Mandare i figli a scuola tra pillole e cetrioli

di Costanza Miriano

Vorrei chiedere al ministro Fedeli se permetterebbe che a parlare di sesso nelle scuole andasse un mio amico sacerdote, bravissimo a spiegare che il sesso fuori dal matrimonio ti fa sbagliare mira nella vita – questa è l’etimologia della parola peccato – cioè rende più impervio il tuo cammino verso la felicità. No. Non lo permetterebbe. Giusto. Perché la visione della sessualità è profondissimamente intrecciata al modo in cui vediamo la persona, quindi il nostro posto nel mondo, quindi il nostro rapporto con Dio.

La sessualità è profondamente religiosa, comunque la si veda. E dunque, come all’inizio dell’anno ci chiedono se vogliamo che i nostri figli usufruiscano o meno dell’ora di religione, allo stesso modo noi genitori pretendiamo di essere informati del fatto che si vada a parlare di sesso ai figli nelle scuole. Il sesso non è una materia tecnica, ha a che fare con le radici della vita e con l’amore, non è solo questione di raccontare un procedimento meccanico e biologico. Chiedere di essere informati su chi parlerà di sesso ai nostri figli è veramente il minimo, e non credo che interessi solo ai genitori cattolici. Vogliamo sapere chi e in che modo parlerà – se proprio è necessario – e pretendiamo il diritto di dare o non dare il nostro consenso. È un diritto sacrosanto come quello di non aderire all’ora di religione (per quanto rimanga un mistero come un ragazzo possa vagamente intuire qualcosa di Dante, Manzoni, Leopardi senza avere una minima infarinatura di cultura cattolica). Io per esempio chiederei delle ore di Dante in alternativa, e di Catullo e Orazio e Shakespeare, che spiegano il cuore umano meglio delle lezioni su come mettere un preservativo a un cetriolo (avviene nelle scuole statali).

Immagino, se il mio amico prete andasse nelle scuole a raccontare il sesso secondo il magistero di Giovanni Paolo II a scuola (la meraviglia delle meraviglie, un paradiso di piacere che le dark room non riusciranno mai neanche a sognarsi), immagino le grida isteriche dei giornaloni cosiddetti laici, in verità molto più confessionali dei cattolici perché noi non vogliamo imporre la nostra visione della vita a nessuno (tra l’altro la castità previene benissimo le malattie sessualmente trasmissibili e persino, pare, le gravidanze indesiderate), mentre il pensiero unico in ossequio alle linee guida dell’OMS e dell’Unione Europea ruba ai nostri figli le ore di studio a cui hanno diritto, e disperato bisogno, e le trasforma in una promozione di una sessualizzazione precoce.

Si va nelle scuole, oggi, lo scorso mese, a promuovere la masturbazione. Avete letto bene. Si va a dire alle medie, e sottolineo medie, che masturbarsi è bello, fa bene, serve a conoscersi. Lo si va a dire anche a ragazzini che probabilmente non ci stanno neppure pensando. Sono stata una ragazzina delle medie e nessuno mi ha privata del diritto al mio tempo, molto, che mi è servito poi per scoprire che mi sarebbero piaciuti gli uomini. Non mi è stata insegnata una sessualizzazione precoce e non richiesta, tanto meno all’insaputa dei miei genitori.

E invece oggi a Roma si presenta trionfalmente un progetto chiamato informiamici.it in cui 140 ragazzi di licei artistici (di Roma e Milano) sono stati messi al lavoro – nell’ambito del progetto di alternanza scuola lavoro, che non è facoltativo – per fare delle campagne pubblicitarie per promuovere la contraccezione di emergenza tra i loro coetanei. 450.000 utenti coinvolti, recita trionfale il comunicato stampa. Cioè a quasi mezzo milione di ragazzi sarebbe dovuto arrivare il messaggio che “non vi preoccupate, se avete paura che qualcosa facendo sesso sia andato storto, tanto c’è la pillola del giorno dopo, o dei cinque giorni dopo”.

È ufficiale: la scuola non educa più. Non istruisce un gran che, e certo non educa affatto. Non prova neanche più a educare il desiderio, quindi fondamentalmente a posticiparne la soddisfazione. Felici noi a cui hanno insegnato ad aspettare, perché l’immediata soddisfazione di tutti i desideri è la loro morte. Non insegna a prendere responsabilità. Non studi: vieni bocciato. Rimani incinta: te ne fai carico, magari con l’aiuto di qualcuno. Oggi bocciare è (praticamente) vietato per ordini superiori, quanto al figlio, la pillola del giorno dopo – una bomba ormonale – non solo non è vietata ma comunicata in modo smart e funny (una caratteristica di certi enti è che hanno molti problemi con l’italiano, forse pensano che dicendole in inglese le cose siano meno allucinanti, e così apprendiamo che la società medica per la contraccezione che è andata nelle scuole ha la mission della salute riproduttiva, per l’emporwerment della donna, per la libertà di scelta, il facile accesso e il counselling, per la formazione di un network di stakeholders. Aderisce inoltre alla rete del family planning, ma mi sa che funziona maluccio visto che la famiglia non esiste più).

Ovviamente la società medica per la contraccezione non si sogna minimamente di parlare di metodi naturali, che invece perfino certo femminismo sta rivalutando, e che non hanno effetti collaterali. Certo, non può tacere degli effetti collaterali della pillola: tensione mammaria, calo della libido, sbalzi di umore, mal di testa, ritenzione idrica e aumento di peso. Ma suggerisce degli integratori per arginarli. Anche questi, immagino, non gratuiti.

Quanto alle 700.000 confezioni vendute in un anno di pillola del giorno dopo o dei 5 giorni dopo (chissà quanti bambini in meno ogni anno significano per il nostro paese, chissà chi li riempirà, fra qualche decennio, i banchi di queste scuole suicide), a occhio e croce c’era bisogno di tutto tranne che di promozione di questo prodotto.

E tante amiche insegnanti mi raccontano come nelle classi dopo le lezioni di sessualizzazione precoce la tensione fra maschi e femmine sale. Forse vale la pena di ricordare che nei paesi in cui da più tempo si fa questa “buona pratica” sono molto più alti i tassi di violenza sessuale e di aborti tra adolescenti. I ragazzi sono migliori di questi adulti. Lasciamoli crescere in pace.

 

articolo pubblicato su La Verità il 7 giugno 2016

141 pensieri su “Mandare i figli a scuola tra pillole e cetrioli

  1. Da anni si faceva presente che l’ossessione per l’educazione sessuale in Gran Bretagna aveva ottenuto l’effetto contrario a quello sperato: un aumento di gravidanze tra minorenni. Ma c’era sempre chi sosteneva, facendo paragoni con scenari ipotetici, che “avrebbe potuto crescere di più”, eccetera.

    Ora pare che ci sia un indizio “au contraire”, come dice Luigi (non lo chiamo prova perché è un primo studio, che dovrà essere verificato): i tagli alla spesa pubblica, effettuati per motivi di bilancio negli ultimi anni, hanno ridotto anche l’educazione sessuale nelle scuole, e…

    https://www.lifesitenews.com/news/teen-pregnancy-rate-falls-42.6-percent-after-uk-cuts-sex-ed-birth-control-f

    “Contrary to predictions made at the time of the cuts, panel data estimates provide no evidence that areas which reduced expenditure the most have experienced relative increases in teenage pregnancy rates. Rather, expenditure cuts are associated with small reductions in teen pregnancy rates,” they noted.

    With the government cuts in sex-ed funding, teen pregnancies in England have fallen to their lowest level since 1969, according to the new study. In fact, the statistics show teen pregnancy rates diminished the most in those areas where secular sex-ed budgets were most aggressively cut.

    1. vincenzofiorentini

      già, e non è nemmeno strano: più si paga per una cosa più se ne ottiene. così con il welfare, così con la sessualizzazione, etc. etc.

    2. Alessandro

      https://giulianoguzzo.com/2017/06/09/nuovo-studio-conferma-leducazione-sessuale-a-scuola-e-un-boomerang/

      “Il fatto, in breve, è che a più educazione sessuale – strano ma vero – corrispondono più gravidanze tra le giovanissime; viceversa ad un calo d’intensità dell’osannata iniziativa, le cose migliorano.

      Esagerazione?
      Per nulla: nel 1999, in Inghilterra appunto, quando le iniziative di sensibilizzazione sulle pratiche sessuali toccavano economicamente il loro culmine, si contavano oltre 40.000 di under-18 incinte. Poi, probabilmente anche perché la cosa non dava i frutti sperati, dal 2010 i fondi per l’educazione sessuale hanno iniziato a calare e così pure le ore scolastiche dedicatevi.

      Ebbene, che è accaduto?

      E’ successo che le gravidanze tra le giovanissime, anziché aumentare, hanno preso a ridursi drasticamente, tanto che nel 2015 si sono registrati solo 20.000 casi. Meno della metà di quelli registrati sedici anni prima.

      Questo perché, secondo i ricercatori occupatisi della questione, chi segue corsi di educazione sessuale, rispetto agli altri, tende ad anticipare l’età del primo rapporto, ad averne con maggiore frequenza e ad adottare comportamenti sessualmente maggiormente a rischio (cfr. Journal of Health Economics, 2017). Il perché poi questo accada, a sua volta, non risulta affatto difficile da comprendere.”

      1. Cupo

        Pensate cosa succederebbe se aumentassero le ore di bella letteratura a scuola. Avremmo un popolo di scrittori e poeti.

      1. Ovviamente la protezione dovrebbe essere per il cetriolo.

        Un peccato, però, sprecarli così: con l’estate incombente la “morte” del cetriolo è un bel gazpacho.

  2. vale

    @senmweb

    erano cetrioli sciiti? una nuova arma jihadista?

    a parte gli scherzi: che l’andazzo sarebbe peggiorato si intuiva. il disastro epocale sia dal punto di vista educativo che morale prepara un futuro di servi schiavi del minimo sfrizzolo e del semi analfabeta ( visto che questi sono analfabeti del tutto) di turno.

    saranno tempi interessanti.

  3. cinzia

    Concordo con Luigi…. non sprechiamo i cetrioli in questo modo!

    La cosa che mi lascia perplessa, confrontandomi con altri genitori, è che il problema non è sentito. Non ho ancora capito se è perché non ci si rende conto, non si conosce, non si sa cosa succede a scuola, non interessa, in fondo cosa c’è di male, si condivide quello che viene insegnato a scuola….
    Fatto sta è che il problema sembra riguardare solo un piccolo gruppo!

    1. @cinzia

      Condivido la tua perplessità. Pur non essendo un genitore, e non aver così tante occasioni di confronto come chi lo è, basandomi sull’osservazione di alcuni contesti mi sono fatto l’idea che:

      * Molti cattolici effettivamente non sanno cosa sta succedendo, perché dormono. Non pensano di dover vigilare: ritengono che, se succede una cosa grave, vigilano preti, vescovi e papi. E qui abbiamo capito perché dormono… Sono quelli che tipicamente pendono dalle labbra di Avvenire.
      * Certi lo sanno, ma si interessano esclusivamente dei propri figli e ritengono che non ne saranno coinvolti; “gli altri facciano quello che vogliono” (che non è una considerazione molto caritatevole).
      * Certi, diciamocelo chiaro e tondo, lo sanno benissimo, fanno un po’ i sornioni, magari scambiano qualche battuta scandalizzata di circostanza, ma in realtà sono perfettamente d’accordo e gli sta bene quello che sta succedendo.

      In generale, avendo assistito a qualche discussone “politico-elettorale” tra persone anche di ambienti che si presumono informati, si capisce bene che per molti comunque l’opposizione al gender non è questione politica primaria. Questo è uno dei motivi per cui il PdF, a parte i problemi organizzativi degli ultimi arrivati e l’effettivo problema della divisione dei voti, ha così tante difficoltà a raccoglier consensi.

      In Liguria, tanto per dire, la giunta di centrodestra ha aperto un cosiddetto “sportello anti-gender”. La cosa ha sollevato la solita polemica di rito, con sdegno degli LBGT, e approvazione dei cattolici. Pochi però sanno che l'”apertura” è come l’inaugurazione di certe opere pubbliche: in realtà mi risulta che lo sportello non sia per niente attivo. E scommetto che non lo sarà mai. Pochi cattolici lo sanno, a pochi probabilmente interessa veramente.

