Humanae Vitae: vite vissute

di Costanza Miriano

“Ho cominciato a prendere la pillola a quindici anni, come tutte le mie amiche. Senza pormi il problema. Quando mi sono sposata e i figli non sono arrivati subito, mi sono chiesta tante volte se il bombardamento ormonale abbia influenzato la mia fertilità”.

“Ho preso la pillola tanti anni, prima e dopo il matrimonio. Tutte le mie amiche lo facevano. Poi quando gli effetti collaterali hanno cominciato a farsi sentire, ho messo la spirale. Poi la spirale mi è penetrata nell’intestino, e mi sono dovuta operare. A quel punto ho chiuso le tube”.

“Abbiamo cominciato a vivere il fidanzamento come si vive nel mondo, cioè senza neanche porci il problema della sessualità. Poi abbiamo scoperto la bellezza di vivere una sessualità ordinata, casti fino al matrimonio e casti anche dopo, perché castità è stare nel disegno di Dio, con una sessualità aperta alla vita”.

Altro che convegno di teologi, altro che polemiche ecclesiali: al Congresso organizzato dalla cattedra di Bioetica di Jérome Lejeune (con tanti partners) su Humanae Vitae del 19 e 20 maggio ha parlato la carne, la vita delle persone.

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L’attualità di Humanae vitae, enciclica coraggiosa e profetica. L’intervento del cardinale Ladaria

Discorso al Congresso internazionale, dal titolo “Il mio corpo mi appartiene”.

Humanae vitae: l’audacia di un’enciclica sulla sessualità e la procreazione umana.

 Luis F. Card. LADARIA

Desidero salutare cordialmente la Presidente della Fondazione in Spagna, dott.ssa Mónica López Barahona, e ringraziarla per l’invito a partecipare a questo Congresso internazionale sull’Humanae Vitae organizzato dalla Cattedra Internazionale di Bioetica Jérôme Lejeune. Saluto inoltre tutti i partecipanti e auguro loro un piacevole soggiorno a Roma.

L’enciclica Humanae vitae ha affrontato i temi della sessualità, dell’amore e della vita, che sono intimamente interconnessi. Si tratta di questioni che riguardano tutti gli esseri umani in ogni epoca. Per questo motivo, il suo messaggio rimane rilevante e attuale anche oggi. Papa Benedetto XVI lo ha espresso con queste parole: “Ciò che era vero ieri rimane vero oggi. La verità espressa nell’Humanae Vitae non cambia; anzi, proprio alla luce delle nuove scoperte scientifiche, la sua dottrina diventa più attuale e ci spinge a riflettere sul suo valore intrinseco”. Lo stesso Papa Francesco ci ha invitato, nella sua Esortazione post-sinodale Amoris Laetitiae, a “riscoprire il messaggio dell’enciclica Humanae vitae di Paolo VI”, come una dottrina che non solo ha un valore intrinseco per la Chiesa, ma anche per la Chiesa. come una dottrina che non solo dobbiamo conservare, ma che ci viene proposta per essere vissuta. Una norma che trascende l’ambito dell’amore coniugale e che è un riferimento per vivere la verità del linguaggio dell’amore in ogni relazione interpersonale.

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La profezia di Humanae Vitae

di Costanza Miriano

Avrei voluto dare un attacco scioccante a questo pezzo, scrivendo che i preti non considerano più la contraccezione un peccato, e se la menzioni in confessionale, fanno spallucce. Poi però ieri un’amica mi ha scritto che addirittura è stato il suo parroco a suggerirle di prendere la pillola, e mi è caduta la penna, insomma la mano sul computer.

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HUMANAE VITAE, l’audacia di un’enciclica sulla sessualità e la procreazione

 

di Costanza Miriano

Soprattutto adesso che in Italia la pillola anticoncezionale e quella del giorno dopo e dei cinque giorni dopo sono fornite gratuitamente (leggi: a spese nostre) a tutte le donne e ragazze e anche alle poco più che bambine, adesso che ormai da un pezzo in tutto il mondo ha dilagato, pacificamente, la mentalità contraccettiva – “il sesso è per il piacere, sono io a decidere quando e se accogliere una vita” – credo sia il momento giusto per la Chiesa di far sentire coraggiosamente la sua voce. Fuori moda, impopolare, rivoluzionaria, controcorrente. La Chiesa intesa come popolo di Dio, la Chiesa come comunità di persone che hanno incontrato Cristo, e che da questo incontro lasciano che ogni cosa venga giudicata.

