LETTERA APOSTOLICA SULLA RIFORMA DEL PROCESSO CANONICO PER LE CAUSE DI DICHIARAZIONE DI NULLITÀ DEL MATRIMONIO

LETTERA APOSTOLICA  IN FORMA DI «MOTU PROPRIO» DEL SOMMO PONTEFICE  FRANCESCO

MITIS IUDEX DOMINUS IESUS

SULLA RIFORMA DEL PROCESSO CANONICO PER LE CAUSE DI DICHIARAZIONE DI NULLITÀ DEL MATRIMONIO NEL CODICE DI DIRITTO CANONICO

Il Signore Gesù, Giudice clemente, Pastore delle nostre anime, ha affidato all’Apostolo Pietro e ai suoi Successori il potere delle chiavi per compiere nella Chiesa l’opera di giustizia e verità; questa suprema e universale potestà, di legare e di sciogliere qui in terra, afferma, corrobora e rivendica quella dei Pastori delle Chiese particolari, in forza della quale essi hanno il sacro diritto e davanti al Signore il dovere di giudicare i propri sudditi.[1]

Nel volgere dei secoli la Chiesa in materia matrimoniale, acquisendo coscienza più chiara delle parole di Cristo, ha inteso ed esposto più approfonditamente la dottrina dell’indissolubilità del sacro vincolo del coniugio, ha elaborato il sistema delle nullità del consenso matrimoniale e ha disciplinato più adeguatamente il processo giudiziale in materia, di modo che la disciplina ecclesiastica fosse sempre più coerente con la verità di fede professata.

Tutto ciò è stato sempre fatto avendo come guida la legge suprema della salvezza delle anime,[2] giacché la Chiesa, come ha saggiamente insegnato il Beato Paolo VI, è un disegno divino della Trinità, per cui tutte le sue istituzioni, pur sempre perfettibili, devono tendere al fine di comunicare la grazia divina e favorire continuamente, secondo i doni e la missione di ciascuno, il bene dei fedeli, in quanto scopo essenziale della Chiesa.[3]

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63 pensieri su “LETTERA APOSTOLICA SULLA RIFORMA DEL PROCESSO CANONICO PER LE CAUSE DI DICHIARAZIONE DI NULLITÀ DEL MATRIMONIO

  1. Bri

    Ad un mese dal sinodo.
    Che interpretazione si può dare?
    Che l’indissolubità matrimoniale è salva e debba rimanere tale,
    Che una valutazione più rapida e accessibile dei casi di richiesta di nullità possa liberare dalla sofferenza spirituale molti fratelli
    A me, forse superficialmente, pare un disinnesco tempestivo e quindi una buona notizia
    Sbaglio di molto?

      1. Bri

        @lele
        scusa son troppo ignorante per capire
        Però, o mi spieghi e correggi, altrimenti …
        In fondo se ho scritto “pubblicamente” non è per sostenere una verità ma per capire
        Grazie, se avrai la cortesia e pazienza di

  2. Buongiorno a tutti. Dopo aver seguito la conferenza stampa vorrei l’idea che mi sono fatto è questa:
    – è giusta la celerità del processo sia nei casi in cui un matrimonio è nullo sia nei casi in cui il Sacramento invece c’è; prima si stabilisce la verità meglio è per tutti, a partire dai diretti interessati ma anche per la comunità;
    – il vescovo è dichiarato giudice ma – è stato detto a voce durante la conferenza – la sua figura è più quella di un medico dedito alla cura dei figli. Ben venga questo suo nuovo ruolo che comunque è previsto venga coadiuvato da figure specifiche all’interno della Diocesi;
    – la figura del difensore del vincolo non è stata toccata e questo aiuta a mantenere la centralità dell’indissolubilità del matrimonio come dato di fatto.
    Saluti

  3. lele

    causa audita, roma locuta.

    certi cattolici possono anche fare finta di non avere un problema.
    ma ce l’hanno eccome se ce l’hanno!

  4. … ho letto il testo. A me (da non cattolico ma mettendomi nei panni di un cattolico (ma forse non è possibile mettersi nei panni di nessuno) mi sembra una proposta ragionevole (o forse proprio perché ragionevole non andrebbe bene perché il sacro è sacro e basta?)

    1. Francesca

      È un ottimo provvedimento, nel senso che se un matrimonio è nullo per la Chiesa vengono snelliti tempi e costi, quindi lo si dichiara per quel che è senza ulteriori lungaggini burocratiche. Non cambia niente nelle fattispecie dei casi di nullità. Sono sempre quelli, continuano ad essere quelli.

