Sinodo: il grande assente

di Costanza Miriano

Il documento finale del Sinodo sui giovani è stato reso pubblico e consegnato a tutti noi, fedeli. E credo che sia importante leggerlo davvero, per questo sono le 3 e 17, e ho appena finito: l’ho letto tutto, dall’inizio alla fine, e ci ho trovato tante cose buone, davvero. Soprattutto il desiderio sincero di ascoltare i giovani, e di trovare un linguaggio per farsi capire da loro. Un sincero desiderio di raccapezzarsi in questo universo sconosciuto e impenetrabile a noi vecchi (per i giovani si è vecchi dai trenta anni in su).

In realtà su questo sono abbastanza poco fiduciosa: noi anziani – e i padri sinodali ancora di più, essendo in media più vecchi di me – non abbiamo nessuna speranza di parlare la loro lingua, e se ci riuscissimo sarebbe preoccupante, perché i giovani cercano con tutte le loro forze di marcare una distanza da noi – è il compito specifico del momento in cui ci si distacca e si diventa adulti – e quando proviamo a inseguirli diventiamo ridicoli. Quando facciamo gli amici, non serviamo a niente. Comunque, dicevo, si percepisce il desiderio sincero da parte della Chiesa di mettersi in discussione e di capire come arrivare ai giovani che, il dato di fatto è sotto gli occhi di tutti, sono sempre più assenti dalla vita quotidiana della Chiesa, GMG e grandi eventi a parte: basta andare alle messe feriali, tutte disertate dai ragazzi, a parte isole speciali in cui si vede che c’è un lavoro di semina paziente, e qualche testimone credibile.

Ma a parte i tanti elementi positivi, in queste pagine ho percepito qualcosa di mancante, un grande assente: leggevo e leggevo e cresceva il disagio. Aspettavo di vederlo comparire e non lo trovavo mai. Da questo documento il grande assente è il peccato originale, che infatti non è mai nominato. C’è una sola volta il peccato personale, molte volte le fragilità, due fugaci volte sono nominati i peccati in generale, ma mai il peccato originale.

Per me questa è la grande, spaventosa falla del documento. Ma più che una falla è una voragine, stando a quello che sapevo io della nostra fede. Su questo, aspetto correzioni, magari sono io a sbagliarmi, e allora devo rivedere un po’ di cose. A me sembra che da questa assenza discenda tutto. E non è solo una dimenticanza di qualcosa che non si nomina, ma che si dà per scontato. Mi sembra proprio un modo radicalmente diverso di concepire la fede.

Se, tolta quella originale stortura, quel bug di sistema che non ci fa funzionare bene da soli, allora sì, se il cuore dell’uomo è autonomamente capace di bene, se tutto quello che l’uomo prova, o sente, o attraversa, è comunque potenzialmente buono, certo l’ascolto diventa il dogma. Se invece c’è il peccato originale, allora ascoltare non è il dogma. Anzi, se c’è quel seme di male nel cuore dell’uomo, ne consegue proprio il contrario, cioè che è necessario non ascoltare la propria voce interiore, ma quella di Dio, che non sempre coincidono, anzi. Shema’ è il primo comandamento. Ascoltare la persona serve come pratica pastorale, una parola di gran moda, ma deve essere solo l’inizio, e ben presto occorre passare a un’altra fase. È dal cuore, dice Gesù, che vengono tutte le cose cattive, che ci contaminano da dentro. Il peccato originale è, come dice il Catechismo, il rovescio della Buona Novella che Gesù è il Salvatore di tutti gli uomini. Altrimenti perché sarebbe stato messo in croce? Perchè c’erano degli intolleranti, dei farisei, dei non sinodali come noi che non amiamo il dialogo? O per un mistero di male per il quale Dio si è fatto uomo per salvarci, prendendo su di sé i peccati del mondo? Il mondo è dunque tutto da accettare, o il regno del nemico da lavorare come un campo, con pazienza, armati di grazia per il combattimento? La croce, la passione e la morte di Gesù sono stati un incidente di percorso, il brutto epilogo di una storia che doveva andare diversamente, o qualcosa a cui è aggrappata la nostra redenzione?

Se cancelli il peccato orignale cancelli il mistero del cuore dell’uomo che vede il bene ma fa il male (lettera ai Romani). Allora non basta far vedere il bene, occorre armarci nel combattimento. Non basta (par 165) il “contatto vivente con l’esistenza felice di Gesù”, perché Gesù è morto torturato e crocifisso, per il mistero del male nel mondo, cioè nel cuore di ogni uomo, cioè per il mio male e per il mio peccato. E la sua esistenza a me a occhio e croce non sembra tanto “felice”, non come la intende il mondo, almeno: è stata tutta una negazione di sé, fino alla negazione massima della croce.

Ora, mi sembra che qui siamo davanti a due visioni profondamente distanti della fede, proprio su questo punto del peccato originale. È ovvio che io non capisco niente di teologia, il mio è solo il sensus fidei di una cristiana ordinaria, e sarò felicissima di essere smentita. Altrimenti mi chiedo: c’è uno scisma sostanziale e silenzioso in atto nella nostra amata Chiesa, sul peccato originale? Come è possibile che io non riconosca le parole dei miei pastori?

L’unica spiegazione che ogni tanto provo a darmi è che tanti pastori appartengono a una generazione o a una provenienza geografica diverse dalla mia, dove forse è ancora forte il ricordo di una Chiesa rigida e piena di norme, per cui hanno un grave complesso di inferiorità che li costringe a cercare in tutti i modi di accreditare un’immagine della Chiesa che sia lontana da qualsiasi tipo di rigidità. Capisco in parte le cause di questo atteggiamento: forse da qualche parte, sicuramente molti decenni fa, la Chiesa – quando ancora la sua morale coincideva con quella della società borghese – è stata percepita come una presenza arcigna, capace solo di divieti e norme, tutta forma e regole, dove la norma non veniva dall’amore. Capisco come possa essere stato necessario, in passato, ricordare come la morale cristiana viene sempre da un incontro, da un avvenimento, da un innamoramento di chi si sente guardato e riconosciuto e amato da Gesù. Ma questo innanzitutto è un passato molto lontano: oggi i giovani non solo trasgediscono tranquillissimamente le regole, ma non sanno neppure quali siano; che la Chiesa adesso spalanchi le porte per far uscire è surreale: dentro non c’è più nessuno. Inoltre è sempre il solito trucco del demonio, cercare di convincere gli uomini che i comandamenti siano una fregatura, e non un regalo. Che ci cada il mondo, è ovvio. Che ci credano, o facciano finta di crederlo per sembrare più “friendly”, certi pastori, è preoccupante.

A causa di questa fretta di non dire niente che possa urtare nessuna sensibilità, neppure le più lontane che per la gran parte – non tutto, per carità, ma una bella fetta – questo documento finale avrebbe potuto essere scritto dall’ordine psicologi, oppure da bravi educatori, non necessariamente credenti. La vita eterna, non pervenuta. In alcune parti, poi, come quelle sull’ecologia e sui migranti, alcune posizioni almeno opinabili, vengono poste come date e imprescindibili, come se il dogma fosse quello (a differenza del peccato originale), senza che si senta la necessità di dare risposte un po’ più articolate, di fronte a una realtà più complessa di come viene raccontata dai media (occidente bianco ricco cattivo versus paesi in via di sviluppo poveri buoni: tutti siamo per l’accoglienza, il problema è che è troppo comodo dirlo senza spiegare concretamente come renderla possibile e dignitosa per chi è accolto e per chi accoglie). Quanto alle pagine sull’ecumenismo, certi passaggi fanno dubitare che si creda davvero che l’unica fede vera è la nostra – non perché siamo migliori di nessuno, ma perché la Chiesa è la Sposa di Cristo – , e che in gioco c’è la salvezza dell’anima.

“Le ragioni di una distanza” dei giovani dalla fede – par 53: a mio vedere quelle elencate sono completamente fuori fuoco. Non è la limitatezza degli uomini di Chiesa a tenerli lontani, ma il fatto che non parlino più di vita eterna, peccato, morte, inferno, e che quindi non venga più percepita come necessaria, come unica via di accesso al sacro. Ci sono tanti altri soggetti sociali che dispensano consigli di buon senso o regole di convivenza civile. Sappiamo bene che non si tiene vicina la gente con la paura dell’inferno, ma rimuovere il tema della morte e del destino eterno non serve: il timore di Dio è solo il principio, certo, poi bisogna passare a una relazione personale,che nasce quando si ha la grazia di credere all’amore di Dio per ognuno. Ma questo amore si percepisce proprio quando ci si sente perdonati e amati nonostante tutto, non quando ci si sente non bisognosi di redenzione, già guariti, già risolti, sotanzialmente indifferenti.

Il par 39 riferisce le domande dei giovani: “frequentemente la morale sessuale è causa di incomprensione e di allontanamento dalla Chiesa”. A parte che io li vorrei vedere questi giovani che si pongono il problema dei rapporti prematrimoniali. Ma se anche fosse, se scopriamo adesso che la morale cattolica che fino a qualche decennio fa è stata condivisa dalla società borghese è quanto di più lontano dal mondo, che facciamo? Invece che rallegrarci del fatto che finalmente certe scelte potranno essere fatte, da chi avrà la grazia di farle, non per convezione ma perché ha fatto l’incontro decisivo della vita, diciamo invece che si può anche fare come dice il mondo tanto non cambia niente?

Potrei continuare per molte pagine: al par 166 vengono elencate mediocrità presunzione e corruzione del clero come cause dell’allontanamento. Io semplicemente penso che ai giovani non importi molto di preti che non parlano di morte e risurrezione, che non sono l’accesso alla vita eterna, e alla felicità qui su questa terra. Se pensano di risultare simpatici perché accennano due parole di rap diventano patetici: se voglio un rapper cerco quello figo, l’originale, non una bruttissima e tristissima copia.

Infine, le proposte finali: corsi di formazione o verifiche comunitarie del cammino. Non so, io direi piuttosto dosi massicce di preghiera, adorazione, silenzio, ascolto della parola. Cari padri, ritrovate coraggio, orgoglio, consapevolezza: voi pastori avete il privilegio più grande che un uomo possa avere sulla terra, materializzare il corpo di Cristo sull’altare, e per questo noi guardiamo a voi, con speranza e con un rispetto senza riserve, non per come siete, ma per quello a cui solo voi ci date accesso.

150 pensieri su “Sinodo: il grande assente

  1. Gian Piero

    Direi che si puo’sintetizzare il discorso nello scivolamenteo dal punto di vista ” teocentrico”a quello antropocentrico. I nostri “pastori”attuali sono degli umanisti che mettono l’esistenza umana al primo posto.Ess i credono nella bonta’dell’Uomo, come ci credevano gli lluministi e Rousseau, credono che i giovani siano buoni di natura e debbano solo essere ascoltati, non abbiano bisogno di essere indirizzati ed educati alla verita’. Se questi nostri pastori umanisti ed umanitari credano ancora in Dio e’una domanda che viene spontanea leggendo questo tipo di documenti, nei quali non si trova traccia di una indicazione verso Dio.
    Un tempo si stava in ascolto di Dio, oggi si sta in ascolto dei desideri e delle opinioni degli uomini. Il capovolgimento di prospettiva e’ enorme ma pochi sembrano rendersene c onto.

  2. Gianluca

    … Quanto amore in queste parole… Intanto che leggevo vedevo come fucilate, ma come fare a non parlarne così? Con tanta apprensione e preoccupazione…..
    Se viene tolta la sostanza di quello che facciamo, cosa ci rimane?… Ci rimangono solo opinioni che cambiano continuamente….e che si affermano anche violentemente, non sappiamo dove siamo, e la vita scorre veloce inutile e distratta: ma questa è disperazione!
    Grazie a quella parte di Chiesa che ci dà questo essenziale, perché in fondo sta a noi saper scegliere e non condannare o rassegnarci…
    Grazie Costanza!
    Io non sarei stai in grado di analizzare e scrivere in modo così lucido, ma ti condivido appieno, anche l’amore, la dedizione, la figliolanza alla Chiesa.
    Gianluca

    1. Luca

      Il nocciolo della questione d’ proprio il peccato originale che altro non e’ che la pretesa dell’uomo di stabilire autonomamente cosa e’ bene e cosa e’ male. Di fare insomma a meno di Dio. Ma se togli Dio dalla tua vita resta solo il mondo e una prospettiva esclusivamente immanente. Ed allora la Chiesa che ci sta a fare? Se devo vivere secondo le regole umane della chiesa scusate ma quelle regole le decido da me. Se le regole provengono da una verità’ che non è assoluta (e dunque obbligatoriamente trascendente) se permette seguo la Verità che mi fa più comodo.

  3. 61Angeloextralarge

    Concordo in tutto. Ti ringrazio per questa chiarezza, onesta e concreta. Ho prestato servizio per anni con i giovani: ero letteralmente “nel campo”, non nelle retrovie né nelle stanze dei bottoni. Confermo in pieno quello che dici di loro.
    Poi, superata l’età “giusta” sono passata ad altro… non per mia scelta, ovviamente. Fosse stato per me avrei continuato. Ma il Signore ha preferito farmi evitare la parte della patetica, della fuori posto.
    E’ vero che stando con i giovani si diventa giovani… e lo ha detto qualcuno che di giovani se ne intende: Giovanni Paolo II. Ma è anche vero che i giovani hanno forze e ritmi che oltre una soglia non si riesce più a mantenere. Si rischia di correre come le trottole per fare uno solo dei loro passi.
    E’ anche vero che i nostri pensieri sono pian piano diversi dai loro, molto più freschi, più spontanei e meno condizionati. Noi pensiamo di ingabbiarli, di portarli dove pensiamo e desideriamo, convinti di essere noi quelli che detengono il modo giusto perché il loro bene si realizzi. Ma, purtroppo per noi, scornati spesso dalla nostra cocciutagine, non è così.
    Hai ragione anche sulla preghiera: se c’è quella, se passa lo Spirito Santo, le difficoltà accennate diventano dono, confronto costruttivo e positivo.
    Con questo non è mia intenzione sminuire il tantissimo lavoro e l’impegno non indifferente degli operatori del Sinodo. Solo che anche io avrei voluto qualcosa che non c’è stato.

    1. Francesco Paolo Vatti

      Non so se i loro pensieri siano più freschi e meno condizionati dei nostri… Mi verrebbe quasi da dire il contrario!

  4. Grazie carissima Costanza,
    Tu vegli (in tutti i sensi, vista l’ora)) sulla nostra Fede, e ci rendi consapevoli di cio che sta accadendo.
    Ti sono davvero riconoscente: mai mi sarebbe venuto in mente di leggere tutto il documento, e condivido tutte le tue osservazioni.
    Buon lavoro e buona festa di San Carlo,
    Paola

  5. matrignadicenerentola

    “oggi i giovani non solo trasgediscono tranquillissimamente le regole, ma non sanno neppure quali siano; che la Chiesa adesso spalanchi le porte per far uscire è surreale: dentro non c’è più nessuno”
    i vestiti dell’imperatore. grazie, Costanza…

  6. Arianna A.

    Grazie Costanza, hai il carisma di trovare sempre le parole giuste al momento giusto. Purtroppo i giovani hanno cambiato il loro modo di essere giovani rispetto a qualche generazione fa. Gli stimoli tecnologici sono più importanti di tutto il resto. Occorre utilizzare un linguaggio veloce con loro che si faccia comprendere in poche battute. Per questo le chiese sono vuote della loro presenza. La soglia di attenzione è pressoché vicina ai 5 minuti. Se un sacerdote, durante l’omelia, cincischia, girando intorno a bei pensieri, li perde. I bei pensieri sono per noi adulti, che abbiamo bisogno di tenere nel nostro cuore sentimenti aulici. Inoltre nei gruppi di catechismo, ad esempio, sta sparendo quasi del tutto la buona prassi di portare i ragazzi, soprattutto cresimandi, a stare a contatto, almeno una volta al mese con i poveri e i bisognosi. Fa più quell’incontro di un’oretta con chi è nel disagio, che un corso di tre anni nei locali della parrocchia. Ai giovani non chiediamo più sacrifici, perché pensiamo che siano ancora deboli e che debbano essere preservati. Se l’uomo e la donna non hanno impegni importanti, non hanno neanche la volontà di fare. Perciò, se ai ragazzi non viene chiesto niente non ritengono neanche utile frequentare la Chiesa. Meglio stare tutto il giorno sui social a farsi fare catechesi del mondo (che ovviamente non parla del peccato originale e del quale non si parla nemmeno in famiglia “perché mio figlio è ancora piccolo e alle donne non ci pensa- perché mia figlia non pensa ai rapporti sessuali, è un Angelo!). Quindi, fino a quando la televisione, il cellulare, il computer, ecc. prenderanno la totalità della giornata di un giovane non ci saranno concorrenti. A meno che, come dici tu, si parlerà in chiesa di qualcosa di “nuovo” tipo il peccato originale.

  7. fra' Centanni

    I ragazzi hanno un bisogno viscerale di imparare da noi. Anche se fanno comunella, anche se tendono a marcare le distanze da noi, in realtà ci guardano e cercano di imparare da noi come si fa a vivere. Tranne casi particolari e momentanei, i ragazzi non hanno alcun bisogno di essere ascoltati, anzi il contrario: hanno bisogno estremo di ascoltare e di imparare da noi cosa è bene e cosa e male. Direi che l’unico caso in cui ci si deve fermare ad ascoltare i ragazzi, è quando pongono domande. Bisogna ascoltare le loro domande e bisogna dare risposte certe, non indicare vaghi cammini o offrirgli accompagnamenti per andare non si sa dove.

    Cristo è Maestro ed anche noi dobbiamo essere maestri. E non solo dei ragazzi, tutta l’umanità attende da noi di imparare.

    La Chiesa Cattolica sta diventando qualcosa di ridicolo e ripugnante.

