Mi hanno riferito alcune critiche a me dirette nel libro scritto da Michela Murgia e Loredana Lipperini sulla violenza sulle donne. Non l’ho ancora letto e quindi semplicemente per il momento preferisco non commentare. E’ invece un grande onore, oltre che un conforto, questo articolo che ha scritto per noi don Riccardo Mensuali, del Pontificio Consiglio per la Famiglia – in pratica gli esperti del Vaticano sul tema – che il libro lo ha letto con attenzione.
Costanza Miriano.
di Don Riccardo Mensuali
Nel loro interessante pamphlet L’Ho uccisa perché l’amavo: falso!, Loredana Lipperini e Michela Murgia se la prendono un po’ con Costanza Miriano. Lo fanno a pag 47. Siccome il saggio ha come scopo, opportuno e prezioso, quello di “imparare a parlare di femminicidio”, cioè far luce sulla violenza contro le donne della nostra società, Sposati e sii sottomessa è, dalle due autrici, messo all’indice. Mi accorgo adesso che il correttore ortografico non conosce la parola femminicidio. Ragione in più per apprezzare il lavoro delle signore Lipperini e Murgia. Che però, io credo, non hanno letto i libri di Costanza Miriano.
Anche io trovo che viviamo in un mondo duro, violento e crudele, soprattutto verso i più deboli: donne, anziani, stranieri, bambini. Il libro delle due autrici non avrebbe 80 pagine ma 800 se solo avesse avuto capitoli sulla violenza contro le donne nel resto del mondo. Molti preti, e non solo, sono ancora scandalizzati da quel sacerdote ligure che osò affiggere in parrocchia una locandina nella quale esponeva la tesi secondo cui, in fin dei conti, una parte della violenza sarebbe da imputare alla colpa delle donne. Con questi discorsi, subito del resto censurati dal Vescovo incaricato della censura, il vescovo diocesano, si getta solo discredito sulla Chiesa. Così, per chiarire.
Scrivo però queste righe perché Costanza Miriano verrà a parlare al Pontificio Consiglio per la Famiglia il prossimo 29 Maggio, partecipando ad un seminario sul tema L’Amore Imperfetto: un padre e una madre, l’educazione dei figli. A lei abbiamo affidato il titolo: La ricchezza della differenza. Non so ancora cosa Costanza dirà. O forse sì, un po’ lo so. Ho letto i suoi libri. Il contrario della differenza non è uguaglianza. È uniformità. La povertà dell’uniformità, potevamo darle anche questo, di titolo, specchio dell’altro.
Secondo Lipperini e Murgia, Costanza Miriano sarebbe convinta che “il problema della violenza e della morte delle donne nasca dalle scelte delle donne stesse, che rifiutandosi di “stare sotto”, quindi di porsi come pilastro portante dell’intera impalcatura del sistema di dominio patriarcale, fanno crollare l’armonia iniziale stabilita alle origini del cosmo, da Dio o dalla natura stessa. Chi ha fatto propria questa visione pretende di partire da un atto incontrovertibile – che la donna e l’uomo siano fisicamente differenti – per fondare su questa differenza una gerarchia di poteri e una pre-assegnazione di ruoli e di attitudini”.
In sintesi, secondo Lipperini-Murgia, Costanza dilapiderebbe secoli di fatiche per tornare indietro nel tempo riassegnando alla donna un posto molto più in basso nella “gerarchia di poteri”. Un anti-femminismo di femmina, quindi più pericoloso, se è possibile estremizzare. Mi permetto di consigliare alle autrici del breve e intenso saggio, di rileggere, quanto meno, le pagine di Costanza Miriano. Vi troveranno invece dei grandi personaggi femminili. Scopriranno che c’è un’eroicità della libertà di essere donne cristiane. C’è – eccome – una gerarchia di poteri nelle pagine di Miriano. Ma non è la gerarchia a cui allude “L’ho uccisa perché l’amavo:falso!”. È il suo opposto. C’è un potere nel “servizio” che rende libero il matrimonio di respirare, di crescere, di esistere e di resistere. Il cristianesimo o è eroico o non è. E tutte le mogli dei libri della Miriano sono eroiche, libere, spregiudicate, divertenti e ironiche perché superiori avendo scelto di essere “inferiori”, capaci di lottare e di riposarsi, di imporsi e di rispettare, di correre e di fermarsi. Le trovo piene di libertà. E se rispettano i loro mariti, lo fanno come suggerisce loro l’etimologia del verbo rispettare: vuol dire guardare due volte. Costruiscono, queste donne, famiglie solide perché aperte, a Dio e al mondo. Chiedono, propongono, esigono. Se c’è qualcosa che non sono è tiepide, “né calde né fredde” (Ap 3,15), che mi sembra la malattia del nostro mondo. Fanno tornare alla mente le parole di Benedetto XVI pronunciate al Parlamento tedesco il 22 Settembre 2011: “La ragione positivista … non è in grado di percepire qualcosa al di là di ciò che è funzionale, assomiglia agli edifici di cemento armato senza finestre, in cui ci diamo il clima e la luce da soli e non vogliamo più ricevere ambedue le cose dal mondo vasto di Dio. E tuttavia non possiamo illuderci che in tale mondo autocostruito attingiamo in segreto ugualmente alle “risorse” di Dio, che trasformiamo in prodotti nostri. Bisogna tornare a spalancare le finestre, dobbiamo vedere di nuovo la vastità del mondo, il cielo e la terra ed imparare ad usare tutto questo in modo giusto”.
Se si ha la pazienza di guardare dentro le case dove vivono i personaggi di Costanza Miriano scopriamo case e famiglie aperte al vasto mondo di Dio. È questo, credo, che le rende libere.
