Ma c’è anche la rana

 

Ieri mattina, miracolosamente sveglia a un orario dignitoso, mi sono avvicinata a mio figlio che usciva per andare a scuola. Lui era di spalle e ha fatto un balzo. “Oddio!”. Ha cominciato a pettinarsi freneticamente con tutte e due le mani. Poi si è girato e ha capito che l’ombra che aveva visto sulla porta di casa era la mia, non la sua. Era il mio cespuglio mortaccino e incolto quello che vedeva, non i suoi capelli forti e morbidi di giovanetto che si affaccia alla vita.

Voci malevole e del tutto destituite di fondamento sostengono che io la mattina sembri la mamma di Mafalda, con gli stessi occhialoni spessi e la capigliatura inclassificabile.

Ho pensato a questo leggendo il libro della mia amica Elisabetta Tumbiolo, Il rospo che c’è in lui, appena uscito per la San Paolo. Una sorta di manuale per la manutenzione dell’amore domestico, pieno di saggezza e consigli utili, esposti in modo più organico e strutturato che nel mio Sposati e sii sottomessa, visto che lei non è sgabinata come me, anzi non lo è affatto.

Il principe che sposiamo dopo il bacio si trasforma inevitabilmente in un rospo – dice Elisabetta – ma al processo di rospizzazione, diciamolo onestamente, ne corrisponde uno di ranizzazione da parte di noi ex principesse.

Una come me che aspira ad essere un’icona di stile – secondo me la mattina alla messa in parrocchia io svetto sulle altre, dall’alto dei miei trentacinque anni in meno – non dovrebbe cantare a squarciagola Mamma mia saltando sul letto in mutande e calzini insieme ai figli quando il principe azzurro è in casa. C’è un limite sotto al quale non bisognerebbe mai scendere.

E già adesso le cose vanno meglio da un punto di vista estetico. Negli ultimi dodici anni della mia vita mi hanno sempre offerto il posto sulla metro perché o ero incinta o avevo la pancia postuma. Ma che fai, rifiuti? Dici “non sono incinta e lei è un cafone”? Ti siedi e ti riprometti con tutte le forze che quella sera, cascasse il mondo, farai gli addominali, se sei una donna degna di questo nome (non lo sono).

E comunque la ranizzazione più grave non è quella estetica (ne parla abbondantemente anche il libro Il rospo che c’è in lui).

Personalmente, dal punto di vista del mio rospo c’è una top ten di molestie con le quali posso affliggerlo e rendergli un ingorgo sul grande raccordo anulare più appetibile della mia compagnia.

Al primo posto senz’altro ci sono le lamentele, con le quali posso approntare una vera e propria sinfonia. Una donna si sfoga, si libera dei suoi pesi e non ci pensa più. Mister Wolf deve risolvere e allora comincia lui a rimuginare nello stesso momento in cui voi, finalmente sfogate, potete finalmente dedicarvi con spirito leggero e sollevato alla scelta dello smalto.

Nella mia top ten delle molestie c’è poi la simpatica abitudine di cominciare a chiedere “perché non mi parli più?” in momenti del tutto casuali e improvvisati. “Non ti parlo perché sto leggendo” tenta di dire lui. Ma è tutto inutile. Ormai la rana di casa è entrata nel trip della donna trascurata, e non mollerà facilmente la presa.

Parliamo della nostra relazione” – tornerà presto alla carica con infidi agguati nei momenti meno opportuni, tipo il sorteggio per la champions o la risoluzione di un problema di computer.

Un altro degli assi nella manica della rana molestatrice è il “che intendevi dire con?”. La rana, con uno sguardo drammatico e perso nel vuoto si riferirà a qualcosa che il rospo avrà detto tre giorni prima, e si sarà prontamente dimenticato. Lui annaspando con la memoria fingerà di ricordare, ma in realtà non ha la più pallida idea di cosa lei stia dicendo. “Tu hai detto che ho comprato lo stracchino e mi sono dimenticata delle mandorle tostate, in realtà volevi dire che sono egoista”. Un rospo se parla dello stracchino parla dello stracchino, ma questo una vera rana non lo capirà mai.

A meno che non dica a Dio, come san Francesco , “illumina le tenebre de lo core mio, et dame senno e cognoscimento”. Quella è l’unica speranza.

