Non si può vivere solo un po’

Nel giorno della via crucis, giorno in cui è bene non dire parole che non servono, vorrei solo condividere brevemente con voi un pensiero che mi ha regalato il confessore, ieri. La via della croce. Ogni volta che gli chiedo un consiglio mi invita a prendere quella. Qualsiasi dubbio, qualsiasi lamentela. Chi passa per la via della croce non sbaglia mai strada, da qualunque parte sia diretto. Davanti a noi, dice il mio confessore, e per dire la verità lo diceva anche la Didachè, il primo catechismo apostolico, ci sono due vie e solo due: una porta alla vita, una alla morte. Non si può vivere solo un po’, vuol dire che si sta morendo.

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Proposta indecente

Poiché è da quando sto a Roma che cerco vanamente di convincere qualcuno (a parte quella volta che è venuta Roberta).

Anche se è disdicevole dare appuntamenti a sconosciuti via Internet.

Visto che ci ho provato con mio figlio, il grande, che mi ha risposto: “Peccato. Proprio venerdì che avrò mal di testa…”

Dal momento che rischio ogni anno di addormentarmi stanca e infreddolita verso la decima stazione, e mi piacerebbe almeno poter dormire accasciata vicino a qualcuno che conosco, e non sullo zaino di una suora che pure è così misericordiosa da far finta di niente.

Poiché il luogo è storico, e il simbolo ha un valore, e quella è la preghiera più potente, e a dirla è Cristo in terra, e quello in cielo ha bisogno di compagnia, insomma…

Vorrei farvi una proposta indecente.

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