Sono certo – insomma – che, leggendo bene Costanza, anche le amiche Lipperini e Murgia dovrebbero prenderla con sé, sul carro nobile della battaglia contro la violenza (in genere) e la violenza che subiscono le donne. Ce n’è molta – di violenza – anche nell’imporre alle donne di non fare le donne, le mogli, le mamme, le nonne – mi pare. È uscito in questi giorni, per PIEMME, Un domani per i miei bambini: è la storia di riscatto e di vittoria sulla malattia di una giovane donna del Malawi, Pacem Kawonga. Una donna che da sottomessa alla violenza disumana ha imparato a “mettersi sotto” la vita di tanti, diventandone quella roccia salda su cui siamo chiamati a costruire una vita degna (Mt 7,24). Allora benvenuta la gerarchia di poteri, se, come insegna Papa Francesco, il potere è servizio. La gerarchia di servizi potrebbe essere l’impalcatura per costruire un mondo migliore. Anche per gli uomini. Grazie per l’accoglienza. Ci vediamo il 29 Maggio.
Don Riccardo Mensuali
Faccio outing ho comprato un libro della Murgia. I soldi più sprecati nel nuovo millennio! Di solito i libri che non mi piacciono li riciclo, in questo caso non ho avuto il coraggio: lo ho seppellito.
Anche io ho letto i libri della Murgia e onestamente li ho trovati bellissimi, dai saggi ai romanzi. E’ questione di gusti, immagino.
Se ti piace vedere sugli altari gli sposati, le donne, i gay e i cavalli? perchè niente cavalli? fai la santa cortesia di diventare luterano, anglicano , anabattista etc. e lasciarmi la Chiesa Cattolica così come lo ho trovata e, soprattutto, così è da 2000 anni.
Grazie.
Il termine “sottomissione” la Miriano l’ha utilizzato come amo per far abboccare tutti i superficiali come le due signore di cui sopra. E in molti abbiamo abboccato! Ma come in molte circostanze ci sono più categorie di persone: nella fattispecie quelle che abboccano, inorridiscono e non approfondiscono (Lipperini/Murgia) e quelli che nonostante la difficoltà del primo momento a digerire il boccone amaro, scelgono di “capire meglio”.
Quando san Paolo dice alle donne di accettare di stare sotto, non pensa affatto che siano inferiori. Anzi, è al cristianesimo che dobbiamo la prima vera grande rivalutazione delle donne… La sottomissione di cui parla Paolo è un regalo, libero come ogni regalo, che sennò sarebbe una tassa. È un regalo di sé spontaneo, fatto per amore.
Personalmente ho portato il libro “Sposati e sii sottomessa” ai corsi che si fanno ai giovani fidanzati prossimi alle nozze. E vi assicuro che è stato un successo! Una “guida” per non avere brutte sorprese ma soprattutto una “guida” per conoscere come DEVONO stare le cose affinchè l’unione sia tale e possa funzionare.
Del resto, la stessa Costanza, definisce la sottomissione così: “Quando san Paolo dice alle donne di accettare di stare sotto, non pensa affatto che siano inferiori. Anzi, è al cristianesimo che dobbiamo la prima vera grande rivalutazione delle donne… La sottomissione di cui parla Paolo è un regalo, libero come ogni regalo, che sennò sarebbe una tassa. È un regalo di sé spontaneo, fatto per amore.”
Dunque, ha ragione Don Riccardo, le due “scrittrici”, dovrebbero approfondire e arricchirsi della coalizione con Costanza Miriano facendola salire “sul carro nobile della battaglia contro la violenza (in genere) e la violenza che subiscono le donne”.
Trovo anche io come Pietro che Michela Murgia abbia un’ottima penna, davvero ottima. Di Ave Mary però non condivido una virgola.
Con tutto il rispetto per Costanza, a me è bastato considerare come questa individua si permette (da sedicente cattolica!) di parlare della Madonna (Ave Mary è spazzatura!) e di Benedetto XVI (l’immenso Benedetto XVI!) per desiderare di non sentir mai più parlare di lei! E pensare che scrive per una rivista (sedicente cattolica!) alla quale era abbonata la mia cara nonna materna (che sapeva leggere e scrivere, cosa non frequentissima a quei tempi in un paesino del sud e la leggeva da cima a fondo): il Messaggero di Sant’Antonio. Non ho parole, ho sempre meno parole…..
…sedicenti cattolici (o sedicenti altro) (e poi chissà cosa siamo)(umani normali, probabilmente)
E poi, in riferimento anche agli scritti e commenti precedenti:
Va bene. questo è un blog autodefinitosi cattolico e quindi che poggia sulla VERITA’ della Chiesa.
Ma possibile che CHIUNQUE altro si provi a criticare, precisare, obiettare, suggerire, mediare, riflettere, mostrare,
citare, controcitare, eccetra eccetra, aldifuori del SAPERE cattolico abbia non solo SEMPRE torto, ma sia o in mala fede, o indemoniato, o babbeo manipolato, o scientista, o materialista, o ognunista, o stronzo, SEMPRE?
Guarda Alvise che lo scritto qui riportato non proviene “dal blog”, né “dal blog” è stato “commissionato”… leggi bene 😉
Alvise io non ho nominato le critiche a Costanza: ho parlato della Madonna e del Papa. Un cattolico non può disprezzare il Papa, inventarsi la Madonna o irridere al Rosario altrimenti sia ateo o sciamano o cosa cavolo vuole! Non ci si può fare la religione a propria immagine e somiglianza o forse sì ma allora è un’altra cosa, non la religione cattolica!
attenzione, perché “il potere è servizio” non equivale a “il servizio è potere”.
Io ho letto i libri di entrambe le autrici. Quelli di Michela Murgia li ho trovato fantastici, quelli di Costanza Miriano triti, banali (il secondo poi non parliamone) e neanche tanto ben scritti. Quanto al titolo, non mi scandalizzo. Mera operazione di marketing per cattolici tradizionali quando invece si vuol fare solo del controcanto.
Cara Eliza, ciascuno può dire ciò che vuole (sarà poi vero?), essere o non essere prevenuto, può criticare i libri della Miriano, dire di essere o non essere d’accordo, ma trovo assurdo dire che sono banali e che sono scritti male. In questo trovo un pizzico di ideologia.