77 pensieri su “Ma c’è anche la rana

  1. Alberto Conti

    Ma così non vale! Un bel post tranquillo simpatico sulla quotidianità coniugale, fresco ed ideale per uno che a 1/4 all’una non è riuscito a finire neanche 1 dei 2 lavori che doveva fare entro stasera (ma mo’ vado a letto), e poi: una frase, quella benedetta frase di S. Francesco che ti obliga a riprenderti, a giudicare anche l’abbruttimento serale sul divano e che “il Napoli perde con il Cesena” (favoloso Troisi anche se mi ci volevano i sottotitoli).
    Ma insomma “Che ho da fare con te, donna?” (Gv 2,4) lasciami un po’ tranquillo nella mia bambagia … e invece no.
    Grazie per richiamarmi a dare un valore ad ogni attimo della mia quotidianità e renderla così “eroica”: perchè la vita non vale la pena per niente di meno.

  2. Strepitoso, divertente da far girare il mio piccolo di due anni e mezzo e fargli chiedere :”mamma, ecchè idi?” (mamma, perchè ridi?), ma contemporaneamente VERISSIMO, almeno per me, mi ritrovo in ogni parola… tanto che stamattina, dopo il rosario, cercherò di eliminare quanti più peli superflui dalla mia faccia, e quando incontrerò il mio principe-rospo (ha fatto il turno di notte in ospedale col figlio grande, a proposito, qualche preghierina pure per lui dai lettori del blog ci farebbe davvero comodo!) cercherò di on affliggerlo troppo con frasi tipo: “ti sono mancata?”
    Grazie Costanza, caffélatte, risate, esortazioni e luce serviti a colazione, sei impagabile!

    1. eh lo so, dovrebbero spiegarci questo agli incontri prematrimoniali in parrocchia invece di affliggerci con la temperatura basale e la separazione dei beni.

      Dopo Guido for President, Guido Santo Subito!!!

    2. Velenia

      @sorellastragenoveffa,abbiamo qualcosa in comune anch’io mi sciroppo almeno un ricovero l’anno con figlio-grande,poi ne è capitato qualcuno con gli altri , ma quello è altra cosa.
      Questo per dirti che sono con te,e cha da oggi il tuo bambino è insieme al mio ragazzino nelle mie preghiere.

  3. Carissima Genoveffa le preghierine sono assicurate! 🙂
    Magari ti va di dirci il nome del bimbo? 😉
    Per il resto, diciamo che il mio lato peggiore stamattina non sono certo i capelli, ma quella che ci sta in mezzo : la faccia, in tutto uguale a quella di Mafalda nella figurina.
    A proposito : qualcuno ha da dire qualcosa contro la mamma di Mafalda citata da Co?
    Ecco : quindi Costanza, vai tranquilla, che gli occhialoni ce l’abbiamo in parecchie.
    Devo dire però, e sono seria, che buona parte della mia faccia di stamane è dovuta ad un brutto confronto col mio rospo prima di andare a letto ieri sera. Nonostante avessi avuto, come vi avevo detto, una giornata emotivamente impegnata, ieri sera ho voluto tentare l’impossibile e far capire al mio principe consorte che i suoi fratelli dovrebbero rompere meno le scatole e pretendere un pochettin de men da parenti che vivono (per fortuna nostra) a 700 km di distanza. Il BELLO è che non è mia suocera a rompere, ma 3 splendidi cognati cinquantenni che si comportano col fratello minore (che è il mio partner) esattamente come quando litigavano per i soldatini.
    Insomma il mio vano tentativo è finito piuttosto male ed ho capito solo che tanto valeva sposarmeli tutti e 4.
    Così sì che ero sottomessa !
    🙁

    1. Ah dimenticavo….
      “illumina le tenebre de lo core mio, et dame senno e cognoscimento”
      nel mio caso, almeno per ieri…meglio di no!

  4. Una CHICCA, va detto, sei brava, davvero un cesello!!!
    Io metto la fine di una poesia che ho trovato sui giornali:
    “…Il legame che accoppia
    e forse strangolerà,
    comincia innocente la primavera ,
    un primo poggiare lieve
    del viticcio sull’albero,
    pensiamo di avere una scelta
    di poter ancora tagliare.Ma questo
    verde e scuro sciame/
    d’api, cresce divino”.