      1. In Lombardia – la prima Regione ad averlo aperto – lo sportello è attivo e funziona, ma temo che pochi lo utilizzano per le ragioni di cui sopra… solo quando si ha un’esperienza diretta sui propri figli i genitori si rendono conto ma non sempre agiscono subito per paura (spesso le ritorsioni, infatti, le ricevono proprio i bambini/ragazzi che ogni genitore cerca di proteggere)

  4. daniela

    La mia tristezza è che ci diciamo queste cose fra di noi. E’ un tema che non riguarda solo i cattolici, riguarda tutti in quanto esseri umani. Purtroppo molti pensano che la sessualità sia una panacea contro tutti mali e non sono consapevoli di quanta sofferenza può generare. Mi sembra indiscutibile che ci sia una possibilità di scelta come per l’ora di religione.

  5. giuseppe

    non era la Miriano che aveva scritto un articolo – nel tentativi di salvare qualcosa della catechesi (!) di Bergoglio – relativo a : figlio mio , almeno torna a casa vivo.

    beh la contraccezione d’emergenza è qualcosa del genere.

    1. vale

      contraccezione d’emergenza? e quello da sterminare che è: un virus mortale? un batterio killer?

  6. Francesco

    Sono del 1970. Nella mia educazione scolastica si parlava di apparato riproduttore nelle ore di biologia al liceo. L’assenza di “lezioni” su masturbazione e sessualità non ha influito sul mio sviluppo relazionale/psicologico. Constato anche io che i miei figli nei diversi ordini di scuola sono sovraesposti a nozioni sessuali.

  7. Augusta

    Tutti questi ormoni che vengono assunti da milioni di donne ,poi il corpo li smaltisce ma di questo tipo di inquinamento nessuno ne parla

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  9. Per me la cosa più’ triste e’ l’indifferenza dei pastori, quelli che dovrebbero guidare e proteggere le pecore. Tutto il resto è’ grave, ma non comparabile con un’inerzia che si combina con un interventismo in campi controversi, come ad esempio quello dell’origine antropica dei cambiamenti climatici, dove si raccolgono adesioni che non costano nulla.Si sono dimenticati della macina che dovrebbero legarsi al collo.

  10. lumpy

    Grazie, Costanza. Come ho già avuto occasione di scrivere qualche post fa, da insegnante mi trovo di fronte classi in cui il 70-80% delle ragazze (minorenni) prende la pillola. Qualcuno dovrà pur averla accompagnate dal ginecologo. Ma non voglio ripetermi troppo.
    Ribadisco solo -da vecchia professoressa- che il problema è la generazione dei genitori, che ben più dei ragazzi indifferente (o proprio ignorante, nel senso che non sa) alla religione. E questo non avviene (nella maggior parte dei casi) per spirito sessantottino. La maggioranza compie certe scelte e cresce i figli secondo una certa morale non per opporsi alla Chiesa. Semplicemente (ed è più grave ancora) perché ignora totalmente la Chiesa, i Catechismo, i Sacramenti ecc. Ha loro voltato le spalle prestissimo come ad un guscio privo di senso né i pastori (ahimè) si sono mai dati molto pensiero di correr loro dietro. Non sono tanto (a mio modesto parere) i giovani da riportare ad uno ad uno nei banchi delle chiese, ma i quarantenni e i cinquantenni. I giovani hanno sete di infinito, possono sbagliare, possono allontanarsi e poi tornare: ma per tornare hanno bisogno di un esempio, di quel ricordo della madre che insegna le prime preghiere, di un Rosario detto insieme in famiglia. Questo è il seme buono che rifiorirà, questo è spesso il tarlo che -ad un certo punto- spinge il giovane che si è allontanato dalla fede a ripensarci, l’esempio del padre e della madre. Ma che esempio stanno lasciando i genitori di oggi? Io guardo le mie classi e vedo tanto tanto vuoto nelle case, tanti genitori insegnare null’altro che nel mondo ci sono io, e poi ancora io, e io ancora.

    1. @lumpy, “ripescare” i 40/50 genitori, quando ci sono…

      Quando non sono in tutt’altre faccende affaccendati, o impegnati nella recente (o meno) separazione o recente (o meno) nuova relazione…

      Bene che vada, ma non vedo grandi prospettive perché “vada bene”, ci saremo giocati un paio di generazioni di quei figli che a loro volta (forse), in (forse) minima parte, diventeranno genitori.

      E non sono qui a dirlo per piangerci addosso o per dire che il mondo è tutto “brutto e cattivo”, ma perché constato tristemente la realtà delle famiglie attorno a me.
      Basta fare una semplice conta delle realtà frantumate attorno ad ognuno di noi o prendendo a riferimento quelle dei compagni dei nostri figli studenti…

          1. @Fabrizio, a livello “razionale-pianificativo” si… poi se il Signore mi dà di chiamare a conversione (non convertire sia chiaro, io non converto nessuno) un ultra ottantenne, non è che mi tiro indietro 😉

            1. a livello “razionale-pianificativo”

              Più che altro a livello statistico: nel senso che, come scriveva lumpy, è più probabile che sia incuriosito un giovane (non ancora totalmente rovinato dal sistema) che non un adulto che, in molti casi, ne è ormai irrimediabilmente parte.

              1. @Fabrizio, per esperienza potrei dirti che è molto difficile fare una simile statistica…

                Gli adulti hanno spesso profonde ferite, fallimenti, e coscienza della morte (fisica e ontologica), che il giovane ancora non possiede (tranne casi particolari ovviamente).
                Gli adulti sono spesso disillusi dei loro stessi sogni – che sono altrettanto spesso semplici chimere – mentre i giovani (quando non è ancora stata loro completamente bruciata) hanno ancora una gran carica di desideri, di assoluto, credono (a torto o a ragione) di avere tutta una vita davanti, di esse “immortali” (mi si passi il termine).

                Non sto dando giudizi di merito, sto dando delle pennellate (certamente approssimative) di realtà che esigono anche nell’approccio catechetico diverso.

                Non per questo si tratta di preordinare uno “smistamento” o una divisione in “settori”.
                L’Annuncio della Buona Novella, la Predicazione laddove agisce lo Spirito Santo, non fa distinzioni e nemmeno conosce barriere. Tranne quelle che ognuno di noi può caparbiemente sollevare.

                1. “Gli adulti hanno spesso… ecc”
                  Tutte situazioni che li rendono particolarmente ricettivi.

                  Da buon “casinista” (come direbbe Navigare), direi di essermi perso un pezzo… 😉

          2. Lumpy

            Attenzione che sebbene in misura MOLTO minore rispetto al passato, i ragazzi un minimo di autorevolezza (spesso ben più di”un minimo”, naturalmente) ai genitori la tributano. Ergo, se si riesce ad accendere nei ragazzi una scintilla di curiosità nei confronti di Gesù, ma questa scintilla si scontra con la derisione e/o lo scetticismo dei genitori, la scintilla 99 su 100 si spegne. O comunque viene gravemente compromessa dal mancato riscontro familiare.

            1. Non c’è dubbio…

              Non per nulla i Genitori hanno sempre un grandissimo peso (nel bene e nel male) nella formazione della personalità dei figli (DNA a parte).

  11. Lumpy

    E poi, molto semplicemente, la maggior parte dei genitori dei ragazzini (anzi, chiamiamoli con il loro nome, dei BAMBINI, perché a quell’età sono ancora tali) delle medie di oggi la castità prematrimoniale (e poi la fedeltà, la continenza ecc) non l’hanno neppure praticata loro. Quindi non si sognerebbero mai di insegnarla e/o appoggiarla. le mamme più “illuminate” al limite invitano le figlie ad aspettare “quello giusto” e farlo “per amore”, ma non certo riferendosi al matrimonio, quanto genericamente a un flirt che duri più del tempo di una serata. Una promiscuità peraltro facilmente fomentata dal lassismo cui si concedono vacanze e viaggi di gruppo in rinomate località della movida a ragazzini minorenni. Per non parlare di quanti ammettono serenamente il fidanzatino o la fidanzatina del figlio/a sedicenne a dormire in casa, nello stesso letto. Anzi, ne vanno pure fieri.
    tantomeno questi genitori si sono mai serviti dei metodi naturali (oppure mi sbaglio e li hanno messi in atto in maniera magistrale, data la pletora di figli unici che caratterizza le classi).

  12. lumpy

    In realtà l’articolo di Costanza centra il punto, ma ne apre un altro.
    é la scuola a doversi occupare dell’educazione sessuale dei nostri figli? No, certo.
    Dovrebbero essere le famiglie.
    Ma -ed è questo il punto critico- siamo sicuri che l’educazione sessuale che stanno fornendo ai figli la maggior parte delle famiglie sia meglio rispetto al cetriolo incappucciato? Certo, ognuno pensi per sé e per la propria famiglia, mi direte voi. Sì, ma (e qui parlo da mamma) quanto è difficile far ascoltare ai figli una musica soave quando tutto il mondo rimbomba di altri frastuoni? Dall’abbigliamento, al linguaggio, alla musica, alla morale e alla sessualità: spesso ho visto i miei figli schiantati dal tormento di essere mosche bianche in un covo di mosche nere, interrogarsi su dove stesse il giusto e dove lo sbagliato, dolersi.
    E spesso li ho visti (con mia grande tristezza…) soli, e quel che è peggio resi soli da tutti quei NO che io -e ben più spesso l’autorità, cioè il padre- abbiamo imposto a molte delle richieste. No ad abiti firmati, no all’iphone, ma anche no a certi divertimenti poco sensati, a viaggi senza controllo a Riccione/Barcellona/Ibiza/ da minorenni, a serate in discoteca, a concerti non appropriati, ad abiti inadeguati per la loro età, al trucco eccessivo, alla tinta ai capelli, ai tatuaggi, a rientrare dopo la mezzanotte. Ebbene? non c’è stato UN SOLO compagno (anche i figli dei cosiddetti cattolici adulti) con cui da diciassettenne abbia accettato di buon grado e non tacciato come “roba da sfigati” un film in cassetta, una passeggiata, un gelato, una chiacchierata in cameretta, una battaglia di cuscini. Dopo i 16 anni non ho più trovato nessuna famiglia con cui organizzare un giro di pigiama party o di festicciole tranquille sotto la discreta e silente sorveglianza di mamma e papà.
    Insomma -per farla breve- non sorge quasi mai la proposta di un qualche svago che non comporti l’alcool o la sessualizzazione (esempio: che scopo ha la discoteca e l’abbigliamento succinto che la contraddistingue se non per invitare a quello?).
    Sì, ci sono le parrocchie, ma anche in questo caso -sinceramente- ho visto cose che non ho molto gradito. A partire da una certa promiscuità -anche qui galoppante- nei cosiddetti “campi scuola” o “ritiri” per adolescenti (e, intendiamoci: per promiscuità non intendo un maschio e una femmina che chiacchierano, giocano a ping pong o passeggiano insieme con batticuore reciproco e le dita che timidamente per la prima volta si intrecciano, ma dieci metri di lingua srotolati l’uno nella trachea dell’altro appena si accende il primo falò. Il primo giorno. Il secondo giorno, nuovo falò, nuova trachea) così come proposte blande negli oratori, non realmente alternative. Intendiamoci: la disco-dance nel salone parrocchiale con patatine e coca cola non è una valida alternativa alla richiesta del figlio che vorrebbe andare al Cocoricò a Riccione, ma é una patetica imitazione e allora tanto vale andarci al Cocoricò, sinceramente. Mancano proposte realmente alternative per i giovani, mentre gli oratori continuano a proporci le stesse cose che fa il mondo, ma in una forma che vorrebbe essere edulcorata e corretta (e alla fine è solo “sfigata”, per usare lo slang giovanile). Offriamo loro dibattiti, discussioni, infiammiamoli con Vero e con Bello, cioè con l’Altissimo! Non con i cartelloni, il buonismo scipito e la coca cola, tutte cose per la cui sopportazione è necessario davvero un ENORME drink, altro che coca cola.