Stefano
Ma io mi rifacevo a tutto il blog in generale: mai mai mai mai mai mai una volta che qualcuno che ha qualcosa da ridire non gli venga non dico sempre dato solo semplicemente torto, ma anche non sia accusato di essere falso, maleinformato, scientista, massone, lobbista,partigiano(come anche del resto lo siete anche voi) ottuso, manipolato, babbeo antithiboniano, anticomboniano, e come si permette di criticare Ratzinger, e come si permette anche solo di parlare di S. Paolo, di Cristo, della Madonna, di S. Ignazio……
Questo non è vero. Prova a rileggere i tuoi interventi e vedrai che begli esempi di intolleranza e poi non fare il solito “mappazzone”: una cosa è la critica di chi come te non è credente e una cosa è pretendere di riscrivere la propria religione.
Bravo filosofiazzero! Io mi sono permessa di criticare poco fa i libri di Costanza Miriano e non mi hanno nemmeno pubblicato. Bel concetto di carità, visto che parlare di tolleranza su questo blog fa venire l’orticaria a molti!
Eliza, stai dimostrando quanto tu possa essere prevenuta: il tuo commento non è stato cancellato ma era in “attesa di approvazione” (la scritta ti appariva in alto) ed è stato approvato nei tempi che ci sono necessari; come già ho avuto modo di dire giorni fa abbiamo una vita reale che non ci consente di monitorare continuamente il blog, non so se per lei è lo stesso o vive attaccata allo schermo.
Non so cosa avessi scritto e in che forma. Forse sei nuova e il tuo intervento deve essere approvato come in qualsiasi blog. Forse admin ha da fare qualche altra cosa oltre che moderare il blog. Qui critiche ne leggi quante ne vuoi, basta che ti fai un giro.
puoi andarlo a leggere Giusi, si tratta di un’imperdibile, dettagliata, circostanziata e profonda recensione
Ho visto: mi aspettavo chissà che cosa! Nobel ad Alvise!
Cara Eliza, non per dare “manforte ad “admin” che non ne ha bisogno, evidentemente non conosci il funzionamento tecnico di un blog (o se ne hai uno lo gestisci senza “filtri” – contenta te…)
Il “filtro minimo” prevede che un utente al suo “primo commento”, resti in attesa di approvazione – e ribadisco, mi pare il minimo, visto che un blog è pur sempre lo “spazio” di chi lo ha aperto o lo gestisce.
A volte il tempo di approvazione non è immediato, dato che – come dice admin – o vivi dietro il monitor, o in generale fai (anche) altro.
Quindi sii più informata, o almeno più fiduciosa 😉
Resta poi il fatto che – parlo per me e del mio blog – se uno non mi garba… io lo “banno” 🙂
Non è vero che non hanno pubblicato il tuo commento, guarda sopra!
Sicuramente la violenza sulle donne è un tema molto delicato e difficile da affrontare. Io penso che in molti casi giochi un ruolo decisivo la debolezza dell’uomo (inteso come maschio), che è un dato oggettivo del nostro tempo. La crisi della virilità, ovvero uomini che stentano a trovare il loro ruolo è una realtà sempre più diffusa e che io vivo (in parte) anche personalmente, portatore come sono di “geni” sesantottini che sto cercando di arginare. Dietro ogni violento c’è un’impaurito, la violenza è sempre la reazione ad una paura come direbbe, tra gli altri, Don Fabio Rosini. Io ritrovo nei miei atteggiamenti la lotta quotidiana contro questa paura di sparire, di essere soppiantato e annullato da una moglie energica e più sicura di sé. Chiariamoci, lei interpreta il suo ruolo, non c’è alcuna condanna nei suoi atteggiamenti. Semplicemente, sentendsi scarsamente protetta e supportata, talvolta compensa lo spazio che lascio occupandolo. In questi momenti, in una lite o in un momento di tensione in famiglia, ho sempre la tentazione di un gesto eclatante, uno scatto d’ira che zittisca la moglie, il pargolo che frigna o quant’altro, la scorciatoia che riaffermi l’orgoglio del maschio ferito e inespresso. E io sto vivendo un matrimonio felice illuminato dalla presenza di Cristo e arricchito da due figli splendidi. Immagino che se le cose si facessero dure, se ci fosse una forte crisi su più fronti (matrimonio, problemi con i figli, precarietà economica), queste pulsioni che ora sono gestite e ben metabolizzate (almeno credo!) potrebbero prendere il sopravvento e, come sempre succede con il peccato, portare dove non si sarebbe mai creduto. Quello che voglio dire è che questo della violenza è, secondo me, un risvolto della “malattia professionale” di noi uomini del tempo, che è la crisi d’identità, la difficoltà di trovare un equilibrio tra il maschilismo autoritario e il nuovo modello “liberal”, preoccupatissimo di rispettare la parità in tutto e per tutto per paura di essere non democratici e autoritari. Io trovo la sintesi nel modello proposto dal Cristianesimo, che è il padre misericordioso, che sa quando mettere un “no” deciso ma anche accogliere e perdonare.
Ci vuole un lavoro costante per “navigare in acque sicure” lontane dai gorghi del peccato (in questo caso ira e violenza) e tenere sempre a mente che non si arriva mai e che, come direbbe un altro Don Fabio (Pieroni), il saggio è colui che sa che non deve mai lasciare il volante, sennò va a sbattere.
Giuliano, apprezzo la sincerità del tuo intervento.