  5. Alberto Conti

    “Vorrei dire per via di metafora che i sessi sono due ostinati pezzi di ferro, che se mai si potranno fondere, si fonderanno allo stato incandescente. Ogni donna finirà per scoprire che suo marito è un animale egoista, se paragonato all’ideale femminile. Ma è bene che ella compia la scoperta della bestia mentre entrambi si trovano ancora a vivere la storia de “La Bella e il Mostro”. Ogni uomo deve scoprire che sua moglie è irritabile, vale a dire tanto sensibile da fare impazzire: perché di fronte all’ideale maschile ogni donna è folle… Tutto il valore dei normali rapporti fra uomo e donna sta nel fatto che essi incominciano veramente a criticarsi quando incominciano ad ammirarsi davvero. Ed è bello che sia così. Io sostengo, e non rifiuto alcuna parte di responsabilità in tale affermazione, che è meglio che i due sessi non si comprendano, fino al momento in cui si uniranno in matrimonio. E’ bene che non abbiano la conoscenza prima di avere il rispetto e la carità… Coloro che da Dio vennero separati, nessun uomo osi unire.” (G.K. Chesterton con un ringraziamento a http://incontricoppie.wordpress.com/)

  6. Daniela Corbellini

    “A arte de viver é simplesmente a arte de conviver … simplesmente, disse eu? Mas como é difícil!”

    “L’arte di vivere è semplicemente l’arte di convivere…
    ho detto semplicemente? Ma com’è difficile!!”

    Mario Quintana

  7. Er mortorio de Leone duodecimosiconno

    Jerzera er Papa morto c’è passato
    Propi’ avanti al cantone de Pasquino:
    Tritticanno la testa sul cuscino
    Pareva un angeletto appennicato.

    Venivano le tromme cor zordino,
    Poi li tammuri a tammurro scordato:
    Poi le mule cor letto a bardacchino
    E le chiave e ‘r trerregno der papato.

    Preti, farti, cannoni de strapazzo,
    Palafreggneri co le torce accese,
    Eppoi ste guardie nobbile der cazzo,

    Cominciorno a intoccà ttutte le chiese
    Appena uscito er morto da Palazzo.
    Che gran belle funzione a sto paese!!!

    1. Daniela Corbellini

      Qua andiamo a finire come nel cantiere che seguivo a Bergamo, appena arrivata in Italia.
      Arriva il capo cantiere che attacca con la problematica in italiano ma dopo 2 parole parte il dialetto. Io ascolto a annuisco (capendo 1/10 di quello che parlava, ovviamente). Alla fine lo guardo e rispondo in portoghese…
      Lui: “Pota, ma che dialetto è?”

    1. Daniela Corbellini

      Caro Alvise,
      non saprei da dove iniziare…
      Il mio è stato un viaggio lungo e travagliato, infatti a volta mi riconosco nel tuo turbine di domande, mi sembra di aver vissuto mille vite e forse è proprio così.
      Il mio arrivare in Italia è parte della ricerca di me stessa e, alla fin-fine, di Dio.
      La scelta non facile e non lineare di venire in Italia, o meglio, quella di restarci, avvenuta più tardi, è stata come scegliere tra ciò che ero e ciò che volevo essere, tra ciò che gli altri si aspettavano da me e ciò che avevo scelto per me…
      Io resto sempre sospesa tra due mondi, e mi piace così. Perché il posto dove cresce, le persone, le culture, tutto rimane in te. Ti forma e ti forgia.
      E quando sento certi discorsi su essere felici e pontificare perché si sta bene, perché quando uno prende poco, e fa fatica ad arrivare alla fine del mese, ecc. Io sorrido. Sorrido perché ho visto ridere gente che doveva solo piangere, ma che era profondamente felice, attaccata alle loro madonnine, rosari e anche a qualche superstizione (e te lo assicuro gli trovavo assurdi!!!). E ho visto tanta gente piena di soldi (perché dove c’è tanta povertà, ci sono ricchi che non immaginiamo nemmeno, roba da appartamenti da 1200 mq) profondamente vuoti e tristi, attaccati solo a un gran desiderio di apparire e a qualche pasticca per stare bene.
      Tu dirai che la fede non c’entra, io ti dico che lo pensavo anch’io… ma il mio viaggio attraverso la scoperta della mia dimensione di fede adesso non ho il tempo necessario, te lo propongo a puntate per non annoiarti.