      1. Nel documento finale quanto a questo si può leggere:

        Il vero senso dell’autorità

        71. Per compiere un vero cammino di maturazione i giovani hanno bisogno di adulti autorevoli. Nel suo significato etimologico la auctoritas indica la capacità di far crescere; non esprime l’idea di un potere direttivo, ma di una vera forza generativa. Quando Gesù incontrava i giovani, in qualsiasi stato e condizione si trovassero, persino se erano morti, in un modo o nell’altro diceva loro: “Alzati! Cresci!” E la sua parola realizzava quello che diceva (cfr. Mc 5,41; Lc 7,14). Nell’episodio della guarigione dell’epilettico indemoniato (cfr. Mc 9,14-29), che evoca tante forme di alienazione dei giovani di oggi, appare chiaro che la stretta della mano di Gesù non è per togliere la libertà ma per attivarla, per liberarla. Gesù esercita pienamente la sua autorità: non vuole altro che il crescere del giovane, senza alcuna possessività, manipolazione e seduzione.

        (Ma ancora non ho letto tutto…)

  8. Caterina

    Grazie Costanza! É proprio vero che vegli sulla nostra Fede. Che è quello che tanti preti fanno e che io ho avuto la grazia di incontrare.

  9. Gabriella

    Non mi piace che ci siano persone sempre giudici di quello che la Chiesa propone! Sempre critiche…sempre puntualizzare, senza fiducia nello Spirito Santo che opera….le critiche fanno male al cuore….e tolgono la libertà dei figli di Dio!!!

      1. @Gabriella

        Mi pare che già più volte ad osservazioni come la tua qui abbiamo chiesto: ma chi ti dice che è lo Spirito Santo che opera? La tua è una blasfemia: perché personaggi come padre Martin SJ (e fosse l’unico! Ma non è l’unico) si muovono in totale opposizione a ciò che ci ha insegnato Cristo. Scambiare il bene con il male è peccato contro lo Spirito Santo.

        E poi chi ti ha detto che le critiche fanno male? Cristo e San Paolo hanno detto che dobbiamo giudicare il mondo. Le disposizioni della Chiesa visibile sono parte del mondo (altro è la Chiesa Corpo Mistico), sono criticabili e _devono_ essere criticate se sono errate. Un gran numero di grandi santi ci hanno dato l’esempio in questo senso. Chi non lo fa dovrà risponderne davanti al Giudizio.

        E poi a quale libertà ti riferisci? Quella di fare i propri porci comodi? Certo, c’è. Però poi si paga. Perché non è una vera libertà, ma una schiavitù camuffata da libertà.

        1. Sulla libertà (e il peccato)

          Chiamati alla libertà

          Il Vangelo della libertà

          73. La libertà è condizione essenziale per ogni autentica scelta di vita. Essa rischia però di essere fraintesa, anche perché non sempre adeguatamente presentata. La Chiesa stessa finisce per apparire a molti giovani come una istituzione che impone regole, divieti e obblighi. Cristo invece «ci ha liberati per la libertà» (Gal 5,1), facendoci passare dal regime della Legge a quello dello Spirito. Alla luce del Vangelo, è opportuno oggi riconoscere con più chiarezza che la libertà è costitutivamente relazionale e mostrare che le passioni e le emozioni sono rilevanti nella misura in cui orientano verso l’autentico incontro con l’altro. Una tale prospettiva attesta con chiarezza che la vera libertà è comprensibile e possibile solamente in relazione alla verità (cfr. Gv 8,31-32) e soprattutto alla carità (cfr. 1Cor 13,1-13; Gal 5,13): la libertà è essere se stessi nel cuore di un altro.

          Una libertà responsoriale

          74. Attraverso la fraternità e la solidarietà vissute, specialmente con gli ultimi, i giovani scoprono che l’autentica libertà nasce dal sentirsi accolti e cresce nel fare spazio all’altro. Fanno un’esperienza analoga quando si impegnano a coltivare la sobrietà o il rispetto dell’ambiente. L’esperienza del riconoscimento reciproco e dell’impegno condiviso li conduce a scoprire che il loro cuore è abitato da un appello silenzioso all’amore che proviene da Dio. Diventa così più facile riconoscere la dimensione trascendente che la libertà porta originariamente in sé e che a contatto con le esperienze più intense della vita – la nascita e la morte, l’amicizia e l’amore, la colpa e il perdono – viene più chiaramente risvegliata. Sono proprio queste esperienze che aiutano a riconoscere che la natura della libertà è radicalmente responsoriale.

          La libertà e la fede

          75. Più di 50 anni fa, san Paolo VI introdusse l’espressione «dialogo della salvezza» e interpretò la missione del Figlio nel mondo come espressione di una «formidabile domanda d’amore». Aggiunse però che siamo «liberi di corrispondervi o di rifiutarla» (cfr. Ecclesiam suam, n. 77). In questa prospettiva, l’atto di fede personale appare come libero e liberante: sarà il punto di partenza per un’appropriazione graduale dei contenuti della fede. La fede quindi non costituisce un elemento che si aggiunge quasi dall’esterno alla libertà, ma compie l’anelito della coscienza alla verità, al bene e alla bellezza, ritrovandoli pienamente in Gesù. La testimonianza di tanti giovani martiri del passato e del presente, risuonata con forza al Sinodo, è la prova più convincente che la fede rende liberi nei confronti delle potenze del mondo, delle sue ingiustizie e perfino di fronte alla morte.

          La libertà ferita e redenta

          76. La libertà umana è segnata dalle ferite del peccato personale e dalla concupiscenza. Ma quando, grazie al perdono e alla misericordia, la persona prende coscienza degli ostacoli che la imprigionano, cresce in maturità e può impegnarsi con più lucidità nelle scelte definitive della vita. In una prospettiva educativa, è importante aiutare i giovani a non scoraggiarsi di fronte a errori e fallimenti, seppure umilianti, perché fanno parte integrante del cammino verso una libertà più matura, cosciente della propria grandezza e debolezza.

          Il male non ha però l’ultima parola: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16). Egli ci ha amato fino alla fine e ha così riscattato la nostra libertà. Morendo per noi sulla croce ha effuso lo Spirito, e «dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà» (2Cor 3,17): una libertà nuova, pasquale, che si compie nel dono quotidiano di sé.

    1. vittorio

      quello che manca non è slo l’assenza del peccato originale ma è l’annuncio di Cristo Io sono la via la verità e la vita E? nell’incontro con Cristo e seguendolo che realizzi te stesso E’ nelle regole (i dieci comandamenti) e nel seguire Cristo che si realizza pienamente la persona.
      Cristo ti invita a convertirti a seguirlo lungo la strada che ti indica nei tuoi limiti e per questo ha istituito i sacramenti, il modo in cui lui opera direttamente, la confessione oggi non più annunciata dove Cristo ti abbraccia ti perdona ricostruisce la tua umanità persa con il peccato.
      Oggi la chiesa sembra più un partito un volemose bene, questo è ciò che vuole il maligno che si annida nel cuore grazie al peccato originale.
      E’ banale ma come mai il papa quando parla non inizia mai con sia lodato Gesù Cristo, per rispetto di chi, Lui è l’annunciatore di Cristo e solo in Lui c’è la potenza della grazia e l’invito alla conversione Lui è Dio che ha fatto e fa ogni cosa, è necessario credere in Lui nella sua onnipotenza, e un pò meno nelle nostre chiacchere

  10. cinzia

    Fino a quando la Chiesa non presenterà ai giovani la Verità e non darà degli esempi credibili, non c’è speranza! A me sembra che la Chiesa ascolti troppo e proponga poco!
    Non ho letto il documento finale… Ma… È stato proposto ai giovani qualche esempio di Santo giovane? C’è ne sono tanti, anche nella nostra epoca.
    Più che di ascolto e accompagnamento la Chiesa dovrebbe parlare di Gesù, di santità, di preghiera, di sacrificio (questo sconosciuto), di adorazione…. Tutto il resto verrebbe di conseguenza!

      1. Forse non troverai citati i Santi che vorresti, ma magari anche dell’altro

        È questo il problema: è un film già visto, ci si troverà tutto e magari anche dell’altro. Come in Amoris Laetitia. Poi magari arriverà un esortazione apostolica con una nota a piè di pagina e il caos già scatenato a proposito del matrimonio si estenderà all’omosessualità. Discutere questo documento ha lo stesso senso della discussione del documento finale dell’altro sinodo; tanto poi la prassi deciderà dove andare (o meglio, dove vorrebbero che andassimo).

        1. Allora smettiamo di discuterne (a me va bene)…

          Poi diciamo che è inutile che la Chiesa faccia Sinodi e produca Documenti.
          Va bene così?

          Tu Fabrizio l’hai letto?

          1. blaspas59

            Veramente credi che questi lunghi documenti dove troci un frase per ogni pensiero servano a qualcosa? Dammi un esempio pratico che uno di questi documenti abbia fato piú bene che male.
            Dimmi cosa capisce l´uomo promedio del secolo xxi del “Cristo invece «ci ha liberati per la libertà» (Gal 5,1), facendoci passare dal regime della Legge a quello dello Spirito. Alla luce del Vangelo, è opportuno oggi riconoscere con più chiarezza che la libertà è costitutivamente relazionale e mostrare che le passioni e le emozioni sono rilevanti nella misura in cui orientano verso l’autentico incontro con l’altro. “

            1. @blaspas59,
              se credi puoi leggere la mia risposta a @Sabino.

              Cosa vuoi da me? L’analisi costruttiva di un singolo pensiero, invero un po’ criptico? Ti preoccupi dell’Uomo promedio del XXI secolo quando pare neppure il “credente promedio” del XXI secolo si prenda la briga di leggere il Documento nella sua interezza?

              Sul resto che vuoi da me? Esempi pratici di che? Conversioni, ripensamenti, revisioni del proprio credere? Cosa vuoi da me, Nomi e Cognomi?

              Per te documento inutile? Gettalo nel cestino! Problema tuo… buon pro ti faccia.

              1. blaspas59

                Sei tu che sostieni che sia utile leggere il documento, che sia utile che la Chiesa scriva questi documenti vorrei solo sapere perché lo dici visto il contesto culturale dell´uomo di oggi.

              2. blaspas59

                Di buttarlo nel cestino nemmeno ho il bisogno perche come alla maggior parte dei “giovani” non arriva nelle mie mani o cartelle.

  11. nat

    Dogmatizzare l’effimero, il transitorio ( ecologia, migrazioni e quant’altro) e liberalizzare il dogma (peccato originale come mito) sembra ormai la nuova strada imboccata dalla pastorale della simpatia ( quella del rap appunto).
    Dove porterà non è purtroppo tanto difficile da immaginare.

  12. Marco Giranzani

    Secondo me bisogna tenere ben presente il focus di questo Sinodo che è il taglio pastorale: dato che la Fede nasce dall’incontro con Gesù Cristo e dalla sua chiamata allora è necessario accogliere i Giovani cercando di colmare il divario tra loro e la gerarchia invitando a riunire e responsabilizzare l’intero Popolo di Dio che è la Chiesa.
    Gesù Cristo è infatti il Cuore del Cristianesimo e nel documento finale Egli viene molto citato così come il Padre e lo Spirito Santo: dal Dio Uno e Trino discendono la Legge e i Profeti, la Chiesa e la Dottrina, dunque se si invita i Giovani all’incontro con Gesù Cristo e Dio è indubbio che poi gli si insegni la dottrina; dunque è per questo che questo Sinodo è stato molto positivo.
    Quanto al tema della sessualità penso che quei invero tanti cattolici giovani e non che non seguono le norme ecclesiastiche non è imho così vero che questi non conoscano la dottrina: anzi la conoscono fin troppo bene tuttavia vivono una sessualità in modo più libero ma non per questo irresponsabile; forse è proprio giunto il momento di giungere ad una migliore comprensione della sessualità alla luce del Vangelo e sempre a partire dall’incontro tra Gesù Cristo e ogni persona giovane o meno che sia.

    1. …non è imho (?) così vero che questi (i giovani) non conoscano la dottrina: anzi la conoscono fin troppo bene tuttavia vivono una sessualità in modo più libero ma non per questo irresponsabile; forse è proprio giunto il momento di giungere ad una migliore comprensione della sessualità alla luce del Vangelo.

      Quindi conoscono la Dottrina “tuttavia”…
      Tuttavia cosa? Non la considerano valida pur conoscendola.

      “vivono una (che è di verso da “la”) sessualità in modo più libero…” (??)

      Libero da cosa di grazia? Cosa si intende concretamente per una “sessualità vissuta in modo più libero”?

      La Dottrina quindi sarebbe in opposizione ad un sessualità più libera? Cosa sarebbe una sessualità “libera”?

      “…ma non per questo meno responsabile”… bella affermazione, che in concreto si traduce in cosa?
      Qual è il modo “responsabile” di vivere la sessualità?

      Così giusto per capire, aspettando che qualcuno ci illumini su “una migliore comprensione della sessualità alla luce del Vangelo” (cosa che si deduce, ancora nessuno avrebbe fatto…).

      1. Marco Giranzani

        Una sessualità responsabile significa viverla nel rispetto della libertà e della salute del prossimo: perché se ci sono giovani cattolici “critici” della morale sessuale – come riporta l’Instrumento Laboris di questo Sinodo -, questo non implica che vivano la sessualità in modo libertino e senza alcun limite.

        1. Francesco Paolo Vatti

          A me pare che dire che i giovani conoscano bene la dottrina e vivano in altro modo significhi di per sé dire che si allontanano dal Cattolicesimo, per prendere una sorta di minestrone new age, un po’ come quel personaggio di Ti presento i Miei…

    2. giovi

      Ciao, Marco Giranzani, mi fa piacere poterti fare un saluto, dato che nel blog di tale Mauro Leonardi, in cui impazzi ogni giorno, non è possibile interagire se non si è d’accordo e se non si è più che pronti a coprire di complimenti il prete.
      Ho notato che negli anni le voci critiche, anche autorevoli, sono state tutte allontanate , tanto che ormai parlate solo tra di voi “omoeretici”( lo dico con ironia, perché non lesini certo etichette e appellativi sgradevoli a chiunque si affacci e non la pensi come te sullo sdoganamento , senza se e senza ma, dell’ omosessualità nella dottrina cattolica).
      Tu stesso hai avuto interlocutori , in questi mesi, che sono stati bannati in breve tempo, dopo aver condotto discussioni approfondite e appassionate, oppure dopo mezzo intervento, alla fine..zac, a causa della censura feroce vigente e mi ha molto meravigliato che una persona in fondo buona come te non protestasse, anche se so, per esperienza personale e per aver seguito i tanti censurati, che non si può esprimere solidarietà ai bannati, pena essere bannati allo stesso disumano modo.
      Però, vedo che ti manca un minimo di confronto, tanto che sei venuto qui !
      Si vede che per te, in fondo, a differenza del Leonardi, il dialogo non è una parola vuoto, a uso e consumo del proprio piccolo potere clericale che fiuta il vento favorevole.
      ( non sono Roberto Montesi, da cui mi sembri ossessionato e sulla cui feroce censura non hai speso una parola che sia una, ma una lettrice a sua volta violentemente censurata tanto tempo fa, che però legge ancora per vedere fino a che punto si può spingere la cattiveria degli autoproclamatisi buoni )

      1. Marco Giranzani

        Molto interessante che in mancanza di argomenti si giunga subito agli attacchi ad personam; ad ogni modo è anche interessante che si ignori completamente nel discutere riguardo il documento finale del Sinodo dei Vescovi questo punto del documento:

        150. Esistono questioni relative al corpo, all’affettività e alla sessualità che hanno bisogno di una più approfondita elaborazione antropologica, teologica e pastorale, da realizzare nelle modalità e ai livelli più convenienti, da quelli locali a quello universale. Tra queste emergono in particolare quelle relative alla differenza e armonia tra identità maschile e femminile e alle inclinazioni sessuali. A questo riguardo il Sinodo ribadisce che Dio ama ogni persona e così fa la Chiesa, rinnovando il suo impegno contro ogni discriminazione e violenza su base sessuale. Ugualmente riafferma la determinante rilevanza antropologica della differenza e reciprocità tra l’uomo e la donna e ritiene riduttivo definire l’identità delle persone a partire unicamente dal loro «orientamento sessuale» (CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, 1 ottobre 1986, n. 16).

        Esistono già in molte comunità cristiane cammini di accompagnamento nella fede di persone omosessuali: il Sinodo raccomanda di favorire tali percorsi. In questi cammini le persone sono aiutate a leggere la propria storia; ad aderire con libertà e responsabilità alla propria chiamata battesimale; a riconoscere il desiderio di appartenere e contribuire alla vita della comunità; a discernere le migliori forme per realizzarlo. In questo modo si aiuta ogni giovane, nessuno escluso, a integrare sempre più la dimensione sessuale nella propria personalità, crescendo nella qualità delle relazioni e camminando verso il dono di sé.

        Ignorare un “problema” non significa risolvere il “problema”.

        1. Come avevo già detto sopra, CVD…

          a discernere le migliori forme per realizzarlo. In questo modo si aiuta ogni giovane, nessuno escluso, a integrare sempre più la dimensione sessuale nella propria personalità, crescendo nella qualità delle relazioni e camminando verso il dono di sé.

          Tutte parole vuote, da politicanti. La cosa concreta è una e si chiama: castità. Tutto il resto è fuffa ed un modo per lasciar che le persone si perdano.

          1. Marco Giranzani

            La Castità non significa 0 sesso ma il giusto esercizio della sessualità: Dio è Amore e noi persone LGBT+ siamo stati creati in questo modo e siamo amati da Dio e il Vangelo ci ha Liberati.

            1. Per voialtri, invece, castità vuol dire proprio (anche) astensione dei rapporti, dato che il peccato impuro contro natura è unno dei quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio; questo, indipendentemente da Sinodo, vescovi e cardinali, dato che è Scrittura (l’ unicità del rapporto uomo-donna so trova già nella Genesi, dove Dio crea l’uomo e la donna, non il gay, il transito ecc…) e Magistero perenne ed irreformabile della Chiesa.

