Avrei voluto dare un attacco scioccante a questo pezzo, scrivendo che i preti non considerano più la contraccezione un peccato, e se la menzioni in confessionale, fanno spallucce. Poi però ieri un’amica mi ha scritto che addirittura è stato il suo parroco a suggerirle di prendere la pillola, e mi è caduta la penna, insomma la mano sul computer.
La verità è che questa notizia sciocca solo pochi, “noi felici pochi”, perché anche se il Catechismo su questo è chiarissimo e granitico, ormai rarissimi pastori nella Chiesa hanno il coraggio di dire la verità sull’argomento, a cominciare dagli accademici e da quelli che dovrebbero dettare la linea. E mentre nel mondo, fuori, i metodi naturali conquistano consensi fra le donne più consapevoli, seppur solo per alcune delle motivazioni dei cattolici (sono sicuri; sono, appunto, naturali e non bombardano di ormoni il corpo; non inquinano; aumentano la consapevolezza di sé; non mettono a rischio la fertilità; non procurano embolie né problemi di circolazione; non fanno venire la cellulite, argomentazione che avrei messo per prima, ma pareva brutto), mentre insomma le donne più attente cominciano a fidarsi, proprio i cosiddetti credenti dimostrano di non crederci, e li ignorano in massa. Ma non tutti.
E così, cattolici da tutto il mondo si sono dati appuntamento all’Augustinianum a Roma, su invito della Cattedra internazionale di Bioetica Jerome Lejeune, domani, venerdì 19 e sabato 20 maggio per rilanciare “dal popolo” la profezia di Humanae Vitae, l’enciclica con cui Paolo VI nel 1968, con un coraggio da leone, ribadì il no della Chiesa alla contraccezione, nonostante i cinque anni di lavori della Commissione istituita da Giovanni XXIII avessero dato un responso diverso. La Chiesa si spaccò, molte conferenze episcopali si ribellarono, laici di tutto il mondo gridarono allo scandalo, ma il Papa non arretrò di un centimetro.
La verità è che moltissimi non hanno capito il senso dell’enciclica, “che tanto da vicino tocca la felicità degli uomini”. Dire no alla contraccezione artificiale e fare all’amore dentro una unione benedetta da Dio significa dire all’altro: “io prendo tutto di te. Non voglio solo che tu mi dia piacere”, benché il piacere non sia un accessorio (infatti lo ha inventato Dio e gli ha affidato la vita; san Tommaso sostiene che Adamo ed Eva prima del peccato originale lo provassero alla grande: catholics do it better!). Significa dire: “voglio tutto di te, la tua persona, non solo una parte del tuo corpo. Accolgo te, la tua storia, i tuoi limiti, mi prendo tutto e ti do tutto, senza riserve, e se viene un figlio ci sto, una persona con i geni miei e tuoi, di mia madre e mio padre e dei tuoi, e tutti i tuoi antenati, geni che non potranno mai più essere separati”. Chi non vuole essere amato così? In modo incondizionato e indiviso?
La verità è che la proposta della Chiesa sulla sessualità risponde al cuore dell’uomo, è quindi reale e ragionevole, ma ha bisogno del passo in avanti che ti fa fare la fede, per dire sì a ogni vita che arriva. Facendo i conti con la calcolatrice, quando mai decidi che hai abbastanza tempo, soldi, spazio, energie per accogliere tutti i figli che verranno? I nostri nonni facevano schiere di figli anche senza risorse, semplicemente perché arrivavano: si tiravano su le maniche e trovavano il modo di farcela. Ma se la decisione viene messa nelle tue mani, puoi buttarti solo se sai che in questa impresa si è impegnato al tuo fianco Dio. Che è precisamente il motivo per cui il no alla contraccezione è ampiamente ignorato nella Chiesa, sia dai fedeli che, cosa ben più grave, da molti pastori: perché non credono in Dio. Al massimo lo stimano. Possono considerare la sua opinione sull’ecologia e la guerra, forse, ma sulle questioni importanti, quelle che toccano la gente da vicino, non hanno il coraggio di chiedere troppo ai fedeli. “Sugli affari miei, cioè i soldi e il cuore, decido da solo”. Che ne sanno della felicità di vivere sapendo che non sei da solo, che qualcuno di molto, molto forte gioca nella tua squadra, e ti difende da tutto, “whatever it takes”, perché Lui sì che può dirlo…
“Addirittura è stato il suo parroco a suggerirle di prendere la pillola”
Siamo davvero alla frutta, non solo sul tema contraccezione.
