Nel giorno della via crucis, giorno in cui è bene non dire parole che non servono, vorrei solo condividere brevemente con voi un pensiero che mi ha regalato il confessore, ieri. La via della croce. Ogni volta che gli chiedo un consiglio mi invita a prendere quella. Qualsiasi dubbio, qualsiasi lamentela. Chi passa per la via della croce non sbaglia mai strada, da qualunque parte sia diretto. Davanti a noi, dice il mio confessore, e per dire la verità lo diceva anche la Didachè, il primo catechismo apostolico, ci sono due vie e solo due: una porta alla vita, una alla morte. Non si può vivere solo un po’, vuol dire che si sta morendo.
Se vogliamo vivere, stare bene e fiorire nella vita terrena e conquistare quella eterna, dobbiamo passare per la via del bene, che comporta, come dice Giussani “assecondare ogni input di sacrificio imposto dalla nostra vocazione”. Così diventiamo redentori con Cristo, “ricostruttori di città distrutte”, ripescatori di uomini affoganti. Allora “la nostra vita personale spacca gli orizzonti e si apre all’Infinito” (è sempre Giussani, grazie Elisabetta che mi hai regalato la sua preziosa meditazione sulla via crucis). Se invece scegliamo l’altra via, quella comoda, quella che le sofferenze cerca di schivarle, andiamo verso la morte. Siamo infecondi, non portiamo frutto né per noi né per gli altri. Ci sembra di vivere, ma non lo stiamo facendo davvero. E’ come, dice il mio padre Emidio, quando qualcuno si chiude in un centro commerciale (va bene, vi fanno schifo, anche a me, ma ascoltate il paragone): ci sono negozi che ti piacciono, c’è il cinema, ti siedi sulla panchina a riposare, vai al ristorante. Stai comodo, ti piace, ti togli le voglie, le soddisfi come ti va. Insomma alla fine non esci più, non vedi la luce del sole, rimani lì dentro e non ti accorgi neanche che non stai vivendo. Hai cercato di sistemarti, di evitare le difficoltà, e così ti sei paralizzato in una non vita. Ecco, nel giorno in cui ci confrontiamo con il grande mistero – il male, il dolore – magari ci può servire ricordare che, dopo Cristo, la croce è diventata fonte di vita. Tutto quello che possiamo soffrire lui l’ha già sofferto per amore nostro e lo ha reso potente via di redenzione. Che questa Pasqua segni per tutti noi il passaggio sulla via della vita (io ho anche il navigatore sul telefonino, da ieri: non ho più scuse!)
p.s. Ricordo a chiunque voglia l’appuntamento per questa sera alle 20,45 sotto l’arco di Costantino vicino al Colosseo per la via crucis insieme al Papa.
Buongiorno a tutti!
Come più volte ho spiegato, io solo la Via Crucis visto che, oltre a tutti i comforts, sono stata dotata di più croci. Se scegliessi la via comoda, le croci si moltiplicherebbero.
Quindi solo vie poco comode.
Questo però non significa che io non lavori anche allo sgombero della sofferenza superflua per godere della vita. Per avere il mio posto, per stare con le persone.
Oggi porto i miei ragazzi in passeggiata a Verona : oltre a loro, ho invitato la morosa di mio figlio, un tipino per niente facile. Sicuramente guarderemo i negozi, sicuramente mangeremo il gelato : è il mio modo di stare con loro, anche questo.
Le mie preghiere saranno più silenziose, e notturne. Spesso, come sempre interpuntate da dei “Dio , non ce la faccio”. Poi, il giorno dopo aspetto e certe volte, ce la faccio.
Comunque ieri ho dato il mio piccolo contributo : ho portato sempre Valerio con morosa, a vedere Jesus Christ Superstar. Nonostante l’opinabilità della storia, sono rimasti colpitissimi.
Ognuno fa quello che può.
Buone celebrazioni a tutti 🙂
Cara Costanza, quella di cui parli è la vera via per la felicità: accettare la croce, amarla e abbracciarla, anche quando ci chiediamo perchè stiamo sopportando, e perché non cerchiamo un’altra via.
Ogni tanto, per consolarmi, mi sono risposta che é inutile cercare una via + facile, che tanto la croce ci segue ovunque, e sta solo a noi, con tanta Grazia divina, aiutare Cristo a salire sul Golgota.