    1. Luigi

      “non c’è stato UN SOLO compagno (anche i figli dei cosiddetti cattolici adulti) con cui da diciassettenne abbia accettato di buon grado e non tacciato come “roba da sfigati” un film in cassetta, una passeggiata, un gelato, una chiacchierata in cameretta, una battaglia di cuscini”

      Forse non ho capito io – e però la frase mi sembra molto chiara – ma se l’alternativa proposta alla pornocratizzazione è il pigiama party o la passeggiata, si tratta di una battaglia persa in partenza.
      E non si tratta di essere cattolici o meno.
      Si tratta di considerare un semplice dato di natura, che come noto non nega il metafisico.
      Parlo dei ragazzi, perché lo sono stato. Le ragazze, sono un altro mondo 😀

      Giusto per dire, tra i 15 e i 25 anni – nonostante tutti i veleni materiali e immateriali della società occidentale – il livello di testosterone conosce il suo massimo.
      Non si deve pensare, a rischio del ridicolo, di trattare un giovane maschio come un bambino, che non è più, o come un adulto, che non è ancora (quando scrivo “adulto” intendo, ovviamente, uno degno del nome. Non come certi 50-60enni, che hanno la maturità di un neonato. Però con le possibilità garantite dalla legge a un adulto vero).

      Per questo, da che mondo è mondo, era in questa fascia di età che i maschi venivano mandati in guerra, o almeno destinati a prepararsi per quello.
      Oppure prendevano il mare con Cristoforo Colombo e Vasco da Gama. O disboscavano (a mano) foreste primordiali.
      Tutto sotto l’inquadramento degli adulti, è ovvio, ma esponendosi comunque in prima persona.

      Oggi è inutile pensare, anche solo lontanamente, a qualcosa del genere. Taccio ogni considerazione in merito e osservo solo che rimangono comunque due pilastri irrinunciabili:

      – non si diventa uomini in mezzo alle donne (e viceversa). Di promiscuità i giovani maschi ne subiscono già abbastanza per colpa della coscrizione scolastica. Non è necessario imporne altra, anche perché la paglia avvicinata al fuoco di solito s’incendia. L’acciaio, invece, ha bisogno di ben altre temperature per diventare incandescente;
      – si diventa uomini imparando a misurarsi con sè e con il mondo. Quindi sono fondamentalmente due, le azioni materiali necessarie per non cadere nel “libero sesso in libero Stato”: attività fisica ai limiti del dolore – non priva di una certa dose di rischio consapevole – e frequentazione della natura.

      Impossibile che un giovane maschio rinunci, se non “spintaneamente”, alla discoteca per un pigiama party.
      Invece succede che vi rinunci perché l’indomani deve svegliarsi alle 0400, per seguire il padre a caccia o in una due giorni in montagna (e qui si apre il baratro, perché il padre è indispensabile… no father, no party!)
      Al limite – meglio che niente! – perché ha una trasferta sportiva, ma che sia almeno di rugby o tiro con l’arco.
      Calcio e boy scout, non pervenuti 😛

      Ciao.
      Luigi

  13. Barbara

    Vengo a darvi informazioni contrastanti.
    Famiglia atea, figlio neanche battezzato, ma se l’avessero costretto a mettere il preservativo ai cetrioli avrei fatto la rivoluzione.
    Qualcuno qui diceva: “i miei figli, cattolici, si sentono diversi”. Mio figlio, proprio per sentirsi diverso, non ha voluto fare la prima comunione (l’abbiamo lasciato libero di decidere) quando tutti i compagni la facevano.
    Oggi, a 16 anni, trascorre serate con gli amici a mangiare la pizza o a sentire musica, non beve, deride chi ama le discoteche e lo sballo come degli idioti conformisti.

    Tutto ciò per dire che anche chi cresce ateo può uscire “dritto”, mentre magari suoi compagni battezzati e comunicati vanno avanti a superalcolici.

    Nel frattempo poi la mamma sta tornando a Casa. Lui mi prende in giro, mi tratta da matta, ma gli ho regalato un piccolo Rosario dicendogli che è benedetto, e incredibilmente non se ne separa mai. Non sa neppure dire un’Ave Maria… ne ho di strada da fare!
    (A proposito, c’è qui -a Roma- un sacerdote sveglio che voglia prendersi la briga di sbrogliare il casino che ho in testa? Poco bergogliano, magari…)

    1. @Barbara, chi dice qui che chi cresce “ateo” cresce “storto”?

      Io sono stato cresciuto ateo e primo di sei fratelli e non mi sono mai sentito cresciuto male, né io né nessuno dei miei fratelli, perché avevamo un padre che ci faceva marciare dritti e una madre che mai ha messo in dubbio la sia figura (oltre ad amarsi l’un l’altra profondamente).

      Che poi il mio convertirmi ad età adulta mi abbia mostrato i miei peccati e le mie “storture” spirituali (e prima ancora l’infinito amore di Dio per me), questo è altro discorso.

      1. chi dice qui che chi cresce “ateo” cresce “storto”
        Lo Spirito Santo si muove anche in modi imperscrutabili e fortunatamente certi non battezzati sentono comunque la legge naturale dentro di loro.

        Il prossimo rosario andrà per le necessità di Barbara e della sua famiglia, perché trovi un buon prete.

        1. exdemocristianononpentito

          E’ molto vero il discorso della sig.ra Costanza, per cui non si possono capire non solo Dante e Petrarca ma anche Manzoni E Leopardi (per non parlere di molti autori stranieri), se si prescinde da una conoscenza,perlomeno sommaria del cristianesimo e del cattolicesimo; ed effettivamente non seguire l’ora di religione potrebbe determinare tale carenza.
          Però questo è anche colpa del non aver adeguatamento regolamentato l’ora alternativa, che ha finito con l’essere un’ora di dolce far niente. Bisognava invece tener presente che l’elemento religioso ha una valenza culturale cui non può prescindere nemmeno l’ateo.
          Si sarebbe dovuta attuare, per chi rifiutava l’ora di religione, un’ora di insegnamento storicistico delle religioni ossia una “sintesi comparata delle dottrine religiose e riassunto della loro storia”. In tal modo anche il non credente avrebbe sentito parlare di Dio e del ruolo che Lui ha avuto nella storia umana.
          Ovviamente, essendo noi, bene o male, in Europa, il cristianesimo avrebbe fatto, in tale insegnamento, la parte del leone.

          1. Ovviamente, essendo noi, bene o male, in Europa, il cristianesimo avrebbe fatto, in tale insegnamento, la parte del leone.

            Dipende da chi sarebbe andato ad insegnare in quest’ora di “sintesi comparata”.

            Comunque ora non ce n’è più bisogno: la sintesi comparata delle dottrine religiose la fa direttamente la neo-chiesa.

            1. exdemocristianononpentito

              i testi di questa ipotetica ora alternativa avrebbero dovuto essere scritti da persone oneste che si fossero limitate a descrivere, evitando il più possbie giudizi di valore, gli elementi di base delle varie religioni e i punti salienti della loro storia e gli insegnanti avrebbero dovuto essere, per quanto possibile, delle persone”oneste” che si limitassero ad esporre dati e fatti. Naturalmente se su certi dati e fatti vi fosse controversia, si sarebbe dovuta dare contezza di tale incertezza.
              In una parola l’ONESTA’ nell’esporre le ragioni e i punti salienti delle varie confessioni religiose.
              Una commssione mista avrebbe potuto valutare la correttezza e mancanza di faziosità di testi e insegnanti.
              Naturalmente da questa commssione avrebbero dovuto essere esclusi coloro che pensano che ANCHE L’ONESTA’ E L’IMPARZIALITA’ stiano da una parte sola: almeno l’onestà e l’imparzialità sono valori, io credo, che prescindano dall’adesione ad una confessione religiosa e ad una parte politica.
              Caro Fabrizoo, qui, si sarebbe trattato di informare un non credente o comunque un non cattolico che molti credono in Dio e, l’hanno posto alla base della loro vita, però nei modi più differenziati, NON di evangelizzarli, perchè avendo, genitori e alunni, rifiutato l’ora di religione,costoro avrebbero implicitamente rifiutato l’evangelizzazione (perlomeno in un contesto scolastico)
              Che la neo? Chiesa informi sui fondamenti delle altre dottrine religiose in sè non è un male: non si conosconno meglio le cose “a contrario”?

              1. Cosa si intende per “onesto”? Se poi la soluzione di un problema fossero le persone “oneste” (tralasciando per un attimo cosa si intende) allora saremmo già a cavallo. Un “onesto” insegnamento di storia dell’arte, storia, letteratura, colmerebbe tranquillamente le lacune in modo trasversale. Un “onesto” insegnamento della storia, in particolare, non demonizzerebbe le Crociate; anzi, pur evidenziandone i lati oscuri, esalterebbe la battaglia di Lepanto come uno dei momenti chiave della storia dell’Occidente. Ma non è così. Gli “onesti” – ora il termine lo intendo come da senso predominante, martellato a slogan – dicono che tutta la storia passata dell’Europa, che è cristiana, è “oscurantista”, e che “l’islam è una religione di pace”. Ed è tutta fuffa…

                1. exdemocristianononpentito

                  Un “onesto” non demonizzerebbe le crociate (certo), ma nemmeno le esalterebbe, direbbe che i musulmani erano violenti, intolleranti e rappresentavano un pericolo oggettivo per l’europa cristiana, ma direbbe anche che i crociati si lasciarano andare a massacri spavenrosi (ben oltre il necessario ed il richiesto); un onesto direbbe che la vittoria di Lepanto fu fondamentale per salvare non solo la civiltà cristiana, ma anche quella occidentale nel suo complesso, ma forse direbbe anche che le sconfitte ispano-imperiali, sulla manica del 1588 e a rocroi del 1643 posero i presupposti dell’europa moderna, basata sulla libertà di opnione, ed infine direbbe che l’editto di nantes del 1598 fu una cosa ottima.
                  Certamente, uno storico onesto e serio (e ce ne sono anche fra i laici) NON direbbe di certo che il medioevo fu un’epoca oscura e priva di cultura e che l’islam è una religione di pace (in certe aree limitate, ai tempi di Avicenna e Averroè, “forse” lo fu…).
                  Basta che ci siano testi ed insegnanti che “informino” (nulla di più) dei pro e dei contro come ho esposto sopra.
                  Il non credente ed il di lui figlio, basta che abbiano un’infarinatura (la più spassionata possibile) del cristianesimo e delle altre religioni, e, se poi in loro c’è della “buona stoffa” saranno loro stessi ad interessarsi ed a cercare una buona guida.
                  Ma la costrizioni e le forzature, facilmente sarebbero controproducenti.

                  1. Luigi

                    “ma forse direbbe anche che le sconfitte ispano-imperiali, sulla manica del 1588 e a rocroi del 1643 posero i presupposti dell’europa moderna”

                    E furono infatti una iattura tremenda, le sconfitte tanto dell’Invencible Armada come dei Tercios viejos.
                    Dovute, l’una e l’altra, a quella che già il Conte Duca de Olivares chiamò falta de cabezas, mancanza di teste pensanti, più che a effettiva inferiorità militare; anzi.

                    Perché, come del resto messo in luce qualche anno fa anche in uno straordinario libello di Cardini e Valzania, non era scritto da nessuna parte che la storia dell’Europa dovesse sfociare nell’assurdo del superiorem non recognoscentes, declinato dapprima nell’assolutismo monarchico e poi – per mezzo della trasmutazione alchemica delle varie rivoluzioni – in quello repubblicano.

