Io, Costanza e i metodi naturali

Dialogo sul Metodo della vita, e della vita sessuale felice, tra un uomo artificiale e una pluripara appagata. A confutazione dei Carlin Petrini e delle Vandana Shiva che vogliono la natura solo per le pannocchie

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di Camillo Langone  Il Foglio

Costanza, tu ultimamente mi esorti a parlare di metodi naturali. Ma io che ne so di metodi naturali, io sono artificiale, sono culturale, sono uomo. Tu invece che sei donna e madre puoi dirmi in due parole di che si tratta?

 Costanza Miriano: Proprio in parole povere significa sapere che la donna è fertile più o meno cento ore per ogni ciclo mestruale. Il tempo in cui l’ovulo può essere fecondato. Quindi una coppia può valutare quando fare l’amore, tenendo conto del fatto che in quei pochi giorni può nascere un bambino. Se ci si conosce il margine di rischio è bassissimo. Si valutano tutti i segni, chiarissimi, che il corpo femminile manda. Ci si può aiutare anche con dei test in farmacia o con la misurazione di altri parametri. Se vuoi entro nei dettagli ma non vorrei tediarti. Il margine di insicurezza, diciamo tra l’1 e il 5 per cento, è dovuto al fatto che l’ovulazione non la si può prevedere con precisione millimetrica, e gli spermatozoi possono vivere nell’ambiente femminile, a loro congeniale, fino a cinque giorni.

 Camillo Langone: Meno male che ti avevo detto due parole.

M: Scusa ma mi infervoro. Non ne parla mai nessuno!

L: Ma perché dovrei parlarne proprio io di metodi naturali? Non ci sono i preti?

M: Molti preti non osano, ma alcuni lo fanno. Io però credo che dovremmo parlarne noi laici.

L: E perché dei metodi naturali non ne parlano i naturalisti, gli ambientalisti, i seguaci del biologico, del chilometro zero? Strano che Carlo Petrini e Vandana Shiva non abbiano nulla da dire in proposito. Ho l’impressione che per loro un pupo valga meno di una pannocchia.

M: Penso che molti siano talmente accecati dall’ideologia, dal desiderio di autodeterminazione, che l’ecologia la accettano solo per i pomodori, non per i bambini e il corpo umano. Ma quello che più mi preme dire è che i metodi naturali aumentano il desiderio. Alla fine i preti che ne sanno di desiderio? Della stanchezza indotta dalla routine? Dell’emozione di dare la vita? E di quanto fa male la pillola, di quanto è poco sicuro e piacevole il preservativo, del fatto che la spirale uccide, che il diaframma è una specie di roulette russa?

L: Bella questa descrizione dei metodi artificiali.

M: Nessuno dice che le coppie che seguono i metodi naturali si desiderano di più. La pillola invece azzera il desiderio femminile e toglie il sesso dalla sfera del proibito, del sacro e dell’intoccabile. Il preservativo non è piacevole per l’uomo e non è sicuro neanche quando non si rompe…

L: No, il preservativo non è piacevole per l’uomo. In questo campo credo sia l’unica cosa che so meglio di te.

M: Io riferisco le confidenze… Comunque il Monde dice che adesso in Francia i metodi naturali sono stati scoperti dagli ecologisti. Finalmente avranno letto l’Humanae Vitae?

L: Ho qualche dubbio.

M: Sarà una cosa di nicchia. E qui in Italia nessun ginecologo me ne ha mai parlato, per trovare il numero di un’insegnante di metodi naturali dovetti chiamare il Policlino Gemelli.

L: E’ già molto che ce l’avevano.

M: Mi diedero il nome di una donna, madre, lavoratrice, che, Dio gliene renda merito, perse tempo con me, mi spiegò il metodo Billings accogliendomi varie volte a casa sua, consegnandomi un libretto con dei bollini colorati da incollare a seconda di alcuni sintomi. Su confederazionemetodinaturali.it c’è un motore di ricerca per trovare l’insegnante più vicina a casa propria.

L: Aspetta un attimo, fammi guardare.

M: Guarda.

L: Ma ce ne sono tantissime! In tutte le regioni, in tutte le città, perfino nell’insensibile Parma.

M: Il mondo è pieno di persone pronte a fare qualcosa per gli altri. Vorrei aggiungere una cosa.

L: Aggiungi.

M: I metodi naturali non vanno usati solo per evitare gravidanze. Ma anche per cercarle, perché sinceramente vedo molte più coppie con questo problema, con questo desiderio.

L: Anch’io vorrei aggiungere una cosa: a me, maschio italiano cattolico e quindi per prima cosa maschio, tutta questa ginecologia mi repelle. Sarò mistico ma voi pluripare siete così fisiche.

M: Lo sai che le donne se smettono di essere di nutrimento si deprimono, invece se sentiamo di accogliere qualcuno diventiamo più belle?

L: Non so niente, in effetti. Ma l’uomo dev’essere obbligatoriamente messo a parte di dettagli umidicci? Io per esempio vorrei restarne all’oscuro, è solo il dovere che mi spinge a farti queste domande.

M: No, infatti, non bisogna entrare nei dettagli. La macchinetta Persona per esempio si limita a dare luce rossa o verde.

L: La macchinetta Persona?

M: Persona è una delle diverse macchinette che aiutano a decifrare i sintomi fisici. Un po’ ti osservi tu, un po’ ti aiuti con questi test che sono simili a quelli di gravidanza, da fare, nel caso di Persona, otto giorni al mese.

L: Bene.

M: Comunque insisto col dire che i metodi naturali fanno bene all’amore. Sai quante coppie negli anni smettono di avere rapporti?

L: Non lo so, non stimolo confidenze di questo tipo.

M: Mi diceva un ginecologo che dopo i quaranta è molto più comune del caso contrario. Se niente è proibito e niente è pericoloso, ci si stufa, no?

L: Sempre l’uomo desidera di variare, diceva Boccaccio.

M: Credo che anche il fatto che l’uomo desideri cambiare sia naturale, non per niente quando Gesù parla del matrimonio i discepoli dicono: “Se le cose stanno così non conviene sposarsi”. Ma vivere il sesso nella grazia, e considerare il letto matrimoniale come un altare lo rende un’avventura molto diversa dalla ginnastica. E poi c’è la bellezza di dire ogni volta: se viene una nuova vita io e te insieme la accoglieremo, e ce la faremo. Non mi pare certo un atteggiamento routinario.

L: I metodi naturali quando sono stati messi a punto? E da chi? Ogino-Knaus?

M: Mi dovrei informare. Io come ti ho detto ho imparato il metodo Billings, che se non sbaglio è venuto dopo.

L: Purtroppo intorno a questi metodi c’è sempre stato molto scetticismo. Non la ritengo una smentita scientifica però mi ricordo un gruppo rock che si chiamava “I figli di Ogino”…

M: Rispetto ai primi tempi sono molto molto progrediti, grazie alle varie macchinette.

L: Magari un giorno ci faranno una app o una funzione di Apple Watch.

M: Sì, può darsi che un giorno riesca a misurare la temperatura basale.

L: Temperatura basale?

M: Tu non devi interessartene. Come dice una mia amica, un uomo che si interessa di temperatura basale è al limite del transgender. A meno che non sia un ginecologo.

L: Come non detto. E invece cosa pensate degli uomini che si interessano di travaglio e contrazioni? Io l’uomo in sala parto lo trovo ai limiti dell’abominevole, del veterinario…

M: Tu esageri sempre! Veterinario no, mi sembra di offendere le donne che hanno scelto di avere l’uomo accanto nel momento del parto, però anch’io come te sono profondamente contraria. Credo che troppa condivisione faccia male al matrimonio e credo che debba rimanere un po’ di mistero, soprattutto nell’intimità, se si vuole mantenere la tensione che serve alla seduzione. Per millenni il parto è stata solo cosa da donne. Il fatto che ora vada di moda condividerlo con gli uomini mi lascia estremamente perplessa. Mi sembra una moda figlia dell’ideologia del gender, ma poi ognuna ha la sua sensibilità.

L: Tornando al desiderio, perché i metodi naturali lo aumentano? Perché impongono un’astinenza?

M: Esatto. E dopo è come una luna di miele.

L: Quanti giorni di astinenza bisogna rispettare in un mese?

M: Per essere larghissimi dieci ma in realtà quelli proprio pericolosi sono cinque.

L: Hai detto pericolosi!

M: Diciamo che dopo quattro figli, e alla mia età, forse posso anche dirlo che un altro figlio sarebbe un’avventura. Ma se arriva, eccomi. Comunque credo che sia normale, molte amiche mi raccontano di un atteggiamento ambivalente: ogni mese c’è la preoccupazione che un figlio arrivi (hai in mente quanti sconvolgimenti procura?) e insieme anche il desiderio inconfessabile di accogliere un altro misterioso, entusiasmante, prodigioso pacchetto regalo dal Padreterno. Ma avrei dovuto definire pericolosa la pillola. Le donne che la prendono vedono alterate una trentina delle loro funzioni vitali.

L: Diventano anche cattive?

M: In un certo modo si può dire di sì. E’ una specie di continua sindrome premestruale. Oppure si deprimono e diventano lamentose. E il sesso fatto con queste premesse non interessa più a nessuno.

L: Intendi l’amplesso senza nemmeno l’ipotesi della procreazione?

M: Non solo. Anche senza il senso del limite, del sacro, senza più la consapevolezza di entrare in un territorio inviolabile. Il sesso praticato dall’uomo che si crede al centro dell’universo è poca cosa, è ginnastica e dopo un po’ annoia. Hai notato che ormai ci sono più pubblicità di lubrificanti che di preservativi?

L: No, mi è sfuggito. E’ un segno dei tempi?

M: Sì, è un segno dei tempi.

L: Un altro segno di tempi poco lubrificati potrebbero essere questi esponenti dell’alto clero secondo i quali il compito più urgente della chiesa è mettere l’ostia nelle mani degli uomini che hanno piantato la moglie.

M: Sul Sinodo sto facendo lo sforzo di non lasciarmi condizionare dai giornali. Sono certa che lo Spirito Santo soffierà ancora, e la Provvidenza provvederà. Sono certa che la priorità non saranno i divorziati risposati ma la crisi mondiale endemica della famiglia. Il Sinodo si concluderà con la beatificazione di Paolo VI, che con la sua Humanae Vitae non ha mollato di un centimetro. Mi preoccupa di più sapere che di metodi naturali non se ne parla più neanche nei corsi per fidanzati, neanche in chiesa a messa, neanche in confessione. Forse tanti uomini di chiesa hanno perso il coraggio e qui noi laiche dobbiamo soccorrerli. A loro ricordare i principi, a noi dire, anzi gridare al mondo, sulla base della nostra esperienza, che c’è una convenienza grandissima nel seguire i metodi. Alla fin fine i preti non possono sapere così bene certi particolari.

L: Invece le organizzazioni internazionali, onusiane, europeane, che cosa dicono dei metodi naturali, ammesso ne dicano qualcosa?

M: Mi pare chiaro che siano tutte contro la vita. Nei paesi in via di sviluppo l’Onu porta avanti campagne di sterilizzazione e diffusione del preservativo. Mentre l’Unione europea vuole la nostra estinzione, temo.

L: Vorrei concludere con la mia idea circa la fecondazione eterologa naturale.

M: Ti ascolto.

L: Io su molti dolorosi e delicati argomenti, droga, prostituzione, guerra, sono con san Tommaso d’Aquino per il male minore.

M: Ho paura di quello che dirai.

L: Perché oggi il mondo cattolico invece che studiare un dottore della chiesa preferisce abbandonarsi agli utopismi tipici delle eresie: ti fanno sentire più buono e più puro. Io sono per il male minore anche nel campo dell’eterologa. Ovviamente non ci sono prove ma sono convinto che nei secoli passati, nelle famiglie reali e in ogni altra famiglia in cui fosse indispensabile produrre un erede, in caso di marito omosessuale o impotente si risolvesse con lo stalliere, con il giovane ufficiale… Ecco un metodo naturale che, riscoperto, può liberarci dai faustismi della provetta.

M: Beh, che dire… Credo che peggio di comprare sperma da un cosiddetto donatore e infliggere al bambino la condanna di non poter mai neanche sotto tortura estorcere da nessuno il nome del padre, ecco, peggio di questo non ci sia niente.

L: Sembra anche a me. Mi sembra anche che il metodo da me suggerito abbia radici nell’Antico Testamento: penso al levirato, alle figlie di Lot, alla vedova Tamar che mise in atto l’estremo stratagemma di travestirsi da prostituta per farsi mettere incinta dal suocero, e che l’autore biblico si guarda bene dal condannare.

M: Ma credo che meglio di tutto siano i veri metodi naturali, quelli che mettono la vita nelle mani di Dio. Se un bambino non arriva, accogliere la circostanza e spendere la propria capacità di essere babbo e mamma con altri bambini, adottandoli. Oppure essere fecondi in altro modo.

L: Mmm, le adozioni… Non vorrei aprire un nuovo fronte, anche l’adozione mi sa un po’ di artificiale: se non dal punto di vista medico, dal punto di vista sociale. E poi secondo me l’idea di eternarsi procurandosi un figlio in qualche modo non fa i conti con l’Erasmus, con i voli low cost, con la liquefazione della famiglia. Oggi un ragazzo prende e va a Londra, va in America, va in Cina, e addio bastone della vecchiaia.

M: Ragioni pensando al figlio per te, e non a metterti in servizio di un bambino che ha bisogno di genitori. I figli non sono un nostro diritto. Sono i bambini ad avere diritto a dei genitori e l’adozione risponde a questo in modo meraviglioso, generoso, e del tutto privo della gratificazione di proiettare se stessi su un bambino che si genera, un rischio che per i genitori naturali c’è sempre. Il rischio dell’egoismo.

L: Io sono un uomo ad alto rischio egoismo. E penso che l’egoismo spesso sia sano: quando si facevano figli per egoismo, magari per mandarli a lavorare nei campi a cinque anni, i figli si facevano, adesso che bisognerebbe farli per altruismo ecco che ci stiamo estinguendo.

M: In tema di egoismo, bisogna assolutamente far sapere a tutti che i metodi naturali sono migliori anche per biechi motivi di appagamento.

L: Lo dicevo che voi pluripare siete così fisiche.

fonte: Il Foglio

195 pensieri su “Io, Costanza e i metodi naturali

  1. Freya

    Cara Costanza, concordo su tutto e ho sperimentato che proprio imparare a conoscere meglio i segnali del nostro corpo aiuta le donne a capire quanto son vere anche le altre tue parole sulla profonda differenza e complementarietà tra maschile e femminile.