Oggi si mette l’accento quasi esclusivamente sull’aspetto unitivo del matrimonio, da cui dipenderebbero tutti gli altri.
La contraccezione non è dannosa tanto perché “non ci si dona in pienezza”, quanto perché nega il fine primario del matrimonio, che è appunto la procreazione.
A una che aveva abortito, Padre Pio svelò il progetto di Dio su suo figlio mai nato: un Papa che avrebbe salvato la Chiesa
Interessante la citazione di Padre Pio. Puoi fornirci la fonte? Grazie
Lo ho letta anche io….ma non ricordo dove. Forse “Il padre”.
Conferenza di Radio Maria di un tale che conosceva Padre Pio. E’ una trasmissione di diversi anni fa
La gnosi chiarisce il concetto di fornicazione. Non fornicare significa non disperdere il seme in nessun modo. In ogni rapporto sessuale non deve esserci dispersione del seme. Poiché vi sono milioni di spermatozoi in ogni rapotto, ma ne basta solo uno per creare una nuova vita, questo evento avverrà quando chi è sopra di noi ritiene sia giunto il momento, che la coppia di sposi possa avere, sia pronta e meritevole per la nascita del figlio, che sarà un essere sano bello forte come l’amore che lo ha creato.
I metodi naturali non ci trasformani in persone sempre ormonalmente uguali, ci lasciano la libertà della ciclicità, il privilegio di cambiare umore, di apprezzare la nostra bellezza quando dominano gli estrogeni, o la nostra capacità di pulire casa quando invece ci sono i periodi di progesterone…
Bellissimo Costanza. GRAZIE!
Quando rimasi incinta della terza figlia, mi capitò una cosa simpatica, ero in sagrestia e comunicai al parroco della novità, accanto a lui un sacerdote un po’ scandalizzato disse, il terzo! Meravigliandosi. Di getto, senza pensare risposi, quando ti sposi non dici, accetterò tutti i figli che Dio vorrà mandarmi? E lui di rimando, eh ma sono cose che si dicono per dire. Io basita. Incontrai di nuovo quel prete dopo un po’ di anni, aiutava una comunità nelle celebrazioni, e benediva tutto il giorno questi ragazzi e i genitori che si erano aperti alla vita. Mi vengono in mente due pensieri, il primo, forse fuori tema, che i sacerdoti hanno bisogno di una comunità che li aiuti nella fede, il secondo che per lasciare che Dio intervenga nella tua vita, devi avere fede. Abbiamo 5 figli, uno in cielo, secondo la volontà di Dio. Ho un’amica che ne ha 3, sempre secondo la volontà di Dio, la vita non ci appartiene, e se Dio è Padre, sa di cosa abbiamo bisogno e quanti figli riusciamo a gestire😁.
Grazie Costanza delle tue parole. Penso che Flora Gualdani ti avrebbe fatto una standing ovation. La piccola ostetrica toscana è un gigante in materia, in Italia tra le voci più autorevoli sulla questione Humanae vitae. Consumandoci sopra la sua esistenza, prima ha usato le sue mani per difendere la vita nascente e le maternità difficili. Poi ha usato tutta la sua voce per insegnare la grandezza del gesto coniugale e difendere la profezia dell’Humanae vitae. Adesso quella voce infuocata che incendiava i cuori (e ustionava le coscienze) le è stata tolta, per lei è il momento del Getsemani e del silenzio. Forse, se fosse stata in grado, oggi avrebbe di nuovo alzato la voce tuonando al tuo fianco. Ma tutto quello che aveva da dire al riguardo, con la sua esperienza, l’ha già messo nero su bianco. Tra i tanti suoi interventi sul tema, suggerisco la rilettura di questi due molto densi:
“Dall’utero a Lutero”
https://www.libertaepersona.org/wordpress/2016/12/dallutero-a-lutero/
“Mezzo secolo di esperienza pastorale a servizio dell’Humanae vitae”
https://www.libertaepersona.org/wordpress/2018/07/mezzo-secolo-di-esperienza-pastorale-a-servizio-dellhumanae-vitae/
Mi pare che l’attività di questa coraggiosa e integra cristiana pecchi di un errore di fondo: pensare di correggere con una toppa una pastorale dimostratasi negligente e inefficace. E’ come voler ripulire “a valle” un fiume inquinato “a monte”, per di più senza rimuovere la causa dell’inquinamento
L’ha ripubblicato su Felicemente Stanchi.