Potrei fare notare che nell’unico post in cui Costanza parla di violenza contro le donne (ovviamente mescolata alla legge 194, perché guai a non dare a tutte di “assassine”!!!!) il succo è sempre quello: se ci vai a letto in un certo senso gli dai disponibilità della tua persona, se lo provochi è colpa tua ecc ecc. Insomma una serie di luoghi comuni, mi duole dirlo. Le storie vere di donne uccise per nulla, perché hanno rotto una relazione, perché han “osato” trovare un altro, perché “lui non sopportava che lei l’avesse lasciato” (una specie di pena di morte privata, insomma)…. Le storie di Barbara Cicioni, picchiata e soffocata all’ottavo mese, di Jennifer Zacconi massacrata di botte e sepolta viva alla vigilia del parto, di Vanessa Scialfa annegata con la candeggina e strangolata per aver chiamato il fidanzato con un nome sbagliato, di Veronica Abbate fulminata con un sol colpo alla nuca per essere andata allo stadio col nuovo moroso, di Elisa Claps uccisa e dimenticata e nuovamente uccisa per 17 anni, di Lucia Manca che ormai era venuta a noia al marito, di Maria Anastasi arsa viva dal marito e dalla sua amante…. Queste storie, queste donne, queste donne vere che hanno amato e guardato con fiducia al futuro…. Perché non se ne parla anche qui, al di là della sottomissione? Che colpa avevano Barbara, Jennifer, Vanessa e le altre? Perché non parliamo un attimo di loro – non cerchiamo di capire e di capire davvero – anziché parlare in generale con i consueti stereotipi della donna cattiva e prepotente e del povero uomo che alla fine non può che reagire massacrando e uccidendo?
Potresti cortesemente citare qual è quest’unico post?
sì appunto per fare questo genere di accuse bisogna essere precisi e magari citare anche qualche passo.
Grazie.
Mi pare sia del 5 o dell’11 gennaio, il titolo è “Quinto: non uccidere”. Nel merito del mio post non c’è nulla da dire? O forse Barbara Cicioni, Veronica Abbate e le altre hanno mancato di sottomissione ed offeso la “naturale” forza maschile?
sì certo quello dove Costanza scrive:
“anche se una sola donna venisse uccisa da un uomo, sarebbe sempre un numero troppo elevato, ed è giusto e sacrosanto che si denunci, stigmatizzi, condanni. Non c’è nessuna condotta da parte di una donna, neanche la più libera, scollacciata, egoista, odiosa, che giustifichi un uomo che finisca per ucciderla. Punto. Non c’è da discutere: è un comandamento di Dio, e questo tronca ogni argomento.”
Senti Greenleaves continuare a postare commenti dove continui ad insinuare oltre ogni evidenza che Costanza giustifichi in qualsiasi modo la violenza, oltre che palesemente falso è anche gravemente infamante e infame; la tecnica di ripetere all’infinito una falsità affinché venga assimilata come vera qui non attacca. Il tuo ultimo commento non verrà pubblicato e neanche altri dello stesso tenore.
Abbiate pazienza, ne ho piene le scatole di questa gente che si lamenta di come Costanza abbia approcciato il problema della violenza sulle donne: la conosco poco, ma è una persona ragionevole, una moglie e una madre… la fanno sembrare una che amerebbe vedere le sue figlie picchiate dal fidanzato o cose simili… lei ha sempre deprecato la violenza. Solo che, a differenza di tanti che continuano a presentare certi orrendi fatti di cronaca come il frutto di un problema di genere o di lotta fra i sessi, lei della violenza ne ha parlato a 360 gradi: perché come è violenza ammazzare di botte una povera ragazza incinta, altrettanto è violenza uccidere una donna che ancora deve nascere, o convincere sua madre a farlo… e non è forse violenza affidare una bambina orfana a due genitori uomini che – con tutto l’amore del mondo – non potranno mai farla crescere con una figura femminile di riferimento? Perché è questo che si sta cercando di fare, anche nel nostro Paese… chi non condivide il pensiero della Miriano su certi argomenti non è obbligato a leggere il blog… che vada a commentare da altre parti, dove gli diranno che ha tutte le ragioni di questo mondo. Buona giornata.
“E così succede che a volte certi uomini non riescano ad affrontare la condotta di certe donne. Non dico che abbiano ragione, dovranno pagare su questa terra e dopo vedersela con Dio, per quello che hanno fatto” A volte succede che certi uomini (poverini!)…Non dico che abbiano ragione (ma sotto sotto un poco si, vero Costanza?). E poi è tutta la sua teoria che di fatto giustifica e fa da alibi alla posizione di servizio che dovrebbe avere la donna. E adesso ditemi che sono un’arrabbiata. Si, lo sono, Lo sono con la famiglia patriarcale che va per la maggiore in Italia (se non l’avete sperimentata, beati voi) e con chi la giustifica. Che ne sa una persona di violenza se non l’ha mai provata (e gli auguro sinceramente di non provarla mai!) Come si permette di alzarsi e in maniera sussiegosa “provare a capire”?
@Eliza
Potrebbe, Eliza, spiegare di preciso cosa intende per famiglia patriarcale che va per la maggiore in Italia?
“Non dico che abbiano ragione, dovranno pagare su questa terra e dopo vedersela con Dio, per quello che hanno fatto”
Quindi galera e giudizio di Dio. Cosa vorresti di più? Potresti chiedere al signor Pomponi di amnesty international (che ha scritto su l’altro post) se è possibile introdurre la tortura…
Dimenticavo, mi scuso con Admin.
Non era ne è mia intenzione offendere nessuno.
https://costanzamiriano.com/2012/05/16/ripartire-dalla-bellezza/
Per me è questo qui
“Va di gran moda parlare di violenza sulle donne. Ogni tanto c’è una marcia, un appello in televisione, ne parlano le autorità. Ci sarebbe molto da dire sui dati veri, che non sono quelli sparati disonestamente da certi giornali, ma adesso non è il momento… . È chiaro comunque che è in atto una campagna di delegittimazione dell’uomo: è nei suoi confronti, piuttosto, che io vedo violenza, una violenza ideologica”
“Quanto alla violenza sulle donne, penso anche a quella che le donne hanno fatto a se stesse con il movimento di cosiddetta liberazione.”
in quel passaggio si contesta l’uso mediatico dei dati, non che ci sia la violenza sulle donne.