    …però Persona no 🙂 o meglio, Persona senza conoscere anche le regole del muco e/o della temperatura basale è un metodo per rimandare le “tiepide” alla pillola dopo il primo fagottino…

  2. Franca 35

    Ricordo che a Radio Maria la coppia Dedè (poi rimasta solo la Signora Dedè) parlava e insegnava i metodi naturali fin da circa trent’anni or sono. Nella nostra parrocchia, fino a qualche anno fa, avevamo introdotto nel corso prematrimoniale un incontro con una dottoressa, biologa, che molto efficacemente informava sui metodi naturali e sul fatto che “è già uomo colui che uomo sarà” di tertulliana memoria. Grazie Costanza, bisogna incrementare la conoscenza dei metodi naturali, cominciando dalle ragazzine (ma la scuola è impegnata in altre fandonie gender…) Un caro saluto e auguri a tutti i Michele, Raffaele e Gabriele (anche al femminile, ovvio).

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  4. Roberto

    Una bella intervista.

    OT: torno a mendicare preghiere per mio padre, dato che ormai siamo arrivati a percorrere l’ultimo tratto di strada. Grazie.

    1. @Roberto affido e affidiamo tuo padre ai Santi Arcangeli, di cui oggi facciamo memoria.

      Michele, Chi è come Dio? Gabriele, Fortezza di Dio. Raffaele, Medicina di Dio.

      Lo stesso per voi sua famiglia, che avrete la Grazia di percorre assieme a lui questo “ultimo tratto di strada”.

  5. ” Ma quello che più mi preme dire è che i metodi naturali aumentano il desiderio”

    Poi, dopo l’astensione di dieci giorni ci si ritrova più arrapati! (a parte la goduria del contatto fisico diretto), (sembra quasi una pubblicità del pelle a pelle). O come quelli che prima di andare a un pranzo di nozze stanno a digiuno per qualche giorno per godersi meglio la mangiata!

    A parte questo e quello che dice la Bibbia (Onan) perché (a parte la insicurezza anche di questo metodo) sarebbe paccato anche il coitus interruptus? Solo il coitus ininterruptus è accettato? Ininterruptus continuatus?

      1. Bariom:
        …. vade retro! anzi: non vade retro!

        Ma perchè i cattolici si sono sempre opposti all’educazione sessuale nelle scuole? Non potevano insegnarlela anche lì la pratica della astinenza periodica godereccia? O invece solo in parrocchia è giusto che sia?

        1. Alvise, la “educazione sessuale” per il cattolico, appartiene principalmente alla sfera dell’etica e della morale, come per ogni “educazione” diversamente si tratta di “istruzione” o insegnamento.

          In questa materia non si tratta – almeno in prima battuta – di impartire un insegnamento sulle “tecniche” o sulle “pratiche” (+ o – goderecce), ma si rientra in una visione appunto di etica – etica del Corpo appunto – che ad ogni modo fa parte di un TUTTO. Il “tutto” dell’educazione Cristiana che abbraccia OGNI aspetto della vita.

          Compito e obbligo morale affidato in primis ALLA FAMIGLIA, con il sostegno e l’aiuto, se c’è e quando c’è, della Parrocchia, della Scuola e di tutto quel che si può aggiungere.
          Ma NON il contrario.

          Laddove poi non si ha alcuna certezza o peggio seri dubbi sulla impostazione ETICA dell’insegnamento in materia di sessualità, molto meglio evitare ogni intervento esterno che possa ingenerare storture alla visione cristiana di questo aspetto importantissimo (né il più importante, né il primo) della vita di Uomini e Donne.

    1. Roberto

      @Bariom, grazie!

      Alvise, argomentando così fai capire bene quel che intende Papa Francesco nell’invitare a tralasciare e diffidare pure un po’ della (pur gesuitica!) “causistica” (per es. relativamente al prossimo Sinodo per la famiglia).

      E’ per l’appunto il voler tirare una linea a tutti i costi: fino a qui posso, poi no, oh ma accidenti mi hanno chiuso anche questa scappatoia, però se faccio così magari… ecc. Molto farisaico.

      Il peccato non è un semplice elencone di prescrizioni morali di cose da fare/evitare. Il peccato (in questo caso) consiste nel farsi possedere da uno “spirito contraccettivo”. Neppure l’uso dei metodi naturali è necessariamente esente da una tale cattiva inclinazione spirituale, come forse intuiscono anche i non credenti che a volte accusano di una certa “ipocrisia” il cattolico che, appunto, si lascia troppo imprigionare nella “causistica”.

      Poiché lo spirito contraccettivo è il peccato, tutto ciò che alimenta tale spirito contraccettivo è peccato. Ora, vi sono tutta una serie di atti che rientrano, sempre e comunque, in tale spirito contraccettivo ed è per tale ragione che sono peccato (pillola, preservativo, peccato di Onan che è appunto il coitus interruptus e non ciò che si intende di solito… ).

      Ma anche una giovane coppia sposata, in piena età fertile e senza particolari problemi economici e/o organizzativi, che utilizza sistematicamente il metodo naturale per evitare, che so, la prima gravidanza, incrociando magari tutte le dita a disposizione nella speranza che non arrivi alcun bambino, e ritenendo comunque di avere così “salvato la forma”, in realtà è dominata da uno spirito contraccettivo.

      Tutt’altro paio di maniche invece per coloro che di figli ne hanno già numerosi, che sono magari in ristrettezze economiche, in età avanzata ma ancora fertile, e hanno altre difficoltà (anche umanissime e comprensibilissime difficoltà psicologiche) e che usano i metodi naturali come atto di affidamento utilizzando il loro discernimento relativo alla paternità e maternità responsabile a cui la Chiesa invita.

      1. Roberto:

        “Tutt’altro paio di maniche invece per coloro che di figli ne hanno già numerosi”

        Il caso tuo!

        Aì, è vero, applico il metodo “farisaico” ipocrita!

          1. Roberto

            Non ho capito bene a cosa vuoi alludere, Alvise, ma non credo che m’interessi fare lo sforzo necessario…

            1. Hai scritto sopra:

              Roberto
              29 settembre 2014 alle 11:03

              “Alvise, argomentando così fai capire bene quel che intende Papa Francesco nell’invitare a tralasciare e diffidare pure un po’ della (pur gesuitica!) “causistica” (per es. relativamente al prossimo Sinodo per la famiglia).

              E’ per l’appunto il voler tirare una linea a tutti i costi: fino a qui posso, poi no, oh ma accidenti mi hanno chiuso anche questa scappatoia, però se faccio così magari… ecc. Molto farisaico.”

              …..

              1. Roberto

                “Tutt’altro paio di maniche… ” è quella cosa che si chiama “esempio”, non so se ne hai mai sentito parlare; si usa per fare comprendere meglio al proprio interlocutore quello che si sta dicendo. Comunque è colpa mia, certamente, perché distraendomi mi son dimenticato (per una volta) la regola aurea che applico sempre con quello che scrivi: e cioè che tu non meriti di essere interlocutore sotto nessun punto di vista, e me ne hai appena ricordato una volta di più la ragione.

  6. Scusate la voce magari “fuori dal coro”, ma:

    “In tema di egoismo, bisogna assolutamente far sapere a tutti che i metodi naturali sono migliori anche per biechi motivi di appagamento.”

    E’ anche bene dire che in questo caso non vi sarebbe moralmente alcuna differenza dall’utilizzare qualunque altro anticoncezionale (quelli abortivi a parte che aggraverebbero solo la situazione…).

    E lo stesso si può dire per la copia credente, che utilizzi tali metodi “naturali”, per evitare sempre e comunque di correre qualunque rischio e pericolo (sic!), ponendo di fatti impedimento a Dio di compiere la Sua Volontà Creatrice.

    Precisa Volontà Creatrice, che non è corretto interpretare come un fatto “meccanico” tipo “ogni rapporto non – protetto (sic) / pianificato / programmato (sic) – corrisponde matematicamente ad una gravidanza”, perché così non è…

    Ecco perché, anche su questo delicato tema, è sempre bene avere un preciso discernimento spirituale, meglio appoggiato ad una guida spirituale, a evitare che in un procedimento “tecnicamente” ammissibile e ammesso, si insinuino motivazioni e dinamiche che ne invalidino del tutto la positiva valenza, anzi, producano l’effetto esattamente contrario.

    1. lucia1332

      Bariom, da trent’anni insegno metodi naturali: le coppie che accettano questo lavoro, perché è un vero lavoro, imparare la continenza, presto o tardi devono porsi la domanda” perché lo facciamo”. Non si dà un uso puramente meccanico dei metodi naturali per più di qualche tempo, poi ci si stufa e si passa ad altro. Sono convinta assertrice della bontà intrinseca dei metodi naturali, che educano a guardarsi come dono l’uno per l’altro. L’unico appunto all’intervista è al concetto di ” rischio”. Come non è bello chiamare un bimbo, una possibile gravidanza, ” rischio”

      1. lucia1332::

        ….tantopiù che, una volta la donna arrivata a non potere più concepire, e non dovendo più adottare nessun sistema naturale o innaturale, si porrà anche, forse (per il cattolico) il problema se sia lecito congiungersi per il mero appagamento dei sensi. Chè se invece fosse non solo appagamento dei sensi, ma scambio di amore più profondo che quello paltonico, allora, come chiedevo l’altro giorno, perché non praticare anche da giovani l’amore tantrico, ovverosia con la penetrazione, ma senza la eiaculazione?

      2. @Lucia, sono molto contento di sentire ciò che riporti per tua esperienza…

        La mia era una riflessione di carattere generale, giacché, converrai con me che ogni “cosa” o “metodo”, la si può usare per il bene o per il male… persino la preghiera.
        Di qui il mio commento che come avrai notato non entrava per nulla del merito o nella “tecnica” di tale tecnica, se mi consenti il gioco di parole.

        Concordo con te che non è certo bello chiamare un’eventuale gravidanza “rischio”, ma mi pare che in più di un commento è questa la definizione che soggiace ai pensieri espressi…
        il che farebbe apparire non del tutto astruso il mio pensiero.

        E’ il nostro lato umano che salta sempre fuori… come quando si parla di morte e… si fanno gli scongiuri 😉

  7. Grazie, grazie, GRAZIE!!!! Bisogna parlarne, Costanza, hai ragione!!
    I “metodi naturali” sono sicuri, educativi e fanno bene alla coppia!
    Perchè non si spiegano, perchè le ragazzine queste cose non le conoscono (fino a volte al corso prematrimoniale fatto obbligatoriamente perchè la nonna ci tiene tanto che ci sposiamo in chiesa…)?
    Alle ragazzine si spiega in tutti i dettagli come si mette un preservativo, cos’è una spirale, cos’è la pillola eccetera, così diventano un oggetto sessuale sempre disponibile per i loro maschietti (non raccontiamo balle: dalla rivoluzione sessuale ci hanno guadagnato solo certi maschietti interessati ad avere gratis e senza impegno quello che una volta dovevano sposare o pagare, non certo le donne, con buona pace delle femministe che pensano di aver vinto qualcosa dalla svendita dei loro corpi). Mica si può permettere loro di conoscere e dominare se stesse, di considerarsi persone che valgono, consapevoli della potenza di quel gesto, e che quindi sanno anche dire “no”.

    1. Pensa che a me la spirale la consigliarono al corso prematrimoniale, perché la signora che teneva il corso, attivissima su molti fronti in parrocchia, ci si trovava tanto bene! Beata ignoranza…Comunque stendiamo un velo pietoso sui corsi prematrimoniali…:-)

      1. In queste cosiddette “rivoluzioni” ci si perde sempre tutti…
        Nella migliore delle ipotesi non ci “guadagna” nessuno (tranne chi tira i fili…) 😐

      2. Esatto! Infatti parlo di alcuni (che in ultima istanza guadagnano solo l’inferno, insieme a chi tira le fila)…penso a tutti quegli uomini VERI, che hanno giustamente una considerazione di se stessi elevatissima e non riescono a trovare una donna che abbia la loro stessa considerazione, di se stesse e di loro! Uomini che vogliono sentirsi dire: “tu vali talmente tanto che rinuncio a tutti gli altri, che ti prometto amore e fedeltà per sempre”, e invece si sentono dire “calma, prima ti devo provare! Magari non mi piaci, non mi stuzzichi, è meglio saperlo, prima di beccarmi una fregatura (già, perchè quello resta sempre uguale, neh? Mica si matura e si impara ad amare l’altro…). Fammi vedere che sai fare, poi si vedrà…”.
        Tutto ciò è deprimente. Donne, voi valete! Uomini, voi valete! Non siete merce in garanzia da restituire in caso di difetti!

        P.S. non riesco a non pensare allo slogan della ben nota marca di cosmetici….accidenti! 🙂

  8. Ammettiamolo, i vari Carlin Petrini e Vandana Shiva probabilmente hanno una loro (perversa?) coerenza di fondo. Nella loro ottica il bambino è innanzitutto uno stomaco che consuma più che una testa che pensa e risolve problemi. Chi guarda all’ uomo come ad un “agente inquinante”, guarderà al bambino come un potenziale pericolo: è logico che la loro preferenza andrà al metodo più efficiente e comodo per evitarne l’ “inconveniente” della nascita.

  9. jason mac lane

    sono un sostenitore convinto dell’uso dei metodi naturali. come tale non ho mai sperimentato nessun sistema contraccettivo ne’ meccanico ne’ chimico con mia moglie (che e’ l’unica donna con la quale sia stato insieme).
    pero’. pero’ senza entrare in dettagli umidicci e’ anche vero che
    – “Per essere larghissimi dieci ma in realtà quelli proprio pericolosi sono cinque” sara’ vero per alcune donne (non ho molto campionario statistico). per altre non e’ mai meno di 13-15, che non sono pochi.
    – in questi 13-15 giorni il corpo della donna invita all’accoppiamento. lo fa in maniera “chimica” se mi si passa il termine, o ormonale se volete. il marito che si mette nel letto con lei lo sente (e “frustrazione” e’ il termine migliore che mi viene in mente per descrivere quello che prova).
    – allo stesso modo, trascorsi questi giorni il corpo della donna e’ meno disposto all’accoppiamento. chiaro che dopo due settimane di astinenza il desiderio (in lei) c’e’, ma e’ un desiderio piu’ psichico e meno fisico, soprattutto dopo il primo coito… senza entrare in dettagli umidicci, appunto.
    – queste sono le difficolta’ di base. se si considerano poi le casistiche di viaggi di lavoro che tengono lontani magari proprio nei giorni “verdi” o altre amenita’ (come l’irregolarita’ pre-menopausa), e’ chiaro che le occasioni di sentirsi frustrati non mancano.
    e i preti non trovano di meglio da dirti che invitarti alla santita’ eroica. come se loro sapessero cosa vuol dire andare a letto con la donna che si ama senza poterla toccare.
    posto comunque quanto affermo all’inizio, ovvero che la contraccezione non puo’ essere un’alternativa valida (e i motivi li ha detti benissimo Costanza), io sarei grato a qualunque marito (o moglie) volesse condividere le soluzioni che ha trovato, dentro la strada che ci viene suggerita, per queste problematiche che, sono certo, non sono l’unico a vivere.