La Chiesa parla di unione sponsale, il mondo parla di sesso. Sono cose diverse . Chi può capire il linguaggio della Chiesa!? Si capisce bene il linguaggio del mondo! E a chi si rivolge la Chiesa? Non certo all uomo schiavo delle sue concupisce nze! Se sei libero , se sei stato liberato , allora puoi aderire a Dio, altrimenti si vive tutta la vita cercando di non soffrire , e facendo tutto quello che si può a tal fine . Potersi aprire alla vita è una libertà enorme , preziosa, che pochi conoscono , e non si può viverla senza aver fatto la scelta di fidarsi di Dio , perché Dio esiste! Ne ho felice esperienza personale che mi aiuta nelle battaglie quotidiane , ma Tutto qst è difficile da far passare quando le pazienti che ho difronte vengono a chiedere il contraccettivo focalizzate nel loro pensiero , con il terrore di una gravidanza, che spesso risulterebbe “ occasionale” , fuori dal matrimonio o da qualsiasi legame stabile di coppia ! Secondo me il problema è che si è perso il valore “ Unione coniugale” , e il sesso è un mero bene di consumo del tipo usa e getta!..
Grazie Costanza per quello che scrivi .
Il tuo articolo mi apre il cuore e nel contempo mi fa sentire un pó di vergogna per non aver testimoniato a viso aperto la verità tutta intera! Grazie Costanza ❤️
Non trovo punti di comunione con quello che dici e penso che sia il segno di quanta strada devo ancora percorrere. Bisogna essere illuminati e amorevoli per percorrere quella strada e non è per tutti. Ecco forse questo è il grande limite della Chiesa la pretesa di essere universale. Il messaggio è certamente universale ma la fede è per pochi e non diventa universale annacquando il messaggio e non basta indossare la tunica per averla. Come diceva San Paolo la fede nasce dall’ascolto e il mondo, questo lo dico io, è pieno di sordi. Interessante il tuo articolo. Un abbraccio
Carissimo Rosario, porti nel nome la chiave ed il segreto per entrare nella logica della Chiesa, cattolica. Certo il suo messaggio non è per tutti, anzi! Ma è per tutti gli uomini di buona volontà. La mia esperienza personale mi porta a poter affermare con estrema sicurezza che il Santo Rosario quotidiano in primis porta a cambiare la vita, la prospettiva. Maria porta a suo Figlio: piano piano ci si accorge di avere lo sguardo verso le “cose” del Cielo, si sente lo guardo d’Amore infinito che Dio ha posto da sempre su di noi, si desidera allora incontrarlo proprio dove Lui ci aspetta, per donarSi tutto a noi, ossia nell’Eucaristia. E si scopre che non si può più fare a meno della Santa Messa quotidiana. Dopo tanti anni di colpevole e infinitamente triste lontananza ed indifferenza , sono tornata a Gesù, e la vita di Grazia è veramente tutta un’altra cosa. Le armi le abbiamo: la preghiera, la Santa Messa quotidiana, la Sacra Scrittura, la Confessione mensile. Se umilmente si cerca Dio, perché da soli non andiamo proprio da nessuna parte e nulla siamo, sicuramente Lui non resta sordo al nostro grido. Provare per credere! E nulla quindi diventa impossibile! Anzi amare ciò che Lui comanda diventa esigenza del cuore, ringraziamento infinito per essersi chinato su di noi, per aver sacrificato la Sua vita per la nostra salvezza e la nostra vita eterna, tentativo di corrispondenza, pur nella nostra miseria, a così tanto Amore.
La santità non si ottiene da soli, con sforzi personali, ma con l’aiuto e la grazia di Dio, che non viene negata a chi la richiede. Tutti possono percorrere la strada della santità che è Gesù, ed è questa l’universalità della Chiesa – altro che pretese! Gli uomini hanno tutti l’immagine e la somiglianza di Dio, devono solo coltivarle per diventare pienamente uomini.
È vergognoso!!!