i consumi necessari, e significa crear le condizioni per crescere i rischi. Conseguentemente vengono a mancare risorse per creare posti di lavoro (che anzi vengono trasferiti all’estero per importare e consumare a minor costo) e per accogliere stabilmente immigrati. Vedrete che saremo costretti ad affrontare questo problema per ragioni economiche, col rischio che la cultura della responsabilità pragmatica prenda il sopravvento su quella del convincimento morale. Ma non sarà lo stesso risultato nel rispetto dell’uomo. Si creeranno condizioni per lo sviluppo delle nascite (per opportunità), ma anche si potranno creare condizioni per accelerare il “sacrificio” dell’uomo vecchio “inutile e costoso”. Il pragmatismo della cultura delle responsabilità è un rischio quando la cultura è debole e influenzabile. Si deve stimolare politicamente il sostegno al comportamento virtuoso di far famiglia e figli, ma si deve rieducare al senso morale del perché farlo, alla attitudine di amarli ed educarli, come si devono amare e rispettare i vecchi. E allora cominceremo a uscire dalla “crisi morale e strutturale”.
Mancano braccia giovani che sostengano l’economia con le proprie spese e lo Stato con le proprie tasse? Bene, facilitiamo l’immigrazione definitiva verso l’Italia.
Ma siamo pronti a uno stivale multiculturale (e multireligioso)?
Grazie per aver postato l’intero articolo, Scriteriato, e’ davvero interessante.
La cosa che mi rende un po’ perplessa e’ la contrapposizione fra incentivi materiali e incentivi “morali” a fare figli. La maggior parte delle persone fra i 25 e i 38 anni che conosco, con alcune ovvie eccezioni, VUOLE fare figli ma non ha entrate fisse. Alcuni di questi, i lottatori piu’ coraggiosi, lo fanno lo stesso, con grande fatica e qualche aiuto dalle famiglie, che sopperiscono come possono all’assenteismo dello stato sociale (ma perche’ in Italia si pagano cosi’ tante tasse? Mha). Mi sembra che la tendenza dei nostri geni a moltiplicarsi non abbia poi bisogno di molti incentivi (come mi pare sottolinei anche l’autrice di questo post), semmai e’ l’ottimismo verso il futuro che a molti fa difetto.
Secondo me la domanda “Si deve essere ricchi per sposarsi e potersi permettersi di fare figli o si “diventa ricchi” sposandosi e facendo figl?” e’ in qualche modo mal posta. No, non bisogna essere “ricchi” per avere figli, anzi meglio essere persone “normali” (“Let me tell you about the very rich. They are different from you and me. They possess and enjoy early, and it does something to them, makes them soft, where we are hard, cynical where we are trustful, in a way that, unless you were born rich, it is very difficult to understand.”). Pero’ avere una ragionevole certezza che nessuno ti pignorera’ i mobili la settimana prossima aiuta – e’ questo il problema con cui le giovani generazioni in Italia devono confrontarsi, al momento. E ok che, se faranno figli, saranno piu’ “ricchi” fra vent’anni ma credo sia sbarcare il lunario OGGI che rappresenta un problema per molti. Poi, gli economisti possono scrivere splendidi articoli sulla rieducazione morale delle giovani leve, ma se non c’e’ il minimo per vivere (e parlo di soldi per affitto e bollette, non per il superfluo), bhe mi spiace ma non c’e’ molta speranza di mettersi a riflettere sulla genitorialita’ responsabile – almeno secondo quanto sostene Abraham Maslow, e io tendo a credergli.
(Perfetto. Ore 8.22. Ho appena imparato. MAI leggere i commenti PRIMA del post)
MARIA ELENA
Parole tue: “Torniamo con i piedi per terra”
caricature tristissime di una realtà tristissima
Geniali a modo loro.
Difficile inserire in un unico sito web cotanta sequela di banalità.
Mi piace ‘sta ragazza!! 😀
mi mette tristezza lo spot a cui fai riferimento e, a maggior ragione, le banalità riportate nel sito.
Ho avuto la Grazia di crescere con 2 sorelle più grandi e penso che questo mi abbia aiutato nell’avvinicinarmi minimamente a quella galassia lontana lontana che è il mondo al femminile: uomo e donna sono diversi ma stupendamente complementari, è la natura, è come Nostro Signore ha voluto che fosse e, per esperienza, ritengo che sia il meglio che potesse esserci.
Ma la natura non va di moda, oggi vanno di moda le “fibre artificiali” e secondo la profezia Chestertoniana “Noi saremo tra i quanti hanno visto eppure hanno creduto” (ma quante volte ci azzecca sta citazione :-(); ha ragione mons. Negri nel rimandare tutto ad un problema culturale in un articolo de La Bussola Quotidiana “quella impostazione sostanziale della vita umana come senso, come significato, come bellezza, come giustizia, come bene. Questa cultura primaria – così la chiamava Giovanni Paolo II nell’indimenticabile allocuzione all’Unesco del 1° luglio 1980 – questa cultura di base è sostanzialmente sparita …”.