  5. Francesca

    Ora in trenta e dico trenta giorni si può divorziare. …. opss rendere nullo il matrimonio ( senza nemmeno assegni di mantenimento ecc). Vorrei precisare, per chi non lo sapesse, che per mancanza del consenso il diritto canonico accetta anche la motivazione di uno sposo quarantenne che dopo 10 anni di fidanzamento si sente chiedere dalla madre cosa vuole fare con quella ragazza. E dopo 10 anni di matrimonio e 3 figli chiama il fratello a testimoniore che lui ha avuto un vizio del consenso nel momento del matrimonio. ….. a cossiga dopo 40 anni di nozze e 5 ( se non ricordo male) figli è riuscito a farsi annullare il matrimonio per mancanza di consenso…….. distruggiamo pure la famiglia

    1. Francesca

      Il problema non è la nullità, cioè la dichiarazione di nullità in tempi brevi.
      Può esserlo invece la falsa testimonianza.
      Comunque sappiamo che se in coscienza qualcuno porta falsa testimonianza….sta peccando, oltre al fatto che il matrimonio non sarebbe stato effettivamente nullo davanti a Dio. Riassumendo: se più persone hanno partecipato alla falsa testimonianza e/o hanno contribuito a far dichiarare nullo un matrimonio che non era nullo – ne risponderanno davanti a Dio. In pratica: ca##i loro.

      P.s. e mò come si fa che siamo omonime?

    2. Chi si prendeva gioco dell’istituzione prima se ne prenderà gioco anche adesso. Quello che, forse, si dimentica, è che al Giudice Ultimo non si sfugge, quindi a me, personalmente, che uno riesca a pigliare per il naso la Sacra Rota e avere la facciata da buon cattolico che fa la comunione perchè regolare non scandalizza affatto. Se la vedrà lui col Giudice, e se saranno dolori, saranno dolori.

      P.S. se ci si sposa perchè i parenti spingono è un motivo sacrosanto di nullità. Concordo che accorgersene dopo 40 anni sia ridicolo. Ma, ripeto, alla fine ci pensa il Giudice.

  6. GIULIA

    Già… tanti si accostano al matrimonio “non conoscendo” ciò che propone la Chiesa, non perché SE NE SBATTONO ALTAMENTE!

    1. É vero. Molti se ne sbattono, come scrivi tu, ma c’è anche tanta ignoranza e te lo dico per esperienza personale nel mio servizio in diocesi.
      Personalmente credo che il problema sia prevalentemente a monte. I corsi previsti per chi si vuole sposare li farei come quelli che tengono i frati del SOG ad Assisi, intendo dire il corso fidanzati di p.Giovanni.
      Saluti

      1. GIULIA

        Caro Giovanni, se possibile mi potresti meglio specificare in che cosa tu trovi ignoranza negli sposi?
        Comunque secondo me questa accelerazione nel processo di nullità aveva senso solo se controbilanciato da qualche no in più alla richiesta di sposarsi!

        1. Bhé per ignoranza intendo che ignorano che stanno per celebrare in prima persona un Sacramento e magari pensano che sia figo sposarsi in Chiesa perché la scenografia è bella, per le foto e compagnia bella. In tutto questo non manca anche una certa superficialità da parte di noi “addetti ai lavori” che dovremmo seguire maggiormente le coppie prima, durante e dopo la celebrazione del più bel Sacramento – a mio modesto parere. Mi conforta sapere che ci sono realtà che fanno della pastorale familiare un impegno costante e prioritario, perché di priorità si tratta…
          Penso anche alla comunità di Caresto, nelle Marche…
          Ciao

    2. Velenia

      A costo di fare il bastian contrario ,io l’ho letto tutto(grazie admin) e mi sono quasi commossa.Mi è piaciuto sia nella parte pastorale( la Chiesa e’ madre e si preoccupa della salute dei suoi figli) sia nella parte giuridica che mi sono goduta come una sinfonia.
      Consentitemelo:il Papa e’ un dritto:l’indissolubilità e’ salva,la cura d’anime pure e il processo e’ pure gratuito,chissà che per alcuni non sia l’occasione di approfondire la propria fede.

      1. francesca

        Credo lei non conosca in quanti usano la sacra rota solo per meri interessi civili, in quanti usano il vizio del consenso come scusa. già prima era fin troppo facile ora è super super facile. Chieda a qualche avvocato matrimonialista

        1. Velenia

          Cara Francesca venga nelle aule giudiziarie civili e penali dello Stato italiano e vedrà che ci sono anche testimoni mendaci ,avvocati che,giustamente,devono fare gli interessi dei loro clienti e nel processo penale vedrà’ colpevoli andare liberi perché il pm non è riuscito a raccogliere prove tali da superare il ragionevole dubbio.Il diritto,anche quello canonico ,e’ una creazione degli uomini,il giudizio Divino e’ solo di Dio.