Ti ricordi quella scena di The Passion? Simone cireneo che non voleva aiutare Gesù a portare la croce?
http://www.youtube.com/watch?v=jcGi9hhcKwM&feature=related
(scusate, avrete capito che non so postare i video),
ecco quella mi aiuta molto a pregare.
Mi sta benissimo che un cristiano mangi tranquillamente il suo gelato il giorno del Venerdì Santo però mi piacerebbe ancor di più che non lo affermasse con una spavalderia tipica dei nostri giorni frutto della secolarizzazione. Guarda Paola che sto riflettendo mentre scrivo perché capita anche a me.
Ho l’impressione che si tenda troppo a personalizzare il proprio modo di essere cattolico.
Io se oggi mangio un gelato o bevo un bicchiere di vino lo faccio perché non ho resistito, l’ho fatto perché sono una merdina peccatrice e non ne vado fiero, non ne posso andar fiero.
Buona Pasqua Paola (il tuo post è solo uno spunto per una mia riflessione)
Ciao Luigi !
Non sono spavalda (e chi ne ha la forza?) e manco secolarizzata. Ho “solo” diversi problemi di salute che mi espongono ad una via crucis giornaliera. Per questo oggi mi sono permessa di portare a spasso figli e amici e di donare la mia presenza.Oggi ci sono, domani non lo so e non so come. La mia non è una sofferenza teorica nè solo interiore. Rinuncio puntualmente ogni giorno.
Non mi sento una merdina per questo e manco una peccatrice, abbi pazienza : non personalizzo, faccio quello che posso e non me la sento di aspettare.
Buona Pasqua anche a te.
Ciao Costanza, ho scoperto il tuo blog solo questa mattina… e dunque ti faccio i migliori complimenti proprio adesso: leggerlo è un piacere. Buona Pasqua allora, e intanto (ma vale per ogni giorno), Buona Via Crucis.
bellissimo il tuo blog per cinefili-cattolici. lo ho già linkato qui accanto e qui sotto. Buona Pasqua anche a te.
http://laluceinsala.wordpress.com/
Caspita, grazie mille! Ricambio immediatamente di buonissimo grado 🙂
quindi, secondo te, se l’indipendenza comporta il peso di una croce, di ostacoli insormontabili, di ritorsioni, allora si va in Paradiso?
La vita comporta piccole e grandi croci e gli ostacoli che ci mette di fronte Dio non sono mai insormontabili se ci affidiamo a Lui. E comunque non si “va in paradiso” pechè paghiamo un biglietto, un conto ma se riconsciamo in Cristo la Via la Verità e la Vita.
quindi dici che è Dio in persona che mette ostacoli a chi segue la via difficile e la sua vocazione? perché lo fa?
AVVENIRE
IN ESCLUSIVA LA RISPOSTA DEL PAPA
«Soprattutto nel dolore Dio è dalla vostra parte»
Avvenire anticipa in esclusiva la prima risposta che domani Benedetto XVI darà alle domande postegli dagli spettatori durante la trasmissione «A Sua immagine – Speciale Venerdì Santo» di RaiUno. Un «classico» del Venerdì Santo reso unico dalla presenza di papa Ratzinger, per un «botta-e-risposta» col pubblico in diretta tv.
Mi chiamo Elena, sono giapponese ed ho sette anni. Ho tanta paura perché la casa in cui mi sentivo sicura ha tremato, tanto tanto, e molti miei coetanei sono morti. Non posso andare a giocare nel parco. Chiedo: perché devo avere tanta paura? Perché i bambini devono avere tanta tristezza? Chiedo al Papa, che parla con Dio, di spiegarmelo.
Cara Elena, ti saluto di cuore. Anche a me vengono le stesse domande: perché è così? Perché voi dovete soffrire tanto, mentre altri vivono in comodità? E non abbiamo le risposte, ma sappiamo che Gesù ha sofferto come voi, innocente, che il Dio vero che si mostra in Gesù, sta dalla vostra parte. Mi sembra questo molto importante, anche se non abbiamo risposte, se rimane la tristezza: Dio sta dalla vostra parte, e siete sicuri che questo vi aiuterà. E un giorno possiamo anche capire perché era così. In questo momento mi sembra importante che sapete: ‘Dio mi ama’, anche se sembra che non mi conosce. No, mi ama, sta dalla mia parte, e essere sicuri che nel mondo, nell’universo, tanti sono con voi, pensano a voi, fanno per quanto possono qualcosa per voi, per aiutarvi. Ed essere consapevoli che un giorno, io capirò che questa sofferenza non era vuota, non era invano, ma che c’è un progetto buono, un progetto di amore dietro. Non è caso, stai sicura, noi siamo con te, con tutti i bambini giapponesi che soffrono, vogliamo aiutarvi con la preghiera, con i nostri atti e siete sicuri che Dio vi aiuta. E in questo senso preghiamo insieme perché vengaluce per voi quanto prima.