                    Esisteva un’altra possibilità, quella della “monarchia tradizionale” (per usare la definizione di Francisco Elias de Tejada) e delle libertà reali e visibili.
                    Libertà magari apparentemente modeste, rispetto alle altisonanti e vuote licenze oggi concesse, ma almeno davvero fruibili da tutti.
                    A partire dalla libertà di educazione dei figli da parte della famiglia, invece dell’indottrinamento realizzato dallo Stato tramite la coscrizione scolastica obbligatoria…

                    Ciao.
                    Luigi

                    1. exdemocristianononpentito

                      Mi dispaice, caro Luigi: non solo “coi se e coi ma, la storia non si fa”, ma, oltrettuto le cose non sono cosi’ semplici. Anche una vittoria sulla manica e a rocroi non sarebbe stata una cosa defintiva, perchè ci sarebbero volute tanti altri combattimenti (di guerra e di guerriglia) per imoprre manu militari la ri-cattolicizzazione dell’europa, tenendo conto delle insormontabili difficoltà in essere (v. le bancarotte dichiarate dalla Spagna nel 1557 e nel 1597, la secessione del Portogallo nel 1640 e le contemporanee rivolte in Catalogna e Andalusia, con il conseguente drastico calo delle entrate fiscali, da cui il licenziamento del conte-duca, all’inzio del 1643, abbandonato dalla stessa aristocrazia castigliana).
                      In una parola: c’era da far troppo, in troppi luoghi e ci volevano troppi soldi, ergo si sono ritirati.
                      Tornando al discorso di base, la storia delle religioni che si dovrebbe insegnare in questa ipotetica ora alternativa, dovrebbe essere il più possibile fredda spassionata e dovrebbe, soprattutto tener conto della bilateralità delle poosizioni e degli interessi in gioco nei vari avvenimenti, in una parola le ragioni di tizio e quelle di caio.
                      Se fosse apologetica cattolica è chiaro che chi ha rifiutato l’ora di religione, rifiuterebbe anche quell!. Lo scopo di quest’ora sarebbe semplicemente quello di INFORMARE di dati, fatti, nomi e cifre, relativi alle religioni, perchè i giovani a-cattolici possano capire Dante, Petrarca ecc. e stimolati da tutto costoro, al momento non credenti, si interessino alle cose di religione e, per proprio conto, senza nessuna imposizione (che sarebbe controproducente) si avvicinino col tempo alla Chiesa. E’ una speranza, ma per i cristiani la speranza è una virtù.
                      L’apologetica storica, che tu, caro Luigi, con grande entusiasmo, esplichi in questo blog, sarebbe invece molto utile nell’ora di religione confessionale (in fin dai conti “lì” hai di fronte un uditorio che, perlomeno, se non è cattolico, è ben disposto verso la Chiesa.
                      Non si può parlare ai credenti e ai non credenti, nello stesso modo e con lo stesso tono. SE SI VUOL ESSERE ASCOLTATI.
                      Complimenti per il tuo entusiamo Luigi, si vede che sei giovane (beato te!), io inveve devo già combattere con l’ipertensione.

                    2. exdemocristianononpentito

                      errorini:

                      – Se fosse apologetica cattolica è chiaro che chi ha rifiutato l’ora di religione, rifiuterebbe anche quellA””

                      – “possano capire Dante, Petrarca ecc. e stimolati da tutto CIO’, costoro….”,

                    3. Luigi

                      Oh, ma per una volta che sono d’accordo con te… 😀
                      Sopra avevi scritto:

                      “ma forse direbbe anche che le sconfitte ispano-imperiali, sulla manica del 1588 e a rocroi del 1643 posero i presupposti dell’europa moderna”

                      e io, ripeto, penso che sia un’affermazione condivisibile. Poi magari a me quest’Europa moderna non piace, ma questo è un altro paio di maniche.
                      Ovvio che, mutando i risultati del 1588 e del 1643, non necessariamente sarebbe cambiata la classifica finale. Ma, ripeto, un’altra Europa era possibile.

                      “In una parola: c’era da far troppo, in troppi luoghi e ci volevano troppi soldi, ergo si sono ritirati”

                      Su questo non io, ma Elliot e altri sono in disaccordo. E non sono apologeti, ma storici di valore riconosciuto.
                      Le Spagne asburgiche, pur spalleggiate dall’Impero, crollarono sotto lo sforzo; ma non si ritirarono (tanto che, ad un certo punto, dovette essere introdotta una forma di leva di massa).
                      Crollarono quando non ci furono più soldati, denaro, navi, e nemmeno più Asburgo. Contemporaneamente, c’erano troppi nemici, troppi eretici, troppi Borbone.

                      Un appunto finale: le bancarotte, allora, rovinavano i banchieri, non re e popoli. Erano tempi più civili, indubbiamente.

                      Ciao.
                      Luigi

  14. Fabio

    Articolo importante e attualissimo di Costanza. Si sono presentate alle medie dei miei figli due donne del consultorio di Genova per spiegare la loro lezione di educ. sessuale. Atteggiamento da moderne saccenti il loro e atteggiamento da inermi consenzienti inconsapevoli quello apparente dei genitori (mamme). Io unico papa’ presente nell’aula…A un certo punto dopo aver sentito, detto in genovese, “due belinate” (tradotto: delle scemate) sull’importanza di spiegare sesso e contraccezione dalle tipe e un paio di complimenti da due mamme sprovvedute ho dovuto intervenire. Ho semplicemente detto ( come unica maschile in quell’assise stranamente tutta al femminile) che le “maestrine” non potevano pensare di sostituirsi si genitori nell’affrontare questi argomenti e che i genitori sono e restano i primi educatori su questi temi. A quel punto la lezioncina ha cambiato tono e si e’ spostata sul ribadire assolutamente quanto avevo affermato. Le mamme che plaudivano alle “maestrine del consultorio” hanno taciuto e altre sono intervenute a sostenere la mia affermazione con sfumature al femminile. Alla fine poi i miei figli hanno assistito in classe all’ora di “educazione” ma hanno detto col loro slang diretto che faceva schifo. Siamo sicuramente bersagliati da molti falsi maestri ma questi sono tali perche’ forse riempiono un vuoto che si e’ rapidamente creato nei nostri modi di pensare e vuvere ( la secolarizzazione ed il relativismo credo). Per quanto possiamo cerchiamo di dire la nostra e poi nel silenzio si preghi per chiedere lucidita’ e forza allo Spirito Santo per fronteggiare tutte le situazioni.

  15. Erika

    Mi dispiace leggere che esistono esperienze di questo tipo, tuttavia vorrei precisare che esistono anche dei bellissimi progetti che uniscono affettività e sessualità, che parlano ai ragazzi dei metodi naturali in alternativa a quelli classici, della differenza tra infatuazione ed amore, dell’assertivita ossia della capacità di dire no quando non si desidera qualcosa, del corpo come qualcosa di prezioso. Mia figlia, terza media di Castel guelfo di Bologna, ha appena concluso a scuola questo progetto promosso dall’insegnante di religione, tenuto da professionisti di un’associazione seria, presentato ai genitori con facoltà di scegliere se far partecipare i propri figli e discusso alla fine con i genitori stessi. Non mi dilungo suo risultati ma è stato veramente proficuo per i ragazzi e anche per i genitori. Erika, mamma di Miranda

  16. PieroValleregia

    salve
    sono Piero e sono nuovo di questo blog (scoperto tramite quello di Blondet), sono genovese di città ma vivo, abbastanza serenamente, nell’entroterra (Serra Riccò); pensionato MM ho diversi interessi, sono sposato da diciannove anni con due figli, uno di quasi 18 e la femmina di 14.
    Prima di commentare mi sembrava corretto fare un minimo di presentazione … cosa dire ? io sono del 1961, nella mia famiglia si insegnava questo: il rispetto di se stessi in tutti i sensi e, lo stesso insegnamento, lo abbiamo trasmesso ai nostri figli.
    “Darsi” al primo o alla prima che capita, non è amore nè libertà è, invece schiavitù e, peggio ancora, banalizzare, relativizzare, un atto meraviglioso come quello di unirsi ad una persona per (vero) amore.
    I nostri figli stanno crescendo in modo naturale, sono seguiti costantemente ma non “perseguitati”, aiutati ma non coccolati, inoltre cerchiamo di far capire loro, quanto sia importante sentire e leggere più voci possibili su vari argomenti, come la storia e la la politica, visto che a scuola raccontano tante di quelle “fake” da far sembrare Giuda, sincero…
    saluti e buona giornata
    Piero e famiglia

  17. Paolo

    Paolo: da noi hanno usato una banana al posto del cetriolo! La cosa più triste è che l’immediata lettera di protesta non ha trovato l’adesione di alcun genitore della classe di nostro figlio. Non solo mentiamo ai nostri figli, ma purtroppo non sappiamo nemmeno più di mentire loro. Desolazione.

    1. Luigi

      “da noi hanno usato una banana al posto del cetriolo!”

      Nemmeno il senso del ridicolo, esiste più… suggerisco, per il futuro, la testa di qualche “insegnante”.
      Non sfigurerebbe di certo!

      Ciao.
      Luigi

  18. Intanto in quel di Modena:

    «Papà, anche tu lo fai così?». Il sesso spiegato in classe tra violenza verbale e “pornografia didattica”
    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-papa-anche-tu-lo-fai-cosi-il-sesso-spiegatoin-classe-tra-violenza-verbale-e-pornografia-didattica-20090.htm

    Un estratto:

    Ebbene. Vediamo che cosa è stato offerto nel penultimo giorno di scuola ai bambini della classe V dell’elementare Sant’Agnese di Modena dove in queste ore non si parla d’altro, almeno stando ai titoli dei giornali come “Modena, compiti sul sesso ai bimbi: a scuola scoppia il caso”.

    «Quando una donna e un uomo scoprono di piacersi – si legge nell’opuscolo preparato dalla scuola e consegnato ai bambini – desiderano stare insieme, parlano, giocano, fanno passeggiate e vanno al cinema. Talvolta sentono molto forte il bisogno di ricevere e dare tenerezza». E fin qui…

    Da qui in poi si potrebbe ricorrere al linguaggio metaforico o a quello medico-scientifico. Ma il testo invece prosegue così: «Si baciano e si accarezzano per tutto il corpo esprimono con parole affettuose l’amore che provano. Allora il pene dell’uomo diventa grande e duro e la vagina della donna si inumidisce: per tutti e due è molto bello quando la donna fa penetrare il pene rigido dell’uomo nella sua vagina. I due – si legge ancora nel testo distribuito in classe – lo fanno muovere avanti e indietro nella vagina e provano un piacere intenso. Sussurrano, ridono felici: sono i rumori che forse qualche volta hai sentito provenire dalla camera di mamma e papà».

    PAPA’, ACCADE ANCHE A TE? – Detta così ai bambini di 10 anni è venuta subito una domanda, impellente, da rivolgere ai genitori: “Papà, ma anche a te quando stai con la mamma viene duro e vai avanti e indietro?”. I lettori perdoneranno l’eccessivo verismo, ma questo è proprio quello che è accaduto ad un padre che lunedì pomeriggio si è sentito rivolgere questa domanda dal proprio figliolo. Il genitore, F.P., molto conosciuto a Modena perché referente di un’associazione di volontariato, è balzato sulla sedia. E ha affidato allo sfogatoio per eccellenza la sua disapprovazione per quanto accaduto in classe. “Non ho capito se le schede distribuite oggi ad Achille (10 anni) debbano essere il preludio dei compiti delle vacanze”, ha scritto su Fb. Scoppia il caso: molti genitori protestano, altri minimizzano. Tutti rimangono a bocca aperta, però.

    LA PRESIDE SE LA PRENDE COL GENITORE – Il giorno dopo i giornali non parlano d’altro. E la scuola viene investita dall’attenzione mediatica. Dopo una mattina passata a declinare le richieste di spiegazioni, la preside dell’istituto, Maria Tedeschi, affida a un comunicato la sua posizione: “La lezione di educazione all’affettività che pare aver turbato un genitore di un alunno di una classe Quinta della scuola Sant’Agnese, era stata richiesta alle docenti dai genitori stessi in più occasioni. In particolare, vista la comparsa di alcuni comportamenti di curiosità mista a malizia in ragazzini che a undici anni manifestano i primi atteggiamenti tipici della preadolescenza, nel corso dell’ultima Assemblea dei Genitori”. La preside si lamenta dell’esposizione del genitore. Infatti “stupisce scoprire che uno dei genitori si è sentito impreparato a rispondere alla domanda del figlio (“nessuno di noi era preparato a rispondere a quesiti simili”) e che non avesse partecipato alla vita della scuola abbastanza da apprendere quanto concordato nelle dovute sedi”, inoltre conclude che i genitori, in virtù del patto educativo avrebbero dovuto parlarne prima con i docenti.

    …………………………………………….
    Chissà poi com’è, proprio al penultimo giorno di scuola?
    Tanto per farli andare in vacanza “sereni” e nel contempo, a scuola chiusa, lasciare che gli animi di chi è giustamente fortemente contrariato, si plachino…

    Ma a parte tutto io mi domando: la preside, l’insegnante di turno, la dirigente responsabile Silvia Menabue (che si ripara dietro l’autonomia degli Istituti, non hanno o non hanno mai avuto figli piccoli??

    E ancora: cos’hanno in testa??? PIGNE & CETRIOLI ?! (giusto per restare in tema).