      2. Francesca

        Concordo Velenia.
        Papa Francesco secondo me va sempre di più nella direzione della responsabilità personale. Se ad alcuni sembra che ‘allenti’ dei vincoli (cosa che non ha mai fatto), la realtà è che invece pone le persone davanti alle loro responsabilità, senza troppi fronzoli che possono confondere.
        Inoltre, secondo me era necessario questo provvedimento anche in vista del Sinodo. Nessun problema ‘secondario’ potrà essere portato lì, e ci si potrà concentrare sul valore della famiglia, sull’impegno richiesto alla famiglia cattolica, ai due che si uniscono.
        Mi auspico, e spero ci sarà, una limitazione all’accesso al matrimonio sacramentale
        tramite ‘corsi di preparazione’ più severi. In pratica una maggior chiarezza che prima non c’era e che ha portato a molte cause presso la sacra rota.

        1. Francesca

          P.s. cavolo, c’è un’inflazione di francesche…. vabbè si capisce dall’avatar e dalle idee diverse che siamo persone differenti….

    3. Francesca

      Sì, Giulia. Ed entrambi i casi andranno risolti col Sinodo. Non credo che dopo ci potranno più essere cattolici che “non sanno” o cattolici “che se ne sbattono”.

  7. Bri:

    …qui si tratta del sacramento del mattrimonio, non di matrimonio civile: Il matrimonio civile continua a essere valido, a meno che i due sposi non chiedano il divorzio civile (o no?).

    1. Bri

      @filosofiazzero
      ho usato un po’ di google dopo aver chiesto
      Pare invece di no
      Ci son condizioni per cui ha effetti anche civili
      Più una sentenza del 2011 della cassazione che però “impone” comunque il pagamento degli alimenti se la convivenza è durata almeno un tot di anni
      E quindi da un lato può rendere inutile la richiesta di divorzio, dall’altro no
      Tra l’altro leggevo che per avere effetto civile dovevano esserci tutti e due i “gradi” di sentenza della Rota Romana, ma se ora uno non è più necessario? Che fanno? Aggiornano il codice civile di tutto il mondo che ha concordati? O chi vuole il divorzio deve continuare alla vecchia?

      Un bel ginepraio legale 🙂

      Mi permetto di Invitare chi legge, e sa, a chiarire, così per condividere la conoscenza (quel che ho scritto io son sicuramente informazioni imprecise, l’ho fatto solo per dare un’idea)

      1. Velenia

        Dai miei ricordi universitari dovrebbe essere un po’ come la delibazione di sentenza straniera.Ma una volta c’erano fior di giuristi da queste parti,magari qualcuno ci può spiegar meglio .

      2. francesca

        con la nullità non serve il divorzio. il matrimonio è dichiarato nullo anche in ambito civile (se si è sposati con il rito concordatario). Basta solo la pronuncia di separazione e poi non serve più la richiesta di divorzio.

    2. francesca

      no, si hanno effetti civili. infatti molti chiedono l’intervento della sacra rota proprio perché mentre col divorzio rimangono degli adempimenti civili con la nullità cadono anche gli effetti civili (vedi diritto alla quota tfr, assegni ecc ecc)

  8. … il divorzio canonico potrebbe essere chiesto anche da chi è già divorziato civilmente e magari risposato
    (sempre civilmente) (ovviamente) (il farebbe pensare che siamo in due ambiti completamente separati)

  9. Velenia:

    …non mi sembra per nulla giusta l’analogìa con la delibazione di sentenza straniera.
    Un legame del Regno dei Cieli non è valido sulla terra (e viceversa) (così come ciò che viene sciolto nei cieli non è sciolto sulla terra)
    Infatti anche nel Matrimonio Concordatario si parla sempre di “trascrizione” del matrimonio nei registri civili non di “validità” civile.

  10. vale

    Se ne era già parlato.il recepimento in sede civilistica della nullità è per “delibazione”.inclusa la sentenza di cassazione che non annullava gli alimenti dopo,mi pare, tre anni.
    Si era pure già ipotizzato,sempre su questo blog, che alla fine si sarebbe allargato la manica,per così dire, sia su procedura, snellendola, che sulle motivazioni per ottenere la nullità.
    Resta da valutare quanto,se pure formalmente la dottrina non muta,la futura ortoprassi incidera’ sull’ortodossia.

    1. Velenia

      Io direi che farebbe un gran bene all’ortodossia se non solo i fidanzati arrivassero al matrimonio preparati,ma le coppie di sposi fossero sostenute durante il percorso matrimoniale da pastori attenti e da altre coppie.Esistono già percorsi come il Retrovoule(credo si scriva così) o con un taglio piu’laico i corsi di orientamento familiare.Spero vivamente che dal Sinodo vengano fuori altre proposte e realtà simili.

    2. Alessandro

      E’ chiaro che il nuovo “processo breve” si presta a diventare un distributore automatico di nullità che prescinde da ogni accurato accertamento della nulllità stessa. Tizio e Caia, infatti, possono mettersi d’accordo per “chiedere” la nullità del loro matrimonio, per puri interessi personali estranei a ogni reale convinzione sulla nullità stessa.

