Quinto: Non uccidere

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di Costanza Miriano

Vorrei provare a fare una piccola riflessione sul delicato tema del femminicidio (che brutto neologismo), senza alcuna pretesa di essere risolutiva; magari, ecco, provare a spostare un po’ lo sguardo, a vedere se dietro c’è qualcosa su cui ragionare. Perché “davanti” – insomma, a ragionare sul fatto in sé – non c’è molto da discutere. Uccidere è sempre una cosa sbagliata, terribile. Ancora più orribile quando la vittima è oggettivamente più debole del carnefice.

Non si capisce se il fenomeno sia in aumento, e non vorrei entrare nel balletto delle cifre, perché ogni fonte dà una sua lettura dei dati. Comunque, anche se una sola donna venisse uccisa da un uomo, sarebbe sempre un numero troppo elevato, ed è giusto e sacrosanto che si denunci, stigmatizzi, condanni. Non c’è nessuna condotta da parte di una donna, neanche la più libera, scollacciata, egoista, odiosa, che giustifichi un uomo che finisca per ucciderla. Punto. Non c’è da discutere: è un comandamento di Dio, e questo tronca ogni argomento.

Quello su cui forse ci si può interrogare è sul perché l’informazione dia un risalto davvero molto elevato a questo tipo di episodi, anche a scapito di molti altri di pari gravità e maggiori dimensioni. Pur non essendo una grande firma, lavoro nell’informazione da abbastanza anni – oltre quindici – da avere capito con molta chiarezza che i meccanismi che rendono un fatto notizia, e un altro no non sono criteri assoluti (se il criterio assoluto fosse denunciare gli omicidi fatti a danno di vittime più deboli, mi sembra evidente che gli oltre cinque milioni di bambini uccisi dalle loro mamme solo in Italia da quando esiste la 194 dovrebbero essere la priorità) ma dettati da una chiave di lettura del mondo.

Qui la chiave, il vero tema, in realtà, il vero ordine del giorno è la visione della sessualità e del rapporto tra i sessi, e questo tra l’altro è legittimo, perché il tema è importante. Dare risalto al femminicidio può alla fine servire in qualche modo a dire che donne e uomini devono poter essere liberi di vivere la loro sessualità come desiderano, se vogliono anche senza vincoli. Il pensiero dominante vuole “normalizzare” il sesso, renderlo il più possibile simile a una forma di attività fisica che non riguardi, come invece è in verità, concetti incisi nella parte più profonda di noi, concetti di purezza e contaminazione, inviolabilità e profanazione, come dice Roger Scruton. Il desiderio liberato da vincoli morali è uno stato d’animo nuovo ed estremamente artificiale. In realtà l’intimità sessuale, che è sacra e che è ciò a cui Dio ha affidato la trasmissione della vita, è una visione magnifica e sconvolgente. Può essere sublime o terribile, ma non potrà mai essere neutra, né per l’uomo né per la donna. Con il sesso noi diciamo all’altro, all’altra, io sono tua, sono tuo. Se poi questa non è la verità, se la vita dice un’altra cosa, può succedere che in alcune persone si scatenino istinti incontrollabili. Non dico affatto che questo sia giusto, ma è un dato di fatto: l’essere umano è fatto così, e anni di pressioni culturali non sono riusciti a cambiarne la struttura profonda. E così succede che a volte certi uomini non riescano ad affrontare la condotta di certe donne. Non dico che abbiano ragione, dovranno pagare su questa terra e dopo vedersela con Dio, per quello che hanno fatto. Però c’è una zona sacra, che porta l’uomo e la donna in un territorio sconosciuto, quello del desiderio, un territorio che liberato da vincoli morali può essere distruttivo.

La cultura dominante invece tenta in tutti i modi di abbattere il recinto del tempio della trasmissione della vita, e di tagliare tutti i vincoli che appunto legano il sesso all’unione indissolubile tra due anime che tentano per tutta una vita di diventare una sola carne. È questo che dicono i loro corpi, e questo dicono – con i loro corpi fatti di geni e cellule impastati inscindibilmente – i figli che nascono da quell’unione. E infatti tante volte all’origine di fatti di violenza ci sono storie di figli negati, contesi, portati via. Tante altre volte c’è solo un desiderio prevaricatore dell’uomo, e donne totalmente estranee, lo so. Tutte, comunque, tutte lo ripeto, vittime. Quindi, per l’ultima volta: non era per giustificare, ma solo per provare a capire.

 

86 pensieri su “Quinto: Non uccidere

  1. Giovanni Varuni

    La colpa di queste violenze è data all’uomo virile. Siamo sicuri che non sia colpa della perdità dell’identità maschile e della virilità?

  2. Antonia

    Grazie Costanza, hai trovato le parole giuste per esprimere una grande verità, oggi assolutamente non “politicamente corretta”. E la difficoltà sta nel dover ammettere che uomo e donna sono ontologicamente diversi e per questo vivono l’abbandono con intensità e sofferenze diverse, non misurabili in minori o maggiori. Semplicemente diverse. Grazie per la limpidezza e lucidità della riflessione, concordo in pieno. Baci.

  3. Stefania

    “…c’è una zona sacra, che porta l’uomo e la donna in un territorio sconosciuto, quello del desiderio, un territorio che liberato da vincoli morali può essere distruttivo”

    Questo è il nocciolo della questione.
    Questa è vera chiave di lettura di questo dramma contemporaneo.
    Ognuno di noi è il risultato di uno stile di vita e di un’educazione (o in-educazione) ereditati dai genitori e loro stessi il prodotto, a loro volta, dei loro padri e madri…
    Nel tempo i cosiddetti “vincoli morali” si sono persi, combattuti e abbattuti in difesa di un falso e menzognero progresso che ha portato l’uomo (e la donna, quindi inteso come essere umano) allo stato animale, ad uno stadio primordiale. Quello stato che identifica il più forte come colui che possiede con la forza. Ergo: paradossalmente e inconsciamente abbiamo fatto passi da gigante…ma all’indietro!

    La soluzione…?

    Come sostiene il buon Ravasi (Card. Gianfranco Ravasi) con un “Ritorno alle Virtù”.

    Ma come tornare a coltivare virtù come la prudenza, la giustizia, la fortezza, la temperanza, la fede, la speranza e la carità in un quotidiano che ci bombarda con messaggi, esempi e comportamenti esattamente contrari…?

    Il “lavoro” che si prova a fare nel focolare domestico…come può essere sufficiente…?

    1. @Stefania, il male da fuori non contamina l’uomo, è dal cuore dell’uomo (dall’interno) che vengono tutti i mali. Ce lo ha detto Cristo.

      Il “lavoro” che si prova a fare nel focolare domestico può essere sufficiente e certamente è FONDAMENTALE. Noi siamo chiamati ad educare i cuori dei nostri figli, proprio perché abbiano in occhio diverso per guardare il mondo e abbiano discernimento su quello che viene dall’esterno. Le nostre case poi debbono essere altro dal mondo (come noi non siamo del mondo), perché quello che di maligno c’è nel mondo resti fuori, non vivendo come struzzi con la testa sotto la sabbia, ma sapendo filtrare e, come genitori, avendo sempre un parola (quella di Dio) su quello che da fuori arriva (anche uno stupido programma televisivo, piuttosto che una notizia di cronaca nera).

      Questo, io credo sia sufficiente (ed è già molto, perché richiede molto impegno), il resto rimettiamolo nelle mani del Signore.

  4. “Con il sesso noi diciamo all’altro, all’altra, io sono tua, sono tuo”

    Oggi con il sesso si dice: Tu sei MIA, tu sei MIO! Ecco dove sta la differenza…

    E quando il tuo possesso ti viene portato via, dalla decisione dell’altro/a da un/una rivale resti profondamente offeso e ferito, non solo nei tuoi sentimenti, ma come derubato, defraudato di un tuo “possesso”, ben più prezioso di qualunque altro possesso – perché i legami sentimentali e sessuali creano un fortissimo profondo legame anche se vissuti nel disordine morale – ed ecco che in taluni, più facilmente maschi, perché l’agire per forza fisica e a volte bruta e certamente ad essi più connaturale, ecco che sia arriva a sopprimere chi ti è causa di tanto dolore o a preferire la distruzione piuttosto che la perdita del bene “amato”.

    Ecco dove sta la differenza… essere passati dal Dono “io sono tua, io sono tuo”, al cieco possesso.
    La concupiscenza, che senza più freno alcuno, porta all’oblio della ragione stessa, tanto che passato il furore e l’odio del momento, quando questa torna nella mente dell’omicida, porta spesso al suicidio del medesimo.
    Triste destino nel quale gioca un triste ruolo (non ce lo scordiamo) l’accusatore, il principe della menzogna, che prima soffia sul fuoco della tua ira e puoi ti accusa… “per te ora non c’è più speranza, né perdono!” e fa il suo meschino gioco.

