Ma durerà fino alla fine

san Michele Arcangelo ai giardini vaticani
san Michele Arcangelo ai giardini vaticani

da uno scritto di Joseph Ratzinger del 1970

Anche questa volta dalla crisi di oggi verrà fuori domani una chiesa che avrà perduto molto. Diventerà più piccola, dovrà ricominciare tutto da capo. Non potrà più riempire molti degli edifici che aveva eretto nel periodo della congiuntura alta. Oltre che perdere degli aderenti numericamente, perderà anche molti dei suoi privilegi nella società.

Si presenterà in modo molto più accentuato di un tempo come la comunità della libera volontà, cui si può accedere solo per il tramite di una decisione. Come piccola comunità solleciterà molto più fortemente l’iniziativa dei suoi singoli membri. Certamente essa conoscerà anche nuove forme di ministero e ordinerà sacerdoti dei cristiani provati, che esercitano una professione: in molte delle comunità più piccole e in gruppi sociali omogenei la cura d’anime sarà normalmente esercitata in questo modo. Ma accanto a queste forme sarà indispensabile la figura principale del prete, che esercita il ministero come lo ha fatto finora. Ma, nonostante tutti questi cambiamenti che si possono presumere, la chiesa troverà di nuovo e con tutta l’energia ciò che le è essenziale, ciò che è sempre stato il suo centro: la fede nel Dio unitrino, in Gesù Cristo, il Figlio di Dio fattosi uomo, nell’assistenza dello Spirito, che durerà fino alla fine.

[…] Sarà una chiesa interiorizzata, che non mena vanto del suo mandato politico e non flirta né con la sinistra né con la destra. Farà questo con fatica. Il processo infatti della cristallizzazione e della chiarificazione le costerà anche talune buone forze. La renderà povera, la farà diventare una chiesa dei piccoli. […] Si può prevedere che tutto questo richiederà del tempo.

[…] Ma dopo la prova di queste divisioni uscirà da una chiesa interiorizzata e semplificata una grande forza. Gli uomini infatti saranno indicibilmente solitari in un mondo totalmente pianificato. Essi scopriranno allora la piccola comunità dei credenti come qualcosa di totalmente nuovo. Come una speranza che li riguarda, come una risposta a domande che essi da sempre di nascosto si sono poste. A me sembra certo che si stanno preparando per la chiesa tempi molto difficili. La sua vera crisi è appena incominciata. Si devono fare i conti con grandi sommovimenti. Ma io sono anche certissimo di ciò che rimarrà alla fine: non la chiesa del culto politico, ma la chiesa della fede. Certo essa non sarà mai più la forza dominante della società, nella misura in cui lo era fino a poco tempo fa. Ma la chiesa conoscerà una nuova fioritura e apparirà agli uomini come la patria, che ad essi dà vita e speranza oltre la morte

Joseph  Ratzinger,  Fede e futuro – 1970 Queriniana, (Brescia 2005, pp. 112-117)

***

La profezia dimenticata di Ratzinger sul futuro della chiesa

29 pensieri su “Ma durerà fino alla fine

  1. …pur non essendo credente, credo che quello che diceva Rtzinger fosse giusto (non so se profetico) come anche è ancora giusto per tanti che già cercano di farlo da sé soli.

  2. Ivana Marzocchi

    Davvero uno spirito profetico! A noi adesso, che stiamo constatando la verità di quelle parole soprattutto riguardo la divisione e la lacerazione all’interno del mondo cattolico, non resta che pregare e impegnarci usando tutti i talenti e le occasioni che Dio ci offre.

  3. fra' Centanni

    La devastante crisi della chiesa, che oggi sta deflagrando in tutta la sua spaventosa potenza (e c’è ancora qualcuno che si ostina a dire che tutto va bene… si, auguri e figli preti… forse… MOLTO FORSE!), era già stata ampiamente prevista con incredibile lucidità dal nostro immenso Benedetto XVI. Che Dio lo benedica, la Madonna lo protegga e ce lo conservi il più a lungo possibile.

    1. La devastante crisi della chiesa, che oggi sta deflagrando in tutta la sua spaventosa potenza (e c’è ancora qualcuno che si ostina a dire che tutto va bene… si, auguri e figli preti… forse… MOLTO FORSE!)

      Sempre frasi catastrofiche, oggettive e basate su dati (quali?) inconfutabili.
      Dati (eventuali) e realtà poi inevitabilmente sono soggetti alla deformazione dell’occhio di chi guarda…

      Io cmq si famiglie con figli preti (giovani) ne conosco più d’una… e la “crisi” del sacerdozio e imputabile a moltissimi fattori. In primis la fiacchezza della educazione e della proposta alla vita consacrata all’interno delle NOSTRE famiglie.