      Mi pare che qui sia tutto rimesso alla saggezza del Vescovo: “Can. 1687 § 1. Ricevuti gli atti, il Vescovo diocesano, consultatosi con l’istruttore e l’assessore, vagliate le osservazioni del difensore del vincolo e, se vi siano, le difese delle parti, se raggiunge la certezza morale sulla nullità del matrimonio, emani la sentenza. Altrimenti rimetta la causa al processo ordinario.”

      Se il Vescovo è capace, competente e rispettoso dell’ortodossia allora ci si può fidare, altrimenti… scatta il rapidissimo nullificio. Insomma, molto dipenderà dalla personale ortodossia del Vescovo. Che varia ovviamente (molto) dall’uno all’altro.
      Ovvio che la sentenza è appellabile, questa è una garanzia che resta. Ma è una garanzia debole, perché vorrò vedere chi appellerà una sentenza emanata nientemeno che dal Vescovo, dicendo al Vescovo in sostanza: “non ci hai capito niente, hai raggiunto una certezza morale fasulla…”

      Per quanto riguarda il processo “classico”, documentale, considerata l’abolizione dell’obbligo di doppia conforme (che a mio opinabilissimo parere era invece una garanzia preziosa a tutela del vincolo), bisognerà sperare che il difensore del vincolo lavori seriamente e alacremente, non solo in dibattimento ma già in istruttoria, cioè che si avveri quando auspicato da papa Francesco: “il Difensore del vincolo che vuole rendere un buon servizio non può limitarsi ad una frettolosa lettura degli atti, né a risposte burocratiche e generiche”

      1. Sara

        Va bene che la speranza è una virtù teologale, ma essere ridotti a dover sperare che il lavoro sia svolto seriamente o che il Vescovo sia nella piena ortodossia…. Come al solito: preghiamo, preghiamo, preghiamo!

        1. Sara:

          …pregare per cosa (in questo caso) che non sia la preghiera che Iddio tutti sempre vi aiuti
          voi cattolici di tutti gradi ecclesiastici e non ecclesiastici? Pregate per la vostra anima, prima di tutto!
          Ve le devo dire proprio io queste cose?

      2. @Alessandro più che di ortodossia (che è il “minimo sindacale”…) parlerei di doti di santo discernimento, che non può non venire che dallo Spirito Santo, che non può che essere presente in santa e degna persona, dedita al suo Ministero e Servizio e ad una vita di preghiera alimentata dai Sacramenti.

        Ora non mi si dica: “si buona notte!”, perché le cose che ho elencato (e certo ne ho tralasciata più d’una), sono ciò che ordinariamente si dovrebbero trovare in un Cristiano degno di tal nome. 😉

  11. robertobuffagni

    Non esistendo il sincerometro, o hai il cellulare di Dio o prendi per buono quel che ti dicono gli sposi. “non avevo capito bene cos’è la fede”, ok, annullamento. Segnalo che nel mondo normale, l’ignoranza della legge non è ammessa. Questi stanno a smontà la baracca, ragazzi.

    1. Francesca

      Roberto, certa baracca va anche smontata per …rifondare qualcosa di pietra sulla roccia. È stato lo stesso Benedetto ad introdurre il problema della non comprensione della fede in certi matrimoni. È un problema che va affrontato, per rifondare.
      Per non permettere più (o solo eccezionalmente) che qualcuno possa dire “non avevo capito” di fronte alle questioni di fede.

      1. Francesca

        Non c’è più spazio per l’ignoranza tra i cattolici.
        “L’Europa del terzo millennio o sarà cristiana o non sarà”
        Giovanni Paolo II

        1. GIULIA

          L’unica ignoranza che posso vedere in questi finti cattolici ansiosi di sposarsi in chiesa che fanno finta di non sapere è quella della “non conoscenza” di quanto questo un giorno gli costerà davanti all’unico Giudice

          1. Sarebbero tante le cose che a ognuno di noi potrebbero costare caro difronte all’ Unico Giudice (se questa è la ratio)… mi preoccuperei di queste innanzi tutto, che si fa in fretta a ritrovarsi anche “finti” cristiani.

  12. Luigi I.

    L’augurio é che chi sceglie questa strada lo faccia perchè esistano reali motivi di annullamento, viceversa ingannerebbe se stesso ed il futuro nuovo coniuge e basta. Dio non si puó ingannare. Inoltre credo che a tutela del Sacramento la Chiesa possa fare ben poco, perché sei i due sono concordi con una tesi valida (inventata o no) di certo non potrá obiettare nulla, idem se la tesi “valida” viene portata da uno dei due. La responsabilità é nei due coniugi, nel bene e nel male. Questa vita passa, per tutti, sarebbe consigliabile evitare di ingannarsi, evitare di fare i finti tonti, Colui che è stato visto vivo tre giorni dopo la sua sepoltura, Colui che dinanzi a testimoni oculari é asceso al cielo ha detto tante belle cose affinché chiunque, dal povero al ricco, dal sano al malato, dal single al coniugato, dal vecchio al giovane possa godere di quella gioia che non finirá, ma ha detto che questa gioia non la si ottiene di certo con l’inganno semplicemente perché Dio vede il cuore e non le apparenze.