  5. Ho vissuto la separazione dolorosa e violenta dei miei genitori. E’ accaduto quasi 30 anni fa e ancora oggi loro volenti o nolenti, loro sono legati. Mio padre è legato a quella donna che se n’è andata e lui non ha ancora capito perchè, ora è anziano e solo, perchè a seguito di quell’abbandono si è fatto terra bruciata intorno, come spesso capita – o con me o contro di me – e non riusciva a capire che una figlia non può fare una scelta, vede i difetti e pregi di ognuno dei due, ma li ama tutti e due.
    Mia madre, è rabbiosamente legata a quell’uomo che ha diviso con lei 20 e più anni di matrimonio rocambolesco, lei voleva di più da un uomo. A lui pareva di fare tutto il necessario, lavorava, non fumava, non andava al bar a giocare a soldi, aveva raggiunto il benessere economico e non faceva mancare nulla alla famiglia. Lui non aveva bisogno d’altro, da piccolo aveva conosciuto l’indigenza e ora gli pareva di stare in paradiso. Lei voleva un’indipendenza che la famiglia non le dava, era una donna “strana” fuori da ogni schema, creativa, umorale, collerica e la famiglia era per lei una gabbia, ma liberarsene non l’ha resa felice. Hanno litigato, sono arrivati alle mani e forse siamo stati pure vicini a finire sui giornali nella colonna della cronaca. Perchè un uomo ferito, che ne abbia colpa o no, un uomo lasciato, si sente abbandonato, fallito e ciò che non capisce con la testa cerca di “sistemarlo” con le mani. Le ricordo bene certe frasi, quasi che eliminare l’altro, corrispomndesse a un poter “ricominciare” far tabula rasa del passato. Poi ci sono i figli, che diventano armi da taglio, usati come fendenti, strattonati da una parte o dall’altra. Diceva un avvocato matrimonialista che chi si separa in modo civile è perchè in fondo si vuole ancora bene. E’ vero, ci vuole un ritorno alle virtù, e bisogna non stancarsi di dire ai giovani e di testimoniare che il matrimonio è un lavoro, che prima di tutto va fatto su noi stessi. Che volere il bene dell’altro è diverso che voler essere amati dall’altro, che la vita, le circostanze della vita vanno affrontate e non scansate quando non corrispondono a quelle che noi avevamo in mente. E’ un ALTRO che ha scritto la trama della nostra vita, e di certo l’ha scritta meglio di quanto avremo saputo fare noi

  6. alessandra

    io col tempo mi sono fatta l’idea che l’aggressivitá è quasi sempre causata da una grande frustrazione. Essendo gli uomini particolarmente ambiziosi sono più inclini a frustrazioni. C’è chi reagisce bevendo, giocando, cercando perversioni ,ecc molti reagiscono con la violenza. Spesso è colpa del lavoro, altre volte perchè non si arriva a fine mese, comunque noi mogli, diciamocelo su questo blog, davanti al marito frustrato cominciamo con i moralismi, con le rivendicazioni, con i “ma come proprio tu” , le pretese, ecc invece di stargli semplicemente vicino e fargli da specchio nonostante le sue mille mancanze.

  7. alessandra

    per l’appunto stavo leggendo “Quando il corpo è delle altre” della Fusaschi e a pag 54 Anna Simone dice ” il tema della violenza di genere oggi è stato preso in carico da numerose organizzazioni internazionali le quali pongono l’accento sulla donna vittima e debole anzichè sul problema di fondo, ovvero sulla difficoltà delle relazioni fra generi differenti”

  8. Costanza, hai toccato un punto nevralgico del problema che è la concezione della sessualità degradata ad esercizio fisico senza vincoli. E’ un dato di fatto, l’uomo e la donna non sono cambiati nel loro profondo intimo. D’altronde anche la letteratura e la cinematografia lo raccontano in mille modi. In ogni caso questa tua lucida analisi sarà velocemente criticata con il fatto che le violenze sulle donne in paesi sessualmente aperti come quelli del Nord Europa sono numericamente inferiori a quelli latini o arabi.
    Penso che per un uomo abbandonato al di là della perdita dell’esclusività sessuale della donna, il tracollo psicologico e il rifiuto della realtà sia dettato dalla perdita di qualcosa su cui aveva investito molto, un mondo che crolla senza per motivi che lui addebita alla sua donna. Privatamente ti potrei raccontare una storia che ho vissuto da molto, troppo da vicino finita sui giornali e che pian piano sta mettendo a galla aspetti che inizialmente non avevo considerato.

    1. JoeTurner

      @Exileye c’è del vero in ciò che dici però le statistiche mondiali piuttosto che confermare sembrano confutare la tua obiezione; leggendo le statistiche ONU ( http://www.unodc.org/unodc/en/data-and-analysis/homicide.html – Homicides by sex ) scopriamo che nei civilissimi paesi del nord europa la percentuale di donne uccise è in Norvegia il 41,4% in Svezia e Danimarca il 34,5% in Finlandia il 28,9% contro il 17,7% della Giordania, il 16% del Libano, il 19,1% della Turchia, il 28,5% dell’Arabia Saudita, il 14,9% dello Yemen, 11,9% della Tunisia, il 19,5% del Marocco. In Italia siamo al 23,9% in Spagna al 33,1% in Francia al 34,5%; in Giappone il 50% (!) negli USA il 22,5%. Una curiosità, in Grecia sono il 5% contro il 70% di uomini ma c’è un 24,8% di “indeterminati”…mah

      1. Grazie Joe, meglio così, vuol dire che non potranno obbiettare neppure con quest’argomentazione. In effetti mi ero azzardato una risposta che avevo sentito senza verificarne la veridicità (e sinceramente si parla sempre di Spagna e poco di Norvegia).

  9. Rino

    Condivido in pieno quello che scrivi. Sono convito comunque che tutte queste violenze siano un segno lampante della debolezza degli uomini d’oggi, che non sanno più affrontare la frustrazione e vengono travolti dalle loro emozioni e dal loro istinto.
    La paura di noi genitori a far sperimentare la frustrazione, la noia, la sconfitta, la sofferenza ai nostri figli, unitamente a papà sempre più assenti o inconsistenti crea dei ragazzi, specie maschi, deboli, senza spina dorsale che alla prima difficoltà scoppiano e diventano mostri incontrollabili.
    Faccio un appello ai papà di riprendere il nostro posto nella famiglia, a rendere visibilmente pieno e fondamentale il rapporto con nostra moglie, perchè diventi la prima concreta modalità per educare i nostri figli.
    I nostri figli tratteranno le donne che incontreranno, come noi sapremmo educarli con l’esempio dell’amore verso nostra moglie.

  10. Maria Cristina

    Brava Costanza. Quella prudenza che invocavamo giorni fa su Fb impregna il tuo articolo.Prusenza intesa come Virtù cardinale, come ” virtù che dispone l’intelletto all’analisi accorta e circostanziata del mondo reale circostante e esorta la ragione a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene, scegliendo i mezzi adeguati per compierlo”. Una analisi, la tua, onesta. E per questo molto rara.

  11. È verissimo e profondo quel che dice Costanza. L’intimità con un altro essere comporta sempre una prova, un abbandono inerme, una integrale consegna di sé (è il punto di intersezione, dice Fabrice Hadjadj, tra la carne e la carità). Ma questa zona sacra, se non è avvolta dal velo del pudore e del mistero, può trasformarsi in un mattatoio. La retorica sul femminicidio è solo il più classico dei tentativi di creare un “panico morale”. Si enfatizzano dati veri, fenomeni esistenti per patrocinare una tesi ideologica, vale a dire la realtà della “guerra dei sessi”. Questa in realtà è fomentata da coloro che han fatto propria questa logica conflittualista, da sempre la prediletta da chi vuol separare ciò che Dio ha unito.

  12. Mario

    Quello che impressiona me è come gli uomini che si rendono responsabili di questi misfatti sono sostanzialmente presentati come dei mostri. A me sembra, invece, che siano, in molti casi, persone disperate, che commettono un atto perverso, che distruggerà anche loro (in non pochi casi all’omicidio si accompagna il suicidio; in alcuni, purtroppo, anche l’omicidio dei figli o di altri congiunti), perché non vedono più nessuna via di uscita.
    Poi c’è da dire che, in certi casi, esiste una violenza verbale pregressa, anche da parte delle donne, che non giustifica in nessun modo la violenza fisica, ma la disperazione sì.
    Alla fine, mi sembra che il punto fondamentale che si evince dal post, sia questo: nonostante tutte le menzogne che la cultura contemporanea continua a raccontarci, non esiste, e non può esistere, una “sessualità senza responsabilità”; ed il modo migliore per vivere la sessulità in modo sano è quindi assumersi la pienezza della responsabilità che essa comporta, e cioè viverla nel matrimonio, possibilmente consacrato, e nell’apertura alla vita.

  13. vale

    La cultura dominante invece tenta in tutti i modi di abbattere il recinto del tempio della trasmissione della vita, e di tagliare tutti i vincoli che appunto legano il sesso all’unione indissolubile tra due anime che tentano per tutta una vita di diventare una sola carne

    beh,è solo un altro aspetto del futuro che si prepara.non più famiglie,comunità,ecc. ma singoli soli. e che, possibilmente, si ignorino per non essere coinvolti in qualcosa di più che sia una scarica emotiva temporanea. il potere funziona sempre meglio su singoli individui che su gruppi coesi come la famiglia. l’ultima e prima cellula di resistenza alle tirannie ideologiche che han provato-tutte- a distruggerla…

  14. maddai, Costanza!