I dati dicono anche di peggio sulla natura dell’uomo se è per questo, dicono che l’uomo è estremamente più violento della donna tant’è vero che circa il 90% del totale dei delitti è compiuto da un uomo. Ma dicono anche che circa il 25% (1 su 4) delle vittime è di sesso femminile, vuol dire che la vittima dell’assassino uomo è per il 75% delle volte un altro uomo.
Comunque non è l’unico dove Costanza parla di violenza sulla donna, ne ricordo almeno un altro con un sacco di commenti, purtroppo non ricordo quale
L’ho trovato! Parole di Costanza Miriano: “Se anche una sola donna venisse uccisa da un uomo, sarebbe sempre un numero troppo elevato ed è giusto e sacrosanto che si denunci, stigmatizzi, condanni. Non c’è nessuna condotta da parte di una donna, neanche la più libera, scollacciata, egoista, odiosa che giustifichi un uomo che finisca per ucciderla. Punto. Non c’è da discutere: è un comandamento di Dio e questo tronca ogni argomento”
https://costanzamiriano.com/2013/01/11/quinto-non-uccidere/
grazie Giusi!
ogni tanto mi serve un aiuto 😉
Caro Admin, vorrei anche che non ci fossero (coscientemente o meno, non lo so) distinguo, incertezze o simili nel giudicare le realtà di violenza che possano strizzare l’occhio al carnefice. Piaccia o meno, un libro intitolato come il primo di Costanza Miriano può giustificare in alcune persone (ce ne sono, ce ne sono, ve lo garantisco) la pretesa che le donne debbano essere sottomesse, e non nel senso di “messe sotto”, ma nel senso che dà la lingua italiana a questa parola
pensi che negli anni ’70 era uscito un libro umoristico di Antonio Amurri che si intitolava “Come ammazzare la moglie e perché” (http://it.wikipedia.org/wiki/Come_ammazzare_la_moglie,_e_perch%C3%A9) ,
ma i libri vanno letti non indovinati.
Pensare che dal titolo di un libro (che peraltro – non me ne voglia l’autrice – non è certo il più diffuso al mondo) chicchessia si senta giustificato nella pretesa di… mi pare semplicemente RIDICOLO !!
e i titoli vanno pensati, non sparati
va bene, allora vuol dire la colpa degli uxoricidi degli ultimi 40 anni è di Antonio Amurri
Io non capisco. Se uno parla, a buon diritto, di difesa della vita, morale sessuale, frutti avvelenati e postumi del femminismo, perché tira in ballo la violenza sulle donne?
Anche io credo che parlare di femminicidio sia improprio, anzi, che sia un non senso. Il problema reale, a mio modo di vedere, è l’incapacità (atavica) dell’uomo di reggere la frustrazione (cercando continue scuse) e non quella di guadagnarsi un ruolo davanti a donne più forti che in passato (se ne vedessero, in giro).
Insomma, se uno parla d’altro, perché prestare il fianco? perché dire che l’emancipazione fa più vittime tra le donne di quante non ne facciano gli omicidi? sono due elementi incommensurabili, non c’è rapporto.
Caro Bariom, la stimo perchè ho letto molti suoi commenti e non sono mai banali, Tuttavia non è così ridicolo come pensa. Vuole sapere la mia opinione sul questo libro? All’inizio ero offesa, poi leggendolo il suo contenuto è sembrato sproporzionato rispetto alla mia rabbia. Ma non perchè sia familista o conservatore o perchè sia (molto) distante dal mio pensiero. Solo perchè credo che il titolo sia stato un’abile operazione di marketing (in senso non dispregiativo, intendiamoci). Con un altro titolo credo che le vendite sarebbero state la metà, e Vallecchi Editore l’ha capito al volo. Ad ogni modo, credo che in una società come la nostra, dove spesso i tweet, i riassunti (molto) brevi, le sparate giornalistiche hanno spesso l’effetto della verità, chi ha potere di comunicazione debba usarlo con una certa attenzione. Del resto in Italia solo 5.000.000 di persone leggono abitualmente un libro. Molti di più credo siano quelli che si fermano al titolo.
@ Admin
può darsi. Il titolo a mio parere è di pessimo gusto. E l’autore è stato giustamente dimenticato.
Antonio Amurri non è stato dimenticato. Tra l’altro ha scritto pure: Come ammazzare il marito. Era una personalità poliedrica: scrittore satirico, soggettista radiofonico e televisivo, autore di canzoni, redattore. Di recente Irene Grandi (alla faccia della dimenticanza!) ha reinciso due sue canzoni (cantate da Mina di Amurri con musica di Bruno Canfora): Sono come tu mi vuoi e Conversazione.
Per completezza andrebbe ricordato anche “Come ammazzare la suocera” 😉
In effetti Amurri è stato un grande.
…e anche “Come ammazzare mamma e papà”. Secondo me oggi Amurri non potrebbe più titolare dei libri così, e forse neanche scriverli: il politicamente corretto ha superato e ampiamente doppiato l’ironia.
Il titolo completo del libro di Amurri sul viricidio (neologismo appena coniato da me, a pendant di “uxoricidio”) era “Come ammazzare il marito senza tanti perché”.
Che poi un’Eliza, che immagino abbastanza giovane (se avesse la mia età non potrebbe far a meno di ricordare Amurri con simpatia), che poi un’Eliza, dicevamo, si scandalizzi per questo titolo la dice lunga sul danno che la political correctness ha fatto allo spirito di tante persone.
ps. senza fare psicologia spicciola, gli uomini usano le mani, ma le donne usano spesso strumenti di reazione impalpabili ma non meno pericolosi. Questo non pareggia certo i conti. Solo per dire che tutti quanti dovremmo sapere gestire meglio le nostre inevitabili frustrazioni, senza reagire nè con la violenza nè con altri mezzi impropri, e senza cercare scuse
Io ho sinceramente apprezzato il libro di Costanza, sono sposata da poco ma già ho visto che quando sto “sottomessa” nel senso che intende Costanza, anche mio marito diventa più maturo (certe volte invece lui vorrebbe più una mamma che una moglie, una che prendesse tutte le decisioni….comodo, eh?)