            2. Francesco Paolo Vatti

              Che Dio ami le persone che hanno inclinazioni omosessuali è fuori di dubbio. Ma Dio non ama il loro peccato (come quello di nessun altro). Le indicazioni date dal Catechismo servono proprio a ricambiare l’amore di Dio, accogliendolo pienamente.

        2. giovi

          Quanto sei esagerato, Marco, “attacchi personali”…ma va là!
          Come in quel sito in cui fai i tuoi discorsetti tutti uguali, a macchinetta, sito in cui manca del tutto un minimo di ironia e autoironia, manca la voglia di mettersi in gioco, manca un dialogo autentico.
          Ti accontenti di dare etichette, come usa lì, ma, ripeto, il fatto che hai sentito il bisogno di intervenire qui, conferma come sia pesante parlare da soli all’infinito , farsi i complimenti da soli, autocelebrarsi, dirsi in continuazione quanto si è moderni e alla moda, portare avanti un teatrino finto e falso , col nome di Dio a coprire le peggiori nefandezze !
          Ti sentirai anche alla moda, Marco, ma il tuo bisogno umano profondo non è soddisfatto da tutte le lagne ideologiche che ripeti a pappagallo in continuazione: avresti bisogno. invece, di un’amicizia vera, sincera, leale, che non abbia bisogno di censurare nulla dell’umano.
          ( non sei una persona LGBT, Marco, sei una persona, come tutti siamo persone e non bestie da classificare e mettere in un recinto ad uso e consumo del potere del momento, come non sono bestie i bambini ammalati gravemente o ancora nel ventre materno , né i bambini di cui tu appoggi la compravendita come cose).

    3. Beatrice

      @ Marco Giranzani

      Innanzitutto siamo stufi che venga sempre tirata in ballo la scusa del “taglio pastorale”, come se ciò giustificasse un distaccamento dalla dottrina. Tra pastorale e dottrina non c’è contrapposizione, così come non esiste tra verità e carità: la pastorale deve fondarsi sulla dottrina e la carità si fa nella verità o non è carità. Caffarra disse giustamente: “Una chiesa più povera di dottrina non è più pastorale ma solo più ignorante”.

      Tu dici che è necessario responsabilizzare il Popolo di Dio: appunto, le gerarchie ecclesiastiche dovrebbero trattare da adulti responsabili i propri fedeli, dicendo loro la verità e non riempiendoli di discorsi fumosi e fuorvianti perché non li ritengono all’altezza dei dettami evangelici.

      Quanto ai giovani che conoscono la dottrina e non la seguono per vivere una “sessualità più libera” semplicemente non si fidano della Chiesa e di conseguenza non si fidano di Dio. Molto spesso poi si tratta di giovani che hanno una fede tiepida perché nata in famiglia per abitudine e non attraverso una sincera conversione del cuore. Quando questa sincera conversione del cuore c’è, la persona cambia completamente il modo di vedere le cose, assumendo il modo di vedere di Dio: c’è proprio la nascita dell’uomo nuovo di evangelica memoria. Per esempio questo lo si nota in maniera lampante in conversioni clamorose come quella di Claudia Koll, dove già dal modo di vestire si vede che è completamente un’altra donna rispetto al passato, per non parlare poi dei discorsi che fa adesso. A me ha colpito molto anche Paolo Brosio che una volta in tv, raccontando la sua conversione, disse che solo il suo primo matrimonio era da considerare valido, perché l’altro per Gesù e per la Chiesa non lo era mai stato: in pratica aveva fatto completamente suo il modo di vedere evangelico. Quando fai di Gesù il centro della tua vita, tutto il resto passa in secondo piano e, come dimostrano le testimonianze di Claudia Koll e Paolo Brosio, raggiungi la vera felicità, una felicità che la sessualità libera offerta dal mondo non è in grado di assicurarti neanche nelle forme apparentemente più responsabili.

      1. Marco Giranzani

        Non so voi ma io mi fido di Papa Francesco, del Sinodo dei Vescovi e soprattutto dello Spirito Santo che è stato invocato per assistere i padri sinodali: certo voi sulle tematiche LGBT+ la pensate in un certo modo e non posso farci nulla sebbene qualcosa lo dica proprio il documento finale; tuttavia sembra che voi non considerate che i sinodi come i concilii e i concistori sono assistiti dallo Spirito Santo che è Dio, il quale si infuse in alcuni pagani sorprendendo lo stesso Pietro. Vi chiedo solo di fidarvi di più del pontefice e dei vescovi che non possono di punto in bianco impazzire e affermare eresie proprio perché Dio li assiste: il documento finale non è semplicemente il frutto di un dibattito parlamentare o di una mera votazione democratica bensì il frutto di un lungo discernimento tra i padri sinodali, gli esperti, le testimonianze dei giovani e tra di loro e Dio. Fate attenzione a come vi ponete a leggere questo documento perché, se noi crediamo in Dio e nella Chiesa, non possiamo pensare che esso sia una cosa meramente umana: d’altronde dei cristiani che non hanno fiducia nella Chiesa, come possono essere testimoni credibili del Vangelo?

        1. giovi

          Cioè, ci rendiamo cono, vieni qui a fare la lezioncina sull’importanza di Dio e della Chiesa, , Marco, dopo che, pubblicamente, nel blog blindato al contraddittorio di Mauro Leonardi, ti sei dichiarato a favore di eutanasia, omosessualità praticata, compravendita dei bambini, sessualità disordinata di qualsiasi tipo,compreso l’uso della pornografia, aborto ( se ricordo bene, hai derubricato l’aborto a peccato inferiore all’abbandono di un cane !!!), dicendo di tutto e i più, anche contro santi giganteschi del nostro tempo, e mi fermo qui, perché ne hai dette proprio di ogni !
          Certo che la faccia tosta non ti manca.

          1. Marco Giranzani

            Roberto Montesi quanta acredine, non ti smentisci mai e come sempre travisi le opinioni altrui.

            1. giovi

              Marco, che ti avevo detto ? 🙂
              Hai la fisima con questo Montesi ! Sei molto divertente : ogni volta che qualcuno si presenta nel blog del simpaticissimo Leonardi ( in realtà di una antipatia disgustosa, ma ammetto sia un giudizio opinabile !) , prima ancora che venga bannato, lo appelli come ” Montesi ” !
              Dal punto di vista umano , non ti ha fatto brutto che questo poraccio, che ha discusso per paginate con te, puffff, all’improvviso sia stato bannato a vita, essendo decisamente più educato della media dei lecchin…ehm , commentatori del suddetto blog ?
              Erano “Montesi” pure la dolcissima Angela,bannata, le decine e decine di commentatori bannati, tutti i preti bannati,in particolare un prete tutto d’un pezzo, amico personale del prete, che è stato trattato dal Leonardi come un cane?, tutti i commentatori di non stretta osservanza lgbt bannati nel tempo o che hanno abbandonato per evidente impossibilità di dialogo , come un bravissimo veterinario ?
              Tutti ” Montesi”?

              Scusami, non ce l’ho con te personalmente, ma con le tue tremende credenziali ideologiche , cui accennavo sopra, venire qui a parlare qui di Dio e della Chiesa , è una roba proprio penosa , sebbene in linea col bigottismo-clericalismo del blog in cui sei tra i pochi eletti ammessi : preghiere e messe a iosa, Dio di qua, Dio di là, ma giudizio sulla realtà lontanissimo dal cattolicesimo, lontanissimo da Dio e dalla Chiesa, se non sempre, quasi sempre.

  13. Non ho letto il documento. Mi è stato riferito da persona di fiducia che in un punto si definisce l’educazione parentale una vita che viene dall ‘ America e che forma persone integraliste. In aggiunta che è una scelta da evitare. Costanza tu che lo hai letto mi confermi?

    Fa un po’ ridere come posizione contando che l’istruzione ed educazione sono nate in seno alla chiesa e che lo stato ci ha rubato tutto.
    In più proprio in America il 10%delle attuali vocazioni escono da famiglie che hanno istruito a casa i loro figli tramite la scelta dell ‘ home schooling.

    1. Costanza Miriano

      Cara Elena, no, non è vero. Non nel documento finale. Se la tua fonte è fidata allora probabilmente qualcosa di simile è stato detto durante il Sinodo ma non è nel documento finale, immagino quindi perché non condiviso dai più. Anzi, nel documento l’apporto familiare viene più volte definito come determinante, e potenzialmente molto positivo. Se cerchi il Documento finale sinodo giovani su google, lo apri, fai CTRL F ti si apre una finestra in alto a destra: metti la parola che ti interessa, per esempio educazione, e vedi quando e come ricorre il tema. Non mi pareva di aver letto quello che riferivi, ma ho ricontrollato velocemente in questo modo.

      1. Il legame con la famiglia

        72. La famiglia è la prima comunità di fede in cui, pur tra limiti e incompiutezze, il giovane sperimenta l’amore di Dio e inizia a discernere la propria vocazione. I Sinodi precedenti, e la successiva Esortazione Apostolica Amoris laetitia, non cessano di sottolineare che la famiglia, in quanto Chiesa domestica, ha il compito di vivere la gioia del Vangelo nella vita quotidiana e farne partecipe tutti i membri secondo la loro condizione, rimanendo aperti alla dimensione vocazionale e missionaria.

        Non sempre però le famiglie educano i figli a guardare al futuro in una logica vocazionale. Talora la ricerca del prestigio sociale o del successo personale, l’ambizione dei genitori o la tendenza a determinare le scelte dei figli invadono lo spazio del discernimento e condizionano le decisioni. Il Sinodo riconosce la necessità di aiutare le famiglie ad assumere in modo più chiaro una concezione della vita come vocazione. Il racconto evangelico di Gesù adolescente (cfr. Lc 2,41-52), sottomesso ai genitori ma capace di staccarsi da loro per occuparsi delle cose del Padre, può offrire luci preziose per impostare in modo evangelico le relazioni familiari.

      2. Ho verificato come hai detto e cercando più volte sul web ho trovato diverse conversazioni del sinodo che si sono svolte nel termini che ti dicevo. Non hanno avuto una votazione maggioritaria. Ma neanche piccola

    2. MenteLibera65

      Se per educazione parentale si intende non mandare i figli a scuola ed educarli in casa per non farli “traviare dalla scuola”, trovo che nel 3^ millennio , sopratutto in Europa, sia assurdo.
      E trovo anche preoccupante che il 10% delle vocazioni americane (ma da dove escono questi numeri ? citare le fonti) escano da queste esperienze casalinghe.
      Non abbiamo bisogno di preti plagiati da famiglie simil-mormoniche, che non conoscono il mondo e non hanno amici nel mondo. Siamo chiamati a vivere nel mondo, pur non essendo del mondo.
      L’America è anche la nazione dove c’è la maggiore percentuale di persone che credono che la terra sia piatta, e dove c’è la maggiore concentrazione di armi da guerra in mano a privati e dove c’è il maggiore tasso di omicidi del mondo occidentale.
      Non tutto quello che viene da li è oro colato, è un nazione di eccessi.

      1. Luigi Saruggia

        Se per te il problema sono le scuole parentali e non la scuola statale dove ne succedono di ogni, contento tu. Prima di giudicare ti consiglio di informarti meglio e non limitarti a ciò che è luogo comune.

      2. Francesco Paolo Vatti

        MenteLibera65, Ho fatto le scuole statali, dall’asilo al dottorato e non lo rimpiango. Coi miei figli, mi sono trovato a mandarli alle private fino alle medie comprese, per l’eccessiva ideologia della preside della locale scuola statale… La scuola parentale può essere, in talune circostanze, la sola via per evitare un’educazione sbagliata, talora non solo per quanto riguarda fede e morale, ma nelle stesse informazioni che vengono date. Andrei piano ad attaccarla, pur non trovandola, personalmente, ottimale e considerando corrette alcune delle sue critiche.

  14. I nostri “pastori”attuali sono degli umanisti che mettono l’esistenza umana al primo posto.

    Esatto. E sono anche dei vecchiacci, e qui con il dispregiativo non mi riferisco alla vecchiaia in sé, che in realtà dovrebbe essere apprezzata per la saggezza, quanto alla qualità di questi specifici vecchi, pessima: evidentemente erano pessimi giovani e sono pure invecchiati male. Rappresentano la feccia delle ideologie moderniste che credono di aver finalmente portato alla vittoria, dopo decenni di lotta. Certo, una qualche vittoria la otterranno: dannare non solo sé stessi, ma trascinarsi dietro – come la coda del dragone – un bel po’ di anime. Ma poi finiranno nella pattumiera della Storia.

    PS Non diciamo che “ascoltano”. Ascoltare i giovani è già una pessima idea, come ha detto fra’ e ben spiegato Aldo Maria Valli nel pezzo “Contro la retorica dell’ascolto”; ma questi non hanno affatto ascoltato “i giovani” (da quando esistono i rivoluzionari c’è l’ipocrisia di ascoltare qualche classe sociale, che in realtà viene abilmente manipolata): la preparazione e lo stesso svolgimento del Sinodo sono stati ampiamente taroccati, ancora di più dei due precedenti.

  15. Cara Costanza, grazie per la sua sintesi. Due cose soltanto:
    1. Io penso che la convinzione diffusa, a tutte le età, sia ancora quella di una chiesa rigida e piena di norme. Basti pensare che comunemente si parla ancora di DOVER soddisfare il PRECETTO festivo. Questo papa ha cercato di incidere questo grave problema seminando misericordia a piene mani, seguito, con più o meno avvedutezza, da vari collaboratori. Ma l’accusa di Gesù “Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito” pesa ancora molto sulla gerarchia cattolica. Ovviamente sto descrivendo quel che vedo e non quel che vorrei.
    2. Il mondo occidentale a me appare essenzialmente come un mondo del “carpe diem”, che non spera in nulla oltre il week-end. A questo tipo di mondo non ha molto senso parlare di peccato e di inferno perché la comprensione di queste realtà DIPENDE dall’avere già una visione oltremondana del nostro destino. Dunque, prima e soprattutto, bisogna annunciare che esiste un senso positivo dell’essere al mondo, che valiamo più di molti passeri. Se riusciamo a testimoniare questo allora, a quel punto, per chi è conquistato da Cristo il resto viene da sè, come spiega continuamente S.Paolo. Se la relazione finale di un sinodo pastorale non cita peccato e inferno forse è perché, per il pubblico cui si rivolge, è pastoralmente inutile.

  16. Teresa

    I giovani se ben indirizzati possono fare grandi cose!La fede è un incontro con una persona viva e se nella vita di un giovane arriva questo incontro tutto cambia:nulla è più pesante se si crede e ama a quello che Gesù chiede per avere una vita veramente felice. Perché i giovani devono capire che tutto gira intorno a questo.Dio vuole la nostra felicità e ci indica la strada.Se ci consiglia di non avere rapporti prematrimoniali è per il nostro bene per vivere in ordine…ecco se i dottoroni spiegassero cosi forse per i giovani tutto sembrerebbe diverso o forse ci siamo sbagliati io e mio marito a fare” le cose come Dio comanda”Perché lo dico: non è stato un sacrificio che ci ha allontanato dalla chiesa anzi!!!Ogni tanto mi viene in mente che a 40 giorni dalle nozze io e il mio futuro marito abbiamo fatto una promessa pensando a come Gesù si sia preparato alla vita pubblica con 40 giorni di penitenza nel deserto cosi noi decidemmo di darci solo bacini sulla guancia così da evitare” tentazioni’ e notizia della notizie per i dottoroni così abbiamo fatto!!!!Ai giovani tutto sembra facile e i “sacrifici” leggeri!!!

    1. Mentelibera65

      Perdonami Teresa ma 40 giorni di astinenza non sono esattamente quello Humane Vitae insegna, ma sono quasi un “fioretto”, e ti garantisco che è cosa molto diffusa anche tra chi se ne frega della religione. Senza giudizio, conta molto di più cosa hai fatto (e cosa facciamo tutti) durante il matrimonio per tutta la vita matrimoniale, quando bisogna affrontare ogni giorno la battaglia contro la umana paura di fare l ennesimo figlio.

  17. Cara Costanza, non è che tutta la tua tensione nel voler vedere apparire, citare, l’argomento che ritieni gravemente mancante, ha finito per ridurre l’importanza di ciò che di buono c’è (che liquidi con un “a parte i tanti elementi positivi”…).

    In senso squisitamente logico (ma potrei dire persino teologico), la tua visione critica “fila”, ma veramente possiamo ridurre l’intero Documento a quella che tu indichi addirittura come una “voragine”?

    Io trovo i capitoli dal I al IV della parte II molto pregnanti, concreti, pur toccando tematiche prettamente spirituali… anche i “mezzi” per raggiungere il fine sono “storicamente ortodossi” e riproposti come unici e attuali.

    Tu trovi il par 166 non adeguatamente espresso?
    A me pare esprima in termini chiari ciò che tu stessa dici… I giovani vogliono testimoni e annunciatori credibili, NON operatori di scandali e iniquità (puoi forse dire che nessun giovane o meno giovane non si sia allontanato per certa disastrosa attualità?).

    Quel paragrafo dice:

    “166. Noi dobbiamo essere santi per poter invitare i giovani a diventarlo. I giovani hanno chiesto a gran voce una Chiesa autentica, luminosa, trasparente, gioiosa: solo una Chiesa dei santi può essere all’altezza di tali richieste! Molti di loro l’hanno lasciata perché non vi hanno trovato santità, ma mediocrità, presunzione, divisione e corruzione. Purtroppo il mondo è indignato dagli abusi di alcune persone della Chiesa piuttosto che ravvivato dalla santità dei suoi membri: per questo la Chiesa nel suo insieme deve compiere un deciso, immediato e radicale cambio di prospettiva! I giovani hanno bisogno di santi che formino altri santi, mostrando così che «la santità è il volto più bello della Chiesa» (FRANCESCO, Gaudete et exsultate, n. 9). Esiste un linguaggio che tutti gli uomini e le donne di ogni tempo, luogo e cultura possono comprendere, perché è immediato e luminoso: è il linguaggio della santità.”

