“Rimanete saldi nella fede”, il testamento di Benedetto XVI

29 agosto 2006

Il mio testamento spirituale

Se in quest’ora tarda della mia vita guardo indietro ai decenni che ho percorso, per prima cosa vedo quante ragioni abbia per ringraziare. Ringrazio prima di ogni altro Dio stesso, il dispensatore di ogni buon dono, che mi ha donato la vita e mi ha guidato attraverso vari momenti di confusione; rialzandomi sempre ogni volta che incominciavo a scivolare e donandomi sempre di nuovo la luce del suo volto. Retrospettivamente vedo e capisco che anche i tratti bui e faticosi di questo cammino sono stati per la mia salvezza e che proprio in essi Egli mi ha guidato bene.

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Senza comunione

Ho ricevuto da una suora che stimo moltissimo, addolorata fino alle lacrime per la privazione della comunione, una riflessione su come vivere questo momento come un’occasione per riaccendere l’amore per l’Eucaristia, senza cedere alla disperazione ma neppure alla rivolta. Santa Teresa d’Avila esorta le sue sorelle ad obbedire tranquillamente ed umilmente al confessore che non desse il permesso di comunicarsi quand’anche esse lo desiderassero:

“Se si tratta di contentare Dio, [le suore] sanno bene che lo contentano meglio con l’obbedienza che con il sacrificio. E se facendo così si acquista maggior merito, perché turbarsi? […]. E se qualcuno decidesse allora di comunicarsi contro il parere del confessore, per quanto mi riguarda, io non vorrei avere parte al merito di quella comunione”.

A questo proposito mi ha segnalato un testo prezioso di Joseph Ratzinger, tratto da un testo del 2002, La comunione nella Chiesa, in cui, cambiati i riferimenti (qui si parla di altri casi, soprattutto di divorziati risposati), si possono trovare spunti per rendere fecondo anche questo momento.

C.M.

PS da ascoltare anche l’omelia di “arrivederci” alle messe prima della sospensione di padre Maurizio Botta.

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Rimettere al centro Dio

di Costanza Miriano

Il problema della pedofilia nella Chiesa è dovuto al fatto che abbiamo smesso di parlare di Dio – ha scritto Ratzinger nel suo memoriale in occasione del vertice sugli abusi. Leggevo le sue parole alla ricerca della ricetta, del colpo contro l’ideologia omosessualista, degli effetti speciali, e invece è arrivato a ricordarci questo. Senza fronzoli. Dio è, questa è la buona notizia. Rimetti al centro Dio, cioè dove deve stare, e tutto prende il suo posto. Non ci sono ricette sociologiche, psicologiche, economiche che possano minimamente avvicinarsi a questa. È solo la presenza vera e viva di Dio a mettere a posto tutti i tasselli della nostra vita.

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Guerrieri mendicanti di Spirito Santo

Alla presentazione di Opzione Benedetto alla Camera dei Deputati.
Questo è più o meno quanto ha detto l’autore Rod Dreher.
Mi sembra in linea con quanto si percepisce nella Chiesa a più livelli: dalla famosa profezia di Ratzinger del 1969, alla constatazione che – anche con la crisi di molte realtà ecclesiali, e la constatazione del tramonto dell’organizzazione delle parrocchie come sono state pensate finora – è necessario ripartire da piccole luci, piccole comunità, piccoli monasteri di laici, guerrieri mendicanti di Spirito Santo (come il nostro, wi -fi: a proposito, novità in arrivo a brevissimo!).

 

La Chiesa è in un momento di confusione, e spesso in Usa le parrocchie sono poco più che una fabbrica di sacramenti. Questo significa che noi cattolici dobbiamo lavorare particolarmente duro per mantenere la fede.

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Salva e santifica la tua Chiesa. Salva e santifica tutti noi

VIA CRUCIS  AL COLOSSEO – VENERDÌ SANTO 2005

MEDITAZIONI E PREGHIERE DEL CARDINALE
JOSEPH RATZINGER

XI stazione, Gesù cade per la terza volta

Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce? Forse ci fa pensare alla caduta dell’uomo in generale, all’allontanamento di molti da Cristo, alla deriva verso un secolarismo senza Dio. Ma non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa? A quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui!

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Sacerdozio cattolico e tentazione protestante

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di Gerhard L. Müller

Il Concilio Vaticano II cercò di riaprire una nuova strada verso l’autentica comprensione dell’identità del sacerdozio. Perché mai si giunse allora, all’indomani del Concilio, a una sua crisi d’identità paragonabile storicamente solo con le conseguenze della Riforma protestante del XVI secolo?

Penso alla crisi della dottrina del sacerdozio avvenuta durante la Riforma protestante, una crisi a livello dogmatico, con cui il sacerdote è stato ridotto a un mero rappresentante della comunità, mediante una eliminazione della differenza essenziale fra il sacerdozio ordinato e quello comune di tutti i fedeli. E poi alla crisi esistenziale e spirituale, avvenuta nella seconda metà del XX secolo, esplosa cronologicamente dopo il Concilio Vaticano II – ma certo non a causa del Concilio – e delle cui conseguenze noi oggi ancora soffriamo. Continua a leggere “Sacerdozio cattolico e tentazione protestante”

Il mondo perfetto non esiste

Padre Maurizio Botta ci segnala alcune considerazioni (del 1984!)  sempre attuali di J. Ratzinger* sull’imperfezione umana. Da non dimenticare mai.