      1. Velenia

        Sò feliz Senor porque tu vas con migo,vamos lado a lado es meo meliore amigo,
        Como vento veloz o tiempo da vida passa,quaero o favor da tua gracia

      2. Velenia

        le parole della canzone,con molti errori di ortografia, erano per Daniela,naturalmente

      3. Daniela Corbellini

        “Pota, ma che dialetto è?”
        hahahahah
        GRAZIE VELENIA!!!!!

        E per @sorellastragenoveffa, mi unisco alle preghiere per Filippo!

  8. Elena

    Meravigliosi uomini… che ci riconducono all’essenza!
    Io ho imparato, eccome se ho imparato, a non chiedere: niente coccole, niente confronti sul rapporto di coppia, niente seratine a lume di candela, niente baubau-miciomicio. Non perché sia particolarmente saggia, ma perché ci ho sbattuto dolorosamente il naso (in un confronto serrato mi sono sentita dare della “pazza, ‘ché queste cose non le facevamo neanche da findanzati!”).
    L’ho preso per com’è. Ho rispettato i suoi confini, inizialmente obtorto collo. Ed è arrivato il centuplo.
    Poi, certo, all’ospedale per la safenectomia ci sono andata col bus (lui doveva accompagnare i bambini a scuola) e il post operatorio me lo sono smazzato da sola; ma quando ho tagliato i capelli l’altra settimana se n’è accorto (!!!) e mi ha detto: come stai bene. E ieri sera mi ha fatto un massaggio alle spalle… Donna fortunata! Tutto nello sforzo di ricordarmi che il “Te al centro del mio cuore” del noto brano liturgico (spesso eseguito ai matrimoni) NON è il marito.

  9. Alessandro

    Costanza è su Avvenire di oggi, inserto “èvita”, p. 4: “Maternità surrogate, chi pensa alle donne?”

  10. Grazie, Alessandro! Credo comunque che lo pubblicherò domani come post, così questa sera posso dedicarmi a rispondere alle domande delle interviste arretrate. Grazie, e che occhio che hai!

    1. Alessandro

      Scusa, non volevo bruciarti il pezzo! Sarà un gran bel post, lo consiglio a tutti gli amici frequentatori del blog! Grazie a te

  11. giuliana zimucci

    Ho cominciato a farmi domande sulla mia “ranizzazione” quando miioo figlio guardando una foto del matrimonio riconosceva il padre, ma non diceva una parola di quella sconosciuta che stava avvinghiata come l’edera all’uomo in questione. E’ vero, avevo messo le lenti a contatto quel giorno, forse avevo qualche chilo in meno (tanti?)….mmmmm che sarà mai di così diverso da oggi?
    Aiuto!!!! (ma anche Paolo ha messo su un po’ di pancia!).
    E così dopo breve riflessione, ho deciso di affrontare, correndo/camminando a seconda del fiato, tutti i giorni uno dei meravigliosi sentieri del Soratte con la mia amica Cecilia. E con lei vado pure da Nadia la parrucchiera, perchè non ne potevo più di quella pantegana che mi ritrovavo in testa. Insomma non sarò quella di 10 anni fa, ma un po’ di dignità la sto recuperando! Diciamo la verità, si ama il marito anche curandosi del proprio aspetto. So che lui non si metterà a guardare con occhio da triglia la ragazza al banco del bar, però si merita di trovare una moglie accettabile varcando la porta di casa.
    Anni fa andando a messa sentivo parlottare nei banchi le signore che dicevano “la vedi quella? si veste bene la domenica, perchè si deve far vedere da tutti…”. Nella nostra mentalità perbenista-politically correct-radical chic non pensiamo minimamente che si va vestiti bene in chiesa perchè si va a casa di Uno importante. Dio è democratico, mica ci fa caso se vai vestito come un clochard…. Eh no, invece! Lui si presenta a noi nella sua veste migliore, e noi che facciamo? andiamo in ciabatte a casa Sua!
    Quindi curare se stessi è amore. E io la devo smettere di dire “non sei più quello di una volta!” in tono scherzoso ma provocatorio. Sono veramente pesante e non so com’è che lui mi regge! ma questa è una riflessione personale…. Eravamo troppo incoscienti quando abbiamo deciso di sposarci, ma in fondo è bello così!