  13. Raggi56

    Permettete ma la prima cosa che mi è venuta in mente è l’analogia con il divorzio breve da poco votato dal parlamento. Siamo sicuri che rincorrere il mondo (“Non conformatevi alla mentalità di questo secolo” dice l’Apostolo delle genti)sia cosa buona e giusta?

  14. Ciò che mi lascia perplesso nel tenore di alcuni commenti, è l’idea che traspare rispetto coloro che malauguratamente dovesse usare inganni o frodi. L’idea cioè che loro sono i furbi e la faranno franca e gli altri, buoni e pii che mai hanno pensato a ricorrere a stratagemmi e men che meno a separarsi, sono i fessi (e sentendosi fatti fessi, si ribellano all’idea…).
    E’ il solito triste concetto che non di rado affiora, che chi pecca, in fondo se la gode, mentre i “giusto” è costretto a mordere il freno e a fustigarsi, rinunciano continuamente a tutte le possibili “gioie della vita”.

    Le vie della Misericordia (che ormai sembra orribile parola), sono fatte e pensate per chi realmente è nella difficoltà e nella sofferenza, per chi è realmente nell’ignoranza e nell’errore (non abbracciate come verità s’intende). Non si può limitare la Misericordia perché ci possono essere i “furbi”, sarebbe come (perdonate l’esempio non del tutto calzante) non concedere pensioni di invalidità, perché certamente c’è chi froderà.

    Chi froderà in questo specifico caso, come è stato detto giustamente (ma sia detto possibilmente senza sentimenti di rivalsa), risponderà a Dio. Chi peccherà gravemente mentendo e frodando, si farà del male da solo già su questa terra, perché uno solo è il salario del peccato.

    Né penso valga, sempre stando nello specifico, la preoccupazione che questo nuovo “iter”, che di fatto non ha rotto alcuna diga, possa svilire, ledere o chissà che altro, il Sacramento del Matrimonio santamente vissuto. Son ben altri oggi gli attacchi al Matrimonio e alla Famiglia su di esso fondata, ma in ogni caso i Matrimoni che brillano della Santità di Dio, fondati sul Cristo e innestati dallo Spirito nella Chiesa, non hanno nulla da temere, né nulla può spegnere la loro luce, luce che affascina (o non ne siamo convinti?) e illumina il mondo.
    Il problema c’è se i nostri Matrimoni, tanto luminosi non sono… ma se così fosse non diamoci a guardar tanto d’attorno per trovarne i motivi… meglio guardare dentro noi stessi.

  15. Anonimo69

    Le sentenze rotali non sono più automaticamente recepite nell’ordinamento italiano.
    Per avere efficacia in Italia una sentenza ecclesiastica che dichiara la nullità di un matrimonio concordatario deve essere “delibata” (praticamente esaminata e approvata per quanto riguarda la conformità con il nostro sistema giuridico) da una Corte d’appello.
    E non è detto che lo sia. Ad es., nel 2014, le sez.unite della Cassaz., hanno stabilito il principio che le sentenze rotali di nullità non possano essere delibate, se si prova che, nel caso, vi sia stata convivenza more uxorio per 3 o più anni. A69

  16. robertobuffagni

    Una istituzione in crisi e sotto attaco che cede sui fondamentali, va in malora. Questa è la regolarità storica. Poi, se Dio vuole intervenire, interverrà. Però, sarebbe meglio non buttarsi giù dalla torre nella speranza che gli angeli ci sosterranno. Su questa via, papa Bergoglio sarà il Gorbaciov del cattolicesimo.

    1. Per ottenere cosa?

      Sempre più coppie che decidono di passare alla convivenza? Ci dimentichiamo che l’esercizio della sessualità fuori del matrimonio è peccato grave che può portare (Dio solo poi giudicherà) alla morte dell’anima!
      O pensiamo che resteranno caste in attesa di, quando anche molte coppie di fidanzati credenti hanno rapporti premetrimoniali…

      La strada è una sola: l’accompagnamemento formativo e pastrorale delle coppie prima durante e dopo il Matrimonio, anche rendendole più consapevoli, magari rimandando (di poco o di tanto) il Sacramento per avere una accresciuta maturità di fede e di persone, magari per intraprendere un serio cammino di conversione, ma il “terrorismo” (anche se era una battuta), la pedagogia della “paura” non porterà mai alcun frutto.

      Poi non raccontiamoci frignacce… è da stolti anche pensare “io (o noi coppia) ho un fede salda, il mio Matrimonio non avrà problemi…”! Chi stabilisce la “misura” della nostra fede? E chi può dire che la fede tanta poca che avessimo, potrà resistere a questa o quella prova che incontreremo durante il nostro Matrimonio? Magari cadremo al primo inciampo e buonanotte al nostro “io avevo capito tutto”!