    E’ della santità che parla, più che del suo opposto… non è forse della Santità ritrovata, riscoperta, di cui TUTTI abbiamo bisogno e a cui tutti siamo chiamati?
    Quella che ci rende credibili agli occhi del mondo?
    (Naturalmente non sto pensando necessariamente a quella che si esprime attraverso miracoli di varia natura).

    Peraltro i capitoli conclusivi del Documento non lesinano indicazioni pratiche, concrete… non dico siano o possono essere tutte risolutive come una “bacchetta magica”, alcune forse possono rimanere pie intenzioni, ma non mi paiono “disprezzabili”.
    Tra l’altro non mi pare di vedere particolari compromissioni a temi quali il Matrimonio tra Uomo e Donna o l’etica sessuale (almeno non quanto i tanto paventati allarmi…). La Famiglia più volte citata, non è certo quella “arcobaleno”.

    Concordo invece che le premesse, date dall’analisi della situazione giovanile ancora piuttosto lacunosa e a tratti troppo ristretta (come se i “giovani” fossero una categoria a parte dell’Umano), possono lasciare un po’ interdetti… fanno intravedere posizioni ancora troppo distanti.
    Che forse i termini come “ascolto” e “empatia” (brrr) sono un po’ troppo ricorrenti, ma solo se il tutto si esaurisse lì… cioè “ascolto e poi?”.
    Un “poi” c’è, a mio modo di vedere.

    Ad ogni modo, come recita la filastrocca: “stretta la foglia, larga la via, dite la vostra…” tu hai detto la tua, io la mia.

    Basta che prima di dirla, non ci si affidi solo ai commenti di questi o quelli, ma si legga il documento (è il minimo che si possa fare):
    http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2018/10/27/0789/01722.html

    1. Il modernismo si muove così: mescolando cose cattive a cose buone, e omissioni. Le cose buone sono messe lì apposta per anestetizzare la presenza delle cattive (che però ci sono e fanno danno). Ripeto: Amoris Laetitia ha già aperto la strada, sarebbe assurdo rifare tutto il percorso di questi ultimi anni senza averne tratto lezione.

      Detto questo: ma cosa ci sarebbe di nuovo nelle cose buone che hai riportato? È roba nota e stranota da tempo. Ci voleva un Sinodo per ribadire alcune cose buone già note, per mescolarle con cose cattive?

      1. Poi diciamo che è inutile che la Chiesa faccia Sinodi e produca Documenti.
        Va bene così?

        No, non va bene perché non è quello che ho detto. La Chiesa deve produrre documenti validi. Se produce schifezze, pur indorate con un po’ di zucchero, noi abbiamo il dovere di denunciarlo.

      2. Io ho riportato alcune cose su specifici punti, poi, sono cose già note?
        Non vanno bene? Cosa volevi le re-invenzione delle cose note?

        Quindi le cose note, sono note, le altre sono “schifezze”…

        Vabbè.

        Non hai risposto alla domanda, hai letto per intero il Documento?
        Confuta le vere “schifezze” e dimostra che hanno una forza tale da stravolgere le cose buone.
        (Naturalmente se ti ci metterai d’impegno, partendo con quell’intenzione saprai certo scovare qualcosa…)

        Sennò è tutto solo un pre-concetto e pre-giudizio che non risponde a nessunissimo “dovere”.

        Questo Documento è di una perfezione sotto tutti i punti di vista tale da fare gridare al miracolo? No.

        E’ una schifezza? Questo lo dici tu!
        Buon pro ti faccia.

        1. Cosa volevi le re-invenzione delle cose note?

          No: appunto, dico che sarebbero state interessanti cose nuove, ovviamente intendo dire la stessa dottrina con modi nuovi di proporla. Tu il documento l’hai letto e la domanda l’ho fatta io: ci sono? Allora dimmi quali sono. Perché se non ci sono, evidentemente lo scopo del Sinodo era di far passare le schifezze. Quest’anno avremo un’ondata di “eventi cattolici LGBT”, che finora abbiamo avuto solo l’assaggio, e tutti perché “l’ha detto il Sinodo”. Hanno già iniziato al Santuario di Caravaggio. I buoni cattolici protestano e si fanno sentire, non mettono la testa sotto la sabbia accontentandosi di qualche paragrafetto passabile. Ma davvero questi cinque anni non hanno insegnato niente?

          Confuta le vere “schifezze” e dimostra che hanno una forza tale da stravolgere le cose buone.

          C’è pieno di gente che ha scritto tonnellate di pagine a riguardo e ne sa più di me, e sa scrivere meglio di me e ha scritto critiche molto chiare e valide. Io ho già citato il pezzo di Valli, tanto per iniziare. Finché gli omoeretici sono al comando, leggere quello che scrivono per me è tempo sprecato.

          1. Quindi comprendo che non hai letto il Documento e abdichi la tua intelligenza e il tuo discernimento a chi (ritieni) “ne sa più di te”.

            Contento tu…

            (E’ evidente a questo punto il tuo pre-giudizio, basato sul giudizio – o pre-giudizio – di altri)

            Quanto agli eventi LGBT, DOVE?! l’ha detto il Sinodo??

            Oh certo, qualcuno dirà che si appoggia al Sinodo, ma di cazzate dette e riportate è pieno il mondo, si combattano queste!

            1. Francesco Paolo Vatti

              Carissimo Giudici, La leggo sempre con interesse, benché non sempre condivida. Ma resto un po’ perplesso quando, davanti a Bariom che dice che c’è qualcosa che va, quasi dice che questa è una tattica. Mi perdoni, ma suona un po’ così: se non va dico che non va e se va dico che è fatto apposta per mascherare quello che non va. Non mi pare il massimo, francamente. O non ho capito?

  18. Restifar

    Credo che la preoccupazione di trovare il dialogo con i giovani di oggi abbia segnato in maniera pesante i lavori. E la difficoltà oggettiva di comporre un gap generazionale e culturale che vede i protagonisti sulle opposte rive di un fiume in piena sembra che abbia indotto i padri sinodali a mettere in acqua un ponte di barche per guadagnare l’altra sponda, senza tener conto del rischio che esso venga travolto dalla piena. Sono convinto che parlare con i giovani di oggi non è facile sia per problemi di mero uso della lingua, che per una diversa concezione dei valori. E in tema di religione ciò diventa ancora più arduo se le argomentazioni sono poste sul piano teorico. Forse l’islam si diffonde con maggiore rapidità proprio perché possiede una componente materiale più accessibile e più immediata a soddisfare i quesiti più pressanti. Le falle che tu hai esattamente rilevato pongono in evidenza la questione di fondo che è l’impianto stesso del documento e, in definitiva, della strategia. E mi pare emblematico che si introduca una definizione del concetto di autorità affermando che occorrono “adulti autorevoli”. Penso che sarebbe stato più utile affrontare il vero e grande problema della perdita di autorevolezza dei nostri pastori di anime, degli insegnanti e dei genitori di oggi. Per non parlare di quella degli uomini di cultura e dei giornalisti. Ho visto le facce dei ragazzi di Palermo che ascoltavano le parole del Papa e si capiva che erano attenti e le seguivano con interesse. Il Papa, come è nel suo stile, è stato molto concreto e non ha eluso concetti anche complessi. Ed è stato capito. Non esiste vero dialogo quando si ha timore di affrontare alcuni argomenti. Ricordo una grande lezione che ho ricevuto a Roma quando frequentavo Via degli Astalli. Durante una pausa decidemmo di andare a prendere un caffè in Piazza Venezia e con noi ragazzi venne anche un padre gesuita missionario in Laos (eravamo alla vigilia della guerra in Vietnam). Stavo chiacchierando con lui quando fui distratto da una bellissima ragazza che ci veniva incontro. Distrazione che mi tolse letteralmente il fiato, sicché appena scomparsa quella visione, ritenni di dovermi scusare. Mi guardò sorridendo e mi disse: “Ricordati che la Fede è la cosa già importante. La castità arriva, comunque, con l’età”. Con persone di tale caratura non possono esserci problemi di dialogo. E oggi di queste persone abbiamo bisogno.

      1. E se l’età poi non arriva, come la mettiamo?

        Visto che domani non so se e quando sarò collegato, esplicito il punto in anticipo.

        Ma se il ragazzo avesse avuto la passione per le auto sportive, quelle da sei cifre in euro per intenderci, e si fosse messo in mente di fare Gordon Gekko per tirar su i soldi e comprarsele, quel prete gli avrebbe detto “l’onestà arriva, comunque, con l’età”?

        Un grande santo esperto di peccati aveva detto “dammi la castità, ma non subito”; ma poi aveva riconosciuto il proprio errore. Qualcuno ci fornisce garanzie che vivremo sino a… tra parentesi, a che età arriverebbe la castità? 40? 50? 60? (*) Dicevo: abbiamo garanzie di arrivarci? Oppure Cristo ci ha ammonito che la nostra morte può arrivare come un ladro, quando non ce l’aspettiamo, e che dobbiamo farci trovare preparati?

        Ora, beninteso: un conto è gestire chi di castità non vuol sentir parlare, sperando che un giorno venga a più saggi consigli. Va bene: sperando che arrivi quel giorno, un pentimento sincero metterà tutto dietro le spalle (salvo la pena residua). Ma la continua abitudine con il peccato non facilita il pentimento, anzi: quel giorno dunque potrebbe non arrivare.

        (*) A dimostrazione di quanto scritto, è noto che la nostra società sta mandando all’aria pure la saggezza che un tempo portava l’età: tant’è che gli anziani d’oggi sono grandi consumatori di pillole blu. Ecco dove porta non esortare a cercare la virtù subito, finché si è in tempo.

        1. La castità poi si raggiunge e/o si mantiene, con tanta preghiera, tanto esercizio, tanto combattimento.

          Se la si aspetta come “pace dei sensi” si ha un bel da aspettare…
          Se la si considera un “accessorio” non indispensabile per il proprio cammino spirituale, beh… auguri!

      2. Restifar

        Se c’è la Fede, quella vera, la castità non è un problema o, meglio, non è il problema.

        1. Se c’è la Fede, quella vera, la castità non è un problema o, meglio, non è il problema.

          Se c’è la Fede quella vera, che non è quella luterana senza le opere, c’è anche la castità, insieme a molte altre cose.

          1. Francesco Paolo Vatti

            Più che altro resto un po’ perplesso dal racconto. Notare una bella ragazza sarebbe una violazione della castità? Allora sono un vero libertino e non me ne sono mai accorto… Poi mi pare che non c’entri molto con l’argomento: essere in linea coi giovani significherebbe essere indulgenti coi loro ormoni? Mi pare riduttivo. Poi, se vado indietro nel tempo a una trentina di anni fa (quando ero poco più che ventenne, per intenderci), sicuramente gli ormoni erano un richiamo importante, ma non erano l’unico. Avevo bisogno di tante cose, come l’affetto dei miei genitori, la sete di infinito, lo scoprire il mondo, perché no? anche lo sport, l’amicizia. Non sarò certo io a sminuire l’importanza del sesso nella vita di un uomo, ma il periodo prima di sposarmi l’ho vissuto con pienezza, non in attesa spasmodica di qualcosa (comunque, non di qualcosa di puramente materiale). Anzi, provavo un certo fastidio verso quei cinquantenni (come sono io oggi) che sembravano non pensare ad altro, specialmente quando parlavano con me.
            Anche la ricerca della compagnia, non era solo per sfogare i miei istinti, ma per dividere la vita e per parlare di tutto o quasi… Se questi ragazzi davvero fossero sulla lunghezza d’onda di non accettare la castità, il problema non starebbe nella cosa in sé, ma nella riduzione a poco o niente della loro vita, no?

            1. fra' Centanni

              Non sono sicuro di aver capito. Cosa intendi quando dici: “Notare una bella ragazza sarebbe una violazione della castità?”, oppure: “…il periodo prima di sposarmi l’ho vissuto con pienezza, non in attesa spasmodica di qualcosa…”, oppure: “…Anche la ricerca della compagnia, non era solo per sfogare i miei istinti, ma per dividere la vita e per parlare di tutto o quasi…”…???? Cosa intendi con queste cose che hai detto? Vuoi dire che hai avuto rapporti prematrimoniali? Se è così hai commesso adulterio, tutto il resto son chiacchiere. Ma la cosa peggiore non è l’adulterio che hai commesso ogni volta che hai avuto rapporti prematrimoniali. La cosa più grave è che si nota anche un certo compiacimento, mi pare di capire. Anche peggio direi: si nota l’apologia che fai della tua vita dissoluta. Questyo si chiama cambiare il male in bene…

              Ricordati: “…chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”.

  19. Grazie Costanza.

    Penso che i pastori dovrebbero parlare e mettere in evidenza i dieci comandamento, per dire la verità…. a tutti…( non sono norme gravoso ma una guida per la vita)

    i dieci comandamento sono per il bene di ogni essere umano…per la Salvezza del’anima, e non se ne parla più, vedi tanta gente accostarsi a l’Eucarestia…ma i confessionale sono per cosi dire quasi vuote.

    I nostri giovani hanno bisogno di chiarezze Divini…..e non solo di comodità umana….

    Hanno bisogno di sentire che Dio gli ama, che Cristo Ha dato la Sua vita in riscatto dei nostri peccati, perché ama l’uomo …..ma non il peccato, solo la verità rende libero, e non il fai da se.. non funziona cosi, la lista è lunga da spiegare in due parole….
    ed io non sono brava a scrivere.

    Felice Colpa….(peccato originale che non è menzionato a questo Sinodo dei giovani)

    Grazie Pace e bene In Cristo Risorto.

  20. Grazie per quanto scritto. Ho letto anch’io con prontezza il messaggio del Sinodo ma rimango molto perplesso!… Innanzitutto l’impostazione di fondo: Giovanni Paolo II, nei suoi incontri con noi giovani, diceva loro come Cristo e la Chiesa ci volevano giovani (GMG) non come noi volevamo la Chiesa! (SINODO). Propongo un suo brano a mio avviso molto chiaro: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso prenda la sua croce e mi segua”. Un’esigenza dura: ha spaventato gli stessi discepoli e ha trattenuto molti dal seguire Cristo. Eppure è con essa che ci si deve confrontare perché la via tracciata da Dio per il suo Figlio è la stessa che deve percorrere il discepolo deciso a porsi alla sua sequela. Non ci sono due strade ma una sola: quella del Maestro. Al discepolo non è consentito inventarne un’altra. E’ il cammino della conversione, indispensabile, che ha fatto dire a Paolo: “Non più io vivo ma Cristo vive in me”. Una diffusa cultura dell’effimero da valore a ciò che piace e pare bello. Aprite però bene gli occhi: questa non è la strada che fa vivere ma il sentiero che sprofonda nella morte: “chi vorrà salvare la propria vita la perderà, chi la perderà per me la salverà”. Gesù non ci illude!” (s. G. P. II – GMG2001). Parole forti, senza sfronzoli. I giovani non rimangono scossi e non si entusiasmano per riflessioni che sentono già fare dai sociologi, psicologi e analisti statistici, ma dal messaggio forte di Cristo. Ai pochi giovani che ha incontrato, Cristo ha proposto lui stesso il suo Vangelo: beatitudini, lasciare padre madre e casa, castità, verginità, povertà amata e scelta come valore, sacrificio per entrare nella posta stretta, ecc… E non è corso dietro a chi non ha voluto seguirlo!

  21. Vanni

    A proposito del peccato originale non sai, Costanza, che il racconto biblico

    “è un’apparente narrazione storica, con eventi e una trama, che hanno però un valore simbolico, filosofico-teologico, quindi ‘sapienziale’ ed esistenziale” .

    Si tratterebbe, come dice anche Karl Rahner, di un’“eziologia metastorica”, ossia di un genere letterario antico, che per mezzo del racconto di un mito riferito al passato, intende istruirci su di una condizione dell’uomo che riguarda il presente, anzi una condizione “metastorica”, quindi qualcosa che riguarda l’uomo come tale, indipendentemente dai tempi e dal corso della storia. Insomma, un modo di far filosofia ricorrendo alla narrazione, anziché a concetti speculativi.”

    http://www.libertaepersona.org/wordpress/2012/12/il-peccato-originale-secondo-il-card-ravasi/

    1. Michele

      Rahner, Ravasi… Se citavi anche il ragionier Filini, i grandi teologi c’erano tutti.

      1. Vanni

        Dal link credevo si percepisse il tono ironico, ma sbagliavo.

        Comunque, nei seminari i teologi citati, ragionier Filini compreso, sono tenuti in gran considerazione.

  22. Non vedo nominata la Regina della Chiesa, la tua lettura è condivisa totalmente. Tutto si inquadra nella battaglia tra il Bene ed il male. Sembra vinta dal malvagio nemico. Vieni Signore Gesù .

  23. Giacomo

    Da circa due mesi sto aiutando un ragazzo di quasi 30 anni , nel suo percorso di conoscenza verso il Battesimo e la di lui fidanzata, digiuna come se non più , delle minime nozioni…… Verità di Fede, Catechismo di San Pio X, virtù Cardinali, Teologali, Paradiso, Purgatorio Inferno…dannazione eterna… oppure salvezza e resurrezione in anima e corpo perfetti in cieli nuovi e terra nuova… convivono e ho detto loro che sono in peccato mortale e concubinaggio. Mi aspettavo che mi dessero il benservito…. invece mi sono sentito dire che mai si sarebbero sognati di poter conoscere le.cose per come stanno per davvero e che nessuno glielo aveva mai spiegato in modo così chiaro ed efficace. Merito esclusivo del Magistero della Chiesa ..Non mio…. Magistero che se preso per vero (come è) porta molti più peccatori alla conversione a Cristo di quanti non pensiamo…. ma abbiamo paura …. una dannata paura di dire.come stanno le.cose……. colpa nostra “politicamente corretti”….. poi glielo andiamo a dire a Cristo tutti insieme il giorno del Giudizio… ma non vale il mal.comune mezzo gaudio…. mi sa di no.