Buona Pasqua
se ho capito bene, Dio mette gli ostacoli e fa soffrire le persone per un suo progetto che solo lui conosce?
no, non hai capito niente. il progetto lo conosciamo tutti (se vogliamo, Lui ci lascia liberi), ed ha mandato suo figlio per questo ed è Lui che ha sofferto per noi e non viceversa. Ma se vuoi veramente avere tutte, ma proprio TUTTE le risposte ti consiglio quattro libri che puoi trovare in qualsiasi libreria comodamente raccolti in un unico volume e sono: Il Vangelo di Matteo, Il Vangelo di Luca, Il Vangelo di Giovanni e Il Vangelo di Marco.
Buona Pasqua.
mi sono limitata a riassumere ciò che è stato scritto nei commenti. veramente di persone che soffrono se ne vedono tante, persone che fanno sacrifici e rinunce per essere coerenti e seguire le proprie vocazioni malgrado gli ostacoli e le ritorsioni, persone che rifiutano di indossare il paraocchi, e poi persone che muoiono di fame, molti bambini.
Dio ama anche chi rifiuta il paraocchi?
perché sei astiosa e mi scartabelli la lista dei vangeli? ti mettono in crisi le domande?
io non sono atiosO (e non sono neanche Costanza ma l’amministratore del Blog). Ti ho consigliato la lettura dei Vangeli perchè è l’unica cosa che ti può fornire delle risposte, non certo questo blog. quello che non so invece se le tue domande sono per polemizzare o per capire, ma propendo per la prima ipotesi visto che tu il paraocchi non ce l’hai e avrai già capito tutto.
amministratore, comunque sei astioso (a/o poco cambia il concetto). scusa se ti ho scambiato per costanza. firmati, così nessuno ti scambia per lei. ho commentato il post e quanto scritto nello stesso.
non è che ti ho incontrato per strada e di punto in bianco ho fatto delle domande insensate.
Costanza dà risposte e io le ho posto domande su quello che ha scritto
accanto all’icona c’è scritto sposatiesiisottomessaADMIN mi sembra abbastanza visto che Costanza quando interviene lo fa con la sua icona e il suo nome.
comunque non ti crucciare per me: sono rilassatissimo.
“sposati e sii sottomessa” è il blog di costanza, relativo al libro di costanza, o sbaglio?? invece di fare polemica inutile, firmati, così nessuno si sbaglia a prenderti per costanza.
Si va in Paradiso solo con la Grazia di Dio.
Carissima Co, sto per lasciare la provincia mammalucca per la metropoli partenopea e quindi stasera non sarò con voi al Colosseo. Mi sarebbe piaciuto conoscerti ma speriamo di avere altre occasioni visto che ci dividono solo 30km!
Intanto auguro a tutti una Santa Pasqua e ringrazio te per le riflessioni che ci proponi.
Hai ragione tu : I want it all, I want it now!
Un saluto veloce a tutti gli amici del blog.
In questi giorni sono come un palloncino sulla fiera: non riesco a toccare terra.
Quindi non ho letto quasi nulla dei vostri interventi.
Volevo solo avvertire che Libertà di Piacenza ha pubblicato con grande risalto la mia intervista a Costanza.
E poi volevo augurare a tutti una Buona e Santa Pasqua di Resurrezione, a partire dalle nostre piccole e grandi croci e morti quitidiane.
Un abbraccio particolarmente affettuoso a Guido, il vero eroe di tutta questa storia di sottomissione.
Il Mistero della sofferenza era presente anche in Gesù durante la sua vita terrena, vedi i giorni della Passione, vedi la morte di Lazzaro o altre casi.
Il tutto ha origine con il peccato originale.
La Fede intesa come totale abbandono a Dio e al suo Amore cie deve aiutare a sopportare questo peso sapendo che ha un significato ultimo.
Costanza, dimmi se dico cazzate.