    1 di che numeri parli? no, sono curioso: in quanto giornalista se affermi che “ogni fonte dà una sua lettura dei dati” vuol dire che conosci le fonti. Me le dai? Forse discutendo di ogni specifica fonte si arriva a qualche risultato precluso a chi ragiona in astratto

    2 in che senso “anche se una sola donna venisse uccisa da un uomo, sarebbe sempre un numero troppo elevato”? Vuoi dire che se un solo uomo o un solo bambino a anche una sola donna venissero uccisi da una donna non sarebbe un numero troppo elevato???

    3 in che senso “certi uomini non riescano ad affrontare la condotta di certe donne”? Forse che tutte le donne riescono ad affrontare la condotta di certi uomini? Ti è riuscita male o la pensi davvero?

    In ogni caso, sarebbe forse il caso che tu seguissi chi di questa cose discute da anni: http://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=6939

    1. Punto 2 e 3 forse semplicemente il senso è che il punto di partenza dell’argomento è il “femminicidio” e non il “maschicidio”…

    2. admin

      @Cosimo:

      1- Costanza non vuole parlare di numeri non perché non ci sia da ragionarci sopra ma perché a dibattere a colpi di statistiche c’è il rischio di basare le proprie argomentazioni solo sui numeri senza arrivare al cuore del problema (come successo giorni fa su FB)
      2- Sì, se un solo uomo o un solo bambino a anche una sola donna venissero uccisi da una donna sarebbe un numero troppo elevato. Quinto: Non uccidere
      3- è difficile per un uomo come per una donna riuscire ad accettare la condotta dell’altro, è indiscutibile che di fronte a questa difficoltà l’uomo generalmente tende a reagire in maniera più violenta, almeno fisicamente.

      In ogni caso quello che viene fuori anche nei libri di Costanza è il desiderio di uscire dalla logica del dominio, dell’antagonismo, della rivendicazione della guerra tra sessi, di donne contro uomini ma anche di uomini contro donne.

  15. Sto frequentando da più di un anno una persona molto vicina che è agli arresti domiciliari, (la pena è momentanamente sospesa ma non scontata interamente), condannato per tentato omicidio della moglie e nello stesso tempo frequento la moglie vittima che ha intrapreso un cammino nel Rinnovamento dello Spirito pur avendo instaurato un legame con un altro uomo.
    Entrambi sono vittime di giudizi o pregiudizi, nel bene e nel male eppure le cose non sono esattamente come tutti le immaginano, sono molto più complesse. Scrivo solo questo solo per invitare tutti alla prudenza nel giudizio sia di carattere assolutorio che di condanna.

  16. 61Angeloextralarge

    Grazie Costanza per aver affrontato questo tema ed averlo affrontato così. Sono d’accordo con te. provengo da una famiglia dove la violenza, psicologica ma soprattutto fisica, è stata la compagna fedele, soprattutto con noi bambini a testimone della crudezza e dell’assurdità che la violenza comporta. La particolarità della mia famiglia e che mia madre non ha mai solo subito.. con il carattere orgoglioso e testardo che ha, ha spesso reso pan per focaccia e quando non ci è riuscita si è puntualmente vendicata di nascosto. Altra particolarità è che ha sempre usato la violenza “subita”, per scaricarsi su di noi. Adesso dice che lei non ci ha mai toccati nemmeno con un dito…

  17. Claudia Pitotti

    Grazie per questo post, Costanza! QUESTI sono i giusti termini per affrontare la questione! Il parroco di Lerici dovrebbe esporre il tuo di “volantino”!

  18. Maxwell

    Io credo che il problema della sessualità (deviata?) esista all’inizio del rapporto fra uomo e donna ma che non sia la causa del femminicidio.
    Siccome tante persone che frequentano il blog conoscono la mia storia non mi voglio ripetere,riassumo brevemente per gli altri dicendo che dopo anni di sofferenze (mie…, di cui non parlo perchè altrimenti la mia autostima andrebbe sotto i tacchi), mia moglie mi detto che voleva la separazione non dicendomelo in faccia ( visto che si DORMIVA insieme) ma facendomi arrivare una lettera dall’avvocato.
    Accusato ed infamato come Berlusconi ( a me però è andata un po’ meglio,non mi ha potuto dare dello “psiconano”……), “per il bene dei figli” accetto una consensuale ( praticamente un capestro) dove resta al piano terra di casa MIA ( edificata da mio padre) e io vado al piano di sopra da mia madre.
    Lasciando poi stare un paio di amori passeggeri ha la geniale speranza di aver trovato l’AMORE e se lo porta a convivere in casa (MIA).

    Ora, il problema “della perdita di identità del maschio” esiste, ma non è questo il problema del femminicidio.
    Oggi i maschi ITALIANI sono principalmente,
    o figlidibuonadonna ( ma non tanti come si vuol far credere ) che si ricordano di essere PADRI quando non lo possono più essere,
    o genitori affettuosi ( con le varie sfumature di babysitteraggio,cuochi,amici-fratellimaggiori etc etc….) ,

    ma solo chi è passato in mezzo alla tempesta sa che, quando nasce tuo figlio/a, diventi RICATTAT/O-ABILE in una maniera che ha dello SCHIFOSO.

    Già stai vivendo in preda a rimorsi incredibili se è colpa tua ….
    -ma quella notte potevo evitare di ubriacarmi?
    -Dio mio, perché ho accettato quell’invito a cena?
    -Mi ha dato la mela e ho ceduto….
    -sono un cretino,dovrei tagliarmelo….
    -avrei potuto fare qualche lavatrice..
    ….O rimpianti se ce l’hai messa tutta, o magari vivi in preda a deliri esistenziali..
    -dove ho sbagliato?
    -perché è successo?
    -come è potuto succedere?

    Poi vivi giorno per giorno e ti rendi conto che “non è più come prima”,che ti stai perdendo gli anni migliori dei tuoi figli, che ti manca far colazione con loro,che ti manca la piccolina che fa il brutto sogno e viene nel lettone, che ti manca il dirle ogni sera di lavarsi i denti, che non sei presente il giorno che diventa signorina, che non sei più presente alle liti fra il figlio che vuole la pasta al pesto e la figlia che vuole il sugo,ti manca ogni “ho freddo-ho sonno-ho fame-ho sete”, non sei presente quando il ragazzo maggiorenne porta per la prima volta in casa a mangiare la fidanzata, non ci sei più quando tua figlia organizza il pigiama party con le tre amiche del cuore,non hai neanche la possibilità di infilarti le mutande arcobaleno dopo la sua terza lavatrice….. ( la prima volta è seguita dalla mamma, la seconda è attentissima, i problemi sono fra la terza e la quinta quando pensa di sapere tutto….)
    Ti rendi conto che non sei più il padre che volevi essere ma un incrocio fra un uomo ferito,un padre a metà,un taxista,un bancomat, un grizzly ed un pitbull….Poi un giorno porti a casa tua figlia e vedi dalle finestre un ALTRO UOMO seduto sulla TUA seggiola che mangia nei TUOI piatti,o che guarda la tivù sul TUO divano di pelle pagato duemila euro, o vedi i tuoi (EX) miglior amici che ridono, scherzano e bevono …..l’amaro nella TUA cucina pagata con rate e sacrifici e tu l’amaro lo stai masticando come Obelix mangia i cinghiali……
    Lei tranquilla e rilassata che ride con i colpi di sole “fatti appena ieri” , come se nulla fosse successo o che sia la cosa più normale di questo mondo….” Capita”,”Bisogna essere moderni”, “Se un amore finisce, finisce, non ci si può far niente”, insegna la De Filippi…….
    Quello è il momento in cui l’incrocio tra mammiferi,plantigradi e canidi ha la trasformazione ( per alcuni definitiva) in un essere indefinito di pietra, con sabbia del deserto al posto del cuore e veleno di serpente al posto del sangue.
    Nella testa e sulla bocca hai solo tre parole : “vaf”….. “caz”….. e “brutta tr”……. ( si, lo so, sono quattro…c’è anche la variante con sei, quando alla terza aggiungi “di mer”…..)

    Questo è il momento topico post separazione
    (ce ne sarà inevitabilmente almeno un altro successivamente).

    La maggior parte delle persone con cui ho parlato si sente come su un altare azteco, col sacerdote che ti strappa il cuore e tu lo guardi mentre se lo mangia,sei impossibilitato a morire, persino a chiudere gli occhi.
    “Non è possibile….. io dovrei essere morto…perché sono vivo?” Urli mentalmente mentre ti senti pulsare il cervello in una maniera che non hai mai provato prima.
    “Dio…. Perché mi perseguiti così?” (Variante per credenti sul tuo personalissimo Getsemani mentre sudi sangue)

    Cominci a vedere ragni, serpenti e scorpioni dappertutto, se sei in macchina augurati che sia sera tardi o di essere vicinissimo a casa altrimenti rischi di disintegrarla in un incidente in stile telefilm americano.
    Poi eccoli….. i pensieri particolari……
    Mi ha tradito…Mi ha mentito……Mi ha sempre raccontato bugie,,,,Mi ha mollato per quello….perché devo ammazzarmi io? Io ammazzo lei…..e poi? Io vado in galera e i miei figli in un istituto…..NO! Prima ammazzo LUI,poi i figli in maniera che non soffrano davanti a lei,così soffre quella schifosa, poi la ammazzo quella ……e poi posso ammazzarmi pure io!!!!!