    1. saras

      grazie jason, credo anch’io che ci sia bisogno di parlare di queste cose di cui nessuno parla- e per questo ringrazio tanto costanza.
      ma non solo rivolgendosi al mondo laicista! credo che il bisogno sia sopratutto per chi già pratica o vorrebbe farlo.
      infatti, fermo restando la piena condivisione del post, non fila tutto così liscio e sarebbe il caso che chi insegna i metodi dica PURE che non sono sicuri al 100%, che c’è una certa e grande fatica da fare, che bisogna impararli non bene ma benissimo, che oltre al ciclo della donna c’è da considerare imprevisti o circostanze non così rare che fanno saltare tutto (allattamento, stress psicologico, malattia… insomma, la vita!).
      Che i metodi naturali NON sono contraccettivi (grazie Roberto, ti quoto!), e che pensando così si finisce per trattare il coniuge come un fratello/sorella, ci si astiene in virtù del terrore di un figlio sotto il manto dorato dell’etica cattolica e così magari il figlio non ti arriva, e però salta anche il tuo matrimonio.
      Ho molte domande che mi sorgono, contraddizioni che noto. Ma per gli altri è così facile vivere ‘sti metodi? piangere dal sollievo di non essere rimaste incinte non mi sembra un gran bel segno. E il terrore che ogni mese (ogni mese!) possa capitare, se a volte dà il gusto dell’avventura e del proibito, a me molte più volte dà la pura angoscia e certo potrebbe arrivare a costituire un blocco ingiusto nei confronti del povero marito. Sì, va bene, bisogna essere pronti ad accogliere la volontà di Dio (incrociando le dita dietro la schiena, che la sua volontà non sia una colonia di piccoli cristiani!), e infatti da qui deriva un costante, carnale e salutare esercizio di affidamento, cioè di fede.
      Ma allora mi chiedo: e chi fede non ne ha?! o vive con l’angoscia, o vive in astinenza(cioè non vive il matrimonio) o…?!
      Ma se una cosa è ragionevole e umana, non dovrebbe esserlo per tutti?!
      ringrazio di cuore chi prova a darmi una mano o a condividere la sua esperienza!

    2. Queste sono difficoltà che tutti condividiamo, quindi innanzi tutto un abbraccio!
      L’unica soluzione che ho trovato io è stata quella di pregarci su 🙂
      A volte, pregando, ci si rende conto che non ci sono questi gravi motivi per usare i “giorni verdi”, e a volte invece, quando i motivi sono seri, viene data la forza e…anche il desiderio, quello fisico, al momento giusto (chiediamo tante cose, perchè non anche quello? Direi che è un desiderio legittimo!)! Comunque mai sottovalutare il desiderio psichico di una donna…in certe circostanze (tipo post-parto) è l’unico che esista, per mesi a volte, e fa miracoli…

      Comunque 13-15 giorni mi sembrano un po’ troppi. Se si osservano muco, temperatura basale, cervice, sintomi personali (ogni donna ne ha, sbalzi d’umore, mutamenti del corpo, doloretti eccetera) e magari anche gli stick (non sono necessari ma possono aiutare), ai 10 giorni ci si arriva…anche meno.

        1. Ma no che non dovevi fare la scienziata! 🙂 In effetti sembra complicato, detto così, ma non lo è 😉 Basta iniziare presto e guardarsi attentamente (tipo se le ragazze iniziassero a osservarsi a 16 anni, arriverebbero al matrimonio con 6-10 anni di esperienza!)

          1. saras

            ecco, io a 16 anni sapevo come funzionassero le cose, ma solo in astratto perché non avrei avuto alcuna esigenza concreta di essere più attenta… sono sempre stata molto naif su tutto, sulle cose mediche e su queste in particolare, che mi schifavano abbastanza (sì sì, la magia del poter dare la vita, ma sempre e solo in astratto, ma poi le cose umidicce schifavano anche me donna… ma solo a me? devo preoccuparmi?!), quindi vedevo ciò che accadeva ma senza calendari alla mano e calcoli vari.
            Poi mi sono fidanzata e ci siamo sposati in quattro e quattr’otto, quindi ho avuto davvero poco tempo x esercitarmi (e poi i figli li volevamo, anche subito- perchè no?). Però mi ci sono messa, eh? corsi, colloqui, temperature con l’aiuto del fidanzato-marito che da scienziato ci capiva più di me ed era tra l’altro interessatissimo a tutte quelle curve e numeri ecc. mentre io avrei voluto nascondermi sotto il tavolo della ginecologa! Non credo ci sia niente di patologico, solo scarsa dimestichezza, ma mi sarei “svezzata” ben presto! Quindi ammetto tutto il mio limite, ma mi rimane lo stesso incomprensibile come si possa pretendere una misurazione della temperatura quando si hanno bambini piccoli piccoli e non si dorme la notte, e sappiamo sono i momenti più rischiosi. Va beh, questa è la mia storia, mica posso fare il rewind. Vorrei a volte essere come certe amiche sergenti di ferro, che cascasse il mondo raccolgono dati e bacchettano mariti corteggiatori, e sembra tutto facile… ma nn sono così, e l’unica cosa che posso raccogliere a sera sono le mie vecchie ossa, per dirla con Kit Carson:) grazie x i consigli:)

              1. saras

                però la mia ginecologa, quella che mi ha anche insegnato il metodo sintotermico, mi diceva che in realtà la cosa più sicura di tutte era l’osservazione, proprio perché la temperatura è troppo suscettibile e può dipendere da mille fattori (poi devi prenderla sempre alla stessa ora… figuriamoci!). inoltre non ammetteva l’uso del termometro digitale, ma solo quello col mercurio (che ora non vendono più), e una volta mi si è pure rotto, ovviamente… ahahah
                invece da altri so che la temperatura è fondamentale, anche più dell’osservazione. Allora com’è ‘sta storia?!

                1. Allora, ti dico quello che so e ho visto su di me.
                  La storia della temperatura sempre alla stessa ora non è necessariamente vera, l’unica cosa sempre vera è il doverla prendere appena sveglia, senza alzarsi dal letto, con il termometro analogico (li vendono ancora, non sono più al mercurio ma in lega di gallio, se vai in farmacia i termometri ginecologici li trovi. E io ne ho rotti 3, quindi ti batto :-P). Sta a ogni donna scoprire quante ore di sonno servono per “resettare” la propria temperatura (per quello dicevo che converrebbe iniziare presto, quando non si ha un moroso e/o soprattutto rapporti, così ci si capisce: io ho iniziato 2 anni prima di sposarmi proprio per questo). Può essere anche un’ora sola, dipende dal proprio organismo, lì solo l’esperienza ti aiuta. Io ho visto che le misure erano coerenti anche se un giorno erano prese alle 6 e il giorno dopo alle 10, per dire, e anche se mi alzavo presto e tornavo a dormire per un paio d’orette, ma senza questa esperienza di due anni non l’avrei mai scoperto.
                  L’osservazione è fondamentale per la prima parte del ciclo, per individuare i primi sintomi di fertilità, la temperatura invece per la seconda (che è anche il sintomo che ti dà la certezza di ovulazione avvenuta, quindi della “sicurezza” del periodo). Quindi hanno ragione tutte e due le scuole 🙂 L’ideale infatti è combinare.

    3. Paix

      Io sono una giovane moglie, sposata da un paio d’anni. Devo dire che per noi, che usiamo con grandissima soddisfazione il Billings dalla prima (o meglio, dalla seconda 😉 notte di nozze, i giorni fertili sono raramente più di sette, incluse eventuali titubanze (che tra l’altro col passare del tempo ed il progredire nella conoscenza del proprio corpo si fanno più rade) -quindi rientro pienamente nella stima di Costanza. Quindi jason, non può darsi che il metodo che avete scelto non sia quello giusto per voi, o magari le perplessità potrebbero essere risolte con un approfondimento di quello che usate e qualche consulto in più con gli insegnanti? Scusa se mi permetto di suggerirtelo, ma anche se la mia esperienza personale è piuttosto breve, una larga parte dei miei conoscenti, per non parlare dei miei genitori usa/ha sempre usato l’uno o l’altro metodo naturale, e so che molte problematiche come la tua si sono risolte felicemente, imparando a riconoscere con più precisione i giorni veramente a “rischio”! 🙂
      Sulla “chimica” dell’accoppiamento, secondo me in parte è questione di educarsi ad una visione non solo istintuale del rapporto. Mi è capitato spesso di leggere motivazioni non del tutto dissimili, che spingevano all’uso della pillola al posto dei Metodi Naturali perchè questi imporrebbero “l’astinenza quando la donna è più desiderabile/desiderosa”, e mi è sempre sembrato un argomento molto discutibile: innanzitutto, perchè l’alternativa proposta, ossia la pillola (non da te, jason, ma da questo genere di interventi), in questa logica avrebbe eliminato direttamente tale periodo di desiderio/desiderabilità, sopprimendone direttamente la causa, e secondariamente perchè credo che in un rapporto di coppia sereno e sano, eventuali rimandi anche quando la voglia ci sarebbe dovrebbero essere presi molto più sul ridere, con complicità, e non con un pathos eccessivo sui “sacri istinti” che non vengono soddisfatti in questo particolare caso. 😉

      1. Quanto hai ragione, Paix!
        E voglio aggiungere una cosa: se si usa il metodo giusto e ci si conosce bene, non si vive nella tensione, nella paura e poi si piange dal sollievo per non essere incinta: sai perfettamente di non esserlo, e sei assolutamente serena (a scanso di critiche: io ho un ciclo irregolare da fare schifo, quindi rientro in una categoria “very very difficult” :-))

    4. @jason, vi possono essere tanti e vari e seri motivi per cui si è a letto con la moglie che si ama e no la si può “toccare”… Forse quindi non è utile all’uomo (maschio) diciamo esercitarsi a vivere il proprio amore ad un piano più alto di quello carnale?

      Non mira forse anche a questo il Matrimonio? E se la “indisponibilità” della moglie si dovesse protrarre per un lungo periodo?
      Diciamoci la verità: da dove deriva la mascolina frustrazione? Dal non essere appagati appunto… e appagati in cosa e superfluo dirlo.
      Ma se nella sessualità cristiana il mio corpo diciamo “non mi appartiene” ma è dono all’altro/a, quale dovrebbe essere la frustrazione? Che ci è reso impossibile “donarci”. Dono all’altro/a e ciò che all’altro dà gioia e crea tra i due Comunione, Non è detto questo sia sempre e solo l’unione carnale.

      Non è un caso che Dio abbia creato nell’Uomo e nella Donna una tale differenza di tempi, momenti e fasi (chiamiamole ormonali, cicliche, come vogliamo) che a volte pare non collimino per nulla (potremmo anche aggiungere la profonda differenza psicologica rispetto la sessualità…). In un Creato talmente perfetto – seppur sotto il giogo della caducità – su questa cosa Gli sfuggita un “sfasatura”?

      Concludo dicendo che (come sempre) non scritto perché su questo fronte mi senta arrivato o sia un “fenomeno” o combatta anch’io con le difficoltà e la nostra limitata natura che tanti qui hanno sottolineato, ma non possiamo dimenticare i fini ultimi di questa splendida unione spirituale-fisica che il Signore ci ha donato, che nella sua sintetica definizione rispetto la parte fisica in “unitiva-procreativa” – potremmo anche dire Comunione e Fertilità – racchiude molti modi e diverse strade perché si compia sempre stando nella Volontà di Dio.

        1. jason mac lane

          @Bariom
          “E se la “indisponibilità” della moglie si dovesse protrarre per un lungo periodo?”
          –> l’idea della vita come allenamento per me e’ un argomento debole. quando uno di noi due sara’ malato si affrontera’ il problema. come si e’ affrontato il problema dopo ogni parto.

          “da dove deriva la mascolina frustrazione? Dal non essere appagati appunto… e appagati in cosa e superfluo dirlo.”
          –> non so per te, ma per me la differenza e’ abissale tra la circostanza in cui sono da solo nel mio letto d’albergo quando sono in viaggio di lavoro e quella in cui sono nel letto con mia moglie e c’e’ in mezzo un muro invisibile.
          e no, non sono appagato neanche da solo nel letto d’albergo.
          anche ai preti manca l’appagamento e per quello hanno bisogno della grazia che li sostiene nel celibato eccetera. ma i preti non si mettono a letto con la loro donna ogni sera! stiamo parlando di un’altra cosa, l’impossibilita’ di trattarsi a vicenda come dono e la necessita’ contingente di trattarsi… in un’altra maniera.

          ” Dono all’altro/a e ciò che all’altro dà gioia e crea tra i due Comunione, Non è detto questo sia sempre e solo l’unione carnale.”
          –> possibile chiave di lettura che prometto di meditare.

          ti chiedo scusa se il tono sembra tagliente. solo non voglio perdere l’occasione offerta di capire come altri, che condividono l’esperienza cristiana, vivano questa problematica. grazie per la tua condivisione.

          1. Mi inserisco solo per il primo punto: invece no, ci vuole un allenamento: è per questo che la Chiesa invita all’astinenza prima del matrimonio, per allenare alla castità nel matrimonio. La castità nel matrimonio a sua volta allena per i grandi eventi in cui l’eroismo è necessario: la gravidanza, il post-parto, eventuali malattie. Tu andresti a correre la maratona di New York senza fare neanche una corsetta?

            Poi ripeto quello che consiglia saggiamente paix: cambiate metodo, usatene più di uno, confrontatevi con un insegnante…poi, scusa ma me ne sono ricordata adesso, pensate che a volte, il problema possono non essere i metodi naturali. Una coppia di conoscenti ha risolto molti suoi problemi cambiando il lavoro di lui, che ha smesso di andare in giro per il mondo. Come rinati. 🙂

          2. Paix

            Jason, grazie a te per la tua condivisione così aperta delle tue esperienze a volte dolorose! Per quanto mi riguarda, come ti dicevo, molto dipende da, come coppia, si sceglie di vivere la cosa quando capita di “volere e non potere”. Come ha detto Bariom ci sono altri modi di vivere momenti di comunione e tenerezza, che vanno valorizzati, e poi nel nostro caso aiuta molto buttarla sul ridere, rimandare a non troppo lontani giorni giusti, sdrammatizzare. Penso tra l’altro che l’uomo e la donna la vivano molto diversamente… sarebbe bello avere altre testimonianze di mariti!