No ho nessuna autorità per dirlo ma no, non ti sbagli per niente Luigi. Per come la vedo io il male è un mistero, e neanche Gesù lo ha svelato completamente. Quando Lazzaro muore Gesù, prima di farlo risorgere, piange, mica dà una pacca sulla spalla alle sorelle! Più che spiegarlo, il male, lui se lo è messo sulle spalle. Io penso che tutto ci sarà chiaro quando la Verità ci verrà rivelata tutta insieme, e allora anche il mistero del male ci verrà svelato. Di sicuro con la croce di Gesù ha acquisito il senso, ed è diventato via di salvezza.
ma perché tutto questo mistero e tutta questa sofferenza? non sarebbe il caso di opporsi a tutto questo orrore?
la frase di Giussani sulle vocazioni è condivisibile e molto bella, chi non segue le proprie vocazioni è un morto, condivido la sua idea
Gesù Cristo Figlio di Dio non si è opposto ma si è abbandonato nelle mani del Padre che lo ha glorificato.
certo che un Dio che lascia compiere simili atrocità su un figlio, boh
vero, poteva almeno comprargli un monolocale in centro e mettere una buona parola per un posto fisso…
perché le raccomondazioni di lavoro sono un peccato? davvero? non lo sapevo
La risposta del Papa postata da Cristina è risolutiva e meravigliosa!
infatti, i bambini giapponesi a cui verrà il cancro per l’esposizione alle radiazioni nucleari saranno estasiati dalla meravigliosa risposta
lo sai come si dice a Roma :
ma ce sei venuta o te c’hanno mannata?
Non sono i bimbi giapponesi malati di cancro che hanno bisogno di una risposta, ma tu. Se non ne sei convinta prova a leggere qualche esperienza dei malati assistiti da Madre Teresa.
“Beati gli afflitti, perché saranno consolati” (Mt 5,4)
“E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!” (Mt 10, 28-31)
“Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero” (Mt 11, 28-30)
“In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna” (Mc 10, 29-30)
“In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” […] “In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda” (Gv 6, 47-55)
“Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà” (Gv 11,25)
…per quanto riguarda il Papa io vi dico:
….no, no, no, no, noooooo!!!!
Ma come si fa a fare questi discorsi a una bambina di 9
(nove!) scriverlo anche sul giornale,anche!!!
….volevo dire di nove anni, non ho scritto, “anni”,
scusate.
Ma non è indegno di intervistare dei bambibi e di fargli rispondere dal Papa? Ma abbiate pazienza!!!
Ma vi rendete conto, a parte il contenuto della risposta, ma di tutta questa messa in scena?!?!?
se preferite questa di risposta:
Sua Santità il Dalai Lama esprime tutta la sua solidarietà alle popolazioni colpite dal recente terremoto e tsunami in Giappone.
In una lettera del 12 marzo 2011 al Primo Ministro del Giappone Naoto Kan, Sua Santità il Dalai Lama ha espresso il suo dolore e solidarietà alla notizia del terremoto di ieri e del successivo tsunami in Giappone. Sua Santità ha offerto le sue preghiere per coloro che hanno perso la vita ed ha offerto la sua solidarietà e condoglianze alle famiglie ed alle popolazioni colpite. Ha ricordato che tutti dobbiamo essere grati al governo giapponese che le misure di prevenzione del disastro hanno impedito che il bilancio di morte e distruzione assumesse proporzioni ben peggiori. Inoltre, come monaco buddista che quotidianamente recita il Sutra del Cuore, Sua Santità ha ritenuto che sarebbe molto auspicabile che i buddisti giapponesi recitino il Sutra del Cuorein questa occasione, il che non solo può essere utile per coloro che hanno perso delle vite preziose, ma può anche aiutare a prevenire nuove catastrofi in futuro. Preghiere di recitazione del Sutra del Cuore per centomila volte sono stati organizzate a Dharamsala per questo scopo.
“Democrito, che il mondo a caso pone”
è un verso della Divina Commedia, Democrito, Epicuro,
due filosofi, dice Lucrezio, poeta, che hanno cercato di liberare l’uomo dalle superstizioni, dalla paura della morte:
quando ci siamo noi la morte non c’è, quando c’è la morte noi non più, atomi, nel vuoto, molecole…
Indovinate un po’ dove l’ha messo Dante Democrito?
All’Inferno! Papale papale! Come direste voi a Roma:
“e te pareva?!
@ Paul
che c’entra il Dalai Lama ?