    2. zimisce

      Interessante il passaggio sui sacerdoti privati. Secondo voi intendeva anche uomini sposati o semplicemente uomini che hanno un lavoro “altro”? In entrambi i casi però questo non sembra essersi realizzato. Con l’eccezione dei grandi ordini religiosi che producono professori universitari (peraltro di ottimo livello) mancano dei sacerdoti nei lavori più comuni. Ma sarebbe un segno grande.

  4. …bisognerrebbe che da parte di voi cattolici venisse considerato il fatto che se Ratzinger si è ritirato nella sua umile cella lo è stato certamente per intervento dello Spirito Santo (ivi incluso il libero arbitrio di Ratzinger stesso) e se Bergoglio è stato eletto lo è stato egualmente per l’intervento dello Stesso Beato Spirito (ivi incluso eccetra) a meno di gravi vizi procedurali che ne rendessero nulla (e quindi non ispirata dallo Spirito Santo eccetra) la nomina (come per esempio sostenuto da Socci) ,,,

    1. vale

      O parli di cose che non conosci,o ti divertì a provocare more solito.
      Lo SPirito non agisce come se i riuniti in conclave fossero dei pupazzi…

      1. Nel 1997 fu chiesto al cardinal Ratzinger: «È lo Spirito Santo il responsabile dell’elezione del Papa?».
        Ecco come rispose:
        «Non direi così, nel senso che sia lo Spirito Santo a sceglierlo. Direi che lo Spirito Santo non prende esattamente il controllo della questione, ma piuttosto da quel buon educatore che è, ci lascia molto spazio, molta libertà, senza pienamente abbandonarci. Così che il ruolo dello Spirito dovrebbe essere inteso in un senso molto più elastico, non che egli detti il candidato per il quale uno debba votare. Probabilmente l’unica sicurezza che egli offre è che la cosa non possa essere totalmente rovinata. Ci sono troppi esempi di Papi che evidentemente lo Spirito Santo non avrebbe scelto» (http://www.tempi.it/e-lo-spirito-santo-che-elegge-il-papa-ecco-come-rispose-con-una-certa-ironia-lallora-cardinale-ratzinger)

  5. vale:

    …conosco però quello che alcuni di voi scrivono sul blog e non mi riesce facile capire che i cattolici credono che il Papa sia eletto per insufflazione dello Spirito Santo e poi gli stessi cattolici dicano male dello stesso Papa!
    (o un altro cattolicone come Socci ne contesti la validità di elezione)
    (o c’è il Papa o non c’è,viene da dire)

      1. Thelonious

        lo Spirito Santo c’è e guida ultimamente la Chiesa, ma la Chiesa è fatta di uomini, non di marionette.
        La Chiesa guida attraverso l’umanità, e non a dispetto dell’umanità delle persone.
        Quindi, fatto salvo il “non prevalebunt” e la garanzia di infallibilità di Pietro nel suo pronunciamento ex-cathedra, non c’è alcuna garanzia di impeccabilità, da Pietro ad oggi.
        E infatti nella storia ci sono stati papi santi e papi peccatori.
        Dante (che era evidentemente l’emblema del pensiero cattolico medievale) non si faceva problemi a mettere alcuni papi all’inferno. Contemporaneamente, però, considerava lo schiaffo di Anagni come una percossa a Cristo stesso.
        Senza nessuna divisione interna e senza quel clericalismo che soffoca l’uomo contemporaneo.
        Detto questo, però, il Papa va amato come il “dolce Cristo in terra”, per dirla con S. Caterina da Siena, e nulla giustifica il continuo fango gettato da certi cattolici su Pietro.

  6. Non è forse quella che descrive (e profetizza) l’Emerito Papa Benedetto XVI, una Chiesa che ritorna alle suo origini? Il ritorno ad una Chiesa che torna a spogliarsi di ogni orpello e ogni sovrastruttura per ritrovare il Cuore, il cuore dell’Annuncio, il cuore della Testimonianza, il cuore della sua stessa Fede.
    Quel po’ di sale, quel po’ di lievito… quello che basta, perché ciò che non sala e ciò che non lievita, non serve a nulla.
    E il seme che non sa o non vuole morire cadendo a terra, non germoglia e non porta frutto.

    1. fra' Centanni

      La chiesa delle origini è la chiesa di duemila anni fa; se oggi ci ritroviamo con una chiesa simile a quella di duemila anni fa, costretta a nascondersi, a ritirarsi dai luoghi pubblici, a non ostentare ma, anzi, a nascondere la fede, ebbene: questo è il segno di un grande fallimento, è il segno di una crisi dalla quale non sarà facile risollevarsi. Non è una buona notizia, ci aspettano momenti molto difficili.

      Gesù ha fondato la Sua chiesa perché evangelizzasse tutto il mondo, non per restare chiusa e nascosta.