Inoltre secondo me il vero problema della violenza sulle donne è dato da una visione di fondo sbagliata del rapporto tra uomo è donna, ed è il possesso dell’altro. “visto che sei mia, non puoi lasciarmi”, è solitamente il movente dei crimini.
Invece se una è sottomessa (come lo intende Costanza, che è l’opposto di essere zerbino e farsi trattare da “tu sei mia”!!) nasce nell’uomo un senso di rispetto enorme (almeno, nel mio accade così 😛 ). è come se si stupissero della forza che hai, perché bisogna avere una gran forza ad essere sottomessi, a regalare gesti d’amore gratuitamente, a dire “vai a letto che sei stanco” a lui che ciondola perché prende delle medicine che lo rimbambiscono quando hai un sonno micidiale anche tu e c’è da finire di sistemare casa, quando gli cambi le pezzoline in testa e gli stai di fianco se ha 39 di febbre senza dirgli che hai la febbre anche tu per non farlo preoccupare (poca, ovviamente, con 39 di febbre muoio nel letto anche io 😛 ).
Ecco volevo scrivere questo.cime lo ha detto cristiana.non mi ripeto.aggiungo solo che non trovo nei libri di costanza nessun punto in cui si inneggi” a fare violenza sulle donne o si dica al donne di prendessi botte a gratis.
Vedo che nessuno ha sottolineato la vergognosa disonestà intellettuale delle due autrici, cioè che secondo Costanza “il problema della violenza e della morte delle donne nasca dalle scelte delle donne stesse, che rifiutandosi di “stare sotto”… fanno crollare l’armonia…”. Invece tutti giù a citare pezzetti di post di Costanza dai quali, in senso molto lato, si potrebbe dedurre che forse intendeva dire proprio che le donne se la vanno a cercare. La questione è molto semplice: Costanza non lo pensa. Punto. Qualsiasi cosa abbia scritto, non è questo il suo pensiero. Quando si legge un autore lo scopo è capire che cosa intendeva dire, non che cosa NON intendeva dire ma magari, interpretando attentamente, le sue parole potrebbero voler dire.
non ho capito perché hai risposto a me. Io la penso esattamente come te, forse ho scritto male il post 🙂
ah no, non hai risposto a me! sono io che non so usare il blog!! Perdonami!! 🙂
Non ho letto il libro delle due scrittrici, ma quelli della Miriano sì e sinceramente non mi è parso che ci sia l’idea che la violenza sulle donne derivi dal loro rifiiutarsi di stare sotto. A parte che la Miriano intende la sottomissione in senso paolino. No, comunque, che tutti ci abbiano tanta dimestichezza con S.Paolo (per grazia di Dio)! Ma sul libro c’è spiegato.
Quello che c’è, di sicuro, in quello che scrive la Miriano, è l’antipatia verso il “femminismo”,.che è un’altra cosa..
Ma forse sono io che starnazzo…ovviamente!
Una volta tanto che dici una cosa giusta!
Alvise Maria: smack per questo commento! 😀
Angela non fare la sdolcinata che si innervosisce! 🙂
Apprezzo molto il commento di Alvise.
Beh, Alvise stavolta un SMACK te lo sei meritato… (fa conto che sia Giusi o Angela ovviamente :-))
Scherzi a parte, in questo caso plaudo alla tua onestà intellettuale.
Ah beh, Giusi te lo aveva già mandato…
Non toccatemi i libri di Costanza, nè! Tenuto conto delle vendite, nonostante il titolo e il silenzio stampa di chi avrebbe dovuto come minimo fare loro un po’ di cristiana pubblicitò, credo proprio che si difendano da soli, dati numerici alla mano! 😉
AMEN
Segnalo il commento del blog del corriere ad una notizia interessante, a proposito di garantismo femminista.
Da notare anche il tono dei commenti al blog 27esima ora.
http://27esimaora.corriere.it/articolo/la-pasionaria-antimolestie-cambia-ideanei-processi-troppe-tutele-alle-donne/
Perchè le hanno toccato il figlio (i figli si sa….. so piezz e core!)
E comunque Giusi, se ci pensi è interessante che proprio a lei sia capitata una vicenda così… ma si sa, la giustizia divina esiste… e ogni tanto anche il Padreterno ha voglia di farsi due risate…
🙂
@28 ottobre
Famiglia patriarcale? Quella dove uno zio di mio padre ha fatto alzare dalla sedia mia madre perchè doveva parlare solo con mio padre (e mi dispiace che mia madre se ne sia andata e mio padre non sia intervenuto). Vuole altro?
@Eliza
E a suo parere il modello della “sua” famiglia sarebbe quello che va per la maggiore in Italia? Non pensa di avere una visione un po’ egocentrica del problema?
@28ottobre, mi hai preceduto di poco…
Questo paragone della “spiaggia” (già usato altre volte) non regge proprio.
28ottobre:
…egocentrica o italocentrica?
Ma le famiglie sono così come sono nella media della vita comune cattolica o non cattolica più o meno…
Oviamente nella media ce n’è di tutti i tipi!
@Eliza tu sai di cosa lo zio doveva parlare a tuo padre?
Magari era cosa che non poteva riguardare nessun altro…
Mi auguro tu no ce l’abbia con tuo padre (che è stato un debole ai tuoi occhi…) o lo zio da allora…
Pure io se devo parlare con una mia amica “caccio” gli uomini o mi apparto…….