L’articolo completo riguarda la situazione italiana ma ritengo che sia molto istruttivo e non del tutto OT http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-la-sfida–culturale-non-politica-3322.htm
non voglio fare la figura della bacchettona, ma ‘sto blog “lunastorta” mi fa veramente schifo. E non è per i centinaia di luoghi comuni che lo affollano, e sinceramente nemmeno per il supereroe Mestruoman (se mio figlio sapesse della sua esistenza sarebbe ancora più arrabbiato di me…guai a confrontare i suoi eroi con personaggi di siffatta ridicolaggine!). La cosa che mi fa proprio schifo è il motore pubblicitario e il fatto che questo sito si rivolge principalmente ad un pubblico di giovani donne, anzi direi di ragazzine alle prese coi loro primi anni di ciclo. Si comincia presto a crescere le self-made-woman, eh? certo, bisogna indottrinarle per benino appena cominciano a sporcare gli assorbenti, insegnare loro fin dai 13-14 anni che i maschietti sono esseri rompiscatole e strafottenti interessati solo a fare sesso poco sicuro e pronti a piantarti in asso per la partita di pallone o al richiamo di mammina. Ah, certo, tu ragazzina sei lunatica, ma solo col ciclo: però se ti ingolli l’ibuprofene con un bicchierozzo d’acqua, tutto cambia, non sei più isterica, non sei vulnerabile, ma ritorni ad essere la “ganza” di sempre, equilibrata, calma, giusta, alla moda, mai più disposta a credere nelle favole…..(e in caso di sesso hai il profilattico in borsa, mica come il cretino di Mestruoman!)
Eh, non c’è che dire: il diavolo prende buscofen.
Considerazione a latere del post: Mestruoman è ancora un dilettante in confronto al cartoon prodotto qualche anno fa dai soliti spacciatori di condom (pusher condom-iniali?). Protagonisti: Captain Condom e Lady Latex in lotta contro bande di cattivoni portatori di STD (Sexually Transmitted Disease). Come a dire che allo squallore non c’è mai fine…
il diavolo non so, io vado avanti con l’oki …ma non mi sembra faccia molto contro gli sbalzi d’umore 😦 per quello meglio la nutella
Mestruoman? Il nome è già sintomo di cattivo gusto! Dov’è finito il sano pudore di una volta? E il galateo? Concordo con Maria Elena su tutto e condivido con lei la mia totale ignoranza in fatto di conoscenze femminili con le quali parlare banalmente dei miei e loro mestrui (l’unica con la quale l’ho fatto era la mia ginecologa). Ho notato però, con un po’ di dispiacere, che le mie nipoti 20enni, anche se non parlano di mestrui vari con le amiche, parlano dei loro rapporti sessuali, anche se “fidanzate ufficialmente” da anni. Dubito che il loro fidanzato lo sappia. Ho scritto “con un po’ di dispiacere” perché nella mia testa c’è la convinzione che questo sia un modo di fare più maschile che femminile. Sbaglio? Correggetemi!
non saprei se più dei maschietti o delle femminucce, ma ho come il sospetto che entrambi al giorno d’oggi-più liberamente e molto- in tempi passati con più pudore,scusate il desueto termine, quanto a “divertimento” la pensino spesso nello stesso modo……( mi sono istruito con il registratore sotto il sedile, quando da giovincello scapestrato si andava a “rimorchiare” sulla riviera adriatica….)
vale
Maschile, femminile? Macché vo’ dì? Siamo tutti uguali. Guarda che sta scritto qui?
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-gli-orrori-dellingegneria-genetica-lesbo-style-3265.htm
Quando satanasso esagera c’è da sperare che i figli dell’Uomo si ravvedano.
ho visitato quel sito e ho visto pure i 3000 “mi piace” di fb
Si meritano solo la classica barzelletta :
Un uomo viaggiava sul treno insieme ad una giovanissima segretaria.
L’uomo, leggermente più anziano e di bell’aspetto, le aveva chiesto:
“verrebbe a letto con me per 100.000 euro in contanti?”
La ragazza era parsa comprensibilmente scioccata, poi sorrise e disse :” Centomila euro. Penso che lo farei”.
“Bene”, continuò l’altro, “verrebbe a letto con me per 30 euro?”
Lei lo assalì. “Ma cosa crede che sia?”
“Credevo avessimo già stabilito cosa fosse lei, ora stiamo solo mercanteggiando sul prezzo.”