      1. giuliana zimucci

        Grazie! non conosco tutti i suoi scritti, ma mi è sempre piaciuto, quindi apprezzo a prescindere!

    1. Elena

      Non è mentalità perbenista-politically correct-radical chic. È: la moglie madre di famiglia non deve curarsi del suo aspetto né della sua salute, non deve far nulla per il suo benessere perché deve martirizzarsi a vita. Purtroppo ci sono donne (soprattutto delle generazioni delle nonne e mamme nostre) che rinunciano persino a curare problemi di salute.
      Il nostro corpo è tempio dello spirito santo quindi anzitutto bisognerebbe averne cura per dar gloria a dio. Io mi rimpinzo di dolci e so che questo non va bene, non perché la cellulite mi rovina la prova costume ma perché so che è un’offesa al dono che dio mi ha dato.
      Certo ci sono momenti anche lunghi in cui il topo in testa imperversa (18 mesi senza parrucchiere… ero inguardabile) e le unghie sembrano quelle del conte di montecristo che si scava una via di fuga, ma puntare ad avere un aspetto dignitoso e uno stato di benessere accettabile fa parte dei doveri di un cristiano.
      Ogni tanto mi chiedo: ma se fosse qui oggi, come sarebbe Maria? Come si vestirebbe? Userebbe il trucco?
      Come insomma essere amore anche prendendosi cura del proprio aspetto?

    1. sposatiesiisottomessaadmin

      troppo?
      E’ una prova. Farò altri esperimenti ma il pois non lo sopportavo più….

      1. Alessandro

        Ho notato la novità anch’io (inizialmente l’ho addebitata al daltonismo o ai cronici inconvenienti del mio schermo, ma se anche il resto del mondo vede più rosa qualcosa ci dev’essere). Comunque a me piace non dispiace.

      2. azzurra

        il pois?! cavolo, me li devo essere persi… allora, amministratore, lei faccia pure gli esperimenti e noi le diamo i voti…

        ps: un po’ meno rosa? ::)

  12. Velenia

    Il mio rospetto oggi ha la febbre,essendo io un’abbonata di “lamentela channel”,”te l’avevo detto channel” e dell’immancabile”io a tre giorni dai parti già pulivo il bagno channel”,e non essendo ancora sottomessa,si accettano preghierine perchè quando alle 5 tornerò a casa e troverò i miei 4 figli intenti a girare un remake abbastanza convincente di “The day after” e il mio consorte spalmato sul divano della cucina occupato a chiedersi come fioriscano le orchidee in Papuasia, io non mi sintonizzi immediatamente su “urla inumane channel”

    1. Daniela Corbellini

      Troppo la migliore!!!
      Anch’io devo fare molta strada prima di dirmi sottomessa!!!! L'”urla inumane channel” è il TOP

      1. Daniela Corbellini

        E’ per quello che mi ero definita “rana della bocca larga”, a volte esce di tutto…
        E’ lunga la via della santità, io inciampo di continuo!!!
        Ma come dice una canzone brasiliana (oramai ho sdoganato il portoghese):
        “as respostas estao no chao, voce tropeça e acha a soluçao”
        “le risposte sono per terra, tu inciampi e trovi la soluzione”
        … ma ti fai anche male… e se caddi addosso ad altri fai male anche a loro!!!!

  13. Luigi

    Io, uomo, quarantaquattrenne ho la pancetta. Va e viene ma c’è sempre. Ogni tanto penso di averla persa e invece me la ritrovo bella stampata nelle foto importanti. Mi segue con particolare devozione al mare e in piscina. Non è un difetto secondo me, mi permette di limitare la mia vanità. Ha anche altri funzioni. Attutisce i colpi dei bimbi, fa da seggiolino naturale, tiene a debita distanza l’avversario del calcetto. L’importante è che non diventi talmente ampia da appoggiarci il cacciavite o la lampadina mentre sei sulla scala. Ieri ho provato a correre e visto che qui qualcuno se ne intende svioino i tempi: 3,5 minuti, 2 minuti, 2,5 minuti, 3 minuti, 2,5 minuti, 3 minuti, 2 minuti. Tempo di corsa totale 18,5 minuti su 50 minuti in pista. Ero sfatto come una biscia e lo sono tuttora. La corsa mi uccide. Oggi pausa.