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Profetica, coraggiosa, monumentale e sempre attuale: Humanae Vitae

di Costanza Miriano

Vedo oggi che i giornali si strappano i capelli per la drammatica denatalità italiana: ci stiamo allegramente e baldanzosamente estinguendo ed è abbastanza divertente leggere le ricette che vengono proposte per invertire la tendenza.

Peccato che quei giornali siano gli stessi che da decenni attaccano sistematicamente e ferocemente il luogo dove la vita nasce e può essere custodita fino all’indipendenza, la famiglia, e con quella attaccano una sessualità integrale (cioè non solo genitale) e fondata sulle relazioni profonde e vere, attaccano la responsabilità, l’identità sessuata come caratteristica ricevuta alla nascita e non autodeterminata (non decidi tu di che sesso sei), il maschile in generale, promuovendo una femminilità aggressiva e snaturata; gli stessi che si sforzano con ogni mezzo di convincere le donne a non farsi fregare dalla maternità, a rimandarla più possibile, a pretendere asili nido sempre e comunque, e possibilmente dal terzo mese (quando i neonati prendono solo il latte della mamma), salvo poi raccontare con toni melensi e struggenti l’impegno delle donne che non riescono ad avere figli perché ci pensano tardi, e peccato se nei tentativi vengono uccise tante vite, gli stessi giornali che blaterano di diritto all’aborto messo in pericolo, come se esistesse in Italia una sola donna che dal ’78 a oggi sia stata privata di questo “diritto”, per non contare le ragazzine che grazie a Speranza possono andare in farmacia dopo un rapporto sessuale a prendersi una bomba di veleno e uccidere il loro figlio senza la prescrizione richiesta invece per l’antibiotico, e senza che i genitori neppure sappiano che un loro nipotino sta morendo.

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Quella proposta pazza e irragionevole per il mondo

di Costanza Miriano

Mi chiedo da un po’ che senso abbiano le spallate che la Pontificia Accademia per la Vita sta dando sul tema della contraccezione a Humanæ Vitæ con il volume Etica teologica della vita, pubblicato dall’Accademia ma contestato da diversi suoi membri. Recentemente con delle affermazioni pubbliche Monsignor Paglia ha adombrato la possibilità di un nuovo documento che potrebbe attenuare il divieto della Chiesa sulla contraccezione artificiale. Mi chiedo che senso abbia tutto ciò, dicevo, dal momento che la questione è purtroppo ampiamente superata nella prassi della stragrande maggioranza dei cattolici, con l’avallo di un gran numero di pastori.

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Humanae Vitae, l’attacco finale?

Siccome alcune persone si sono scandalizzate di quello che ho scritto ieri, in merito a un vescovo che ha autorizzato una persona con una storia molto particolare a fare la comunione, pur essendo divorziata e risposata, vorrei tornarci sopra, ripubblicando un meraviglioso intervento che scrisse per noi Flora Gualdani, in risposta a delle sconcertanti affermazioni del professor Chiodi sulla contraccezione.

Se non sapete chi sia Flora cercate notizie su di lei, per me è una vera santa, ha più santità lei in un’unghia di quella che riuscirei a raggiungere io in una vita. È una donna rigorosa e dolcissima, semplice e intelligentissima, intraprendente ma totalmente consegnata al Signore.

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Una vita per la vita

Oggi, venerdì 9 novembre, l’ateneo pontificio Regina Apostolorum alle 17 conferisce attraverso padre Gonzalo Miranda un premio a Flora Gualdani per il suo impegno a favore della vita. Con Davide Zanelli e padre Maurizio Botta proveremo a raccontare questa straordinaria donna, che sarà presente. ecco quello che dirò.