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D. «Che cosa minaccia oggi la democrazia?»

R. «C’è innanzitutto l’incapacità di fare amicizia con l’imperfezione delle cose umane: il desiderio di assoluto nella storia è il nemico del bene che è nella storia. L’idea che la storia passata sia stata una storia di non libertà si afferma sempre di più; e che finalmente ora, o tra poco, si potrà o si dovrà costituire la società giusta».

«Io penso che noi oggi dobbiamo con ogni decisione chiarirci che né la ragione né la fede promettono, a nessuno di noi, che un giorno ci sarà un mondo perfetto.Esso non esiste. La sua continua aspettativa, il gioco con la sua possibilità e prossimità, è la minaccia più seria che incombe sulla nostra politica e sulla nostra società, perché di qui insorge fatalmente l’onirismo anarchico. Per la consistenza futura della democrazia pluralistica e per lo sviluppo di una misura umanamente possibile è necessario riapprendere il coraggio di ammettere l’imperfezione ed il continuo stato di pericolo delle cose umane». Continua a leggere “Il mondo perfetto non esiste”

Come bambini soli

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di Joseph Ratzinger

Se un bambino si dovesse avventurare da solo nella notte buia attraverso un bosco, avrebbe paura anche se gli si dimostrasse centinaia di volte che non c’è alcun pericolo. Egli non ha paura di qualcosa di determinato, a cui si può dare un nome, ma nel buio sperimenta l’insicurezza, la condizione di orfano, il carattere sinistro dell’esistenza in sé. Solo una voce umana potrebbe consolarlo; solo la mano di una persona cara potrebbe cacciare via come un brutto sogno l’angoscia. C’è un’angoscia – quella vera, annidata nella profondità delle nostre solitudini – che non può essere superata mediante la ragione, ma solo con la presenza di una persona che ci ama. Quest’angoscia infatti non ha un oggetto a cui si possa dare un nome, ma è solo l’espressione terribile della nostra solitudine ultima. Continua a leggere “Come bambini soli”

In buona Compagnia

 

di Joseph Ratzinger        Rimini 1990 

 […] La Chiesa non è soltanto il piccolo gruppo degli attivisti che si trovano insieme in un certo luogo per dare avvio ad una vita comunitaria. La Chiesa non è nemmeno semplicemente la grande schiera di coloro che alla domenica si radunano insieme per celebrare l’Eucarestia. E infine, la Chiesa è anche di più che Papa, vescovi e preti, di coloro che sono investiti del ministero sacramentale.

Tutti costoro che abbiamo nominato fanno parte della Chiesa, ma il raggio della compagnia in cui entriamo mediante la fede, va più in là, va persino al di là della morte. Di essa fanno parte tutti i Santi, a partire da Abele e da Abramo e da tutti i testimoni della speranza di cui racconta l’Antico Testamento, passando attraverso Maria, la Madre del Signore, e i suoi apostoli, attraverso Thomas Becket e Tommaso Moro, per giungere fino a Massimiliano Kolbe, a Edith Stein, a Piergiorgio Frassati. Di essa fanno parte tutti gli sconosciuti e i non nominati, la cui fede nessuno conobbe tranne Dio; di essa fanno parte gli uomini di tutti i luoghi e tutti i tempi, il cui cuore si protende sperando e amando verso Cristo, “l’autore e perfezionatore della fede”, come lo chiama la lettera agli Ebrei (12,2). Continua a leggere “In buona Compagnia”

Ortoprassi e ortodossia

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«Circolano dei facili slogans. Secondo uno di questi, ciò che oggi conta sarebbe solo l’ortoprassi, cioè il “comportarsi bene”, l’“amare il prossimo”. Sarebbe invece secondaria, se non alienante, la preoccupazione per l’ortodossia e, cioè, il “credere in modo giusto”, secondo il senso vero della Scrittura letta all’interno della Tradizione viva della Chiesa. Continua a leggere “Ortoprassi e ortodossia”

Il perdono ha a che fare con la verità

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di Joseph Ratzinger

Un Gesù che sia d’accordo con tutto e con tutti, un Gesù senza la sua santa ira, senza la durezza della verità e del vero amore, non è il vero Gesù come lo mostra la Scrittura, ma una sua miserabile caricatura.
Una concezione del “vangelo” dove non esista più la serietà dell’ira di Dio, non ha niente a che fare con la vangelo biblico.
Un vero perdono è qualcosa del tutto diverso da un debole “lasciar correre”. Continua a leggere “Il perdono ha a che fare con la verità”

La lieve e tosta misericordia dei Padri

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Come molte case editrici, anche la Tau di Todi ha editato una collana di agili strumenti per chi voglia approfondire le varie sfaccettature del tema che domina il Giubileo appena aperto. Giovanni Marcotullio ha curato un’antologia patristica popolata da antichi e umanissimi giganti “dagli occhi ardenti”. Continua a leggere “La lieve e tosta misericordia dei Padri”