    1. Grazie per il tuo commento : mi è di conforto e lo condivido.

      Infatti non dobbiamo convincere nessuno : la Verità – che è intollerante per definizione – si difende da se stessa, non ha bisogno di commenti, solo che va detta, pronunciata, testimoniata tutto quì.
      Più aderiamo alla Verità – con Carità – con il nostro essere/atteggiamento/comportamento e più siamo “convincenti”.
      Come diceva sempre Santa Bernadette “Io non vi devo convincere che ho visto l’Immacolata Concezione, io vi devo solo riferire quello che mi ha detto”.
      Stop.
      E’ ovvio che il “mondo” e il maligno rifiutano la Verità, questo è sempre stato e sempre sarà.

      E’ vero però che ci sono menti che hanno “sete” di spiegazioni (vedi Sant’Agostino o San Tommaso d’Aquino) come ci sono anime che non gliene frega nulla di spiegazioni e “avvertono” la Verità solo grazie alla Fede e alla Grazia (vedi San Francesco d’Assisi o Santa Teresa d’Avila).

      I giovani sono attratti dai “convinti”, nel bene e nel male : sono attratti allo stesso modo dal “bel tenebroso” tutto nero, sigaretta, orecchino, parolacce, musica, vaffa e chi se ne frega, come dalla ragazza che tutta sorriso, dolcezza, entusiasmo e Fede va di notte alla stazione a portare un cornetto e un cappuccino e una carezza ai barboni.

      Non è solo una questione di parole, di Sinodi o di Documenti – e quasi quasi di Dottrina e di Catechismo, no, è solo una questione di essere veri testimoni di una Verità che si porta dentro.

  24. ferruccio

    “E’ vero che stando con i giovani si diventa giovani… e lo ha detto qualcuno che di giovani se ne intende: Giovanni Paolo II ”
    Sì, perchè con queste parole si rivolgeva ai giovani alla GMG del 2000 a Tor Vergata:
    “Carissimi giovani e ragazze, con grande gioia mi incontro nuovamente con voi in occasione di questa Veglia di preghiera, durante la quale vogliamo metterci insieme in ascolto di Cristo, che sentiamo presente tra noi. E’ Lui che ci parla”.
    e più avanti
    “Carissimi amici, anche oggi credere in Gesù, seguire Gesù sulle orme di Pietro, di Tommaso, dei primi apostoli e testimoni, comporta una presa di posizione per Lui e non di rado quasi un nuovo martirio: il martirio di chi, oggi come ieri, è chiamato ad andare contro corrente per seguire il Maestro divino, per seguire “l’Agnello dovunque va” (Ap 14,4). Non per caso, carissimi giovani, ho voluto che durante l’Anno Santo fossero ricordati presso il Colosseo i testimoni della fede del ventesimo secolo.
    Forse a voi non verrà chiesto il sangue, ma la fedeltà a Cristo certamente sì! Una fedeltà da vivere nelle situazioni di ogni giorno: penso ai fidanzati ed alla difficoltà di vivere, entro il mondo di oggi, la purezza nell’attesa del matrimonio. Penso alle giovani coppie e alle prove a cui è esposto il loro impegno di reciproca fedeltà…”
    Non è forse per questo modo di stare con i giovani che ha reso GPII amato ed indimenticabile, testimone autentico e credibile ?

    1. Se posso esprimere un parere amichevole, a mio umilissimo giudizio la risposta di Giovanni – alla cui erudizione mi inchno rispettosamente – mi sembra di una lunghezza più che eccessiva, molto toruosa, con concetti riferiti tanto oscuri quanto discutibili. In somma, con simpatia e amicizia, devo confessare che, a conti fatti – certamente per mio difetto – non ci ho capito quasi niente!

      1. non ci ho capito quasi niente!

        Non è l’unico, don Massimo. Marcotullio è un onesto combattente per la buona causa, ma è un perfetto esempio dell’intellettualismo che ha invaso la Chiesa dai tempi del Concilio. Intellettualismo che è già stato notato essere parte dei documenti della Chiesa, sempre più lunghi (in questo caso la lunghezza è strumentale a intorbidire le acque, l’eccellente “cambiare niente per cambiare tutto” di Dal Pozzo). Il risultato sono pacchi di discussioni inutili, inutili, inutili, il vero marchio di fabbrica di questo scorcio di storia, che prima ha contaminato la politica e ora ha ridotto la religione a politica: in questi giorni un pacco di carta inutile e dannoso prodotto dal Sinodo, altri pacchi di carta inconcludenti che ne discutono in modo inconcludente.

        Nel frattempo, i pervertiti spadroneggiano, falsi pastori predicano e anime finiscono all’inferno. Meglio agire con vie più immediate, come organizzarsi in comitati, raccogliere firme e farsi sentire dai vescovi:

        http://www.lanuovabq.it/it/fedeli-dicono-no-allevento-lgbt-al-santuario-di-caravaggio

        E prima di tutto, pregare ancora di più, penitenze e digiuni. Per liberarci dei pervertiti prima, e dell’intellettualismo poi.

        1. Da notare come il documento finale del Sinodo sia già stato usato per giustificare un’iniziativa omoeretica: per quanto mi riguarda, anche non fosse stata quella l’intenzione, è già sufficiente per screditare l’intero documento. D’altro canto, va bene tutto, purché i timbri e le carte bollate siano in regola: se poi Dio, i Sacramenti e la Salvezza stessa se ne vanno a quel paese o vengono considerati secondari, pazienza.

          1. “Da notare come il documento finale del Sinodo sia già stato usato per giustificare un’iniziativa omoeretica: per quanto mi riguarda, anche non fosse stata quella l’intenzione, è già sufficiente per screditare l’intero documento.”

            Ragionamento di una logica sconcertante (!)

            Ai cui sviluppi vi lascio.

            1. Hai ragione. Il documento va letto con attenzione, sottolinenando le parti positive, che certamente non mancano – come hai fatto tu. Poi si possono fare critiche ragionevoli lì dove qualche cosa non convince, appare manchevole o si presta ad ambiguità.

            2. giovi

              Bariom, io ho cercato di capire quello che hai scritto in difesa del documento finale del sinodo, ma è un po’ , con le ovvie grossolane approssimazioni, come con amoris laetitia : ci saranno frasi bellissime in quantità e richiami fruttuosi alla fede, ma se poi nei blog e consessi vari lgbt ( come nei blog e consessi vari contrari all’indissolubilità del matrimonio cattolico , direi del tutto coincidenti, guardacaso ) ) si stappa lo spumante a fiumi, uno rimane perplesso.

              1. @giovi,
                io non mi sono preso la briga di “difendere” il Documento, ho semplicemente detto la mia, non esente da critiche al Documento stesso.

                Critico certe critiche. Se qualcuno “stappa spumante a fiumi” (fatico sinceramente a vederne l’appiglio) e altri lo considerano spazzatura, questo conferma solo quanto l’interpretazione sia spesso inficiata o distorta dalle proprie personali convinzioni o “prospettive-aspettative”.

                1. giovi

                  Caro Bariom, mi collegavo ad Antonio il medievale: mi sembra evidente che un documento che viene usato , senza tema di smentita, come capitato per amoris laetitia, per appoggiare iniziative alquanto discutibili, non sia un buon documento.
                  Se hai tempo, dai un’occhiata alla produzione del pur molto modesto Giranzani : appoggiandosi sul documento finale del sinodo dice delle robe, ma delle robe…
                  E anche giustamente , dal punto di vista lgbt : l’accenno ai cammini di accompagnamento, per esempio, è da brivido, non è questione di convinzioni o aspettative, tutti sanno dove si va a parare.
                  Se, invece, contraddicendo le mie aspettative, si sosterranno cammini cristiani come quello di Courage o di Luca Di Tolve, sarò felicissima di ammettere di aver male interpretato.
                  Ma scommettiamo che ne avranno una grande spinta percorsi come quello delle piissime ( non sto scherzando ) suore toscane che non si vergognano di chiedere in pubblico un cambiamento della dottrina cattolica che riconosca come leciti i rapporti sessuali omosessuali e le coppie stesse omosessuali praticanti ?
                  Che accompagnamento cristiano può essere un simile accompagnamento ?

                  1. Cara giovi (donna se non ricordo male).

                    se leggi il buon @Fabrizio, lui si dispensatore di bollini sulla vita altrui e di gratuiti giudizi su persone la cui vita non ha neppure la più pallida idea di come sia spesa, sagace dispensatore di profezie, avrai capito l’inutilità dell’interloquire con me…

                    Io però per cortesia nei tuoi confronti, ti rispondo perché comprendo la tua preoccupazione e il tuo sconforto.
                    Non voglio tornare sul Documento in oggetto perché mi pare inutile a questo punto.

                    In senso generale, un documento è squalificato (e squalificante) perché può essere manipolato? Persino le parole dei Vangeli, le stesse di Cristo sono e vengono manipolate tutti i giorni…
                    Poteva essere questo un Documento più “blindato”… forse.

                    Io sono preoccupato delle varie derive al limite dell’eretico all’interno delle Chiesa, come tanti …forse non mi agito come tanti, perché non credo che il mio agitarmi tanto o poco possa cambiare le cose e già questo pare mi rende sospetto se non colpevole (@Fabrizio docet).

                    Ho conosciuto Courage grazie ad un incontro con il suo responsabile in Italia, nato proprio da queste “pagine” e non posso che immaginare miglior accompagnamento per le problematiche legate all’omosessualità… quindi non è certo il termine “accompagnamento” il problema ma appunto l’uso distorto che se ne fa. E’ un’esperienza che lavora nel silenzio e certo con varie difficoltà anche di accoglienza, così come tante altre valide iniziative nella Chiesa.

                    Le “altre”, quelle distorte appunto, battono la gran cassa e si fanno molto notare, ma il loro chiasso, non avrà la meglio, anche se produrrà ahimé tante sofferenze.

                    Ti auguro la buonanotte.

                    1. giovi

                      Caro Bariom, non sono le manipolazioni che mi preoccupano, anche il Vangelo , come giustamente dici tu, viene manipolato. In effetti, come accennavo sopra, in questo caso, l’esultanza dei lgbt non mi sembra dovuta del tutto a manipolazione, qualche ragione ce l’hanno per brindare.
                      Poi, ognuno ha la sua sensibilità, e io apprezzo moltissimo sia il tuo sguardo, che quello di Fabrizio, che, in un certo senso, si bilanciano, pur tra punzecchiature continue, senza mai mettere in discussione la fede cattolica, che è quello che conta, per la nostra felicità e davanti a Dio.
                      ( certo, sono una donna, moglie e madre : dalle mie parti “giovi” è esclusivamente femminile e pure non sopporto chi si presenta senza che si capisca se è uomo o donna ! 🙂 )

            3. Dopo aver letto i commenti di cui sopra, sì, direi che la logica sconcertante non è la mia quanto quella che soggiace il documento (come già avvenuto in AL, del resto), come per esempio laddove si parla di “peccato personale” al posto di “peccato originale”. La relazione, a parte il fatto che non è destinata ai laici, è un pacco mostruoso e lunghissimo di chiacchiere con retroscena ed obiettivi inquietanti; tutto il contrario, per esempio, di un’enciclica di Leone XIII, per esempio, che uno può leggere in un’ora ed è di una chiarezza e di una puntualità cristalline. Personalmente, se devo imparare che cos’è la libertà preferisco l’enciclica “Libertas” di Leone XIII (un documento del 1888!), chiarissima e Magistero vero, che non tutte le chiacchiere e gli arricciamenti in un documento che richiederebbe giorni per essere letto, giorni che non ho e che nemmeno mi interessa considerati i risvolti a cui sta già portando (ed ancora non è uscita l’esortazione apostolica, che a questo punto temo veramente).

              1. Credo tu sia liberissimo di avere “preferenze”…

                Ma già temi la (possibile) esortazione apostolica, quindi che mai potrai leggervi di buono?

                Buonanotte Antonio.

                1. Dopo il Sinodo della Famiglia, che ha sdoganato, con AL, se non dottrinalmente nella pratica l’eretica “morale della circostanza” e l’adulterio, direi che faccio bene a temere una futura esortazione apostolica. Poi, se dovesse uscire un documento equilibrato ed autenticamente cattolico sarò più che felice di ricredermi; tuttavia, razionalmente temo quello che potrebbe emergere dal sinodo più pilotato nella breve storia dei sinodi.

  25. Federico Bennicelli

    Signora Mirìano, il mio giudizio vale poco, ma lei ha fatto centro. Continui così
    Federico Bennicelli

  26. Cara Costanza, mi pare che tutti dicano qualche cosa di incompleto, con più o meno intelligenza, intuizione. Molti con lunghezza e altri brevemente. Alcuni ti rimandano al documento per valutarlo meglio ed estrapolarne il valore in modo più completo. Il mistico legge, tace, chiede a Gesù e alla Sua Mamma la luce per sapersi offrire, sotto la loro guida al primo povero che incontra. In attesa del loro ritorno lotta contro il nemico di sempre. Un abbraccio cara Miriana sii seme che cresce .
    Giuseppe.

  27. Barbara

    Grazie Costanza ( e tutti!!) per gli spunti di riflessione che sempre mi date!

    Per fortuna Dio esiste!!! (e sa intervenire personalmente nella vita di ognuno in maniera insperata…)

    Forse sono io poco connessa….ma se i giovani d’oggi (ma in realtà di tutti i tempi…) chiedono una Chiesa in ascolto…la Chiesa forse non dovrebbe semplicemente reindirizzare direttamente a Dio (!!) che e’ il canale di ascolto migliore??

    Non sono i fiumi di parole, relazioni, fumosi dibattiti, “sconti” sui temi scomodi… che salveranno chi si allontana, o non ha mai conosciuto la Fede!

    Da sempre e in ogni tempo costa fatica seguire Cristo…

    Ma davvero nella Chiesa tutti abbiamo a cuore che TUTTI si salvino?

    O aspiriamo ad essere soli… fra i nuovi giusti della nuova Sodoma e Gomorra?

  28. nikolaus

    Il documento del sinodo si riassume in 2 semplici parole: ARIA FRITTA.
    Il Cattolicesimo e la Chiesa sono in fase terminale e si ritrovano, intatti, solo in certi monasteri. Ogni laico deve tentare di stare a galla come può.
    Con Papa Francesco le crepe dei muri della Chiesa sono diventate crolli e voragini.
    Fa male dirlo, ma è così.

  29. Luca Del Pozzo

    @ Marco Giranzani

    Non cambiare nulla per cambiare tutto. E’ il gattopardismo alla rovescia oggi in auge in ampi settori ecclesiali, l’impronta del cui zampino è fin troppo facile rintracciare scorrendo le pagine del documento finale del Sinodo sui giovani. A partire da quello che, nelle attese e nell’agenda dei novatori, era (è) uno degli obiettivi prioritari ossia lo sdoganamento dell’omosessualità. Basta leggere tra le righe proprio il citato paragrafo 150 (non a caso il più contestato, con 65 voti contrari; voti che, sia detto en passant, contrariamente alla lettura prevalente che li intesta ai “conservatori”, secondo alcuni potrebbero essere invece espressione del malcontento proprio dei novatori che auspicavano un testo più avanzato), paragrafo che insieme al 149 tratta il tema della sessualità. Se da un lato, infatti, il testo pare collocarsi, rifacendosi anche ad un documento della Congregazione per la Dottrina della fede, nel solco della (immutata) tradizione ecclesiale riaffermando la “determinante rilevanza antropologica della differenza e reciprocità tra l’uomo e la donna e ritiene riduttivo definire l’identità delle persone a partire unicamente dal loro <>”, dall’altro parla di “questioni relative al corpo, all’affettività e alla sessualità” – tra cui quelle sulle “inclinazioni sessuali” e sulla “differenza e armonia tra identità maschile e femminile” – che secondo i padri sinodali “hanno bisogno di una più approfondita elaborazione antropologica, teologica e pastorale, da realizzare nelle modalità e ai livelli più convenienti, da quelli locali a quello universale”. Ora, anche a voler tralasciare il non banale dettaglio che alla teologia del corpo San Giovanni Paolo II dedicò qualcosa come 129 catechesi di insuperata bellezza e che quindi risulta, come dire, di non immediata comprensione cosa ci sia ancora da approfondire (o meglio, si capisce, eccome, essendo proprio il magistero del papa polacco il bersaglio numero uno dei novatori), il punto è che sembra esserci una qualche contraddizione tra l’affermazione della necessità di ulteriori approfondimenti sulla differenza e sulla relazione uomo-donna e la riaffermazione della “determinante rilevanza antropologica della differenza e reciprocità tra l’uomo e la donna”. Non solo. C’è anche un altro aspetto che balza agli occhi e che la dice lunga su dove quel testo, dicendo senza dire, vuole andare a parare. Il fatto è che dopo aver parlato in maniera generica di questioni sulla sessualità, del rapporto uomo-donna, ecc., a un certo punto si legge questa frase: “Esistono già in molte comunità cristiane cammini di accompagnamento nella fede di persone omosessuali: il Sinodo raccomanda di favorire tali percorsi”. Intanto, si potrebbe notare che dedicare un intero paragrafo – il cui titolo “sessualità: una parola chiara, libera, autentica” nulla lascia intendere che l’oggetto sia in realtà monotematico – alla questione dell’accoglienza delle persone omosessuali (o dell’omosessualità?), oltre che essere forse eccessivo e un pizzico riduttivo visto che la sessualità è un qualcosa che riguarda anche chi omosessuale non è (incidentalmente la stragrande maggioranza dei cristiani), è anche forse inutile dal momento che il magistero della Chiesa è chiaro su questo aspetto per cui non si capisce il bisogno di ribadire cose già note; inoltre, e cosa più importante, rischia di essere fortemente fuorviante quel riferimento ai “cammini di accompagnamento” delle persone omosessuali. Perché un conto è se parliamo di cammini attraverso i quali la persona omosessuale viene aiutata a vivere la sua condizione in conformità al Vangelo e al catechismo (come d’altra parte sono tenuti a fare anche gli eterosessuali); tutt’altro conto invece è se parliamo di cammini che, contrapponendosi apertamente al magistero della chiesa (e ce ne sono), puntano a far passare (e di conseguenza a far vivere) l’omosessualità come una condizione assolutamente naturale e normale. Su questo punto il documento sinodale non è chiaro ( “il vostro parlare sia sì, sì; no, no, il di più viene dal maligno”, dice niente?), e non essendo chiaro si presta a letture ambigue e fuorvianti. Con tutto ciò che ne consegue.