    Ovviamente ogni uomo ha la propria storia e le proprie varianti sul tema, ma E’ IN QUEL MOMENTO che circa 200 uomini all’anno diventano assassini.

    Pazzi ? Malati? Orgogliosi? Superbi? Egoisti? Disperati?

    La risposta esatta è, secondo me….. BOH !!! Io ho solo imparato sulla mia pelle a non giudicare e a non commentare troppo.

    P.S.
    Ci sarebbero tante altre cose da poter parlare, fra cui il
    “Ancora più orribile quando la vittima è oggettivamente più debole del carnefice” dell’Autrice….
    della “sessualità deviata” come mentalità laica,
    sul fatto che ho parlato dell’effetto ma non delle cause,
    che ci possono essere altri “momenti topici”,
    I FIGLI,
    la ricattabilità,
    ma per ora credo di aver già abusato abbastanza del blog e della pazienza di chi ha letto tutto

    PPS
    Rileggendomi mi sono reso conto di aver “riassunto e semplificato” troppo, ma voleva essere un post di risposta e non un trattato di psicologia.

    1. E’ molto chiaro Maxwell e già in passato ti ho già espresso la mia solidarietà che ti rinnovo. Ora può succedere come scrivevo sopra che a far andar fuori di testa l’uomo oltre alla nuova realtà è quella di dire “Cazzo, tutto questo si poteva evitare, perché lei ha voluto questo?”. Nel caso che conosco di tentato omicidio lui sapeva che lei lo tradiva da 18 anni ma aveva accettato la situazione perché lo sapeva solo lui e l’amante evidentemente, lei non sapeva che lui sapeva. Lui non voleva rinunciare comunque alla famiglia e quindi evitava di rinfacciarglielo (sbagliando secondo me). Il raptus è scattato quando dopo diciotto anni lei si è infatuata di un altro e l’amante precedente voleva impedire attraverso minacce molto gravi ai figli la perdita della donna. La donna ha chiesto al marito di separarsi confessando il lungo tradimento. Lui si è inginocchiato davanti a lei promettendole il perdono purché non se ne andasse ma lei non gli ha confessato la sua nuova relazione, gli ha solo detto che non era degna di stare insieme. Pochi giorni dopo mentre lui non capiva più nulla e sospettando la nuova relazione è stato colto da raptus omicida. Questo molto sinteticamente e in maniera poco fluida e chiara. Ripeto, non assolvere e non giudicare in questi casi, evidentemente la giustizia penale nel caso di violenza farà il suo dovere. La risposta violenta è inaccettabile ma i raptus sono solo l’apice di una situazione non risolta.

      1. Credo il problema non sia né condannare né assolvere, il nocciolo de l problema è che se le persone di cui racconti (e ce ne sono a migliaia) avessero incontrato Cristo, tutto sarebbe cambiato! La loro vita non sarebbe stata più la stessa.

        Soprattutto a persone in queste situazioni DOBBIAMO ANNUNCIARE CRISTO e dare loro una opportunità CONCRETA per incontrarlo nella sua Chiesa (le strade, i modi, i cammini, ci sono) accompagnandoli se necessario, passo passo, o mettiamo pannicelli caldi sulla fronte di che ha un cancro. Il resto sono chiacchiere.

        Ovviamente non è una critica rivolta a te exileye, di cui non so nulla e magari già lo fai meglio di quanto lo faccia io.

        E ben inteso, questo vale anche per donne donne (e uomini) “sciocche, o insensibili, o egoiste”, perché l’incontrare Cristo eleva l’Uomo dalle sue bassezze. Gli dà una consapevolezza d’essere che lo spinge fuori dalle sue sciocchezze, dalla sua insensibilità, dal suo egoismo e fondamentalmente… dal suo peccato.

        1. Scusate ho fatto un “mix” e la citazione – donne “sciocche, o insensibili, o egoiste” – e ripresa dal commento di Erika qui sotto…

        2. Bariom, capisco il tuo punto di vista ma queste persone il messaggio di Cristo lo avevano in tutte le salse ma se loro non lo accettano o lo accettano senza viverlo e ci devi convivere tu non puoi farci un emerito nulla.

          1. Lo so, lo so… anch’io per esperienza personale e di “vicinanza”. E’ il mistero della libertà dell’uomo, che fa ancor più soffrire, perché e come vedere un malato che si autoinfligge il male, conoscere e proporgli la cura, ma vederla rifiutata… 🙁

            Io però ribadisco sempre il concetto sopra espresso, perché capita di preoccuparsi degli aspetti, umani, sentimentali, psicologici, anche materiali e si “dimentica” di offrire l’unica sola vera, strada di Salvezza.

        1. Maria l’ultima causa di adulterio, nella mia stretta cerchia parentale, viene da una donna che frequenta da anni un altro movimento (non lo cito neppure perché sarebbe ingiusto gettare ombre sull’esperienza stessa – come dire i preti sono tutti pedofili) che non si è curata se l’uomo su cui aveva posto gli occhi fosse sposato o meno.

          Ahimè a molti di noi pare impossibile che chi (in teoria) sta così vicino alla Chiesa e soprattutto alla Parola di Dio, possa essere talmente cieco.. non gli risuoni la parola che dice “chiunque guardi… con desiderio ha già commesso adulterio nel suo cuore”. Eppure succede.

          Anche nei gruppi, nei movimenti, nelle parrocchie, nella Chiesa, possiamo “raccontarcela”, tagliare il Vangelo a nostro uso e abuso, possiamo ingannarci e lasciarci ingannare (dal Maligno) al punto che mi sono sentito dire: “… ma se ho incontrato tizio (sposato), sarà volontà di Dio” (SIC!!)

          Bisogna sempre vigilare, su noi stessi prima di tutto.

    2. twentyrex

      Non credo che gli omicidi di donne che hanno attirato l’attenzione dei media e le riflessioni di noi credenti siano in un’alta percentuale connessi a crisi matrimoniali. Il tuo caso ne è la prova. Ed a parte le umiliazioni ed il tradimento, la realtà è che tu hai donato te stesso pienamente mentre lei lo ha fatto solo in parte e se ne è andata senza ripensamenti e rimorsi. L’amore che ti rende libero e forte è quello verso Cristo. Ne sono sempre più convinto. Quello tra noi, poveri esseri umani, ti rende sempre schiavo. E sono portato a credere che se dovesse tornare da te, tu l’accoglieresti malgrado tutte le sofferenze patite.
      Il femminicidio, a mio modo di vedere, è molto diverso perchè non nasce da situazioni di conflitto coniugale, ma dalla violenza indotta dal ritenere le donne oggetti disponibili di appagamento sessuale e, talora, da vere e proprie psicopatie. La morale di oggi in fatto di sesso è, come si suol dire, permissiva. Se due si piacciono vanno a letto senza alcun coinvolgimento della sfera sentimentale. Non è più donazione, ma semplice divertimento. In questi giochetti la parte debole, in genere, è rappresentata da noi maschietti, ma ve ne sono molti che prediligono queste avventure che si esauriscono in breve tempo e li lasciano liberi da ogni legame. Purtroppo i media trasmettono un messaggio perverso che induce a ritenere che la donna è sempre pronta a renderti felice e non ha altro scopo ed altra funzione nella società. Questo messaggio raggiunge entrambi i sessi e, mentre, prima la donna trovava una certa protezione nel vivere “distaccato” e, qualche volta” segregato dal contesto sociale, adesso è portata a mettersi in mostra (che non vuol dire essere provocante, ma solo a partecipare pienamente alla vita sociale) e ad accettarlo. Ricordo il mio profondo disagio e la paura che provai quando mia figlia, appena tredicenne, commentò ad alta voce l’apparizione televisiva di un cantante con un “Ma quant’è bono!”. E qui entriamo in campo noi genitori che dobbiamo cercare di governare queste infauste influenze esterne, facendo capire che il mondo non è fatto solo da persone perbene, ma che ci sono anche quelle per male e che esistono certi valori che non sono idee astratte, ma regole che servono a vivere pienamente e felicemente la vita. Poi ognuno è libero di complicarsela come crede, ma dovrebbe, se onesto, non trascurare che certe scelte possono arrecare sofferenze ad altri. E spesso è proprio questa ragione a frenare l’impulso, talora, legittimo e giustificato, a troncare legami insopportabili perchè l’amore se ne è andato o, meglio, era qualcos’altro che erroneamente si era scambiato per amore. Se me lo consenti, caro Maxwell, un abbraccio.