Qui il link per seguire l’evento.

di Costanza Miriano

Prima di tutto devo chiedere scusa. Scusa perché non sono corsa prima a conoscere Flora, appena ne ho sentito parlare. Ci ho messo un bel po’ di tempo a farmi convincere ad andare di persona, e di questo devo ringraziare gli amici Laura e Filippo Fiani, che hanno insistito, e che da tempo mi dicevano “devi proprio incontrarla, devi venire ad Arezzo”; ma io, tra la famiglia, il lavoro e tutti i viaggi che faccio in giro per l’Italia non mi decidevo mai, non trovavo le forze. Avevo letto qualcosa di lei, mi sembrava una persona speciale, ma non avevo capito quanto. Anche perché c’è da dire che Flora non è una che fa un grande marketing di se stessa, come tutti i veri amici del Signore. Non è una che vende benissimo tutto il bene che fa.

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Riconoscere la realtà o crearla?

Il 13 ottobre a Genova la convegno su Humanae Vitae Sua Eminenza il cardinal Angelo Bagnasco ha fatto un intervento lucidissimo e di grande bellezza. Questi sono i miei appunti: non il testo che ha pronunciato. Spero di essere stata abbastanza fedele nel riferirlo.

Paolo VI nello scrivere Humanae Vitae raccoglieva le preoccupazioni che allora si diffondevano per l’eccessiva popolazione. Preoccupazioni sospette, spesso dettate da interessi commerciali. In realtà la terra è ancora quasi tutta da coltivare, e offrirebbe risorse per una popolazione molto maggiore di quella attuale. In realtà gli stessi che lanciano inesistenti allarmi sulla bomba demografica – che non esiste – spesso finiscono per comprare le terre, come avviene per esempio in Africa, che potrebbero offrire le risorse più abbondanti. Ricordiamo peraltro che nessuno stato ha diritto a stabilire il numero dei figli consentiti, o a mettere un limite, e su questo tema non ho mai sentito neppure una voce di protesta.

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Sinodo dei giovani, non abbassare l’asticella della fede

di Luca Del Pozzo

In questi giorni che ci separano dal Sinodo dei giovani non ho potuto fare a meno di pensare che è oltremodo grottesco che proprio il beato Paolo VI, che sarà canonizzato il 14 ottobre nel bel mezzo del Sinodo, proprio lui rischia più di ogni altro di uscire con le ossa rotte, metaforicamente parlando s’intende, dai lavori sinodali. Le premesse, inutile girarci intorno, ci sono tutte. All’insegna dell’andazzo che oggi va per la maggiore, il gattopardismo alla rovescia: non cambiare nulla per cambiare tutto.

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Perché “Humanae Vitae” è ragionevole

Articolo del Vicario Vescovile Helmut Prader, parroco di Neuhofen an der Ybbs (Diocesi di St.Pölten, Austria), docente di Teologia del Matrimonio e della Famiglia presso la scuola di studi superiori teologici e filosofici Benedetto XVI di Heiligenkreuz e membro dell’Istituto di Teologia Morale.
1.Parte
Negli ultimi tempi si moltiplicano sempre più le voci di chi vorrebbe non solo „ammorbidire“ gli insegnamenti dell’Humanae Vitae, ma addirittura raccomandare in certe circostanze l’uso dei contraccettivi (vedi per esempio le recenti dichiarazioni del Teologo Morale Maurizio Chiodi: “in certe circostanze la contraccezione è un dovere”).

Humanae Vitae è la soluzione, non il problema

di Luca Del Pozzo

Quando il Figlio dell’Uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?” Alla fine, tutto ruota attorno a questa domanda. Ed è a partire da questa domanda che va inquadrato il dibattito ecclesiale attorno all’Humanae Vitae del Beato e futuro santo Paolo VI, di cui il 25 luglio ricorrerà il 50^ anniversario. Così come, pur con tutti di distinguo del caso, è a partire dalla stessa domanda che va inquadrata anche la questione della morale sessuale e familiare che sarà uno degli argomenti centrali del prossimo Sinodo sui giovani. Senza entrare nel merito dell’enciclica di papa Montini (chi vuole può documentarsi a dovere in primis su questo blog grazie al meritorio lavoro che sta portando avanti Costanza Miriano), ciò che qui interessa sottolineare – e il discorso vale tanto per l’apertura alla vita quanto per altre specifiche questioni – è che c’è una questione, per così dire, “a monte” su cui bisognerebbe soffermarsi.