    1. giuliana zimucci

      Luigi, uomo, inutile che cerchi di trovare qualcosa di positivo nella pancetta! non raccontarci la favola delle maniglie dell’amore! non vale! perchè appena noi la mettiamo su, ecco che voi maschi vi sentite autorizzati a darci il pizzicotto scherzoso “e questa?”. Forza allora! se devi correre, fallo sul serio! :-)))

      1. Luigi

        Per correre seriamente avrei bisogno di costanza come aggettivo e di Costanza come trainer.
        Giuliana, mia moglie anche ha un po’ di cellulite e di pancetta ma io non mi lamento, guardo le altre…

  14. Velenia

    @giuliana zimmucci
    ieri mi hai chiesto la ricetta del couscous,devo dirti che si trova molto facilmente in internet, ma quello che non si trova è l'”incocciata”,cioè il passaggio dalla semola di grano duro ai granelli che conosci e che trovi(orrore)già precotti al supermercato.L’incocciata purtroppo non si può spiegare, la devi vedere e poi il cuscus, prima che un piatto, è un rito che dura una mezza giornata:le donne della famiglia si riuniscono tutte,la più anziana prepara la”gghiotta”,cioè la zuppa di pesce,preferibilmente di scoglio,poi si dà inizio all’ incocciata che comincia con l’ invocazione “In nome di Dio”.
    Allora si può fare così:venite tutti da me,le donne preparano il cuscus con me,gli uomini si portano i bambini in giro,Alvise lo mettiamo a stirare e,visto che è fiorentino,a declamare l’ intera Divina Commedia a memoria a figlio-grande che ha 13 anni e una passione per Dante (sa già qualche canto ),Ariaora si impegna a trovare un obiezione alla Chiesa che non sia già stata fatta in 2000 anni, e ce la sottopone,poi mangiamo,ci
    sciroppiamo anche una cassata (quella non la so fare,la compriamo).Poi,per smaltire il tutto, guidati da Costanza che è maratoneta e dunque resistente, facciamo “l’acchianata alla Santuzza” (Km.7 in salita)e, per finire, la dott.Francesca Miriano ci rianima tutti.Che te ne pare?

    1. giuliana zimucci

      la prospettiva è rosea, direi! come il colore del blog, ma accidenti, a New York il rosa è il colore dell’ottimismo (l’ha detto Carrie in Sex and the city), io amo NY e quindi ok! Magari alla salita si unisce anche Luigi, che senno’ dopo la cassata si ritrova con la pancia a balcone!

    2. Alberto Conti

      Il cous cous mangiato davanti alle saline ed i mulini a vento di Marsala (accompagnato da locali e con il brodo di pesce a parte) ancora me lo sogno; essere stato in Sicilia solo una volta per 48 ore con un matrimonio in mezzo è una cosa che grida vendetta.

      1. Alberto Conti

        un posto da favola (anche perchè essendo fine aprile c’eravamo solo noi) peccato solo dover scappare presto per andare a prendere l’aereo

  15. Velenia

    Grazie a tutti per le preghiere,poi vi farò sapere se ho forato un’altra volta il miro del suono e se mi sono mantenuta più bassa.

    1. giuliana zimucci

      lo so che sei nel profondo sud, ma quando si parla di rosa, di NY ecc io mi perdo… Senza togliere nulla alla splendida Sicilia, ma sono stata solo a Taormina e alle Eolie. Prometto di recuperare! e ovviamente di venire a casa tua x imparare l’incocciata! (la cassata non mi riesce male, ma mi vergogno un po’ di dirlo a una siciliana)

    2. Cristina

      Ciao! un saluto veloce anche da! preghiere assicurate a Filippo e Velenia! io ieri sono uscita dal lavoro con tutte le migliori intenzioni ad essere un “segno dell’accoglienza” per i miei figli.. ma siccome appena il 5enne mi ha vista (lobotomizzato davanti alla TV a casa dellamico -cosa che già di per se mi fa venire il nervoso) mi ha detto “non ti voglio, voglio restare qua”, tutti i propositi si sono frantumati e mi sono sintonizzata sul “nervosismo cosmico channel” seguito da “castigo channel”.
      scappo ciao!