  30. Barion
    Cominciamo con il dire che il documento e’ di una lunghezza esasperante e che questo e’ in linea con un atteggiamento clericale che considera essenziale sfornare scritti che prendono in esame una congerie di argomenti di attualita’. Per me la lettura , riconosco di corsa, e’ stata esasperante, anche per la banalita’ dei concetti, cosi’ lontana, non solo dalla densità parola evangelica e biblica, ma anche degli scrittie dei padri della Chiesa. Ma quello che balza subito agli occhi , come Valli ha ben dimostrato, e’ la manipolazione dell’episodio di Emmaus, dove Gesù ascolta si’ i due discepoli, ma per rimproverarli, anche una certa durezza, della loro cecità e stoltezza, e di soprattutto per ristabilire la verità, la verità cioe’ che Cristo doveva patire, morire e risorgere, una verità molto scomoda perché nella Chiesa, se non vogliamo raccontare favolette rassicuranti, il cristiano , se ha accolto l’invito ad essere una sola cosa con Cristo, deve sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, in questa adesione, ripercorrere la sua vita terrena e quindi abbracciare la croce nei modi e nelle forma che Dio ha scelto per ciascuno di noi.
    Tutto questo manca, tanto che quando si parla di santità ci si domanda in che cosa essa consista. Il vero centro della vita cristiana invece e’ dare ascolto ad Dio che ti cerca e vuole renderti partecipe della sua vita e quindi di amare Lui e in Lui i fratelli. Il dialogo con gli altri e’ perfino ovvio, se noi amiamo l’interlocutore, ma il compito primario e’ l’annuncio del Regno fino ai confini della terra. La prima evangelizzazione che Gesù commette ai 72 e’ stata questa, e questo hanno fatto Pietro e gli apostoli, che pure non avevano capito bene all’inizio che l’annuncio non doveva essere rivolto solo agli ebrei, tanto che Dio ha dovuto chiamare Paolo per estenderlo ai Pagani, oltre che avvertire Pietro in sogno di questa necessità.
    Certo che non si parla del peccato originale, ma come ci si può credere, se non si proclama che Cristo con la morte e la Resurrezione ha portato la salvezza. Da che ci avrebbe dovuto salvare se non si ammette che il male e’ partito da una disobbedienza originaria che ci ha tolto l’innocenza e si e’ sempre più esteso e diffuso?
    Ammetto che credere e’ difficile e che le cose non siano mai andate bene, sia nella vita della Chiesa che in quella dei cristiani. Ma dove circolano indisturbate le idee che escludono il cristianesimo come dramma e combattimento con il Maligno, le cose vanno ancora peggio e i giovani provano indifferenza per la Chiesa e anche per la vita, che anche fisicamente nell’occidente tende a contrarsi sempre di più.

    1. @Sabino ti rispondo perché argomenti in modo almeno un po’ articolato e su un punto preciso da cui si allarga una tua valutazione (così come ha fatto Costanza).

      Chiarisco un punto: io non trovo questo Documento qualcosa di “folgorante”.
      Trovo (mi pare averlo detto) che rimarchi la “distanza” di chi vorrebbe avere “ascolto”, ma soprattutto avere “risposte” (spero), per una realtà, quella “giovanile” (?) che viene tratteggiata temo in modo ancora approssimativa, non cogliendone il profondo il disagio, il malessere, gli inganni e anche diciamo pure il “menefreghismo”, lo sfrenato individualismo, tutti figli di questo tempo e di una precisa educazione o dis-educazione generale.

      Generazione “perduta”? Non dico questo e certo non tutta, ma il Documento sembra tratteggiare il ritratto di una generazione di “bravi ragazzi”, con tante idee confuse ma armati tutti di buonissime intenzioni… ci saranno certamente questi “bravi ragazzi”, ma tutti gli altri?

      Quindi, forse, sbaglia il “focus”… questo non fa divenire a mio parere, l’intero Documento “carta straccia”, certo ne limita molto l’efficacia.

      Veniamo alla questione “discepoli di Emmaus”.
      Sono sincero, anch’io ho trovato la sua applicazione un po’ “stiracchiata”, ma al di là della prima impressione, su cosa vogliamo puntare l’accento?

      Che quello di Cristo ai due di Emmaus è un rimprovero (meglio poi che sia aspro e duro?) piuttosto che un richiamo (concreto e netto) che – come richiama il Documento – arriva dopo essersi Egli messo al passo con i due e aver ascoltato il loro malumore, i loro dubbi, la loro delusione (cose che TUTTI proviamo non di rado nel nostro cammino di Fede)?
      Forse che Cristo non *ascolta* e risponde alla loro precisa richiesta a restare con loro sul fare della sera?

      Questo per dire come possiamo sempre avere una lettura critico-nagativa o critico-positiva.

      Tu richiami il cuore dell’Annuncio, il Kerigma, cosa sempre buona da farsi, ma a leggendo con attenzione, il Documento ripropone più e più volte la NECESSITA’ dell’incontro concreto con Cristo (es. 62. La prima condizione per il discernimento vocazionale nello Spirito è un’autentica esperienza di fede nel
      Cristo morto e risorto…), poi ritengo ci sia da fare una distinzione tra un tempo destinato all’Annuncio ed una dedicato all’ *Ascolto* (anche questa tra un po’ sembrerà una parolaccia) appunto con la A maiuscola.

      Concretamente tu fai un Annuncio, “senza se e senza ma”, se questo in chi ti ascolta muove delle sincere domande, non sei forse chiamato all’Ascolto?
      Ma capita i momenti siano invertiti… viene da te qualcuno (con il desiderio di essere aiutato, di comprendere) e ti apre il suo cuore. Non sei (siamo) forse chiamato ad una sincero *Ascolto* a cui, far seguire (se il Signore te lo concede), l’Annuncio della Buona Novella?
      Oggi pare invece che forse complice la rarità e talvolta la timidezza dell’Annuncio, TUTTO debba essere sempre solo Annuncio e di quelli “tosti”! (come se poi tutti ne fossimo capaci…)

      Sul Peccato Originale io faccio mie le erudite osservazioni di Marcotullio direttamente a Costanza (https://www.breviarium.eu/2018/11/04/synod2018-peccato-originale-costanza-miriano/) e aggiungo che questo Documento aveva ritengo, lo scopo di essere un documento di “analisi-programmatica”, non di “ri-catechizzazione dogmatica”. Se fosse il secondo ne mancherebbero di “cose”.. hai voglia!

      Se è, come ritengo che sia, allora valutiamo e se necessario critichiamo, l’analisi e le proposte (programmatiche appunto).
      Analisi e “programmazione”, che, trattandosi di un Documento della Chiesa, ovviamente non possono che richiamare e poggiare su le per alcuni scontate (e pare inefficaci) “cose note”.

      Rifiuto il giudizio (il pre-giudizio) un tanto al chilo o quello che partendo da un singolo unico passaggio o aspetto – che non è il fulcro e il cuore del tutto – rigetta il tutto.
      Poi c’è chi si lamenta (come te) anche della “lunghezza esasperante” e siamo alla realtà che ognuno di noi (me compreso), avrebbe avuto in mente, voluto (redatto persino), un documento diverso…

      Ma questo non credo sia “fare Chiesa”.

      P.S. Scusa la lunghezza, ma tant’è 😉

      1. sabino

        Bariom
        Credo che non sia possibile negare che il cuore dell’episodio di Emmaus sia la spiegazione dell’errore commesso dai due discepoli per non aver capito che Cristo doveva patire per entrare nella gloria, cioè per risorgere. Senza di essa, che non viene citata nel documento, il significato dell’avvenimento è stravolto e perde di senso. Cristo salva con la morte in croce che si tramuta per essa e in virtù di essa in Resurrezione gloriosa. Cristo non è un cortese e gentile accompagnatore, di cui non si cita nemmeno il rimprovero abbastanza duro che pronuncia nei confronti dei discepoli. Quindi non stiracchiatura , ma manipolazione della parola di Dio a sostegno di una tesi errata
        Non ho detto che non bisogna anche ascoltare: anzi ho perfino detto che è ovvio. Ma il problema è se la missione fondamentale della Chiesa sia l’annuncio o l’ascolto che, per necessario che sia, perde ogni significato senza l’annuncio. Una buona novella che non si trasmette che buona novella è?
        Infine, se do un’immagine del Cristo, diversa da quella del Vangelo, perde significato anche il richiamo ad un incontro con Lui.

        1. @Sabino,

          Cristo è certamente molto, molto di più di “un cortese e gentile accompagnatore”.

          Nel Documento la parola Risorto è abbinata continuamente al Nome di Cristo.
          Il cuore dell’Annuncio, non è sottaciuto o mistificato.

          A te non è piaciuto l’uso dell’episodio di Emmaus, anche ti dessi ragione, non potrei su questo giudicare l’intero Documento.
          Tu lo fai. Ne prendo atto e mi fermo qui.

          Non sarò certo io a questo punto a farti cambiare idea .
          Buona notte.

          1. Barion
            Dialogare significa rispondere alle obiezioni e non riproporre immutate le proprie tesi. Se espungi da Emmaus ogni accenno alla passione e morte di Cristo, non alteri la verità cristiana? La alteri e in modo scandaloso, perche’ chi ha scritto il documento ha a cuore solo il dialogo e assai poco la salvezza che presuppone si la Resurrezione, ma attraverso la morte di croce. Così facendo non si fa altro che eliminare la necessità della croce per la nostra salvezza. C’e’ In altro punto del documento anche un solo accenno a questo?. Io non l’ho visto. Ed allora, anche se in esso si parla del Risorto, si parla di un Cristo che non e’ quello del Vangelo.

            1. @Sabino, anche tu mi pare riproponi continuamente la stessa tesi che per di più si basa su un serio giudizio (che immancabilmente si muta in pre-giudizio quando ti accosti alla lettura):

              “… perché chi ha scritto il documento ha a cuore solo il dialogo e assai poco la salvezza che presuppone si la Resurrezione, ma attraverso la morte di croce”.

              Giudizio che spero mi sia concesso NON condividere in quanto non si sta sottolineando un errore o una erronea valutazione, ma ipotizzando malafede.
              Se fossi veramente convinto di ciò, come potrei rimanere in una Chiesa da cui dovermi difendere ad ogni suo dire perché non più Madre ma matrigna ingannatrice?!

              Quanto al Principio che è la Croce, la morte è resurrezione di Cristo che ci salva, NON il mero “dialogo” che potremmo ridurre a vuote chiacchiere, credimi, non hai bisogno di convincere il sottoscritto.

              1. Ma scusa, se il documento che si occupa di tantissime cose, ignora questa ultima preposizione, che tu ritieni essenziale, e la ignora fino al punto da eliminarla da un passo del Vangelo che lo contiene, come fai a dire che il mio e’ un giudizio che si muta in pregiudizio, senza che tu nemmeno tenti di dare una spiegazionealternativa a questo silenzio-cancellazione? A me pare che il tuo giudizio parzialmente positivo sia un pregiudizio. Quanto alla mala fede, io evito sempre di entrare in accuse di questo genere, perche solo Dio che scruta i cuori, può giudicare. Io mi limito a giudicare il documento per quello che e’. Chesterton diceva che in Chiesa ci si leva il cappello, non la testa. Documenti sbagliati del magistero ordinario non mancano. Un papa del 400 giustifico la schiavitu nei confronti dei saraceni. E questo documento E’ del sinodo.

                1. @Sabino, mi pare nel mio primissimo commento in risposta al tuo (https://costanzamiriano.com/2018/11/04/sinodo-il-grande-assente/#comment-140238) davo un risposta a quella che tu indichi come “eliminazione”…

                  Quel passo è stato utilizzato per illustrare un particolare aspetto del rapporto di Cristo con l’Uomo a sottolineare poi quello necessario alla relazione tra uomini e ancor più in particolare dell’ascolto a cui la chiesa invita rispetto ai “giovani”.

                  Ora, può non essere la più felice della applicazione di un passo Evangelico ad una situazione sistenziale, si può non condividerne l’uso, si possono sottolineare tutti i limiti di una siffatta esposizione, ma altra cosa è indicarne una colpevole e maligna distorsione per fini tutt’altro che lodevoli se non addirittura anti-evangelici.
                  Perché tu potrai anche chiamarti fuori da accuse di “malafede”, ma, perdonami, le tue parole che ho sottolineato, questo esprimono. Questo non lo dico come giudizio mio nel tuoi confronti, ma come obiezione, se poi non era questo il tuo intendimento, forse era necessario esprimersi meglio.

                  Il mio giudizio “parzialmente positivo” (che inevitabilmente è anche “parzialmente negativo”) è un pre-giudizio?
                  Si, è probabile, ma non mi sento colpevole di avere un pre-giudizio positivo verso ciò che la Chiesa mi propone in qual si voglia Suo (e verosimelmente nostro quanto a Comunità) documento, questo non inficia la mia possibilità di una analisi critica (anche se c’è chi è di idea del tutto opposta, ma la cosa non mi toglie il sonno…).

                  Come ho scritto in un commento più sotto: “Di fatto qui non ho letto neppure una critica agli aspetti propositivi e programmatici del Documento (e limiti ce ne sono), che pure nelle intenzioni avrebbe dovuto o dovrebbe dare il “la” a precise azioni pastorali e diciamo pure “pratiche”.

                  Questo si, rende questo Documento “lettera morta” con buona pace di tutti…”.

                  1. Ma io ti avevo osservato che il passo in questione e’ la chiave dell’episodio, senza il quale esso ha un significato irrilevante nel quadro della verità cristiana che e’ dottrina di salvezza attraverso la morte in croce e conseguente Resurrezione e solo secondariamente dialogo. Se di questa verità non si parla mai,vuol dire che si fa del dialogo il fine della Chiesa in un documento che dovrebbe riportare a Cristo i giovani’. A questo non c’e’ stata nessuna risposta argomentata da parte tua. Alla tua ripetuta accusa sulla mala fede che attribuirei agli estensori del documento sono io che non voglio nemmeno rispondere. E non rispondero’ alla tua successiva replica, sia perche’ i ping-pong devono cessare, sia perché, se c’e’qualcun che ci ha seguito, ha già tutt’oggi gli elementi per farsi un giudizio.

  31. La Castità non significa 0 sesso ma il giusto esercizio della sessualità: Dio è Amore e noi persone LGBT+ siamo stati creati in questo modo e siamo amati da Dio e il Vangelo ci ha Liberati.

    Questi sono solo cumuli di falsità che vi siete inventati. Contraddicono tutta la Tradizione da Cristo, prima di Cristo e dopo Cristo. Non hanno nessun appoggio né nelle Scritture né nel Magistero. Con la stessa nulla logica con cui sostenete queste falsità, anche il citato Gordon Gekko può sostenere che è stato creato avido in quel modo, è amato da Dio e liberato dal Vangelo e può continuare a fare il suo porco comodo.

    Vi illudete di averla vinta solo perché la cricca che vi rappresenta è andata al potere nella Chiesa, ma non durerà a lungo. Il risveglio sarà anche più duro del passato.

  32. Angelo

    Come sempre cara costanza hai centrato il problema….non so’ più cosa dire, spero solo che al più presto torni nei nostri pastori la verità per proporla a tutti indipendentemente che siano: giovani, adulti, vecchi, atei, omosessuali, politici, vip,africani eccetera eccetera…..SOLO la parola del VANGELO e basta!!!anche se a volte è difficile fare la Volontà del SIGNORE ma se non imbocchiamo mai la strada GIUSTA allora sì che ci perderemo e per sempre questo è il solo modo di dire la cose e mettere in salvo l’ intera umanità. Che DIO ci benedica TUTTI.

  33. Gian Piero

    Il grande assente nel Documento finale del Sinodo dei giovani e’ il punto di vista della fede introiettata che solleva l’uomo ad altezze spirituali, quel “punto di vista”che San Paolo sintetizza cosi Non sono piu’io che vivo ma Cristo che vive in me, e che trasforma l’uomo, giovane o vecchio, come si trasforma una terra arida e deserta in un giardino fiorito.
    I problemi dei giovani in questo Sinodo sono stati analizzati dagli organizzatori e dai vescovi da tanti punti di vista, psicologico, sociale, antropologico, politico, di “pastorale”, di nuovi mezzi di comunicazione ecc, l’unico che manca , il grande assente e’proprio il punto di vista spirituale:per questo la sensazione netta che chiunque ha alla lettura del Documento finale e’di aridita’ e piattezza , come un elenco di cose ovvie ma stantie, e che manchi proprio l’ispirazione dello SpiritoSanto, quel soffio divino che rende nuove tutte le cose.Che irriga cio’che e’arido, che piega cio che e’rigido.
    Come di un pittore maldestro o di un pessimo poeta si dice “Non ha l ispirazione;non e’ispirato”cosi’si puo dire di questo documento finale del Sinodo dei giovani:questo non significa pero’che alcuni, giovani o vecchi, possano personalmente sperimentare il soffio dello Spirito Divino in loro e anche da questo documento vacuo trarre qualcosa di buono.