è un’alternativa visto che ad alcuni qui non piace la risposta del papa magari troveranno valida quella del Dalai Lama (a me sembra di una superficialità sconfortante ma giudicate voi…)
Poi volevo ribattere che se i bambini giapponesi si ammalano di cancro è grazie alle uniche vere divinità intoccabili e indiscutibili dei tempi moderni: la scienza e il profitto.
…a questo punto, scusate, credo sia giusto quello che diceva l’altro partecipante, lascio il mio
neme e e-mail, trasparenza: nome: alvise cognome: scopel
e-mail: alvisescopel@gmail.com
Mi limito ad esprimere un pensiero sul post (la speranza di non accendere il computer è stata come previsto vana, ho dovuto finire una cosa e quindi sono passato anche di qui) perchè la piega di gran parte delle risposte hanno avuto una deviazione polemica che vorrei evitare.
Giussani in un altro passo diceva anche “Andare contro la menzogna, fare la cosa in modo vero, … questo è il sacrificio” (Si può vivere così?), pertanto per seguire la strada della Via Crucis bisogna seguire il proprio Cuore (sempre quello biblico) ed accettare le circostanze che incontriamo nella nostra vita, senza pensare che la felicità possa venire dal cambiare le condizioni al contorno (cambiare moglie, vincere all’enalotto, ecc.).
Fare le cose in modo vero: mi chiedo se esiste una risposta più corrispondente al mio Cuore di quella (quelle) che il Santo Padre ha dato alla bambina giapponese (“Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” Mt16,24) per chè il Papa sa che i bambini sono molto più intelligenti degli adulti ed ha l’accortezza di arrivare al loro livello (più alto di noi adulti).
Infatti, se qualcuno ha visto la trasmissione odierna, oltre alle domande poste al Papa ne sono state raccolte altre e quella più bella era quella di un bambino che ha chiesto: “perchè Gesù ha scelto Giuda se sapeva che l’avrebbe tradito” ed io ho dovuto rispondere a mia figlia dicendogli, in parte usando anche le parole del frate presente, che Giuda era libero di non tradire Gesù, e soprattutto che Giuda era libero di accettare il perdono di Gesù dopo, e Giuda, superbo, “con il tradimento voleva che gesù si rivelasse” perchè pensava di sapere cosa bisognasse fare meglio di Gesù; questo è il nostro (mio) peccato: che vogliamo essere noi Dio, che pretendiamo di saper ciò che è meglio per noi, invece la risposta è quella Croce che mi appresto ad adorare.
Buona Pasqua a tutti
Carissima Costanza, l’ho conosciuta attraverso un’intervista di Langone su Il Foglio; sono missionario in Giappone da vent’anni, ho scoperto che ha inserito il sito che curo, saltuariamente, nel suo Blogroll (I Segni dei tempi). E’ Venerdì Santo, una porta aperta sul Sabato del silenzio e della morte vera, senza maschere, l’unico grembo da cui possa sorgere la vita altrettanto autentica, quella che spezza il guscio di ferro che la tiene intrappolata. Prendere sul serio la vita, “assecondare ogni input di sacrificio imposto dalla nostra vocazione” è non scappare dal sepolcro; un paradosso, di questi tempi poi, ma la vita non può che sorgere dalla morte, quella che ci portiamo appiccicata come il sudore delle giornate ingolfate di umidità. Ciò che più aborriamo, ciò che cancelleremo all’istante dalla nostra esistenza, soltanto ne avessimo il potere, quella morte lì è il seno della vita. A patto di restarci come Gesù, con Lui, in Lui. Ed aspettare, con pazienza, che il chicco caduto in terra faccia il suo corso…
Che il Signore le conceda insieme con la sua famiglia di essere avvinta in questa pasqua dall’amore ineffabile di cristo, la Luce che, sola, fa del buio e della morte, uno scrigno per la vita.
PS. Sarò in Italia per un paio di settimane e mi piacerebbe incontrarla, potremmo contattarci privatamente? Una decina di anni fa, durante il Giubileo, ho fatto una missione a Saxa Rubra, presiedendo poi per un po’ di tempo, una celebrazione della Parola nella cappella di Santa Chiara… Le lascio questo link dove potrà leggere alcune riflessioni su questi giorni, dettate dall’esperienza personale in Giappone: http://vangelodelgiorno.blogspot.com/2011/04/venerdi-santo.html
…et ipso, et cum ipso, et in ipso?