          3. Allora Jason mi permetterai di tornare sulle tue risposte sempre in clima di condivisione…

            Confortato anche dal commento di “Cacciatrice” 😉 sul primo punto ti dico fai attenzione…
            Non è forse tutta la vita del Cristiano un allenamento?
            Potremmo citare S. Paolo:
            “Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile. Io dunque corro, ma non come chi è senza mèta; faccio il pugilato, ma non come chi batte l’aria, anzi tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù perché non succeda che dopo avere predicato agli altri, venga io stesso squalificato.

            E’ imprudente pensare che se e quando verrà il momento della prova, ma anche della lotta, (arriva SEMPRE non necessariamente in questo “campo” ma arriva) “ci penseremo”, perché – fermo restando che la Forza viene da Dio – ci troveremo per quello che compete a noi, con le gambe fiacche e senza fiato e cadremo.
            E sai quale sarà la prima conseguenza di questa caduta? Guarderemo un’altra donna… o ci rifugeremo in mille altre strade che è fuori luogo citare, ma che ogni adulto conosce (e chi non le conosce buon per lui/lei) 😉

            Di fatto è esercitarsi nella temperanza, che è l’opposto della concupiscenza, che fa sì che noi maschietti evitiamo di USARE il corpo di nostra moglie.
            Aiuta e ci allena ANCHE alla fedeltà coniugale… concetti troppo da prete?

            Vedi fai male a pensare che hai preti manchi una qualche esperienza e non possano capire… loro (come tutti e tutte le consacrate) hanno imparato prima di noi ad esercitare continenza, dominio di sé e castità e sono lì a dimostrarci che DIO BASTA.
            Non hanno bisogno di altro nei loro rapporti umani, come un Matrimonio di per sé potrebbe esistere senza la sessualità, non per rifiuto di questa, ma se le circostanze portassero a questa strada.

            Ogni bravo atleta (o chi aspiri a diventarlo) poi, inizia da pesi leggeri e esercizi facili senza voler strafare, ma per il Cristiano direi sia un strada obbligata 😉

            Ti auguro buona… palestra. 😀

      1. Bariom:

        Ma sarà pur consentito l’accoppiamento (amoroso) senza che NECESSARIAMENTE il maschio debba arrivare alla eiaculazione, senza quindi “peccato di onanismo” (sic!)…

    5. Aleph

      Jason, anche mio marito ed io sperimentiamo difficoltà simili a quelle che racconti. Anche noi abbiamo imparato i metodi naturali da fidanzati e usato sempre e solo quelli. Ne apprezziamo la bontà – le cose belle che Costanza ha descritto così bene nel post – e, per come vediamo il nostro matrimonio, non ci passerebbe nemmeno per la testa di “provare” altre vie… Fatta questa premessa, è anche vero che i metodi naturali non sono “facili” e che comunque si deve fare i conti con le difficoltà che elenchi. Magari alcune coppie sono più fortunate, altre meno… Comunque è una strada faticosa, anche se ne vale la pena. Parlarne con altre coppie sarebbe bello, purtroppo a volte c’è tanta ignoranza su questi temi e persino i cattolici cosiddetti “praticanti” non conoscono i metodi naturali. Se ne dovrebbe parlare di più, in parrocchia, ai corsi prematrimoniali, nelle associazioni laicali. E sono d’accordo con Costanza che sia compito di noi laici, non dei preti, far sì che questo avvenga.
      Sui punti che tu hai menzionato:
      – Noi abbiamo per ora due figli. Dalla nascita del secondo, che sto ancora allattando, ma non più totalmente, i periodi “rossi” si sono allungati considerevolmente. Se si decide di svezzare con gradualità, ci sono lunghi periodi di riassestamento ormonale che possono essere davvero frustranti…
      – Dal punto di vista femminile, è un sacrificio astenersi proprio nei giorni in cui il corpo è più disposto e il desiderio all’apice. Hai ragione che spesso, nei giorni “verdi,” il desiderio femminile è più psichico che fisico. Mio marito ed io abbiamo parlato spesso di questo problema, ma non credo ci sia una soluzione… a parte il pregare insieme e affidarsi ancora di più a Dio, consapevoli del fatto che l’appagamento fisico non è il fulcro della nostra unione.
      Grazie per aver scritto questo post, ora so che anche altri hanno le nostre stesse difficoltà e mi sento meno “aliena”!

      1. saras

        Grazie aleph, perché entri nel merito di queste fatiche.
        Sicuramente il blog non è il posto più adatto per parlare in termini concreti dei problemi dei metodi, ma non è così semplice trovare ambienti dove se ne possa parlare in libertà, anche perché oggettivamente l’argomento è quello meno neutro che io conosca, peggio che parlare di religione!

        Ma io, come te, sono assolutamente determinata a proseguire su questa strada, e sono così convinta della sua bontà che non mi fa paura tirare fuori gli aspetti problematici o i dubbi che ho, tanto da qui non scappo.
        Per questo mi sembra ingiusto e scorretto che gli insegnanti dei metodi li presentino come una panacea e con tutti gli “assolutamente” del caso (tipo: no no, quando sia allatta NON si può ASSOLUTAMENTE rimanere incinte! Poi al terzo figlio vieni a scoprire che c’è una percentuale minima di donne che invece no… e scopri che tu e le percentuali minime avete sempre un certo feeling, oppure che le percentuali non sono così minime!!!) .
        Hanno paura di far scappare la gente? Io, se devo affrontare una guerra, voglio sapere esattamente come sarà la faccia del nemico. Sì, conoscendola potrei scappare, ma potrei anche combattere meglio, più agguerrita e motivata perché più consapevole.

        E’ vero che l’appagamento fisico non è il fulcro della nostra unione, ma io credo che la difficoltà, almeno per me, non sia solo sul fronte “concupiscenza”. Fosse quello il problema, di certo non mi sarei imbarcata in una famiglia.Oggi poi ci sono molti modi pubblicamente ammessi per risolvere le proprie voglie.
        La lotta è più profonda, perché è ben più profondo il significato di quel letto.
        E’ il luogo della riappacificazione e del perdono, dell’unione spirituale, è il cementificio di un matrimonio, del conforto e del sostegno per tutte le fatiche del vivere, dell’estrema bellezza che è come l’aria nelle giornate.
        Insomma, è ben altro che una carezza: è il segno oggettivo e totalizzante, il segno per eccellenza dell’amore e della dedizione dell’altro per te (e viceversa) dentro cui passa quello di Dio. Per questo privarsene è una prova.
        Ora, un conto è stare lontani 10 giorni al mese, un conto stare lontani anche settimane. E ciò, coi bambini piccoli, non è così raro, se si aggiungono tutte le vicende della vita- perché non è detto che il raro semaforo verde significhi disponibilità: e se in quei giorni uno è letteralmente distrutto, o malato, o via ? cosa fa? viene quasi da dire: no, ma non si può perdere il treno, forza, mettiamoci sotto! ma che roba è?! E va bene sapersi contenere, conoscere ecc, ma ragazzi, tra calendari, termometri e calcoli vari a me un po’ la poesia passa, e va bene che l’amore non è tutto farfalle nello stomaco, ma qualche svolazzo ogni tanto ci sta. O no?! Che siamo, macchine? Poi la volta che ti concedi lo svolazzo con un margine di rischio al minimo e dici: senti, qualche santo guarderà giù: TAC, ascoltati all’istante! Ma non come si intendeva noi:):):).
        Non è sempre così, alcuni momenti, eh… gli allattamenti sopra tutti, come dici tu
        Qualcuno dice che bisogna anche buttarla sul ridere…infatti noi si ride, si sdrammatizza e si fanno tanti bei pargoletti. Ma, tra una risata e l’altra, vogliamo raccontarla tutta ma proprio tutta?! Grazie da un ‘altra aliena!

  10. Giusi

    ROBERTA E’ IN REPARTO. E’ MOLTO DEBOLE MA PARE CE L’ABBIA FATTA! IL MEDICO HA DETTO: “ACCENDETE UN CERO, L’ABBIAMO PRESA PER I CAPELLI, LA STAVAMO PERDENDO”. LE ERA STATA PERSINO AMMINISTRATA L’ESTREMA UNZIONE. RINGRAZIO TUTTI PER LE PREGHIERE.IN TANTI HANNO PREGATO. SIA LODE AL SIGNORE!.

  11. Paix

    A seguito dell’intervento di Saras, mi viene in me che una tale insicurezza non è di certo sana per la stabilità della coppia -piangere ogni mese per il sollievo di avercela fatta a non restare incinti *non* è e non dovrebbe essere la prassi in una coppia che usa i metodi naturali!-, e potrebbe essere il caso di passare ad uno dei piccoli softwarini che ci sono in commercio. Costanza ha citato persona, ma davvero non è molto sicuro (si basa sugli stick delle urine, ma può dare tanti falsi positivi), però esistono apparecchi come Pearly, che hanno un indice di Pearl altissimo, pari a quello della pillola o dell’uso perfetto del Sintotermico, certificati, ed usati anche al di fuori dell’ambito cattolico, da persone che ricercano alternative ai metodi ormonali. Il motivo per cui non sono molto diffusi è che costano parecchio, ma forse è un investimento che può valere la pena di fare.

    1. saras

      tolte le gravidanze e gli allattamenti totali- cioè i periodi sicuri al 200%!!! – , i pochi mesi restanti nn sn sempre pianti, ma quantomeno una sottile ansia sì (come dice anche la miriano nel post)…non piango ogni mese, mi è capitato una volta e di un’altra ricordo bene l’angoscia da togliere il fiato che mi prese. insicurezza? se potessi esplicitare le circostanze che hanno preceduto qs mio stato d’animo, si capirebbe meglio, ma non voglio entrare ora in dettagli molto personali. io stessa ho visto come certi scogli servano a darsi maggiori ragioni e a ricavarne un bene spirituale decisivo, al punto che mi sento di dire che, almeno per chi è sposato, Dio passa davvero nella stanza da letto! Mi pare cioè che l’aspetto della vita sessuale, se ordinato, educhi la persona su tutto il resto. Inoltre io stessa rilevo che è insano ridurre i metodi al sollievo o meno di rimanere “fregati”. Pongo solo delle domande, racconto solo degli episodi che non credo così strani.O è tutto sempre così pacifico? Oppure deve esserlo? MI viene proprio da dire: siamo uomini o caporali?!
      x gli affarini in commercio ci si sta pensando, solo che ci vuole un po’ di pausa tra una gravidanza e l’altra x metterli a punto:)

      1. Paix

        Certo Saras, ci mancherebbe, non volevo certo dire che non succede mai o che non è “giusto” avere delle perplessità! E’ logico, si raccontano esperienze, non sempre si può scendere nei dettagli, voleva solo essere un contributo anche il mio! 😉 Comunque naturalmente, il miglior aiuto per la tranquillità di spirito, è affidarsi al Signore, in fondo quando ci si sposa si è in tre! 😉 E sono d’accordissimo che certe difficoltà sono un bene per la coppia. In fondo, già fare questa scelta, come credo sia esperienza di tutti noi, comporta un certo bagaglio di coraggio!

  12. Io i metodi naturali li sto imparando ad apprezzare da poco, proprio a seguito della lettura di Obbedire e meglio(grazie Costanza!).. Così.ho deciso in accordo con mio marito di “impegnarci ” nella relazione anche dal punto di vista della sessualità…Pertanto ho comprato Pearly (computer che misura la temperatura basale) e in un sito internet (www.temperaturabasale.it) ho appreso come ascoltare gli altri segnali(controllo della cervice, muco cervicale ect) e registrare tutto su un diagramma che calcola le medie di durata ciclo e di ovulazione.
    Sinceramente non so come andrà a finire ..ma già mi sento meglio..mi pare di riappropriarmi della mia femminilità in modo naturale..
    Devo dire però che la scelta è stata obbligata(cercando un metodo veramente sicuro e non invasivo) a causa di mie problematiche di salute; infatti ho affrontato tre aborti, un’ operazione all’utero per una malformazione congenita che mi procurava gli aborti, due cesari (gravidanze a rischio per distacco di placenta e rischio di trombofilia aumentato). Per tutti questi motivi mi è stato sconsigliato caldamente dal ginecologo di affrontare altre gravidanze(avremmo desiderato altri due bimbi) pericolose per me e per il bambino…
    Ovviamente se ne verrà un altro lo accoglieremo pregando per la mia salute e la salute del bimbo..altro umanamente non si può fare..

  13. Lucia

    Non sono sposata e non credo lo sarò mai ahimé (in altre occasioni ho dato modo di esplicare il mio disagio esistenziale) ma sto seguendo con vivo interesse il dibattito, più che altro da figlia ultima di cinque e da sorella di neo e/o quasi mamme. Volevo ringraziare tantisssssimo Jason e Saras: mi spiace dirlo, ma da lettrice di questo blog non è facile trovare commenti così intelligenti, acuti e problematici – nel senso etimologico, e quindi positivo, del termine. Io sono convinta che una donna che si sposa nella grazia di Dio sia una donna aperta alla vita, il che significa: con un desiderio serio, fondato, di mettere al mondo dei figli. Chi si sposa in Chiesa e la pensa diversamente, avrebbe fatto assai meglio a farlo in comune. Come accennavo, mia madre di figli ne ha fatti cinque. Non appena ho iniziato a ragionare mi è parso chiaro come lei abbia sempre usato i metodi naturali (dal momento che sono certa del fatto che non ne ha mai utilizzati altri): fatta eccezione per le prime due (perché il fratellino giustamente lo vuoi subito) noi giunti dopo siamo belli distanziati.
    Mia mamma è una persona molto intelligente, una donna profonda, istruita per il tanto che le è stato possibile, per niente bigotta nonostante sia nata e cresciuta nel Campidano degli anni ’50 e ’60 ed abbia frequentato le magistrali abitando in un istituto di suore terribili. L’uso della pillola contraccettiva non è mai rientrato nei suoi strumenti, per motivazioni diverse, che posso sintetizzare dicendo semplicemente che la contraccezione farmacologica non fa parte della sua generazione.
    Entrambe le mie sorelle hanno usato/usano la pillola. Sono donne cattoliche, felicemente coniugate, che hanno fatto un percorso prima come fidanzate “di rodaggio”, poi come prossime alle nozze, ed è un percorso che continua ogni giorno. Si sono confrontate con molti fattori. In primo luogo il coniuge: la sua formazione, la sua personalità, la sua sensibilità (tutte e tre molto diverse da quelle di casa mia); secondariamente i propri limiti personali, a livello fisico e psicologico; in ultimo ma non ultimo la professione, per entrambe importante e brillante. Sono cattoliche di serie B? Ma niente affatto. Amano la vita, cercano la vita, danno la vita, l’hanno fatto e lo stanno facendo. Sono identiche a mia mamma, con la differenza che hanno strumenti culturali e sì, medico-tecnologici (w il progresso!!!!) che mia mamma non ha conosciuto. Andare avanti è difficile signori…un bambino che ha di fronte due gelati sceglierà il numero uno o il numero due. Se gli metti davanti un banco frigo beh…le domande saranno molte di più, ma NON NECESSARIAMENTE riterrà che il gelato uno o due rimanga il più buono sulla piazza.
    Il messaggio cristiano è entrato una volta nella storia per rimbombare per tutta la storia. Ma ci passa attraverso, non è che lo guarda dall’alto…senza immischiarsi nelle questioni serie…e allora preghiamo perché ogni donna sappia essere sorgente di vita, sempre e comunque…ma il 2014 è pieno di strumenti che la possono solo aiutare. Io di questo ne sono CONVINTA.