    1. PieroValleregia

      … no, in testa non hanno nulla, il vuoto assoluto, sono dei perfetti conformisti.
      Tornasse al potere un nuovo Caporale Austriaco, sarebbero in prima fila a far marciare le loro classi con un perfetto passo dell’oca.
      D’altronde, a Genova, gli abitanti di una delle delegazioni, attualmente tra le più rosse (all’epoca comune), Sampierdarena, nel 1919 si menavano a sangue con queli di Recco perchè sostenevano, con fiero ardore e cipiglio, di essere loro il secondo Fascio d’Italia, dopo quello di Milano di Piazza San Sepolcro…
      Sono pecore matte, ben descritte da Dante
      saluti
      Piero e famiglia

      1. @ PieroValleregia: oltre a Sampierdarena/Recco avrei casistica analoga in Toscana centrale e nelle Marche meridionali.
        Dante aveva capito tutto.
        Ciao
        Viviana

  19. vale

    ah,per chi non lo sapesse, anche se segnalato dal sito di blondet che lo riprende dal libro di e.frezza “Malascuola – Gender, affettività, emozioni, il sistema “educativo” per abolire la ragione e manipolare i nostri figli” Casa Editrice Leonardo da Vinci:

    l’”…..l’alternanza scuola-lavoro” è certo un punto dei più “qualificanti”, come dicono loro. Tanto che essa è”prescritta obbligatoriamente in tutte le scuole superiori senza eccezioni”,…Vi sono ONG (Organizzazioni Non Governative) che si son subito fatte avanti ad offrire ai giovani servizi di “volontariato”: per esempio l’Arcigay. “Agli stagisti, sempre affiancati da un tutor cultore della materia che si prende cura di loro, viene affidata la gestione dei Pride Village oppure, a scelta, la promozione di gruppi studenteschi LGBT all’interno delle loro scuole di appartenenza”..

    Voi vorreste sottrarre il vostro figlioletto a questo genere di corsi? Vi opponete a che la vostra bambina venga addestrata in stages del genere?

    Attenzione, perché potreste essere denunciati per “discriminazione su base sessuale”.

    Forse infatti non sapete – io lo ignoravo – che in Italia è stato creato l’OSCAD (Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori) che è “un organismo interforze, Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri” per la repressione delle “discriminazioni”: è dunque una vera “polizia dei costumi” come esiste in Arabia Saudita, ma allo scopo contrario: proteggere i malcostumi LGBT da ogni critica.

    Questo nuovo corpo poliziesco agisce sulla base di “segnalazioni” – ossia denunce- di “istituzioni impegnate nella lotta alle discriminazioni”: in primo luogo dall’UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali presso la Presidenza del Consiglio di cui è ministra Etruria Boschi…..”.

    in più, per la gioia dei romani ( spero non tutti ) oggi si inaugura all’eur il gay village fino al 9 settembre.

    http://www.maurizioblondet.it/verso-lo-totalitario-omosessista/

    prosit a tutti.

    1. l’”…..l’alternanza scuola-lavoro” è certo un punto dei più “qualificanti”, come dicono loro. Tanto che essa è”prescritta obbligatoriamente in tutte le scuole superiori senza eccezioni”,…Vi sono ONG (Organizzazioni Non Governative) che si son subito fatte avanti ad offrire ai giovani servizi di “volontariato”: per esempio l’Arcigay.

      Io sono pronto a scommettere che pure il “servizio civile obbligatorio” di cui si sta parlando da un po’ andrà a parare lì…

      1. Luigi

        “Io sono pronto a scommettere che pure il “servizio civile obbligatorio” di cui si sta parlando da un po’ andrà a parare lì…”

        Penso che non troveresti nessuno, almeno qui, disposto a scommettere contro.
        La cosa avrebbe per altro una sua interna giustizia.
        Un popolo che ha accettato supinamente lo svilimento di qualsiasi virtù marziale, non può che finire schiavo di Sodoma.
        Come infatti osserva oggi Blondet citando l’avvocato Frezza (corsivo e grassetto miei):

        “Perché sappiamo, con la Frezza, che il nuovo totalitarismo, con la “Buona Scuola” mira a formare, “ad uso e consumo dei padroni del vapore, torme di individui incolti e svirilizzati, privi del senso del sacrificio e dell’attitudine al combattimento, disabituati al dissenso e incapaci di affrontare il conflitto, esenti per mandato da ogni velleità speculativa e identitaria, concentrati sulla soddisfazione delle proprie pulsioni, […] senza finestre su quel patrimonio di esperienza e di pensiero che ha sempre legato le generazioni lasciando uno spiraglio aperto sull’uomo e la sua natura spirituale”

        Ciao.
        Luigi

  20. Notare le sudole affermazionei della preside Maria Tedeschi:

    “La lezione di educazione all’affettività che pare aver turbato un genitore di un alunno di una classe Quinta…

    Eggià, uno, uno solamente… un povero pirla.

    …della scuola Sant’Agnese, era stata richiesta alle docenti dai genitori stessi in più occasioni. In particolare, vista la comparsa di alcuni comportamenti di curiosità mista a malizia in ragazzini che a undici anni manifestano i primi atteggiamenti tipici della preadolescenza, nel corso dell’ultima Assemblea dei Genitori”.

    Ah, ecco dove sta il problema… i ragazzini avevano comportamenti di “curiosità mista a malizia”, e come si cura la malizia? Insegnado loro come passare dalla curiosità ai fatti!

    E ancora: “stupisce scoprire che uno dei genitori si è sentito impreparato a rispondere alla domanda del figlio (“nessuno di noi era preparato a rispondere a quesiti simili”) e che non avesse partecipato alla vita della scuola abbastanza da apprendere quanto concordato nelle dovute sedi”

    E’ sempre colpa del genitore pirla, impreparato e assolutamente disinteressato alle problematiche del figlio e a quanto messo in campo dalla sig.ra Maria Tedeschi.

    inoltre conclude che i genitori, in virtù del patto educativo avrebbero dovuto parlarne prima con i docenti.

    Eggià… e i docenti mostrare prima a i genitori il fantastico opuscolo che non si sa quale illuminata mente all’interno della scuola elementare Sant’Agnese di Modena (povera Sant’Agnese…) ha preparato, nooooo ??!!

                1. @Fabrizio mi lusinghi… anche perché tu di foto ne capisci 😉

                  Abbiamo in comune anche il mezzo α6000 (vabbè tu sei già alla 6300).

  21. Ora, fatto gravissimo se avviene dove avviene, ma ho l’impressione che la messa all’indice, la assoluta mancanza di tolleranza, funzioni anche in senso inverso….

    Non funziona in senso inverso. Esistono un sacco di vescovi / parroci (ognuno secondo le proprie responsabilità) che: impediscono la celebrazione in VO, cacciano i seminaristi con questa sensibilità, impediscono di prendere la Comunione in ginocchio (vedo che c’erano due punti interrogativi su questo punto), eccetera. Non ho mai sentito di un vescovo che invece questa rigidità la mostra verso il NO.

  22. Lumpy@ Temo che le sue osservazioni siano purtroppo esatte. Io sono troppo vecchio per avere il quadro della situazione, ma l’impressione che ho corrisponde al quadro che lei ha fatto. Per essere entrato in una comunità’ dove si prega e si legge e medita la scrittura, in cui sono presenti alcuni giovani, mi sento di dire questo: solo l’incontro con Cristo, anzi sentirlo presente nella propria vita, apre il cuore alla conversione. Le prediche morali di per se’ sono inutili, quanto non controproducenti. Ma il Signore si incontra, almeno di norma, in una comunità’, che per
    il giovane e’ essenziale. In fondo i movimenti sono nati per questo, anche se in parte mi sembrano in una fase di stanca, per tante ragioni, non ultima il fatto di essere guardati “con sospetto per la carica identitaria che si rimprovera loro. La sigla non conta, basta che vi sia un sacerdote che creda veramente alla sua missione per creare un ambiente diverso e per comunicare ai giovani e ai meno giovani la bellezza dell’incontro con Cristo. Lo so che ce ne sono pochi cosi’ in un epoca in cui la dimensione orizzontale della Chiesa sembra prevalere. Quello che mi sento di consigliare a chi ha figli, ma anche agli altri, e ‘ di mettersi alla ricerca di queste realtà’ che possono cambiare la vita. Questo blog puo’ servire anche a questo. Io non dico adesso quale e’ la mia comunita’ perche’ il problema è’ ben più’ grande della pubblicità’ a questo o a quell’altro gruppo. Solo così’ si può’ uscire da questa crisi, non nell’illusione di ricreare una comunita’ cristiana, che forse o senza forse non e’ mai esistita, ma per creare degli spazi, dove senza separarsi dal mondo, si può’ essere aiutati a vivere una vita di fede.

  23. Fabio

    Grazie Bariom per aver riportato il grave fatto di Modena. Il nemico e’ meglio conoscerlo perche’ e’ sempre molto piu’ insidioso di quel che ci appare o che pensiamo. La sensazione del vivere quotidiano comunque e’ sempre quella di un pensiero individualista (ed egoista) che vorrebbe volare su rotte inesplorate, ma che indirizzeranno all’ infelicita’ e alla rovina. E’ come per i vaccini: non abbiamo mai visto bambini morire di polio, encefaliti virali da morbillo o soffocati in 24 ore dalla difterite, allora dobbiamo provare a non vaccinarli. Nei comportamenti umani la tentazione che molti seminano (ora quasi un dictat) e’ simile: proviamo a comportarci diversamente da come ci hanno insegnato i nonni, gli educatori di buon senso, la catechista, le suore e il parroco e vediamo cosa succede……

  24. Pingback: https://youtu.be/hhYKjjcOlqI?t=24m30s | Sopra La Notizia

  25. Antonio Spinola

    Diceva Antonio Gramsci che “la libertà nella scuola è possibile solo se è indipendente dal controllo dello stato”, proponendo un nuovo concetto di scuola libera, lasciata all’iniziativa privata. Di fatto Gramsci sembrava temere fortemente il rischio per le libertà democratiche insito in un sistema in cui lo Stato detenesse il monopolio dell’educazione, oltre che della forza.
    Sfortunatamente per la società, questa preoccupazione di Gramsci non fu mai condivisa (e non lo è nemmeno oggi).
    Così abbiamo allegramente consegnato i nostri figli alle cure amorevoli (e sessuali) dello Stato, rinunciando a (= togliendoci l’onere di) educare. [Non facciamo così anche in vacanza, consegnandoli spesso a degli sconosciuti “animatori”?]
    Tutto fila abbastanza liscio fino agli anni ’60, cioè fino a quando il “senso comune” (di Gramsci) nella società resta assestato su un prudente equilibrio tra valori laici e principi cristiani. Poi comincia la lenta erosione del substrato cristiano e l’attacco all’integrità mentale di tutti i ragazzi in “obbligo scolastico”, attraverso “programmi di prevenzione dei comportamenti a rischio” sempre più estesi e invasivi.
    Ribellarsi non sarà più possibile, per il semplice motivo che non si tratta più del vecchio buon “indottrinamento” de sinistra, ma di una tecnica ingegneristica capace di trasformare la società intera manipolando direttamente i comportamenti dei “discepoli obbligati” senza necessariamente dover “convincere” nessuno di loro.
    La vedo dura, ormai.

    1. Kosmo

      Gramsci temeva semplicemente che la DC (il partito-Stato fino ad allora) ci mettesse lo zampino nell’indottrinamento dei giovani virgulti. Se avesse saputo che a questo avrebbe abbondantemente provveduto il suo partito, sarebbe stato zitto.

      1. exdemocristianononpentito

        Non dico che la DC non sia stata partito-stato, ma GRamsci è morto nel 37 e allora c’era il fascismo e prima del fascismo c’era l’italia liberale di Giolitti e altri.
        Il partito popolare fu al governo per poco (alcuni ministri del 1° gabinetto MUssolini). e prima era stato anche osteggiato da alcuni governi liberali (Nitti) quindi, che Gramsci pensasse alla DC, he non si chiamava nemmeno così, facendo il discorso citato da Spinola……………boh?……………mi pare strano………..

        1. Kosmo

          Ecco… sapevo che sarebbe arrivato qualcuno a puntualizzare sulle date… Non volevo fare una precisazione per non sembrare pedante… Ovviamente so perfettamente quando è morto Gramsci, e quand è nata la DC ecc ecc…
          Ma a qualcuno sembra che fino ad un istante prima della fondazione/scrittura di un patto/determinazione di una ideologia non esistessa nulla di nulla. E’ altrettanto ovvio che Gramsci (che non era un idiota trinariciuto) sapesse dove andava a parare un partito di ispirazione cattolica ecc ecc… C’era proprio bisogno di specificarlo?