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  20. Erika

    @Maxwell: credo che il tuo intervento sia quello più illuminante, sul come e il cosa può scattare nella testa degli uomini che uccidono le donne.
    Io credo sinceramente che il diritto di famiglia andrebbe ripensato, perché non è giusto che, in caso di separazione, uno solo dei coniugi (di solito il padre) debba vedere la propria vita distrutta.
    Credo che il nodo sia lì: gli uomini che diventano assassini sono persone che non riescono a confrontarsi col dolore, con l’ingiustizia, con un rifiuto.
    Non riescono nemmeno a pensare di potersi ricostruire una vita, con nuove abitudini e nuovi amici, che è un processo molto doloroso.
    Non tollerano il senso di impotenza che deriva da un rifiuto.
    Ben venga allora un ritorno a un maggiore senso di responsabilità nelle relazioni, a una maggiore delicatezza quando si “maneggiano” i sentimenti altrui, sia da parte degli uomini che delle donne.
    Ma bisogna anche insegnare (e imparare) a reagire al dolore e alla frustrazione in un modo che non sia violenza cieca, perché di certo non si può impedire per legge alle donne di essere sciocche, o insensibili, o egoiste, né esiste un libretto di istruzioni che consenta agli uomini di sposare esclusivamente le donne che non lo sono.
    Tanti auguri, di cuore, per te e i tuoi figli.

    1. Maria

      Ma allora il matrimonio sarebbe di nuovo, come dire, appetibile anche dagli uomini, e questo non lo si vuole!!!!

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  22. renzo

    Grazie Costanza e grazie a tutti gli amici io penso che parlare come stiamo facendo a volte possa disinnescare il cuore e sogno ke faccia anche bene alla ferita.. Sono daccordo con i vosri commenti e penso che bisognerebbe cambiare la cultura (e una parola……….. nel senso ke è difficile) ma non impossibile se cominciamo …da noi!

  23. giuly

    Anche io trovo che l’intervento, doloroso, di Maxwell sia il più indicativo, almeno quello che ci dice cosa passa per la testa di un uomo ferito, umiliato e messo da parte (mi ha colpito soprattutto quando si è definito “bancomat” perchè ho in mente delle mie amiche separate che si lamentano sempre dell’ex marito che non dà loro abbastanza soldi…).
    Il post della nostra padrona di casa è finora la cosa più umana, ragionevole, delicata e giudiziosa che ho letto sull’argomento. Anche in molti media di stampo cattolico (potrebbe essere diversamente? non sia mai che non facendolo corrano il rischio di essere additati come “sostenitori” del delitto d’onore) si dà ampio risalto al “femminicidio”, si snocciolano numeri, statistiche, definizione e descrizione delle violenze a senso unico. Gli uomini sono cattivi e perversi, mentre le donne sono angeli buoni e vittime sacrificali: questa è la conclusione di ogni articolo o riflessione. Altro leit-motiv è che tutti, anzi soprattutto le donne, abbiamo diritto a comportarci come vogliamo, a vestirci come ci pare, ad andare a letto con chi ci pare senza conseguenza alcuna. Come ben ha detto Costanza, il quinto comandamento dice “non uccidere”, ma pare ce ne sia un altro che dice “non commettere atti impuri”. Mi ci sono spaccata la testa un sacco di volte su questo comandamento. Che vorrà dire? solo che non è lecito avere rapporti extraconiugali o prematrimoniali o anche altro? se il corpo è un tempio (dell’anima, ma anche del Corpo di Cristo che riceviamo nell’Eucaristia) anche il nostro modo di utilizzarlo può essere impuro e quindi profanarlo. Il nostro corpo è un tutt’uno con l’anima ed è destinato a risorgere nell’ultimo giorno, come ci è stato promesso. Quindi è sacro, ed è nostra responsabilità averne cura. Il sacerdote di Lerici che ha affisso quello stupido volantino credo che abbia destato scandalo non solo perchè sembrava in qualche modo giustificare l’omicidio, ma credo soprattutto perchè ha messo in discussione un dogma contemporaneo: “io del mio corpo posso fare quello che voglio e nessuno deve impedirmelo”. Guarda caso le radical-chic di SeNonOraQuando hanno subito colto l’occasione per sollevare e manovrare manifestazioni sulla “dignità” della donna e la sua libertà.
    Piuttosto, come madre, mi chiederei come sto educando i miei figli. Che identità di uomini avranno da grandi? avranno rispetto degli altri? sapranno accettare un diniego? comprenderanno la sostanziale differenza tra maschio e femmina e la considereranno una ricchezza e non un’occasione di lotta o per lucrare piacere immediato? che esempio siamo come genitori? Non sarà risolutivo, ma credo che partire dall’educazione sia già qualcosa.E mi sembra che i Comandamenti ci diano le indicazioni principali da seguire.

      1. giuly

        A me era capitato di leggerlo almeno una settimana prima sull’orami noto sito pontifex, e la mia prima reazione fu “che cretinata!”. Ero già abituata alle uscite incaute di quella pagina (che tra l’altro ha sempre manifestato ostilità alla beatificazione di Giovanni Paolo II, il che dice tutto). Quando poi si è sollevato il polverone di Lerici ho quasi avuto un moto di compassione per quel sacerdote che tutti, ma proprio tutti, hanno condannato al vilipendio, compresi i suoi colleghi preti, che non hanno risparmiato giudizi poco evangelici nei suoi confronti. Eh….si vede che anche la virtù della pietà è selettiva, a qualcuno si dà e ad altri no (specie se le femministe lo hanno già crocifisso).

  24. vale

    a bariom e giuly
    volantino che infatti non dice le cose come sono state riportate dai “media”.
    gli è che oramai,il più delle volte, si commenta qualcosa ritenendo “attendibile” la fonte, che ,invece, quasi sempre, ha i suoi motivi per alterare la notizia….vedere http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2593 per rendersi conto di come si può alterare,gonfiare o distorcere una notizia….

    1. Grazie Giuly e Vale… e come immaginavo.
      Concordo anche con Giuly sulla tristezza di alcuni commenti venuti da altri sacerdoti che sono intervenuti sui media.

      Quello che proprio faticherei a giustificare, ma solo averne pietas, più che il volantino è l’augurio di accidenti che il misero parroco a fatto alla giornalista che lo voleva intervistare.
      Dio mio, mi sono sentito mancare… siamo veramente debolissimi, messi alla prova.

  25. Mi meraviglia scoprirmi d’accordo (quasi su tutto) con la padrona di casa, finanche quando afferma che è in corso una delegittimazione degli uomini (io direi, seguita a quella delle donne).
    Forse gli episodi di cronaca originano veramente dalla visione della sessualità.
    Quello che mi viene da aggiungere, ma non vi garantisco che ci sia una correlazione, è che la violenza (magari non mortale) degli uomini sulle donne è la storia più vecchia del mondo. Non mi interessano i motivi antropologici. Per me è un dato di fatto. Vengo su da famiglie dove la violenza fisica del marito sulla moglie è la routine, una sorta di necessità educativa. Non solo. Anche nelle famiglie che questa abitudine non ce l’hanno, beati loro, la violenza sulle donne non è nulla che scandalizzi. E’ come se a casa mia si usasse bere vino a tavola, a casa di un altro no. Mbè?? che fa?
    La donna, anche quella matrona-di-ferro, sa che deve assecondare il marito nel suo rituale scarico di nervosismo. Il marito sa che la donna è una sorta di essere di confine tra l’uomo e la bestia e che la sottomissione con barbari mezzi è solo uno strumento educativo. E poi, in ogni caso, non si può sottrarre. Perchè non lavora e non è autonoma, e poi vuoi mettere i figli? e vuoi mettere la faccia?
    Nessuno si intromette, ma soprattutto nessuno si scandalizza. Ma proprio nessuno nessuno.
    Dico, non è che la guerra tra i sessi è in corsi da secoli e non appena ce n’è stata la possibilità è stata ribaltata con subdoli mezzi?

    1. giuly

      hannover…. che dire? sì, è una storia vecchia come il mondo: basta leggere la Genesi. Il divisore ha messo l’uomo contro la donna (ti ricordi che quando Dio ha chiesto ad Adamo chi gli avesse dato il frutto dell’albero quello ha risposto “la donna me lo ha dato ed io l’ho mangiato”..?) e il peccato originale ha cambiato tutto, dalla condizione orginaria di purezza si è passati alla malattia al peccato ed alla morte. Pochi versi dopo Dio dice alla donna che l’uomo “la dominerà”.
      Antropologico è il peccato, che è l’origine di tutto il male. Da allora maschio e femmina tentano di tornare ad essere una sola carne, ma solo riconoscendo che sono fatti da un Altro si possono ricongiungere.

  26. vale

    a hannover1906
    forse perché non sono famiglie nel senso cristiano del termine.( o anche solo “cristianeggianti”).
    il che la dovrebbe dire lunga sulla “scristianizzazione”dilagante per l’occidente-in particolare l’europa-e speriamo che l’anno della fede porti a miglior consiglio un po’ di gente….
    altrimenti sarà solo barbarie ed homo homini lupus.