Ma, direbbero a Roma, che stai a di’? ma certo che siamo tutti sudati, intrisi del sudicio della vita (non della morte) e cerchiamo di affrontarla tutti il più serenamente e dignitosamente che uno possa!!!! Ed è tutto ciò che possiamo….
…Buona Via Crucis al Colosseo (io la seguirò in televisione) e Buona Pasqua a tutti voi.Io vado verso occidente,lascio la mia amata metropoli afflitta dal benigniano “trrraffico”,per la provincia mammalucca dove sono nata.
Cara Costanza e cari tutti,anch’io ho una croce sulle spalle,forse piccola in confronto ad altre,ma c’è.Io lo so cos’è il dolore innocente,come non si può amare un Dio che è venuto a vivere la nostra stessa condizione,fino all’ estremo?Che è l’emblema stesso del dolore innocente? Questa è la grandezza del Cristianesimo.@Ariaora tu (e non i bambini giapponesi di cui, in fondo, non sai nulla)non sarai estasiata dalla meravigliosa risposta,io sì
Alvì non mi basta la saggezza Epicurea,la morte è anche morte di situzioni, di rapporti,di affetti,oltre che la possibile morte di chi ami,io ho bisogno di Uno che faccia nuove tutte le cose.
Ancora Buona Pasqua.
….no di nove, di sette anni, il Papa ha parlato a una bambina di sette anni e gli ha detto che un giorno capirà che questa sofferenza (del terremoto in Giappone, la bambina era giapponese) non era vuota, non era invano, ma c’era un progetto buono, d’amore, dietro…
Ma ho capito bene, così gli ha detto il Papa a questa bambina?!?
Ma non c’era altre parole più “umane” per cercare di confortare una bambina piccina?!?
Eh già, ma il Papa mica è umano. Eh no!
Il vecchio eremita Sebastiano pregava di solito in un piccolo
santuario isolato su una collina.
In esso si venerava un crocifisso che aveva ricevuto
il significativo titolo di “Cristo delle grazie”.
Arrivava gente da tutto il paese per impetrare grazie e aiuto.
Il vecchio Sebastiano decise un giorno di chiedere anche lui una grazia e,
inginocchiato davanti all’immagine, pregò:
“Signore, voglio soffrire con te.
Lasciami prendere il tuo posto.
Voglio stare io sulla croce”.
Rimase silenzioso con gli occhi fissi alla croce,
aspettando una risposta.
Improvvisamente il Crocifisso mosse le labbra e gli disse:
“Amico mio, accetto il tuo desiderio,
ma ad una condizione:qualunque cosa succeda,
qualunque cosa tu veda,
devi stare sempre in silenzio”.
“Te lo prometto, Signore”.
Avvenne lo scambio.
Nessuno dei fedeli si rese conto che
ora c’era Sebastiano inchiodato alla croce,
mentre il Signore aveva preso il posto dell’eremita.
I devoti continuavano a sfilare, invocando grazie,
e Sebastiano, fedele alla promessa, taceva.
Finché un giorno…
Arrivò un riccone e, dopo aver pregato,
dimenticò sul gradino la sua borsa piena di monete d’oro.
Sebastiano vide, ma conservò il silenzio.
Non parlò neppure un’ora dopo,
quando arrivò un povero che incredulo per tanta fortuna,
prese la borsa e se ne andò.
Né aprì bocca quando davanti a lui si inginocchiò un giovane che chiedeva
la sua protezione prima di intraprendere un lungo viaggio per mare.
Ma non riuscì a resistere quando vide tornare di corsa l’uomo ricco che,
credendo che fosse stato il giovane a derubarlo della borsa di monete d’oro,
gridava a gran voce per chiamare le guardie e farlo arrestare.
Si udì allora un grido:
“Fermi!”.
Stupiti, tutti guardarono in alto e videro che era stato il crocifisso a gridare.
Sebastiano spiegò come erano andate le cose.
Il ricco corse allora a cercare il povero.
Il giovane se ne andò in gran fretta per non perdere il suo viaggio.
Quando nel santuario non rimase più nessuno,
Cristo si rivolse a Sebastiano e lo rimproverò.
“Scendi dalla croce.
Non sei degno di occupare il mio posto.
Non hai saputo stare zitto!”.
“Ma, Signore” protestò, confuso, Sebastiano.
“Dovevo permettere quell’ingiustizia?”.