          1. exdemocristianononpentito

            Si, ce ne n’era bisogno, perchè nel momento in cui Gramsci scrive il partito di ispirazione cattolica era lontano dal potere (era fuorilegge!), nè, a meno di non essere un profeta, si sarebbe potuta prevedere la fine del fascsmo e l’avvento del governo DC.

            1. exdemocristianononpentito

              Prego l’admin di sostituire il mio intervento precedente (troppo indisponente) con il sg:

              Ma scusa Kosmo, come poteva Gframsci prevedere che il fascismo sarebbe caduto e che gli sarebbe succeduto il potere DC?

  26. PUPI

    Questo sprofondamento della scuola e dell’uomo è prima di tutto una sconfitta laica. I laici non se ne rendono conto o, se se ne rendono conto, stanno zitti perché hanno paura di essere retrogradi.
    La battaglia ora la fate soprattutto voi, ma dovete continuare per tutti. I ragazzini crescono anaffettivi, ignoranti, precoci, incapaci di esercitare il pensiero critico, privi di vita spirituale. Io questa scuola non la voglio neanche di striscio. Vorrei tornare indietro di trent’anni.

    1. Io sarei per il “non se ne rendono conto”…

      Non si rendono conto della gravissima importanza e delle serissime conseguenze di queste, che non esito a definire aberrazioni.

      Penso che i più siano totalmente disinformati o pensano sia un “evolversi” dei tempi che ha a che fare con una sorta di progresso (??) inarrestabile.

      Il problema è che probabilmente dovrà passare più di una generazione di “divenuti adulti” perché si prenda coscienza dei danni, sperando che a quel punto si sappia ancora da che parte girarsi per tornare indietro.

      1. PUPI

        Alcuni sono in effetti convinti che si tratti di progresso e il progresso, per atavica idolatria sinistrorsa, giustifica qualsiasi cosa. In ogni caso il ministero è in mano a forze maligne: il ministro è orribile, ma conta poco. Tutto è manovrato da lobby tecnocratiche le quali vanno a braccetto con istanze di appiattimento, sottrazione di conoscenze e degrado. Il degrado passa ovviamente da questo disgustoso permissivismo somministrato a chi non è ancora nell’età di decidere. Non è neppure più la sinistra degli Anni ’60, che almeno riveriva il valore dello studio e del lavoro: è il decostruzionismo permissivistico nel postsessantotto mescolato a interessi economici e globalistici che vogliono trasformare la scuola in fabbrica di schiavi.
        Essendo schiavi, lo svago sessuale è offerto come diporto a buon mercato e in sostituzione dei valori culturali che hanno reso grande la scuola europea tradizionale.
        Vi invito a rileggere Il mondo nuovo di Aldous Huxley.

      2. Antonio Spinola

        Non sanno quello che fanno?
        Sdoganano il sesso libero tra ragazzini (e perfino tra bambini) purché “consenzienti”, e non se ne rendono conto?.
        No, ora che la pornografia è stata sdoganata, è tempo di abbattere il muro tra minorenne e maggiorenne, preparano il terreno per sdoganare la pedofilia “tra consenzienti”, perché è giusto che tutti possano soddisfare il proprio particolare desiderio sessuale.
        Questo stanno facendo, e lo sanno benissimo.

        1. @Antonio, forse hai frainteso…

          Il “non sanno quello che fanno” non era certo riferito a chi pianifica e organizza, ma riferito a tanti genitori.

          1. Antonio Spinola

            Si, hai ragione, tanti genitori non capiscono qual’è il fine di tutta quest’operazione.
            Ma mi chiedo sconcertano, queste persone, proprio in quanto “genitori”, o in quanto “maestri”, non si rendono conto che stanno mettendo in mano a un bambino l’ “eros”, che non è un giocattolo?
            Cosa ne può sapere un bambino dell’eros?

            1. L’inganno in cui cadono molti, moltissimi, in questa società fortemente erotizzata, é credere che dall’eros libero da qualunque vincolo etico e morale, ma a questo punto potremmo dire logico e naturale (sarebbe logico e naturale che un bimbo di otto/nove/dieci anni non sapesse nulla dell’eros), venga un qualche forma di “libertà”, mentre così si impara presto quanto possa divenire schiavitù.

              1. Luigi

                Per questo, come ho più volte osservato con grave scandalo dei borghesi :-D, è meno pericoloso mettere in mano a un ragazzino una MG42 piuttosto che una scatola di profilattici.
                La prima uccide i corpi, e nessuno si è mai sognato di affidarla a qualcuno senza addestramento.
                La seconda uccide le anime e la trovi in libera vendita, quando perfino un pacchetto di sigarette o una bottiglia di birra necessitano (almeno in teoria) dei 18 anni.

                Vi consiglio di leggere, anche se avete in disistima Blondet, l’articolo segnalato da Vale.
                È terrificante la preparazione che ha preceduto quanto stiamo vivendo; ma ancora più terrificante quanto sembra prepararsi.
                Legalizzazione di poligamia, pedofilia, incesto… che Dio ci perdoni…

                Ciao.
                Luigi

                1. Navigare necesse est

                  anche se avete in disistima Blondet

                  A Blondet va riconosciuta una lucidità di lettura estremamente rara. La sua caratterialità un po’ amara (che può gettare nello sconforto i lettori meno avvertiti) non ne inficia in alcun modo la capacità di diagnosi e, soprattutto, di prognosi, sorretta da un sano imprinting di matrice perennialista (Blondet sa collocare anche i minimi moti del quadro sociale, geopolitico, culturale ed economico in un saldo contesto metafisico, ed escatologico). Le accuse di marcionismo che talora gli vengono rivolte costituiscono altrettanti titoli nobiliari, perché del retaggio veterotestamentario Blondet ritiene ciò che va ritenuto. Lo stesso vale per le accuse di antisemitismo. Semmai gli va imputata un’irragionevole indulgenza per l’islam, un islam idealizzato – e inesistente – retaggio anch’esso, in questo caso poco felice, del tradizionalismo perennialista.

                  La sua è una voce importante in quest’Italia entropica.

                  1. Luigi

                    Navigante,

                    mi dispiace ma ritengo tu sia almeno parzialmente in errore (come lo era Fabrizio, qualche giorno fa).

                    A volte Blondet esagera davvero, con la demolizione del Vecchio Testamento.
                    C’è da dire che si tratta di un comportamento “random”, non rispondente a un ordine chiaramente prestabilito (infatti io parlavo di “vena marcionita”, non di marcionismo tout court).
                    Ma quando gli capita, gli capita di brutto!

                    Sull’indulgenza eccessiva per l’Islam, mi sembra si sia tutti d’accordo.
                    Quanto all’antisemitismo, nemmeno prendo in considerazione una tale accusa; perché parte dal presupposto – questo sì, antisemita – che semiti siano solo gli ebrei. Dimenticando tutte le altre popolazioni semite (materialmente o spiritualmente che sia), oggi in genere piuttosto perseguitate.

                    Un’ultima osservazione sull’amaritudine del carattere.
                    Va ricordato che, oltre a essere stato corrispondente di guerra (vero) dai Balcani, nell’ormai lontano 1994 pubblicò lo straordinario “Gli adelphi della dissoluzione”; il testo per cui lo mettevo a pari de “Il campo dei santi” di Raspail, qualche giorno fa (come è ovvio per tutti coloro abbiano letto i due capolavori. Gli altri, che parlino pure di cose che non conoscono).
                    Forse ha fissato un po’ troppo l’abisso, per evitare che questo guardasse in lui.

                    Ciao.
                    Luigi

                    P.S.: “La sua è una voce importante in quest’Italia entropica.”
                    Vero. Anche perché in guerra si scelgono i nemici, gli alleati vanno sopportati 😉

                    1. Navigare necesse est

                      Luigi, non deve dispiacerti di ritenere che io sia almeno parzialmente in errore. È una tua legittima opinione, ci mancherebbe!

                      In merito al presunto marcionismo di Maurizio, comunque, non mi riferivo ai tuoi commenti. Quella che hai definito “vena marcionita” in Blondet c’è. Sarei ipocrita, però, se me ne volessi smarcare, perché la trovo una ben salubre vena, da cui i deellenizzatori pre- e post-conciliari del Cristianesimo farebbero bene ad attingere il sangue vitale di cui sono carenti.

                    2. “C’è da dire che si tratta di un comportamento “random”, non rispondente a un ordine chiaramente prestabilito (infatti io parlavo di “vena marcionita”, non di marcionismo tout court).
                      Ma quando gli capita, gli capita di brutto!”

                      Ma se gli “capita di brutto” Luigi, per quanto a “random” è indicativo della sua visione…

                      Io poi sono d’accordo su quanto aveva sottolineato Fabrizio all’inizio di questo confronto, che mi pare fosse in sostanza: *se chi legge ha gli strumenti, le conoscenze per fare il giusto vaglio ok, diversamente meglio sottolineare le (non piccole) incongruenze e/o, nel dubbio, passare ad altre letture o altro commentare.*

                    3. PieroValleregia

                      salve
                      Il Campo dei Santi è un capolavoro. Ordinato, preso,letto, anzi divorato, in soli tre giorni …
                      Personalmente stimo tantissmo Blondet, che ritengo tutto, tranne che un “nemico”; a volte può strabordare ma, chi di noi, anche a fin di bene, non lo ha mai fatto ?
                      Da militare ho partecipato a diverse operazioni di “esporto democrazia” e vi posso garantire, sul mio onore che essendo stato sul campo reale dei fatti e sentendo, poi, quello che i media riportavano nei vari tg, ho capito che ci mentono su tutto, anche nelle cose più stupide.
                      Se volete un suggerimento, spegnete la tv o almeno evitate tg e salotti pseudo intellettuali …
                      saluti
                      Piero e famiglia

                2. La questione del marcionismo, come dice Luigi, non può essere sottovalutata. Per contrastare le tendenze giudeizzanti (ne parlavamo tempo fa a proposito dell’archeologismo) si combatte senza eccessi irrazionali. Per esempio: tempo fa mi segnalarono un articolo di Blondet in cui, per ironizzare su un fallimento diplomatico di Netanyahu, l’autore faceva riferimento alle “arti di letto di Esther”, scritto con un malcelato disprezzo. Ma Esther è santa della Chiesa Cattolica, quella pre-conciliare per intendersi, e qui siamo al limite della blasfemia.

                  Così come la questione sull’islam: mi pare tutta roba non da poco. Non dimentichiamoci le calunnie gratuite a GPII che ho riportato ieri.

                  Per quanto riguarda l’antisemitismo, non voglio impelagarmi in questioni semantiche (di lana caprina). Nel mio commento precedente, sostituite pure “antisemitismo” con “antiebraismo”. E il tema rimane in tutta la sua importanza.

                  Detto questo, ovviamente, come dice San Paolo si prende quello che è buono ovunque sia, perché dove esiste è ispirato dallo Spirito Santo. Io leggo gli articoli di Blondet che mi segnalate (e da altre parti pure). Tuttavia, proprio prendendo l’esempio dall’ultimo qui linkato, ribadisco qual’è il problema. L’articolo documenta quanto sia “agghiacciante” il pensiero di Attali e mostriciattoli affini. Benissimo. Ora, noi possiamo fare due cose: compiacerci di vedere ribadito quello di cui già siamo convinti (e in molti qui queste cose ben le sappiamo). Non è particolarmente utile (oddio, qualcuno magari si sente rinvigorito nelle sue convinzioni, meglio per lui). La seconda cosa, più utile, è convincere quelli che queste cose non le conoscono o che non ci credono.

                  Ora, va benissimo il 90% dell’articolo che contiene commenti ad un documento audiovisuale (fatto salvo che la fonte andrebbe verificata; non lo faccio perché quelle cose mi tornano perfettamente con altre fonti già verificate in passato). Ma prendiamo questa postilla:

                  Una conclusione personale sul terrorismo: un mio cugino è stato addetto del consolato americano a Genova, quando ancora Genova era sede consolare. Il console un giorno buttò lì: “Le Brigate Rosse? Le controlliamo dalla nostra base di Lisbona”. Da quegli anni, molto prima di me, mio cugino è convinto – o meglio sa – che non esistono terroristi, atti terroristici, terrorismo alcuno che non sia gestito e teleguidato da servizi. Senza eccezione. Sono azioni che servono a imprimere nell’opinione pubblica spaventata reazioni, calcolate e previste al millimetro: “Ormai è una scienza esatta”).