    1. @Vale
      Direi proprio di no, ed è questo che mi fa più male. Non parlo di poche famiglie ma di intere comunità, cristianissime e quanto di più lontano ci sia dalla scristianizzazione

      1. Non so dalle vostre parti, ma dalle mie si tramanda di madre in figlia la totale sottomissione a qualsiasi volontà del marito. Quando ero piccola e capitava che nascesse una bambina, mia madre diceva “E’ nata una schiava”. Per la cronaca, ho 32 anni! Mia madre trema come una foglia se solo mi sente discutere con mio marito.
        In relazione alla violenza sulle donne questo vuol dire tutto e nulla. Ripeto.
        Io non parlerei di scristianizzazione, perchè quel passato è cristianissimo (nel senso che non si dava alcuna alternativa all’essere cristiani).
        Quindi è il cristianesimo ad avere qualcosa di sbagliato? non credo proprio. Penso che sia più semplice. Siamo in grado di parlare della scristianizzazione ma non definiamo bene quale fosse il sistema valoriale “prima” (prima di non si capisce bene cosa). Prima della minigonna, della pillola, del tram o della macchina a vapore.
        Ma questo è un discorso più lungo…

  27. lidia

    mi avete fatto venire in mente un articolo che avevo letto sulla bacheca di un gruppo su Facebook anni fa; la fonte originale non è più disponibile, ma lo copio qui (avrei messo il link, ma non è più attivo..admin, se ritieni che sia troppo lungo come riferimento cancellalo pure!)

    Donna posso parlarti della moda?
    di Pagine scelte

    La moda indecente è palese occasione di tanti peccati. Ma la donna spesso preferisce sottovalutare la sua responsabilità di vestire decorosamente per il solo capriccio di piacere; così con tanta superficialità diviene causa della rovina di molte anime.

    Ti sei svestita quasi del tutto, e non arrossisci più. Sei convinta, anzi, di esserti aggiornata, di esserti liberata di certi tabù fastidiosi: persuasione riaffermata in te, purtroppo, anche da chi dovrebbe parlarti ben diversamente.
    In verità tu hai semplicemente perduto il fascino più grande che possedevi, quello del pudore.

    Rifletti un po’ seriamente… Tu affermi che, con le tue nudità, non fai nulla di male. E perché, allora, i peccati sessuali sono spaventosamente aumentati? La purezza è divenuta, specie tra i giovani, come l’araba fenice? E i costumi morali sono scesi così in basso?… Quanta parte di responsabilità hai tu in questo processo di corruzione dell’uomo di oggi?

    Tu non hai, forse, quasi mai intenzione di peccare. Ma basta questo per preservarti dal peccato? Chi immergesse un pugnale nel petto di un suo simile, protestando di non voler commettere un assassinio, non sarebbe ugualmente un vile assassino? Così, malgrado la tua dubbia intenzione di non voler peccare, resta il fatto che tu provochi con la tua nudità. Se non riesci a comprendere il male che fai, perché non ascolti chi te lo dice? Perché ti ostini a ragionare secondo la tua psicologia femminile? Non sai che l’uomo è tentato moltissimo, per legge di natura, dal corpo femminile?… Malgrado tutte le tue proteste, tu attenti, praticamente, alla vita di innumerevoli anime.

    Che se dici di non essere obbligata a preoccuparti di quanto potrà pensare l’uomo, parli come Caino, al quale non interessava il bene di suo fratello. D’altra parte, tu sei, per natura, così generosa che non sopporteresti che un tuo simile muoia nell’indigenza. E che razza di pietà è la tua, se avverte i bisogni fisici di un corpo, e ignora o non avverte per nulla i bisogni, ben più gravi, dello spirito?

    “Ma io – insisti tu – voglio essere semplicemente elegante e moderna”. E chi te lo proibisce? Ma non puoi essere elegante e moderna mettendo sotto i piedi la Legge della tua Fede e il bene spirituale dei tuoi fratelli. Che diresti se, per uno sciocco piacere, dovessi mettere in pericolo la vita di un uomo? Non sarebbe, questo, un inqualificabile egoismo? Ma il tuo desiderio di sembrare bella e piacere, ad ogni costo, senza curarti di altro, non è un egoismo molto simile a quello deprecato?

    “Ma tutte fanno così!…”. E non ti accorgi, così dicendo e facendo, di avvilirti profondamente? Vuoi regolarti secondo quanto dicono e fanno gli altri, o secondo la tua coscienza e la Legge della tua Fede? Sei così schiava dell’opinione pubblica da temere più il “risolino” ironico che il Giudizio di Dio? Ci tieni tanto ad essere libera e indipendente, e ti adatti così servilmente ad una tirannia anonima e capricciosa, com’è la moda? E me la chiami modernità, libertà, questa?…

    “Ma, in fondo, gli uomini si sono, ormai, abituati anche a certe nudità…”. Lo credi?… E anche se così fosse, chi ti autorizza a continuare a profanare il tuo corpo, denudandolo?… Ma io ti dirò: non ti illudere: a certe nudità non ci si abitua mai. Quelli che dicono di essersi abituati, molto probabilmente o sono degli… anormali o degli… ipocriti viziosi. Solo gli anormali, infatti, non sono tentati di fronte a certi incentivi; e solo i viziosi ipocriti possono sembrare ormai insensibili di fronte a certe tentazioni! Ricordati bene: i casti di corpo e di mente non si abitueranno mai. Le tue nudità, perciò, rischiano sempre di uccidere un fratello!
    Né dire tu, in fondo, sei molto più modestamente vestita di tante altre… è una illusione credersi a posto, solo perché si è meno svestita… Anche quelle che hanno ridotto la gonna ad uno… straccetto, possono vantarsi di essere più coperte di quelle che vanno… scoperte completamente!

    Devi ritornare donna… La donna è un prodigio di generosità, un tesoro di modestia e di pudore, un angelo di conforto. Ma la donna che si sveste è solo femmina provocante, carne che mette in moto i sensi e gli istinti. Ti meravigli che il maschio ti consideri, spesso, solo femmina?… E non sei tu, soprattutto, la responsabile di questa degradazione?

    Pensaci bene e torna ad essere donna e cristiana vestita con dignità e modestia… Hai tutto da guadagnare. Sarai spiritualmente più libera e più forte e sarai anche più apprezzata, più desiderata, più rispettata!

    Fonte: http://www.settimanaleppio.it/index.cfm?Contents=1&expand=2&Ar=2#2Ar2

    1. Io da uomo (conscio delle mie debolezze, che non sono giustificazione dei miei peccati ma coscienza di sé per prevenirli), sottoscrivo in pieno e mi fa piacere sia una donna a riportare queste righe…

      Ma provate ad affiggere queste stesse righe nella bacheca di una parrocchia (vi viene in mente nulla?)… poi mi saprete dire 😐

          1. Battute a parte, credo si capisca il nesso… credo Lidia l’abbia “postato” con riferimento a tutte le violenze (non solo fisiche) che hanno uno sfondo sessuale. Poi non tutte le violenze, hanno solo quella come “spinta” (non che la cosa sia consolante :-()

            1. Giusi

              Si ma vedi questo articolo non dà fastidio, non è offensivo, dice cose che una donna, se è cattolica, dovrebbe prendere in considerazione. Personalmente sono d’accordo sul fatto che le donne siano troppo svestite. La cosa assurda è che andare in giro mezze nude viene considerato un segno di emancipazione (mah!). Con questo non voglio fare Santa Maria Goretti (ho portato le scollature e non ho una misura priva come dice sempre Costanza) poi, spontaneamente, approfondendo il percorso spirituale non mi sono più piaciute. Quello che invece mi dà un senso di orticaria nell’articolo di Bruno Volpe è quel “ve lo siete cercato” serpeggiante ovunque tra le righe. Peraltro non so se hai mai letto quel sito: le perle si sprecano:vanno dalla proposta della visita ginecologica obbligatoria per le donne prima di sposarsi pena il non potersi vestire di bianco agli improperi contro i Papi. Paolo VI era massone e gay e aveva l’amante (un attore: hanno fatto pure nome e cognome), Giovanni Paolo II era eretico e probabilmente si trova all’Inferno. Hanno postato un dossier di più di 10 puntate perchè erano assolutamente contrari alla sua beatificazione! Cioè è allucinante che si definiscano cattolici e che il sito si chiami Pontifex. Per quanto riguarda Don Corsi scusa ma non si può proprio sentire come giustamente anche tu hai rilevato. La telefonata mi ha lasciato basita. Turpiloquio, aggressività, auguri di morte…… Ma che sacerdote è?