      1. No, non per spaventare, che è una boiata, ma per ottenere che le coppie a cui davvero interessa siano veramente consapevoli di quello che stanno facendo. Perchè, parliamoci chiaro, a quelli a cui non interessa, anche spiegare tutto per filo e per segno non cambierà nulla.
        Per “terrorismo” (e sicuramente avrò sbagliato parola, anche se era una battuta) intendo dire le cose come stanno, senza giri di parole ambigui per edulcorare. Frase sentita personalmente, e mi è rimasta in mente indelebile, durante una discussione sull’argomento un uomo (sposato) esclama: “va bè, ma nella gioia e nel dolore vuol dire che può capitare una disgrazia, non che lei può andare con altri uomini!”. Ecco, quel che intendo è spiegare che invece sì, nel dolore vuol dire che può capitare una disgrazia E che lei può andare con altri uomini, e tu sei comunque vincolato alla fedeltà nei suoi confronti, stai promettendo questo. Anche gli apostoli si erano un filo spaventati quando Gesù aveva spiegato la questione, per quello ho scritto “terrorismo”.

        Hai ragione sull’accompagnamento, ma non solo, anche testimonianza, siamo NOI che dobbiamo mostrare che vivere la vita in un certo modo è più bello: se, per esempio, al posto di lavoro, ci uniamo anche noi alla sagra delle battute sul matrimonio tomba dell’amore (divertentissime frasi, si fa per dire, tipo: eh, in viaggio di nozze ogni giorno, il secondo anno una volta a settimana, il terzo anno una volta al mese…) naturale che i più giovani, cui hanno inculcato che ogni scelta in materia sessuale sia degna di rispetto TRANNE non fare sesso, lo rifuggiranno/penseranno di godersela di più al di fuori. A mio parere è da questo che deriva l’uso disordinato della sessualità, non da altro, e nessun corso prematrimoniale più o meno terroristico (oh, insomma, non mi viene un’altra parola, perdonami!! :-)) farà mai cambiare idea in materia, ma solo l’incontro con qualcuno che è casto, sposato e felice.

        Standing ovation per le ultime quattro righe 🙂 A quello serve la Grazia, noi, da soli, siamo fregati.

  17. GIOVANNI PAOLO II
    (Discorso alla Rota romana, 30 gennaio 2003)

    “L’importanza della sacramentalità del matrimonio, e la necessità della fede per conoscere e vivere pienamente tale dimensione, potrebbe anche dar luogo ad alcuni equivoci, sia in sede di ammissione alle nozze che di giudizio sulla loro validità.
    La Chiesa non rifiuta la celebrazione delle nozze a chi è bene dispositus, anche se imperfettamente preparato dal punto di vista soprannaturale, purché abbia la retta intenzione di sposarsi secondo la realtà naturale della coniugalità. Non si può infatti configurare, accanto al matrimonio naturale, un altro modello di matrimonio cristiano con specifici requisiti soprannaturali.
    Questa verità non deve essere dimenticata al momento di delimitare l’esclusione della sacramentalità (cfr can. 1101 ‘ 2) e l’errore determinante circa la dignità sacramentale (cfr can. 1099) come eventuali capi di nullità. Per le due figure è decisivo tener presente che un atteggiamento dei nubendi che non tenga conto della dimensione soprannaturale nel matrimonio, può renderlo nullo solo se ne intacca la validità sul piano naturale nel quale è posto lo stesso segno sacramentale. La Chiesa cattolica ha sempre riconosciuto i matrimoni tra i non battezzati, che diventano sacramento cristiano mediante il Battesimo dei coniugi, e non ha dubbi sulla validità del matrimonio di un cattolico con una persona non battezzata se si celebra con la dovuta dispensa”.

    (Grazie a Giusi che lo ha “ripescato”)

  18. francesca

    Col nome di “Sinodo dell’adulterio” è entrata nella storia della Chiesa un’assemblea di vescovi che, nel IX secolo, volle approvare la prassi del secondo matrimonio dopo il ripudio della legittima moglie. San Teodoro Studita (759-826), fu colui che con più vigore vi si oppose e per questo fu perseguitato, imprigionato e per ben tre volte esiliato.

    Tutto iniziò nel gennaio 795 quando l’imperatore romano di Oriente (basileus) Costantino VI (771-797) fece rinchiudere la moglie Maria di Armenia in monastero e iniziò una illecita unione con Teodota, dama d’onore della madre Irene. Pochi mesi dopo l’imperatore fece proclamare “augusta” Teodota, ma non riuscendo a convincere il patriarca Tarasio (730-806) a celebrare il nuovo matrimonio, trovò finalmente un ministro compiacente nel prete Giuseppe, igumeno del monastero di Kathara, nell’isola di Itaca, che benedisse ufficialmente l’unione adulterina.