                  Questo sarebbe giornalismo? Conclusioni apodittiche perché “Me l’ha detto mio cugino?” (fosse stato almeno il cognato: no, proprio il cugino, come in una canzone di Elio). Il tema degli USA che pilotavano le BR è noto: ma non è mai stata portata una prova. Può darsi che prima o poi salti fuori (ci sono molte cose sulle BR che non sono mai state chiarite). Ma per ora non c’è. È un tema che, peraltro, avrebbe fatto comodo a molti: ricordo che una parte della sinistra radical chic, negli anni ’70, non potendo arrivare a giustificare l’operato delle BR (come certi facevano) le chiamava “le sedicenti BR”, come a dire che non erano rossi. Inoltre, sostenevano che facevano parte della “strategia della tensione”. Quella parte politica avrebbe avuto un gran vantaggio a provare il collegamento. Nonostante ciò, non l’ha fatto. Se il collegamento ci fosse, diciamo che gli USA sono stati bravissimi a tenerlo nascosto… no, attenzione: però dovrei contemporaneamente credere che ci sono riusciti a dispetto di consoli che si svegliavano la mattina e rivelavano questi clamorosi segreti a civili, manco americani. Tutto estremamente coerente, vero?

                  Non a caso mi trovo a volte riferimenti ai pezzi di Blondet in posti dove si parla di scie chimiche o del “falso” allunaggio della NASA… Non so se Blondet la pensa così, ma questa attrazione è inevitabile come quella tra una calamita e il ferro.

                  E uno dovrebbe andare in giro a convincere il prossimo con articoli di questo tipo? Perché una persona razionale sa discernere, prendere la parte consistente e filtrare il resto; uno che non vuole stare a sentire, oppure un fazioso, prende quel paragrafo finale poi chiude lì la discussione.

                  Per questo la credibilità complessiva dell’autore è importante. Per esempio: l’episodio dell’apparizione della Madonna di Kazan a Stalin è sorprendente e non c’è una valanga di prove che lo dimostri; bisognerebbe andare anche a spulciarsele. Ma se ne scrive Messori, che ha una gran reputazione anche per il suo meticoloso studio delle fonti, la cosa è più credibile che non se ne scrivesse un altro autore che non ha le sue qualità.

                  1. Navigare necesse est

                    A certe intemperanze verbali di Maurizio Blondet bisogna imparare a fare la tara. Diversamente si perde il non poco di buono che in molti suoi contributi viene proposto. Oltre che al limite della blasfemia, occorre guardarsi dal limite della bigotteria (che è poi una forma di blasfemia contro lo Spirito). Nel caso di santa Ester, per esempio, più che stracciarsi le vesti per una battuta colorita, è meglio darsi pena di rileggere il libro di Ester, così da intendere a quali aspetti tale battuta si riferisca.

                    1. Navigare necesse est

                      Questo sarebbe giornalismo? Conclusioni apodittiche perché “Me l’ha detto mio cugino?”

                      Conclusioni apodittiche? Mi pare che venga presentata come “una conclusione personale”, cioè una conclusione che va presa con il beneficio d’inventario che si riferva ai relata refero: dei cugini, dei cognati, degli amici o di Elio e le storie tese (a proposito di gente blasfema, nevvero?).

                  2. Luigi

                    “Ora, va benissimo il 90% dell’articolo”

                    Scusa, ma mi viene da sorridere. Non molto, appena così 🙂

                    Perché di solito, in un articolo di giornale è il 10% ad andar bene… detto questo, il senso malcompreso della mia osservazione di qualche giorno fa è che, dieci anni fa, se citavo Blondet o Raspail nessuno li conosceva.
                    Oggi, non ho bisogno di citarli perché tanto lo fanno altri, al mio posto. Per la serie “sedelsi lungo fiume e aspettale cadaveli” 😛

                    “A certe intemperanze verbali di Maurizio Blondet bisogna imparare a fare la tara.”

                    E comprenderle, umanamente – non giustificarle – perché discendono anche dalle difficoltà e dal disprezzo dell’ultimo quarto di secolo.
                    Perché gliel’hanno giurata non tanto per le tesi sull’11 settembre – a Giulietto Chiesa, per dire, riservano ben altro trattamento – quanto per il libro che ricordavo più su.

                    In ogni caso, parentesi chiusa – almeno per me – e ritorniamo al tema dell’articolo di Costanza 😉

                    Ciao.
                    Luigi

                    1. Kosmo

                      Blondet (e con lui Giulietto Chiesa) dicono un sacco di sciocchezze sull’11 settembre, come la fisica e la chimica dimostrano. *NESSUNA* prova fisica viene in supporto alle loro strampalate tesi, anzi dimostrano tutte il contrario.
                      Non si capisce come mai, se si ammette un “pilotaggio” dei servizi USA sui terroristi musulmani (che alla fine può anche esserci, POLITICAMENTE intendo) si arrivi a stravolgere le leggi fisiche pur di non ammettere che i terroristi (pilotati quanto volete) abbiano fatto quello che abbiano fatto.
                      E no, non vale la risposta “i servizi USA sono potentisssssssimi e hanno disseminato il luogo del crimine di falsi indizi”, perchè, per quanto potente, anche l’amministrazione USA deve sottomettersi alle leggi fisiche.

                3. Takamura Mamoru

                  “La seconda uccide le anime”

                  Questo riferendosi alla scatola di preservativi. Che dire Luigi, spero di no, perché se fosse come dice lei non vedo chi la scamperebbe (dato che in Occidente praticamente tutti i ragazzi e non ragazzi [30enni, 40enni, 50enni] usano i preservativi).

                  Spero quindi che tale invenzione moderna abbia un impatto meno devastante sulla salvezza delle anime di quello che prospetta lei

  27. Antonietta

    Chiedo scusa se qualcuno ne ha già parlato, non ho tempo di leggere tutti i post. Comunque questa è la mia esperienza. Premesso che non ritengo che la scuola debba necessariamente prevedere l’educazione sessuale e che credo che le dimensioni costitutive della persona si educhino soprattutto in famiglia, trasmettendo ciò che si vive, nella scuola statale secondaria di I grado in cui insegno è stato possibile fare una proposta alternativa a “pillole e cetrioli”. Con alcune colleghe, non necessariamente cattoliche, ma che condividono un giudizio chiaro sulla preziosità della dimensione affettiva e sessuale, si è presentato alla Dirigenza e poi al Collegio dei Docenti il progetto TeenSTAR (www.teenstar.it) che é stato approvato per tutte le 12 classi terze dell’istituto, richiedendo una massiccia disponibilità delle operatrici del consultorio cattolico della nostra città. Il progetto richiede in primis l’adesione delle famiglie, che vengono convocate sia in fase iniziale che finale per un incontro con docenti ed operatori, ma anche interpellate in itinere dai ragazzi in attività ad hoc. É stata una avventura impegnativa ma davvero entusiasmante, che ha messo al centro di tutto la persona di ogni singolo ragazzo, nella totalità dei suoi bisogni.

  28. Oltre che al limite della blasfemia, occorre guardarsi dal limite della bigotteria (che è poi una forma di blasfemia contro lo Spirito). Nel caso di santa Ester, per esempio, più che stracciarsi le vesti per una battuta colorita, è meglio darsi pena di rileggere il libro di Ester, così da intendere a quali aspetti tale battuta si riferisca.

    In tutta onestà, è un’osservazione molto sciocca, perché presumi che io non conosca il libro di Ester, ma abbia commentato a sproposito. Visto che abbiamo citato blasfemia e bigotteria, allora fammi aggiungere che la tua osservazione è al limite dell’ipocrisia, perché gira intorno al nucleo del problema senza affrontarlo. La frase, allusiva com’era, lasciava intendere che Ester fosse una donna di facili costumi (specialmente se associata al tono evidentemente dispregiativo usato, nel paragone, verso il primo ministro israeliano). Nei confronti dei santi è noto anche dalla saggezza popolare che ci si riferisce sempre con rispetto e non con “battute colorite”, e questa non è bigotteria. Visto che è un po’ che non faccio citazioni:

    CCC 2162 Il secondo comandamento proibisce ogni uso sconveniente del nome di Dio. La bestemmia consiste nell’usare il nome di Dio, di Gesù Cristo, della Vergine Maria e dei santi in un modo ingiurioso.

    Elio e le storie tese (a proposito di gente blasfema, nevvero?).
    Infatti io lo detesto; ma so che esiste e so che – disgraziatamente – fa cultura, come ne caso di quel citato brano. E questo tuo è il secondo tentativo di spostare la questione da termini oggettivi ad attacchi personali. Evidentemente esiste anche una bigotteria nei confronti dei certi autori preferiti: intoccabili o si parte in quarta.

    Scusa, ma mi viene da sorridere. Non molto, appena così
    Non sorrideresti se avessi capito il senso delle mie osservazioni 🙂 (che Bariom, per esempio, ha capito e sintetizzato benissimo), invece di partire pure tu in quarta a difesa dell’autore preferito…

    Comunque anche per me la questione è chiarita a sufficienza.

    1. Navigare necesse est

      La questione – il punto su Blondet – è sufficientemente chiara, e ognuno resta della propria opinione, con i compagni di viaggio che predilige.

      L’ultimo intervento di Fabrizio impone alcune precisazioni.
      perché presumi che io non conosca il libro di Ester, ma abbia commentato a sproposito
      Nient’affatto. In primo luogo il mio invito a rileggere il libro di Ester non presuppone affatto che tu o chi altri non lo conosca. In secondo luogo l’invito non è rivolto specificatamente a te, ma a quei lettori dell’articolo di Blondet che di fronte alla battuta colorita di cui sopra provano subitanea indignazione (tu, certo, sei tra costoro).

      Su santa Ester il discorso sarebbe lungo. Rinnovo il mio invito (a noi tutti) a rileggere il breve libro che da lei prende il nome. Non v’ha dubbio che in quel libro Ester metta in atto – e con l’aiuto di Dio – espedienti seduttivi per convincere re Assuero a risparmiare il popolo cui ella (celatamente al momento di farsi scegliere nel ruolo di regina e favorita) apparteneva. Blondet, nel suo pezzo, si riferiva in modo colorito (ingiurioso solo agli occhi di chi non sa immaginare quale fosse il ruolo di una regina alla corte del re di Persia) a tali espedienti.

      E questo tuo è il secondo tentativo di spostare la questione da termini oggettivi ad attacchi personali
      Non esser troppo Fabriziogiudicicentrico. A me interessa spiegare perché Maurizio Blondet non è affatto un bestemmiatore, e non mostrare quanto in errore sia chi tale lo considera.

      Per quanto mi riguarda Maurizio Blondet non è intoccabile. Ho già segnalato la sua grave indulgenza verso l’islam. Ma ci sono altri elementi in lui che non mi consuonano. Fra questi non rientra la presunta vena marcionista.

      P.S. Sulla questione del complessino blasfemo, l’attacco, se c’è, era a Elio, non a Fabrizio Giudici (cui semmai segnalavo l’inopportunità dell’esempio): non vediamolo dappertutto il buon Fabrizio!

    2. Luigi

      “Non sorrideresti se avessi capito il senso delle mie osservazioni 🙂 (che Bariom, per esempio, ha capito e sintetizzato benissimo), invece di partire pure tu in quarta a difesa dell’autore preferito… ”

      Non è il mio autore preferito e non l’ho difeso, perché non ne ha bisogno.
      Ho solo precisato – leggendolo da tempo e approfonditamente – alcuni punti che erano stati toccati.
      Motivo per cui continuo a sorridere.

      Come già dimostrato in altre occasioni, presenti talora il difetto di parlare di argomenti di cui non hai la minima conoscenza.
      Quando però si entra nel merito, reagisci scompostamente. Gli altri non capiscono, fanno osservazioni irrilevanti o questioni di lana caprina, etc. etc.
      Magari a non capire, almeno ogni tanto, potresti anche essere tu.
      Purtroppo vale la legge per cui reazione scomposta = colpo a segno 😛

      Per il resto, noto che è già arrivato il solito impresario di spettacoli che vorrebbe metter su un bel flame riguardo l’11 settembre, ovviamente dando per scontato che chi legge Blondet deve per forza condividere tutto quanto scrive.
      Come se chi leggesse Dante Alighieri dovesse necessariamente essere concorde con la teoria del De Monarchia, tanto per parlare di castronerie.

      Buona domenica.
      Luigi

  29. PUPI

    Ma ormai a scuola si fa di tutto tranne che insegnare. Avremo generazioni che non hanno mai scritto una lettera d’amore con carta e penna, che non hanno mai letto Catullo e l’addio di Andromaca a Ettore. La pagheremo cara, vedrete.