@ 28 ottobre
per niente. Credo solo che molte famiglie (cronache alla mano, nonchè molte opinioni che si sentono in giro) collidono nella sostanza con la mia esperienza. Anche in modo più grave. Fresca di oggi in pausa pranzo: “Dovrebbero ripristinare il delitto d’onore”, seguito da “La fidanzata di Pistorius ha fatto la birichina”. Lei non crede che in chi dice queste cose qualcosa non vada? Che ci sia una cultura di base che alimenta queste scempiaggini? O è la “mia” esperienza che mi rende troppo sensibile a questi argomenti?
@Eliza
Per quello che è la mia esperienza, non so se particolarmente fortunata, non ho mai incontrato famiglie del tipo che lei dice. In genere, sia nella mia che in quelle di parenti ed amici le donne vengono trattate con il massimo rispetto anche se non mancano momenti di discussione come suppongo in qualsiasi casa.
Non faccia della sue esperienza negativa un modello generalizzato, il mondo -lo dico senza ironia- è fortunatamente molto diverso da quello che lei immagina.
@ Bariom
Fortunatemente no, ma ti confesso che la cosa mi ferisce ancora profondamente. Anche se è vero che bisogna perdonare, è difficile.
@ Giusi
Era un’occasione diversa.
Scusatemi, ora io devo staccare.
Ripeto, non era mia intenzione offendere nessuno, nemmeno Costanza, nel caso si sia risentita per aver letto che i suoi libri sono banali e mal scritti. Mi sono lasciata prendere dalla foga. Non ne condivido una parola, tuttavia vorrei solo che mi fosse lasciato il diritto di non essere d’accordo. Anche io sono cristiana, anche se non pienamente cattolica. Saluti a tutti.
Allora buon cammino per una “piena cattolicità” (che coincide anche con una piena maturità cristiana ;-))
…ovviamente!!!
…e anche, magari, con la piena maturità umana!!!
La quale, ovviamente, non può che realizzarsi che nella piena maturità cristiana e quindi cattolica!!!
“Ma se questo è quello che noi crediamo che sia perché rompi'”
Per la serie: tu te la sei cantata e tu te la sei suonata!
??? Con chi ce l’hai Alvise ???
Se qualcuno vede nei libri di Costanza una difesa della violenza sulle donne, mi pare evidente che ne dato una lettura superficiale.
Io questo non l’ho colto in nessuna pagina e in nessun sottinteso.
Il nodo della questione e’ il “dono di se’ ” che Costanza invita le mogli a fare ai propri mariti.
Io in questo credo, cerco di praticarlo e ne vedo i frutti.
Il problema e’ che alcuni uomini non capiscono che un dono, per sua stessa natura, non può essere preteso ne’ tantomeno estorto.
Non credo, invece, come alcuni (es. il famoso parroco di Lerici), che il problema sia ascrivibile, almeno in parte, a certi comportamenti femminili.
Sarebbe quasi più facile se così fosse. Cambi il tuo atteggiamento e la violenza finisce.
Invece non è così, visto che tra le vittime di maschi violenti ci sono sia ragazze “leggere” in minigonna, che seriose professioniste, che casalinghe accondiscendenti.
…casalinghe accondiscendenti?
OT
scusate, ma poiché di là i commenti sono chiusi e vedo che mi tira in ballo (a proposito di genitori omosessuali ecc.), mi permetto lasciare qui un’ultima risposta:
silviaerasmus
Quanto al link che proponi su Marks, “fraudolento ciarlatano” è la qualifica più garbata con cui vi viene qualificato lo studioso. Tanto per dire cosa è lecito attendersi dal seguito. Comunque, andando al sodo, si contesta a Marks:
1) che il suo studio analizzi solo 59 delle 130 e più pubblicazioni citate dall’APA. Però se si va a vedere quel lavoro dell’APA ci si accorge che i 59 studi presi in esame da Marks sono quelli che si occupano esplicitamente dei bambini cresciuti da coppie omosessuali. Cioè sono gli studi più pertinenti alla conclusione tratta da quel brief dell’APA: “Not a single study has found children of lesbian or gay parents to be disadvantaged in any significant respect relative to children of heterosexual parents.”
2) che lo studio di Marks si occupa di studi pubblicati non dopo il 2003. Chi ci dice che tra il 2003 e il 2012, anno di pubblicazione del lavoro di Marks, non sia uscito almeno un lavoro ben fatto che militi a favore delle conclusioni dell’APA?
Bene, se questo/i lavoro/I ben fatto è uscito, si dica qual è.
In verità, un lavoro metodologicamente ben fatto sull’argomento è uscito nel 2012, ed è quello di Regnerus, del quale 18 docenti universitari – ripeto – hanno detto:
“la stragrande maggioranza degli studi pubblicati prima del 2012 su questo tema hanno fatto affidamento a piccoli campioni non rappresentativi; al contrario, Regnerus per raggiungere le sue conclusioni si è basato su un campione di grandi dimensioni, casuale, di oltre 200 bambini allevati da genitori che hanno avuto relazioni omosessuali, confrontandoli con un campione casuale di oltre 2.000 bambini cresciuti in famiglie eterosessuali. Noi riteniamo che lo studio di Regnerus, che è uno dei primi a fare affidamento su un ampio campione, casuale e rappresentativo di bambini di genitori che hanno avuto relazioni omosessuali, ha contribuito notevolmente ad arricchire di informazioni il dibattito in corso tra studiosi sulle famiglie dello stesso sesso in America”:
http://www.baylorisr.org/2012/06/a-social-scientific-response-to-the-regnerus-controversy/
Peccato che questo lavoro giunga a conclusioni opposte rispetto a quelli dell’APA.
Quanto al lavoro di Regnerus, rinvii a un link nel quale è riferita quest’affermazione di Regnerus: “sarei più prudente rispetto al linguaggio che ho usato per descrivere le persone i cui genitori hanno avuto rapporti con soggetti dello stesso sesso. Ho parlato di “madri lesbiche” e “padri gay”, quando non conosco il loro orientamento sessuale, ma conosco solo la loro condotta sessuale”. Interessante precisazione, ma che non si vede come possa inficiare l’esito dello studio di Regnerus, a meno di pensare che il numero dei genitori che hanno avuto rapporti con persone dello stesso sesso senza avere un orientamento omosessuale sia tale da compromettere la dimensione e/o la natura stessa del campione adottato da Regnerus… ma la probabilità che ciò sia accaduto è evidentemente bassissima. Tanto che Regnerus stesso non esita a concludere: “ma per quanto riguarda i risultati in sé stessi, io li difendo”.