    1. Un bambino però viene educato a scegliere. Poi alla fine può decidere se aspettare ogni giorno il gelato numero uno, fatto in casa, con macchina artigianale e con dispendio di tempo e fatica da parte del gelataio, che ne fabbrica una quantità finita una volta al giorno e mai pronto prima delle 10 del mattino, dal gusto indescrivibilmente buono. Oppure può accontentarsi di assaltare il banco frigo quando vuole e scegliere il gelato industriale prodotto in serie, imbottito di coloranti e addensanti, sempre pronto e sempre disponibile a qualsiasi ora del giorno, ma meno buono dell’altro.
      Tua madre ha scelto il gelato uno. Le tue sorelle si stanno accontentando del gelato industriale di plastica. Non sono assolutamente persone di serie B (semplicemente le loro azioni le pongono al di fuori della Chiesa, anche se magari loro non la pensano così), tutt’altro, o non ne parleresti con una tale stima, semplicemente si stanno perdendo qualcosa che tua madre si è saggiamente goduta! 😉

      P.S. la pillola non è uno strumento che aiuta la donna, è un cocktail di ormoni artificiali che ingannano il suo corpo perchè sopprima una sua funzione fondamentale (stessi ormoni che vengono dati alle mucche, solo che quello è un problema). Talmente sicura che se la prendi devi andare dal ginecologo anche una volta ogni 6 mesi, per intercettare eventuali sintomi. Gli strumenti moderni che aiutano la donna sono quelli di cui parla aracne78. Quando ci sarà una donna morta per essersi misurata la temperatura al mattino, cambierò idea.

      1. Lucia

        @Cacciatrice di stelle: il P.S. a proposito della pillola è davvero pochissimo condivisibile, oserei dire che non è accettabile: qualsiasi ginecologo che si rispetti ti saprà dimostrare che la pillola ormai è veramente realizzata a misura di donna. Tutto il resto sono falsi miti e favolette per donne scarsamente istruite. Poi, non sto dicendo che la pillola è una caramella zuccherata, ma molto più per le ripercussioni etiche che per quelle fisiche. Ripeto: corre l’anno 2014.

        Per quanto riguarda il resto della tua risposta, ti rispondo dicendo l’esempio da me proposto era proprio confezionato sulle figure delle mie sorelle, che non hanno mai assaltato niente quando hanno voluto, e non amano le cose preconfezionate, meno che mai se si tratta di dottrina, di fede, di vita vera insomma. Spero di aver disegnato meglio l’esempio. Per la tua frase “semplicemente le loro azioni le pongono al di fuori della Chiesa”: è a causa di persone come te che molte persone hanno un’idea della Chiesa come di una setta intenta solo a coltivare il proprio orticello. Io non giudico te o ciò che fai…tu non permetterti di fare il contrario. La Chiesa è la casa di chi ama Gesù. Non sono affari tuoi la maniera in cui persone a te sconosciute (ma anche conosciute!) Lo amano.
        Perdona il tono tagliente, ma -sono certa inconsciamente- hai ferito. Buon pomeriggio!

        1. Roberto

          Veramente, quel che ha detto Cacciatrice è ciò che dice la stessa Chiesa: perciò, le accuse che stai rivolgendo a Cacciatrice, ti piaccia o no, è come le stessi rivolgendo alla Chiesa medesima. C’è poco da aggiungere. Se non che la questione non è certo il cadere nel peccato, ma proprio il presumere che la Chiesa non abbia autorità e in sostanza ci si possa mettere sotto i piedi quello che insegna presumendo temerariamente di essere giustificati comunque.

        2. Ma c’è differenza tra “io non giudico te” e “io non giudico quello che fai”.
          «Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

        3. Thelonious

          @Lucia, il fatto che corra l’anno 2014 non implica che la pillola non abbia ripercussioni anche fisiche.

          In particolare non è vero che: “qualsiasi ginecologo che si rispetti ti saprà dimostrare che la pillola ormai è veramente realizzata a misura di donna”.
          Ci sono molti casi (dimostrati, e con dati verificabili) di effetti collaterali non desiderati anche gravi per la donna. Un ginecologo che pone una donna davanti a questa realtà è uno che non è rispettabile?

          “Tutto il resto sono falsi miti e favolette per donne scarsamente istruite.”
          Niente affatto. Anzi, direi che è vero l’esatto contrario. Norlmalmente la gente non conosce nulla dei metodi naturali, i quali implicano una conoscenza del corpo della donna superiore a coloro che usano metodi contraccettivi.

        4. jason mac lane

          “Io non giudico te o ciò che fai…tu non permetterti di fare il contrario. La Chiesa è la casa di chi ama Gesù. Non sono affari tuoi la maniera in cui persone a te sconosciute (ma anche conosciute!) Lo amano.”

          –> temo che ci sia un po’ di confusione…
          1. la chiesa giudica il peccato ma non il peccatore: quindi io non giudico te ma quello che fai (o che dici di fare) si’.
          2. se un fratello sbaglia, e’ tuo dovere ammonirlo (Mt 18, 15). quindi si’, sono affari “suoi” – nella misura in cui tu condividi in questo spazio quello che pensi o che fai.
          La dottrina della chiesa la stabilisce il magistero e in definitiva il Papa, con il catechismo e con le encicliche. se poi per te la Humanae Vitae e’ una dottrina preconfezionata, puo’ benissimo essere che la Chiesa una setta con il suo orticello. per me la Humanae Vitae e’ un punto di confronto tanto quotidiano e vivo quanto indiscutibile.

          spero di non averti ferita anche se sono immagino che troverai questo commento meno acuto e intelligente di quanto ho scritto sopra…

        5. carissima,
          io sono laureata e in più con dottorato e master vari..quindi di scarsamente istruita non ho nulla..il problema è l’ignoranza che circola sulla pillola(vedere sito babycomp sugli effetti della pillola) e i suoi effetti e l’ignoranza e i pregiudizi sui metodi naturali…
          Io personalmente ho sperimentato per brevi periodi la pillola e mi sono pentita amaramente…ho avuto tantissimi problemi non ultimo lieve depressione …forse non sai che la pillola non agisce solo sulle ovaie ma interferisce sull’asse ipotalamo.ipofisi-tiroide ..a volte con conseguenze irreversibili…Buon giorno

          1. Giusi

            Cito solo un episodio recente a proposito della pillola. Una mia amica giovane (25 anni), fidanzata, prendeva da anni una pillola “a misura di donna”. Faceva tutti i controlli di rito. E’ stata portata in codice rosso dal lavoro in ospedale perchè presentava sintomi inquietanti che avevano fatto pensare addirittura a un tumore al cervello: mal di testa forte con vomito improvviso. L’hanno fatta a pezzettini con le analisi. Alla fine è emerso che era la pillola anticoncezionale che ha deciso di bandire per sempre. Parere della neurologa non mio: “si somministra con estrema leggerezza la pillola che non è assolutamente innocua. Mai la prenderei, nè mai la farei prendere a mia figlia”!

        6. Mi dispiace averti ferito, non era mia intenzione. Non ho espresso un giudizio su di te o sulle tue sorelle, ma su delle azioni che in quanto tali sono sbagliate. Poi il Signore giudicherà, non certo io, come dici tu, giustamente, io non so nulla. Ti chiedo perdono se, magari nei modi, sono stata offensiva. Non recedo però di un millimetro sui contenuti: prendere la pillola per evitare gravidanze è un atto, agli occhi della Chiesa, disordinato, è falsificare l’atto amoroso e il matrimonio stesso. Se uno non vuole seguire questa strada è liberissimo (grazie al cielo) di farlo e di seguirne un’altra. Ma non è la strada della Chiesa Cattolica. Pace e bene a te e alle tue sorelle la cui preziosità, come esseri umani a immagine di Dio, non è minimamente in discussione.

        7. Aleph

          Cara Lucia, anche il tuo messaggio può ferire… è come se stessi implicitamente affermando che tutte le donne che usano i metodi naturali lo fanno perché sono ignoranti. Non è così, anzi molte donne istruite non credono alla favoletta della pillola come innocua per la salute…Comunque, che faccia bene o male alla salute, di certo la pillola non è un mezzo moralmente lecito. E non lo dico io, o Cacciatrice o Roberto… Lo dice la Chiesa. Per un cattolico, non importa solo la retta intenzione, ma anche la bontà oggettiva del mezzo:

          “Quando si tratta di comporre l’amore coniugale con la trasmissione responsabile della vita, il carattere morale del comportamento non dipende solo dalla sincera intenzione e dalla valutazione dei motivi, ma va determinato da criteri oggettivi, che hanno il loro fondamento nella natura stessa della persona umana e dei suoi atti, criteri che rispettano, in un contesto di vero amore, l’integro senso della mutua donazione e della procreazione umana; e tutto ciò non sarà possibile se non venga coltivata con sincero animo la virtù della castità coniugale” (Cost. past. Gaudium et spes, 51: AAS 58 (1966) 1072).

      2. E per di più ben noto il “piccolo” effetto collaterale dell’uso prolungato della pillola che ingenera forme di sterilità più o meno prolungate nel tempo, per cui chi poi decide di smetterla perché “adesso un bambino si…”, a poi il suo bel da aspettare…

      1. Lucia

        Filosofiazzero scusami, ma non ho capito l’inclinazione del tuo commento, se debba prenderlo come un’approvazione delle mie parole o come un riferimento all’andamento della discussione in generale, o a entrambe le cose. Se puoi spiegarti meglio, ti ringrazio.

  14. Lucia

    E’ sempre davvero deprimente ri-scoprire come, ogni volta, al tentativo di proporre una modello di vita cristiana che non sia esattamente quello che voi (e con voi intendo l’utente medio del blog) ritenete suggeritovi direttamente da Dio Padre – il quale a quanto pare parla solo a voi -, seguano risposte che si attaccano immediatamente alla parte del commento più sfruttabile e manipolabile, tralasciando tutto il resto, che poi è la sostanza, e cioè: c’è un mondo lì fuori, “ma fuori c’è un mondo di anime salve davvero”, canta qualcuna, un mondo di gente che si pone un sacco di domande, e che sceglie le risposte che ritiene migliori, DENTRO la Chiesa, che vi piaccia o meno, ed in totale libero arbitrio, “dettaglio” che vedo mancante in troppe teste. Continuate così…dritti con i paraocchi…io ci ho provato un’altra volta a costruire un dialogo. Pazienza. Risparmiatevi le rispostine: “Io prego per te” “Che il Signore ti illumini e ti faccia scoprire la Via”. Grazie ma non ce n’è bisogno. Buon pomeriggio a tutti.

    1. 61angeloextralarge

      Lucia: il “voi” lasciamolo da parte, vuoi? Lascia perdere anche l’utente medio… Chi sei tu per sapere come ragiona l’utente medio di questo blog? Hai stilato una classifica… uno studio? Mah!
      Qui ognuno pensa e parla con identità propria. Nessuno è indottrinato da non saper usare la propria testa. Trovo il tuo commento molto offensivo nei riguardi dei commentatori di questo blog.
      Se credi di proporre tu un modello di vita cristiana che non sia esattamente quello che riteniamo suggeritoci direttamente da Dio Padre, stai fresca, perché, parlo per me ma credo di non essere la sola, il modello di vita cristiana che intendo seguire è quello non suggeritoci ma invitato dalla nostra Santa Madre Chiesa, che tu ci creda o no, la voce di Dio in Terra. Magari sei tu che ti fai un credo personale, su misura, a seconda delle tue necessità? Senza offesa ma l’impressione che ho avuto è quella… e adesso se vuoi… fammi pure nera…

    2. Paix

      Abbi pazienza, Lucia, ma questa tua reazione è esagerata. Il fatto che ci siano moltissime donne, anche moltissime donne cattoliche che usano la pillola, non rende di per sè la pillola un bene o questa scelta buona per la coppia in automatico. Il tuo discorso si scinde in due parti: da una parte le scelte delle tue sorelle, che tu ci presenti nella discussione, e che quindi è ovvio che vengono trattate nel corso della discussione, e non necessariamente con approvazione. Questo non significa un giudizio sulle tue sorelle o chi per loro, ma è semplicemente il frutto del confronto con alcune persone che hanno fatto scelte molto diverse e non pensano che tutte le scelte in questo campo siano uguali. E’ chiaro che questa non è la tua opinione, ma devi capire che può non essere condivisa, ossia che si può pensare che *ci sia* un modo più giusto e vero di vivere la sessualità di coppia.
      Per quanto riguarda invece il giudizio sulle “favolette da ignoranti” è chiaro che ti si risponde con vigore, perchè è fin troppo diffusa l’idea della donna che usa i metodi naturali come una povera ingenua che non sa un accidente delle meraviglie della tecnologia moderna. Non è così, anzi, in questi anni si fa sempre più consistente il flusso di donne che abbandonano la pillola e i metodi ormonali per gli effetti pesanti che hanno sulla loro salute e si rivolgono ai metodi naturali, per nulla spinte da motivazioni religiose di alcun tipo. Ci sono interi, laicissimi forum dedicati, come ladyfertility, per esempio. Chi sceglie i metodi naturali lo fa anche spinto da una volontà di conoscere il proprio corpo e soprattutto di non trattare la fertilità femminile come una malattia, bloccandola con l’assumere farmaci per anni e anni.
      Cosa c’entri poi il libero arbitrio, nella questione, non si capisce proprio. E’ mancanza di libero arbitrio scegliere i metodi naturali? Ma non prendiamoci in giro, per favore.

        1. Paix

          No, per l’appunto. Infatti, come ho detto, non si capisce cosa c’entri il libero arbitrio. Sia in un caso che nell’altro, il fatto che una scelta sia fatta usando il libero arbitrio non garantisce nulla sulla bontà della scelta stessa.

        2. Thelonious

          @filosofiazzero “…è mancanza di libero arbitrio scegliere la pillola?”, no, e come al solito, nessuno l’ha affermato.
          E’ stato affermato, invece, il contrario, non si capisce con quale logica.