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Scommettere sulla fede. Note a margine del “Credo del Popolo di Dio”

di Luca Del Pozzo

Ricorreva ieri il cinquantesimo anniversario del “Credo del Popolo di Dio”, la solenne professione di fede proclamata il 30 giugno 1968 dall’allora pontefice e futuro beato Paolo VI sul sagrato di S. Pietro a conclusione dell’Anno della Fede, da lui indetto il 29 giugno 1967 per celebrare il XIX centenario del martirio degli apostoli Pietro e Paolo.

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Humanae Vitae: il centuplo quaggiù


Dalla relazione di Costanza Miriano al convegnoHUMANAE VITAE, La verità che risplende” del 9 giugno 2018 a Brescia 

Altro che rivedere l’Humanae Vitae. Altro che mitigare i no. Altro che venire incontro alle esigenze del mondo. Io credo che sia arrivato il tempo di una sorta di vendetta dell’enciclica di Paolo VI. Cinquanta anni fa gli ci era voluto un gran coraggio per promulgarla, erano gli anni della liberazione sessuale, della diffusione della contraccezione di massa, dell’utero è mio e me lo gestisco io. Erano gli anni in cui ci siamo bevuti tutte le bugie e le promesse di chissà quale felicità. Oggi quelle promesse mostrano tutto il loro misero fallimento. Non siamo affatto più felici.

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La testimonianza di “Casa Betlemme” a Brescia

Al convegno di sabato, tra i testimoni della sessione pomeridiana, avremo anche Davide Zanelli e Marina Bicchiega, due sposi che collaborano da venticinque anni con Flora Gualdani: l’ostetrica aretina la cui opera comincia ad essere sempre più conosciuta al grande pubblico.

Ci racconteranno come Flora, ai tempi del Concilio Vaticano II, ha concepito “Casa Betlemme” e come la conduce da mezzo secolo a servizio dell’Humanae vitae, in un voluto nascondimento e in povertà. Finita la lunga gestazione solitaria, questa ostetrica ha consegnato anni fa l’opera alla Chiesa cattolica nelle mani dell’allora vescovo Gualtiero Bassetti. Ma da quel momento l’ha consegnata anche alla stampa, nonostante la sua personale ritrosia davanti ai riflettori. Nel 2005 fu l’allora direttore di Avvenire che volle una paginata su Flora proprio il giorno del referendum sulla legge 40: e mandò Marina Corradi. Nel 2013 arrivò Ritanna Armeni per conto dell’Osservatore Romano, mandata da Lucetta Scaraffia. Qualche mese fa Costanza Miriano per conto della Rai.

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Cari pastori, sull’Humanae Vitae non rivedete, rilanciate

Riprendiamo a pubblicare gli appelli a teologi e sacerdoti perché ascoltino cosa la profetica enciclica di Paolo VI ha concretamente operato in tante vite. Questa giovane, intrepida donna, porta alla luce un aspetto di cui forse non si parla abbastanza. Una che non ci sta abbastanza velocemente rischia di essere “fuori mercato” – scusate la brutalità dell’immagine, ma è la brutalità con cui viene vissuta la sessualità tra i ragazzi, a meno che non incontri un giovane formato nella Chiesa, ma formato solidamente. Vi preghiamo, pastori, riprendete a parlare di eroismo e di martirio.

Noi speriamo che sabato a Brescia cominci una ripresa di vigore nella diffusione di Humanae Vitae: nel ’68 ancora qualcuno poteva sbagliarsi, ma a desso che abbiamo assaporato fino in fondo i frutti della liberazione sessuale, e abbiamo visto che hanno diffuso tanta infelicità, non abbiamo più scuse per non fidarci della profezia di questa enciclica.

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Humanae Vitae è alleanza totale

di Costanza Miriano

Ieri mi è capitato sotto gli occhi il post di Facebook del noto teologo e politologo Ermal Meta, che diceva a proposito del ministro Fontana  “Ma davvero credete che al buon Dio interessi come raggiungete l’orgasmo? Non gli interessa nemmeno di cosa vi rende felici, ma che siate felici”, come se Fontana avesse detto qualcosa a proposito della vita sessuale delle persone, e non come ha fatto, a proposito del riconoscimento della famiglia (che, dal punto di vista legislativo, non è una questione di orgasmo ma di seminarium rei publicae, Cicerone lo aveva capito senza scomodare Dio, ma lui aveva i neuroni).

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