“Tu non sai” rispose il Signore,
“che al ricco conveniva perdere la borsa,
perché con quel denaro stava per commettere un’ingiustizia.
Il povero, al contrario aveva un gran bisogno di quel denaro.
Quanto al ragazzo, se fosse stato trattenuto dalle guardie
avrebbe perso l’imbarco e si sarebbe salvato la vita,
perché in questo momento la sua nave sta colando a picco in alto mare”.
E’ la preghiera più bella che possiamo rivolgere a Dio:
“Signore, qualunque cosa accada…io mi fido di te!”
…allora, forse, si potrebbe supporre che Iddio abbia mandato il terremoto, da cui è conseguita la catastrofe nucleare,
per distogliere i popoli dal nucleare che potrebbe provacare danni irreparabili? E’ così?Per il nostro bene pratico? (mistero a parte)
Alvise dobbiamo rassegnarci:
non si può entrare nella mente Dio, e come un granello di sabbia che vuole farsi montagna.
Siamo stati creati con miliardi di possibilità, ma non possiamo mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male. Era l’unica regola e noi l’abbiamo infranta, continuiamo a infrangerla.
per capire: se camminando in strada vedo pestare di botte una persona devo tacere o chiamare il 113?
…chi è che infrange qui?
1)…diceva Costanza. Il Papa ci ha un cervello grosso così.
Grosso come, ma che vuol dire? Non mi sembra che le prove che abbia dato di intelligenza, cultura, eccetra
siano sopra ai cervelli normali di questo mondo di nani
mentali, Eco, Ferrara, Scalfari, Sgarbi, don Giussani, padre Turoldo, Mourinho, Montezemolo, Marchionne, Berlusconi, per fare solo alcuni nomi.
2) che vuol dire giuristi cattolici (Livio Podrecca)?
Perche, allora, non, anche giuristi miscredenti, atei, pagani, materialisti?
Che senso avrebbe, che senso ha?
BUONA FESTA A TUTTI!!!
La Croce resta “scandalo e follia” per il mondo, non c’è niente da fare, né ci si può aspettare altro. A chi si lamenta della risposta del Santo Padre data alla bambina giapponese, vorrei far notare che non si poteva certo pretendere in quel frangente una corposa lezione teologica.
Se qualcuno vuole approfondire il tema, c’è stato il bellissimo intervento a Radio Maria del prof. de Mattei, che è stato massacrato e usato come ariete di sfondamento polemico dai razionalisti in chiave anticattolica, tanto da lasciare sconcertati anche molti tra i cattolici.
Ne avevo lasciato link nel post del 31 marzo, e comunque basta fare un rapido giretto su “Corrispondenza Romana”.
L’invocazione del fantasma di Epicuro, invece, mi ha fatto venire alla mente le pagine di quello che giudico uno dei libri più belli di Vittorio Messori, “Scommessa sulla morte”. Ricopio il capitoletto, che si intitola “Giochi di parole”, come regalo di Pasqua per alvise.
E’ impostato in chiave polemica antimarxista, poiché il libro risale al 1982, quindi ante-caduta Muro; ma comunque la sua lettura, direi, è del tutto valida “a prescindere”.
Scrive Vittorio Messori:
Il marxismo non è che l’erede ultimo e più fortunato di una lunga serie di sforzi per tentare di esorcizzare la morte con qualche gioco di parole.
Ludwig Feuerbach, il filosofo tedesco che per tanti aspetti fu maestro al connazionale Marx, si illudeva anch’egli di dissolvere l’inevitabile “incidente” negandone l’esistenza stessa: “La morte è un fantasma, una chimera, un nulla – si affannava a ripetere – La sua realtà è immaginaria, non sorge che dalle nostre idee.”
Alberto Moravia è lo scrittore italiano tra i più zelanti nel sostituire alla morte i genitali; è il più ascoltato tra i banditori di un ‘pastiche’ ideologico, un ibrido cocktail pseudoculturale in cui il marxismo è preminente, almeno sino a quando converrà ossequiarlo. Dice dunque quello scrittore “La morte? Non esiste. Secondo Einstein non c’è fine, non c’è principio. La morte non è che la trasformazione di certe forme di vita.”
