
di Costanza Miriano
Il tempo di stipare sei o sette tonnellate di roba nelle borse (vuoi fare a meno della crema rassodante che ti riproponi di mettere da circa sei mesi? E se hai un rigurgito di diligenza? Vuoi portarti solo tre libri da leggere? E poi che fai se i figli vengono inghiottiti dal triangolo delle Bermude, si smaterializzano o decidono di dedicarsi al giardinaggio, compunti e silenziosi?) e si parte per Perugia, per un fine settimana dai nonni. Mio marito non c’è, lavora, e pare a tutti opportuno che sia io a guidare, visto che il più plausibile tra gli altri candidati ha dodici anni: sono la più indicata, ma non di molto. Conoscendo la mia abilità al volante – fenomenale la mia tecnica nel curvare: vado dritta fino a un pelo dal guard rail, poi sterzo a gomito, d’altra parte le curve non sono un insieme di punti? O com’era? Erano le rette? Boh – mio marito mi invita a staccare il telefono. Gli obbedisco, giusto un attimo per chiamare la mia amica G., e poi E. e poi F. Prima di Orte chiudo.
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