  28. Giusi

    Apprezzo molto lo scritto di Costanza perchè ha provato ad elevarsi al di sopra della contrapposizione che salta sempre fuori quando si dibatte su questo argomento e cioè la guerra fra i sessi: gli uomini sono così, le donne sono colà, la colpa è tutta degli uomini che sono maschilisti, no è tutta delle donne che sono femministe, non ci sono più gli uomini di una volta, no, non ci sono più le donne di una volta (di quali volte non l’ho mai capito). Anch’io, lo confesso, talora cado in questa contrapposizione perchè, di fronte al dolore di persone a me care, finisco con l’essere di parte. Costanza ha affrontato un argomento molto serio che è il modo in cui viene inteso il sesso nella società odierna, sganciato da qualsiasi componente spirituale o morale, dalla mente, dal cuore come se fosse un esercizio ginnico. Ci viene servito in tutte le salse, a tutte le ore, per qualsiasi motivo, mercificando il corpo (soprattutto quello femminile). Tutto vero, senz’altro è una componente della degenerazione dei rapporti ma io credo che non esaurisca l’argomento del “femminicidio” che, a mio avviso, è molto più complesso. Anche le storie che sono state raccontate, molto dolorose, vanno in questa direzione: in questo caso storie di donne che con i loro comportamenti potrebbero scatenare la follia dell’uomo. Ma se andiamo ad analizzare i fatti di cronaca, tanti delitti non avvengono come reazione a storie di questo tipo o a leggi che favorirebbero le donne (non entro nel merito). Molti “femminicidi” sono nei confronti di donne che non avevano nessuna intenzione di lasciare il marito, addirittura di donne incinte. Se poi andiamo a considerare quello che avviene in India dove le donne vengono stuprate e uccise, o nei paesi islamici dove vivono una siituazione di schiavitù, sottoposte a vendite, mutilazioni, percosse, uccisioni, dove non hanno alcuna libertà ecco che questo teorema viene completamente a cadere. E cioè bisogna prendere atto che esiste una violenza maschile sulla donna che prescinde dal comportamento di quest’ultima. Esiste. E’ sempre esistita sin da quando è nato il mondo. Non è sorta col femminismo. Io c’ero prima del femminismo, ero piccola ma c’ero. Abitavo in un piccolo paese del sud (ma non penso che le cose fossero dissimili nei paesi del nord: in Veneto gira ancora il proverbio “che a piasa, che a tasa e che a staga in casa”). La maggior parte delle donne “non lavorava” nel senso che ufficialmente erano casalinghe. In realtà lavoravano gratis a casa e nei campi come bestie da soma. Il marito pure lavorava nei campi (prima che venisse fuori il “sidellurgico” come lo chiamavano nel paese). Poi tornava a casa e non è che dicesse: grazie moglie mia, angelo del focolare che stamattina ti sei alzata prima di me per fare da mangiare, poi sei venuta nei campi, poi ti sei accollata tutto il lavoro a casa, grazie, come farei senza di te? No, il comportamento standard era: è tornato il padrone, vuole trovare tutto pronto, bambini state zitti. Non era infrequente vedere una donna in giro con un occhio nero o sentire la fatidica frase: sono io che porto i soldi a casa. Erano tutti così? Sicuramente no, però ne avevano facoltà, cavolo, il marito era l’uomo, il capo della famiglia, poteva fare tutto quello che voleva, poteva urlare, picchiare moglie e figli, uscire, andare al bar, giocare a carte, andare con una prostituta, tornare e la moglie zitta. D’altro canto nessuna rivoluzione avviene perchè si sta bene, se sorge un movimento rivoluzionario (a prescindere da come evolve e da che cosa ottiene) un problema esiste, un malessere c’è. Pertanto io penso che il femminismo fosse inevitabile. D’altro canto ritengo che le donne abbiano perso una grande occasione e cioè anzichè porre un’istanza di qualità si sono messe a scimmiottare tutto quello che di negativo rimproveravano agli uomini riuscendo a fare delle volte persino peggio. Pertanto, cascato il palco (quello dei ruoli prestabiliti), l’uomo che doveva a quel punto dimostrare di essere un uomo (perchè non gli veniva più riconosciuto a prescindere), trovandosi di fronte a delle erinni, non si è mai messo veramente in discussione e ha perso la sua identità; le donne, negando lo specifico femminile che doveva invece essere rivendicato ed affermato nella sua grande dignità, si sono ritrovate sole. Di conseguenza prima non esisteva un vero rapporto però esistevano dei ruoli, adesso esiste uno sfacelo totale. Che si può fare? Non lo so. Di certo uscire dalla logica del conflitto e poi provare, assumendo ognuno le proprie responsabilità, a tirare fuori quello che di bello, grande, complementare e con pari dignità c’è, rispettivamente, nell’essere uomo e nell’essere donna.

  29. Forse per chi viene da storie familiari o di contesto diverse tutto questo è difficile da capire, ma io credo che la difficoltà maschile a reggere la frustrazione non nasce quando ci si trova davanti donne “emancipate” ma è una pesante eredità storica. In qualche risposta si parlava di uomini disperati, non lo metto in dubbio. Ma non c’è giustificazione non solo al peccato in sè, ma anche all’incapacità di reggere la frustrazione, che è (purtroppo) croce per tutti. Ma mi piace davvero tanto la conclusione di Giusi ” Di certo uscire dalla logica del conflitto e poi provare, assumendo ognuno le proprie responsabilità, a tirare fuori quello che di bello, grande, complementare e con pari dignità c’è, rispettivamente, nell’essere uomo e nell’essere donna”

  30. Giovanni Varuni

    Perdonatemi se non è scritto benissimo ma un po’ di tempo fa ho letto un libro e ho scritto questo:

    “La colpa è sempre degli uomini, di una società patriarcale che confina le donne in un ruolo subordinato e che le vede “semplicemente” come madri e mogli. È questa società che costringe le donne a vivere in situazioni estreme che possono arrivare anche a un punto nel quale gli uomini usano violenze, sia psicologiche sia fisiche, sulle donne, tuttavia, le donne devono, e possono, riscattarsi perché devono rendersi conto che sono loro che costruiscono gli uomini. È questo il succo del libro di Luisella Costamagna, il quale, già dal titolo, “Noi che costruiamo gli uomini”, mostra delle contraddizioni.
    Le donne non costruiscono uomini, non sono, come afferma la giornalista, delle fabbriche di uomini (le donne, però, per la scrittrice, vengono concepite e partorite). Gli uomini (e le donne) sono il frutto dell’amore e dell’unione di due esseri di sesso diverso. Considerare le donne come fabbriche mi risulta riduttivo della potenzialità e del ruolo importante che la donna è chiamata a ricoprire. Questo non significa che la donna non debba avere diritti o che debba rinunciare a ruoli lavorativi. Significa che alla donna deve essere permesso di poter lavorare e non rinunciare alla sua più grande vocazione: quello di diventare “smussatrice di angoli” all’interno della famiglia.
    La donna, infatti, non è uguale all’uomo. Lo so, sto scrivendo cose che faranno storcere il naso alle mie amiche che si definiscono laiche (ma anche ad alcune cattoliche). Una cosa è affermare che uomini e donne hanno gli stessi diritti, un’altra è dire che questi diritti nascono dal fatto che uomini e donne sono uguali.
    Sono due le differenze che contraddistinguono i due sessi. La prima è di natura fisica. Il corpo della donna è diverso da quello dell’uomo e non funziona come quello maschile (ma questo non credo che devo dimostrarlo, è evidente). La seconda differenza è quella della vocazione dei due sessi che in una donna si mostra nell’essere madre (e moglie).
    Certo, la Costamagna descrive nel suo libro storie brute, che raccontano di violenze su donne deboli, che si lasciano sopraffare in tutto dai loro mariti o compagni (che brutta parola). Cose che condanno senza ombra di dubbio. La giornalista, tuttavia, racconta anche di una donna che non vuole avere figli nemmeno dopo essersi sposata. Egoista? Io direi piuttosto paurosa. Un figlio non da certezze. Non puoi considerarlo nemmeno il bastone della vecchiaia perché un giorno ne se andrà via. La paura di questa donna è quella di doversi annullare per i figli arrivando a sopportare qualunque cosa per loro.
    Queste, però, sono storie estreme. Mi sarebbe piaciuto leggere anche storie di donne che decidono di seguire la propria vocazione femminile, storie normali di donne normali. Storie di donne che lavorano ma mettono la famiglia sempre al primo posto perché sanno che questa è la cosa giusta. Storie di donne che come tali vogliono essere riconosciute nella società.”

    1. giuly

      Le donne che mettono la famiglia al primo posto non sono gradite ai giornaloni che contano….

  31. CFK

    bene Costanza bel pezzo equilibrato e arguto.
    Per curiosità sono andato sul forum del signor Cosimo: credo che per la tua immagine le critiche di questi sgangherati maschilisti ti giovino come ti giovano gli ululati delle vetero femministe; buon segno, vuol dire che sei sulla strada giusta.

  32. Sery

    Condivido pienamente il pensiero di Costanza..è di Giusy, Maxwell e Bariom! Tocca a noi ora (inteso come generazione) insegnare il valore della famiglia, stando bene attenti a perseguire contemporaneamente quello del rispetto e del l’equilibrio..sconfiggendo l’ eredità storica del gioco dei ruoli si può vincere sulla cultura dominante individualista e aggressiva.

  33. Se solo certi “adulti” genitori che si separano, riuscissero a percepire il dolore, la disperazione, l’urlo strozzato dei figli, “forse” sarebbero meno disinvolti nell’attuare una decisione che minerà in modo irreversibile la stabilità psichica ed emotiva delle creature che hanno messo al mondo!