A proposito di campioni: l’altra contestazione rivolta al lavoro di Marks nel link riportato è quella di William Meezan and Jonathan Rauch, che sostengono che non è vero, come sostiene Marks criticando gli studi addotti dall’APA, che un campione piccolo non possa dare risultati attendibili. Questa obiezione si commenta da sé: vorrei sapere quanti scienziati sociali sono disposti a sottoscrivere questa apologia del rigore metodologico di studi che si avvalgono di un campione molto piccolo.
“marks però non è la prova che una famiglia omo sia peggiore, è solo la prova che molti studi sono stati mal eseguiti.” Poiché gli studi mal eseguiti sono quelli di cui difendi le conclusioni, atteggiamento razionale vorrebbe – ribadisco – che cessassi di difendere tali conclusioni. Tutto qui.
…atteggiamento razionale?
?
“il problema della violenza e della morte delle donne nasca dalle scelte delle donne stesse, che rifiutandosi di “stare sotto”, quindi di porsi come pilastro portante dell’intera impalcatura del sistema di dominio patriarcale, fanno crollare l’armonia iniziale stabilita alle origini del cosmo, da Dio o dalla natura stessa. Chi ha fatto propria questa visione pretende di partire da un atto incontrovertibile – che la donna e l’uomo siano fisicamente differenti – per fondare su questa differenza una gerarchia di poteri e una pre-assegnazione di ruoli e di attitudini”
Siamo sempre lì. Sarà un caso che i critici più feroci dei libri di Costanza siano ideologizzati fino al midollo? Per il veterofemminismo di queste due signore esiste un intero sistema “femminicida”, il “sistema patriarcale”. Non ci sono vie di mezzo. Data questa logica binaria l’umanità si divide in due: “complici del sistema”, dunque “cattivi”, e “nemici del sistema”, dunque “buoni”. Da una parte i cattivissimi cow-boy, dall’altra i buonissimi indiani. È ovvio che se siamo in guerra l’unica preoccupazione debba essere quella di conquistare posti di potere a spese del “nemico”. Così come è evidente che all’interno di questa cornice manichea chi non inneggia alla “lotta dura e senza paura” contro il “sistema patriarcale” e anzi, orrore!, dichiari la falsità della logica del conflitto non può che essere considerato un complice del “femminicidio” perpetrato dal “sistema”. Manicheismo allo stato puro. È sempre questa la logica del mondo artificiale delle ideologie (Eric Voegelin parla di “due principi, tre tempi”). E non se ne può più…
Andrea… so’ vecchia e maritata… se no ti “tiravo il roccolo” a furia di cappelletti, però.
A parte gli scherzi, grazie per questo commento. Smack! 😀
😀 Hai detto cappelletti? Gnam! 😉
Basta conoscere un po’ il mondo per accorgersi che tra il bene e il male (cosiddetti)
non c’è un taglio preciso (né geografico né morale) (Cina a parte, ovviamente!)
Il libro di Costanza dovrebbero leggerlo tutte le ragazze, invece, per non fare gli stessi errori delle loro madri, separate, divorziate, sconfitte, sole.
Non ci sono giustificazioni per chi uccide un altro essere umano.
Sia esso un uomo, una donna o un figlio appena concepito.
Detto questo, mi par di poter dire anche ascoltando le esperienze di amici che si occupano di – diritto di famiglia – che una donna lascia un uomo per molti motivi, non necessariamente perchè ha già un altro “nido caldo” ma perchè non si sente capita, stimata, perchè non vuole più condividere la vita con l’uomo che ha sposato ecc… Un uomo solitamente, se lascia la moglie, ha già un altra storia. Un uomo, proprio perchè differente da una donna, (e questo i libri di Costanza lo raccontano molto bene) spesso non coglie i segnali, non capisce che si sta avvicinando a un baratro, si lascia vivere e qualche volta sorprendere dall’uscita di scena di lei. Qui si apre il capitolo matrimonio, spesso gli sposi si “lasciano vivere” anziché confrontarsi, chiarirsi di volta in volta, aspettano che il tempo sistemi le cose, il tempo invece in questi casi fa più danni della salsedine. L’uomo quando viene lasciato si sente, perduto, defraudato, le separazioni poi scatenano il peggio dello scibile umano, tutto diventa motivo per umiliarsi e ferirsi a vicenda, l’amore che c’è stato sembra disciogliersi.
In questa situazione gli uomini, più delle donne spesso fanno gesti violenti, a volte estremi. Credo che i libri di Costanza, siano un invito alla riflessione, all’amore, al saper costruire insieme nel rispetto delle diversità, Lei è un buon esempio di “donna sottomessa” femmina all’ennesima potenza, moglie, madre, lavoratrice. Direi un bell’esempio di REALISMO femminile. La Murgia, che pure è una bella penna se parla di altri argomenti, questa volta si è lasciata trascinare da cattive compagnie e superficiali analisi di un libro che pare non avere letto. Vai Costanza e non ti curar di loro
Nerella Buggio
“anziché confrontarsi”
…e questo non è un modo di parlare “politicamente corretto”, e che non significa nulla?
Semplicemente l’amore può finire, ci si può venire sulle palle l’un l’altro, o uno solo, o chissàqquali altre vicissitudini.
Se Costanza è una donna sottomessa, sia pure nell’accezione paolina del termine, femmina sposa e madre e lavoratrice (sembrano parole fasciste)vuole dire lei è contenta così com’è.
Che ci siano tanti uomini violenti è anche questo vero. Come ci sono uomini, e donne, stronzi/e.