  34. Astore da Cerquapalmata

    Non si parla più neanche del peccato attuale.
    Se si considera il peccato originale come non efficace, per cui come non ci fosse, se si considera il peccato attuale come non ci fosse, allora la “disarmonia” e il disordine nel mondo sono dovuti solo al limite umano, e perciò solo alla “fragilità”.
    Allora è come fossimo ancora nell’Eden. Allora tutti siamo tutti e da sempre in stato di grazia.
    Ma se è così, che senso ha parlare di salvezza?
    Ah, sì, è vero, nenache di salvezza si sente più parlare.
    Forse sarà per questo che nessun sacerdote patla più della pratica dei Primi nove venerdì del mese, che andrebbe proprosta ai bambini subito dopo la Prima Comunione.
    Pare che anche per molti monsignori la salvezza si realizzi solo in Terra.
    Si parla di “vite salvate” solo riguardo ai migranti, che certo vanno aiutati e all’occorrenza salvati.
    Ma delle anime salvate?

  35. @giovi
    Penso che a questo punto sia inutile discutere con Bariom. Lo conosciamo bene, da anni: è un buon cattolico ed un uomo pio. Dal punto di vista pratico, non è capace di profetizzare neanche il presente. Sono anni che qui in molti hanno predetto nel dettaglio la catastrofe che sarebbe capitata, tra l’incredulità di certi e la derisione di altri (Bariom incluso). Ora che le cose si sono realizzate (e la sequenza peraltro non è finita) non hanno l’umiltà di riconoscere di avere torto. Per loro la Chiesa è questione soprattutto di “bolli”, come argutamente è stato osservato sopra. Se c’è il bollo giusto, allora dev’essere ok. Oltre ad essere la quintessenza del clericalismo, è anche una forma di farisaismo: infatti i farisei conoscevano tutti i “bolli” a menadito, ma avevano perso la visione d’insieme. Tanto da non saper riconoscere il Figlio di Dio. Quelli come Bariom, fortunatamente per loro, non hanno perso la visione d’insieme, almeno nelle parti essenziali, per quello che riguarda l’aspetto personale, ma dal punto di vista della comunità sì. Va tutto a rotoli, una cricca di eretici e pervertiti ha preso il controllo, stravolge e bestemmia ogni giorno tutto, ma furbamente mette una frase giusta qua e là, ed ecco la magia: tutto a posto. Queste persone aspetteranno finché arriverà qualcuno che nella Chiesa metterà tutto a posto, con i bolli giusti, e butterà nel cassonetto dell’immondizia tutte le cose che stiamo venendo. Ecco, io non credo che capiranno neanche allora: semplicemente saranno d’accordo, ma solo perché vedranno i bolli giusti.

    Ora, il Signore ci dà la forza e le energie per combattere, ma il combattimento sarà sempre più arduo e anche noi non dobbiamo sprecarle. Credo che non abbia più senso discutere per convincere certe persone. Non ci riusciremo. La discussione servirà per tutti gli altri che leggono.

    1. Invece di “uomo pio” avresti dovuto scrivere “uomo pirla”, saresti stato più coerente nel tuo discettare e tracciare ritratti.

      1. Resta la domanda del perché non trovi altro argomento se non quello di screditare un interlocutore che semplicemente ha una diversa visione delle cose su questo specifico documento, sino alla presunzione di indicare ad altri se interloquire o meno con lo stesso.

        Ma è domanda retorica direi…

  36. Luigi Saruggia

    Non lo so se qui è stato scritto, ma cara Costanza ti consiglio vivamente di leggerti l’intervento di Padre Cavalcoli proprio sul tema da te analizzato. Se uno dei “guru” della Chiesa di oggi, tale sig. Enzo Bianchi nega apertamente la dottrina sul peccato originale (un mio vecchio catechista diceva più esattamente originario) e diffonde le sue eresie a destra e a manca nella vigna del Signore senza che nessuno lo fermi, allora dobbiamo ammettere che c’è un grande problema all’interno della Chiesa.
    Il Sinodo dei Giovani: Enzo Bianchi e il peccato originale nel quadro di una dissoluzione – L’ISOLA DI PATMOS
    http://isoladipatmos.com/il-sinodo-dei-giovani-enzo-bianchi-e-il-peccato-originale-nel-quadro-di-una-dissoluzione/

    1. Thelonious

      A obiezioni come queste (che nel 2018 sembrano ancora più oziose e speciose) aveva già risposto Paolo VI.

      “Come appare chiaro da questi testi, che abbiamo creduto opportuno di richiamare alla vostra attenzione, il Concilio Vaticano II non ha mirato ad approfondire e completare la dottrina cattolica sul peccato originale, già sufficientemente dichiarata e definita nei Concili di Cartagine (a. 418), d’Orange (a. 529) e di Trento (a. 1546). Esso ha voluto soltanto confermarla ed applicarla secondo che richiedevano i suoi scopi, prevalentemente pastorali”.

      Inoltre la dottrina del peccato originale è stata difesa da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

      1. Però pare che oggi, ad ogni affermazione, documento, lettera o quel che sia (soprattutto se proviene dalla Chiesa), sia obbligatorio far precedere il Credo e almeno un bignami delle basi della Dottrina…

        Di fatto qui non ho letto neppure una critica agli aspetti propositivi e programmatici del Documento (e limiti ce ne sono), che pure nelle intenzioni avrebbe dovuto dare il “la” a precise azioni pastorali e diciamo pure “pratiche”.

        Questo si rende questo Documento “lettera morta” con buona pace di tutti…

  37. Buongiorno a voi..

    Ho letto tutti commenti vostri,….

    … per mia esperienza l’ascolto è la partenza,…solo cosi si può scrutare la nostra interiorità di credibilità con fatti concreto del’ nostro credere.

    L’ascolto porta a comprendere chi sei, e con la grazia di Dio la conversione per la buona battaglia .
    Pace e bene……siate santi perché IO Sono Santo dice il Signore….
    Buona giornata a tutti.

  38. Giocampo Giocampo

    Sì: tanta, tantissima buccia, un altro documento prolisso, un enorme fiume di parole, ma, di sostanza vera, poca e parecchio diluita, per non “turbare” le umane “sensibilità”… Frequenti le ormai solite, banali, ripetitive autoaccuse, tanto per offrire ai “giovani” l’ipocrita contentino di una Chiesa ormai vecchia, da cambiare perché sia “giovane come voi”… L’insegnamento rahneriano offre al mondo il suo frutto avvelenato. Triste che esso venga porto al Gregge, su piatto d’argento, da pastori ciechi e senza alcun Timor dell’Altissimo. Cara Costanza, il Signore benedica te ed ogni Cercatore di Verità.

  39. Echenique

    Ma cara Costanza, neanche Francesco parla mai del peccato originale, neanche del inferno; anzi, l’inferno non esiste, come ha detto a Scálfari senza una vera smentita, e l’ánima non é inmortale, quella dei malvaggi va distrutta alla fine del esistenza terrena. Il problema non é un sínodo alla misura di Francesco, il problema é Francesco.

  40. Astore da Cerquapalmata

    Oggi si mettono in evidenza solo le fragilità umane, ma non la GRAZIA che Dio concede.
    Sembra che tutto dipenda dall’uomo che è fragile. E invece dipende anche tutto da Dio.
    Manca la fede.
    Il linguaggio ecclesiale si è fatto equivoco, altro che sì, sì e no, no. Silenzi, mezze frasi…
    Così per dei Vescovi è il “clericalismo” che causa gli abusi sessuali tra il clero, mica l’omosessualità.
    Per Tornielli non è vero che McCarrick è omosessuale, nonostante i numerosi testimoni.
    Ormai il vero problema nella Chiesa sono i cristiani impegnati, perché “RIGIDI”.
    Posso essere d’accordo se mi si spiega cosa si intende per rigidità.
    Anni fa ricordo che in una trasmissione TV un cattolico “tutto di un pezzo” che rispondeva alle rimostranze di “Platinette” con ostentazione, senza nessuna empatia, senza annunciare il Vangelo e l’amore di Dio.
    Diceva cose giuste, ma mi era più simpatico Platinette.
    Se per rigidità si intende questo, sono d’accordo. Ma se si intende che uno è rigido perché considera che gli articoli dogmatici di fede sono intoccabili e vanno presi integralmente, allora dico che meglio rigido che bandieruola che segue la corrente

  41. giovi

    Mi scuso in anticipo con Costanza, se possibile vorrei fare un ultimo saluto a Marco Giranzani, che ,dopo averci fatto la lezioncina a pappagallo , senza un minimo coinvolgimento personale, che non fosse puramente ideologico, se l’è data a gambe !
    Gli vorrei dire che l’articolo di un militante lgbt che ha pubblicato nel blog esclusivo cui è ammesso è piuttosto imbarazzante : si paragona l’essere omosessuale praticante all’avere un cancro e per questo si invoca partecipazione emotiva nei confronti di chi non può eludere né il cancro, né i propri desideri omosessuali.
    E non è stato censurato, pur essendo il paragone decisamente contrario alla linea , perlomeno in quanto si paragona il cancro all’omosessualità , cosa che nemmeno il più omofobo al mondo si sarebbe mai sognato di dire !
    ( se fosse concesso a chi non fa parte del club,ti avrei risposto lì, ma, in piena linea misericordiosa, sono stata bannata a vita: nessuna clemenza , in nessun caso e per l’eternità, a chi non appoggia la tristissima causa omosessualista nella Chiesa )

  42. Adolfo

    @Bariom
    “Se fossi veramente convinto di ciò, come potrei rimanere in una Chiesa da cui dovermi difendere ad ogni suo dire perché non più Madre ma matrigna ingannatrice?!”

    Ma non è certo dalla Chiesa, che ti devi difendere, bensì dall’agire di certi uomini di Chiesa.
    Anche se una pietanza è ottima, basta un poco di veleno, per renderla tossica. Perciò occorre sempre tanta prudenza, pure nell’analisi di un documento che effettivamente presenta varie cose buone.

    E sì: dobbiamo sicuramente difenderci, perché l’alternativa è l’illusione. L’illusione di chi non vede che, allo stato attuale, le eresie e le mezze verità – che portano a manipolazioni sempre più evidenti – hanno attecchito parecchio.

    Per rimanere dentro la Chiesa attuale, che è abbondantemente lordata dall’agire di certa gerarchia (e chiunque predichi un Vangelo diverso da quello effettivo, sia anatema), non abbiamo sicuramente bisogno di ipotizzare “il buon cuore” di certi eretici (che pur si dichiarano “cattolici”): basta continuare a credere che la Chiesa è di Cristo, e Lui ha promesso che Essa non perirà.

    L’attuale situazione è anche una prova di fede, per tutti noi.

    1. @Adolfo, sono certamante d’accordo.
      Non mi pare aver sostenuto che tutto è buono e non c’è nulla di eretico in giro (e ahimé anche nella Chiesa) o che l’eresia non vada combattuta.

      Ma questo discorso di “senso generale” non è che porti molto lontano…
      Non credo di essere chiamato ad accodarmi a chiunque grida all’eretico indicando questo o quello.
      Se poi in qualunque delle mie asserzioni o posizioni si intravede (anche solo intravede) un appoggio a qualsivoglia forma di eresia, bene fa a chiedermene conto.
      Diversamente siamo nel campo delle illazioni alle quali non credo essere tenuto prestare fede.

      E tanto per essere chiari, MAI ho pensato di dover lasciare la Chiesa, proprio per le ragioni con cui concludi il tuo commento.

    2. Thelonious

      @Adolfo

      “L’attuale situazione è anche una prova di fede, per tutti noi”

      Vero, ma non lo era anche la situazione del tempo di S.Atanasio, in cui quasi tutta la Chiesa era diventata ariana? oppure il periodo del “saeculum obscurum”, dove si sono viste ogni sorta di nefandezze nel papato, compreso il Sinodo del cadavere? oppure il periodo dei papi e degli antipapi? ecc.

      Questo anche per dire che mi pare che certi che si rifanno ad una (a detta loro) adamantina Chiesa del passato, parlino di qualcosa che esiste solo nella loro testa, e forse sono digiuni di storia della Chiesa.

  43. Adolfo

    @Bariom

    Il mio non era certo un rimprovero a te, perché nei tuoi commenti mai ho notato alcunché di eretico. Ho solo voluto sottolineare che – a mio avviso – fanno benissimo quelli che si preoccupano di sottolineare le ambiguità e le mancanze di certi documenti.

    Si tratta di prudenza, e non di illazioni e/o di giudizi temerari verso le persone (gli estensori dei documenti in oggetto). Non è certo un mistero, ad esempio, che – specie dopo l’uscita dell’AL – “ciò che è peccato in Polonia, non è più peccato in Germania”.
    Vale a dire che i documenti ambigui vanno sì interpretati alla luce del Magistero precedente, ma questa (giusta) interpretazione è posta in atto solo dai cattolici ortodossi. Altri, che pure si dichiarano cattolici (fedeli, preti, vescovi, cardinali), nel concreto usano quelle ambiguità per avallare posizioni eretiche e sacrileghe.

    E siccome si tratta di uno schema che si ripete con regolarità (non sono episodi isolati, non sono semplici “incidenti di percorso”), non mi pare proprio il caso di parlare di eventuali giudizi temerari, perché certi disegni eterodossi sono ormai ben chiari (tanto per fare un esempio, cito un’email ricevuta poco fa da SOS ragazzi: il santuario di Santa Maria del Fonte di Caravaggio, luogo benedetto di preghiera e meta di pellegrinaggi soprattutto dal Nord Italia, il prossimo 18 novembre ospiterà un incontro LGBT… A supportare il sacerdote c’è un’associazione diocesana chiamata “Le querce di Mamre” affiliata a Cammini di Speranza, un raggruppamento di “cristiani Lgbt” il cui obiettivo dichiarato – come si legge nel suo sito – è opporsi “ad una lettura esclusivista, fondamentalista e decontestualizzata del dettato biblico che contrappone l’unione eterosessuale all’unione omosessuale”).

    Ecco, per certi prelati l’affermare che l’inversione sessuale è un peccato che grida vendetta a Dio, è ormai diventato esclusivismo, fondamentalismo, decontestualizzazione del dettato biblico (del resto, per Galantino – che addirittura riscrive la Bibbia – Sodoma e Gomorra vennero salvate da Dio… dunque che problema c’è?).

    Non dimentichiamo che il demonio ha tentato Cristo nel deserto, utilizzando le Scritture: perciò occorre stare molto attenti alle modalità che vengono utilizzate per veicolare certi messaggi.
    Certo, chi è in mala fede utilizzerà – appunto – le stesse Scritture, per avallare le proprie tesi eretiche. Ma, a maggior ragione, sarà ancor più facile sostenere tesi eterodosse, in presenza di documenti ambigui.

    ***
    @Thelonious

    “Questo anche per dire che mi pare che certi che si rifanno ad una (a detta loro) adamantina Chiesa del passato, parlino di qualcosa che esiste solo nella loro testa, e forse sono digiuni di storia della Chiesa”

    Quel che dici è verissimo. Ma, nel nostro caso, proprio la consapevolezza che, in duemila anni, ci sono stati vari momenti bui della Chiesa, rafforza la nostra fede.

    Perché la Chiesa è ancora qui, esattamente come promesso da Nostro Signore.

    Tra parentesi, uno dei Santi da me più invocati in questi ultimi anni, è proprio Atanasio.

    1. Thelonious

      @Adolfo

      “proprio la consapevolezza che, in duemila anni, ci sono stati vari momenti bui della Chiesa, rafforza la nostra fede.”

      La penso esattamente come te ! Coraggio !

    2. @Adolfo,

      “…fanno benissimo quelli che si preoccupano di sottolineare le ambiguità e le mancanze di certi documenti.”

      Certo che fanno bene… fino a che non cadiamo in sterili illazioni, allusioni, giudizi o pre-giudizi.
      Tu non ne riscontri mai alcuno in simili frangenti? Beato te… 😉

      Grazie Adolfo, io mi fermo qui, il confronto invero temo purtroppo poco produttivo (non con te nello specifico) mi ha preso anche troppo tempo ed enenergie, che in questi giorni il Signore mi chiama a spendere in ben altro.

  44. Resta la domanda del perché non trovi altro argomento se non quello di screditare un interlocutore che semplicemente ha una diversa visione delle cose su questo specifico documento, sino alla presunzione di indicare ad altri se interloquire o meno con lo stesso.

    Io non scredito nessuno (se avessi voluto farlo avrei proprio scritto “pirla”) né faccio “ritratti”. Ho esposto fatti che sono perfettamente documentati in qualche anno di archivio dei commenti. Non c’è altro da aggiungere. Le discussioni sul paragrafo del Sinodo sono come quelle su sesso degli angeli mentre Costantinopoli cadeva (mai capito se è un fatto acclarato o un mito, comunque vale come racconto morale): c’era chi andava a difendere le mura e chi invece perdeva tempo con discussioni inutili (fortunatamente c’è chi oggi sa che è meglio andare a difendere le mura:
    https://www.sosragazzi.net/petizione-ideologia-lgbt-caravaggio/).

    Il marinaio che purtroppo poi se n’è andato lo scrisse in un aforisma: certi cattolici hanno frequentato troppe conferenze.

    La malafede della gerarchia installata in Santa Sede è ormai evidente e documentata, il piano che seguono è chiaro, quindi è da ingenui attaccarsi ai paragrafetti, come faceva lord Chamberlain sventolando quel foglietto di Hitler. E non sono stati citati altri due argomenti inseriti “a sorpresa” nel documento finale, che con i giovani non c’entrano niente.