        3. lucia1332

          O, non è mancanza di libero arbitrio, ma decisione di non seguire gli insegnamenti della Chiesa cattolica

    1. Giusy:

      ….si torna sempre lì: per voi essere cattolici è SOLO essere cattolici integralisti, per altri no. Inoltre per voi essere cristiani è solo essere cattolici (integralisti) (“integralisti” è, ovviamente, pleonastico) E non è che gli altri (non integralisti) siano allora persone meno degne che di voi. Se c’è Cristo, lo sa solo lui chi è degno e chi no.

      1. Paix

        Essere cattolici significa far parte della Chiesa Cattolica, e dunque condividere l’insegnamento della Chiesa. Poi, per carità, siamo tutti peccatori. Certo che solo Cristo giudicherà chi è degno: in attesa del giudizio finale, intanto, si tratta di scegliere quella che si ritiene la strada più conforme alla sua volontà. Per me è quella che insegna la Chiesa Cattolica. Per gli altri può essere un’altra, ma io sono libera di pensare che la loro non sia la scelta giusta. Ed è ovvio che lo pensi, o non avrei fatto la mia.

        1. Quando fo una scelta non la fo pensando che quella degli altri sia sbagliata. Importante è che sia convinto io della mia, e che sia pronto a ricredermi. Così credo facciano tutti.

          1. Paix

            In campo etico (e sottolineo in campo etico, perchè è qui che ci troviamo) una scelta è una scelta. Non stiamo parlando di gusti di gelato. Ognuno ha delle costanti morali che ritiene valgano non solo per sè ma per tutti. Incluso tu, su quello a cui tieni.

      2. Giusi

        Certo non è sufficiente usare i metodi naturali occorrono tante altre cose…… Comunque non esistono i cattolici integralisti, esistono solo i cattolici. Non esiste una dottrina per cattolici integralisti esiste la Dottrina.

  15. Paix:

    ….forse Lucia parlando di libero arbitrio voleva significare che tanti sono a tal punto indottrinati da non essere più liberi
    (anche se per voi è proprio essere indottrinati che è essere davvero liberi etc.)

    1. Paix

      Può darsi, ma in tal caso una simile asserzione (ossia che si scelgono i metodi naturali per lavaggio del cervello) andrebbe come minimo dimostrata.

      1. Thelonious

        …anche perché si potrebbe dire anche il contrario, ossia che è indottrinato chi parla per sentito dire (non conoscendo a sufficienza i metodi naturali) e parlando per luoghi comuni. Tra l’altro, Alvise, il mainstream contemporaneo è tutt’altro che ciò che insegna la Chiesa. Perciò, lasciamo dire, chi prova ad “agere contra” difficilmente non pensa

        1. Paix6Thelonius:

          ….impossibile “dimostrare” nulla, né pro né contro. Volevo solo provare a capire cosa voleva dire Lucia.
          Tutti ci abbiamo il cervello influenzato in un modo o in un altro. Non importa neanche dirlo!

            1. Giusi

              Satanista mi pare esagerato. Satanista vuol dire vendere l’anima al diavolo, fare messe nere, invocare le forze del male per far del male agli altri, Alvise non crede nemmeno nel diavolo. Se fosse un satanista staremmo freschi: vorrebbe dire che lo è la più gran parte dell’umanità. Purtroppo conosco l’argomento per avere due amiche vittime di tali pratiche. Inviterei a non usare termini a vanvera. Penso che Alvise sia una persona che coscientemente non farebbe del male a nessuno.

  16. Isabel

    Non condivido affatto ciò che il sig. Langone ha detto a proposito dell’adozione anzi lo trovo abbastanza offensivo per chi fa questa scelta. Sminuire a un mero tentativo di “eternare se’ stessi” un così alto atto d’amore è veramente irriverente. Purtroppo il sig. Langone non leggerà il mio commento ma invito chi la pensa come lui a mettersi in discussione e riflettere, applicando ciò che sto per dire a se stesso, ai suoi figli o a qualche persona cara: se ti fossi trovato abbandonato, orfano, dimenticato cosa avresti desiderato di piu? Credo solo l’ amore di una mamma e di un papà. È l’amore incondizionato di una mamma e di un papà che ti comunicano l’amore di Dio, la famiglia d’altra parte non è l’immagine dell’amore trinitario?! Purtroppo so che molti cristiani restano scettici di fronte all’adozione ma ricordiamoci che se ci stiamo professando cristiani non è solo grazie al meraviglioso Si di Maria ma anche attraverso l’umile Si di Giuseppe che nella sua dignità maschile ferita ha saputo accogliere un figlio che non veniva dalla sua carne e che è stato riconosciuto discendente di Davide proprio per lui. Il materialismo estremo ci fa credere che solo attraverso medicalizzazione estreme dell’atto riproduttivo si è genitori, la Sacra Famiglia ci insegna che l’amore non viene solo dalla carne ma la supera.

  17. paulette

    grazie Costanza sono d’accordo su tutto, prima della mia conversione usavo la pillola e fu una grande delusione, calo de desiderio, tristezza e vaginite cronica, dopo la conversione ho iniziato il metodo Billings e sono scomparsi tutti questi disturbi.

  18. Massimo

    Comunque il fatto che i metodi naturali aumentino l’appagamento e la frequenza dei rapporti è una frase un po’ campata per aria. Magari vale per la sig.ra Miriano, ma non ha nessuna valenza statistica. E’ fisiologico che in un rapporto matrimoniale i rapporti vadano inevitabilmente a scemare sino a scomparire del tutto, anche nelle coppie che utilizzano metodi naturali. Insomma, eviterei generalizzazioni.

    1. JoeTurner

      Massimo sei fantastico, contesti una presunta generalizzazione di Costanza (coi metodi naturali si tromba) sfornandone una tutta tua (dopo un po’ non si tromba più). Direi allora che anche la tua affermazione nasce dalla tua personale esperienza e, credimi, sono molto dispiaciuto per te.

      1. Massimo

        Ti ringrazio per il fatto che mi dica che sono fantastico. Il fatto è che per lavoro ho a che fare molto spesso col matrimonio ed ho notato come sia normale che col passare del tempo cali il desiderio. Metodi naturali o meno. Io contesto semplicemente l’affermazione della sig.ra Miriano che non ha basi statistiche. Del resto, è la natura stessa che col passare degli anni impone il calo del desiderio, perchè rientra nell’economia naturale della riproduzione. Per la natura il sesso ha solo finalità riproduttive, alla natura non interessa il piacere o il remedium concupiscentiae, alla natura interessa che la specie si riproduca e dopo una certa età la riproduzione è pericolosa. Come è del tutto naturale che dopo un parto una donna dimentichi di essere moglie e divenga subito madre; alla natura nulla importa dell’armonia di coppia, alla natura interessa che la donna protegga il neonato e così guida l’istinto della femmina. Non mi si fraintenda, non ho nulla contro i metodi naturali, anzi li preferisco di gran lunga a quelli artificiali (che essi sono sì contro natura), ma non condivido l’affermazione della Miriano, tutto qui.

      2. Massimo

        Ho visto che il mio commento è stato moderato e non pubblicato (boh non mi sembrava di essere stato irrispettoso di alcuno). Comunque, premettendo che condivido il 99% dell’intervista della Miriano, quello che intendevo dire è che non mi risulta che ci siano dati statistici che avvallino l’affermazione che i metodi naturali tengono accesa l’attrazione in una coppia. Il calo del desiderio è fisiologico ed indipendente ai metodi contraccettivi utilizzati (rectius, i metodi naturali in verità NON sono contraccettivi, perchè per loro intrinseca natura sono aperti alla vita). Affermo ciò non apoditticamente o basandomi sulla mia (irrilevante) esperienza personale, ma sulla mia esperienza lavorativa. Il calo del desiderio nella coppia è dovuto da molteplici fattori, i primi dei quali sono di natura fisica. Non si può pensare che a 40 anni si abbia la stessa potenza sessuale di quando se ne aveva 20. Fare l’amore comporta anche una fatica fisica (mi sembra che più sopra sia stato anche definito “ginnastica”) e ad una certa età la ginnastica è faticosa. Non da ultimo, non bisogna dimenticare il fine prettamente naturale dell’atto sessuale: esso ha un fine riproduttivo. Passata una certa età, per la donna, la riproduzione è pericolosa, conseguentemente la natura provvede da sola a far scemare il desiderio. Alla natura non interessa l’armonia di coppia, il piacere, la bellezza di fare l’amore, alla natura interessa che quell’atto porti effetti riproduttivi. Quindi rientra perfettamente nell’economia della natura che passata una certa età cali il desiderio (specialmente nelle donne, in quanto, in potenza l’uomo può riprodursi anche fino a tarda età). Poi, oltre a quelli fisiologici, ci sono millemila motivi per cui col passare del tempo i coniugi non si uniscono più: la trasformazione del rapporto amoroso (si passa dalla passione che arde dei 20 anni, ad un affetto simile all’amicizia o alla fratellanza), la presenza di molteplici impegni che assorbono energie (figli, lavoro), la trasformazione fisica (il marito che era un prestante ventenne ora ha perso qualche capello e aggiunto parecchi chili e risulta così ben poco attraente…) e non da ultimo anche la noia nel rapporto sessuale stesso (è sempre uguale, ripetitivo, privo di fantasie etc). Insomma, tutta questa pappardella per dire che come argomento sulla reale bontà dei metodi naturali non utilizzerei quello del “risveglio della passione”.

        1. admin

          signor Massimo
          tutti i commentatori nuovi vengono tenuti in “moderazione” questo perché essendo un blog a conduzione molto familiare e non avendo la possibilità di occuparmene a tempo pieno sono particolarmente prudente (non sto qui a raccontarle tutte le brutte esperienze che mi hanno portato ad adottare questa politica). Sempre per lo stesso motivo esitono priorità familiari e lavorative che mi impediscono di vagliare e approvare i commenti per molte ore, a volte per l’intera giornata, le chiederei, quindi la prossima volta, prima di lasciarsi andare al vittimismo, di essere un po’ più paziente.
          Grazie

          1. Massimo

            Mi scuso. E’ che pensavo che tutti i commenti fossero sottoposti a moderazione, pertanto vedendo che venivano pubblicati altri commenti e non il mio pensavo di aver violato la policy del blog. Prendo buona nota e porgo ancora le mie scuse.

    2. Paix

      Fisiologico non direi, conosco almeno tre coppie di mezza età che (lo so per certo) hanno tranquillamente rapporti regolari. Tutte sposate, tutte che usano (o hanno usato, perchè in almeno un caso non ce ne è più bisogno) i metodi naturali, che evidentemente, se la regola è quella che tu dici, Massimo, fanno decisamente bene! Ma a dire il vero non credo che la tua asserzione valga così in generale neanche per chi usa altri metodi. Sarebbe proprio triste.

      1. ….c’è chi tromba di più e chi tromba di meno indipendentemente dai metodi.
        La verità comunque è che per tutti, in generale, mediamente, e anche ovviamente, nell’invecchiare, l’arrapamento (se vi urta la parola “libido” ) venga a scemare, dovuto perdipiù al fatto, per entrambi i coniugi, amanti, o che altro, di avere dinanzi non più un uomo o una donna, ma la vecchia carcassa dell’uomo e della donna che erano.

  19. Mi permetto di contraddire la nostra Costanza: l’avere visto “dal vivo” i parti della mia signora mi ha riempito di umiltà e rispetto per la medesima e tutta la categoria materna in generale.
    E sì, metodi naturali tutt’ora in uso.

  20. silvia

    Ma io vedo decine e decine di commenti sul metodo naturale (che approvo al 1000% e su cui a breve farò un corso, poichè mi sposerò l’anno prossimo), ma quasi nessuno che parla delle emerite STUPIDAGGINI che dice Langone sull’adozione!! Quindi, secondo lui, è meglio che un bimbo che non ha più nessuno al mondo muoia, giusto? Soprattutto se straniero (visto che, altrove, Langone si è definito serenamente xenofobo), non sia mai che ci contaminiamo?! Complimenti, gran bel comportamento cristiano (però tanto l’importante è fare la messa in latino, perché è ovvio che è questo che ci chiederà Dio quando ci prenderemo al Sui cospetto, non se abbiamo messo in pratica la Sua Parola). Quanto al discorso sugli uomini che assistono al parto delle mogli o che si interessano della loro fisiologia, è una cavolata anche questa. Il mio fidanzato si è sempre interessato della mia fisiologia perché (e lo cito) è “affascinato da come funziona il mio corpo, così diverso dal suo”. E’ molto più virile lui di chi non vuole sentire parlare di “cose umidicce” (così le ha definite Langone), forse perché ne è schifato o che ne so io.

    1. Giusi

      Ma che c’entra adesso la messa in latino? A me non sembra che Langone abbia fatto un discorso organico sull’adozione (ho dovuto cercare quelle due righe). Mi pare piuttosto che rientrasse nel desiderio di volersi eternare a tutti i costi. Comunque a quello che so (poco) trattasi di uomo single che forse non ha mai pensato nemmeno a un figlio. L’adozione per chi se la sente è una cosa bellissima ed è molto più difficile che fare un figlio specialmente quando si adotta un bambino non appena nato. Io ho un’amica che ha adottato un bambino indiano all’età di 9 anni. Quello che non ha passato! Darei a lei e al marito la medaglia dell’amore vero! Bisogna trovare il giusto equilibrio tra fermezza, affetto, regole, educazione in un bambino che ha già un carattere, delle abitudini e ne ha già viste di tutti i colori! Adesso è grande, studia e lavora ma quanta fatica!

      1. Giusi

        Sull’assistere al parto non mi pare che abbia detto che è giusto o sbagliato, ha detto che lei è contraria. Se invece altre coppie vogliono condividere l’esperienza che problema c’è?

      2. Roberto

        Langone vive molto di provocazione, e ho la netta sensazione che desideri essere amato oppure odiato, distruggendo volutamente (disprezzando?) qualsiasi possibile via di mezzo: capito questo, non c’è bisogno di inalberarsi per tutto quel che dice.

          1. Thelonious

            Si ma cristianamente parlando non si vive di provocazioni, specialmente su cose serie.
            Le parole hanno un senso ed un peso.
            Non si dicono a caso.
            Specie se si scrivono.
            Specie se si scrivono pubblicamente.
            Se sono stupidaggini, è giusto che ne si riceva, conseguentemente, i rimproveri del caso.
            Oneri e onori.
            E’ la stampa, bellezza.

