Le mani vuote

di Jane

Se il mio amato Alberoni, massimo esperto dei processi sentimentali umani, leggesse quello che segue, probabilmente da domani inizierebbe a scrivere e a tenere convegni sul processo che porta dalla speranza alla disperazione, con una mia gigantografia alle spalle e i servizi segreti sulle mie tracce. Ma si sa, quando si parla d’amore, è difficile farlo senza metterci un po’ di se stessi. Io però, quando Alberoni scrive o parla, pendo dalle sue labbra, giuro, cercando di assorbire il più possibile il suo sapere sull’argomento, e cercando di apportare ulteriori chiarimenti nella mia testolina sulla macchinosissima e complicata e irrisolvibile questione eterna su che cosa l’amore sia. Poi però, se non capisco quello che vuole dire, che colpa ne ho?

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Bimbo NON a bordo

di Raffaella Frullone

Lunedì mattina. Ore 8.00, primo caffè della giornata, e di una settimana impegnativa. Il telefono vibra: SMS. Testo: «Lo so che non ci crederai, ma mi è venuta voglia di fare un figlio. Colpa del libro, sono a pagina 50». Il libro, ovviamente, è quello di Costanza, e il mittente è una mia cara amica che avevo invitato alla presentazione di Bergamo, la scorsa settimana. Per motivi di privacy non divulgherò le generalità della mia amica, mi limiterò a dire che ha una cabina armadio grande quanto tutto il mio monolocale a Milano, piena soltanto di scarpe con tacco mai inferiore a 8 cm, alle quali parla con regolarità, e alle quali si riferisce chiamandole «i miei tesori». Almeno questo fino a ieri.

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Ventinove e lode

di Cyrano

Basta essere stati perlomeno iscritti uno o due anni in una qualche università, nonché essersi presentati agli appelli (anche solo a quelli degli altri), per aver assistito almeno una volta alla scena: lui/lei (non importa, anche se il genere può intaccare sensibilmente le dinamiche) ha un libretto farcito di trenta fino all’indecenza, con doviziosa crema di lodi sfuse, il professore lo/la guarda con imbarazzo (con più imbarazzo, se è una “lei”) perché stavolta la performance non è da cifra tonda. È stato un bell’esame, e di certo il professore non darà il voto che avrebbe dato a cuor leggero davanti a un libretto più variegato. Un altro secondo di tentennamento, poi il verdetto, che viene detto come a voler rendere un omaggio alla giustizia senza infliggere uno sfregio alla media: «29». continua a leggere

CattoPride

 

di Costanza Miriano

A volte lo Spirito Santo arriva con rombo di tuono, a volte ci sussurra piccole rivelazioni tra le pieghe di gesti insignificanti, ripetendole anche più volte per quelli (quelle) particolarmente lenti di comprendonio. Nell’attesa della Pentecoste di domenica prossima, ieri mattina secondo me lo Spirito ha tentato per l’ennesima volta di spiegarmi una cosa, mentre bevevo il mio latte con la pelle (la panna che si raggruma sul latte intero scaldato, secondo mio figlio Bernardo).

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Punto va

 

So che da parte mia è vanitoso, ma essere su un sito .va – fosse anche fondidimagazzinorimanenzeequisquilie.va – è una cosa che mi fa fremere di gioia, allegria e orgoglio. Io il punto va me lo farei tatuare su un braccio. Per cui ieri leggere questa recensione  sul neonato sito per i laici del Vaticano è stata un’ineffabile soddisfazione.

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Combatti il drago

di Costanza Miriano

C’è una strana sensazione che mi perseguita da giorni, da mesi. E non sapevo darle un nome. Strano perché di solito mi analizzo anche troppo, e mi diagnostico da sola varie turbe delle quali di solito mi dimentico entro poche ore, quando il buon senso sussulta e mi richiama all’ordine, invitandomi a occuparmi di chi mi circonda, soprattutto se appartenente alla mia prole.

Invece in questo indecifrabile stato d’animo mi dibatto da mesi. Precisamente da quando sono cominciate a uscire le recensioni al mio libro, e ho ricevuto messaggi e apprezzamenti fin troppo lusinghieri.

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The Eyes of the Tiger

di Jane

Dopo cinque anni di filosofia, passati a discutere duemilacinquecento anni di fondamentali problemi esistenziali, epistemologici, ontologici, antropologici, etici, uno degli insegnamenti più illuminanti per la mia vita l’ho trovato nel film Una donna in carriera. E’ bene che lo sappiate subito: forse non scriverò un solo post che non abbia almeno un riferimento/citazione/consiglio di origine cinematografica. Questo non perché non vi siano fonti molto più autorevoli, cinque anni di Liceo Classico e altrettanti di Università si suppone che ti lascino qualcosa di un po’ più profondo, un segno di distinzione, una cultura più elevata rispetto alla media, almeno qualche vago ricordo di chi fosse Omero e dove si mettesse l’accento (insomma, giuro che non ho sempre copiato dalla mia compagna di banco Francesca, anche se ha avuto un ruolo salvifico in numerose occasioni).

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Il cavernicolo con la cravatta

di Raffaella Frullone

Uno dei motivi che mi hanno fatto sentire particolarmente in sintonia con Costanza, leggendo “Sposati e sii sottomessa”, è la straordinaria naturalezza con la quale si riferisce al marito chiamandolo «cavernicolo». Non lo fa per prenderlo affettuosamente in giro, semplicemente, da giornalista, registra la realtà. Ma accomunando il padre dei suoi figli a Fred Flintstones, questa donna fa molto di più che rendere onore a una professione ormai a pezzi, compie due coraggiosi passi verso la verità.

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Scrivere con costanza

di Cyrano

Scrivere con costanza è difficile, e basta un blog a dimostrarlo. L’impegno di tirar fuori ogni giorno dal cilindro di una tastiera un coniglietto testuale vispo e arzillo è la prova su cui s’infrangono tanti sogni di giovani penne. Altre volte il problema non è l’ispirazione, bensì il tempo, e il tempo si porta dietro sempre l’opportunità: è per “colpa” del tempo che conviene o non conviene dedicarsi a qualcosa, perché il tempo è fatto per contenere momenti (e c’è un momento per una cosa e uno per un’altra). Comunque, il succo è che scrivere con costanza è difficile: è pure questione di pubblico, perché i venticinque lettori che il Manzoni fingeva di pronosticare possono anche sparire all’improvviso, ma che si fa quando i lettori diventano una comunità, fluttuante, sì, ma stabile e anzi crescente? Il legame tra scrittori e lettori corre un’invisibile spola che intesse rapidamente, nell’ordine, interesse, stima, simpatia, affetto. Qualche volta anche amore, e questo è un motivo in più perché lo scrivere con costanza si riveli difficile. Dove fa capolino l’amore, le cose non sono più facili, mai. D’altro canto – insegna Platone – le cose belle sono difficili.

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