  45. Chiara

    Grazie cara Costanza hai messo per iscritto ciò che avevo nel cuore. Leggendo i paragrafi del Sinodo ,una enorme tristezza mi invadeva , soprattutto per la mancanza di chiarezza tra ciò.che è bene e ciò che è male,e questo ripetitivo ritornello dell ascolto delle esigenze dei giovani mai esistito prima ,senza un chiaro riferimento a ciò che ognuno deve cambiare ovvero convertire nella propria vita e nei propri pensieri per conformarsi a Cristo e alle esigenze del Vangelo.

  46. francesco

    Cara Costanza, persino Roberto Calasso (in “L’innominabile attuale”), a proposito della secolarizzazione del mondo e dell’uomo, scrive del “movimento in corso nella Chiesa stessa, che cerca sempre più di assimilarsi a un ente assistenziale. Il risultato è che i secolaristi parlano con una compunzione da ecclesiastici e gli ecclesiastici ambiscono a farsi passare da professori di sociologia”.
    Eppure tutti ricordiamo le parole con cui Papa Francesco nell’omelia della Messa con i cardinali elettori nella Cappella Sistina, il giorno dopo la sua elezione, aveva messo in guardia loro e tutti noi: “Se non confessiamo Gesù Cristo qualcosa non va, diventiamo una ONG pietosa, ma non la Chiesa sposa di Cristo”;”quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce, e quando confessiamo un Cristo senza la Croce, non siamo discepoli del Signore, siamo mondani. Siamo vescovi, siamo preti, siamo cardinali, ma non siamo discepoli cristiani”. E ancora: “Vorrei che tutti noi, dopo questi giorni e queste grazie abbiamo il coraggio di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore, di edificare la Chiesa con il sangue del Signore versato sulla Croce, e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso”.
    E scusate se, partendo proprio da queste parole, ora dico cose risapute, ma mi fa bene ridirle e pensare di annunciarle a un giovane che non conosce Gesù.
    Croce significa redenzione dal peccato originale.
    Redenzione significa incarnazione.
    Incarnazione significa stupore che accompagna l’indicibile: l’Onnipotente Creatore, il Logos, si è fatto carne in Cristo, vero uomo e vero Dio, Figlio di una donna che, in funzione di Lui, è Madre di Dio, concepita immacolata, vergine, assunta e in virtù dei suoi meriti persino corredentrice.
    Per questo il Demonio, il Male, lo sconfitto da Maria, odia incarnazione e redenzione, perché con esse Dio ha nobilitato l’uomo, e non lui, ed ha “guastato” il suo “capolavoro”, il peccato originale.
    Per questo odia l’Eucaristia che perpetua nei secoli il sacrificio redentivo e che dell’incarnazione è prolungamento.
    Per questo gli piacciono invece i documenti in cui poco si parla di incarnazione, di redenzione e di peccato originale (e di lui).
    Questi misteri e queste Verità sembrano non parlare più al cuore dei giovani?
    Sembra che non riescano a distoglierli dall’individualismo smartphoniano e a dare senso e profondità all’emozione della solidarietà trasfigurandola in coraggiosa missione di amore vero, in desiderio ardente e consapevole di essere imitatori di Cristo e Suoi cooperatori nella redenzione del mondo?
    Raccontiamoglieli, allora, per la prima volta e nuovamente, e ancora, e poi di nuovo un’altra volta, rendendoli parte di pensieri, parole, opere e astensioni cristiane, e preghiamo lo Spirito Santo perché compia la Sua santissima opera nel cuore, nella mente, nell’anima dei nostri ragazzi (e anche nelle nostre, anche “qui”) e lo dico anzitutto a me stesso, come padre.
    Il nostro essere a immagine e somiglianza di Dio e la nostalgia che tutti ci accomuna per lo stato che precedette il peccato originale sono la garanzia che, parlando loro di come Dio è, quelle parole saranno ascoltate.
    E i giovani – che, accanto all’attrazione per ciò che fa loro male, hanno anche un carico di idealità, di vocazioni alla dedizione, alle “sottomissioni” e “sopramissioni” più nobili e alla battaglia contro quel male – sono per natura pronti a lasciarsi pervadere dalla “Parola viva, che tocca la vita, che la trasforma. Lì Gesù in persona, Lui che è la Parola vivente di Dio, parla ai nostri cuori”, come ha ricordato Francesco il 14 ottobre scorso canonizzando Paolo VI (ero in Piazza San Pietro, sono delle sue parti).
    Lasciamo che sia Cristo ad affascinarli (https://costanzamiriano.com/2018/10/29/lunicita-di-gesu-cristo/) con il suo annuncio di eternità (https://costanzamiriano.com/2018/10/22/annunciate-ai-ragazzi-la-vita-eterna/), a chiamarli alla missione di “fare tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa”, per “risplendere come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita”, per essere cavalieri e dame di Cristo nella battaglia contro il Principe del mondo e per potersi vantare, “nel giorno di Cristo di non aver corso invano, né invano aver faticato”.
    Grazie, allora, alla nostra Costanza, per le tante volte in cui, con il carisma della Verità e del suo annuncio di cui è stata mirabilmente affidataria ed è coraggiosa attuatrice, è segno di contraddizione, anche per quella parte della Chiesa e dei suoi “condottieri” che la Verità sembra fatichi ad ascoltarla, perché a Essa, tralignando, preferisce quelle mezze e anticristiche, anche se ben sappiamo che ciò fa parte profeticamente di ciò che è necessario si manifesti prima del “giorno di Cristo” e prima che lo possiamo, a Dio piacendo, finalmente incontrare.

  47. vale

    ecco, a margine di quanto sopra, visto che,generalmente, vi sono varie linee di interpretazione e applicazione “pastorale”, quel che mi preoccupa di più è:

    Il presente Documento è offerto al Santo Padre (cfr. FRANCESCO, Episcopalis communio, n. 18; Istruzione, art. 35 §5) e anche a tutta la Chiesa come frutto di questo Sinodo. Poiché il percorso sinodale non è ancora terminato e prevede una fase attuativa (cfr. Episcopalis communio, n. 19-21), il Documento finale sarà una mappa per orientare i prossimi passi che la Chiesa è chiamata a muovere.
    http://www.synod2018.va/content/synod2018/it/fede-discernimento-vocazione/documento-finale-e-votazioni-del-documento-finale-del-sinodo-dei.html

    ecco. vedremo quali saranno,praticamente, i frutti. e da quelli -i frutti- riconosceremo l’albero.

    1. Se pensiamo di recuperare i giovani partendo dal peccato originale, stiamo freschi…

      Scemenze come questa girano da sessant’anni e il risultato è che la Chiesa sta perdendo tutto. Non si recupera nessuno se non si parte dalla verità, tutta intera, peccato originale incluso.

    2. Giocampo Giocampo

      Se non partiamo dal riconoscimento del peccato d’origine presente in noi, mai potremo conoscere in Verità noi stessi (vale per ogni età).

  48. sweety

    Un po’ OT, ma in tema di sessualità e adulti (non giovani). Non ho né teorie né proposte, solo un paio di spunti di riflessione; persone più in gamba di me magari possono trarne ispirazione per attività o altre cose. Io ho 34 anni, dunque, non più giovane. (In Italia si è giovani fino ai 50 anni, ma diciamo che poniamo ai 30 l’asticella). Non sono nemmeno ancora sposata, e sto dunque in quella fascia di persone che è stata un po’ stigmatizzata (‘egoisti’, ‘carrieristi’), talvolta a ragione, talvolta no… io non mi sono ancora sposata non per fare carriera, o per egoismo (credo), anzi, vorrei tanto. Ma ho una situazione un po’ complicata, e conosco molte altre persone nella mia situazione, che magari semplicemente non hanno trovato un partner per sposarsi, e non per carrierismo o egoismo. Comunque, con le persone con cui sono stata fidanzata e con la persona con cui sto adesso ho sempre vissuto la castità – da giovane e adesso. La mia esperienza è un po’ ambivalente. Da un lato, sono felice. Mi rendo conto dell’importanza sia della castità sia della sessualità ben vissuta, e penso di essermi anche risparmiata molte ferite. Dall’altro, ogni tanto mi chiedo come sarebbe andata la mia vita se avessi fatto scelte diverse – la storia non si fa coi se, ma temo sia quasi impossibile non porseli.
    In ogni caso, vivere un fidanzamento in castità a 23 anni e a 33 è diverso. Chiaramente il tema è lo stesso a 16 come a 46 anni – il sesso presuppone un’unione che è falsa, se non è legata alla promessa e non solo all’intenzione volenterosa di stare insieme per sempre, riassumendo. Certamente, penso, a 33 uno si sposa e basta, e se non lo fa non è castità o non castità il problema – sono altri, evidentemente; ciò non toglie che sia un tema di cui parlare. A volte, poi, per coloro che cercano un partner, trovare una persona adulta disposta a vivere la castità può essere difficile. Nella Chiesa (mi pare) si parli sempre di castità come qualcosa rivolto a una fascia di persone 16-24 anni, oppure a omosessuali. Non si parla quasi mai della castità in età più adulta (della castità matrimoniale o del celibato religioso sì, ma è diverso). C’entra poco col Sinodo dei Giovani, lo so, scusate, ma è un tema sul quale io e molti miei amici coetanei non sposati ci interroghiamo spesso.
    (Prorpio OT: su questo blog è stato una volta criticato l’Erasmus come una perdita di tempo, invece di sposarsi presto, detto male. Io non mi sono sposata, ammetto, però ho usato il mio Erasmus per aiutare un’iniziativa cattolica appena iniziata nel paese dove sono andata, e come risultato anche del mio aiuto abbiamo visto delle conversioni e delle vocazioni… Magari sono un’eccezione (anche se conosco altri casi come il mio), ma non sempre Erasmus significa perdizione, dipende dalla singola persona. Un’ovvietà, e OT, ma volevo dirlo da tempo). Cari saluti a tutti e ciao ad admin.

  49. Vanni

    “Dal punto di vista dell’immagine l’operazione è riuscita, perché Francesco effettivamente si è imposto sulla scena con uno stile nuovo, molto apprezzato dalla cultura dominante. Ma è stato pagato un prezzo: superficialità e demagogia nell’analisi dei fenomeni e dei problemi (migrazioni, ecologia, globalizzazione, Islam); ambiguità dottrinale (Amoris laetitia); cedimenti ingiustificati nel confronto con il luteranesimo; svalutazione del magistero papale ridotto spesso (interviste a Scalfari e ad altri, conferenze stampa in aereo) a discorso generico o, peggio, a valutazione sventata; desiderio smodato di piacere al mondo. Di conseguenza, sconcerto e perplessità crescenti in tanti fedeli. Quanto alla riforma della curia, annunciata come punto qualificante del pontificato, moltissima la carne al fuoco, ma con scarsi risultati e tanta confusione”.

    Lo dice Aldo Maria Valli nel suo libro “il caso Viganò” .
    E anche:

    “Francesco ha purtroppo banalizzato la misericordia divina spogliandola della dimensione del giudizio e trasformandola in misericordismo. Il Dio dei cristiani, è vero, è un padre che accoglie e non si stanca di perdonare, ma da parte del figlio occorre una presa di coscienza che conduca alla conversione. Dalla complessiva predicazione di Francesco, invece, risulta quasi che Dio abbia il dovere di perdonare a fronte di un diritto al perdono preteso dalla creatura. Ecco perché Francesco piace tanto ai laicisti e ai credenti che si riconoscono nella formula “Dio sì, Chiesa no”: li conferma nella loro scelta di fare sostanzialmente come gli pare mettendo davanti il nobile principio del “seguire la coscienza”.

    Qui il link al commento di Tosatti:

    http://www.marcotosatti.com/2018/11/07/il-caso-vigano-il-libro-di-aldo-maria-valli-sul-piu-grande-scandalo-della-chiesa-di-papa-francesco/

  50. Michele

    Ho letto tutti i commenti e ne ho tratto giovamento. Invidio Bariom per il suo equilibrio, per la qualità della sua scrittura […].
    Ho una cosa da dire ed è questa: spero che tutta questa confusione nella chiesa e questo veleno che le gerarchie ci fanno ingoiare sciolto in pietanze invitanti e succulente sia un modo deciso da Gesù per purificare la sua chiesa. Le Sue vie sono misteriose oggi quanto lo erano duemila anni fa, quando nella Sua immensa misericordia (quella vera) decise di riscattare le nostre vite e la nostra morte a prezzo del Suo sangue. Dobbiamo fare tre cose: pregare, pregare e pregare.
    Grazie a Costanza e a tutti perché ho sentito sincerità e sofferenza autentiche. Sicuramente il Signore apprezza. “Lo zelo per la tua casa mi divora”.

  51. claudia

    mi scuso di proporre a tutti la lettura del sinodo di James Martin (non posso chiamarlo padre, in tutta sincerità) offerta alla Family Tech in for Justice in Washington DC questo sabato.
    lo metto qui in fondo perche non so come altrimenti raggiungere Costanza, perche spero che tutti voi lettori vi rendiate conto della gravita della situazione della Chiesa Americana e perche spero che Costanza lo legga e ci scriva qualcosa. io sono sconvolta. prego prego prego, pero`, soprattutto vivendo in America e con due figlie, non riesco a non preoccuparmi.
    io sono convertita e al papa obbedisco, non ci penso neanche di criticarlo, se no perche mi sarei convertita? qui ci sono un sacco di denominations che offrono alternative invitanti senza papa. pero non capisco piu niente. e’ desolante vedere questa lotta interna tra il Papa e ilCardinale Vigano’ e vedere un riflesso dei mali della società americana cosi identico nella chiesa. lo so la chiesa siamo noi, perciò la chiesa e fatta di peccatori, ma la Chiesa e’ li` a proteggere i deboli.
    io sono un debole. ho peccato e rifiutato Gesu’ tutta la mia vita, ora finalmente per grazia ricevuta e misericordia di amici cari e bravi preti, ritrovo la strada di luce che Dio ha preparato anche per me…e quello che mi viene offerto e` una confusione, una piattezza, una menzogna, un’adeguamento alla mentalità piu secolare e illogica!
    e tutto cio` completamente e palesemente in contrasto con le parole, semplici e profonde, del catechismo. non dico della Bibbia perche poi si va a litigare sulle interpretazioni, dico del catechismo, che a me pareva fosse uno strumento di conoscenza e di obbedienza fondamentale. ma allora come fa uno a sapere cosa pensa la Chiesa Cattolica e ubbidire (magari anche senza capire delle volte, perche e` quello che mi pare abbia fatto Maria e Giobbe e mille altri nelle Scritture) su questi argomenti fondamentali sui quali bisogna avere le idee chiare per vivere una vita con il Cristo come centro?
    cosa dico alle mie figlie? cosa dico ai miei amici protestanti? cosa dico ai miei amici cattolici confusi come me? perche poi quando la messa e` finita il prete dice di andare e annunciare il Vangelo del Signore (almeno il mio prete la finisce cosi) e lo dice seriamente, cosa annuncio io? quello che dice il catechismo o quello che dice James Martin?
    per favore Costanza rispondimi.
    grazie di cuore di tutti i tuo commenti, sono la mia luce di scorta per ritrovare la luce di Gesù quando mi perdo.

    https://www.lifesitenews.com/news/fr.-james-martin-pope-appoints-gay-friendly-bishops-cardinals-to-change-chu

  52. Carissimo Giudici, La leggo sempre con interesse, benché non sempre condivida. Ma resto un po’ perplesso quando, davanti a Bariom che dice che c’è qualcosa che va, quasi dice che questa è una tattica. Mi perdoni, ma suona un po’ così: se non va dico che non va e se va dico che è fatto apposta per mascherare quello che non va. Non mi pare il massimo, francamente. O non ho capito?

    Caro Vatti, quello che dico è quello che dice San Pio X nell’enciclica “Pascendi”. Aveva previsto benissimo come si sarebbero mossi i modernisti e aveva messo in guardia tutta la Chiesa. Ovviamente per essere messi in guardia bisogna aver letto San Pio X, ma mi pare che quelli che puntualizzano sino alla noia di aver letto tutto (salvo poi guardarsi bene dal rispondere sulle critiche argomentate di chi evidentemente ha parimenti letto – p.es. io ho citato anche un commento dell’Isola di Patmos, che come tutti vedono non è stato considerato), San Pio X non l’hanno letto. D’altronde da quando sono presente su questo forum la “Pascendi” viene citata abbastanza spesso; ma dalla controparte viene sempre ignorata. Ignorata: non contestualizzata o criticata: proprio ignorata.

    Aggiungo una banale considerazione alla sua osservazione: se ci accontentiamo di una Chiesa che dice un po’ cose giuste e un po’ sbagliate, l’abbiamo già ridotta ad associazione, partito politico o roba del genere.

    Per quanto riguarda il commento di Vanni… Aldo Maria Valli è stato messo in “riposo” dala RAI, e la casa editrice che ha pubblicato il suo ultimo libro è “sotto pressione”. Questo accade nella Chiesa della “parresia”, che poi però perseguita chi osa parlare apertamente. Contemporaneamente pare che il vescovo Schneider sia stato richiamato verbalmente (si noti: solo verbalmente, così non c’è un punto di riferimento da criticare o contro cui fare ricorso) per viaggiare di meno. Il vescovo Schneider è ausiliare di Astana, e viaggia con l’approvazione del suo titolare. Questo accade nella Chiesa del “sano decentramento”, che però va a mettere il becco nella gestione di una diocesi a migliaia di chilometri di distanza. Con persone così ambigue al comando, che dicono bianco (per la verità le dicono di tutti i colori) e poi fanno tutt’altre cose, senza neanche il coraggio di farlo apertamente, come ci si può fidare di documenti che nascono ambigui? Volutamente ambigui, l’ha detto il capo in persona.

    1. È stata pubblicata una precisazione sulla questione di mons. Schneider: l’hanno richiamato perché adempia all’articolo del Canone che limita a trenta giorni la permanenza di un vescovo fuori dalla sede. Pharisaism anyone?

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