Chi si accontenta gode, assicura il proverbio. Quanto a noi, siamo più esigenti e non ci accontentiamo affatto. Così, queste sentenze che vorrebbero essere definitive ci sembrano i penosi giochi di parole di chi, prima degli altri, tenta di convincere se stesso. Oltretutto la consolatoria citazione di Moravia (“secondo Einstein… “) è fatta a sproposito. Invece che al moderno fisico (al cui nome ricorre forse per dare un’illusione di “scientificità” al buffo ultimatum) il Nostro avrebbe dovuto rifarsi a Epicuro, l’antico filosofo che è all’origine della linea culturale che sfocerà in Feuerbach e Marx. “Che ci importa della morte? – si chiederà il frammento di Epicuro – La morte non esiste. Quando ci siamo noi non c’è lei. E quando c’è lei non ci siamo noi.”
Il ‘calembour’, il giochetto verbale di Epicuro è brillante all’apparenza quanto vuoto alla riflessione e illusorio alla prova dei fatti.
C’è qui la superficiale concezione della morte come una meta separta dalla vita: come un problema che sorgerebbe soltanto quando, all’improvviso, ci si para davanti. Mentre, secondo la ben nota definizione medica, la vita non è che “l’insieme delle funzioni che si oppongono alla morte”.
Sia sul piano fisiologico che su quello filosofico e psicologico, la morte non è alla fine, ma dentro la vita stessa. Non è una fastidiosa formalità alla quale adempiere un giorno remoto: ma una realtà quotidiana, la possibilità di ogni istante, sul quale proietta dunque la sua richiesta di significato. Appena nati si è abbastanza vecchi da poter morire. Appena raggiunto lo sviluppo comincia la dissoluzione: a partire dai 25 anni, muoiono in noi ogni giorno, senza essere sostituite, centomila cellule cerebrali; l’ultimo giorno non è dunque che un finire di morire.
Anzi, secondo Martin Heidegger, il maestro dell’esistenzialismo tedesco, uno tra i maggiori filosofi del nostro secolo, l’uomo non è che Sein-zum-Tode, un “essere per la morte”: a tal punto la condizione di mortale, ben lungi dall’essere un “inesistente nulla”, marchia a fondo ogni ora della vita, le dà un senso diverso a seconda delle risposte che le opponiamo.
Non solo Heidegger, ma tutti i filosofi esistenzialisti hanno messo il dito sulla piaga; così, anche se si dicevano marxisti come Jean Paul Sartre, mandarono in bestia i dogmatismi marxisti. Osserva infatti l’esistenzialismo: “Se la morte non ha senso, allora neanche la vita ha senso. La ricerca di un indirizzo da dare alla vita deve essere in ogni caso preceduta dalla ricerca del significato della morte, per quanto lontana essa sia.”
Osservazione logica, ragionevole, ma vietata dal marxismo [e vietata altrettanto dal relativismo, Nota-di-Me], che può essere preso sul serio solo se si fa finta di credere che la morte è un fatto secondario, in incidente banale che nulla ha a che fare con la vita e il suo impegno; che in ogni caso è un evento “naturale”, sul quale non val la pena di fare, di farsi delle domande.
Ma poi: non c’è soltanto la mia morte. Anche ammesso – e non certo concesso – che questa mia morte non mi riguardi (“Quando ci siamo noi non c’è lei… “) resta pur sempre la morte degli altri: dei nostri genitori, dei nostri figli, dei nostri amici; di coloro che amiamo e che ci amano.
Noi non siamo morti, non ancora. Ma attorno a noi, vicino, vicinissimo a noi si muore. Anche qui “non ci siamo noi quando c’è lei”?
Ci fu un tempo in cui, come ogni cronista di quotidiano, fui frequenentatore obbligatorio e riluttante di obitori. Ti giuro che mai pensai di citare Epicuro, Marx, Feuerbach o un Moravia qualunque a genitori, a mogli, a mariti, a figli, a fratelli impietriti o urlanti davanti alle lastre di marmo su cui giacevano cadaveri straziati.
In quei lugubri sotterranei – quando il giornalista avverte con qualche disagio la sua vicinanza all’avvoltoio che piomba là dove ci sono le salme – in quei sotterranei, dunque, mai mi venne in mente di dimostrare a quei poveri disperati che “in realtà la morte non esiste”; che, come Marx assicura, “l’uomo è un essere genericamente determinato e come tale immortale”; che “secondo Einstein… “.
Dicono i versi di Eugenio Montale: “Se uno muore non importa a nessuno / purché egli sia sconosciuto e lontano… “.