  30. Alessandro

    Pontificio Consiglio per la Famiglia, “Sessualità umana: verità e significato. Orientamenti educativi in famiglia” (1995)

    “1. Si raccomanda ai genitori di associarsi con altri genitori, non soltanto allo scopo di proteggere, mantenere o completare il proprio ruolo di educatori primari dei loro figli, specialmente nell’area dell’educazione all’amore, ma anche per contrastare forme dannose di educazione sessuale e per garantire che i figli vengano educati secondo i principi cristiani e in modo consono al loro sviluppo personale.

    2. Nel caso in cui i genitori vengano assistiti da altri nell’educazione dei propri figli all’amore, si raccomanda che essi si informino in modo esatto sui contenuti e sulla modalità con cui viene impartita tale educazione supplementare. Nessuno può obbligare i bambini o i giovani alla segretezza circa il contenuto o il metodo dell’istruzione data fuori dalla famiglia.

    3. Si è consapevoli della difficoltà e spesso dell’impossibilità, da parte dei genitori, di partecipare pienamente ad ogni istruzione supplementare fornita fuori casa; tuttavia, si rivendica il loro diritto di essere al corrente della struttura e dei contenuti del programma. In ogni caso non potrà essere negato il loro diritto ad essere presenti durante lo svolgimento degli incontri.

    4. Si raccomanda ai genitori di seguire con attenzione ogni forma di educazione sessuale che viene data ai loro figli fuori casa, ritirandoli qualora questa non corrisponda ai propri principi.” (nn. 114-117)

    “Nessuno deve essere mai invitato, tanto meno obbligato, ad agire in qualsiasi modo che possa offendere oggettivamente la modestia o che soggettivamente possa ledere la propria delicatezza o senso di « privacy ».

    Tale principio di rispetto per il fanciullo esclude tutte le forme improprie di coinvolgimento dei bambini e dei giovani.

    Al riguardo si possono includere, fra altri, i seguenti metodi di abuso dell’educazione sessuale: a) ogni rappresentazione «drammatizzata», mimi o « ruoli », che descrivono questioni genitali o erotiche, b) la realizzazione di immagini, tabelloni, modelli, ecc. di questo genere, c) la richiesta di fornire informazioni personali circa questioni sessuali o di divulgare informazioni familiari, d) gli esami, orali o scritti, circa questioni genitali o erotiche.” (n. 127)

    “In primo luogo i genitori devono rifiutare l’educazione sessuale secolarizzata ed antinatalista, che mette Dio ai margini della vita e considera la nascita di un figlio come una minaccia, diffusa dai grandi organismi e dalle associazioni internazionali che promuovono l’aborto, la sterilizzazione e la contraccezione.
    Questi organismi vogliono imporre un falso stile di vita contro la verità della sessualità umana. Operando a livello nazionale o provinciale, tali organismi cercano di suscitare fra i bambini e i giovani la paura circa la « minaccia della sovra-popolazione » per promuovere la mentalità contraccettiva, cioè la mentalità « anti-life »; diffondono concetti falsi circa la « salute riproduttiva » e i « diritti sessuali e riproduttivi » dei giovani.” (n. 136)

    “In alcune società sono operanti associazioni professionali di educatori, consiglieri e terapisti del sesso. Poiché il loro lavoro si basa non di rado su teorie malsane, prive di valore scientifico e chiuse ad un’autentica antropologia, che non riconoscono il vero valore della castità, i genitori dovrebbero accertarsi su tali associazioni con grande cautela, non importa quale tipo di riconoscimento ufficiale abbiano ricevuto; e ciò soprattutto quando il punto di vista di queste ultime è in discordia con gli insegnamenti della Chiesa, che risulta evidente non solo nel loro agire, ma anche nelle loro pubblicazioni che sono largamente diffuse in diversi paesi.” (n. 138)

    “I genitori devono anche fare attenzione ai modi con cui l’istruzione sessuale viene inserita nel contesto di altre materie peraltro utili (per esempio: la sanità e l’igiene, lo sviluppo personale, la vita familiare, la letteratura infantile, gli studi sociali e culturali ecc.). In questi casi è più difficile controllare il contenuto dell’istruzione sessuale. Tale metodo dell’inclusione è utilizzato in particolare da quelli che promuovono l’istruzione sessuale nella prospettiva del controllo delle nascite o nei paesi dove il governo non rispetta i diritti dei genitori in tale ambito.” (n. 141)

    http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/family/documents/rc_pc_family_doc_08121995_human-sexuality_it.html

    1. Eehhh Alessandro, ma sei “datato”: mi citi un documento di ventidue anni fa. La “Chiesa di Francesco” è molto più avanti in tema di morale sessuale:

      http://lanuovabq.it/it/articoli-la-svolta-gay-di-avvenire-e-i-trucchetti-rivoltanti-20120.htm

      D’altronde il gesuita James Martin, quello che Papa Francesco ha chiamato nel team di consulenti della comunicazione e che, in questo ruolo, ha subito esordito con “sicuramente ci sono santi gay in Paradiso” ha già detto che bisogna aggiornare il Catechismo: “atti intrinsecamente disordinati” è incompatibile con le indicazioni del Papa, per cui bisognerà scriverci “atti diversamente ordinati”.

      E quindi figurati se le direttive sull’educazione sessuale non verranno presto aggiornate (anzi, come è già stato riportato da LifeSiteNews a ridosso della GMG in Polonia, il primo passo è già avvenuto).

      1. Alessandro

        Sì, Fabrizio, nella Chiesa sta infuriando questa forsennata fregola di novità, per cui è vero e buono solo ciò che, come l’uovo, è fresco di giornata (parafrasando il cardinale Biffi di felice memoria), e quanto precede è da ricusarsi.

        Gli è tuttavia che quanto oggi è celebrato come formidabile novità fresca di giornata è nient’altro che fradicia, decrepita rifrittura di ecologismo, pacifismo, sincretismo, deellenizzazione, soggettivismo morale… roba che è nata morta, ed è nata – mi risulta – ben prima che nascessi io (e quindi così tanto “fresca di giornata” non è…).

  31. “Se qualcuno legge Blondet: anathema sit”

    Mi sembrava che tu avessi scritto che la questione era chiusa… ma ecco addirittura uno “straw man”: oltre ad essere “senza argomenti” (nonostante dalla discussione sia stato acclarato il marcionismo dell’autore citato), ora avrei persino lanciato anatemi. Ellappeppa. E poi ero io quello che “reagiva scompostamente”. Mentre tu, invece, che ha appena bollato come “flamer” il povero Kosmo che ha osato obiettare sulle tesi blondettiane del 9/11, hai reagito evidentemente con grande obiettività.

    Per carità, non è mica detto che chi legge Blondet deve essere d’accordo su tutto quello che dice… ma comunque guai a chi lo tocca. Chissà come mai i lettori, p.es., di Messori non reagiscono così.

    1. Luigi

      Se non riesci a distinguere una battuta ironica con tanto di “emoticon” da un intervento argomentativo, non farne colpa ad altri.
      Il mio “parentesi chiusa” di ieri era riferito alla discussione in merito agli scritti di Blondet (sul quale, infatti, non ho più detto nulla).
      Le insinuazioni personali mascherate da critiche al giornalista milanese rimangono tutto un altro paio di maniche.

      Per il resto, tagliamo la testa al toro: hai letto “Gli adelphi della dissoluzione”? E “Il campo dei santi”?
      Oppure funziona come, a suo tempo, per l’agricoltura biologica?
      Non te la prendere, ma – al pari di tutti gli altri – non sei perfetto e non hai sempre ragione; soprattutto quando ritieni di metter voce in campi a te ignoti.

      A suo tempo, qualcuno mi fece notare – con un minimo di urbanità e argomenti – che avevo esagerato in merito al pensiero di Therese Hargot. Ne convenni e domandai scusa.
      Non succede niente, se anche tu dovessi riconoscere di avere calcato un po’ la mano. Anzi, ne guadagneresti proprio tu per primo.

      In ogni caso, nulla di personale, con te come con qualsiasi altro.
      Per le questioni personali, ci sono i conventi dei carmelitani scalzi; per tutto il resto, una nota carta di credito 😀
      (anche questa è una battuta, sia chiaro)

      Ciao.
      Luigi

      P.S.: da 15 anni a questa parte, sulla Rete qualsiasi discussione in merito ai fatti dell’11 settembre termina inesorabilmente in un flame; tanto che esistono forum su cui qualsiasi accenno in merito è vietato.
      Ora, se qualcuno arriva di punto in bianco e tira fuori l’intervento a capocchia – con tanto di sarcasmo da due soldi e per giunta in calce a un mio post – cosa devo dedurne?
      Ah, per tua erudizione io non ho alcuna opinione personale in merito a quanto accaduto quel giorno. Lascio pure che i complottisti dell’una e dell’altra parte si accapiglino fra loro.

      1. Kosmo

        intervento a capocchia un par de… ciufoli… E’ stato detto che a Blondet (e con lui a Chiesa) “gliela avevano giurata” per cui se ne deduce che un qualche fondo di verità gli veniva attribuito, al Blondet (altrimenti perchè “giurargliela”, se era un ca**aro qualunque?)
        IN ogni caso, un tizio che SI INVENTA (letteralmente) cose su un EVENTO accaduto, che NASCONDE fatti per non contraddire la sua teoria, che DISTORCE le fonti per farle collimare con la sua teoria cospirazionista, che credibilità può avere su OPINIONI, RICOSTRUZIONI e relata cuggggggineschi?

        1. Kosmo

          Quanto poi all’ERRATO esempio su Dante, è come dire “Certo che Dante ne capisce di politica” e poi dichiararsi non concordare con il De Monarchia… Un po’ di confusione (come sempre quando si tratta di Blondet)

  32. beppino

    L’orgasmo é invenzione della natura per permettere agli animali mammiferi di unirsi e procreare.
    Non ha senso spiegare tutte le tecniche possibili ed immaginabili per arrivare al coito, ovvero arrivarci senza “crear danni”, se ai bambini non viene spiegato che il sesso é nato per “procreare”… non per portare al “godimento”, ovvero in alternativa, il godere é l’altra invenzione della natura per obbligare gli animali privi di consapevolezza ad accoppiarsi e arrivare ineludibilmente alla procreazione. L’educazione sessuale che non parte da questi presupposti, senza nemmeno richiamarli, é una educazione s-u-p-e-r-f-i-c-i-a-l-e.
    Quei coglioni di esperti che spiegano come “rivestire il cetriolo” o come usare la pillola degli X giorni dopo dovrebbero prima di tutto spiegare che il profilattico non é sicuro al 100% (tra le altre cose….), dovrebbero spiegare che con la pillola degli X giorni dopo si interviene “terminando” una vita avviata (tra le altre cose….), dovrebbero spiegare che l’uomo o la donna sono si animali ma animali c-o-n-s-a-p-e-v-o-l-i (tra le altre cose…), dovrebbero spiegare che il sesso é risultato di una evoluzione e il sesso si é “sviluppato” soprattutto per far progredire la specie i-n-d-i-p-e-n-d-e-n-t-e-m-e-n-t-e dalla volontà o meno o dalla consapevolezza o meno di fare figli.
    L’educazione sessuale “superficiale” non é educazione sessuale; del resto non potrebbe mai esserlo se i presupposti dell’insegnamento é l’essere conniventi con una visione che non spiega (induttiva) bensi con una visione che si limita a prendere atto (deduttiva). Stiamo tornando, inconsciamente, al “quantoépiùsempliceessereanimali” piuttosto del “quantopiùcomplessoéesserepersone”.

    1. @beppino,

      l’orgasmo “invenzione della natura” e più correttamente “invenzione di Dio” che oltre ad avere una specifica funzione per gli animali, ha un preciso valore nella sessualità umana e più specificatamente nella unione Matrimoniale.

      Il piacere sessuale donato alla coppia di sposi nel Matrimonio, e che non dovrebbe essere mai disgiunto dalla apertura alla vita è uno dei tanti doni di Dio all’Uomo, anche perché mentre si può arrivare al piacere escludendo la procreazione, non si può escludere il piacere (l’orgasmo) per arrivare alla procreazione*.

      *(Questo tecnicamente quanto alla fisicità dell’uomo, per la donna il discorso è un po’ più complesso, ma non è questo l’argomento.)

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