  16. giuliana zimucci

    @ Luigi: guardi le altre per consolarti della cellulite di tua moglie (sei proprio cagnino nel farle questa brutta pubblicità!) o guardi le altre per non vedere cellulite?

    1. Velenia

      Ma diciamocelo francamente,avete mai visto una donna di più di 20 anni senza neanche un filino di cellulite? Luigi mi sa che l’erba del vicino è sempre più verde.
      @Giuliana, N.Y.è il mio sogno,non ci sono mai stata (ma sono sicura che esista, ah ah)e ho prmoesso a figlio-grande che quando lui si diplomerà andremo insieme a partecipare alla maratona,o,più modestamente, a ringraziare il Signore alla via crucis che i nostri amici organizzano sul ponte di Brooklin.Desideri niente male,no?
      PS.Io alle Eolie non ci sono ancora mai stata,le mie isole sono le Egadi e quelle altre che ha visto Alberto:le isole dello Stagnone.

  17. Pota, Daniela!! Non vedo l’ora di conoscerti di persona (x fortuna mancano pochi giorni)!!
    Rispetto al post di oggi, a mio modesto parere, qualsiasi manuale di consigli per la vita familiare o per la semplice relazione tra le persone non funzionarà mai senza rivolgersi al Costruttore, come dice Costanza alla fine del post.
    Faccio un esempio e ognuno tiri le sue conclusioni.
    Una sera ero a cena con alcuni amici e discutevamo sul fatto che aevamo appena conosciuto 3 famiglie che abitavano in un unica cascina.
    Ogni famiglia ha la propria casa, ma tra le 3 case ci sono delle porte comunicanti.
    Le mie amiche erano sconvolte!!!
    Durante la discussione una delle mie amiche ha sentenziato che ciò è possibile solo se si è molto, molto, molto amici. Io mi sono subito opposto e ho detto che non poteva bastare, l’unica ragione capace di tenere insieme 6 adulti + 10 bambini può essere solo Gesù Cristo.
    Tutti mi hanno obbiettato che è una ragione astratta. Allora mi sono un poco alterato e ho ribattuto: “Ma allora tu come fai a stare con tuo marito ???”

    1. Caro Alessio, concordo pienamente. “Senza di me non potete far nulla”! Sto rileggendo la Mulieris dignitatem (per un articolo per La bussola quotidiana) e anche lì il mistero del matrimonio è spiegato, è spiegabile, solo alla luce di Dio.

  18. Storia
    L’Opus Dei fu fondato nel 1928 in Spagna. È presente in 68 Paesi.

    PDF: Biografia di san Josemaría Escrivá
    1928. 2 ottobre. A Madrid, Josemaría Escrivá, durante gli esercizi spirituali, fonda l’Opus Dei, per ispirazione divina.

    1930. 14 febbraio. A Madrid, mentre san Josemaría sta celebrando la Messa, Dio gli fa comprendere che l’Opus Dei è anche per le donne.

  19. Questo sacerdote rude e spregiudicato che entrò nella Curia romana nel ’69 e fu nominato vescovo nel 1981, è stato però sempre protetto da Giovanni Paolo II.
    (marcinkus)

  20. Alberto Conti

    tono verde Prada OK, se si riuscisse ad incorniciarlo in con bordi rosa …

  21. azzurra

    sono ritornati i pois!!
    in compenso sono sparite un po’ di lettere (almeno dalla mia vista)…

    amministratore, che sta combinando? ::)

      1. sposatiesiisottomessaadmin

        come ti permetti, guarda che mi dimetto, poi ti voglio vedere infilare nelle fessure di areazione del pc dei foglietti di carta per pubblicare il post….

      1. STB

        Non conosco il marito del GENIO TOTALE, ma da come si diverte a giocare cromaticamente con gli sfondi del blog (anche a pois!) sembrerebbe dover essere un tipo simpatico.

  22. Daniela Corbellini

    Io pensavo di essere fuori, ma ce n’è di gente strana in questo mondo! E si sono dati appuntamento qui!!!! Vi vogli bene tutti ( i colorino pastello mi sa che mi danno alla testa)!!!!

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