    2. vale

      non so se Langone facesse dell’ironia-quando i figli si facevano per egoismo erano di più- o volesse provocare la Miriano- e visto che si conoscono abbastanza penso fosse un gioco delle parti- non so se il bimbo orfano stia meglio o peggio da solo,qualora siano morti entrambii genitori ( e non ci siano nonni o zii che vogliano sobbarcarsi il pargolo), ma quando ,da piccolo ,morì mio babbo, se mia mamma si fosse risposata o se mi avessero dato in affido ,sarei scappato.
      senza se e senza ma.
      tanto per dire che un conto è adottare un bambino di pochi mesi o anni. già verso i sette o otto anni-per me a dieci-non so se il bambino sia così ansioso o felice essere adottato od avere un patrigno/matrigna.
      tanto per la cronaca.

      1. Giusi

        Beh Vale nel caso che ho raccontato ti assicuro che è stato contento. Non è mica bello stare in un orfanatrofio. Avere una famiglia che ti prende per amore è una grazia. Poi i problemi ci sono. Questo bambino aveva un vissuto alle spalle pesante. Ci vuole molto amore in primis nella coppia e poi verso il bambino per affrontare una simile esperienza. Conosco un’altra coppia che in seguito all’adozione di un bambino grande si è separata……

        1. Giusi

          Questo bambino (sono la sua madrina di Battesimo: è stata un’esperienza unica ed emozionante) adesso è un ragazzo e ti assicuro che difficilmente ho visto dei figli naturali amare e rispettare i genitori come lui. E non stare a credere che sia automatico! Bisogna lavorarci! Sono il più delle volte anaffettivi per difesa, non è facile rompere il muro e non credere che la soluzione sia lasciargli fare tutto quello che vogliono della serie poverino ne ha passate tante (è la cosa peggiore che puoi fare per loro!) Ho conosciutoi altre coppie che sono arrivate al disconoscimento perchè la situazione era assolutamente ingestibile! Trovare la chiave perchè si fidino veramente e aprano il loro cuore richiede lacrime e sangue! La mia amica aveva dalla sua l’essere inglese (educazione che tende a responsabilizzare non a creare mammoni) e un marito non inglese, veneto, ma eccezionale!

          1. @Giusi, quoto il tuo commento… ma intendevi che il padre era “eccezionale” nonostante non in glese e veneto per giunta? 😉

            1. Giusi

              Era un dato di cronaca. Dovrei scrivere un romanzo per raccontare tutto. Non è che l’essere inglese sia un merito in sè, intendevo dire che un’educazione eccessivamente protettiva come spesso è la nostra non avrebbe giovato poi la mia amica è eccezionale per tanti altri motivi che si possono trovare sotto tutte le latitudini. La figura maschile è fondamentale, senza un marito come il suo (un uomo solido), in un caso così difficile, non ce l’avrebbe mai fatta. La base è l’unione tra i due altrimenti la coppia si sfalda o si rimanda indietro il bambino.

          2. Thelonious

            @Giusi: mi torna quello che dici. Anch’io ho conosciuto situazioni simili a quella che hai descritto.

      2. @Vale, penso, non per esperienza diretta, ma per alcune che conosco, che per adozioni di bimbi già un po’ più grandini, siano ognuna un caso a sé…

        1. vale

          che era perlappunto quel che volevo dire….
          solo che qui sopra qualcuno/a s’era inalberato/a per la “battuta” di Langone sulle adozioni.
          so anch’io che sarebbe meglio avessero una famiglia.
          sarebbe preferibile fosse legata a quella di origine.
          e,soprattutto,dopo una certa età, se sono d’accordo.
          e, naturalmente,senza lasciarli morire se non vengono adottati (a meno che non si sia in Belgio. da quelle parti, se continua così, si arriverà anche a questo.)

      3. Thelonious

        Tanto per la cronaca: sicuramente un bimbo sta meglio se adottato in famiglia che in orfanotrofio, che abbia pochi mesi o dieci anni.
        Il bisogno di un padre e di una madre è fisiologico, il bisogno di stare in un istituto no.

        1. vale

          Caro thelonius: per me non sarebbe stato così.che fai generalizzi? o ti riferisci solo ad un “meglio” economico?
          a me ,vivere con estranei non sarebbe parso per niente bello.

          1. Giusi

            Ma Vale se sei orfano o abbandonato stai comunque con estranei! Meglio due “estranei” che si dedicano a te!

          2. Thelonious

            Perché, in orfanotrofio non sei con estranei, forse? Meglio quello che vivere con un padre e una madre, anche se adottivi?

            E’ Langone a dire “Mmm, le adozioni… Non vorrei aprire un nuovo fronte, anche l’adozione mi sa un po’ di artificiale: se non dal punto di vista medico, dal punto di vista sociale.”
            In realtà mi riesce davvero difficile pensare, dal punto di vista umano, ad una cosa più nobile e più bella dell’adozione o dell’affido di bambini.

            E poi, che vuol dire “generalizzi”? ho detto una cosa a carattere generale, ossia che per un bambino è meglio avere un padre e una madre che un istituto. E’ una generalizzazione? allora i dieci comandamenti sono generalizzazioni? e il Catechismo della Chiesa Cattolica pure?

            1. vale

              appuntro generalizzi.
              siccome io ci son passato ribadisco che non a tutti sarebbe meglio avere un patrigno/ matrigna o essere adottato.
              a me non sarebbe parso meglio.
              a te si? son contento.
              io ci son passato e non mi sarebbe parso meglio.

      4. elisa

        Mi scusi se mi permetto ma lei conosce dei bambini/ragazzini che sono stati adottati? Che magari fino al giorno prima vivevano in strada e dovevano pensare a loro stessi nonostante la loro giovane età?
        Lei ha idea di che cosa può aver sopportato un bambino abbandonato?
        Io personalmente da ciò che ho letto credo davvero di no, e paragonare la sua esperienza (per quanto terribile) lo trovo davvero fuori luogo.

        1. vale

          fuori luogo è parlare per sentito dire e dedurne che per “tutti” è meglio questo o quello.
          per alcuni, forse per tutti sarà meglio.
          per tutti, no.

            1. E’ chiaro che su questioni così delicate e coinvolgenti, ognuno rifletta la propria esperienza, soprattutto se ne ha una diretta e come tale va molto rispettata (quella diretta e vissuta sulla propria pelle intendo…)

              Neppure questo è comunque un parametro di giudizio oggettivo… anzi per certi versi più si è coinvolti e meno lo è.
              Lo stesso si può dire per chi ha un’esperienza per “sentito dire”. Direi che in questo caso saremmo proprio agli antipodi.

              La summa non è il classico “la verità sta nel mezzo” che qui non avrebbe proprio alcun senso, ma l’ascolto di ogni opinione, con particolare attenzione (e rispetto ribadisco) di chi ne ha esperienza diretta, per arrivare ad una visone il più ampia ed equilibrata possibile.

              Se si rimane nel “per me è così, per te sarà cosà”, a poco giova 😉

    3. Silvia:

      ….a proposito dei discorsi di Langone:
      non tutti gli uccelli sono portati a sostare nelle zone umide (salva tamen la diversa inclinazione di ogni uccello).

  21. Sebina Anna

    Concordo con quanto si dice in questo articolo, ma… La donna lasciata a partorire da sola?? Ma stiamo scherzando? Innanzitutto è bello che un momento così speciale venga condiviso anche dal padre della creatura, non vedo perchè tagliarlo fuori. In secondo luogo, il parto è comunque un’esperienza forte e dolorosa, perchè una donna non dovrebbe volere il proprio compagno accanto a darle sostegno? La Miriano a volte cerca di trovare da ridire anche su cose come questa dove non ci sarebbe nulla da ridire…
    A parte questo, condivido appieno il discorso sui metodi naturali.

    1. Roberto

      Non so, non sono sposato quindi non voglio dare una parola definitiva, ma personalmente non mi farei trascinare in sala parto neppure legato in catene 🙂

      Rivendico perciò la posizione espressa da Stephen King nella sua quarta “stagione diversa” (Una storia d’inverno. Il metodo di respirazione) in cui King fa esprimere a un suo personaggio, ginecologo e seconda voce narrante della storia, le seguenti parole:

      “La nascita, signori, è di per sé una cosa orribile per molti; ora è di moda che i padri assistano alla nascita dei loro figli, e sebbene questa moda sia servita per infondere in molti uomini un senso di colpa che secondo me forse non meritano (senso di colpa che alcune donne usano consapevolmente e con una crudeltà quasi preveggente), sembra essere considerata un’abitudine sana e intelligente. Eppure io ho visto […]”

      Eccetera. Seguono poi quei dettagli truculenti che a King piacciono tanto e salto 😉 Ma questa osservazione non andrebbe sottovalutata a cuor leggero (senza ovviamente entrare nel merito delle scelte e delle inclinazioni dei singoli, s’intende).

        1. Roberto

          Fossero queste le ragioni per cui mi susciti acidità di stomaco, Alvise, problemi tra noi non ce ne sarebbero!!

    2. Freya

      Mah… sulla questione del papà in sala parto alla fine è solo questione di sensibilità personale degli sposi; in generale, visto che gli uomini non sono molto ferrati in “aiuto psicologico” e cercano sempre di “fare” qualcosa, farli entrare in sala parto “forzatamente” è sottoporli ad un inutile stress, visto che son veramente poche le cose che possono effettivamente “fare”.
      Poi, per dire, mio marito è stato con me buona parte del tempo… ed aveva trovato il suo ruolo “attivo” nel portare notizie ai nonni ansiosi, ma se non l’avessi visto tranquillo l’avrei spedito fuori 🙂

      1. Io ricordo il parto della mia prima figlia (il cui anniversario cade a giorni)…
        Il travaglio fu luuuuunghissimo. Entrammo in ospedale verso sera, prima sera e ne uscii sudato e accaldato (come se avessi partorito io – sic!), felice e in canottiera, verso le quattro del mattino successivo.
        Rimasi con mia moglie tutto il tempo ad assisterla e aiutarla (??) Io le dicevo: “respira… respira…” e lei mi mandava… a quel paese!! (giustamente) 😉
        La clinica era di quelle attrezzate per il parto naturale o per lo meno il più confacente per la partoriente, quindi non eravamo propriamente nella “sala parto” con lettino/poltrona ostetrica (o come si chiama), ma certamente non ho assisitito al parto con un angolo di visuale “da ginecologo” – e neppure ho mai voluto farlo.
        Ricordo che anche quando mi dissero: “Vuol fare lei il taglio del cordone?” risposi: “Ma non ci penso nemmeno!!” (che poi mi pareva una cosa tipo innaugurazione con taglio del nastro…).
        Però il primissimo bagnetto, si, glielo feci io, con gran trepidazione… Fu una belle esperienza.. decisamente. 😉 😀

        1. Velenia

          Questa questione del papà in sala parto è una delle poche su cui non sono mai stata d’accordo con Costanza Miriano.Va da se che nessun mariro dovrebbe essere trascinato in catene in sala parto,ma neanche in catene fuori.Se io avessi impedito al mio fantastico marito di assistere alla nascita dei nostri figli credo che sarei uscita dalla sala parto con la sentenza di divorzio in mano.Dimenticavo che mio marito è biologicamente e geneticamente nato per essere padre,tanto che da giovane universitario badava al bebè di sua sorella che era sola in un’ altra città.Quando è nato il nostro primogenito lui e mia madre hanno discusso qualche minuto su chi dovesse assistere.poi,mentre mia madre fieramente gli sbarrava la porta,mio marito virilmente,ma con delicatezza,la sollevava,la metteva da parte, e correva a tenermi la mano,ricordarmi la respirazione,e veder nascere il suo tanto desiderato erede.Certo poco mancava che svenisse durante l’episiotomia,ma non avrebbe perso quel momento per nullla al mondo,dopo 17 anni ne parliamo e ne ridiamo ancora.Ha voluto esserci anche le altre volte,anzi le altre volte eravamo solo noi due senza madri o suocere.Solo la quarta figlia non ha visto nascere,io sono stata troppo veloce,lui si stava ancora infilando il camice verde che ti danno in ospedale,e ancora se ne dispiace.
          E’ assolutamente falso,poi,che una volta i padri non assistessero ai parti,forse era così per quei pochi che nascevano in ospedale.Sia io che mio marito siamo nati in casa,lui nel 1961,io nel 1966,i nostri padri ci hanno visto nascere.

    3. Aleph

      Anche la mia reazione è stata simile alla tua su questo. Mio marito ci teneva tantissimo ad essere accanto a me in sala parto, quando sono nati i nostri figli e le nascite sono stati momenti indimenticabili della nostra vita matrimoniale. Hanno rafforzato ancora di più la nostra intimità.

  22. JoeTurner

    OT

    QUEL VERGOGNOSO ATTACCO DI LUXURIA A AGNESE RENZI
    di Mario Adinolfi

    La novità di giornata è Vladimir Luxuria che in un’intervista al Fatto Quotidiano santifica Francesca Pascale (“è una donna coraggiosa”) e malmena Agnese Renzi perché “è una cattolica osservante” e dunque va ascritta al campo dei “bigotti” nemici del progresso.

    Premessa. Io non conosco Agnese Renzi. Conosco Matteo, ma non la moglie, che dai giornali appare una persona discreta e concreta, madre di tre figli avuti in giovane età, impegnata a gestire una famiglia non comune. Che la logica sia capovolta è provato dal fatto che Luxuria trovi disdicevole il modo d’essere di una madre composta e autorevole, di una giovane moglie che mai ha avuto un comportamento fuori posto, mentre consideri esaltante una ragazzina che da Telecafone è passata a “fidanzarsi” a ventotto anni con un uomo entrato ieri nel settantanovesimo anno d’età per motivazioni che francamente si fa fatica a immaginare dettate da amore disinteressato. Ma il mondo ormai è capovolto e dal suo punto d’osservazione capovolto anch’esso Luxuria può lanciarsi all’arma bianca contro Agnese, che peraltro è talmente schiva da non essere mai entrata neanche in mezza discussione di carattere pubblico, mentre si coccola le puttanate espresse dalla neopensatrice della destra italiana Francesca Pascale. Il tutto perché “forse” Agnese è contraria al matrimonio gay (non l’ha mai detto, non ha mai pronunciato mezza parola sull’argomento, lo ripeto).

    La vera colpa di Agnese Renzi per Luxuria? Essere “una cattolica osservante”. La Pascale invece che è? Mordiamoci la lingua, va. Attenzione, badate bene. In più di una intervista Luxuria ha ribadito di considerarsi in piena osservanza dei precetti del cattolicesimo, tanto da ricevere l’Eucaristia direttamente dalle mani del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ai funerali di don Gallo.

    Ma si sa, la confusione regna sovrana nelle menti di coloro che si sono persi. Per cui Luxuria usa l’espressione “cattolica osservante” come insulto contro Agnese Renzi e poi alla prossima photo opportunity andrà cercando di nuovo la Comunione da sbandierare a mezzo stampa. Speriamo trovi un prete che si ricordi di questa intervista in cui insultava una madre di tre figli e esaltava la favorita del Sultano.