    San Teodoro, nato a Costantinopoli nel 759, era allora monaco nel monastero di Sakkudion in Bitinia, di cui era abate lo zio Platone, venerato anche lui come santo. Teodoro ricorda che l’ingiusto divorzio produsse un profondo turbamento in tutto il popolo cristiano: concussus est mundus (Epist. II, n. 181, in PG, 99, coll. 1559-1560CD) e, assieme a san Platone, protestò energicamente, in nome dell’indissolubilità del vincolo. L’imperatore deve ritenersi adultero – scrisse – e perciò deve ritenersi gravemente colpevole il prete Giuseppe per avere benedetto gli adulteri e per averli ammessi all’Eucarestia. «Incoronando l’adulterio», il prete Giuseppe si è opposto all’insegnamento di Cristo e ha violato la legge divina (Epist. I, 32, PG 99, coll. 1015/1061C). Per Teodosio era da condannare altresì il patriarca Tarasio che, pur non approvando le nuove nozze, si era mostrato tollerante, evitando sia di scomunicare l’imperatore che di punire l’economo Giuseppe.

    Questo atteggiamento era tipico di un settore della Chiesa orientale che proclamava l’indissolubilità del matrimonio ma nella prassi dimostrava una certa sottomissione nel confronti del potere imperiale, seminando confusione del popolo e suscitando la protesta dei cattolici più ferventi. Basandosi sull’autorità di san Basilio, Teodoro rivendicò la facoltà concessa ai sudditi di denunciare gli errori del proprio superiore (Epist. I, n. 5, PG, 99, coll. 923-924, 925-926D) e i monaci di Sakkudion ruppero la comunione con il patriarca per la sua complicità nel divorzio dell’imperatore. Scoppiò così la cosiddetta “questione moicheiana” (da moicheia= adulterio) che pose Teodoro in conflitto non solo con il governo imperiale, ma con gli stessi patriarchi di Costantinopoli. E’ un episodio poco conosciuto sul quale, qualche anno fa, ha sollevato il velo il prof. Dante Gemmiti in un’attenta ricostruzione storica, basata sulle fonti greche e latine (Teodoro Studita e la questione moicheiana, LER, Marigliano 1993), che conferma come nel primo millennio la disciplina ecclesiastica della Chiesa d’Oriente rispettava ancora il principio dell’indissolubilità del matrimonio.

    Nel settembre 796, Platone e Teodoro, con un certo numero di monaci del Sakkudion, furono arrestati, internati e poi esiliati a Tessalonica, dove giunsero il 25 marzo 797. A Costantinopoli però il popolo giudicava Costantino un peccatore che continuava a dare pubblico scandalo e, sull’esempio di Platone e Teodoro, l’opposizione aumentava di giorno in giorno. L’esilio fu di breve durata perché il giovane Costantino, in seguito a un complotto di palazzo, fu fatto accecare dalla madre che assunse da sola il governo dell’impero. Irene richiamò gli esiliati, che si trasferirono nel monastero urbano di Studios, insieme alla gran parte della comunità dei monaci di Sakkudion. Teodoro e Platone si riconciliarono con il patriarca Tarasio che, dopo l’avvento di Irene al potere, aveva pubblicamente condannato Costantino e il prete Giuseppe per il divorzio imperiale. Anche il regno di Irene fu breve. Il 31 ottobre 802 un suo ministro, Niceforo, in seguito a una rivolta di palazzo, si proclamò imperatore. Quando poco dopo morì Tarasio, il nuovo basileus fece eleggere patriarca di Costantinopoli un alto funzionario imperiale, anch’egli di nome Niceforo (758-828). In un sinodo da lui convocato e presieduto, verso la metà dell’806, Niceforo reintegrò nel suo ufficio l’egumeno Giuseppe, deposto da Tarasio. Teodoro, divenuto capo della comunità monastica dello Studios, per il ritiro di Platone a vita di recluso, protestò vivamente contro la riabilitazione del prete Giuseppe e, quando quest’ultimo riprese a svolgere il ministero sacerdotale, ruppe la comunione anche con il nuovo patriarca.

    La reazione non tardò. Lo Studios venne occupato militarmente, Platone, Teodoro e il fratello Giuseppe, arcivescovo di Tessalonica, vennero arrestati, condannati ed esiliati. Nell’808 l’imperatore convocò un altro sinodo che si riunì nel gennaio 809. Fu quello che, in una lettera dell’809 al monaco Arsenio, Teodoro definisce “moechosynodus”, il “Sinodo dell’adulterio” (Epist. I, n. 38, PG 99, coll. 1041-1042c). Il Sinodo dei vescovi riconobbe la legittimità del secondo matrimonio di Costantino, confermò la riabilitazione dell’egumene Giuseppe e anatemizzò Teodoro, Platone e il fratello Giuseppe, che fu deposto dalla sua carica di arcivescovo di Tessalonica. Per giustificare il divorzio dell’imperatore, il Sinodo utilizzava il principio della “economia dei santi” (tolleranza nella prassi). Ma per Teodoro nessun motivo poteva giustificare la trasgressione di una legge divina. Richiamandosi all’insegnamento di san Basilio, di san Gregorio di Nazianzo e di san Giovanni Crisostomo, egli dichiarò priva di fondamento scritturale la disciplina dell’“economia dei santi”, secondo cui in alcune circostanze si poteva tollerare un male minore – come in questo caso il matrimonio adulterino dell’imperatore.