Segnalo interessante articolo sul Corriere della Sera
http://27esimaora.corriere.it/articolo/le-black-bloc-a-roma-chi-sono-le-ragazze-violente/
L’attesa tremante di una felicità eterna
Io t’aspettavo fin dal giorno in cui/di fiorire m’accorsi all’improvviso,/ primula di marzo. E venne uno, con viso/dolce. Ma io mi dissi: «Non è lui».//Pioggia e sol, spine e rose, fieno e paglia/m’apportarono gli anni. Anche l’amore./Non te!… Qualcun ti assomigliò, che il cuore/aggrovigliar mi seppe in gemmea maglia://ed io mi persi a capofitto, giù,/col desiderio folle d’annientarmi/tra forti braccia che potean spezzarmi/come la creta. – Ma non eri tu. –».
ada negri
Sull’articolo segnalato da Frate Leone (ho letto anche i commenti): condivido le idee degli indignados. Ho già detto nel post di ieri che quelli e quelle che hanno combinato quel casino a Roma non sono indignados! Quindi non condivido, né penso “che cosa potevano fare?”. La protesta è una cosa e la violenza è un’altra, soprattutto se è “senza testa”. Non mi sta bene la distruzione di Banche, perché poi, chi paga i danni è il correntista di qualsiasi livello sociale sia. Non mi sta bene che si demoliscano negozi, soprattutto adesso che molti chiudono perché non riescono a guadagnarci da vivere. Non mi sta bene che si brucino cassonetti, perché chi paga poi è il cittadino. Non mi sta bene che si demoliscano marciapiedi e segnaletiche varie e quant’altro il cittadino debba poi ripagare. Non mi sta bene che si brucino o demoliscano macchine, perché spesso sono state comperate con il sudore della pelle. Ma soprattutto non mi sta bene che uomini e donne delle forze dell’ordine siano attaccati: che centrano loro con la crisi mondiale o con la rabbia da sfogare? Rischiano la vita per uno stipendio per il quale non vale proprio la pena di rischiare. Ma cos’è? Una guerra tra poveri? Non giustifichiamo i violenti! Soprattutto perché Gesù è venuto ed è morto per portarci un linguaggio di tipo molto diverso da quello della violenza e del non-perdono.
bella questa.non sono indignados. però,quelli che combinano sti casini,guardacaso, sono sempre li in mezzo tra quelli che dicono noi non c’entriamo nulla,ma li accolgono nei propri cortei….(vedi anche val di susa…)
prova ad infiltrarti in un corteo della fiom-con il loro servizio d’ordine-e-magari,con ancora la mitica Hazet 36 in mano,poi vediamo se ci riesci e fai il casino che han fatto questi.
non basta dire: non c’entriamo. bisogna fare qualcosa di buono.impedire che entrino e partecipino a tali cortei.(dei quali ,peraltro,non condivido un tubo.ma se si fanno-come diceva mao anche mare dove possono nuotare questi piranhas….)
vale
Altro molto interessante….
http://27esimaora.corriere.it/articolo/cura-versus-distruzioneil-mondo-salvato-dalle-madri/
per Vale: mi sembrava di aver visto ina alcuni filmati, trasmesi dalle tv, che i manifestanti hanno reagito contro gli infiltrati, ma purtropo per loro non gli è sempre andata bene. L’intenzione di non essere coinvolti nella violenza quindi c’è stata.
é vero che alcuni si sono rivoltati ma la maggioranza dei manifestanti no! anzi li hanno coperti e protetti gridando alle forze dell’ordine “fascisti e assassini”
Scriteriato:
A me papà GT, come lo chiami te, non mi convince per nulla. Una opinione, la sua, già sentita tante volte da qualcheduni economisti (cosiddetti)impossibile da verificare, a meno di una moltiplicazione demografica istantanea ( a parte i problemi già di ora che siamo 7.000.000.000 settemiliardi. E poi, dico io, se tutte le pensioncione o stipendioni di tutti i Gt d’italia, venissero decuratate fino a un massimo p.es. di 5000 Euro al mese e ridistribuite sui vecchi pezzenti non si anderebbe già un bel passo avanti col problema delle pensioni? E poi chi dovrebbe fare più figlioli, delle donne fattrici, da latte, adibite al ripopolamento? Una popolazione assidua al concepimento di Costanze Miriano, come minimo?
Cercheremo di far giungere quest’opinione a PapàGT, che di sicuro la terrà nel debito conto.
Ne dubito, sia che facciate giungereGli questa opinione, sia che Lui la terrà nel debito conto…
allora siamo davvero nei guai, forse
Ha determinazione, pazienza e costanza. Le virtù dei cattolici. Ok ha la minuscola: ma non si può aver tutto! Fonte:http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/ballandi-con-le-stelle-dopo-6-anni-di-malattia-e-60-chemioterapie-il-ritorno-31060.htm
Fefral/Paul+(altri). Se vi interessa, ho provato ad abbozzare una risposta su quel che vi chiedavate ieri sera (o era stamattina presto?). Ciao!
visto e aggiunto una postilla (a “noi ci” piace continuare a discutere in disparte, eh robè? 😉 )
Visto che fatte sempre tardi voi, almeno date una ripulita alla fine e spegnete la luce, ok?
Ehi, ragazzi questa M. Elena è davvero tosta! Complimenti.
Peccato averti letto solo ora, con più calma. Hai una buona penna, ma soprattutto buona testa e buon cuore. Continua, i tuoi post fanno bene al cuore.