  23. silvia

    Certo che mi inalbero quando si parla di adozione con così grande leggerezza!! E’ di pochi giorni fa una serie di articoli di Avvenire che dicono 1) che le adozioni sono crollate del 30% 2) che al mondo ci sono ben 168 MILIONI di bambini adottabili. Ma già oggi non li vuole più nessuno perché “o l’eterologa o niente”, se poi ci si mette anche Langone… Non possiamo indignarci (giustamente) ogni volta che si parla di aborto, e poi soprassedere con indifferenza sulla sofferenza dei bambini poveri e sofferenti sparsi per il mondo. Quanto al mio commento alla sua xenofobia e alla messa in latino è un riferimento ad altri suoi articoli, che ogni tanto mi ostino a leggere. Ma stupida io a farmi venire l’acidità di stomaco da uno come Camillo Langone, che tra l’altro dovrebbe sapere che il gusto della polemica e dello scandalo e della divisione non è un comportamento cristiano. Meglio leggere altri, anche la stessa Costanza Miriano, che, anche se non sempre condivido certe sue posizioni (come quella sul parto, per dire l’ultimo argomento di discussione), è una donna intelligente e senz’altro piacevole da ascoltare.

    1. Aleph

      Cara Silvia, sono d’accordo al 100 %, pure a me viene l’acidità di stomaco a leggere Langone. Smettiamola di farci del male e non leggiamo più una sola parola che scrive. 🙂 I commenti sull’adozione sono terribili…
      PS: Ma come fa Costanza?

    2. Per Silvia e Aleph e per tutti coloro che hanno espresso la loro antipatia per Langone. Fermo restando che avete ogni diritto di ritenerlo antipatico, siccome sono fresca di lettura dell’ultimo capitolo di “Mere Christianity” di C.S.Lewis (C.S.Lewis, Il cristianesimo così com’è, Adelphi 1997), penso che leggerlo potrebbe essere utile anche a voi. Il titolo in inglese è “Nice men or new men”. Langone non è di sicuro nice (specie nella temperie culturale odierna) ma c’è speranza anche per lui.
      Non è una critica, eh! Anch’io con Gabriele D’Annunzio oscillo tra la sconfinata ammirazione per certe cose, la profonda irritazione per altre e un discreto disincanto, a volte anche disgusto. Però, inutile dire… mi sta simpatico e spero che sia andato a finire bene. Aveva troppi talenti perché siano stati sprecati.

      1. silvia

        Grazie per il consiglio! A presto (in realtà non scrivo mai niente nè sui blog nè su altro, quindi non credo che ci risentiremo più: ho infranto la regola solo questa volta perché credo che di fronte a una simile leggerezza non si debba stare zitti. Buona giornata!)

      2. webmrs:

        …hai fatto proprio bene a accostare D’annunzio a Langone. I due “vati”?
        A noi non ci interessa, però, che Langone vada a finire bene o meno, ma almeno che facesse lo sforzo di usare un po’
        più di cervello, invece che fare solo il “vate” (per dire) e basta!

  24. fortebraccio

    Prima di tutto le presentazioni: non sono un ginecologo ma un uomo al limite del transgender. Ma forse è solo dovuto al fatto che mi trovo più a mio agio con tabelle e numeri piuttosto che con lune e camelie, apprezzo la chimica per quello che è -bella e potente, ma non onnipotente- e la statistica per quel che può – è un’approssimazione).
    Espletate le formalità di rito, passiamo alla discussione: ma perché si parla di metodi leciti e non? O un metodo è contraccettivo o non lo è. Il metodo blandamente contraccettivo che senso ha? Quello che conta è il principio, il movente (se mi passate il termine). Poi tecnica ed efficacia hanno il loro peso, ma non credo che siano rilevanti. O ci vogliamo dire che un margine di insicurezza compreso tra 1-5% è accettabile, sotto l’1% è immorale, sopra il 20% è tentato concepimento?
    Esistono metodi anticoncezionali sicuri al 100%? No, non esistono – la natura è meravigliosa e misteriosa.
    Esistono tuttavia livelli (d’incertezza) che ognuno può ritenere soddisfacenti (0,2/2/20% eccetera).
    La pillola causa nell’ordine: azzeramento del desiderio femminile, aumento dell’aggressività (cattiveria), ma poi depressione e uggia; cancellazione del senso del limite (suppongo anche depravazione a questo punto), ma poi innesca routine, noia e fine dei rapporti… Vabbè, suppongo che questo sia un collage piuttosto ampio di esperienze sparse. Non che i singoli episodi siano falsi eh, ma dubito che si manifestino sempre tutti. Non voglio fare l’elogio della pillola – non ne ha bisogno, non del mio per lo meno. E’ un farmaco (come tutti i metodi ormonali) e va somministrato sotto controllo medico, ed una ragione ci sarà, no? Insomma, non cadiamo dal pero…
    Ecco, il tema dell’educazione alla propria fisicità, alla conoscenza del proprio corpo, mi pare fondamentale (cito Paix: “è questione di educarsi ad una visione non solo istintuale del rapporto”: ma quanti di voi possono dire di essersi prima “educati” teoricamente e poi essere passati alla pratica “ortodossa”? Ahimè a me pare che senza la pratica la teoria sia favola, senza teoria la pratica resti ginnastica. L’amore e la coscienza fanno la differenza, ma si capisce col tempo – mi pare, eh). Educazione, coscienza, consapevolezza. Francamente, Bariom, la famiglia dovrebbe essere la prima a formare i propri figli, ma appunto perché si tratta di un tema fondamentale (in ultima analisi, la “salute” della persona, intesa come “equilibrio”) non si può pretendere che lo Stato non preveda nei suoi programmi scolastici una base. Poi potremo discutere di come fare il programma, ma in un corso di “salute sessuale” non puoi tacer dei metodi contraccettivi – sintetici come di quelli naturali, del resto. Ma suppongo avremo occasione di riparlarne.
    Piuttosto ditemi: siete favorevoli alla vaccinazione contro il papilloma virus (una delle varianti principali, a dire il vero)? Parliamone…
    Un’ultima questione: Persona è stato introdotto come metodo conoscitivo, ma le sue vendite sono diventate importanti quando i ginecologi hanno cominciato a consigliarlo alle coppie temporaneamente infertili ed in ricerca di una gravidanza.
    Uh, dimenticavo: l’allattamento NON protegge dalla gravidanza: non ricordo che l’abbia detto, scusate. O per lo meno: il meccanismo naturale di protezione non si attiva nella stessa maniera! Se interessa, vi cerco l’articolo…

    1. @Fortebraccio, risposta flash, magari per tornarci… Certo che lo stato può programmare corsi di “salute sassuale” (???), ma io devo essere libero di far partecipare o meno i miei figli, giusto? Quanto meno debbono essere corsi “facoltativi”, anche perché, spero tu lo abbia dato per scontato, se io parlo di “etica” non è per non parlare ai miei figli di “pratica” (tanto per capirci) o di “salute”, o… ,o…

      Certo che spesso partendo da una buona etica, già si viene a delineare un preciso indirizzo nella “pratica” e comunque l’educazione in famiglia (su questo tema come su altri) non si esaurisce certo in un “corso” di x ore… ne convieni?

      1. Aggiungo: anche perché non puoi venire a raccontarmi che i corsi di “salute sassuale” di cui sopra, siano completamente asettici e non propongano inevitabilmente una precisa visone delle cose e della sessualità, proponendo “sistemi e mezzi” che non vedo dove sta scritto un ragazzino debba conoscere a 12/13 anni avendo l’unico scopo di prevenire gravidanze o infezioni.

        La “prevenzione”, in questa giovane e delicata età – sono ben consapevole che per alcuni sono già glia anni dei primi rapporti sessuali completi, non vivo sulla luna… – viene proprio da un insegnamento etico, che al di là di un credo religioso, dovrebbe avere a cuore la salute psicologica dei ragazzi. Non mi si venga a dire che sono abbastanza maturi per avere esperienze sessuali… Ecco che consegnare a loro le nozioni “tecniche” – soprattutto volte a evitare gravidanze e infezioni come sopra, senza peraltro avere, come tu stesso sottolinei, alcun mezzo tecnico sicuro al 100% – serve solo a far loro crede di essere “attrezzati” e “protetti” per poter “sperimentare”…

        Cosa che ha la stessa valenza di dire loro: “La moto ce l’hai, adesso ti do il casco, adesso puoi viaggiare tranquillamente per strada ai 200 all’ora!!”.

        Non so se ho reso…

        1. Bariom:

          …”non mi si venga a dire qui e non mi si venga a dire là” Tutti zitti!
          Io, invece, penso che la conoscenza dei metodi baturali e innaturali dovrebbero far parte delle
          lezioni di scienze e di educazione civica (ammesso che ancora essa esista fuori e dentro la scuola.
          Se poi cattolici o altri fanatici non volessero che ai loro figli insegnassero genti fatalmente ideologizzate (per un verso o per un altro) dovrebbe essere loro data la possibilità si studiare le scienze per conto loro (in chiesa in sinagoga in mosche a casa o dove volessero)

          p,s. Trovo grottesco che si parli di non contraccezione e poi si impianti casa un laboratorio ginecologico
          per conoscere le date sicure o insicure!

          1. No caro Alvise se i cattolici o “altri fanatici” (tipo quelli del “liberi tutti” come te?) non volessero che ecc, ecc. basta gli sia data possibilità che questo non sia – altrimenti sei tu che neghi la possibilità di scelta a qualcuno.

            E non è questione di “io ti do, tu mi dai…” quindi poi in chiesa o in sinagoga si insegni “altro”… non c’entra proprio un bel nulla.

            1. Bariom:

              (con la libera scelta, ovviamente, chi lo volesse, di classi speciali “asettiche”, se lo fosse possibile)
              (ovviamente, anche, che nessuno potesse essere obbligato a nessun insegnamento ideologizzato, o ritenuto tale, che siano i genitori, insieme ai loro figlioli, e alla loro guida spirituale, a poterlo decidere)

          1. Giusi

            C’è anche un altro aspetto da considerare. Molti farmaci vengono prescritti perchè, per prassi comune, le case farmaceutiche fanno sì (con regalie varie) che vengano diffusi. Sono state persino inventate delle patologie per promuovere farmaci “indispensabili”. La pillola anticoncezionale consegna la donna mani e piedi nelle mani dei ginecologi e delle case farmaceutiche senza che neanche sappia cosa la stessa provoca nel suo organismo in anni e anni di assunzione (altro che l’utero e mio e me lo gestisco io!). Invece i metodi naturali portano a conoscere il proprio corpo e a prendere coscienza del suo funzionamento.

    2. Paix

      Mi sembra che qui sia importante una puntualizzazione: i metodi “naturali” *non* sono sistemi anticoncezionali. Non si tratta di un sofisma, ma di un’attenzione al significato della parola, e nel caso di un uso “cattolico” degli stessi, anche di prassi. I metodi naturali sono sistemi per individuare sintomi di fertilità nel corpo della donna. Non impediscono in nessun modo il concepimento (per questo non sono contraccettivi), tanto è vero che se si hanno rapporti nei giorni “fertili”, il risultato è con grande probabilità una gravidanza. Questa è una differenza fondamentale, e per i cattolici si tratta anche di un discrimen morale. Un conto è scegliere che uso fare di giorni naturalmente fertili e naturalmente infertili della donna, un conto è avere un rapporto e impedire deliberatamente le conseguenze dello stesso.
      Per quanto riguarda la domanda di Fortebraccio sull’educarsi, posso solo riportare un’esperienza personale: durante il nostro fidanzamento, molto semplicemente, io e mio marito non abbiamo avuto rapporti sessuali, ma abbiamo fatto un percorso complesso e a volte anche arduo di riflessione su noi stessi, sul corpo, sull’attrazione reciproca, sulla volontà di gestire la nostra sessualità in determinati modi. Poi è arrivato il momento di mettere in pratica la teoria. Non è stato troppo arduo, anche se ovviamente siamo sempre tutti in cammino. Quello che non deve mancare è essere disponibili a guardarsi l’un l’altro in un certo modo.
      Sul papilloma virus (che forse si allontana un po’ dal tema del post) io non sarei in sè contraria, ma dal punto di vista medico e sociale la promozione di un vaccino parziale, e soprattutto la sua propaganda come strumento per rendere “più sicura” l’entrata precoce delle ragazzine nella vita sessualmente attiva mi è sempre sembrata quantomeno azzardosa.

        1. Paix:

          “Metodo naturale” di che, allora?
          O la possibilità della conoscenza dei periodi fertili e non fertili della donna serve solo
          “tanto per sapere” o a che scopo saperlo?
          Potrebbe, forse, esserci la necessità di saperlo, per astenersi dal coito nel caso di patologie
          della donna che sconsiglino il concepimento, o il concepimento in momenti difficili, o gravidanze troppo frequenti, pur restando, ovviamente, i cattolici, aperti all’accoglienza della vita, sempre. Ma, anche in questi casi, non sarebbe, l’astensione periodica empirica, o informata, o informatizzata, una sorta di accorgimento per non concepire (fermo restando il principio della disponibilità al dono del concepimento, sempre e comunque)?
          O non si sconfinerebbe, alla fin fine, nel sofisma, davvero?

          1. Paix

            No, Filosofiazzero. Si chiama “maternità e paternità responsabile”. Se Dio ci ha creato non sempre fertili, un motivo ci sarà.
            Per quanto riguarda il vaccino per il papilloma virus, non mi è chiaro cosa non ti è chiaro nella mia posizone.

  25. Rita

    Cara Costanza sono sempre stata d’accordo con te su tutto, ma stavolta non condivido assolutamente la tua opinione sull’uomo che assiste al parto!
    Siamo d’accordo che sia una scelta personalissima, siamo d’accordo sulla libertà di ognuno, ma definire la condivisione di questa esperienza una “moda”, anzi, una “moda figlia dell’ideologia del gender” mi sembra davvero esagerato! Davvero, non riesco a spiegarmela!
    La trovo un’ affermazione eccessiva, che cosa ci sarà mai in comune con la satanica teoria gender?…
    Ovviamente è una mia personalissima opinione, dettata dal mio vissuto (5 parti vissuti insieme a mio marito) e dai racconti di mio papà e mio zio che hanno sempre assistito alla nascita dei loro figlioli, e ti parlo degli anni 70!
    Cordialmente,
    Rita

  26. Valentino Vitale

    Caro Leo, ti inoltro ,come ti ho accennato, questo articolo che può interessare i vostri figli per poter vivere la loro vita coniugale in modo ottimale. Vi abbraccio. Valentino

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