    Qualche anno dopo l’imperatore Niceforo morì nella guerra contro i Bulgari (25 luglio 811) e salì al trono un altro funzionario imperiale, Michele I. Il nuovo basileus richiamò dall’esilio Teodoro, che divenne il suo consigliere più ascoltato. Ma la pace fu di breve durata. Nell’estate dell’813, i Bulgari inflissero a Michele I una gravissima sconfitta presso Adrianopoli e l’esercito proclamò imperatore il capo degli Anatolici, Leone V, detto l’Armeno (775-820). Quando Leone depose il patriarca Niceforo e fece condannare il culto delle immagini, Teodoro assunse la guida della resistenza contro l’iconoclastia. Teodoro infatti si distinse nella storia della Chiesa non solo come l’oppositore al “Sinodo dell’adulterio”, ma anche come uno dei grandi difensori delle sacre immagini durante la seconda fase dell’iconoclasmo. Così la domenica delle Palme dell’815 si poté assistere ad una processione dei mille monaci dello Studios che all’interno del loro monastero, ma bene in vista, portavano le sante icone, al canto di solenni acclamazioni in loro onore. La processione dei monaci dello Studios scatenò la reazione della polizia. Tra l’815 e l’821, Teodoro fu flagellato, incarcerato ed esiliato in diversi luoghi dell’Asia Minore. Alla fine poté tornare a Costantinopoli, ma non nel proprio monastero. Egli allora si stabilì con i suoi monaci dall’altra parte del Bosforo, a Prinkipo, dove morì l’11 novembre 826.

    Il “non licet” (Mt 14, 3-11) che san Giovanni Battista oppose al tetrarca Erode, per il suo adulterio, risuonò più volte nella storia della Chiesa. San Teodoro Studita, un semplice religioso che osò sfidare il potere imperiale e le gerarchie ecclesiastiche del tempo, può essere considerato uno dei protettori celesti di chi, anche oggi, di fronte alle minacce di cambiamento della prassi cattolica sul matrimonio, ha il coraggio di ripetere un inflessibile non licet. (Roberto de Mattei)

  19. francesca

    “Mai dunque succeda che veniamo a dirvi: Vivete come vi pare! State tranquilli!
    Dio non condannerà nessuno: basta che conserviate la fede cristiana. Egli vi ha redenti, ha sparso per voi il sangue: quindi non vi dannerà. Che se vi viene la voglia d’andarvi a deliziare con gli spettacoli, andateci pure! Alla fin fine che male c’è? E queste feste che si celebrano nell’intera città, con grande tripudio di gente che banchetta e – come essa crede – si esilara, mentre in realtà si rovina, alle mense pubbliche… andateci pure, celebratele tranquilli: tanto la misericordia di Dio è senza limiti e tutto lascerà correre! Coronatevi di rose prima che marciscano!
    E anche dentro la casa del vostro Dio, quando ve ne venisse la voglia, banchettate pure! rimpinzatevi di cibi e bevande insieme con i vostri amici. Queste creature infatti ci sono state date proprio affinché ne godiate. O che Dio le avrebbe mai date agli empi e ai pagani, negandole poi a voi?

    Se vi facessimo di questi discorsi, forse raduneremmo attorno a noi folle più numerose;
    e, se pur ci fossero alcuni che s’accorgessero come nel nostro parlare diciamo delle cose inesatte, ci inimicheremmo questi pochi, ma guadagneremmo il favore della stragrande maggioranza.

    Tuttavia, comportandoci in questa maniera, vi annunzieremmo non le parole di Dio o di Cristo, ma le nostre parole; e saremmo pastori che pascono se stessi, non le pecore”

    SANT’AGOSTINO discorso 46 sui Pastori

    http://www.augustinus.it/italiano/discorsi/discorso_057_testo.htm

  20. robertobuffagni

    Questa roba è una procedura semplificata, che come tutte le procedure si routinizza. Al dunque, tranne eccezioni rare basterà che gli sposi dichiarino che non sapevano e/o non avevano voluto-capito, e il matrimonio si scioglie.
    Segnalo altresì che il matrimonio non è monopolio del cristianesimo: esisteva da alcuni millenni prima che Cristo nascesse, e tutte le culture lo hanno sempre considerato sacro. Il cristianesimo integra una istituzione sacra che lo precede (tan’è vero che a) a celebrare il sacramento sono gli sposi e non il prete b) il cattolicesimo riconosce il sacramento del matrimonio tra sposi di diversa religione).

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