  34. Vicus

    @CFK
    Non è un forum di maschilisti. Parlo a titolo personale, ma nelle regole è scritto chiaramente che si propone la parità e non incoraggia atteggiamenti discriminatori. È aperto a tutti, anche a donne che intervengono regolarmente.
    Tra i suoi temi essenziali ci sono la situazione dei padri separati e la tutela del bene dei figli, argomenti peraltro menzionati da Costanza in questo blog.
    È giusta la condanna di certi comportamenti degli uomini, che ovviamente non sono giustificabili in nessun caso.
    Tuttavia, l’enfasi che pongono i media su questi fatti, tacendo dell’attuale situazione dell’istituto familiare, può indurre in errore l’opinione pubblica che sarebbe certamente favorevole a una società che tuteli, e non ostacoli, la stabilità della famiglia e una crescita armoniosa dei figli.
    Mi pare che Costanza non abbia sottolineato abbastanza questo aspetto nel suo intervento, ma vi seguo con passione e le sono grato per quanto sta facendo a favore della famiglia, nella quale uomini e donne possano vivere serenamente la loro vocazione.

    1. Giusi

      Scusa Vicus ma ho dato un occhio. Criticano Costanza perchè non è una vera sottomessa, ci sono articoli demenziali (prima di chiudere disgustata ne ho letto uno persino sulle donne stitiche), c’è un odio verso la figura femminile in tutte le sue manifestazioni. Lì c’è gente con problemi, gravi anche!

      1. @Giusi sì, siamo fieri che tra noi ci sia anche gente con problemi gravi, siamo orgogliosi che sul nostro forum si possa esprimere tanta gente che altrove viene cacciata come appestata. Siamo fieri di quella libertà “ch’è si cara come sa …” Siamo fieri di poter dire che siamo qui per i malati, non per i sani. Quindi, lei Giusi, andrà a scorrazzare altrove, e non dispiacerà nè a lei nè a noi!
        @CFK ? di che parla?

  35. Vicus

    Giusi,
    È vero, le opinioni sono eterogenee e i toni non sempre felpati. Però, se ne continuassi la lettura, troveresti che non mancano atteggiamenti costruttivi, come la sezione “Per una nuova alleanza”.
    Credo che il merito maggiore del forum sia interessarsi, in modo possibilmente documentato, di argomenti fondamentali: i padri separati (che spesso a causa di un divorzio, non sempre da loro voluto o cercato, devono ricorrere ad organizzazioni assistenziali) e l’importanza, anche per il bene della società, che i figli siano educati da entrambi i genitori.
    Sarebbe bello, e opportuno, che con il contributo di tutti questi temi facessero parte, serenamente, della più ampia discussione civile.

    1. Giusi

      Caro Vicus, tu ti esprimi in maniera civile e corretta. Credo che possa interessarti delle importanti questioni delle quali parli senza mischiarti con persone che si qualificano da sole e che con i loro commenti non fanno che confermare quanto da me sopra detto.

  36. francesca

    Io mi scusi la padrona di casa, non capisco: quando il fidanzato o il marito picchia e arriva a uccidere la sua compagna, cosa c’entra la sessualità, e il desiderio liberato dai vincoli morali?
    Quando il tuo compagno, o l’uomo che magari vorresti lo diventasse, si rivela irrispettoso, sprezzante, violento, tirannico, mi sembra ovvio che arrivi il punto in cui (magari dopo avergli dato tante possibilità, gustificazioni, ecc.) vuoi dividere la tua vita dalla sua: non è una questione di sessualità libera, ma di aspirare magari a un progetto di vita con una persona che ti rispetti e non ti prenda a pugni ogni volta che gli gira storto. Forse oggi, rispetto a un tempo, ci sono semplicemente più donne che hanno il coraggio di compiere questo passo: per contro, forse ci sono ancora troppi uomini che non sono in grado di gestire un simile abbandono, anche solo di ammettere la propria inadeguatezza a stare accanto a una persona rispettandone l’individualità e la sensibilità, e tra loro c’è chi invece di accettare o di chiedere aiuto reagisce con l’ennesimo, ma estremo, gesto di violenza.I femminicidi sono questo. Francesca Violi

  37. Giorgio

    Altri l’hanno già fatto, ma desidero ringraziare ancora una volta Nerella per la sua testimonianza intensa e autentica. Che a mio avviso dimostra che il tema della violenza contro le donne è un tema complesso più complesso di quanto non appaia dal post della Miriano. Difficile liquidarlo, tanto meno quando si parla della sua forma estrema cioè del femminicidio, con tale semplicismo. “Certo il femminicidio è un omicidio, è un peccato e un reato, e il suo autore ne risponderà in questa vita e oltre. Però se tutti si capissero il vero significato della sessualità e fossero fedeli, questo non succederebbe”. Cara Miriano, ho l’impressione che lei il femminicidio non abbia tentato di spiegarlo o di spiegarselo. Piuttosto l’ha usato, come usa qualunque altro tema, per ribadire i suoi precetti stantii e il suo moralismo intransigente. Se vuole un esempio di quello che intendo dire, pensi a quanto è forzato fare riferimento alla legge 194 in un articolo in cui si dovrebbe parlare di femminicidio.

  38. LIVIA

    Buonasera a tutti, scusate ma io su questo fenomeno sono molto sensibile ed il dibattito mi è sembrato molto interessante. Vorrei solo chiedervi come mai secondo voi se un uomo tradisce, perseguita, lascia una donna questa non lo uccide e viceversa invece succede con questa casistica numerica così spaventosa? Possiamo dire che gli uomini sono ontologicamente più cattivi? Perchè non è che che non accada che gli uomini facciano questo, allora come si spiegano questi numeri? Io voglio avere comprensione ma sembra adombrarsi il discorso che poichè è la donna che rompe l’alleanza alla fine è lei che provoca la reazione. Invece immagino che la stessa cosa facciano i maschi (perseguire, tradire, abbandonare) allora come mai non abbiamo centinaia di maschi morti all’anno? Grazie per chi vorrà aiutarmi a riflettere.

    1. claudio

      perche’, quanto testimoniato da Maxwell (che non e’ un caso isolato, ma rappresenta la maggioranza delle situazioni di separazioni esistenti) non e’ *uccidere*?
      Una morte lunga e dolorosa, che dura anche anni…

  39. Vicus

    Cara Giusi,
    Posso comprendere le motivazioni della tua opinione e non è mia abitudine puntualizzare troppo. Alcune cose però sento di doverle dire. I toni talvolta accesi di QM possono suscitare incomprensioni in siti più moderati, o addirittura creare imbarazzo prestandosi facilmente a strumentalizzazioni fuori di qui.
    Intanto posso dirti che Cosimo è tuttora tra i pochissimi ad avere il merito di dare spazio a persone che, a causa della separazione e dell’impossibilità di vedere i loro figli, si sono trovate in situazioni di grave disagio economico e personale. Credo che debba loro andare, come a Maxwell con la sua toccante testimonianza, la nostra solidarietà a prescindere dalla loro comprensibile difficoltà ad usare toni più moderati. Il sito è anche di aiuto nel prevenire il ripetersi di queste situazioni, e credo ciò sia meritevole.
    Come ho scritto al momento della presentazione, vi partecipo per l’importanza dei temi trattati, e per dare un contributo al fine di far sapere che la loro soluzione non dipende dall’antagonismo tra uomini e donne, fatti a immagine di Dio l’uno per l’altra, ma dalla tutela e valorizzazione della famiglia.
    Da cristiano Cosimo vive con buona volontà la sua condizione di marito e di padre. Sul forum si è praticamente sempre distinto per moderazione, bontà e generosità.
    Credo che il suo intervento qui non possa smentire da solo il costante apprezzamento che pubblicamente ha avuto ed ha tuttora per Costanza, in uno spirito di pari dignità e armonia tra uomo e donna.
    Penso che la maggior parte degli interventi ‘scomodi’ sul sito siano l’equivalente maschile dei pettegolezzi che le donne fanno sugli uomini: detti con leggerezza forse, ma senza reale cattiveria. Non mi pare che nessuno dei membri del forum, a prescindere da scelte di vita eterogenee, nella vita reale si comporti in modo particolarmente scorretto.
    Però non si chiede di approvare le opinioni del sito, peraltro molto variegate, ma proprio quello che proponi tu: che il dibattito su un’autentica tutela della famiglia e dell’educazione congiunta dei figli sia accolto e discusso civilmente da altri. Da tutti.

    1. admin

      @Vicus: se ti può interessare a mia giudizio l’intervento di Cosimo qui è stato pienamente legittimo e corretto

      1. Giusi

        Trovi corretta anche la risposta che ha dato a me che tra l’altro non gli avevo neanche fatto una domanda?

    2. Giusi

      Caro Vicus, scusami ma non ravviso nulla di quello che hai detto su quel sito. I tuoi toni sono completamenti diversi. Io pettegolezzi sugli uomini non ne faccio, mi confronto e ho un buon rapporto. Lì non ci sono pettegolezzi sulle donne che sarebbero comunque deprecabili, c’è un odio viscerale nei confronti della figura femminile da Manuale di Psichiatria. Cose da fare inorridire! La questione dei padri separati è un problema al quale sono sensibili moltissime donne anche in campo giuridico. Non credo che quel sito possa portare alcun vantaggio a tale causa, getta solo discredito sugli uomini che vi partecipano. Come donna non mi sento neanche offesa perchè il livello è troppo basso, certe cose sono lesive solo per chi le dice qualificandosi per quello che è.

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