Cara Costanza non sono d’accordo con te (e forse neanche Origene)

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di Giovanni Marcotullio

Cara Costanza,

mi rubo finalmente, e volentieri, qualche minuto per riflettere con te di questa storia delle “due visioni di Chiesa”, su cui hai voluto confrontarti dopo la pubblicazione del tuo post in merito. Quel giorno lessi le tue complesse considerazioni e le condivisi sul mio profilo Facebook, chiosandole così: «Quanto alla tua domanda finale, mi ricordi – e ti ricordo – che il buon vecchio Origene, il quale di suo era piuttosto incline al rigore, imparò pian piano che c’è salvezza anche per chi vive una fede non tematizzata, non impugnata, al limite perfino blanda. “Simpliciores”, li chiamano le traduzioni latine dei suoi testi: sono quelli che accolgono l’annuncio cristiano ma non ne vengono permeati che “fino a un certo punto”. Sono dei comuni “cristiani della domenica”, che per il resto pensano grossomodo come il mondo e neanche lo sanno, e se glie lo fai notare neanche sono in grado di capirlo (ché poi la differenza tra “noi” e loro, se c’è, sta tutta qua, perché a peccati stiamo messi allo stesso modo). Continua a leggere “Cara Costanza non sono d’accordo con te (e forse neanche Origene)”

“Al riconoscimento legale delle unioni omosessuali è doveroso opporsi in forma chiara e incisiva”

Laterano

CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

CONSIDERAZIONI CIRCA I PROGETTI DI RICONOSCIMENTO LEGALE DELLE UNIONI TRA PERSONE OMOSESSUALI

[…] “Non è vera l’argomentazione secondo la quale il riconoscimento legale delle unioni omosessuali sarebbe necessario per evitare che i conviventi omosessuali perdano, per il semplice fatto della loro convivenza, l’effettivo riconoscimento dei diritti comuni che essi hanno in quanto persone e in quanto cittadini.

In realtà, essi possono sempre ricorrere – come tutti i cittadini e a partire dalla loro autonomia privata – al diritto comune per tutelare situazioni giuridiche di reciproco interesse.
Costituisce invece una grave ingiustizia sacrificare il bene comune e il retto diritto di famiglia allo scopo di ottenere dei beni che possono e debbono essere garantiti per vie non nocive per la generalità del corpo sociale” (n. 9) Continua a leggere ““Al riconoscimento legale delle unioni omosessuali è doveroso opporsi in forma chiara e incisiva””

Ma durerà fino alla fine

san Michele Arcangelo ai giardini vaticani
san Michele Arcangelo ai giardini vaticani

da uno scritto di Joseph Ratzinger del 1970

Anche questa volta dalla crisi di oggi verrà fuori domani una chiesa che avrà perduto molto. Diventerà più piccola, dovrà ricominciare tutto da capo. Non potrà più riempire molti degli edifici che aveva eretto nel periodo della congiuntura alta. Oltre che perdere degli aderenti numericamente, perderà anche molti dei suoi privilegi nella società.

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La presunzione dei dubbiosi

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di Stefano Fontana

Oggi molti pastori della Chiesa amano seminare dubbi tra i fedeli. Alcuni di loro non seminano dubbi, ma permettono che altri lo facciano senza intervenire. Inutile fare degli esempi. Lo abbiamo visto prima del Sinodo, durante il Sinodo e dopo il Sinodo. Sembra che un fedele che sia saldo, fermo o irremovibile nella fede, come chiede San Paolo nella prima lettera ai Corinzi (15,58) e in quella ai Colossesi (1,23) sia in qualche modo fuori posto.  Continua a leggere “La presunzione dei dubbiosi”

Giovanni Lindo Ferretti e l’incredibile incontro con Benedetto

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di Giovanni Lindo Ferretti*  
È l’accettarne tanto la dimensione di dolore e fatica quanto l’occasione di meraviglia a rendere la vita un dono prezioso che ogni giorno si rinnova. Nel suo mistero, se accettato, c’è la continua quotidiana dimostrazione di cosa significhi conversione, convertirsi. Ho incontrato Benedetto XVI, Papa emerito, mai l’avrei immaginato o considerato possibile fino a quando mi è stato chiesto, in dimensione realistica anche se teorica: – vorresti incontrarlo? -. Un concatenarsi inarrestabile di pensieri e ricordi.

Breve riepilogo. Era cardinale, prefetto della Congregazione della Fede, io vivevo secondo modi e ritmi che più passava il tempo più si rivelavano angusti. Senza soddisfazione. Potevo ricondurre tutte le mie scelte di vita all’impatto adolescenziale con il mondo moderno. «I can’t get no satisfaction» cantavano i Rolling Stones ed io ne fui rapito ma ero cresciuto nella tradizione cattolica, avevo imparato e sperimentato molte cose. Una primogenitura, una dote, che alla prova dei fatti si sarebbero dimostrate inalienabili. Continua a leggere “Giovanni Lindo Ferretti e l’incredibile incontro con Benedetto”