        1. Ah… e la Fede non la si “ostenta” (meglio sarebbe non ostentare nulla per la verità, ma ognuno ostenta quel che gli pare… o quel poco che ha da ostentare)

          1. fra' Centanni

            Ho usato il verbo ostentare per estremizzare il contrasto con il verbo nascondere. Non intendevo dire che la fede deve essere ostentata. Tuttavia deve essere testimoniata e non nascosta. Non è un bel mondo quello in cui i cattolici sono costretti a nascondere la propria fede.

        2. fra' Centanni

          Hai ragione, ho sbagliato. Mi riferivo non alla chiesa delle origini, ma a quella dei primi secoli. In effetti, Benedetto XVI descrive una chiesa che assomiglia più a quella dei primi secoli che a quella delle origini, mi pare. Comunque non è mai un bene che la chiesa torni al passato. La chiesa è stata fondata per conquistare, per espandersi nello spazio e nel tempo,non per ritirarsi. E l’attuale spaventosa crisi della chiesa è ben più che una ritirata: è una fuga a rotta di collo, almeno in occidente. E questo è un grande peccato, nel senso figurato e nel senso proprio.

  7. Vanni

    La “chiesa delle origini”
    e le (indispensabili) strutture
    di Vittorio Messori

    Alcune delle molte cose dette da papa Francesco e alcune sue scelte inedite -a cominciare dal rifiuto del palazzo vaticano e della villa di Castelgandolfo- stanno risvegliando un mito antico e sempre ricorrente tra i cattolici. Il sogno, cioè, di un ritorno alla Chiesa primitiva, tutta povertà, fraternità, semplicità, assenza di strutture gerarchiche, di leggi canoniche. Uno snello, democratico “movimento“, insomma, non una pesante Chiesa, soffocatrice dello Spirito. Si smantelli l’istituzione clericale, basta con il Vaticano, la sua curia, le sue banche, i suoi diplomatici, si torni finalmente alla comunità di Gerusalemme dopo la Pentecoste!

    In verità, il mito delle origini è smentito già dagli stessi Atti degli Apostoli: due tra i primissimi convertiti, i coniugi Anania e Saffira, fanno i furbetti sul prezzo del campo che dicono di avere venduto per la comunità e Pietro assiste addirittura alla loro morte immediata. Le lettere di Paolo sono roventi verso i comportamenti riprovevoli delle comunità da lui fondate o, in ogni caso, sorte da pochissimo. Chi conosce la storia della Chiesa primitiva sa che è anche una storia di lotte tra correnti, di mutue accuse di eresia, di scismi, talvolta di violenze interne, di martiri ma pure di disertori in tal numero che divenne centrale la disputa se e come riammettere nella comunità la folla dei lapsi, quelli che rinnegavano la fede per paura. Sin dall’inizio, secondo l’avvertimento di Gesù stesso, il buon grano si mescolò con l’infestante zizzania.

    Ma la nostalgia ricorrente, e che oggi sembra rilanciata, per una Chiesa delle origini egualitaria, povera, dove la fede sia libera da sovrastrutture –a cominciare dalla Curia vaticana- non va solo contro la testimonianza della storia. Va anche contro una legge implacabile che i sociologi ben conoscono. La legge per la quale le grandi realtà sociali nascono come “movimenti“, di solito ad opera di una persona carismatica, ma si dissolvono sempre e presto se, raffreddati gli entusiasmi iniziali, non accettano di trasformarsi in istituzioni gerarchiche, in strutture solide e ordinate. Solo queste assicurano la durata e la possibilità di incidere sulla società.

    1. @Vanni “orpelli” e “sovrastrutture” non sono “struttura” e neppure necessario ordine o gerarchia.

      Non si intende (almeno io non intendo) né pura estemporaneità, né tanto meno anarchia.
      Facciamo a capirci… 😉 poi se vuoi dammi del “sognatore”, ma di questa Chiesa molto probabilmente, rimarrà “un resto” e non sarà (come paventa il caro fra’) per una forma di sconfitta.

      Anche il Cristo in croce pareva sconfitto…

  8. Come e’ statisticamente corretto il quadro che date con il vostro scrivere di una Chiesa Cattolica in confusione, disunita, profanata, violata che sale il calvario. Non scandalizziamoci, le profezie devono avverarsi. Per chi e’ Cristiano cattolico, con tutto l’Amore fraterno che ci unisce, rimaniamo forti e perserviamo fino alla fine nella Fede,,Speranza e Carita’ e una vita austere e di preghiera. E’ il tempo dei falsi profeti: “ne seduranno moltissimi”…rendendo vana la Redenzione nel sangue di Cristo. Paul.

  9. “….cosa si fa del sale se perde il suo sapore…..si getta e calpesta….” A tutti noi continuare a perseverare in Fede, Speranza e Carita’ e l’aiuto dall’altro non manchera’ per la nostra individuale salvezza eterna: ” …saro’ con voi fino alla consumazione dei secoli…e se Cristo e’ con noi chi e’ contro di noi?. Fraterni saluti, Paul

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